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1 all’o.d.g.: “Interrogazione presentata dal consigliere Calvi sull'assenza di documentazione online riguardante il PLIS” COLOGNO – Presidente del Consiglio Grazie

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 30 aprile 2019 RESOCONTO DELLA SEDUTA

Adunanza ordinaria di 1^ Convocazione – seduta pubblica con inizio alle ore 18:00

Presiede la seduta il Presidente Avv. Andrea Cologno Partecipa il Segretario Generale Dr. Giuseppe Mendicino

All’appello risultano:

IMERI Juri Fabio – Sindaco Presente

RIGANTI Jacopo Lorenzo Presente

CIOCCA Alessandro – Consigliere Presente

FERRI Giulio – Consigliere Presente

GIUSSANI Francesco – Consigliere Presente

PREMOLI Monica Consigliere Presente

COLOGNO Andrea – Consigliere Presente

CONTI Maria Adelaide Presente

FUMAGALLI Giancarlo – Consigliere Presente

GHIGGINI Marco – Consigliere Presente

FRIGERIO Lorena – Consigliere Presente

MOLTENI Erik - Consigliere Presente

ROSSONI Laura Clementina – Consigliere Presente

SONZOGNI Stefano – Consigliere Presente

RONCHI Cristina – Consigliere Presente

CALVI Emanuele – Consigliere Presente

PIGNATELLI Gianluca – Consigliere Presente

e con la partecipazione degli Assessori:

ZOCCOLI in PRANDINA Giuseppina – ViceSindaco Presente

MANGANO Basilio Antonino - Assessore Presente

NISOLI Alessandro – Assessore Presente

PEZZONI Giuseppe – Assessore Presente

VAILATI Sabrina – Assessore Presente

Constatata la presenza del numero legale, il Presidente dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’ordine del giorno.

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COLOGNO – Presidente del Consiglio Buonasera, iniziamo i lavori del Consiglio.

La parola al Segretario per l’appello.

Prego.

(Il Segretario Comunale procede all’appello dei consiglieri)

MENDICINO – Segretario Generale

Imeri Juri Fabio, Riganti Jacopo Lorenzo, Giussani Francesco, Ciocca Alessandro, Ferri Giulio (assente), Premoli Monica, Conti Maria Adelaide, Vigini Marco, Cologno Andrea, Fumagalli Giancarlo, Frigerio Lorena, Molteni Eric, Rossoni Laura, Sonzogni Stefano, Ronchi Cristina, Calvi Emanuele (assente), Pignatelli Gianluca (assente).

Punto n. 1 all’o.d.g.: “Interrogazione presentata dal consigliere Calvi sull'assenza di documentazione online riguardante il PLIS”

COLOGNO – Presidente del Consiglio Grazie.

Primo punto all’ordine del giorno: “Interrogazione presentata dal consigliere Calvi sull'assenza di documentazione online riguardante il PLIS” .

Il Consigliere non c’è per cui passiamo al punto numero 2.

Punto n. 2 all’o.d.g.: “Interpellanza presentata dai consiglieri Ronchi e Molteni, riguardante precisazioni in merito alla sede farmaceutica n. 8”

COLOGNO – Presidente del Consiglio

“Interpellanza.

Premesso che il giorno 4 marzo 2019 è pervenuta al protocollo del Comune di Treviglio numero 11.894 la lettera dello studio associato Bacigalupo Lucidi per conto della dottoressa Tiziana Leonelli farmacista assegnataria della sede farmaceutica di nuova apertura, numero 8, avente ad oggetto richiesta di revisione di parere negativo del 10/12/2018 di nuova perimetrazione della zona farmaceutica numero 8 del Comune di Treviglio.

La lettera di cui sopra riferisce che nella zona di competenza della sede farmaceutica numero 8 non sono rinvenibili locali categoria C1 idonei all’apertura di una sede farmaceutica.

Il Comune di Treviglio essendo proprietario, per il tramite di Ygea, di tre sedi farmaceutiche sul territorio trevigliese, si trova in situazione di palese conflitto di interessi.

Il parere negativo del Comune di Treviglio, la nuova perimetrazione della zona farmaceutica 8, rilasciato dal Comune di Treviglio il 10/12/2018, protocollo numero 62733 è motivato da: assicurare un’equa distribuzione sul territorio delle farmacie; garantire accessibilità servizio farmaceutico anche ai cittadini residenti in aree scarsamente abitate.

La sentenza del Consiglio di Stato numero 475, del 24 gennaio 2018, ha precisato che lo scopo della previsione normativa di cui all’articolo 1, decreto legge numero 1 del 2012 non è quello del massimo decentramento delle sedi farmaceutiche a rischio di istituire nuove sedi che non abbiano una zona di competenza tale da garantire la loro sopravvivenza ma di aumentare l’accessibilità all’assistenza farmaceutica in favore del maggior numero di abitanti possibile. La finalità di esigenza di poter servire adeguatamente aree isolate e/o scarsamente abitate va quindi necessariamente coniugata con quella di garantire maggiore accessibilità al servizio farmaceutico da parte della maggioranza degli abitanti del Comune in un’ottica complessiva che considera l’intero territorio comunale rispetto al quale in concreto va compiuta la valutazione sul grado di accessibilità all’assistenza farmaceutica.

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Ciò posto si chiede al Sindaco di sapere: Uno: se corrisponde a verità l’affermazione contenuta nella comunicazione trasmessa dallo studio associato Bacigalupo Lucidi, secondo cui nella zona di competenza la sede farmaceutica numero 8 non esistano locali di categoria C1 idonei all’apertura di una sede farmaceutica e disponibile ad essere locati dalla dottoressa Leonelli; a tal proposito si chiede di fornire un’elencazione dettagliata degli eventuali locali idonei all’apertura della sede farmaceutica all’interno del perimetro attuale della zona 8;

Due: quali sono i cittadini residenti che risultano all’anagrafe nella zona della sede farmaceutica numero 8;

Tre: quali sono i cittadini residenti la zona compresa tra via San Zeno, viale Manzoni, viale Parini, via Pagazzano, il confine con Brignano;

Quattro: se i disagi e le difficoltà che ostacolano l’apertura della nuova sede farmaceutica 8 sono alla base dell’ottimistico business plan presentato da Ygea, nel quale non vengono minimamente tenute in considerazione l’apertura di nuove sedi farmaceutiche e prevedono addirittura incrementi di fatturato di diverse centinaia migliaia di euro nei prossimi anni;

Cinque: come pensa di risolvere la palese condizione di conflitti d’interesse in cui si trova il Comune di Treviglio quale proprietario di tre sedi farmaceutiche sul territorio comunale possedute per il tramite di Ygea, rispetto all’obiettivo generale che i Comuni devono perseguire nello svolgimento delle loro attività istituzionali; di favorire l’accesso ai cittadini al servizio farmaceutico;

Sei: se l’Ente ha valutato eventuali esborsi per danni patrimoniali a cui eventualmente potrebbe essere condannato nel caso in cui la dottoressa Leonelli, non riuscendo ad aprire nella zona 8, nuova sede farmaceutica decidesse di avviare una causa per danni contro il Comune di Treviglio”.

Risponde il Sindaco.

Prego.

IMERI – Sindaco

Grazie, Presidente, Buonasera a tutti e a tutte.

La risposta del Sindaco è in realtà la sintesi di un confronto tra l’Avvocatura, il Segretario e il responsabile del procedimento e ovviamente le considerazioni anche politiche, avendo gestito fin dall’inizio anche questa dinamica.

Con riferimento all’interpellanza presentata dai consiglieri Ronchi e Molteni, messi tra parentesi profili di dubbia ammissibilità per la parte in cui essa pone specifiche richieste di cui si chiede pubblico riscontro in relazione al procedimento tuttora pendente e riguardante la specifica posizione di un soggetto privato, si evidenzia nel merito quanto di seguito: in via di generale premessa, attenendoci alle informazioni che possono essere diffuse, conviene innanzitutto ricordare che il Comune di Treviglio, a suo tempo, ha provveduto all’individuazione delle nuove sedi farmaceutiche, aggiungendo due sedi alle sette già esistenti con delibera di Giunta numero 60, del 2 maggio 2012.

Ciò è avvenuto in attuazione di quanto all’uopo previsto dall’articolo 11 del cosiddetto Cresci-Italia, ai fini del potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica a mente del quale i Comuni erano tenuti alla individuazione, entro il termine fissato dalla norma, delle zone nelle quali collocare le nuove sedi sulla base di rinnovati parametri fissati dal legislatore legati sia alla dimensione demografica che all’adeguata distribuzione territoriale.

