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Sistemi per la valutazione delle prestazioni ambientali ed energetiche degli organismi edilizi 6

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6

Sistemi per la valutazione delle prestazioni

ambientali ed energetiche degli organismi edilizi

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Figura 6.1: Quadro generale

Sistemi di valutazione delle prestazioni degli organismi edilizi

• Sistemi per il settore terziario

Sistemi di valutazione energetica ed ambientale degli organismi edilizi

• Metodi ad ecobilancio

• Building Research Establishment Environmental Assessment Method • Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen

• Leadership in Energy and Environmental Design • Standard CasaClima

• SBMethod - Sustainable Building Challenge • Protocollo ITACA: origini e sviluppo

Quadro generale del capitolo 6.

Sistemi di valutazione delle prestazioni degli organismi edilizi

Sistemi di valutazione energetica ed ambientale degli organismi

Building Research Establishment Environmental Assessment Method Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen

Leadership in Energy and Environmental Design Sustainable Building Challenge Protocollo ITACA: origini e sviluppo

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La qualità di un organismo edilizio è definita come la misura del grado di rispondenza del-lo stesso rispetto all'insieme di requisiti che ne hanno guidato la progettazione, la scelta dei materiali e la loro posa in opera1. In que-sta definizione si può implementare la di-mensione temporale, richiedendo all'organi-smo edilizio di mantenere inalterati nel tempo, secondo predeterminate condizioni di esercizio:

- il soddisfacimento dei requisiti;

- i livelli di prestazioni inquadrati in fase di progettazione.

La definizione della qualità di un organismo edilizio deve, ad un certo punto, superare i limiti normativi imposti in un determinato

contesto, pur riconoscendone le varie artico-lazioni. Il rispetto della normativa nazionale ne costituisce semplicemente il punto di par-tenza, oltre il quale è necessario spingersi al fine di ipotizzare il livello massimo di presta-zioni ottenibili da un organismo nei più im-portanti ambiti prestazionali2.

I sistemi di valutazione cercano quindi di fornire una risposta della misura con la qua-le un organismo edilizio risponde alqua-le esi-genze espresse dalla committenza e dai frui-tori, basandosi principalmente su strutture organizzare per requisiti e prestazioni in modo da valutare le prestazioni complessive dell'organismo piuttosto che le modalità con cui tali prestazioni sono raggiunte.

6.1.

S

ISTEMI DI VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI DI ORGANISMI EDILIZI

-SETTORE TERZIARIO

La prima distinzione che è possibile effettua-re nella classificazione dei sistemi di valuta-zione è il fine generale delle prestazioni ana-lizzate:

- sistemi internazionali volti alla valuta-zione delle prestazioni di edifici appli-cano un approccio prestazionale, de-terminando la misura secondo cui un organismo edilizio è rispondente agli scopi che ne hanno caratterizzato la progettazione e la realizzazione; - sistemi internazionali per la valutazione

della sostenibilità ambientale si occu-pano principalmente di aspetti ambien-tali e, a differenza dei precedenti, sono meno vincolati alla destinazione d'uso terziaria.

Gli edifici per il settore terziario, infatti, pos-siedono differenti caratteristiche in base ai prefissati obiettivi aziendali, pur dovendo comunque rispondere a requisiti minimi previsti dalla normativa e ad altri requisiti stabiliti dal mercato (al fine di corrispondere all'interesse di un potenziale investitore). I sistemi riconducibili ad entrambe le catego-rie per finalità affrontano esigenze di buona

pratica universali, ma possono risentire (so-prattutto a livello di singolo aspetto / pre-stazione) dell'ambito in cui hanno avuto ori-gine.

La prima categoria, volta alla determinazio-ne delle prestazioni di edificio, è suddividibi-le in due sottocategorie:

- sistemi formati dal mercato, in base agli accordi tra operatori che indivi-duano e condividono aspetti oggettivi rappresentativi di specifiche caratteri-stiche di qualità;

- sistemi a base scientifica, che denotano un maggiore grado di trasparenza, pro-posti da organismi terzi rispetto al mer-cato, alla cui elaborazione e stesura partecipano atenei universitari ed im-prese.

Si possono evidenziare alcune caratteristiche generali comuni a questi sistemi. I principali aspetti esaminati sono le caratteristiche nologiche dell'involucro e degli impianti tec-nici, le modalità di utilizzo dell'edificio in si-curezza e benessere, la fase gestionale del ciclo di vita, intesa come obiettivo di mante-nimento di livelli minimi di funzionalità, di

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contenimento dei costi delle attività di ma-nutenzione, infine come momento di raccol-ta di informazioni tecniche riguardanti l'edi-ficio.

È diffusa la classificazione degli edifici ad uso terziario in una scala di prestazioni costituita dalle lettere A, B, C, sebbene questa scala non consenta un'evidente enunciazione dei parametri che concorrono alla definizione della qualità delle prestazioni.

L'origine di questa classificazione sta nella proposta Office Building Classification della BOMA (Building Owners and Managers As-sociation)3. La BOMA ha definito le caratteri-stiche generali per classificare un edificio, registrando le opinioni di potenziali fruitori di edifici terziari, individuando le possibili criticità e traducendo questa analisi nella definizione di uno scenario di classe A, carat-terizzato da livelli massimi di requisiti di ba-se.

La formulazione proposta dalla BOMA non prevede standard oggettivamente misurabili ma, coerentemente con una visione orienta-ta al valore commerciale degli edifici terziari, considera esclusivamente aspetti generali individuandone la rispondenza a congrui re-quisiti. I principali aspetti considerati sono: - qualità della localizzazione nel

territo-rio;

- presenza di impianti di security4 e sa-fety5;

- benessere garantito dalle installazioni impiantistiche;

- peculiarità architettoniche e caratteri-stiche strutturali;

- accuratezza ed affidabilità della gestio-ne dell'edificio.

Esempio di questa configurazione è il siste-ma Building Class Moscow, sviluppato da un gruppo di lavoro (Research Forum) costituito da alcune società di consulenza in ambito immobiliare.

Viene stabilito un elenco di 20 requisiti comprendente, tra gli altri:

- la presenza di sistemi di gestione pro-fessionale;

- la qualità della localizzazione e dell'ac-cessibilità;

- le funzioni proprie dell'impianto di cli-matizzazione;

- le caratteristiche strutturali ed architet-toniche dell'edificio (aperture, finiture, controsoffitti, etc.);

- la qualità dei sistemi di sollevamento e la disponibilità di parcheggio;

- la diversificazione dei servizi offerti. Solo alcuni degli indicatori di prestazione so-no identificati da un indicatore di prestazio-ne numerico. L'attribuzioprestazio-ne della classe av-viene sulla base del numero di requisiti posi-tivamente corrisposti (16 per la classe A, 10 per la B, 8 per la C).

Basato sullo stesso approccio è l'Office Clas-sification ABCD proposto dal Property Coun-cil of Australia.

Fa riferimento ad una suddivisione in quat-tro classi anche il sistema BQI (Building Qua-lity Index) sviluppato dall'Università di Hong Kong: la peculiarità di questo sistema è l'at-tenzione rivolta prevalentemente alle condi-zioni di sicurezza (nei confronti dell'incolu-mità fisica) e tutela della salute fisica e men-tale.

