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Prefazione
L’edificazione sviluppatasi in Italia nel dopoguerra, negli anni ’50-’60 in particolare, è molto spesso caratterizzata da strutture in cemento armato progettate e costruite senza tener conto delle azioni orizzontali che possono essere generate dai fenomeni sismici, in quanto molte zone d’Italia sono state considerate esposte al rischio sismico in tempi molto più recenti.
Di tali edifici, che costituiscono una ingente parte del patrimonio edilizio in cemento armato, molto spesso non si conosce l’effettiva vulnerabilità sismica ed è quindi necessario effettuare una serie di indagini conoscitive e di verifiche strutturali per valutarne la sicurezza sotto le azioni orizzontali prevedibili per la zona di costruzione.
L’adeguamento o il miglioramento sismico delle costruzioni vulnerabili ai terremoti costituisce un problema di notevole attualità e di grande importanza sociale ed economica, dato il grande numero di casi esistenti nel nostro paese.
La fase conoscitiva, di acquisizione della documentazione originaria, è per gli edifici esistenti, di importanza basilare e condiziona i metodi di modellazione e analisi della struttura.
Per le costruzioni realizzate successivamente alla Legge 1086/71 sussiste l’obbligo del deposito del progetto e degli atti di collaudo presso gli Uffici del Genio Civile competente. Per gli edifici costruiti prima del 1971, nel caso di strutture pubbliche, la possibilità di reperire il progetto strutturale esecutivo è legata alla documentazione conservata presso gli uffici dell’ente proprietario, che spesso è costituita dal solo progetto architettonico e dai documenti contabili.
Il presente studio è incentrato sulla valutazione della vulnerabilità sismica e sulla progettazione di massima degli interventi di adeguamento di un edificio appartenente al patrimonio edilizio pubblico e costruito in epoca anteriore all’entrata in vigore della L. 1086/71 e della classificazione sismica della zona di edificazione. Si tratta di un edificio di proprietà comunale situato in Rosignano Solvay e costruito tra il ’56 e il ’66.
La ricerca del materiale originario ha messo in luce un’esaustiva e approfondita fonte di documentazione originale, che ha permesso di condurre uno studio sui criteri progettuali di quegli anni. L’edificio in esame si è ben prestato a quest’analisi grazie alla sua storia costruttiva, che ha visto l’alternarsi, nell’arco di circa dieci anni, di tre fasi successive per cui è stato possibile seguirne l’evoluzione strutturale, architettonica e “contabile”.
2 Dal punto di vista strutturale, i criteri adottati sono generalmente in linea con quelli dell’epoca, desumibili dai testi più utilizzati e dalle normative tecniche di riferimento. L’edificio analizzato è stato progettato per resistere ai soli carichi verticali, secondo il Regio Decreto n. 2239 del 16 novembre 1939.
Il comune di Rosignano Marittimo, in cui è situata l’opera, fu infatti classificato in zona sismica ( zona due ) solo nel 1982. In seguito, nel ’98, fu declassato a zona sismica di terza categoria ed è tornato ad essere in zona sismica due con l’ordinanza n. 3274.
Tale norma impone la valutazione della sicurezza sismica sia per gli edifici d’interesse strategico sia per quelli che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Il complesso comunale di Piazza Risorgimento ospita attività d’interesse collettivo, rientrando nelle categorie appena viste.
È stata, pertanto, eseguita una valutazione della sicurezza sismica nello situazione attuale, la quale ha dimostrato l’incapacità della struttura a sopportare l’azione sismica di progetto.
Analizzando le criticità della struttura è stato possibile formulare delle proposte d’intervento che migliorerebbero la struttura sottoposta ad azione sismica.