Il Comune di Treviglio con la delibera del 2 maggio 2012 provvedeva, dunque, ad individuare due nuove sedi farmaceutiche, precisamente la numero 8 in zona PIP via Aldo Moro e la numero 9, in zona Cento, via Cavallotti e ciò nel rispetto da un lato del criterio demografico fissato dall’articolo 1, della legge 475/1968 (una farmacia ogni 3300 abitanti) e l’altro dei criteri localizzativi ancorché di tipo finalistico pure espressamente individuate dal gestore.

Assicurare un’equa distribuzione sul territorio, garantire l’accessibilità del servizio farmaceutico anche ai cittadini residenti di zone scarsamente abitate.

La nuova zonizzazione, peraltro, è stata definitivamente adottata previa acquisizione dei pareri di ATS e dell’Ordine provinciale dei farmacisti e questo lo sottolineo anche in considerazione delle illazioni contenute nell’interpellanza soprattutto nei punti finali.

La deliberazione veniva infine impugnata avanti il TAR Brescia da uno dei titolari di

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farmacia preesistente in città che contestava entrambe le ubicazioni, la numero 8 e la numero 9.

Il giudice amministrativo con sentenza 435 del 2013, pubblicata l’8 maggio dello stesso anno, ha tuttavia respinto il ricorso ritenendo legittima la delibera comunale e quindi l’operato della Pubblica Amministrazione e in particolare, per quello che maggiormente rileva, valutando adeguatamente istruita e motivata la scelta localizzativa a suo tempo assunta dal Comune.

Successivamente, quindi, quattro anni dopo alla delibera del Comune e tre alla sentenza del TAR, ma quattro rispetto a quella del Comune, con delibera di Giunta del 27 dicembre 2016 giungeva a conclusione la procedura di assegnazione delle sedi farmaceutiche di esclusiva competenza regionale, dando luogo per quanto di interesse all’assegnazione della sede farmaceutica numero 8, zona PIP, alla dottoressa Leonelli.

Quest’ultima con nota del novembre 2018 chiedeva l’apertura della sede farmaceutica assegnata lungo viale Montegrappa, al civico numero 2 e, quindi, evidentemente, fuori dalla zona ricompresa nel perimetro di competenza della sede farmaceutica.

Il competente ufficio, pertanto, constatata l’estraneità dei locali alla zona di pertinenza della sede non poteva che esprimere diniego alla suddetta richiesta sì come allo stato in contrasto con le superiori determinazioni risultanti dalla zonizzazione approvata con la delibera di Giunta.

Non risulta che l’interessata abbia impugnato nei termini, in sede giudiziale, il provvedimento di diniego che, quindi, deve ritenersi consolidato. Comunque con nota del 4 marzo scorso, da cui trae dichiaratamente origine l’interpellanza, ha fatto pervenire a mezzo dei propri legali istanza di riesame in autotutela del ricorso provvedimento e/o di riperimetrazione della zona.

Il relativo procedimento che come è noto è di secondo grado governato ai principi degli articoli 21 e seguenti della legge 241 del 90, risulta allo stato pendente, non potendosi - per evidenti ragioni di riservatezza e correttezza nei confronti anche dell’interessata - anticiparne in questa sede i possibili sviluppi.

Ciò posto, in termini di generale premessa, vengo alle specifiche richieste oggetto dell’interpellanza.

Punto 1: con riguardo alla pretesa di reperibilità di locali categoria C1 idonea alla destinazione a sede farmaceutica nella zona di pertinenza della sede numero 8, ci si limita ad osservare che, stante l’impossibilità dell’Amministrazione di esprimersi dettagliatamente sul merito di un procedimento tuttora in corso, trattasi di circostanze oggetto di dichiarazione rese dall’interessata, allo stato non suffragata da documentazione valutabili.

Ciò posto, contrariamente a quanto sembrano inferire pretendere gli interpellanti, non si ritiene onere dell’Amministrazione comunale provvedere alla ricerca di locali potenzialmente idonei a tal fine spettando semmai al Comune una competenza esclusivamente di tipo pianificatorio in attuazione delle precise prescrizioni statali, non ravvisandosi alcuna disposizione di legge che imponga di garantire all’assegnatario di sede il reperimento di locali, né tantomeno potendo, come detto, provvedervi l’Amministrazione entrando in tal modo inammissibilmente nel merito di scelte che competono esclusivamente la parte privata interessata che - aggiungo io - ha scelto di partecipare al bando sapendo che la zona era quella.

Aggiungasi, infine, ad ogni buon conto che altro è l’affermare un’eventuale indisponibilità temporanea di locali di per sé comunque non ostativa e in ogni caso non provata, altro è una indisponibilità assoluta e/o strutturale della zona quale non può francamente dedicarsi per l’ambito in questione che risulta urbanizzato e dotato di immobili potenzialmente destinabili a siffatto tipo di esercizio.

Domanda numero 2: venendo alle richieste di informazioni sulla popolazione residente dai dati forniti dagli uffici risulta che i cittadini residenti nella zona di pertinenza della sede farmaceutica numero 8 risultano 147, se ci riferiamo al censimento del 2011, 135 ai dati aggiornati, ricordando però che trattasi di una zona produttiva e direttamente percorribile dal casello Bre.Be.Mi.

3: i cittadini residenti nelle zone delle vie intercluse tra via San Zeno, via Manzoni, Viale

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Parini, via Pagazzano e via Brignano ammontano a 803 abitanti attuali.

Quanto poi alla rilevanza dei dati sopra riportati valga quanto osservato dalla prevalente giurisprudenza anche quella richiamata nella stessa interpellanza, secondo cui il criterio demografico deve essere inteso nel senso della valutazione complessiva della popolazione residente.

Non si attribuisce cioè ad ogni farmacia un numero determinato di abitanti ma indica il rapporto numerico riguardo alla popolazione complessiva del Comune per l’ovvia considerazione che ogni cittadino può accedere a qualunque esercizio farmaceutico (TAR Lombardia 3017/2006, 1882/2007).

Più di recente si è altresì puntualmente osservato che la delimitazione delle zone assolve alla funzione di vincolare l’esercente a mantenere il suo esercizio all’interno del perimetro assegnato alle farmacie e non anche a dislocare le singole unità farmaceutiche secondo la regola della corrispondenza esatta di una farmacia ogni residente nella zona di riferimento, talché alla realizzazione dell’equa distribuzione concorrono plurimi fattori diversi dal numero di residenti quali, in primo luogo, l’individuazione delle maggiori necessità di fruizione che si avvertono nelle diverse zone del territorio, l’esame di situazioni ambientali topografiche, di viabilità, la distanza tra le diverse farmacie e vengono citate una lunga serie di sentenze del Consiglio di Stato.

L’affermazione di cui al punto 4 dell’interpellanza appare francamente una mera illazione, peraltro smentita dalla realtà dei fatti, ovvero sostenere che ci sia una sorta di criterio ostativo all’apertura delle farmacie è smentito dal fatto che dal 3 dicembre 2018 la farmacia 9 di via Cavallotti è aperta e che risulta - ed è stato accennato anche da uno degli interpellanti in un Consiglio comunale - che la farmacia numero 7 alla Geromina sia in prossimità di definizione come locazione commerciale, sono due ipotesi a distanza di una decina di metri da quanto so io e pare che dal prossimo autunno la sede farmacia numero 7 sia apribile e anche i colloqui avuti con i nostri uffici per un caso per un cambio destinazione d’uso, per l’altro per una verifica della destinazione, siano stati positivi e improntati alla massima collaborazione.

Quanto poi alle pretestuose considerazioni in ordine al business plan di Ygea, che nulla peraltro attengono alla questione proposta, si evidenzia che in sede di dibattito consiliare in merito all’approvazione del business plan 2018/2020 l’amministratore unico e il socio unico avevano riscontrato l’osservazione di merito evidenziando come il piano di investimenti di Ygea tenesse conto in termini di comunicazione, servizi, orari e strutture di queste nuove aperture e andasse proprio nella direzione di porre la società nelle condizioni di essere competitiva con i privati per quanto attenga ovviamente all’aspetto commerciale delle farmacie, peraltro posso anticipare che nel bilancio 2018 di Ygea che porteremo in Consiglio comunale entro il 30 giugno i riscontri economici confermeranno concretamente quelle che oggi vengono definite previsioni ottimistiche.