Più complessa è la struttura assunta da due sistemi dell'area anglosassone.

Il sistema di valutazione BQA (Building Qua-lity Assessment), sviluppato nella Victoria University di Wellington (Nuova Zelanda) prevede la valutazione ponderata di requisiti organizzati secondo l'ordine gerarchico: - fattori, più di 130, corrispondenti ad

attributi misurabili;

- sezioni, raggruppamenti di fattori che concorrono al soddisfacimento di un obiettivo (esigenza);

- categorie, raggruppamenti di sezioni (classi di esigenze) quali aspetto, fun-zionalità spaziale, accessibilità, comfort nello svolgimento delle attività, security e safety.

Il sistema DQI (Design Quality Indicator), de-finito dalla società omonima6, dal 2002 è de-stinato alla duplice valutazione delle attività di progettazione e di costruzione. La valuta-zione è effettuata per accreditamento di professionisti esterni, terzi rispetto al team di progettazione o alla committenza.

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Il sistema DQI è strutturato in modo tale che sia possibile avviare una procedura di valu-tazione in diverse fasi del processo edilizio, coerentemente con l'incremento dei dettagli e particolari disponibili:

- metaprogetto (studio di fattibilità), a supporto dell'esplicitazioni degli obiet-tivi di progetto;

- progetto;

- costruzione finita; - gestione e fase operativa.

Gli obiettivi possono essere rivisti al termine di ciascuna fase se la committenza intende riformulare i propri obiettivi strategici. Gli aspetti considerati sono tre:

- funzionalità (accessibilità, utilizzo e di-stribuzione spaziale);

- qualità costruttiva (prestazioni dell'or-ganismo edilizio);

- impatto sull'ambiente e sulla comunità (caratteri innovativi e materiali).

L'attribuzione di un giudizio a ciascun fattore e la ponderazione successiva portano alla valutazione di ciascun aspetto, di pari impor-tanza nella valutazione finale; in particolare, la rappresentazione del risultato evidenzia lo scarto con il massimo punteggio ottenibile. Di applicazione particolare è il sistema POE (Post Occupation Evaluation), impiegato ne-gli Stati Uniti dal 1980; obiettivo di questo sistema è la valutazione delle prestazioni degli edifici in seguito alla loro costruzione ed impiego per un determinato periodo (so-litamente 6 mesi o un anno).

Il sistema POE offre la possibilità di disporre di dati sensibili in seguito ad interventi di ri-qualificazione, risanamento, miglioramento della configurazione architettonica e impian-tistica dell'edificio. La valutazione può inol-tre essere prevista periodicamente, al fine di valutare l'incidenza delle soluzioni imple-mentate.

6.2.

S

ISTEMI PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE DEGLI ORGANISMI EDILIZI

A partire dal 1990 (anno di pubblicazione del sistema BREEAM) diversi sistemi di valuta-zione a diffusione variabile hanno affrontato il tema della sostenibilità nelle sue molteplici declinazioni (energetiche, ambientali, ma anche economiche e sociali).

Uno dei risultati raggiunti è stata senz'altro la sensibilizzazione dell'opinione pubblica e degli operatori del settore al tema della so-stenibilità; la diffusione di questi sistemi è stata favorita da uno sviluppo concorde alle attività di normazione internazionali sulla sostenibilità ambientale e sull'efficienza e-nergetica, basato su parametri oggettivi e rilevabili. In questo aspetto (la scientificità dell'approccio) risiede una delle maggiori differenze con i sistemi di valutazione delle prestazioni degli organismi edilizi, principal-mente composti da parametri di valutazione qualitativi7.

Gran parte dei sistemi di valutazione am-bientale sono correlati alla specifica area di

origine e sviluppo, in quanto i parametri considerati sono vincolati da due ordini di fattori:

- il contesto climatico;

- le prescrizioni normative in vigore in un determinato Paese.

Questi fatti hanno portato ad una spiccata frammentazione dei sistemi e delle procedu-re, ma è comunque possibile riconoscerne alcuni costituenti, per impatto economico o per storia, riferimenti internazionali.

I diversi strumenti di valutazione e verifica di aspetti di sostenibilità sono distinguibili in base a diversi aspetti, a partire dalla scala di valutazione supportata:

- scala territoriale - amministrativa; - scala di quartiere e scala di intervento; - organismo edilizio;

- singola unità immobiliare.

In questo i sistemi possono essere notevol-mente influenzati dalla normativa energetica in vigore.

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Nazione Sistema

Australia Green Star

Austria Minergie

Brasile LEED (versione)

Canada

LEED (versione)

SB Challenge

Cina Three Star System

Francia HQE

Germania DGNB

Giappone CASBEE

India LEED (versione)

Italia

Protocollo ITACA

LEED (versione)

Nuova Zelanda Green Star

Olanda BREEAM (versione)

Regno Unito BREEAM

Stati Uniti LEED

Tabella 6.1: Sistemi di valutazione am-bientale in vigore al 2012 in alcuni Paesi (adattamento Ciaramella A., Tronconi O., 2011, pagg. 38-39).

Una prima distinzione sull'ampiezza della valutazione possibile dipende dalla finalità del sistema:

- valutazione energetica;

- valutazione energetica ed ambientale. La valutazione energetica considera tutti gli aspetti fisico-tecnici che caratterizzano il comportamento dell'organismo edilizio (in-volucro, partizioni interne, impianti tecnici) pur impiegando, in alcuni casi, metodologie semplificate.

Gli strumenti di valutazione energetica si or-ganizzano in tre grandi famiglie:

- metodi a punteggio. Stimano, con ap-prossimazione, il comportamento e-nergetico dell’edificio attraverso l'asse-gnazione di un punteggio a precisi pa-rametri (ad esempio, la tipologia di ser-ramento, l'entità e la qualità dell'isola-mento termico, i rendimenti dell'im-pianto di condizionamento). La loro applicazione è possibile nei casi in cui non è richiesta l'esecuzione di calcoli dettagliati;

- metodi a simulazione stazionaria. con-sistono in approcci comunque semplifi-cati, in quanto non considerano le mo-dalità di variazione nel tempo dei di-versi aspetti del comportamento ener-getico, fornendo un valore medio men-sile dei parametri connessi a determi-nati servizi (ad esempio la climatizza-zione invernale. Sono i più diffusi, poi-ché richiamati e legittimati dalle nor-mative nazionali e regionali;

- metodi a simulazione dinamica. Richie-dono un'elaborazione più onerosa e conoscenze più approfondite da parte dell'utente, ma risultano più precisi dei precedenti in quanto tengono conto dell'andamento temporale dei flussi energetici, in particolare i fenomeni di accumulo e utilizzo dell’energia solare nell’edificio, permettendo la valutazio-ne delle prestazioni stagionali, mensili, giornaliere e orarie del sistema edificio - impianto.

