Derivate.
Paola Mannucci e Alvise Sommariva
Universit`a degli Studi di Padova Dipartimento di Matematica
Approssimazione
Problema.
Data una funzione f definita in un intorno di x0, ci poniamo il
problema di approssimarla localmente, cio`e in un intorno sufficentemente piccolo di x0, con una retta di equazione
y = ax + b, passante per (x0, f (x0)) e quindi tale che
f (x0) = ax0+ b.
Notazione.
Dicendo che una funzione f `e uguale a o(x − c)intenderemo che
lim x →c
Nota sugli o
Nota.
Osserviamo che se limx →x0f (x ) = 0, limx →x0g (x ) = 0 allora
avevamo gi`a visto che f = o(g ) se lim
x →x0
f
g = 0.
Con questa vecchia notazione, g (x ) = x − c e x0 = c, scrivevamo
f `e uguale ao(x − c)qualora
lim x →c
f (x ) x − c = 0.
Approssimazione
Esempio
La funzione sin(x ) − x `e o(x ) (cio`e o(x − 0)).
Svolgimento.
Da limx →0 sin(x )x = 1 abbiamo che
lim x →0 sin(x ) − x x = limx →0 sin(x ) x − limx →0 x x = 1 − 1 = 0
e quindi sin(x ) − x `e o(x ).
Approssimazione
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 −2 −1 0 1 2 −5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 x 10−3 0 0.5 1 1.5 2 2.5x 10 −8Retta tangente al grafico di f in (x
0, f (x
0))
DefinizioneSia I un intervallo (anche illimitato), e x0 sia interno ad I (cio`e non
sia un estremo di I ). Si dice che la retta passante per (x0, f (x0))
y = f (x0) + m(x − x0)
`etangente al grafico di f in (x0, f (x0)) se
f (x ) − [f (x0) + m(x − x0)] = o(x − x0).
Usando l’abuso di notazione precedente, che torner`a utile, ci`o si scrive pure
Approssimazione
Nota.
Potrebbe dar fastidio l’abuso di notazione. Vediamone la ragione. Quando scriviamo
f (x ) − g (x ) = o(x − c)
intendiamo che h(x ) = f (x ) − g (x ) (cio`e f (x ) = g (x ) + h(x )) `e una funzione tale che limx →ch(x )/(x − c) = 0. Quindi, portando
a secondo membro g (x ) con
f (x ) = g (x ) + o(x − c) intendiamo dire
Retta tangente al grafico di f in (x
0, f (x
0))
Nota.
Ricordando la definizione di o(x − x0)
Derivata
Definizione
La quantit`a
f (x ) − f (x0) x − x0
si chiamarapporto incrementale di f in x relativamente a x0.
Definizione
Sia I ⊆ R un intervallo e sia f : I ⊆ R → R, con x0 interno ad I .
Diremo che f `e derivabile in x0 se esiste finito il limite L = lim
x →x0
f (x ) − f (x0)
x − x0
.
Derivabilit`
a : definizione alternativa
Nota.
Osserviamo che posto x = x0+ h, abbiamo
f0(x0) = lim x →x0 f (x ) − f (x0) x − x0 = lim h→0 f (x0+ h) − f (x0) h .
Per questo motivo spesso si definisce
f0(x0) = lim h→0
f (x0+ h) − f (x0)
Derivata, esempio 1
Esempio
Mostrare che la derivata prima di sin(x ) in 0 vale 1.
Svolgimento.
Per quanto detto basta sia, per f (x ) = sin(x ) f0(0) = lim h→0 f (0 + h) − f (0) 0 + h − 0 = limh→0 sin(h) − sin(0) h = limh→0 sin(h) h = 1
cosa nota per il limite notevole lim
x →0
sin(x )
Derivata, esempio non derivabile, 1
Esempio
La funzione√3x non `e derivabile in x
0= 0.
Traccia.
Scrivendo il rapporto incrementale f (0 + h) − f (0) h = 3 √ h h = h −2/3→ ±∞
Derivata, esempio
−0.1 −0.08 −0.06 −0.04 −0.02 0 0.02 0.04 0.06 0.08 0.1 −0.5 −0.4 −0.3 −0.2 −0.1 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5Derivata, esempio non derivabile, 2
Un caso in cui la funzione non risulta derivabile, si ha quando
L+= lim h→0+ f (x0+ h) − f (x0) h 6= limh→0− f (x0+ h) − f (x0) h = L−
in quanto, come noto, implica che non esiste limh→0f (x0+h)−f (xh 0).