In ordine poi - anche questo punto antipatico che onestamente avrei evitato di scrivere in un’interpellanza però ognuno fa quello che ritiene più corretto - alla necessità di risolvere il palese conflitto di interesse in cui verserebbe il Comune di Treviglio, in quanto titolare di sedi farmaceutiche per il tramite della propria partecipata, va ricordato che, come è noto, la competenza comunale all’adozione del provvedimento della zonizzazione delle sedi farmaceutiche è espressamente prevista dal legislatore che all’uopo non ha ritenuto di disporre limitazioni o correzioni particolari nemmeno nell’ipotesi, peraltro non limitata alla sola realtà del Comune di Treviglio ma molto diffusa nelle sedi delle farmacie comunali, in cui l’Ente locale sia a sua volta titolare di farmacie, anzi persino espressamente contemplando ipotesi speciali di prelazione a favore dei Comuni nell’assegnazione di sedi nuove o vacanti; non vi è pertanto alcun conflitto di interessi ravvisabile in capo al Comune di Treviglio posto che l’attuale condizione in cui lo stesso versa, in qualità di titolare di sedi farmaceutiche, risulta espressamente contemplata, ammessa e persino incentivata dallo stesso legislatore.

Quanto, infine, alla valutazione dei possibili esborsi per danni patrimoniali nel caso di contenzioso che venisse promosso dalla dottoressa Leonelli nel ribadire che i provvedimenti amministrativi di cui si discute devono considerarsi ormai inoppugnabili, si tratta di una richiesta a cui non è oggettivamente possibile dare riscontro considerato che alcuna azione giudiziale è stata sinora intrapresa dall’interessata non potendosi quindi prefigurare la

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quantificazione di alcunché e considerato, per altro verso, che il Comune risulta comunque aver agito nel rigoroso rispetto della normativa di settore sia in sede di pianificazione, sia successivamente in sede attuativa stante la natura vincolante del diniego opposto dal competente ufficio in obbligatoria e pedissequa attuazione della decisione assunta in sede pianificatoria; decisione che all’evidenza non può essere modificata se non dall’organo a ciò normativamente preposto e alle condizioni previste dalla normativa di settore.

Quindi in sintesi per riepilogare questa lunga risposta il Comune ha pianificato il territorio, c’è stato anche un ricorso e abbiamo avuto ragione anche nel merito, è un’interpellanza che entra nel merito di interesse privato e, quindi, la risposta tiene conto di quello che si può dire ma siamo comunque in assenza di contenzioso, sarebbe stato peggio, a mio avviso, non dare il diniego e ammettere una collocazione diversa da quella deliberata dalla Giunta perché, probabilmente, chi non ha partecipato al bando perché magari non riteneva opportuno farlo avrebbe potuto a sua volta fare ricorso e mi dà particolarmente fastidio, pur nel rispetto dei ruoli che è legittimo, che si insinui un conflitto di interessi quando è la normativa che lo prevede espressamente e quando ci sono tantissimi Comuni più vicini e più lontani che sono titolari di sedi farmaceutiche attraverso partecipate o con altri organismi e che hanno ottemperato a quelli che sono gli obblighi della normativa, cioè quelli di individuare le nuove sedi. Peraltro, ripeto, due delle tre nuove sedi una è già attivata, l’altra sta per essere attivata e questa se trovasse collocazione nella sua destinazione in via Aldo Moro ovviamente verrebbe autorizzata tranquillamente dal Comune che poi non autorizza ma dà un parere alla ATS che chiede la congruità con quella che è la normativa.

Ribadisco quanto già detto: le previsioni ottimistiche di Ygea in Consiglio comunale diventeranno conferme ottimistiche di quello che è il business plan della società.

Grazie.

COLOGNO – Presidente del Consiglio Grazie, Sindaco.

Consigliera Ronchi, prego.

RONCHI

Grazie, Presidente. Grazie, Sindaco della risposta.

Il senso dell’interpellanza non è quello di fare illazioni ma soprattutto di capire; di capire perché effettivamente la zonizzazione delle sedi farmaceutiche nuove non sono poste in località appetibili per cui è chiaro che vi è una legittima richiesta della dottoressa in questione di potersi spostare più in là perché appunto lì è una zona scarsamente abitata e perché è proprio nella zona industriale, peraltro fra le varie sentenze del Consiglio di Stato, quella che ricordiamo nell’interpellanza, è proprio quella che pone soprattutto nell’ambito del servizio pubblico della farmacia e, quindi, relativa alla salute del cittadino proprio il cittadino al centro delle scelte amministrative privilegiando certo il criterio del benessere e della diffusione e dell’imprenditorialità e della concorrenza di maggiori farmacie proprio per assicurare l’accesso più agevolato ai cittadini perché parliamo appunto di salute e di servizio pubblico.

In secondo grado, infatti, la dottoressa in questione chiede la revisione della zonizzazione e ci sono motivi specifici appunto perché queste zone sono zone dal punto di vista commerciale non interessanti per cui il dubbio è: alla luce - perché questo diventa anche un criterio di applicazione generale - se al centro ci deve essere il cittadino, il Consiglio di Stato dice che deve esserci l’accesso favorito ai cittadini per quanto riguarda le aziende farmaceutiche, se colui che determina, per legge certo, la regolazione delle sedi farmaceutiche è il Comune che nel nostro caso è 100% proprietario di aziende farmaceutiche, se vi è una rigida considerazione di rivedere le zonizzazioni per permettere l’apertura di nuove farmacie anche perché è questa la tendenza delle aperture nei prossimi anni di moltissime farmacie, anche gruppi interi di farmacie, sul Sole 24 Ore, sul Corriere della Sera ci sono interventi di grossi player internazionali che con lo sbloccamento della definizione delle sedi farmaceutiche su basi regionali, le assegnazioni straordinarie hanno

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interesse ad aprire in Italia catene intere di farmacie, per cui questo è un settore che si sta veramente molto aprendo e, quindi, non so, in previsione di tutta questa serie di novità del settore, se effettivamente tenere ferma quella zonizzazione che non rende appetibile a nessuna farmacia il fatto di aprire lì, sia una cosa che si può ancora sostenere.

Ci sono stati, tra l’altro, dei ricorsi vinti e passati, ad esempio il Comune di Maglie, ha visto il rigetto dell’apertura della quinta farmacia, è stato accettato, ma perché lì c’è stato oggettivamente sul numero demografico degli abitanti una diminuzione per cui era prevista la quinta farmacia, è stato provato che c’era lo spopolamento di parte della città e non è stata aperta la quinta farmacia, mentre in questo caso si tratta proprio di zone che sono state previste, che sono scarsamente interessanti, appetibili dal punto di vista commerciale, ma l’esigenza c’è.

Il Comune per me è in una situazione abbastanza delicata perché appunto è giocoforza al 100% proprietario di farmacie e, quindi, si trova in una posizione di player e quindi di competizione ma anche di arbitro in questo senso e non so se il diniego dell’apertura di una farmacia in una posizione che è proprio perimetrale alla zonizzazione 8 possa essere mantenuto a lungo, visto che le zone per ora definite, almeno quella lì della zona 8 del PIP è decisamente decentrata e poco appetibile.

Grazie.

COLOGNO – Presidente del Consiglio Grazie, consigliera Ronchi.

Veniamo ora al punto numero 3.

Punto n. 3 all’o.d.g.: “Interpellanza presentata dai consiglieri Sonzogni, Molteni e Rossoni, riguardante il “Regolamento per il contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo patologico derivante dalle forme di gioco lecito”

COLOGNO – Presidente del Consiglio

“Interpellanza presentata dai consiglieri Sonzogni, Molteni e Rossoni, riguardante il

“Regolamento per il contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo patologico derivante dalle forme di gioco lecito”.

“I sottoscritti Stefano Sonzogni, Eric Molteni e Laura Rossoni, in qualità di Consiglieri comunali del Gruppo del Partito Democratico, premesso che con deliberazione numero 22, del 12 marzo 2019, il Consiglio comunale ha approvato il regolamento per il contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo patologico derivante dalle forme di gioco lecito.

Siffatto regolamento è frutto di un lungo lavoro a livello di ambito, avviato con un ordine del giorno approvato dall’Assemblea dei Sindaci, in data 10 novembre 2016 con il quale si auspicava di adottare una regolamentazione di contrasto al gioco d’azzardo patologico uniforme a tutti i Comuni dell’ambito.

In forza del riferito condiviso intendimento veniva costituita un’apposita commissione i cui lavori culminavano in una proposta di regolamento uniforme approvata dall’Assemblea dei Sindaci il 5 novembre 2018. Malgrado il lungo e laborioso lavoro svolto tale testo estendeva la limitazione pure ai giochi in regime di concessione monopoli di Stato in specie

“Il 10eLotto” e i “Gratta e vinci” ancorché con sentenza 8 maggio 2017 il TAR Lombardia Brescia avesse ritenuto illegittima analoga limitazione prevista dal Comune di Bergamo peraltro riallacciandosi a un orientamento consolidato dalla giurisprudenza amministrativa.