È possibile operare un'ulteriore distinzione8 in:

- metodi rigorosi (ad esempio i metodi a simulazione dinamica), i quali richiedo-no l’impiego di procedure di calcolo complesse alimentate da un ricco in-sieme di dati di input. Sono basati su algoritmi di calcolo a carattere deter-ministico che considerano il modello fi-sico-matematico dell’edificio;

- metodi pragmatici, come quelli a simu-lazione stazionaria, definiti da specifi-che norme tecnispecifi-che e costituiti da pro-cedure di calcolo semplificate che con-sentono di valutare il fabbisogno

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ener-getico di un edificio in condizioni stan-dard. La variabilità dei dati di input comporta frequentemente un'incertez-za del risultato e le conseguenti diffi-coltà di ripetibilità ed oggettività della valutazione;

- metodi estimativi, utilizzati in alcuni Paesi europei, incentrati sul patrimonio immobiliare costruito e basati su una

valutazione davvero semplificata, rivol-ta specificamente all’utente finale; - metodi storicisti, basati sulla

disponibi-lità di dati sul consumo energetico (consumo di combustibile, costo di e-sercizio degli impianti termici) di edifici esistenti. Con opportune operazioni e correzioni è possibile valutare la pre-stazione energetica dell’edificio.

Figura 6.2: Classificazione dei sistemi di valutazione energetica (fonte Stival C. A., 2011). Al 2012, in Italia non vi è ancora alcun

rife-rimento legislativo che richieda la valutazio-ne della qualità ambientale degli organismi edilizi; molteplici, tuttavia, sono le applica-zioni adottate localmente a livello sia cogen-te che volontario, allo scopo di promuovere la diffusione di forme di edilizia sostenibile. La ricerca condotta a livello internazionale per la definizione delle prestazioni degli or-ganismi edilizi nell'ottica dell'intero ciclo di vita ha portato allo sviluppo di sistemi di va-lutazione capaci di fornire valori dettagliati della prestazione energetica dell’edificio e di definire in maniera oggettiva le sue qualità ambientali. I sistemi di valutazione esistenti possono essere così classificati9:

- strumenti per le analisi energetiche de-gli edifici, analizzati in precedenza; - strumenti per le analisi del ciclo di vita

degli edifici. Basati sull’approccio LCA e

sulla struttura logica descritta dalle norme serie ISO 1404X, sono database ambientali che sintetizzano, con un set di indicatori, le prestazioni energetiche e ambientali;

- strumenti per la valutazione ambienta-le degli edifici, algoritmi contenenti un set di dati predefiniti che impiegano indici sintetici per stimare la prestazio-ne ambientale;

- strumenti per la corretta progettazione e gestione degli edifici, sono manuali o database contenenti la descrizione del-le prestazioni e deldel-le liste di controllo. Tra gli strumenti di valutazione ambientale si evidenziano due contrapposte metodologie: - metodi, detti "eco-bilanci", che consi-derano un ridotto numero di parametri e forniscono una valutazione finale di tipo quantitativo;

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- metodi volti a fornire una valutazione qualitativa basata su una più vasta gamma di indicatori (strumenti per la valutazione ambientale degli edifici, metodi multicriterio).

Gli indicatori di prestazione rappresentano singoli obiettivi di progettazione:

- nel primo caso si parla di “indicatori sintetici” e, attraverso azioni di monito-raggio e analisi quantitative di ecobi-lancio, consentono di quantificare gli impatti sull’ambiente in termini di e-nergia ed emissioni;

- nel secondo caso, un insieme di indica-tori quantitativi e qualitativi fornisce

una stima della sostenibilità attraverso metodi a punteggio.

Sebbene le ricerche individuino gli “indicato-ri sintetici” quale elemento essenziale per una corretta valutazione, nella pratica i si-stemi di certificazione ambientale a maggior diffusione sono basati su metodi di valuta-zione multicriterio ad attribuvaluta-zione di pun-teggio a un elenco di indicatori ambientali, poi sintetizzati in un valore che rappresenta il grado di sostenibilità edificio.

Entrambe le metodologie di valutazione am-bientale sono sviluppate 'dal basso', per cor-rispondere alle esigenze di attori settoriali (progettisti, costruttori, gestori di immobili).

Figura 6.3: Classificazione dei sistemi di valutazione energetica ed ambientale (fonte Stival C. A., 2011).

6.2.1. Generalità sui metodi ad eco-bilancio

I metodi cosiddetti "ad eco-bilancio", come detto, sono basati sull'approccio LCA (Life Cycle Assessment) e trovano riferimento alla

serie di norme ISO 140XY sulla valutazione dei materiali da costruzione, le quali regola-no i processi di trasformazione delle risorse

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nell'ottica ambientale dall'acquisizione delle materie prime allo smaltimento finale. La metodologia di analisi che porta alla scel-ta dei materiali avviene, di norma, secondo criteri volti a stabilire la migliore alternativa durante la stessa fase di progettazione nella riduzione e mitigazione degli impatti sulla salute dell'utenza e sull'ambiente.

Il metodo di valutazione è basato quindi sull'implementazione di meccanismi di valu-tazione, considerati alternativi da parte del progettista / valutatore, ritenuti rilevanti in base alla disponibilità di dati in letteratura o in seguito alla pubblicazione da parte di al-cuni produttori.

Un esempio di strumento di valutazione del-le prestazioni dei materiali per l'edilizia de-stinato a progettisti, costruttori e produttori è il sistema statunitense BEES, che affianca alla valutazione ambientale una valutazione economica.

La strutturazione della procedura di calcolo prevede tre fasi:

- la quantificazione dell'impatto ambien-tale intesa come risultato di sei fattori (riscaldamento globale, acidificazione delle piogge, eutrofizzazione, sfrutta-mento delle risorse, qualità dell'aria in-terna, produzione di rifiuti solidi non ri-ciclabili) relativi ai flussi di materia e di energia;

- attualizzazione dei costi futuri al valore attuale;

- combinazione delle due analisi ambien-tale ed economica, tramite la definizio-ne del peso attribuito alle due compo-nenti.

Utilizzando quest'ottica, lo stesso materiale può dare contributi discordi alla valutazione finale in base alla componente ritenuta prio-ritaria.

I metodi ad eco-bilancio sono oggettivi, poi-ché organizzati secondo una valutazione quantitativa. Tale punto di forza (rigorosità dell'approccio scientifico) e ne costituisce anche la prima debolezza, cioè la difficoltà di estrapolare aspetti qualitativi capaci di o-rientare processi decisionali e scelte proget-tuali.

In genere, gli strumenti basati sulla metodo-logia LCA richiedono, al fine di esprimere completamente la propria efficacia, espe-rienza da parte del valutatore nell'individua-zione delle sottofasi significative del proces-so edilizio indagato.

La sinergia tra la ricerca nell'ambito chimico ed ambientale e attori del processo edilizio permette di elevare tale approccio a metodo interdisciplinare, capace di collocare l'analisi del singolo materiale in un contesto di inte-resse per il settore edilizio, quello prestazio-nale10.

Inoltre, l'individuazione di materiali ed ele-menti tecnici compatibili per l'ambiente de-riva anche da considerazioni indipendenti dalle valutazioni proprie della metodologia LCA; risulta allora più conveniente, in termini di efficacia in prospettiva futura, definire ora metodologie semplificate di tipo qualitativo per valutare la sostenibilità in edilizia piutto-sto che attendere un accordo definitivo tra il mondo accademico e gli attori del processo edilizio sui metodi giudicati più corretti e sui parametri più significativi11.