Definizione
Se L−, L+ sono distinti e finiti, il punto x0 si diceangoloso per f .
Esempio
La funzione |x | ha un punto angoloso in x0= 0.
Traccia.
Si vede subito che 1 = lim h→0+ |h| − 0 h 6= limh→0− |h| − 0 h = limh→0− −h − 0 h = −1.
Derivata, esempio
−0.10 −0.08 −0.06 −0.04 −0.02 0 0.02 0.04 0.06 0.08 0.1 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.1Derivata, cuspide
Un altro caso in cui la funzione non risulta derivabile, si ha quando
L+= lim h→0+ f (x0+ h) − f (x0) h 6= limh→0− f (x0+ h) − f (x0) h = L−
in quanto, come noto, implica che non esiste limh→0f (x0+h)−f (xh 0).
Definizione
Se uno tra L+ e L− vale +∞ e l’altro −∞, il punto x0 si dice
cuspideper f .
Esempio
Derivata, derivate sinistre e destre
Definizione
Sia I ⊆ R un intervallo e sia f : I ⊆ R → R, derivabile per ogni x∗ interno ad I . Diremo che f `ederivabile in I e con f0 o a volte dxdf intenderemo la funzione che ad x associa il valore della derivata.
Definizione
Sia [a, b] ⊆ R un intervallo e sia a ≤ x0< b. Diremo che f `e
derivabile a destrain x0 se esiste finitoil limite destro
lim x →x0+ f (x ) − f (x0) x − x0 := f+ 0 (x0) Definizione
Sia [a, b] ⊆ R un intervallo e sia a ≤ x0< b. Diremo che f `e
derivabile a sinistrain x0 se esistefinito il limite sinistro
lim x →x0−
f (x ) − f (x0) x − x0
Derivata, teorema sulla derivazione, dalle derivate sinistre e
destre
Teorema
Sia I ⊆ R un intervallo aperto contenente x0. La funzione f `e
derivabile in x0 se e solo se
I esistono finite f−0(x0), f+0(x0),
Derivabilit`
a e continuit`
a
Teorema
Sia I ⊆ R un intervallo aperto contenente x0. Sia la funzione f
derivabile in x0. Allora la funzione `e continua in x0.
Dimostrazione. Dalla definizione, f0(x0) = lim x →x0 f (x ) − f (x0) x − x0 ⇔ lim x →x0 f (x ) − f (x0) − f0(x0)(x − x0) x − x0 = 0 ⇔ f (x) − f (x0) − f0(x0)(x − x0) = o(x − x0) ⇔ f (x) = f (x0) + f0(x0)(x − x0) + o(x − x0)
ed essendo f0(x0)(x − x0) → 0, o(x − x0) → 0 ricaviamo
lim
x →x0
f (x ) = f (x0)
Derivabilit`
a e continuit`
a
Nota.
Il teorema precedente di che la derivabilit`a di una funzione si studia solo nei punti in cui f non `e continua perch`e dove `e discontinua sicuramente non `e derivabile.
Nota.
Derivabilite delle funzioni elementari: monomi
Teorema
La derivata dif (x ) = xα`e, internamente al dominio di f ,
Derivabilit`
a delle funzioni elementari: monomi
Dal limite notevole
Derivabilit`
a delle funzioni elementari: sin
Teorema
La derivata dif (x ) = sin(x )`e f0(x ) = cos(x ).
Dimostrazione.
Osserviamo che da sin(x0+ h) = sin(x0) cos(h) + sin(h) cos(x0)
lim h→0 sin(x0+ h) − sin(x0) h = lim h→0
sin(x0) cos(h) + sin(h) cos(x0) − sin(x0)
h
= lim
h→0
sin(x0)(cos(h) − 1) + cos(x0) sin(h)
Derivabilit`
a delle funzioni elementari: cos, e
xCome esercizio mostrare che
Teorema
La derivata dif (x ) = cos(x )`e f0(x ) = − sin(x ).
Teorema
La derivata dif (x ) = ex `e f0(x ) = ex.
Dimostrazione.