Per quanto l’intento politico fosse indubbiamente meritorio il relativo passaggio dallo schema di regolamento appariva dunque esposto all’irrimediabile annullamento da parte del giudice amministrativo nel praticamente certo scenario di ricorso da parte dei tabaccai e loro rappresentanti di categoria come per l’appunto accaduto due anni prima a Bergamo;

tale concreto rischio veniva evidenziato dal Segretario comunale di Treviglio e dal dirigente ai servizi competenti in sede di istruzione della proposta di deliberazione consiliare.

Siffatta problematica appariva tuttavia non essere stata rilevata dall’Assessore ai Servizi Sociali che su delega del Sindaco aveva preso parte ai lavori preparatori sopra menzionati, del pari non risulta che l’Assessore ai Servizi Sociali, una volta appresa tale grave criticità, si sia prontamente attivata nei confronti degli altri Comuni dell’ambito affinché gli stessi

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evitassero di approvare un testo sottoposto a concreto rischio di impugnativa e relativa soccombenza come poi in effetti è avvenuto.

Tale carenza informativa è stata fonte incomprensibile di forti limitazioni da parte di Sindaci di altri Comuni d’ambito che più volte sulla stampa locale si sono lamentati della condotta posta in essere al Comune di Treviglio che in tale sede è rappresentato dall’Assessore ai Servizi Sociali.

Sotto altro profilo l’articolo 5 del regolamento è previsto quale criterio per l’adozione di ordinanze sindacale di determinazione degli orari di esercizio dell’attività di gioco lecito, due fasce orarie di chiusura indicativamente individuate dalle ore 12:30 alle ore 14:30 e dalle ore 23:00 alle ore 10:00 con ciò consentendo fino ad 11 ore giornalieri potenziale apertura; ancorché siffatte fasce siano indicative , quindi ragionevolmente non precludono ai Sindaci di adottare fasce orarie di chiusura più ampie non è dato comprendere per quale ragione nel testo portato avanti a livello d’ambito dall’Assessore ai Servizi Sociali, consente la potenziale apertura dell’attività di gioco per 11 ore al giorno malgrado già nel 2016 vi fossero svariate pronunce di giudici amministrativi sulla legittimità dei regolamenti ed ordinanze recanti un tetto massimo di otto ore di apertura sempre suddivise in due fasce giornaliere; in particolare sul 2018 prima dell’adozione del testo finale da parte dell’Assemblea d’ambito la piena legittimità del testo massimo di otto ore di apertura giornaliera era stata ripetutamente ravvisata al Consiglio di Stato in specie con riguardo discipline locali dei Comuni Napoli, Torino, Verona, Domodossola nonché in precedenza per il Comune di Mantova.

Siffatta limitazione è stata parimenti reputata legittima con riguardo ad analoghi tetti di otto ore adottati dal Comune di Roma, Milano e Pavia, sempre ben anteriormente all’approvazione del testo unitario di regolamento d’ambito.

Tutto ciò premesso chiedono all’Assessore ai Servizi Sociali di riferire in ordine ai seguenti quesiti:

per quale motivo non ha ritenuto di confrontarsi per tempo durante i lavori della Commissione d’ambito con gli uffici comunali per verificare la legittimità dell’ipotesi nel regolamento infine adottate:

per quale motivo non si è prontamente attivata presso gli altri Comuni d’ambito allorquando appreso dal Segretario comunale e dal dirigente di servizio del forte rischio di illegittimità del regolamento della parte relativa all’estensione di giochi in regione di concessione di Monopolio di Stato;

per quale motivo ha concorso alla determinazione in 11 ore del tetto massimo di potenziale ore di apertura delle attività di gioco lecito, malgrado Amministrazioni molto importanti quale esempio i Comuni di: Roma, Milano, Napoli, Torino, Verona, Pavia, Mantova e Domodossola avessero introdotto limitazioni più severe pari ad otto ore massime di apertura giornaliera suddivise in due fasce; tale previsione sono state giudicate pienamente legittime da sentenze di TAR e Consiglio di Stato depositate nell’arco del triennio 2016 – 2018”.

Risponde l’assessore Pinuccia Prandina.

Prego.

PRANDINA – Assessore Grazie, Presidente.

Rispondendo ai tre quesiti dell’interpellanza desidero chiarire che - alla prima domanda - la condivisione del Regolamento d’ambito che ho seguito nel suo iter fin dall’inizio è stata piena e convinta e si è basata sull’esperienza del personale tecnico che ha steso lo stesso.

Su alcune criticità si era discusso in sede d’ambito ma si era deciso poi, all’unanimità, di adottare il regolamento nella versione integrale per sottoporlo poi al confronto con le associazioni di categoria, che è prima andato deserto per assenza delle associazioni e che poi si è svolto in data 11 dicembre 2018.

Alcuni Sindaci,. in questa fase di confronto, hanno comunque ritenuto opportuno sottoporre al Consiglio comunale il regolamento, mentre Treviglio ha optato per attendere l’esito del

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confronto e ha evidenziato le criticità, anche formalizzate, che sono poi state rilevate anche dai nostri funzionari in sede di analisi della documentazione da sottoporre al Consiglio comunale svoltasi in prossimità dei tempi canonici utili per la presentazione.

Al punto numero 2: a fine febbraio in un incontro con il responsabile dell’Ufficio commercio, il dirigente del settore, il Segretario comunale ho perorato integralmente la scelta dell’ambito.

Appurata la dubbia legittimità delle previsioni contenute nel regolamento in riferimento ai

“Gratta e vinci” e al “10eLotto” ho intrattenuto per le vie brevi, di volta in volta, contatti con il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci e il personale dell’Ufficio di Piano informandoli sul forte rischio di illegittimità sostenuto dai tecnici comunali.

Gli stessi hanno intrattenuto alcuni Assessori e Consiglieri sull’inopportunità di presentare il regolamento, come licenziato dall’ambito, dopo la sentenza del TAR di Brescia e anche altri TAR.

Del resto, nel Consiglio comunale del 12 marzo la sottoscritta e il Sindaco hanno illustrato esaurientemente il punto e mi stupisco che sia stata presentata un’interpellanza giustificata evidentemente da intendimenti più politici che amministrativi.

A futura memoria ripeto l’intervento del signor Sindaco, parole del Sindaco sempre del 12 marzo ultimo scorso: “Di fronte all’evidenza di una sentenza del TAR abbastanza netta, sullo stesso argomento, porre i Consiglieri nella condizione di approvare un regolamento che avrebbe poi esposto a un ricorso con una vittoria certa per chi propone il ricorso credo che non sarebbe stato serio - sempre le parole del Sindaco - ho informato Dimitri Bugini (che è il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci) e i due funzionari di Risorsa che hanno collaborato attivamente, quindi il dottor Bugini e il dottor Brambilla, delle modifiche fatte al regolamento e anche dell’impegno a sottoscrivere l’ordine del giorno (ordine del giorno di cui nessuno parla). Quindi, i passaggi sono stati quelli corretti.

Se poi c’è un vincolo tecnico che viene posto all’approvazione della delibera è chiaro che non possiamo non tenerne conto nel momento in cui poi ci si espone ad un ricorso al TAR con un esito sostanzialmente certo”:

Questo l’intervento del Sindaco.

Voglio sottolineare che nel momento in cui abbiamo appreso dal Segretario generale e dal dirigente del forte rischio di illegittimità ben 14 Comuni avevano già effettuato il passaggio in Consiglio comunale del regolamento integrale.

Al punto 3: per quanto riguarda la scelta di 11 ore di apertura dell’attività di gioco lecito si rimanda alla discussione già avvenuta in occasione della presentazione della mozione di indirizzo presentata dal consigliere Sonzogni nel Consiglio comunale sempre di marzo proposta che non ha potuto trovare accoglimento.

Concludo invece con una cosa a cui tengo tantissimo, cioè la prevenzione, che è altro, con una serie di iniziative - e concludo - sul contrasto al gioco d’azzardo legate alla prevenzione, quali al TNT martedì 14 maggio andrà in scena lo spettacolo “Non ti azzardare - Il territorio il gioco contro l’azzardo patologico”; progetti “Sacchetti del pane” che possono far ridere ma sono di un’immediatezza davvero sorprendente, con loghi ad effetto, prodotti dall’Istituto Zenale Butinone di Treviglio che saranno a breve utilizzati negli esercizi commerciali della città; pubblicità poi di giochi alternativi anche attraverso “Treviglio in gioco” ormai manifestazione consolidata e altre manifestazioni.