6.2.2. BREEAM - Building Research Establishment Environmental Assessment

Method

Il sistema BREEAM è redatto dal Building Re-search Establishment Ltd (BRE), organismo che si pone l'obiettivo di fornire consulenza e informazioni indipendenti relativamente alle prestazioni degli edifici, alle costruzioni e alla sicurezza nel Regno Unito12.

Sviluppato a partire dal 1990, è il primo strumento di valutazione della qualità am-bientale degli edifici ed è universalmente riconosciuto come il sistema a maggiore dif-fusione nel mondo, con più di 110.000 edifici certificati. Riscuote una notevole

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applicazio-ne, su base volontaria, nei Paesi anglosasso-ni: nel Regno Unito, il sistema è applicato al 25% degli edifici a destinazione d'uso uffici e

al 15÷20% degli edifici di nuova costruzione. Canada e Stati Uniti hanno sviluppato una propria versione del sistema.

Figura 6.4: Logo del sistema di valutazione BREEAM (fonte www.breeam.org). Al 2011 il sistema BREEAM dispone di diversi

schemi applicabili a diverse tipologie e de-stinazioni d'uso:

- residenziale (versioni Ecohomes e Code for sustainable homes);

- residenziale plurifamiliare (BREEAM Multi-Residential);

- edifici esistenti non residenziali (BREE-AM In-Use);

- scolastica, nuova costruzione (BREEAM Education);

- ad uso uffici, esistenti e nuova costru-zione (BREEAM Offices);

- case di pena (BREEAM Prisons); - industriale (BREEAM Industrial); - sanitaria (BREEAM Healthcare).

Gli scopi del sistema BREEAM sono così rias-sumibili:

- la riduzione degli impatti dell'edificio sulle risorse ambientali;

- la certificazione degli edifici in base alle prestazioni ambientali;

- la creazione di un'etichetta ambientale per edifici universalmente accettata; - l'incremento della domanda per edifici

rispettosi dell'ambiente.

Questi obiettivi sono perseguiti attraverso le azioni di:

- introduzione della migliore pratica di sostenibilità nel settore edilizio; - orientamento del mercato verso edifici

a ridotto impatto ambientale;

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- predisposizione di criteri e standard maggiormente restrittivi rispetto a quelli posti dalla normativa;

- definizione di obiettivi di sostenibilità ambientale dichiarabili da Enti, Pubbli-che Amministrazioni e Organizzazioni. Il sistema è articolato in dieci categorie o a-ree di valutazione: ciascuna è caratterizzata da un insieme di problematiche (schede) i-nerenti diversi requisiti.

Il conseguimento di un determinato punteg-gio è subordinato all'ottenimento di un nu-mero soglia di crediti, quantificati diversa-mente per ciascuna scheda. I meccanismi di acquisizione dei crediti sono:

- la subordinazione, ossia l'obbligatorietà di corrispondere positivamente ad una scheda precedente per poter verificare la scheda subordinata;

- l'alternativa, vale a dire la possibilità di scegliere tra due opzioni al fine di

veri-ficare la corresponsione a un determi-nato requisito.

Ogni categoria richiede la valutazione di e-lementi specifici, ponderati congruamente in relazione alla loro importanza in termini ambientali.

Figura 6.6: Scala di rating BREEAM (fon-te BREEAM DataCentres 2010, pag. 27).

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Vi sono due versioni del sistema BREEAM per edifici residenziali, Ecohomes e Code for Sustainable Homes: il primo è in vigore per edifici oggetto di ristrutturazione ed inter-venti di social housing, il secondo per le nuove costruzioni; l'assegnazione del pun-teggio complessivo avviene in analogia al sistema BREEAM originario. Rispetto a que-sto, è necessario evidenziare che la valuta-zione Ecohomes deve essere corroborata da un comprovato apparato documentale senza il quale il certificatore (“developer”) non può assegnare i crediti competenti a ciascuna scheda. Un documento autonomo (“Ecoho-mes: Developer Sheets”) permette al certifi-catore di verificare la presenza e collocare la

congrua documentazione in correlazione alle schede.

Si riscontrano comunque alcune sensibili va-riazioni (ad esempio l'eliminazione della ca-tegoria relativa all'innovazione) che rendo-no, quindi, differente il percorso valutativo. Le limitazioni all'impiego del sistema BREE-AM sono da ricercarsi, oltre alla necessità di dotarsi di un certificatore terzo, nella speci-ficità territoriale espressa dalle singole sche-de, che testimoniano il legame tra lo stru-mento ed il territorio inglese: richiede requi-siti tipici dell'area geografica, fa riferimento ad analisi e procedure che costituiscono la prassi nel Regno Unito, cita etichette di pro-dotto inglesi.

6.2.3. DGNB - Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen

L'associazione DGNB dal 2007 raggruppa operatori del settore immobiliare, profes-sionisti, imprese costruttrici, svolgendo atti-vità di ricerca sulla sostenibilità.

Dal 2010 il sistema è raccomandato dal Mi-nistero federale tedesco dei trasporti, dell'edilizia e dello sviluppo urbano come linea guida per una buona pratica nell'edili-zia ecocompatibile ed economicamente effi-ciente.

Figura 6.8: Logo del sistema di valuta-zione tedesco DGNB per la certificavaluta-zione di edifici sostenibili (fonte www.dgnb.de). La procedura di certificazione implica una netta e continua presenza da parte dell'as-sociazione DGNB.

Di concerto con l'associazione, il committen-te individua (prima fase) un revisore accredi-tato, l'Auditor, che successivamente pro-muove la stipula di un contratto fra il com-mittente e l'associazione; tale stipula può prevedere due possibili diverse finalità:

- la procedura di certificazione di un edi-ficio esistente;

- la procedura di pre-certificazione di un progetto.

Questa seconda fase consiste nella raccolta di informazioni dettagliate sul progetto e l'indicazione di un termine di scadenza per la consegna della documentazione.

La registrazione non garantisce comunque lo svolgimento del processo di certificazione, in quanto l'associazione si riserva il diritto di non procedere in caso di sostanziali modifi-che al profilo registrato (come una variazio-ne alla destinaziovariazio-ne d'uso).

Successivamente il revisore presenta all'as-sociazione la documentazione di progetto per il controllo (terza fase, verifica di con-formità); la verifica di corrispondenza preve-de la possibilità di integrare la documenta-zione in un secondo momento. La verifica da parte dell'associazione DGNB termine con l'accettazione della valutazione da parte del cliente.

Con l'esito positivo, il committente riceve il certificato dell'edificio o la pre-certificazione del processo di costruzione (quarta fase di consegna dei certificati).

Le aree di valutazione analizzate dal sistema DGNB sono cinque, alle quali se ne aggiunge

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una sesta relativa alla qualità della localizza-zione:

- qualità economica (uso efficiente degli spazi funzionali, possibilità di futura ri-conversione, costo del ciclo di vita); - stabilità socio-culturale e funzionale

(benessere termico, acustico, visivo, qualità dell'aria interna, aspetti di sa-fety e security, accessibilità per i disabi-li, impiego di strutture esistenti, inse-rimento nel contesto urbano, integra-zione con trasporto alternativo);

Figura 6.9: Aree di valutazione sistema DGNB (fonte http://www.dgnb.de/dgnb-system/en/system/criteria/).