Osserviamo che da limh→0e
Derivabilit`
a delle funzioni elementari: a
xTeorema
Per a 6= 1, a derivata dif (x ) = ax `e f0(x ) = axlog(a).
Dimostrazione.
Osserviamo che da limh→0a
Algebra delle derivate
Teorema
Siano f , g : I ⊆ R → R derivabili in x0 interno ad I . Allora
Algebra delle derivate: tan(x ), cot(x )
Teorema
Sef (x ) = tan(x ) allora, per x 6= (π/2) + kπ, k ∈ Z,
f 0(x ) = 1 + tan2(x ).
Dimostrazione.
Dall’algebra delle derivate sopra esposta e cos2(x ) + sin2(x ) = 1
d dx tan(x ) = d dx sin(x ) cos(x ) = cos2(x ) + sin2(x ) cos2(x ) = 1 cos2(x ) = 1 + tan 2(x ) Teorema
Sef (x ) = cot(x ) := (cos(x )/ sin(x )) allora, per x 6= kπ, k ∈ Z,
Derivazione di funzioni composte
Teorema
Sia I un intervallo e supponiamo che
I f : I ⊆ R → R sia derivabile nell’interno di I , I g : J ⊆ R → R sia derivabile nell’interno di J, I f (I ) ⊆ J.
Allora g ◦ f `e derivabile e vale la chain rule
Derivazione di funzioni composte
Esempio
Calcolare la derivata di
h(x ) = esin(x ).
Esempio
La funzione h(x ) = esin(x ) `e la composta di g (x ) = ex e f (x ) = sin(x ). Quindi dalla chain-rule, visto che g0(x ) = ex e f0(x ) = cos(x ), ricaviamo
Derivazione della funzione inversa
Teorema
Sia I un intervallo e supponiamo che
Derivazione della funzione inversa
Traccia.
Basta applicare il teorema della funzione composta e ricordare che, derivando ambo i membri di f−1(f (x )) = x
f−1(f (x )) = x
⇒ (f−1)0(f (x )))f0(x ) = d dxf
−1(f (x )) = d
dxx = 1 da cui posto y = f (x ), abbiamo x = f−1(y ) e quindi
Derivazione della funzione inversa: arcsin
Teorema
Sef (x ) = arcsin(x ) alloraf 0(x ) = √ 1
1−x2.
Traccia.
Posto f (x ) = sin(x ), abbiamo per il precedente teorema, visto che
d
dxsin(x ) = cos(x ), che
d
dx arcsin(y ) =
1
cos(arcsin(y )).
Osserviamo poi che essendo arcsin(y ) ∈ [−π/2, π/2], sicuramente cos(arcsin(y )) ≥ 0 in quanto cos(τ ) ≥ 0 per τ ∈ [−π/2, π/2] e quindi da sin2(x ) + cos2(x ) = 1 abbiamo
cos(arcsin(y )) = q
Derivazione della funzione inversa: arcsin
Inoltre, poich`e sin2(τ ) := (sin(τ ))2 e sin(arcsin(y )) = y ,
necessariamente
sin2(arcsin(y )) := (sin(arcsin(y )))2= y2. Assemblando i risultati
cos(arcsin(y )) = q
1 − sin2(arcsin(y ));
e
sin2(arcsin(y )) := (sin(arcsin(y )))2= y2.
Lista di derivate
Teorema
Vale la seguente lista di derivate (nel dominio della funzione):
f (x ) f0(x ) nota xα α · xα−1 α ∈ R ex ex ax (log a) · (ax) a > 0 sinh (x ) cosh (x ) cosh (x ) sinh (x ) log (|x |) 1/x
loga(|x |) (1/x ) loga(e) a ∈ R+\{0, 1}
Derivazione della funzione inversa: log
Teorema Mostrare che d dx loga(x ) = 1 x log a Dimostrazione.Ricordato che logaax = x , che dxdax = (log(a)) · ax, dal teorema della funzione inversa e aloga(x )= x ,
Massimi e minimi relativi
Definizione
Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0∈ I `e un
minimo relativo (o locale)per f se esiste un intorno U di x0 tale
che
f (x ) ≥ f (x0), per ogni x ∈ U.