Poi l’Ambito di Treviglio sta presentando un corposo progetto alla ATS sul bando della DGR 1114 di Regione Lombardia che comprende, tra gli altri, un App p quale utile strumento per gli amministratori pubblici che intendono monitorare il fenomeno visualizzando i dati relativi alle sale slot in generale.

Al progetto ha dato la sua adesione anche la Cassa Rurale di Treviglio per una prossima futura collaborazione per l’apertura di uno sportello legale; incontri poi formativi con psicologi, il 9 di maggio si svolgerà a Fornovo San Giovanni, cui seguiranno poi interventi a Treviglio e in molti altri paesi dell’ambito; corsi anche di formazione per assistenti sociali, amministratori e operatori della scuola.

Tanto vi dovevo.

Grazie.

COLOGNO – Presidente del Consiglio

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Grazie.

Chi interviene?

Consigliere Sonzogni, prego.

SONZOGNI

Grazie, Assessore per la sua relazione e devo dirle che purtroppo sono e siamo estremamente delusi e molto perplessi per le sue risposte.

Noi diamo atto - come l’abbiamo dato in passato - del suo impegno, della sua buona volontà ma francamente questa volta non riusciamo veramente a comprendere la logicità dell’accaduto perché lei ci dice che sì a un certo punto c’è stato un confronto con gli uffici comunali durante il quale sono state evidenziate queste criticità ma che queste criticità ormai sono state evidenziate quando era troppo tardi e gli altri Consigli comunali avevano già deliberato, ma io dico: su una questione così oltre che delicata politicamente e socialmente ma al tempo stesso così anche giuridicamente complessa come questa del regolamento perché c’è una legge regionale, c’è una legge statale, ci sono tutta una serie di questioni da considerare, oltre che giurisprudenze di cui tener conto, com’è possibile che lei, avendo la responsabilità di guidare il gruppo di lavoro a livello d’ambito, non abbia ritenuto a questo punto di impostare i lavori in modo da avere un coordinamento anche giuridico nel corso di tutto l’iter di studio e predisposizione del testo in modo da sapere per tempo di eventuali illegittimità così acclarate, peraltro tenuto conto del fatto che non è che la sentenza del TAR Brescia, che è espressione in realtà di un orientamento consolidato, è arrivata il 29 gennaio 2019, era una sentenza del 2017; era un caso in realtà finito su tutti i giornali, molto noto e proprio del nostro capoluogo, di Bergamo, per cui non si poteva non conoscere una questione del genere e a questo punto ci chiediamo il perché non si sia avuta una sensibilità in questi termini, ripeto in termini di organizzazione del lavoro e quindi di una metodologia di lavoro tale da evitare incidenti come sono accaduti perché la questione è di un Comune che ha un ruolo naturale, un ruolo di naturale guida della nostra comunità nella Bassa Bergamasca che su una questione del genere, ma su altre questioni di altro tipo, non si può permettere l’isolamento.

Il nostro Comune è naturalmente leader di quest’area ed essendo leader ha delle responsabilità maggiori rispetto agli altri Enti locali e deve ovviamente utilizzare questa responsabilità in modo da essere riconosciuto come punto di riferimento e anche come Ente affidabile a cui gli altri Enti possono rivolgersi nel gestire i lavori comuni.

Questo episodio certamente non fa bene all’immagine del nostro Ente e alla credibilità nei confronti degli altri Comuni per quanto, ripeto, lei ha agito in buonafede, si sia impegnata ma purtroppo questo è il risultato.

Per quanto riguarda il tema delle undici ore francamente la sua risposta - mi spiace dirlo - è logica perché la mozione che io ho presentato a nome del gruppo nel Consiglio comunale, nella seduta quando si è approvato il regolamento, è stata respinta proprio sostenendo che ormai il regolamento tipo adottato da tutti gli altri Comuni prevedeva 11 ore e che, quindi, non si potevano isolatamente approvarne 8, con la riserva comunque di poter vedere meglio la questione a livello di ordinanze sindacali.

Il tema è che quel regolamento che avete elaborato non avrebbe mai dovuto regalare queste tre ore in più alle case da gioco.

Queste sono tre ore regalate agli esercenti di questa attività, mi spiace dirlo ma è così perché c’erano casi nella prassi amministrativa di Enti anche a noi vicini Milano, Pavia e anche altri Enti, basta cercare ma sicuramente sono molto più di quelli che ho citato che già avevano introdotto da alcuni anni le 8 ore, già dal 2015 addirittura le otto ore; c’è una giurisprudenza ultra consolidata inattaccabile di TAR e Consiglio di Stato che si è formata a partire dal 2016 e che nel 2018 ormai era immodificabile sostanzialmente perché è tutto un precipitare di sentenze che dicono sempre la stessa cosa: cioè che otto ore è una misura congrua, ragionevole, equilibrata; per cui veramente a questo punto non comprendo perché, nell’ambito di un lungo e laborioso lavoro che ha tanti aspetti meritori, che nessuno vuole disconoscere, non si sia avuta la sensibilità di fare una verifica, che si poteva fare anche in maniera agevole, personalmente è una verifica che ho fatto in circa trenta minuti,

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perché non si è ritenuto di fare una verifica del genere e quindi di introdurre una limitazione oraria decisamente di maggior contrasto al gioco d’azzardo, perché lei ci ha parlato di tante belle iniziative che sono sicuramente utili e sensibilizzano, però certamente tre ore in meno di apertura delle case da gioco mi sembra un’iniziativa forse un po’ più efficace.

COLOGNO – Presidente del Consiglio Grazie, consigliere Sonzogni.

Veniamo ora al punto numero 4 all’ordine del giorno.

Punto n. 4 all’o.d.g.: “Interpellanza presentata dai consiglieri Sonzogni, Molteni e Rossoni, in merito alla nomina dei componenti del C.d.A. Fondazione Anni Sereni”

COLOGNO – Presidente del Consiglio

“Interpellanza presentata dai consiglieri Sonzogni, Molteni e Rossoni, in merito alla nomina dei componenti del C.d.A. Fondazione Anni Sereni”

“I sottoscritti Stefano Sonzogni, Eric Molteni e Laura Rossoni in qualità di Consiglieri comunali del gruppo del Partito Democratico, premesso che con decreto numero 3, del 10 aprile 2019 il Sindaco ha proceduto alla designazione di tre componenti di spettanza del Comune Treviglio all’interno del Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Anni Sereni” nota anche come “Casa-albergo”.

A tal fine tra i rappresentanti designati è stata indicata l’avvocato Francesca Mangano, residente in Treviglio la quale figlia di Basilio Mangano, Assessore ai Lavori Pubblici;

L’anzidetta nomina non risulta preclusa dal Testo Unico degli Enti locali, decreto legislativo 267/2000, il cui articolo 64, comma 4, avrebbe invece vietato la medesima nomina se l’interessato fosse stata figlia del Sindaco, né dal decreto legislativo 30/1/2013 in materia di inconferibilità e di incompatibilità degli incarichi presso Amministrazioni Pubbliche ed Enti di diritto privato, in controllo pubblico né dallo Statuto della stessa Fondazione “Anni Sereni”.

Tuttavia anche solo al fine di evitare ogni possibile dubbio sulla trasparenza ed obiettività nell’agire dell’Amministrazione di Treviglio, appare comunque inopportuna ad avviso degli interpellanti la scelta di parenti degli amministratori locali quali rappresentanti del Comune presso Enti, aziende e società partecipate soggette a vigilanza di Amministrazione comunale.

Tutto ciò premesso chiedono al Sindaco di riferire in ordine alle modalità di sollecitazione alle candidature che parrebbero essere state invitate a pubblicazione di avviso sul sito internet del Comune nonché sull’Albo Pretorio online senza dunque alcuna ulteriore pubblicità integrativa, come ad esempio applicazione di avviso sui periodici locali o l’affissione di un avviso nei locali a Casa-Albergo e presso le sedi di associazioni e cooperative di anziani attivi nel territorio locale;

Le motivazioni che hanno condotto alla designazione delle tre figure individuate dal Sindaco e se tale scelta venga ritenuta rappresentativa pure a sensibilità facenti capo all’opposizione consiliare;

Se risponde al vero che per taluni candidati il Sindaco abbia ricevuto presso il suo ufficio Assessori o componenti del Consiglio comunale”.

Risponde il Sindaco.

IMERI – Sindaco Grazie, Presidente.

La Fondazione “Anni Sereni” non è una società partecipata dal Comune di Treviglio, né tanto meno è soggetta a una vigilanza diretta, di questo non vi è traccia nello Statuto, mentre lo Statuto indica chiaramente in capo all’Amministrazione comunale il compito di nominare i tre membri che possono ben rispettare i principi, le finalità e lo Statuto della stessa.