- qualità tecnica (protezione dal fuoco, isolamento acustico, qualità dell'invo-lucro edilizio, controllo delle emissioni inquinanti, semplicità di demolizione, riciclaggio e smaltimento, qualità delle operazioni di pulizia e manutenzione); - qualità dei processi di progettazione,

appalto, selezione dei fornitori e delle imprese partecipanti alla gara, qualifi-cazione del personale coinvolto; - qualità ambientale (determinazione dei

potenziali di riscaldamento globale, di acidificazione ed eutrofizzazione, rischi per l'ambiente locale, domanda di e-nergia primaria e di ee-nergia primaria

non rinnovabile, consumo di acqua po-tabile, produzione di rifiuti);

- qualità della localizzazione (connessio-ne e prossimità ai sistemi di trasporto ed alle infrastrutture, normative locali, rischi locali, relazioni con il contesto). La modalità di classificazione finale è deter-minata dalla pesatura delle prestazioni otte-nute in ciascun criterio, valutate come per-centuale rispetto alla prestazione massima ottenibile. I punteggi finali previsti sono tre: - oro, per una percentuale pesata

supe-riore all'80% della prestazione massi-ma;

- argento, per una percentuale superiore al 65%;

- bronzo, per una percentuale superiore al 50%.

Figura 6.10: Grafico di visualizzazione della prestazione complessiva (fonte http://www.dgnb.de/dgnb-system/). Il sistema DGNB si configura dunque come uno strumento di valutazione complessivo della qualità dell'edificio, volto ad indagare anche gli aspetti economici della sostenibili-tà di un edificio.

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6.2.4. LEED - Leadership in Energy and Environmental Design

Il sistema LEED si configura come uno sche-ma di valutazione della qualità energetica ed ambientale degli edifici, promosso dall'orga-nizzazione nazionale no-profit USGBC (Uni-ted States Green Building Council), formatasi nel 1993.

Gli scopi perseguiti da questa organizzazione derivano direttamente dall'Agenda 21: - guidare la trasformazione del mercato

verso una diffusione dell'edilizia soste-nibile;

- sensibilizzare i soggetti del settore edile alla possibilità di migliorare la qualità della vita attraverso l'utilizzo di deter-minate modalità di progettazione e co-struzione;

- fornire agli operatori di settore dei cri-teri di riferimento chiari per permette-re la possibilità di confronto;

- creare una comunità sull'edilizia soste-nibile per incentivare il confronto tra operatori.

Al 2002 risale la costituzione del World Gre-en Building Council (WorldGBC), organizza-zione con sede a Toronto che coordina i di-versi consigli nazionali (che all'epoca della costituzione operavano indipendentemente)

fornendo loro strumenti e strategie per rientare il

proprio Paese.

Nel 2008 è stato costituito il GBC Italia, o ganizzazio

zazione alla sostenibilità sformazione del mercato

Lo scopo principale dell'associazione è que lo di adattare il protocollo LEED alla realtà italiana, andando a mantenere la stessa struttura e i co

Per raggiungere questo scopo furono istituiti due gruppi di lavoro paralleli

Standard ed il Comitato Tecnico che

standard statunitense nel territorio italiano implementando l

ed

turale locale

prima versione del LEED al di fuori del terr torio statunitense.

Oltre ai comitati di supporto, sul territorio nazionale sono presenti dei

regionali ai quali vengono delegati i compiti di favorire le relazioni tra i soci dell'organi zazione e di promuovere la cultura e la prat ca dell'edilizia sostenibile.

Figura 6.11: I marchi dell' USGBC (a sinistra), del WorldGBC (al centro) e del GBC Italia (a destra). Per sviluppare figure professionali dotate di

opportune credenziali e capaci di assicurare validità alla certificazione LEED, nel 2008 è stato formato un organismo esterno all'or-ganizzazione, il Green Building Certification Institute (GBCI), che gestisce le certificazioni dei progetti e le credenziali professionali

ne-cessarie all'attività dell'USGBC e dei corr spondenti nazionali.

Lo

fuso in oltre 40 Paesi

costruttori e gestori di processi edilizi che operano su edifici commerciali, pubblici, ed fici residenziali di nuova costruzione, edifici

Leadership in Energy and Environmental Design

fornendo loro strumenti e strategie per o-rientare il mercato del settore edilizio nel proprio Paese.

Nel 2008 è stato costituito il GBC Italia, or-ganizzazione dedita ad iniziative di sensibiliz-zazione alla sostenibilità e di stimolo alla tra-sformazione del mercato.

Lo scopo principale dell'associazione è quel-lo di adattare il protocolquel-lo LEED alla realtà italiana, andando a mantenere la stessa struttura e i concetti fondamentali.

Per raggiungere questo scopo furono istituiti due gruppi di lavoro paralleli, il Comitato Standard ed il Comitato Tecnico-Scientifico che si occupassero del trasferimento lo standard statunitense nel territorio italiano implementando la normativa vigente italiana europea ed adattandolo al contesto cul-turale locale: l'USGBC ha infine approvato la prima versione del LEED al di fuori del terri-torio statunitense.

Oltre ai comitati di supporto, sul territorio nazionale sono presenti dei chapter (sezioni) regionali ai quali vengono delegati i compiti di favorire le relazioni tra i soci dell'organiz-zazione e di promuovere la cultura e la prati-ca dell'edilizia sostenibile.

: I marchi dell' USGBC (a sinistra), del WorldGBC (al centro) e del GBC Italia (a destra). cessarie all'attività dell'USGBC e dei

corri-ondenti nazionali.

Lo standard LEED è oggi un riferimento dif-fuso in oltre 40 Paesi, destinato a progettisti, costruttori e gestori di processi edilizi che operano su edifici commerciali, pubblici, edi-fici residenziali di nuova costruzione, ediedi-fici

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esistenti eventualmente oggetto di ristruttu-razioni.

L'obiettivo che si prefigge il sistema LEED è definire criteri di sostenibilità, misurandone l’efficacia prendendo in considerazione tutte le fasi di vita di un edificio:

- progettazione; - costruzione; - gestione.

Due famiglie di protocollo permettono di in-quadrare separatamente tali fasi:

- Design + Construction (D+C); - Operations (O).

Gli specifici strumenti per la certificazione delle fasi di progettazione e di realizzazione sono sviluppati a scala di quartiere, di orga-nismo edilizio, di singola unità immobiliare a destinazione commerciale.

Rispetto agli strumenti sviluppati al 2012 negli Stati Uniti, in Italia sono attivi il proto-collo NC (dal 2009) ed il protoproto-collo H (dal 2011).

La fase di gestione è invece affidata ad un solo strumento di valutazione, il protocollo LEED EBOM, applicabile a determinate de-stinazioni d'uso. Dovendo tener conto di comportamenti dell'utenza diversi da model-li standard e del progressivo degrado delle prestazioni, la certificazione ha una durata fissata in soli 5 anni.