Definizione
Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0∈ I `e un
massimo relativo (o locale)per f se esiste un intorno U di x0 tale
che
Massimi e minimi assoluti
Definizione
Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0∈ I `e un
minimo assoluto (o globale)per f se
f (x ) ≥ f (x0), per ogni x ∈ I .
Definizione
Sia f : I ⊆ R → R, con I intervallo. Diremo che x0∈ I `e un
massimo assoluto (o globale)per f se
f (x ) ≤ f (x0), per ogni x ∈ I .
Nota.
I Se x0 `e un minimo assoluto allora `e anche un minimo relativo.
I Se x0 `e un massimo assoluto allora `e anche un massimo
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0Teorema (Fermat)
Sia I un intervallo e f : I → R sia derivabile in x0 interno ad I .
Allora se x0 `e un punto di minimo relativo o massimo relativo per f
sia ha che f0(x0) = 0.
Svolgimento.
Dalla derivabilit`a deduciamo che lim
x →x0
f (x ) − f (x0)
x − x0
:= f0(x0).
Se x0 `e un minimo relativo, esiste un intorno U ⊆ I tale che
f (x0) ≤ f (x ) per ogni x ∈ U, cio`e
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0In particolare se x > x0 allora x − x0 > 0 e quindi
f (x ) − f (x0)
x − x0
≥ 0 per ogni x ∈ U, x > x0 e quindi per il teorema di permanenza del segno
lim
x →x0+
f (x ) − f (x0)
x − x0
≥ 0. Se invece x < x0 allora x − x0 < 0 e quindi
f (x ) − f (x0)
x − x0
≤ 0 per ogni x ∈ U, x < x0 da cui per il teorema di permanenza del segno
lim
x →x0−
f (x ) − f (x0)
x − x0
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0Siccome la derivata in x0 esiste, necessariamente
0 ≤ lim x →x0+ f (x ) − f (x0) x − x0 = lim x →x0− f (x ) − f (x0) x − x0 ≤ 0 e quindi lim x →x0 f (x ) − f (x0) x − x0 = lim x →x0+ f (x ) − f (x0) x − x0 = lim x →x0− f (x ) − f (x0) x − x0 = 0.
Con la stessa tecnica si dimostra l’asserto nel caso x0 sia un
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0Definizione
I massimi e minimi locali e globali di una funzione si chiamano
estremidi f .
Nota.
Gli estremi possono essere anche in punti nei quali f non `e continua o non derivabile!
Definizione
Sia I un intervallo e f : I → R sia derivabile in x0 interno ad I .
Diremo che x0 `e unpunto critico o stazionario per f se f0(x0) = 0.
Nota.
Non tutti i puntistazionarisonoestremi. La funzione f (x ) = x3 ha
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0. Punti critici.
−1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 −1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3Figura : La funzione x3 in [−1, 1] (in alto) e la sua derivata (in basso).
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0. Punti critici.
Teorema
Sia I un intervallo e f : I → R e supponiamo che x0 sia un minimo
o un massimo relativo per f . Allora vale una delle seguenti:
I x0 `e unpunto critico per f ;
I x0 non `e interno a I (`e un estremo, anche ±∞ se l’intervallo `e
illimitato);
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0. Punti critici.
−3 −2 −1 0 1 2 3 0 0.5 1 1.5 2 −3 −2 −1 0 1 2 3 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5Teorema di Rolle.
Teorema (Weierstrass)
Sia f : [a, b] → R
I continua in [a, b];
I −∞ < a < b < +∞
Allora esiste f ha un minimo e un massimo assoluto in [a, b].
Teorema (Rolle (1691))
Sia f : [a, b] → R, con −∞ < a < b < +∞ e supponiamo
I f continua in [a, b];
I f derivabile in (a, b);
I f sia tale che f (a) = f (b).
Teorema di Rolle.
Dimostrazione.
I Se f `e costante in [a, b], il teorema `e ovvio.
I Se f non `e costante, certamente `e continua in quanto persino derivabile. Per il teorema di Weierstrass, essendo
−∞ < a < b < +∞, ha un massimo e minimo in [a, b] e quindi esistono x1, x2∈ [a, b] tali che
f (x1) ≤ f (x ) ≤ f (x2), per ogni x ∈ [a, b].
Siccome f (a) = f (b) e f non `e costante, necessariamente o x1∈ (a, b) o x2∈ (a, b) e quindi per il Teorema di Fermat, o
Teorema di Rolle.