L’avviso per le candidature, come da prassi per altri avvisi, è stato pubblicato all’Albo Pretorio e sul sito del Comune ed è stato anche inviato via mail ai capigruppo consiliari.

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Non capisco, peraltro, perché avrei dovuto - qualora avessimo dovuto estendere l’invito - esporlo solo alla “Casa-albergo” o presso le associazioni o cooperative di anziani perché le competenze che servono per la gestione di questa struttura sono competenze trasversali e gestionali, a prescindere.

Ho ritenuto opportuno individuare tre figure che potessero corrispondere a criteri di fiducia, stima, competenza, qualifica, parità di genere e rappresentanza della società civile.

Le sensibilità dell’opposizione consiliare erano state e sono state espresse informalmente al sottoscritto, segnalando il nome di un Consigliere, che non ha ritenuto però opportuno procedere in tal senso.

Ritengo poi, infine, che sia facoltà del Sindaco confrontarsi con chiunque e in qualsiasi momento della giornata in qualsiasi luogo senza avere nulla da nascondere, né tanto meno da giustificare agli interpellanti.

Grazie.

COLOGNO – Presidente del Consiglio

Grazie, Sindaco. Chi interviene? Consigliere Sonzogni, prego.

SONZOGNI

Grazie Sindaco, per la risposta, la sua risposta però - mi dispiace dirlo è evasiva - perché che la Fondazione “Anni Sereni” che è partecipata nel capitale dal Comune non sia in qualche modo soggetta a vigilanza del Comune è questione tutta da discutere, ma qui apriremmo un capitolo molto lungo sul fatto che poi la Fondazione sarebbe anche da considerarsi come servizio pubblico e non finiremmo più, ma mettiamolo tra parentesi questo.

Il tema è che è stata fatta una nomina che, a nostro avviso, a prescindere dalle capacità, dalla professionalità dell’avvocato Mangano, che nessuno assolutamente mette in discussione, così come non è che il grado di parentela, come dire, precluda o debba precludere il naturale svolgersi di un’attività sociale, professionale, politico di una persona, ci mancherebbe; ci appare comunque come una scelta, francamente, poco opportuna, nel senso che si crea un precedente che consideriamo un precedente pericoloso perché si accredita l’idea di una casa comunale, di un Ente comunale che svolge delle scelte che sono basate più sui legami di amicizia, più sui legami addirittura di parentela che su sue scelte di altro tipo; per questo motivo avremmo gradito sentire da parte sua delle motivazioni più analitiche che, invece, non abbiamo trovato nel decreto di nomina della scelta delle tre persone individuate perché in passato , almeno così si usava fare, si diceva: io nomino Tizio, perché Tizio è laureato in questa materia, perché ha queste esperienze e quindi ritengo che sia la persona più idonea a comporre un Collegio insieme ad altri; ecco tutto questo francamente nel suo decreto è mancato.

Il tema della pubblicità, della sollecitazione alla presentazione di candidature è un tema molto importante perché lei ci ha appena ricordato che il percorso, in realtà, è stato tutto all’interno della sede politica ma queste sono nomine in realtà che vanno ad esprimere in realtà delle esigenze e vanno a dare delle risposte alle esigenze della società civile che sì è rappresentata dalla politica locale ma si rappresenta anche di per se stessa, per cui non possiamo pensare che la politica basti a rappresentare in maniera integrale le aspettative e gli interessi locali, ci si poteva, ci si deve rivolgere per nomine come queste ma anche come altre anche direttamente ai referenti, agli esponenti degli interessi; io ho fatto degli esempi, abbiamo scritto degli esempi ma appunto a livello esemplificativo.

Sarebbe buona cosa che in futuro, per tutta una serie di nomine, si andasse verso proprio una modifica delle modalità di sollecitazione che vada a favorire l’aumento delle candidature che non devono passare solo per la mediazione politica, in questo non voglio farne una colpa ma è un problema, a mio avviso, generale.

Per quanto poi riguarda il fatto di avere avuto sollecitazioni alla nomina di un componente del Collegio piuttosto che un altro ci rimettiamo alla sua risposta, chiaramente non vogliamo entrare nella riservatezza delle sue decisioni.

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COLOGNO – Presidente del Consiglio Silenzio, grazie.

Veniamo ora al punto numero 5 e numero 6.

Punto n. 5 all’o.d.g.: “Approvazione bilancio economico di previsione 2019-2021 azienda speciale consortile Risorsa Sociale della Gera D’Adda”

Punto n. 6 all’o.d.g.: “Approvazione bilancio di esercizio 2018 dell’azienda speciale consortile Risorsa Sociale della Gera D’Adda”

COLOGNO – Presidente del Consiglio

“Approvazione bilancio economico di previsione 2019-2021 azienda speciale consortile Risorsa Sociale della Gera D’Adda” e “Approvazione bilancio esercizio 2018 dell’azienda speciale consortile Risorsa Sociale della Gera D’Adda”.

Li discutiamo insieme, facciamo un’unica presentazione visto che sono sostanzialmente lo stesso argomento, poi procediamo comunque con due votazioni distinte.

Prego, dottore si accomodi pure.

Grazie per essere qui stasera.

BUGINI – Direttore “Risorsa Sociale”

Grazie, Presidente.

Buonasera a tutti. Io sono Roberto Cugini e da due anni e mezzo sono il direttore dell’azienda.

Prima di iniziare e di entrare nel merito dei numeri volevo farvi vedere un paio di slide per dirvi che cos’è la nostra azienda e di cosa tratta.

La nostra azienda si è costituita nel 2017 per la gestione associata dei servizi alla persona, ad opera dei 18 Comuni dell’Ambito, 2007 scusate, ad opera dei 18 Comuni dell’Ambito.

L’obiettivo è la gestione associata dei servizi perché permette efficacia, efficienza, economicità e semplificazione amministrativa, solidarietà finanziaria tra i Comuni, specializzazione del personale nella gestione comunque dei progetti della presa in carico delle persone e non in ultimo, quando parlavo di economicità, anche per il contenimento dei costi a carico dei Comuni soci.

La nostra azienda è in piena evoluzione, come potete vedere, nel 2008 siamo partiti con un valore della produzione di 3 milioni di euro, ha avuto un’inflessione negli anni 2012-2013 perché erano diminuiti i trasferimenti statali, addirittura nel 2012 non c’erano stati i fondi delle politiche nazionali, che sono i fondi che ci vengono dati proprio per la gestione dei servizi sociali.

Poi, come vedete, il valore della produzione ha cominciato a salire, negli ultimi tre anni siamo arrivati a 4 milioni, 5.402.000 che è il bilancio che andiamo a chiudere quest’anno e con un valore di produzione stimato per il 2019 per 7.160.000.

La lettura che abbiamo fatto insieme anche al Consiglio di Amministrazione è che sicuramente l’impatto sociale dell’azienda sta aumentando, sta aumentando anche soprattutto - e per fortuna - quella che è la fiducia da parte dei nostri Comuni soci che ci delegano i servizi.

Come vedete sotto nell’ultimo schemino nell’andamento della gestione, i ricavi da Comuni su 5.402.000 che è il valore di produzione, corrispondono al 61% di tutti quelli che sono le risorse che sono investite nell’azienda e nell’esercizio 2019 salgono ancora di due punti percentuali e arriviamo al 63%.

Sempre nella valutazione dell’impatto, cioè dell’aumento dell’impatto sociale e anche della fiducia da parte dei Comuni abbiamo preso in esame 2 servizi aziendali; uno: è il servizio di assistenza educativa scolastica; il servizio delegato è iniziato timidamente nel 2014 con tre Comuni per un totale di 69.000 euro per arrivare al 2019 con 17 Comuni dove abbiamo 2.038.000 euro che è uno dei centri di costi più importanti, poi vedremo, del nostro bilancio;

L’altro è il servizio SAD: ho preso in esame solo tre anni che sono l’anno 2017, dove il servizio era per 16 Comuni; l’anno 2018, dove è diventato per 17 Comuni, quindi anche il Comune di Treviglio ha delegato il servizio, ma solo per dieci dodicesimi o nove dodicesimi

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e il 2009 dove anche il Comune ha delegato per dodici dodicesimi il servizio, come vedete anche questo da 390.000 euro, siamo arrivati a 830.000 euro, quindi è diventato anch’esso un centro di costo del bilancio importante.

Poi abbiamo tenuto anche a evidenziare come sono i costi del personale di Risorsa: nel 2018 abbiamo speso 811.000 euro che corrispondono al 15,2% della spesa complessiva.

