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Capitolo 2

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Academic year: 2021

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Capitolo 2

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2.1 LA STORIA DEL PORTO DI TARANTO

Sin dalle prime fasi della sua storia (tra l’VIII e il II sec. a. C.) Taranto, una delle metropoli della Magna Grecia, si distinse come centro di commerci e di traffici marittimi, inserito nelle grandi rotte del Mediterraneo.

Un lungo periodo di decadenza seguì però la conquista della città da parte dei Romani, che preferirono altri porti per gestire le loro relazioni commerciali con l’Oriente.

Solo nel tardo Medioevo (XV sec.), sotto il controllo angioino, si avviò un lento processo di recupero delle funzioni portuali, accompagnato da un progetto di ampliamento dello scalo nell’attuale sito del ‘Porto Mercantile’.

Nei secoli successivi, tuttavia, l’economia della città non riuscì ad espandersi finché, in epoca napoleonica e successivamente con l’Unità d’Italia, Taranto assunse il ruolo di piazzaforte marittima e vide sorgere, nel bacino del Mar Piccolo, quell’Arsenale Militare che ancora oggi rappresenta uno dei capisaldi della Marina Italiana.

Sull’altro litorale della città – il Mar Grande – tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento solo due piccoli moli avevano reso possibili le limitate attività portuali di natura non militare.

Ma all’inizio degli anni ‘60 la designazione di Taranto come sede di un grande complesso siderurgico determinò una prima grande svolta nelle vicende del porto: per servire l’acciaieria e le attività indotte vennero realizzati e posti in esercizio, nell’arco di un quindicennio, tre grandi sporgenti allineati ad ovest delle strutture preesistenti.

Parallelamente veniva costruito, sempre nell’ambito del Mar Grande, un pontile a servizio della istituendo raffineria di petrolio: il porto acquisiva così un carattere eminentemente industriale.

Nel giro di qualche anno l’espansione della siderurgia e la previsione di nuove iniziative imprenditoriali stimolarono un progetto di estensione delle strutture portuali al di fuori del Mar Grande: nacque l’idea del cosiddetto porto stellare,

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Portuale del 1980 e denominato Molo Polisettoriale che, unitamente al Molo Ovest (o 5° Sporgente) costituisce tuttora il complesso di opere marittime di maggior rilievo dello scalo tarantino.

Il Molo Polisettoriale, che dal giugno 2001 ospita il modernissimo Terminal Contenitori di Taranto, rappresenta oggi il maggiore elemento propulsivo dell’economia portuale di Taranto e la base di partenza per lo sviluppo del futuro.

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2.2 I MODELLI DI PORTO

Secondo la classificazione proposta dall'UNCTAD (United Nations Conference for Trade And Development), l'evoluzione tecnica e logistica ha portato a configurare quattro modelli di porto.

Si tratta di una classificazione che schematizza le caratteristiche più significative delle diverse fasi evolutive dei porti.

Il porto di prima generazione (Porto-emporio) ha soprattutto un valore storico, essendo questo modello legato fondamentalmente ad una situazione in cui il sistema del trasporto era visto come costituito da vari segmenti separati. Il porto si poteva quindi disinteressare di quanto accadeva nei vari segmenti ed era concepito fondamentalmente come la zona dedicata allo smistamento delle merci che trovavano nel porto il loro punto di arrivo e di sosta.

Il porto di seconda generazione, la cui definitiva configurazione è collocata dalla UNCTAD negli anni 60, si afferma in concomitanza con lo sviluppo della produzione di massa legato all'accelerazione del processo di industrializzazione. In questa fase si ha un notevole incremento delle necessità di trasporto, legate alla produzione di massa e alla separazione fra produzione e consumo.

Lo sviluppo tecnologico, inoltre, consente la realizzazione di navi di grandi dimensioni. I porti, per rispondere alle nuove esigenze, devono specializzarsi e dotarsi di grandi opere infrastrutturali.