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 −1 −0.5 0 0.5 1Teorema di Lagrange.
Teorema (Lagrange (1797))
Sia f : [a, b] → R, con −∞ < a < b < +∞ e supponiamo
I f continua in [a, b];
I f derivabile in (a, b). Allora esiste ξ ∈ (a, b) tale che
f0(ξ) = f (b) − f (a)
b − a .
Nota.
Si osservi che se f (a) = f (b), dal teorema di Lagrange si deduce il teorema di Rolle, in quanto
f0(ξ) = f (b) − f (a)
Teorema di Lagrange.
Dimostrazione.
Sia
g (x ) = f (x ) − f (b) − f (a)
b − a (x − a).
La funzione g `e continua in [a, b] e derivabile in (a, b) essendo tali f e f (b)−f (a)b−a (x − a), e valendo l’algebra delle funzioni continue e derivabili lo `e pure g .
Inoltreg (a) = f (a), g (b) = f (a) in quanto g (a) = f (a) −f (b) − f (a)
b − a (a − a) = f (a)
g (b) = f (b) −f (b) − f (a)
Teorema di Lagrange.
Quindi, per
g (x ) = f (x ) − f (b) − f (a)
b − a (x − a),
dal teorema di Rolle esiste ξ ∈ (a, b) tale che 0 = g0(ξ) = f0(x ) − f (b) − f (a) b − a d dx(x − a) = f 0(x ) −f (b) − f (a) b − a cio`e per cui
f0(ξ) = f (b) − f (a)
Teorema di Lagrange.
0 1 2 3 4 5 6 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 0 1 2 3 4 5 6 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5Figura : La funzione sin(x ) + cos(x ) in [0, (5/3)π] (in nero), la sua derivata (in rosso) con sovrapposta la retta di equazione
Teorema di Cauchy.
Teorema (Cauchy)
Siano f , g : [a, b] → R, entrambe continue in [a, b] e derivabili in (a, b) con g (a) 6= g (b) e g06= 0. Allora esiste ξ ∈ (a, b) tale che
f0(ξ) g0(ξ) =
f (b) − f (a) g (b) − g (a)
Nota.
Teorema di Cauchy.
Si verifica facilmente che
h(x ) = f (x )(g (b) − g (a)) − g (x )(f (b) − f (a)) `e continua in [a, b] e derivabile in (a, b) essendo tali f e g . Inoltre, da h(x ) = f (x )(g (b) − g (a)) − g (x )(f (b) − f (a)),
h(a) = f (a)(g (b) − g (a)) − g (a)(f (b) − f (a)) = f (a)g (b) − g (a)f (b),
Teorema di Cauchy.
Per il teorema di Rolle, da h(a) = h(b), esiste ξ ∈ (a, b) tale che 0 = h0(ξ) = f0(ξ)(g (b) − g (a)) − g0(ξ)(f (b) − f (a))
cio`e per cui
f0(ξ)(g (b) − g (a)) = g0(ξ)(f (b) − f (a))
e dunque essendo g0(x ) 6= 0 per ogni x ∈ I e g (b) 6= g (a), necessariamente g0(ξ) 6= 0, g (b) − g (a) 6= 0 e
f0(ξ) g0(ξ) =
Derivate prime e monotonia.
Teorema
Supponiamo I sia un intervallo e
I f : I → R
I f sia derivabile in I Allora
I f crescentein I se e solo se f0(x ) ≥ 0per ogni x ∈ I .
I f decrescente in I se e solo se f0(x ) ≤ 0per ogni x ∈ I .
I f strettamente crescentein I , se f0(x ) > 0per ogni x ∈ I .
I f strettamente decrescente in I , se f0(x ) < 0 per ogni x ∈ I .
Nota.
Derivate prime e monotonia.
Dimostrazione. (⇒)
Siano x1, x2 ∈ I , x1 < x2, arbitrariamente scelti. Per il teorema di
Lagrange esiste ξ ∈ (x1, x2) tale che
f (x2) − f (x1) = f0(ξ)(x2− x1).
Se
I f0(x ) > 0 per ogni x ∈ I allora in particolare lo `e in ξ, ed essendo x1 < x2
f (x2) − f (x1) = f0(ξ)(x2− x1) > 0
e vista l’arbitrariet`a della scelta x1, x2 ∈ I , x1 < x2, deduciamo
Derivate prime e monotonia.
