• Non ci sono risultati.

Discussione Capitolo4

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Discussione Capitolo4"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

Capitolo 4

Discussione

L’aerosol marino `e in grado di modificare lo spettro di variabilit`a spaziale della vegetazione delle dune costiere: il grado di autocorrelazione con cui le piante dunali si distribuiscono nello spazio varia in relazione alla modalit`a con cui l’aerosol si deposita su di esse.

I popolamenti vegetali sono spesso distribuiti in modo autocorrelato [43][44]. Ci`o viene attribuito all’azione strutturante che le variabili ambientali hanno sulla vegetazione (e.g. caratteristiche edafiche e topografiche), agli effetti di processi quali disturbo o erbivoria, e a caratteristiche intrinseche della biologia delle specie [45]. Malgrado in letteratura l’autocorrelazione spaziale sia considerata una propriet`a diffusa in modo ubiquitario tra i popolamenti vegetali, la vegetazione delle dune risulta caratterizzata da spettri di variabilit`a eterogenei. Tra le specie esaminate in questo studio, alcune mostrano spettri di variabilit`a “rossi”, contraddistinti da au-tocorrelazione positiva e da un aumento di variabilit`a proporzionalmente alla scala spaziale; altre sono invece distribuite secondo uno spettro “bianco”, senza mostrare aggregazioni. Sebbene eterogenee, le caratteristiche spettrali che contraddistinguo-no i popolamenti vegetali dunali in condizioni naturali si mantengocontraddistinguo-no inalterate per la durata dello studio: questo suggerisce un importante contributo delle caratteri-stiche intrinseche connesse con la biologia delle singole specie ed i loro tratti vitali. Fra i tratti biologici che influiscono sul grado di autocorrelazione dei popolamen-ti vegetali vi sono i meccanismi riprodutpopolamen-tivi: l’efficacia della riproduzione, sia per dispersione dei semi che tramite propagazione vegetativa dei rizomi, varia in modo inversamente proporzionale alla distanza[45]. Un altro processo che genera autocor-relazione nella distribuzione della vegetazione `e rappresentato dalla sopravvivenza differenziale delle reclute all’aumentare della distanza dagli individui parentali [45]. I meccanismi intrinseci che influiscono sulla distribuzione spaziale e sull’autocorre-lazione naturale della vegetazione dunale sono probabilmente da ricercare in que-st’ambito.

Lo spettro di variabilit`a con cui i popolamenti vegetali dunali si distribuiscono nello spazio risulta modificato dalla modalit`a di deposizione dell’aerosol marino. I popolamenti trattati con aerosol a maggiori livelli di eterogeneit`a spaziale hanno mostrato una tendenza verso spettri “bianchi”, con riduzione del grado di autocor-relazione rispetto ai popolamenti soggetti a trattamento omogeneo.

(2)

CAPITOLO 4. DISCUSSIONE 46 L’esposizione della vegetazione ad elevate intensit`a di aerosol marino determina in-vece una tendenza all’arrossamento dello spettro di variabilit`a dei popolamenti: ci`o si verifica unicamente quando l’aerosol viene irrorato uniformemente nello spazio. Il cambiamento dello spettro di variabilit`a nella distribuzione dei popolamenti espo-sti all’aerosol pu`o essere spiegato invocando il fenomeno di “mimesi” dello spettro di variabilit`a dei processi da parte degli organismi, come gi`a notato in studi precedenti (e.g. [19][22][46][47]).

Laakso et al. [47] hanno condotto esperimenti in mesocosmo esaminando lo spettro di variabilit`a temporale di popolazioni di protozoi ciliati, il cui spettro `e risultato naturalmente “rosso”. I protozoi sono stati inoltre sottoposti a stress termico con differenti caratteristiche spettrali: quando esposti a fluttuazioni autocorrelate nel tempo, le dinamiche dei popolamenti hanno mostrato aumento di autocorrelazione. Tamburello [22] ha esaminato gli effetti sulla distribuzione spaziale dei popolamenti algali sottoponendo la specie formante canopy a processi di disturbo a scale spaziali diverse, ed ha notato che essi provocano effetti differenti sullo spettro di variabilit`a dei popolamenti: il grado di autocorrelazione spaziale dei popolamenti aumenta o si riduce mimando le caratteristiche spettrali dei processi che vi operano.