Per quanto attiene ai rapporti con la città, i porti tendono a svilupparsi e organizzarsi in modo indipendente dalle città, che a loro volta divengono meno indipendenti dal mare per il loro sviluppo.

Il termine porto di terza generazione sottintende il fatto che l'area portuale non si limita ad essere un luogo di passaggio delle merci, ma si è evoluto fino a costituire un luogo di convergenza di forze vive, commerciali logistiche e industriali, in modo da diventare elemento di attrazione e sede di svolgimento di attività economiche (industriali e commerciali) anche non strettamente collegate alle operazioni portuali tradizionali.

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Questa evoluzione del ruolo dei porti è legata all'attuale evoluzione dell'organizzazione produttiva conseguente alla globalizzazione del mercato, che spinge molte aziende a concentrare in località strategiche attività qualificate, per cui le varie parti componenti di uno specifico prodotto possono essere realizzate in località diverse e distanti fra loro.

L'UNCTAD ha recentemente introdotto la definizione di porto di quarta generazione.

Con questo termine si intende il fatto che un porto tende ad affinare e sofisticare la propria organizzazione, contraendo alleanze a livello mondiale con altri porti, costituendosi in rete con una serie di terminal ubicati in porti diversi, allo scopo di perseguire una strategia di sviluppo internazionale.

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2.3 COLLEGAMENTI STRADALI

Il Porto di Taranto si trova completamente fuori dal centro urbano e l’accesso alle maggiori vie di comunicazione è immediato.

L’autostrada adriatica A14 Taranto-Bari-Bologna rappresenta per il Porto di Taranto il collegamento stradale strategico per il trasporto su lunga distanza, garantendo un rapido inoltro terrestre verso i mercati dell’Italia settentrionale e del Centro Europa.

Il prossimo adeguamento di una bretella autostradale renderà ancora più agevole il flusso dei veicoli commerciali.

Il bacino d’utenza di più corto raggio – l’arco ionico e la penisola salentina – è connesso a Taranto da una rete di strade statali tra cui la SS7 Taranto-Brindisi-Lecce e la SS106 che collega Taranto a Reggio Calabria, passando per la Basilicata.

L’apertura di un nuovo varco di ingresso al Porto Commerciale, il Varco Nord, garantirà una migliore accessibilità delle aree portuali rispetto alla grande viabilità e contribuirà a decongestionare il traffico cittadino in corrispondenza del Varco Est, più vicino alla città.

Infine la viabilità interna portuale sarà ottimizzata con la realizzazione a breve della Strada dei Moli, destinata a mettere in comunicazione diretta tutti i moli del Porto di Taranto.

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2.4 COLLEGAMENTI FERROVIARI E SCALI AEROPORTUALI

Sotto il profilo ferroviario il Porto di Taranto è collegato alla dorsale adriatica Bari-Bologna e alle direttrici per Potenza-Napoli, Brindisi-Lecce e Reggio Calabria: nel complesso la rete di trasporto ferroviario risulta adeguata all’obiettivo di raggiungere la massima celerità e il trasferimento di maggiori quote di traffico merci dalla strada alla ferrovia.

Il Terminal contenitori del Porto di Taranto è dotato di un collegamento ferroviario diretto con la rete nazionale: ogni giorno da/per il terminal jonico partono e sono diretti in media tre convogli di merce containerizzata da/verso gli interporti di Nola, Bologna e Ancona.

Vista aerea della rete ferroviaria all’interno del porto

Il Porto di Taranto dista rispettivamente 90 e 75 km dagli aeroporti di Bari e Brindisi, da cui partono e arrivano quotidianamente voli da/verso i principali scali italiani ed europei.

Inoltre, a circa 20 km di distanza si trova lo scalo aeroportuale Arlotta di Grottaglie, ove si è insediata di recente la società Alenia.

L’aeroporto è collegato direttamente al porto grazie alla strada Porto (varco nord) – Grottaglie – Brindisi e potrebbe rappresentare un’opportunità di sviluppo per un’ulteriore modalità del trasporto delle merci mediante aerei cargo che possono usufruire di una pista di 3,2 Km.