I f0(x ) < 0 per ogni x ∈ I allora in particolare lo `e in ξ, ed essendo x1 < x2
f (x2) − f (x1) = f0(ξ)(x2− x1) < 0
e vista l’arbitrariet`a della scelta x1, x2 ∈ I , x1 < x2, deduciamo
che f `e strettamente decrescente.
Derivate prime e monotonia.
Dimostrazione facoltativa. (⇐) Viceversa, se I se f `e crescente in I , allora f (x ) − f (x0) x − x0 ≥ 0, x, x0 ∈ I in quanto I se x > x0 allora f (x ) > f (x0) e quindi x − x0> 0, f (x ) − f (x0) > 0; I se x < x0 allora f (x ) < f (x0) e quindi x − x0< 0, f (x ) − f (x0) < 0.e quindi per il teorema di permanenza del segno f0(x0) = limx →x0
f (x ) − f (x0)
x − x0
Derivate prime e monotonia.
I se f `e decrescente in I , allora f (x ) − f (x0) x − x0 ≤ 0, x, x0 ∈ I in quanto I se x > x0 allora f (x ) < f (x0) e quindi x − x0> 0, f (x ) − f (x0) < 0; I se x < x0 allora f (x ) > f (x0) e quindi x − x0< 0, f (x ) − f (x0) > 0.e quindi per il teorema di permanenza del segno f0(x0) = limx →x0
f (x ) − f (x0)
x − x0
Derivate prime e monotonia.
Teorema
Supponiamo I sia un intervallo e
I f : I → R
I f sia derivabile in I Allora
I f crescentein I , se f0(x ) ≥ 0per ogni x ∈ I (eccetto per un insieme numerabile di punti).
I f decrescente in I , sef0(x ) ≤ 0per ogni x ∈ I (eccetto per un insieme numerabile di punti).
I f strettamente crescentein I , se f0(x ) > 0per ogni x ∈ I (eccetto per un insieme numerabile di punti). .
Derivate prime e monotonia, esempio.
Esempio
La funzione f (x ) = x3 `e strettamente crescente in R.
Svolgimento.
Da f0(x ) = 3x2 ≥ 0 `e crescente in R.
Osserviamo che per ogni x 6= 0 `e strettamente crescente, in quanto f0(x ) = 3x2 > 0 per x 6= 0. Quindi siccome f0(x ) non `e
Derivate prime e monotonia, esempio.
Teorema
Supponiamo I sia un intervallo e f : I → R. Allora
I se f `e strettamente monotona allora f `e invertibile;
I se f `e continua allora `e invertibile se e soltanto se `e strettamente monotona.
Esempio
La funzione f (x ) = x3− 1 : R → R `e continua, strettamente monotona (lo `e x3 e quindi anche x3− 1). Quindi `e invertibile. In
Derivate prime e monotonia, esercizio.
Esempio
Data f (x ) = x + sin (x ),
I dimostrare che f `e invertibile;
Asintoti orizzontali.
Definizione
La retta y = y0 `e unasintoto orizzontale per f a +∞ se
limx →+∞f (x ) = y0.
Definizione
La retta y = y0 `e unasintoto orizzontale per f a −∞ se
Asintoti verticali.
Definizione
La retta x = x0 `e unasintoto verticale per f a sinistra di x0 se limx →x−
0 f (x ) = +∞ o limx →x −
0 f (x ) = −∞.
Definizione
La retta x = x0 `e unasintoto verticale per f a destra di x0 se limx →x+
0 f (x ) = +∞ o limx →x +
Asintoti obliqui.
Definizione
La retta y = mx + q (m 6= 0) `e inasintoto obliquo per f a +∞ se
lim x →+∞ f (x ) x = m e lim x →+∞f (x ) − mx = q. Definizione
La retta y = mx + q (m 6= 0) `e inasintoto obliquo per f a −∞ se
Asintoti.