Anche gli spettri di variabilit`a della vegetazione costiera mimano quelli delle diverse modalit`a di esposizione all’aerosol, suggerendo che la “mimesi spettrale” tra popo-lamenti e processi possa essere una tendenza generale, tanto nello spazio quanto nel tempo; essa appare trasversale a differenti ambienti (terrestri o marini) ed a diffe-renti organismi (animali o vegetali), nonch`e a differenti processi ecologici (disturbo oppure stress).

L’aerosol marino `e in grado di modificare la distribuzione spaziale dei popola-menti e della biodiversit`a vegetale delle dune, ma i suoi effetti sono complessivamen-te lievi: esso infatti non modifica l’abbondanza media dei popolamenti e del numero di specie. Sebbene il nostro esperimento abbia riguardato gli effetti dell’esposizione all’aerosol marino come processo isolato, alcuni studi indicano che, in natura, essi sono prevalentemente legati all’azione congiunta del sale con quella di “sandbla-sting” [33][35]. Il termine “sandbla“sandbla-sting” descrive il processo di abrasione causato dai granelli di sabbia proiettati dal vento contro le piante: ci`o deteriora lo strato ceroso che ricopre la superficie delle foglie e danneggia i tessuti fogliari, esponendoli direttamente allo stress osmotico dovuto alla salinit`a [33][35]. Gli effetti dell’aerosol marino da noi rilevati potrebbero dunque essere minori rispetto a quelli osservabili in natura, ove l’aerosol generato dalle mareggiate agisce in associazione al processo di “sandblasting”.

Ci siamo concentrati sugli effetti dell’aerosol considerando che essi siano dovuti pre-valentemente al suo contenuto di sali: tuttavia gli effetti dell’aerosol marino sulla vegetazione potrebbero essere riconducibili anche ad altre sue caratteristiche, ad esempio alla presenza in esso di inquinanti di origine antropica. La vegetazione dell’area in cui si trova il sito da noi studiato `e stata interessata, in passato, da inquinamento da detergenti e tensioattivi riversati in mare dal vicino fiume Arno: questi raggiunsero la costa in forma di aerosol e la loro deposizione sugli apparati fogliari della vegetazione ne provoc`o lo scioglimento delle cere protettive; la conse-guente maggiore esposizione all’evaporazione, ai sali contenuti nell’aerosol stesso ed agli agenti patogeni provoc`o la morte di numerose piante. Sebbene `e probabile che

(3)

CAPITOLO 4. DISCUSSIONE 47 la vegetazione dunale sia stata colpita, i danni furono indagati e rilevati esclusiva-mente a livello della pineta retrodunale [48][49].

Studi futuri volti ad approfondire gli effetti dell’aerosol marino sulla distribuzione spaziale della vegetazione dunale dovrebbero tener conto anche di questi aspetti.

La densit`a spettrale dell’aerosol `e inversamente correlata con la quantit`a media di sale deposto dalle mareggiate. Questo potrebbe contribuire a formulare previsio-ni sull’effetto dei cambiamenti climatici sull’ambiente delle dune costiere: i modelli meteorologici previsionali sono infatti concordi nell’affermare che, tra le conseguenze del cambiamento climatico in corso, vi sar`a un aumento del numero e dell’intensit`a delle mareggiate [50][51][52]. Ci`o comporterebbe plausibilmente un aumento nella quantit`a di aerosol deposto sulla vegetazione dunale, nonch`e della sua autocorrela-zione.

Il nostro esperimento ha dimostrato che l’aerosol marino modifica significativamente la distribuzione spaziale della vegetazione dunale anche in tempi brevi: su archi di tempo pi`u lunghi, l’aumento della frequenza ed intensit`a delle mareggiate potrebbe aumentare la quantit`a e il grado di autocorrelazione con cui l’aerosol si deposita sulle dune, modificando in modo rilevante la distribuzione spaziale della vegetazione.

(4)

Bibliografia

[1] C.J. Krebs. Ecology: The Experimental Analysis of Distribution and Abundance. Harper Collins, New York., 4th edition, 1994.