La cosa che mi premeva segnalarvi è che per quanto riguarda il personale proprio dell’azienda, quindi quello che opera qui stabilmente a Treviglio, sono 455.000 euro, i 286.000 euro che vedete che poi quest’anno diventano 355.000 euro è per la delega del servizio di segretariato che i Comuni ci stanno chiedendo, anche qui era un servizio iniziato timidamente con alcuni piccoli Comuni ad oggi stiamo gestendo il servizio a Comuni, di cui il quattordicesimo che è Treviglio, solo in parte ci ha chiesto di ampliare in parte lo sportello che esiste già qui al servizio sociale.

Il personale poi 42.000 euro della convenzione SST perché come sapete abbiamo questa convenzione per l’assunzione di un assistente sociale che si occupa delle dimissioni protette e quindi lavora stabilmente all’ospedale si occupa delle dimissioni protette e diciamo che il costo è 42.000 euro però quello che sostengono i Comuni quindi per tramite di Risorsa è 21.000 euro perché 21.000 ce li rimborsa SST.

Poi personale per interventi di inclusione della povertà, come vedete nell’esercizio 2018 sono solo 28.000 euro che è il costo di un assistente sociale part-time; nell’esercizio 2019 c’è un incremento, arriviamo a 134.000 euro perché abbiamo ricevuto i fondi della povertà che sono 328.000 euro per l’anno 2018, ne spenderemo 242, un pezzo lo dovremo mettere sull’esercizio 2020, proprio per andare a potenziare i servizi sociali dei Comuni e fare dei progetti sulla povertà.

Attualmente stiamo chiudendo in questi giorni l’assunzione di quattro persone, sono: tre dipendenti che si occuperanno di sportello, quindi amministrativi che ruoteranno in 16 Comuni e di un assistente sociale che ruoterà in due Comuni, che sono i Comuni di Treviglio e di Caravaggio.

Queste assunzioni - ci tengo a precisare - sono tutte assunzioni part-time perché i fondi della povertà sappiamo di averli quest’anno, probabilmente li avremo anche il prossimo anno che aumenteranno leggermente e non sappiamo poi il terzo anno quindi abbiamo preferito fare una trattativa sindacale anche perché il contratto collettivo dell’Ente pubblico lo permette all’articolo 50, proprio per andare a aumentare i dipendenti part-time dell’azienda. Ovviamente se i fondi per il contrasto alla povertà termineranno, a questo punto, non andremo più a rinnovare questi contratti perché poi la forza economica dell’azienda non potrebbe comunque incardinarseli.

L’organizzazione è ancora un’organizzazione provvisoria perché fra gli obiettivi strategici di quest’anno c’è anche la modifica di quello che è l’organigramma e l’organizzazione poi del personale.

Questo qui – adesso non ve le sto a leggere – è tutto il personale dell’azienda, questa prima immagine che poi troverete comunque sul sito aziendale, nel piano programma tutte queste slide che state vedendo ci sono, praticamente questi sono i 22 dipendenti e i 4 liberi professionisti che ci sono attualmente.

Successivamente nel primo schemino troviamo quello che è il fabbisogno di personale di quest’anno, andremo a fare due nuove assunzioni per il personale aziendale, a prescindere da quelle del fondo delle povertà, che sono una libera professione per il coordinatore dell’area dei disabili, che è una delle aree più importanti gestite dall’azienda e dovremmo fare un’assunzione di un amministrativo per gli adempimenti della legge 68, quindi quelli per le categorie protette, anche perché Risorsa avendo assunto la sedicesima persona è obbligata a fare questa assunzione; la faremo, abbiamo deliberato con il CdA che faremo un bando e lo faremo verso la fine dell’estate, a settembre.

Questi sono poi gli obiettivi strategici che ci siamo dati quest’anno, il fatto che abbiamo portato all’interno dell’azienda la contabilità e lo sviluppo della contabilità analitica del controllo di gestione che prima venivano fatti in modo artigianale dal sottoscritto e, invece, poi li porteremo proprio come adempimenti aziendali.

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Poi abbiamo attivato tutta una serie di gruppi di lavoro proprio per andare a modificare tutta una serie di servizi che abbiamo, come il servizio di segretariato sociale che adesso è importante perché lo diamo a 14 Comuni, come vi dicevo, l’attivazione di un nuovo servizio: minori e famiglia, che è in questo momento Risorsa gestisce il servizio di tutela minori che ha un ruolo riparativo e siccome la tutela minori, comunque, dopo vedrete, all’interno del nostro bilancio ha dei costi importanti, ci siamo detti: come riuscire a risparmiare? Ci siamo detti, inventiamoci - non ci inventiamo nulla di nuovo - però nel Piano di zona abbiamo scritto proprio di poter focalizzare l’attenzione più sugli aspetti di prevenzione in modo tale che se noi lavoriamo sulla prevenzione, probabilmente, nel lungo periodo andremo a diminuire quelli che sono i costi di gestione dell’area, della tutela minori, quindi io mi immagino un servizio con all’interno due unità operative, inizialmente dovremmo fare un investimento di risorse nell’area della prevenzione, però me lo immagino un po’ come due vasi comunicanti, nel senso che poi potremmo spostare un po’ di risorse sulla prevenzione in modo tale da andare a risparmiare poi sul sistema riparativo.

Poi una serie di altri obiettivi, abbiamo tutti gli adempimenti - siamo un po’ in ritardo - sulla privacy; abbiamo già approvato il piano triennale della trasparenza e dell’anticorruzione, come vi dicevo dovremmo fare il nuovo Regolamento di organizzazione e di funzionamento, dobbiamo fare tutti quegli adempimenti della lotta alla povertà che vi dicevo prima, andremo poi a potenziare quello che è lo staff di direzione che era stato già introdotto nell’anno 2018, ma quest’anno ha bisogno di cominciare a funzionare a 360°.

Questo per farvi proprio una panoramica sull’azienda, adesso velocemente io vi farei vedere quelli che sono i due bilanci aziendali, magari mi focalizzo solo su quelli che sono i centri di costo più importanti.

Sicuramente la premessa è che sia il sottoscritto, che il Consiglio di Amministrazione siamo molto contenti di come sta andando la gestione dell’azienda, poi - come immagino saprete - da ottobre siamo anche in una nuova sede, quindi noi dipendenti siamo stati messi nella condizione di lavorare meglio, quindi spero che la gestione possa sempre crescere sempre di più sostanzialmente.

Nelle due colonne (quella rosina e quella giallina) abbiamo il consuntivo 2018 e l’altro è il preventivo 2019.

Il consuntivo 2018: abbiamo chiuso con 5.402.000, il valore stimato del 2019 è di 7.106.000 dopo lo vediamo meglio.

I costi della gestione dell’azienda sono stati 220.000 a fronte di un 215.000 euro perché un pezzettino di costi li ho spostati all’interno della gestione della nuova sede e, come vedete, questi 57.000 euro sono abbastanza inquietanti, tenete presente che probabilmente abbiamo fatto una sovrastima di alcuni costi che non avevamo, sostanzialmente i costi della corrente, i costi del riscaldamento che prima erano costi ricompresi nelle spese condominiali che avevamo in via Dalmazia, adesso invece li sosteniamo direttamente noi, quindi non avendo un anno di confronto abbiamo dovuto fare una stima un po’ spannometrica, a mio avviso; spero comunque che spenderemo un po’

meno.

Poi abbiamo i 217.000 euro a fronte dei 210 della tutela minori; voi mi chiederete: perché ci sono questi 7000 euro di differenza?

Sostanzialmente è il mio costo, in quanto prima il mio costo era ripartito metà tempo sull’azienda e metà tempo sulla tutela perché sono sostanzialmente anche il responsabile del servizio di tutela, avendo diminuito le ore, ho spostato un pezzo del mio costo più sull’azienda, rispetto alla tutela minori.

Il servizio affidi è 32.000 euro a consuntivo, 39.000 euro è la previsione di spesa, il servizio affidi è quel servizio che si occupa di reperire le famiglie a cui affidare i bambini che l’Autorità Giudiziaria ci chiede di allontanare dalle famiglie quest’anno in particolare io vorrei proprio puntare su questo servizio, proprio per poter reperire nuove famiglie, quindi partiremo con tutta una campagna di sensibilizzazione per riuscire a collocare questi minori non sempre solo in comunità, dove comunque è una realtà quasi irreale, ma in una realtà più vicina a quella che è la famiglia, che è l’affido.