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2.5 LE STRUTTURE FISICHE ED OPERATIVE

Dal 1998 il porto di Taranto è stato dotato di Autorità Portuale e fa parte quindi dei porti italiani riconosciuti di maggiore importanza.

Il suo statuto non si differenzia quindi da quello degli altri porti.

Vista del Porto e degli Sporgenti

Le regole di base per la concessione delle aree agli operatori privati sono uguali per tutti i porti, e sono condizionate all'osservanza di idonee forme di pubblicità.

Parimenti, è uguale in tutti i porti la situazione dei servizi tecnico-nautici che, con una legge del 2000 (legge 30 giugno, numero 186), sono stati dichiarati " servizi di interesse generale”.

Le strutture in esercizio nel Porto di Taranto sono suddivise, dal punto di vista geografico, tra Porto in rada, da Molo S. Eligio a Punto Rotondella, e Porto fuori rada, a ponente di Punta Rotondella fino alla foce del fiume Tara.

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Il Porto in rada comprende il bacino storico del porto, gli Sporgenti dal 1° al 4°, la darsena servizi, il terminale petrolifero (pontile petroli e campo boe).

Vista del Porto turistico e dei primi Sporgenti

Dal punto di vista funzionale la calata 1, il primo sporgente e la calata 2 fanno parte del porto commerciale, mentre gli sporgenti n. 2, 3, 4, le calate 3 e 4 e il terminale petrolifero fanno parte del porto industriale e vengono gestiti in autonomia funzionale dai Concessionari (ILVA e Agip) per la spedizione di prodotti e semiprodotti siderurgici, lo sbarco di materie prime (carbone e minerali), la spedizione di prodotti petroliferi. Nel bacino dell'area commerciale viene svolta anche un'attività di ormeggi per la nautica da diporto.

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Nel Porto fuori rada le opere portuali, ubicate a ponente di punta Rotondella, comprendono il 5° sporgente, la calata 5 ed il Molo Polisettoriale.

Al settore appartengono anche le ampie colmate comprese tra Punta Rotondella e la radice del 5° sporgente, che ricadono nella perimetrazione del Piano regolatore portuale, pur non essendo specificatamente destinate all'attività portuale.

Vista del Molo Polisettoriale

Il 5° sporgente in concessione all'ILVA è dedicato alla spedizione di prodotti siderurgici, il Molo Polisettoriale è in concessione alla T.C.T. (Evergreen) ed è utilizzato per operazioni sui contenitori (in massima parte operazioni di trasbordo), la colmata (area ex-Belleli) è destinata ad attività produttive.

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Il Porto turistico è situato sulle aree del Molo Sant' Eligio, nella parte del Borgo Antico prospiciente il Mar Grande.

Questa ubicazione, consente l'osservazione dei numerosi elementi di rilevanza storica, culturale, archeologica ed architettonica che caratterizzano l'intera isola.

Vista del Molo Sant’ Eligio

La struttura é in concessione al Comune di Taranto che aveva proceduto ad effettuare un importante intervento di riqualificazione finalizzato alla

realizzazione di un approdo per la nautica da diporto, ed è dotata di pontili fissi e galleggianti, di una banchina e di uno scalo di alaggio, di piazzali di rimessaggio, di parcheggi ed aree verdi attrezzate.

L’approdo é gestito da Italiana Servizi e può ospitare circa 300 imbarcazioni. Vengono inoltre erogati servizi di ricezione e ristoro, e tutti i servizi connessi con il turismo nautico: attracco attrezzato, riparazione, rifornimento carburanti, informazioni turistiche, nonché attività ricreative, sportive, culturali ed artistiche.

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La banchina di riva é in concessione alla Taranto Yacth che gestisce un punto d’ormeggio su pontile galleggiante per natanti da diporto.

Il pontile, con fondale utile fino a 7 m. può ospitare circa 160 imbarcazioni.

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