[2] JA Wiens. Spatial scaling in ecology. Functional ecology, 3(4):385–397, 1989. [3] A.J. Underwood and M.G. Chapman. Scales of spatial patterns of distribution

of intertidal invertebrates. Oecologia, 107:212–224, 1996.

[4] J.M. Fraterrigo and J.A. Rusak. Disturbance-driven changes in the variability of ecological patterns and processes. Ecology letters, 11(7):756–770, 2008. [5] j.k. Horne and D.C. Schneider. Spatial variance in ecology. Oikos, 74(1):18–26,

1995.

[6] L. Benedetti-Cecchi. The importance of the variance around the mean effect size of ecological processes. Ecology, 84(9):2335–2346, 2003.

[7] DJ McCabe and NJ Gotelli. Effects of disturbance frequency, intensity, and area on assemblages of stream macroinvertebrates. Oecologia, 124(2):270–279, 2000.

[8] I. Bertocci, E. Maggi, S. Vaselli, and L. Benedetti-Cecchi. Contrasting effects of mean intensity and temporal variation of disturbance on a rocky seashore. Ecology, 86(8):2061–2067, 2005.

[9] I. Bertocci, S. Vaselli, E. Maggi, and L. Benedetti-Cecchi. Changes in temporal variance of rocky shore organism abundances in response to manipulation of mean intensity and temporal variability of aerial exposure. Marine Ecology Progress Series, 338:11, 2007.

[10] J.M. Halley. Ecology, evolution and 1/f-noise. Trends in Ecology and Evolution, 11(1), 1996.

[11] P. Legendre and M.J. Fortin. Spatial patterns and ecological analysis. Vegetatio, 80:107–138, 1989.

[12] P. Legendre. Spatial autocorrelation: trouble or new paradigm? Ecology, 74(6):1659–1673, 1993.

[13] M.W. Denny, B. Helmuth, G.H. Leonard, C.D.G. Harley, L.J.H. Hunt, and E.K. Nelson. Quantifying scale in ecology: Lessons from awave-swept shore. Ecological monographs, 74(3):513–532, 2004.

(5)

BIBLIOGRAFIA 49 [14] John H. Steele. A comparison of terrestrial and marine ecological systems.

Nature, 313(6001):355–358, 01 1985.

[15] J.H. Lawton. More time means more variation. Nature, 334(18), August 1988. [16] David Vasseur and Peter Yodzis. The color of environmental noise. Ecology,

85(4):1146–1152, 2004.

[17] A. Ari˜no and S.L. Pimm. On the nature of population extremes. Evolutionary ecology, 9:429–443, 1995.

[18] P. Inchausti and J. Halley. On the relation between temporal variability and persistence time in animal populations. Journal of Animal Ecology, 72(6):899– 908, 2003.

[19] J. Bengtsson, R. Baillie, and J. Lawton. Community variability increases with time. Oikos, 78:249–256, 1997.

[20] O. Miramontes and P. Rohani. Intrinsically generated coloured noise in labora-tory insect populations. Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 265(1398):785, 1998.

[21] G. Bell, MJ Lechowicz, A. Appenzeller, M. Chandler, E. DeBlois, L. Jack-son, B. Mackenzie, R. Preziosi, M. Schallenberg, and N. Tinker. The spatial structure of the physical environment. Oecologia, 96(1):114–121, 1993.

[22] L. Tamburello. Autocorrelation and variance of ecological processes as causes of change of biodiversity in marine coastal habitats. PhD thesis, Universit`a di Pisa, Marine Biology, 2008.

[23] P. Audisio, G. Muscio, S. Pignatti, and M. Solari. Dune e spiagge sabbiose, volume 4 of Quaderni Habitat. Museo Friulano di Storia Naturale, 2002. [24] P.E. Tomei, U. Macchia, and R. Narducci. Le dune costiere in Italia, chapter

Flora e vegetazione delle dune costiere. Felici editore, 2005.

[25] E. Forey, C.J. Lortie, and R. Michalet. Spatial patterns of association at local and regional scales in coastal sand dune communities. Journal of Vegetation Science, 20:916–925, 2009.