Figura 6.12: Inquadramento del sistema LEED per fasi del processo edilizio e indi-viduazione delle famiglie di protocolli (fonte www.usgbc.org).

Sigla Nome Fase

ND Neighborhood Development

D+C

H Homes

NC New Construction

and Major Renovations

SC School (*)

HC Healthcare (*)

CS Core & Shell (*)

CI Commercial Interiors

RT Retail (**)

EBOM Existing Buildings

Operations & Maintenance O

(*) Derivati dal protocollo NC (**) Derivato dall'unione NC+CI

Tabella 6.2: I diversi protocolli LEED in vigore al 2012. La campitura più scura identifica i protocolli per la certificazio-ne a scala di quartiere, l'intermedia a scala di organismo edilizio, la più chiara a scala di singola unità immobiliare. La struttura della certificazione LEED è sud-divisa in due livelli:

- un primo, costituito dalle sezioni; - un secondo, costituito da prerequisiti e

crediti.

Le sezioni definite nella più recente versione 3.0 del sistema LEED sono sette, costituite da prerequisiti e crediti variabili in numero da sezione a sezione:

- le prime cinque sezioni contengono dei prerequisiti da rispettare tassativamen-te per accedere alla certificazione; - le ultime due contemplano la

possibili-tà di migliorare le prestazioni dei crediti precedenti e considerare le caratteri-stiche ambientali regionali.

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SOSTENIBILITÀ DEL SITO (SUSTAINABLE SITE

L'area pone attenzione al territorio in cui il progetto è situato

siderazione le relazioni che il territorio ha con i servizi primari e secondari, a dando ad osservare la riduzione delle emissioni inquinanti legate ai trasporti ut lizzabili e preservando gli ecosistemi locali.

GESTIONE DELLE ACQUE (WATER EFFICIENCY

L'area pone attenzione alla gestione, al consumo e allo scarico delle acque sia per consumi interni che esterni all'edificio attraverso il riutilizzo delle acque mete riche, delle tecniche di depurazione e della scelta di vegetazione c

genza d'acqua.

ENERGIA ED ATMOSFERA (ENERGY AND ATMOSPHERE

L'area pone attenzione all'utilizzo efficiente dell'energia, andando a progettare l'involucro edilizio in modo da non disperdere calore, impiegando elementi a basso consumo, e utilizzando fonti rinnovabili per la produzione di energia, i tervenendo in questo modo anche sulle emissioni di CO

MATERIALI E RISORSE (MATERIALS AND RESOURCE

L'area pone attenzione alla scelta dei materiali da costruzione ponend ne all'energia da essi posseduta, alla capacita di riciclaggio e alla loro provenie za, privilegiando le località vicine al luogo di progetto in modo da eliminare l'i patto ambientale dovuto al trasporto del materiale.

QUALITÀ AMBIENTALE INTERNA (INDOOR ENVIRONMENTAL QUALITY L'area in questione si sofferma sulle scelte che garantiscono un

tale interna elevata. Tali crediti permettono di ottenere degli spazi attenti alla s lute e al comfort dell’utilizzatore.

INNOVAZIONE NELLA PROGETTAZIONE (INNOVATION IN DESIGN

L'area permette di premiare i livelli di eccellenza raggiunti in alcuni crediti delle aree precedenti attraverso l'impiego di tecnologie costruttive che portano a r sultati migliori di quanto è richiesto dal

PRIORITÀ REGIONALE (REGIONAL PRIORITY

L'area permette di premiare i progetti che prendono in considerazione gettazione le condizioni ambientali locali andando a soddisfare i crediti che da no soluzione alle priorità regionali.

Tabella 6.3: Inquadramento e sintetica descrizione delle sette sezioni del sistema LEED (fonte A lone E., 2012, pag. 29).

L'assegnazione di pesi ai singoli crediti (che consiste nel numero massimo di punti attri-buibili) dipende dall'efficacia insita nelle scelte progettuali e tecniche adottate al fine di ottenere un edificio sostenibile. Questa efficacia è determinata per comparazione dei risultati offerti da strumenti per la stima degli impatti ambientali; due esempi sono: - il sistema TRACI (Tool for the Reduction

and Assessment of Chemical and other

-La valutazione dei pesi assegnati ad ogni si golo credito è rivista nel tempo.

La somma dei punteggi crediti determina il

SOSTENIBILITÀ DEL SITO (SUSTAINABLE SITE –SS)

L'area pone attenzione al territorio in cui il progetto è situato prendendo in con-siderazione le relazioni che il territorio ha con i servizi primari e secondari, an-dando ad osservare la riduzione delle emissioni inquinanti legate ai trasporti uti-lizzabili e preservando gli ecosistemi locali.

TER EFFICIENCY – WE)

L'area pone attenzione alla gestione, al consumo e allo scarico delle acque sia per consumi interni che esterni all'edificio attraverso il riutilizzo delle acque meteo-riche, delle tecniche di depurazione e della scelta di vegetazione con bassa

esi-ENERGIA ED ATMOSFERA (ENERGY AND ATMOSPHERE – EA)

L'area pone attenzione all'utilizzo efficiente dell'energia, andando a progettare l'involucro edilizio in modo da non disperdere calore, impiegando elementi a utilizzando fonti rinnovabili per la produzione di energia,

in-tervenendo in questo modo anche sulle emissioni di CO2 nell’atmosfera.

MATERIALI E RISORSE (MATERIALS AND RESOURCE – MR)

L'area pone attenzione alla scelta dei materiali da costruzione ponendo attenzio-ne all'eattenzio-nergia da essi posseduta, alla capacita di riciclaggio e alla loro provenien-za, privilegiando le località vicine al luogo di progetto in modo da eliminare l'im-patto ambientale dovuto al trasporto del materiale.

NA (INDOOR ENVIRONMENTAL QUALITY – IEQ) L'area in questione si sofferma sulle scelte che garantiscono una qualità ambien-tale interna elevata. Tali crediti permettono di ottenere degli spazi attenti alla

sa-NELLA PROGETTAZIONE (INNOVATION IN DESIGN – ID)

L'area permette di premiare i livelli di eccellenza raggiunti in alcuni crediti delle aree precedenti attraverso l'impiego di tecnologie costruttive che portano a ri-sultati migliori di quanto è richiesto dalla certificazione stessa.

PRIORITÀ REGIONALE (REGIONAL PRIORITY – RP)

L'area permette di premiare i progetti che prendono in considerazione nella pro-le condizioni ambientali locali andando a soddisfare i crediti che

dan-Inquadramento e sintetica descrizione delle sette sezioni del sistema LEED (fonte

Al-environmental Impacts) promosso dalla statunitense Environmental Protection Agency;

il software BEES implementato dal NIST (National Institute of Standard and Technology).

La valutazione dei pesi assegnati ad ogni sin-golo credito è rivista nel tempo.

