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L’impiego dell’esame radiologico del ginocchio nella rottura del LCA

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L'impiego dell'esame radiologico del ginocchio nella rottura del LCA

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Capitolo 7

L’impiego dell’esame radiologico

del ginocchio nella rottura del LCA

7.1 PROTOCOLLO IMPIEGATO

In medicina veterinaria la radiologia è stata la prima tecnica di diagnostica per immagini utilizzata come supporto dell’esame clinico in caso di rottura dell’LCA.

Ancora oggi l’esame radiografico rappresenta l’esame strumentale di primo livello per la valutazione di questa patologia, eventualmente integrato da altre tecniche di diagnostica per immagini come risonanza magnetica e TAC.

Generalmente l’esame radiografico del ginocchio si esegue per precisare la prognosi e per programmare la terapia, in quanto la diagnosi di rottura di LCA nel cane è prevalentemente clinica; infatti l’immagine radiografica, essendo un ombra determinata da differente assorbimento di raggi X da parte dei tessuti, non permette la visualizzazione delle strutture legamentose che appaiono radiotrasparenti.

L’esame radiografico consente di documentare l’instabilità articolare e di valutare, entro certi limiti, non solo i segni di lesioni inveterate a carico dei tessuti ossei, ma anche quelli a carico di alcuni tessuti molli nelle fasi acute.

L’articolazione del ginocchio può essere studiata radiograficamente tramite l’utilizzo di proiezioni ortogonali medio laterale (ML) e cranio caudale (Cr Cd) o caudo craniale (Cd Cr) e tramite la proiezione tangenziale; nel caso di patologie legamentose è possibile effettuare tali proiezioni sotto stress (Crovace et al. 2005).

Durante la fase acuta della patologia è riscontrabile un incremento dell’effusione dei tessuti molli periarticolari, con distensione della capsula articolare e parziale obliterazione del cuscinetto adiposo infra rotuleo e del recesso caudale

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del ginocchio senza evidenti proliferazioni osteofitiche. L’aumento del liquido peri articolare, dovuto al versamento, distende la capsula spingendo in senso cranio caudale il grasso infra patellare diminuendone l’estensione nell’immagine. (Vezzoni A. 2004, Crovace et al 2005).

Nel caso di patologie con insorgenza cronica, come nel caso di lenta evoluzione di una lesione parziale, l’immagine radiografica evidenzierà quadri di artropatia degenerativa di gravità variabile, come la presenta di osteofiti sui margini della troclea femorale alla base della rotula, sul plateau tibiale ed anche in questo caso infiltrazione di tessuti periarticolare e diminuzione del grasso infra patellare. (Fig.1).

Fig. 1 : Sinistra: Proiezione ML ginocchio sx sano. Destra: proiezione ML ginocchio dx patologico. E’ possibile osservare lievi irregolarità del profilo corticale in corrispondenza dei recessi prossimali craniali (1) e caudali (2), aree di osteorarefazione sugli apici prossimali (3) e distale (4) della rotula,

obliterazione del cuscinetto adiposo craniale (5) e del recesso caudale (6) causato dalla distensione sinoviale articolare (Modificato da Crovace et al., 2005).

L’alterazione più eclatante riscontrabile in entrambi i casi e di maggiore rilevanza clinica è la sub lussazione anteriore della tibia osservabile in proiezione ML; nel qual caso non fosse particolarmente evidente è possibile effettuare proiezione ML sotto stress sottoponendo l’articolazione a compressione tibiale (Fig 2).

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Fig. 2 : Sinistra: proiezione ML neutra. Destra: proiezione ML sotto stress. Difficilmente lo slittamento craniale della tibia è visibile nella proiezione ML neutra; pertanto è necessario eseguire una proiezione

ML sotto stress, cioè mentre si esegue una manovra di compressione tibiale. Si noti, inoltre, il distanziamento caudale del sesamoide del popliteo (freccia) (Modificato da Crovace et al., 2005).

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