Poi, gli incontri protetti: sono quel servizio che praticamente quando i genitori non possono incontrare i figli senza l’intermediazione di un educatore dobbiamo organizzarli noi, di solito è l’Autorità Giudiziaria anche in questo caso che ce l’ho chiede. Questo è un servizio,

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mio malgrado, dove i costi stanno aumentando, stanno aumentando grazie a tutte quelle separazioni altamente conflittuali, dove i bambini vengono utilizzati come strumenti di guerra fra due adulti e, quindi, spesso ormai succede che dobbiamo organizzarli con un educatore che tenga a bada le dinamiche fra i due genitori.

Centro diurno minori: è un’alternativa che è partita lo scorso anno, un’alternativa al collocamento dei minori in comunità. È un servizio diurno che io lo caratterizzo già nell’area preventiva; questo è un servizio in supporto alla famiglia e magari ci permette di non collocare poi il minore in comunità, dove comunque viene completamente sradicato da quella che è la sua la sua famiglia, qui così ha la possibilità di avere un’alternativa educativa e al tempo stesso di stare comunque all’interno del suo contesto familiare.

Servizio per l’integrazione lavorativa: 137.000 euro a fronte di 116, non è preoccupante questa cosa perché un pezzo di costo dell’assistente sociale l’ho spostato nei fondi della povertà perché ci permetteva questa cosa di investire meglio le risorse dei Comuni o comunque in modo diverso le risorse che i Comuni ci danno.

Vado veloce, inserimenti in comunità alloggio.

Scusate, prima c’è il servizio di assistenza domiciliare che vi ho detto prima, ho fatto vedere lo schema, da 691 andremo a 830 perché abbiamo i 17 Comuni per dodici dodicesimi, il servizio di assistenza domiciliare, come vedete, 190.000 euro è la quota storica che spendiamo, qui abbiamo avuto incarico qualcosa come 40 nuclei familiari, quindi è uno dei nostri servizi importanti e fortunatamente ci costa un po’ meno rispetto ad altre tipologie di interventi.

Il punto nevralgico del nostro bilancio sono gli inserimenti in CAM, nevralgico - come vi ho detto anche lo scorso anno e come ripeto sempre - perché non è programmabile e non è controllabile, nel senso che il collocamento del minore in comunità non viene definito, succede alcune volte, ma molto raramente, ma viene definito dall’Autorità Giudiziaria nel momento in cui ci arriva un decreto di collocamento noi non possiamo non attuarlo, purtroppo qui i costi vanno dai 98 ai 110 euro giornalieri e, quindi, tenete presente che nei 629 noi abbiamo collocato 40 minori.

Quest’anno abbiamo messo un po’ meno risorse perché è mia intenzione provare a trovare strategie progettuali diverse che non siano necessariamente il collocamento in comunità oppure fare delle trattative nel senso che ultimamente sto un po’ sperimentando l’acquisto a corpo, nel senso che invece chiedere che mi facciano pagare giornalmente, chiedo: “vi do un x al mese” in modo tale che io spendo meno, garantisco più progetti e comunque garantisco poi l’entrata alla comunità che ci accoglie i minori, purtroppo non tutte le comunità alloggio sono disposte a questo perché i costi che sostengono sono altissimi proprio per l’incidenza del costo del personale che hanno anche loro.

L’altro centro di costo importante che vi dicevo è l’assistenza educativa scolastica che abbiamo chiuso a 1.524.000, il valore atteso del 2019 è 2.038.000 perché gli ultimi due Comuni che ci hanno delegato il servizio che sono Caravaggio e Arzago ce lo avevano delegato da settembre, mentre qui io ho conteggiato tutti i nove dodicesimi dell’anno scolastico di tutti i servizi.

Però questo è un servizio che tanto ci costa, tanto ci viene rimborsato dai Comuni che ci richiedono un servizio.

90.000 euro, 84 e 90.000 euro sono il costo dell’assistenza educativa che noi facciamo ad hoc per i 25 alunni disabili sensoriali che abbiamo, quindi gli ipovedenti e gli ipoacusici.

Questi che vedete sono tutti i contributi che io devo mettere come costi a bilancio, questi 270 e 355 perché sono i contributi che Regione Lombardia ci dà per l’assistenza educativa scolastica ma che noi poi andiamo a rimborsare ai Comuni che sostengono l’assistenza educativa scolastica nelle scuole superiori.

L’Ufficio di Piano è tutto l’ufficio di programmazione che sono 78 e 100.000 euro.

Il progetto “Dopo di noi” sono quei progetti che facciamo sull’area della disabilità, purtroppo come vedete 27.000 euro è stata la spesa dello scorso anno, 141 quest’anno; questi sono progetti che davvero facciamo tanta fatica ad attivare perché sostanzialmente i genitori non sono mai pronti a sperimentare il “Dopo di noi” quindi facciamo veramente fatica.

Vado veloce, sto guardando se ci sono dei costi particolari, queste due sezioni: i 107.000

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euro e i 242.000 euro sono tutti quei progetti che vi dicevo prima sull’area della povertà.

Poi, abbiamo tutti questi interventi per non autosufficienti, sono praticamente tutte quelle provvidenze che noi eroghiamo ai cittadini, tanto prendiamo, tanto poi eroghiamo.

Il Fondo sociale regionale, l’FSR, sono le erogazioni che noi diamo ai Comuni come vedete c’è un’importante differenza fra il 2018 e il 2019 perché abbiamo impostato in modo sperimentale una nuova gestione dei fondi regionali, del Fondo sociale regionale; prima noi facevamo una trattenuta alla fonte e addebitavano i costi ai Comuni al netto di questo finanziamento; quest’anno invece chiediamo il 100% ai Comuni dei costi dei servizi noi però poi rimborsiamo in toto il contributo di Regione Lombardia.

Concludo dicendo che il valore atteso è di 7.160.000 e nel 2018 sono stati 5.402.000 abbiamo avuto un utile di esercizio di 1400 euro che abbiamo accantonato. Ovviamente il nostro obiettivo è quello del pareggio di bilancio.

Poi se avete avuto modo di vedere tutti gli altri bilanci sul formato CEE abbiamo avuto anche dei riscontri passivi che sono quelle risorse che non abbiamo utilizzato quest’anno ma che utilizzeremo nel prossimo bilancio; adesso però mi sfugge l’importo di quanto era;

vediamo se ce l’ho qui: era 471.000 euro di riscontri passivi che sono praticamente delle risorse che non abbiamo utilizzato nel 2018, ma che mettiamo a disposizione del bilancio 2019.

Grazie.

COLOGNO – Presidente del Consiglio Grazie dottore per l’illustrazione.

Dichiaro aperta la discussione.

Invito i Consiglieri a prenotarsi.

Chi vuole intervenire?

Consigliere Rossoni, prego.

ROSSONI

Grazie, Presidente. Credo che la relazione sia stata molto esaustiva, però mi interessava molto quel nuovo servizio indicato tra gli obiettivi del 2019, cioè attivazione nuovo servizio minori e famiglie perché credo anch’io che riuscire ad anticipare la tutela sia fondamentale perché quando arriva l’Autorità Giudiziaria spesso e volentieri sono situazioni che, purtroppo, si sono trascinate per tanto tempo e, quindi, l’intervento è più difficile, quindi ritengo molto positiva questa idea.

Per le ragioni che però indicava anche lei temo che sia di difficile attuazione, nel senso che anche per quanto riguarda la mia esperienza ci sono situazioni dove il pregiudizio, il rischio sono determinate dalla marginalità, dal disagio sociale o dell’incapacità genitoriale il più delle volte data da una conflittualità, quindi il fatto che la domanda sia attivabile su consenso dei genitori mi sembra che sia l’elemento di difficoltà; a meno che attiviate a margine anche un percorso che non lo so se si può chiamare di mediazione, piuttosto che di lavoro proprio sui genitori per fargli apprendere, quindi farli rendere consapevoli, di quanto la conflittualità sia deleteria e problematica perché questo è un servizio che, secondo me, è fondamentale, spesso e volentieri i genitori non la vogliono riconoscere, non vogliono prendere atto del fatto che i loro litigi poi hanno delle ripercussioni sui figli e, quindi, forse questo è un’attività che, secondo me, andrebbe incrementata e anticipata, quindi forse anche un lavoro sul nucleo genitoriale non sarebbe male.

Comunque la ringrazio per il lavoro fondamentalmente, più che per la relazione, perché effettivamente i numeri che ci avete dato sono numeri importanti che danno atto di una complessità e di numeri importanti, quindi di una presa in carico significativa; il fatto che non ci sia utile è positivo perché non siete una società che deve fare utili ma siete una società che deve erogare servizi e quindi riuscire a erogare tutto quello che si percepisce penso che sia la mission più importante che Risorsa Sociale poteva fare, quindi grazie.

COLOGNO – Presidente del Consiglio Consigliera Ronchi, prego.

RONCHI

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