[26] W.P. Sousa. Marine Community Ecology, chapter ”Natural Disturbance and the Dynamics of Marine Benthic Communities”. Sinauer Associates, 2001. [27] A. Acosta, S. Ercole, A. Stanisci, V.D.P. Pillar, and C. Blasi. Coastal vegetation

zonation and dune morphology in some mediterranean ecosystems. Journal of Coastal Research, 23(6):1518–1524, 2007.

[28] M.R. et al. Garc`ıa-Mora. Plant functional types in coastal foredunes in relation to environmental stress and disturbance. Journal of Vegetation Science, 10:27– 34, 1999.

(6)

BIBLIOGRAFIA 50 [29] E. Forey, B. Chapelet, Y. Vitasse, M. Tilquin, B. Touzard, and R. Michalet. The relative importance of disturbance and environmental stress at local and regional scales in french coastal sand dunes. Journal of Vegetation Science, 19(4):493–502, 2008.

[30] H.J. Oosting and WD Billings. Factors effecting vegetational zonation on coastal dunes. Ecology, 23(2):131–142, 1942.

[31] S.G. Boyce. The salt spray community. Ecological Monographs, 24(1):29–67, 1954.

[32] H. Yura. Comparative ecophysiology of chrysanthemum pacificum nakai and solidago altissima l. why s. altissima cannot be established on the seashore. Ecological Research, 12(3):313–323, 1997.

[33] S. Wilson. Is zonation on coastal sand dunes determined primarily by sand burial or by salt spray? a test in new zealand dunes. Ecology Letters, 2(4):233– 236, 2001.

[34] M.E. Griffiths. Salt spray and edaphic factors maintain dwarf stature and community composition in coastal sandplain heathlands. Plant ecology, 186(1):69–86, 2006.

[35] A. Ogura and H. Yura. Effects of sandblasting and salt spray on inland plants transplanted to coastal sand dunes. Ecological Research, 23(1):107–112, 2008. [36] M.S. Edwards. Estimating scale-dependency in disturbance impacts: El ninos

and giant kelp forests in the northeast pacific. Oecologia, 138(3):436–447, 2004. [37] Storch, Gaston, and Cepak. Pink landscapes: 1/f spectra of spatial environ-mental variability and bird community composition. Proceedings of The Royal Society B, 269:1791–1796, 2002.

[38] LaMMa. http://www.lammamed.rete.toscana.it/. [39] R software project. http://www.r-project.org/.

[40] KM Cuddington and P. Yodzis. Black noise and population persistence. Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 266(1422):969, 1999. [41] T.H. Keitt. Spectral representation of neutral landscapes. Landscape Ecology,

15(5):479–494, 2000.

[42] S.M. McMahon and J.M. Diez. Scales of association: hierarchical linear models and the measurement of ecological systems. Ecology Letters, 10(6):437–452, 2007.

[43] R.H. Manson. Spatial autocorrelation and the interpretation of patterns of tree seed and seedling predation by rodents in old-fields. Oikos, pages 162–174, 2000.

(7)

BIBLIOGRAFIA 51 [44] C.F. Dormann, J.M. McPherson, M.B. Ara´ujo, R. Bivand, J. Bolliger, G. Carl, R.G. Davies, A. Hirzel, W. Jetz, W. Danielkissling, et al. Methods to ac-count for spatial autocorrelation in the analysis of species distributional data: a review. Ecography, 30(5):609–628, 2007.

[45] P.A. Schwarz, T.J. Fahey, and C.E. McCulloch. Factors controlling spatial variation of tree species abundance in a forested landscape. 2008.

[46] M. Gao, Z. Li, and H. Dai. Effects on spectral color of a spatially-structured population: Environmental noise, dispersal, spatial heterogeneity. Ecological Modelling, 201(3-4):326–330, 2007.

[47] J. Laakso, K. Loytynoja, and V. Kaitala. Environmental noise and popula-tion dynamics of the ciliated protozoa tetrahymena thermophila in aquatic microcosms. Oikos, 102(3):663–671, 2003.