0 0.5 1 1.5 2 2.5 x 10−5 −5 0 5 10x 10 5 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 0 1 2 3 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 1 1.5 2 2.5 3Figura : Il grafico di tre curve e loro asintoti. In alto, 1/x (in blue) e y = 0 (in verde). La curva ha un asintoto verticale in 0 e un asintoto orizzontale y = 0 a +∞. In centro, (x + 1)/x (in blue) e y = 1 (in verde). La curva ha un asintoto verticale in 0 e un asintoto orizzontale y = 1 a +∞. In basso,√x2+ 1 (in blue) e y = x (in verde). La curva
Asintoti, esempio.
Esempio
Si determinino i possibili asintoti della funzione f (x ) =√x2+ 1.
Svolgimento.
Si osservi che la funzione `e continua in [0, +∞) e quindi non ha asintoti verticali. Inoltre
lim
x →+∞
p
x2+ 1 = +∞
e quindi `e possibile abbia un asintoto obliquo a +∞. Non ha asintoto orizzontale, altrimenti il limite sarebbe finito. Se esiste un asintoto obliquo y = mx + q, allora esiste finito
m = lim
x →+∞
√ x2+ 1
Asintoti, esempio.
Raccogliendo x , m = lim x →+∞ √ x2+ 1 x =x →+∞lim xp1 + (1/x2) x = 1. Ora, razionalizzando q = lim x →+∞ p x2+ 1 − x = lim x →+∞( p x2+ 1 − x ) √ x2+ 1 + x √ x2+ 1 + x = lim x →+∞ x2+ 1 − x2 √ x2+ 1 + x =x →+∞lim 1 √ x2+ 1 + x = 0.Derivate successive (di ordine superiore).
Definizione
Derivate successive (di ordine superiore).
Definizione
Sia f : I → R, con I intervallo di R. Supponiamo che
I f(k−1) esista,
I f(k−1) sia derivabile in I , per k ≥ 2.
Derivate successive (di ordine superiore), esercizio.
Esercizio
Derivate successive (di ordine superiore), esercizio.
Esercizio
Funzioni convesse e funzioni concave.
Definizione
Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f `econvessase per ogni x , y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha
f ((1 − t)x + ty ) ≤ (1 − t)f (x ) + tf (y ).
Definizione
Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f `econcava se per ogni x , y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha
Funzioni convesse e funzioni concave.
Definizione
Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f `estrettamente convessase per ogni x , y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha
f ((1 − t)x + ty ) < (1 − t)f (x ) + tf (y ).
Definizione
Sia f : I → R con I intervallo. Diremo che f `estrettamente concavase per ogni x , y ∈ I , t ∈ [0, 1] si ha
Funzioni convesse e funzioni concave.
−3 −2 −1 0 1 2 3 −2 0 2 4 6 8 −3 −2 −1 0 1 2 3 −8 −6 −4 −2 0 2Funzioni convesse e funzioni concave.
Teorema
Sia f : I → R, con I chiuso. Se f `e concava o convessa, allora f `e continua in I .
Teorema
Sia f : I → R, con I chiuso.
I Se f `e convessa, allora
I f `e derivabile nell’interno di I a meno di un insieme finito o numerabile di punti X ;
I la funzione f0, ove definita, `emonotona crescente.
I Se f `e concava, allora
I f `e derivabile nell’interno di I a meno di un insieme finito o numerabile di punti X ;
Funzioni convesse e funzioni concave.
Teorema
Sia f : I → R, con I aperto. Si supponga f0, f00 : I → R. Allora:
I f `e convessa se e solo se
f00(x ) ≥ 0, per ogni x ∈ I ;
I f `e strettamente convessa se e solo se
f00(x ) > 0, per ogni x ∈ I ;
I f `e concava se e solo se
f00(x ) ≤ 0, per ogni x ∈ I ;
I f `e strettamente concavase e solo se
Funzioni convesse e funzioni concave: flessi.
Definizione
Sia f : (a, b) → R. Un punto x0∈ (a, b) si dice di flessoper f se
I f0(x0) ∈ R∗
I per ogni intorno arbitrariamente piccolo di x0, la funzione f
cambia concavit`a.
Definizione
Funzioni convesse e funzioni concave: flessi.
−1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 −1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 0 1 2 3 4 5Figura : La funzione x5 in [−1, 1] (in alto) e la sua derivata (in basso).
Funzioni convesse e funzioni concave: nota.
Teorema
Se f : (a, b) → R `e strettamente convessa e derivabile in (a, b) allora ha al pi`u un punto stazionario e questo sar`a un minimo globale.
