Fig.4. Effetti neuropatologici dello stato epilettico sulla regione CA3
dell’ippocampo. Una settimana dopo la microinfusione di bicucullina e lo stato epilettico si osservano significative alterazioni a livello della regione CA3 dell’ippocampo negli animali con lesione del LC. La colorazione con cresil violetto mostra una marcata perdita cellulare nell’animale trattato con DSP-4 rispetto al controllo.
L’istofluorescenza con DAPI conferma tale perdita cellulare (c). La colorazione con Fluoro-Jade B che evidenzia i neuroni in via di degenerazione colora selettivamente le cellule piramidali (d).
Fig. 5. Effetti neuropatologici dello stato epilettico sul giro dentato e ilo dell’ippocampo. Il cresil violetto mostra abbondante cellularità nell’ilo
dell’ippocampo e nel giro dentato del controllo (a). L’istofluorescenza con DAPI delle stesse aree in un ratto andato incontro a stato epilettico mostra che il numero delle cellule nel giro dentato è conservato, mentre vi è notevole perdita cellulare nell’ilo (b).
Il F-J B offre un’immagine mirror della precedente in cui le cellule ilari
degeneranti sono abbondanti (d). Sovrapponendo le immagini (b) e (c) si ottiene (d) che mosra il giro dentato intatto (DAPI) e l’ilo dell’ippocampo in via di degenerazione (F-J B)
Fig. 6. MDMA produce un persistente rallentamento dell’attività EEG. (A) Tracce EEG rappresentative di un controllo (traccia superiore) e di un trattato con
MDMA 5 mg/kg x 4 i.p. 2 settimane prima (traccia inferiore).
(B) Analisi spettrali dell’EEG rappresentative di un controllo (pannello a sinistra) e di un trattato con MDMA 5 mg/kg x 4 i.p. 2 settimane prima (pannello a destra). Per la quantificazione delle differenze tra i gruppi l’intervallo di frequenze nell’analisi spettrale di ogni epoca EEG selezionata era suddiviso in gruppi di frequenze con intervallo di 1.5 Hz, a partire da 1.5 Hz (1°=1.5-3 Hz;
2°=3-4.5 Hz; 3°=4.5-6 Hz fino a 19.5 Hz).
Si è calcolata l’area sotto la curva per ogni intervallo di frequenze e per ogni gruppo di trattamento e espressa come percentuale dell’area totale ± SEM. Una differenza significativa è presente nell’intervallo di frequenze 3-4.5 Hz.
Fig. 7. Lo stimolo olfattivo produce una blanda reazione EEG dopo esposizione a MDMA. (A) Tracce rappresentative di un controllo (traccia superiore) e di un trattato con MDMA 5 mg/kg x 4 i.p. 2 settimane prima (traccia inferiore) durante l’esposizione ad breve stimolo olfattivo (timolo, freccia).
(B) Analisi spettrale dell’EEG rappresentativa di un controllo (pannello a
sinistra), di un trattato con MDMA 5 mg/kg x 4 i.p. 2 settimane prima (pannello centrale) e loro sovrapposizione (pannello a destra). Non vi è sovrapposizione delle curve, ma si calcola una differenza significativa nell’intervallo di frequenze 9-10.5 Hz.
Fig. 8. Lo stimolo nocicettivo produce una reazione EEG simile negli animali trattati con MDMA e nei controlli. (A) Tracce rappresentative di un controllo (traccia superiore) e di un trattato con MDMA 5 mg/kg x 4 i.p. 2 settimane prima (traccia inferiore) durante l’esposizione a breve stimolo nocicettivo (blanda pinzatura della coda dell’animale, freccia).
(B) Analisi spettrale dell’EEG rappresentativa di un controllo (pannello a
sinistra), di un trattato con MDMA 5 mg/kg x 4 i.p. 2 settimane prima (pannello centrale) e loro sovrapposizione (pannello a destra). Vi è sovrapposizione delle curve, senza differenze significative negli intervalli di frequenze considerati.
Fig. 9. L’esposizione a MDMA produce una modificazione persistente della suscettibilità alle crisi epilettiche indotte da bassi dosi di KA. (A) Percentuale di animali in crisi dopo somministrazione di KA 5 mg/kg ( parte destra del grafico) e 10 mg/kg (parte sinistra del grafico) in un gruppo di animali di controllo che hanno ricevuto salina ed in un gruppo di animali trattati con MDMA a tre differenti dosaggi, 5 mg/kg x 2, x 4 o x 6.
(B) Punteggio massimale di crisi per ogni gruppo di trattamento.