[48] R. Gellini, F. Pantani, P Grossoni, F. Bussotti, E. Barbolani, and C. Rinallo. Survey of the deterioration of the coastal vegetation in the park of san rossore in central italy. European Journal of Forest Pathology, 13(5-6):296–304, 1983. [49] A. Rettori, E. Paoletti, E. De Capua, and G. Nicolotti. Danni da tensioattivi sulla vegetazione litoranea dell’italia meridionale. Foresta, 2(1):92–97, 2005. [50] RB Alley, J. Marotzke, WD Nordhaus, JT Overpeck, DM Peteet, RA Pielke Jr,

RT Pierrehumbert, PB Rhines, TF Stocker, LD Talley, et al. Abrupt climate change. science, 299(5615):2005, 2003.

[51] J.M. Drake. Population effects of increased climate variation. Proceedings of The Royal Society B, 272(1574):1823, 2005.

[52] D.R. Easterling, G.A. Meehl, C. Parmesan, S.A. Changnon, T.R. Karl, and L.O. Mearns. Climate extremes: observations, modeling, and impacts. Science, 289(5487):2068, 2000.

(8)

Ringraziamenti

Grazie a Laura, per avermi svelato i segreti dell’Analisi Spettrale (o almeno, per averci provato); per avermi seguito con pazienza nei momenti bui della stesura della tesi e per i nostri discorsi su La Vita, l’Universo e Tutto Quanto.

A Elena, Vince, Iacopo e Fabio (per le lezioni di stile).

A MR per aver le chiacchierate di fisica, per avermi tratto d’impaccio nei miei fre-quenti problemi relazionali coi computer e per l’aiuto nella compilazione della tesi in LATEX1.

A Emiliano, amico vero, per avermi sostenuto anche quando chiunque altro mi avrebbe mandato a quel paese; per i nostri discorsi seri ma soprattutto per tutti quelli poco seri.

A Dicri detto Andrea, amico vero e ottimo compagno di viaggio, per le telefonate inattese che arrivavano proprio al momento giusto.

A E., alla Fata dei Boschi e all’Ape Maia (non tutte insieme!).

Agli amici arrampicatori di EP, per avermi ricordato che non si sale ad altiora se non si accetta il rischio di cadere, e agli amici del gruppo speleo pisano, coi quali ho imparato che anche quando credi di aver toccato il fondo... Puoi sempre scavare ancora un po’.

Ai buoni maestri e ai cattivi maestri. A Darwin e Wallace.

A Gauss, Student, Poisson e a tutta la combriccola, che ci hanno privato di ogni certezza in cambio della Probabilit`a (uno scambio agrodolce).

A Italo Calvino, Hugo Pratt e Werner Herzog.

A tutti i compagni di strada, che spesso hanno dato pi`u di quanto hanno ricevuto. A Tullio e Minni.

1

in qualche modo dovevo riuscire a scrivere LATEX almeno una volta...

Riferimenti

Documenti correlati

Le domande relative alla riflessione sulla lingua (conoscenze e competenze grammaticali) per l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado sono organizzate intorno a

La risoluzione di disequazioni di grado superiore al secondo è possibile se si scompone in fattori il polinomio associato.. In tal caso si studia il segno dei diversi fattori e

Coniche: curve che si possono ottenere come intersezione di un cono con un piano; al variare dell’inclinazione del piano rispetto al cono si possono ottenere

sono a contatto in modo consistente con due categorie naturali caratteristiche dell’ avanduna quali la vegetazione annuale delle spiagge a &DNLOHPDULWLPD e 6DOVROD.DOL e le macchie di

La risorsa geotermica, il quadro energetico attuale La risorsa geotermica, il quadro energetico attuale nello scenario internazionale e previsioni di crescita nello

variazione della frequenza media con l’et`a, che il battito dei neonati ha maggiore frequenza e regolarit`a... Variabilit`a della frequenza

La crescita di Q si realizza prevalentemente con un aumento della frequenza (F), poich`e il volume eiettato (V) rimane quasi costante... Misure di variabilit`a basate sulla

Le modifiche dello stile di vita causano una riduzione ponderale sicuramente meno rilevante rispetto alla chirurgia ma lo studio di interven- to Look Ahead (5), che ha