La somma dei punteggi raggiunti dai singoli crediti determina il livello complessivo di

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so-stenibilità dell’edificio, al quale corrisponde un determinato livello di certificazione. Per poter essere certificabile, l'edificio ha biso-gno di un punteggio minimo il quale, se

su-perato, permette all’edificio di raggiungere il primo livello di certificazione. I livelli sono quattro e ad ognuno è attribuita una fascia di punteggio.

livello di certificazione targa protocollo NC protocollo NC Italia

Platino > 90 > 80

Oro 75÷89 60÷79

Argento 60÷74 50÷59

Base 45÷59 40÷49

Tabella 6.4: Livelli di certificazione previsti per il protocollo LEED NC. Il processo di certificazione è strutturato in

due fasi ben definite: - Design Review; - Construction Review.

Il primo passo consiste nell'individuazione del protocollo coerente all'intervento da cer-tificare; successivamente si registra il pro-getto al GBCI, dietro pagamento della quota di registrazione, attraverso il portale web LEED Online.

In fase di progettazione si preparano e rac-colgono gli elaborati necessari alla compren-sione del progetto richiesti dal GBCI. La ste-sura degli elaborati avviene da parte del team progettuale composto da tutti gli sta-keholders coinvolti nel progetto.

La fase di Design Review consta successiva-mente del processo di Design Application con cui si presenta la documentazione ne-cessaria:

- a dimostrare il rispetto dei prerequisiti; - all’attribuzione anticipata dei crediti

richiesti, almeno 45 per raggiungere la certificazione base (40 in Italia). Una volta concluso l’inserimento dati si pas-sa al processo successivo di Preliminary De-sign Review, con la quale il GBCI decide l'at-tribuzione dei crediti richiesti, essi possono configurarsi come "anticipati", "in attesa" oppure "negati". La conclusione di questa fase consiste nel Final Design Review. La fase di Construction Review non è sostan-zialmente difforme dalla precedente. La strutturazione del sistema LEED in forma di check-list permette di definire già in fase pre-progettuale gli obiettivi di qualità am-bientale da raggiungere.

La decisione dell’applicazione del protocollo può essere presa anche in fase di progetta-zione, ma i massimi risultati, auspicabili visto

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i costi della certificazione LEED, sono rag-giungibili decidendo di certificare l'edificio fin dalla fase pre-progettuale.

Il processo di raccolta dei documenti neces-sari alla certificazione è decisamente impe-gnativo, per cui è prassi dedicare specifiche risorse economiche ed umane a questa atti-vità, individuando un responsabile del pro-cesso.

Le potenzialità di applicazione del sistema LEED sono da ricercarsi:

- nella possibilità di accedere ad una va-lutazione della sostenibilità

dell'inter-vento durante l'intero processo edilizio, con la suddivisione delle singole fasi e l'aggiornamento delle prestazioni con-siderate nei singoli crediti;

- nella chiarezza e disponibilità di docu-mentazione tecnica e normativa (scelta operativa resa necessaria dall'origine extraeuropea del sistema stesso) che permette di supportare il percorso di progettazione e realizzazione indivi-duando le possibili tecnologie e solu-zioni adottabili per il conseguimento di crediti e punti.

6.2.5. Standard CasaClima

Il sistema CasaClima, istituito nel 2000 e a-dottato in via obbligatoria nella Provincia Autonoma di Bolzano a partire dal 2004, è la prima procedura di certificazione energetica resa disponibile in Italia ed è un esempio di standard di efficienza energetica e sostenibi-lità ambientale prescrittivo. Scopo della cer-tificazione CasaClima è perseguire il rispar-mio energetico, il benessere abitativo e la sostenibilità nel settore edilizio.

Figura 6.13: Logo dell'Agenzia CasaClima (fonte http://www.agenziacasaclima.it/). L'originario D.P.P. Bolzano 34/2004 [13] che istituisce l'obbligatorietà di adempiere allo standard CasaClima nel territorio della Pro-vincia è stato recentemente modificato dal D.P.P. Bolzano 9/2011 [14]: con questo rife-rimento si stabilisce il nuovo standard mini-mo per il rilascio del certificato di abitabilità nel territorio provinciale, la classe energetica CasaClima B, corrispondente ad un consumo

di 50 kWh/(m2∙anno). Classi energetiche mi-gliori sono CasaClima A, per un consumo di 30 kWh/(m2∙anno), e la CasaClima Oro, per un consumo di 10 kWh/(m2∙anno).

Poiché il sistema di certificazione nasce in un contesto locale, non è prevista la dipenden-za dal rigore del clima (interpolazione sui gradi giorno).

Il mancato riferimento al rapporto di forma S/V appare invece come un vincolo indiretto per la definizione di volumi architettonici compatti.

Lo standard CasaClimapiù è un contrassegno rilasciato quando un edificio corrisponde po-sitivamente a quattro condizioni legate alla salute dell'utenze ed alla salvaguardia dell'ambiente:

- un indice di prestazione energetica in-feriore a 50 kWh/(m2∙anno);

- l'uso di fonte energetiche rinnovabili; - l'utilizzo di materiali ecologici ed

inno-cui per la salute;

- l'impiego di tecniche di costruzione e-cologiche.

Un edificio CasaClimapiù deve garantire: - il contenimento dei consumi energetici

con il conseguimento della classe ener-getica CasaClima B;

- la ridotta dipendenza da fonti energeti-che fossili: un sistema di riscaldamento ad elettricità è consentito solo se il

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fabbisogno di energia primaria è infe-riore a 10 kWh/(m2∙anno);

- il ridotto impatto sull'ambiente e sulla salute umana tenendo conto dell'ener-gia inglobata nei materiali e dei loro ef-fetti cancerogeni o dannosi;

- almeno una tra le misure ecologiche costituite da un impianto fotovoltaico, un impianto solare termico per il risdamento e la produzione di acqua cal-da sanitaria, un sistema per il recupero dell'acqua meteorica, una copertura a verde.

Il protocollo di valutazione della sostenibilità degli edifici previsto nel sistema CasaClima è CasaClimanature, strumento volontario che prevede la verifica quantitativa di alcuni pa-rametri:

- impatto ambientale dei materiali im-piegati in fase di costruzione, in parti-colare l'impiego esclusivo di legno loca-le;

- impatto sulla risorsa idrica, in termini di riduzione del fabbisogno di acqua po-tabile e di incremento delle superfici permeabili;

- qualità dell'aria interna; - illuminazione naturale; - comfort acustico;

- pericolo derivante dall'infiltrazione del gas radon.

A tale scopo è stato elaborato un database contenente parametri ambientali inerenti l’energia grigia, le emissioni di CO2 e di in-quinanti nelle fasi di produzione e trasporto dello stesso materiale. Gli indicatori di im-patto ambientale individuati sono:

- fabbisogno di energia primaria non rin-novabile PEInr [MJ];

- potenziale di acidificazione AP [kg CO2 equivalente];

- potenziale di effetto serra GWP [kg CO2 equivalente].

Per l'accesso alla certificazione sono previsti due prerequisiti inerenti l'efficienza dell'in-volucro edilizio (classe energetica CasaClima B) e l'efficienza complessiva, fissata in una quota di emissioni in atmosfera inferiori a 20 kg CO2,eq/(m2 anno).

Il protocollo CasaClimanature non prevede sca-le di punteggio per ciascun requisito, ma considera esclusivamente la positiva corre-sponsione a tutti i sette criteri considerati con il superamento del valore soglia fissato per ciascuno di essi.

Il calcolo della prestazione relativa all'impat-to idrico dell'edificio è effettuaall'impat-to diretta-mente dall'Agenzia CasaClima, dietro pre-sentazione di specifici elaborati progettuali. Per il requisito inerente l'illuminazione natu-rale, verificato con un FLDM ≥ 2% per edifici residenziali, ed il requisito di comfort acusti-co è prevista una misurazione in situ ad ope-ra conclusa.

La procedura di certificazione consta di quattro momenti:

1. avvio della pratica con la presentazione del modulo di richiesta della certifica-zione comprensivo dell'elaborato di calcolo CasaClima (valutazione dell'effi-cienza d'involucro e complessiva) a fir-ma del tecnico responsabile. Inoltre devono essere consegnati gli elaborati di disegno denominati "Progetto Casa-Clima" contenenti le soluzioni tecnolo-giche previste, i particolari costruttivi, il progetto dell'impianto di produzione, distribuzione ed emissione del calore, dell'impianto di produzione di acqua calda sanitaria, dell'eventuale impianto di ventilazione meccanica controllata; 2. controllo del progetto da parte

dell'A-genzia, che eventualmente richiede in-tegrazioni o ulteriori verifiche;

3. a verifica completata, avvio della fase di costruzione, in cui il referente o il Di-rettore dei Lavori raccolgono ed invia-no all'Agenzia la documentazione foto-grafica delle fasi di costruzione e dei dettagli costruttivi. A tale documenta-zione devono essere allegate le schede tecniche dei materiali impiegati e dei serramenti, eventuali certificati di pro-va che testimonino la presenza della marchiatura CE, infine la delega del committente per l'autorizzazione ad ef-fettuare i sopralluoghi da parte degli auditor CasaClima;

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4. il rilascio finale del certificato CasaCli-ma è vincolato alla verifica di tutta la documentazione15. Inoltre è necessaria la dichiarazione di conformità da parte del Direttore dei Lavori relativa all'ese-cuzione delle opere secondo il progetto energetico presentato durante la fase

di certificazione ed il test di tenuta all'aria (Blower Door Test) per i soli edi-fici residenziali di nuova costruzione. Il certificato finale è suggellato dall'affis-sione di una targa riportante la classe energetica e i relativi indicatori di effi-cienza.

Figura 6.14: Sequenza delle fasi del processo di certificazione CasaClima (fonte: Direttiva Tecnica CasaClima, 2011, pag. 7).

6.2.6. SBMethod - Sustainable Building Challenge

Il Green Building Challenge è un consorzio nato nel 1996 in Canada, del quale fanno oggi parte 25 Paesi; si pone l'obiettivo di in-dividuare e proporre criteri per valutare le prestazioni ambientali degli organismi edilizi. Il lavoro svolto dal consorzio e dai Paesi par-tecipanti si è concretizzato con due

confe-renze svoltesi a Vancouver (Green Building Conference) e a Maastricht (SB2000), dedica-ta quest'ultima a tematiche ambiendedica-tali e vol-ta ad approfondirne i criteri di valuvol-tazione. Dal 2002 la responsabilità del progetto è af-fidata all'International Initiative for a Sustai-nable Built Environment (iiSBE),

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organizza-zione no-profit per la promoorganizza-zione di metodi e strumenti per edifici sostenibili.

Figura 6.15: Logo dell'International Ini-tiative for a Sustainable Built Environ-ment.

La filosofia del sistema parte da alcuni as-sunti base relativi alla determinazione delle performance offerte:

- per certificare le prestazioni di un edifi-cio, è necessario individuarne la misu-rabilità e renderne possibile la misura; - le misurazioni di grandezze quali il

con-sumo energetico, il concon-sumo idrico ed alcuni indicatori di qualità dell'aria in-terna sono relativamente semplici e possono essere predette, in fase di progettazione, da programmi di simu-lazione o attraverso opportuni stan-dard di calcolo.

Individuati gli aspetti caratterizzanti i Green Building (GB) e i Sustainable Building (SB), il sistema si propone di certificare un'ampia gamma di prestazioni, sia relative alla fase di progetto che proprie della fase operativa dell'edificio.

Si introduce quindi una definizione dei pa-rametri specifici che caratterizzano le pre-stazioni dei Gb e degli SB, attribuendo agli ultimi una gamma tematica più ampia. Il software SBTool è l'implementazione in-formatica del documento Sustainable Building Challenge (SBC), elaborazione finale del processo GBC. Attualmente, quindi, la struttura di SBTool ha sostituito ed integrato quella originaria di GBTool.

Il metodo SBC e il software SBTool promuo-vono un approccio parzialmente diverso da quello proposto dai sistemi LEED e BREEAM. Innanzitutto SBTool è un insieme strutturato di criteri generici, che ciascuna amministra-zione o organizzaamministra-zione locale può sviluppare autonomamente nel proprio territorio per ottenere un rating system. È quindi possibi-le, da parte della struttura che lo adotta,

in-dividuare il fine della valutazione e modella-re SBTool secondo gli aspetti di maggiomodella-re influenza nel contesto locale interessato. La modulazione o la sostituzione dei criteri ori-ginali con altri locali permette di pesare gli aspetti rilevanti nel contesto e configura, dunque, il sistema SBC come indipendente da una qualsiasi area geografica, ivi compre-sa quella di nascita e sviluppo.

Temi GB SB

consumi energetici consumi idrici consumo di suolo consumo di materiali emissioni gas climalteranti

impatto ecologico rifiuti

qualità ambientale indoor mantenimento prestazioni

durata e adattabilità efficienza sicurezza

aspetti sociali ed economici

Tabella 6.5: Aspetti affrontati nei Green

Building (GB) e nei Sustainable Building

(SB) (fonte Larsson N., 2007).

L'elevato numero di criteri (125) considerati in SBTool per la valutazione di "edifici soste-nibili" (SB) e "edifici verdi" (GB), è quindi ri-ducibile e rimodulabile16.

La versione 2007 di SBTool è destinata alla valutazione della sostenibilità in fase di pro-getto, ma può comunque essere estesa alla valutazione di diverse fasi del ciclo di vita dell'edificio.

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SBTool è costituito da tre livelli: aree di valu-tazione (issues), categorie (categories), crite-ri (ccrite-ritecrite-ria). È possibile intervenire sui pesi a tutti i tre livelli di valutazione. Questo

pas-saggio è molto importante perché il toolbox diviene un rating system solo in seguito all'intervento di una terza parte che ne defi-nisce gli scopi, pesi e scale di prestazione.

Figura 6.16: Vista parziale dello schema generale SBTool WtB a disposizione delle amministra-zioni per l'attivazione e la pesatura dei singoli criteri (fonte SBTool 2007, schema generale SBT07_Full_DsnR3_Sep07).

Figura

Figura 6.1: Quadro generale
Tabella  6.1:  Sistemi  di  valutazione  am- am-bientale in vigore al 2012 in alcuni Paesi  (adattamento Ciaramella A., Tronconi O.,  2011, pagg
Figura 6.2: Classificazione dei sistemi di valutazione energetica (fonte Stival C. A., 2011)
Figura 6.3: Classificazione dei sistemi di valutazione energetica ed ambientale (fonte Stival C
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