Teorema
Funzioni convesse e funzioni concave: esempio.
Esempio
La funzione f (x ) = ex `e derivabile due volte ed `e f(2)(x ) = ex > 0. Quindi `e strettamente convessa in R.
Esempio
La funzione f (x ) = log(x ) `e derivabile due volte ed `e
f(2)(x ) = −(1/x2) < 0. Quindi `e strettamente concava nel suo insieme di definizione R+\0.
Esempio
Teorema di de l’Hopital.
Teorema (de l’Hopital (1696))
Siano f , g : I ⊆ R → R, con I = (a, b) intervallo aperto. Si supponga che
I f , g siano entrambe derivabili in I ;
I valga una delle seguenti
1. limx →a+f (x ) = limx →a+g (x ) = 0;
2. limx →a+f (x ) = limx →a+g (x ) = −∞;
3. limx →a+f (x ) = limx →a+g (x ) = +∞;
Teorema di de l’Hopital.
Dimostrazione facoltativa.
Mostriamo esclusivamente il caso limx →a+f (x ) = limx →a+g (x ) = 0.
Teorema di de l’Hopital.
Osserviamo che ˆ f (x ) ˆ g (x ) = ˆ f (x ) − 0 ˆ g (x ) − 0 = ˆ f (x ) − ˆf (a) ˆ g (x ) − ˆg (x ).Fissato x ∈ [a, b), si ha che ˆf (x ), ˆg (x ) sono continue in [a, x ] e derivabili in (a, x ).
Teorema di de l’Hopital.
Quindi lim x →a+ f (x ) g (x ) = x →alim+ ˆ f (x ) ˆ g (x ) = lim x →a+ ˆ f (x ) − ˆf (a) ˆg (x ) − ˆg (a) = limx →a+
ˆ f0(ξ(x )) ˆ
g0(ξ(x )). (1)
Osserviamo ora che se x → a+, pure ξ(x ) → a+ poich`e ξ(x ) ∈ (a, x ). Inoltre limt→a+
ˆ f0(t) ˆ g0(t) = limt→a+ f 0(t) g0(t). Posto
t = ξ(x ), si ha quindi che t → a+ da cui
lim x →a+ f (x ) g (x ) = x →alim+ ˆ f0(ξ(x )) ˆ g0(ξ(x )) = limt→a+ ˆ f0(t) ˆ g0(t) = limt→a+ f0(t) g0(t).
Teorema di de l’Hopital, esempio.
Esempio Calcolare lim x →0 1 − cos2(x ) x Svolgimento.Esercizi
Derivata, esercizio
Esercizio
Mostrare che la derivata prima di log(x ) in x0> 0 vale 1/x0.
Traccia. Ricordiamo che lim y →0 log(1 + y ) y → 1.
Derivazione: esercizi
Esercizio Calcolare le derivate di I f (x ) = asin (x ); I f (x ) = cosxx +13+2I f (x ) = sin(x )+ex2cos(x )1/x + log(x );
I f (x ) = xx (nota che f0(x ) 6= x · xx −1)!!
Esercizi di ricapitolazione.
Esercizio
I La funzione f (x ) =p|x| `e ovunque derivabile nel suo1
dominio?
I La funzione f (x ) =p|x| `e ovunque derivabile?3
I Mostrare, conoscendo l’algebra dei limiti, teoremi e le principali derivate, che
I se f (x ) = 1/ sin(x ) allora f0(x ) = − cos(x )/ sin2(x );
I f (x ) = 3x2+ ex· sin(x) + (1/log (x)) allora
f0(x ) = 6x + ex · sin(x) + ex· cos(x) − 1/(x(log(x))2);
I f (x ) = sin(x2) allora f0(x ) = 2x · cos(x2);
I f (x ) = e−x allora f0(x ) = −e−x;
I f (x ) = sinh(x ) = (ex− e−x)/2 allora
f0(x ) = cosh(x ) = (ex+ e−x)/2;
I f (x ) = cosh(x ) = (ex + e−x)/2 allora
f0(x ) = sinh(x ) = (ex− e−x)/2;
I f (x ) = 2 log(cos(x2)) allora f0(x ) =−4x sin(x2)
Esercizi di ricapitolazione.
Esercizio
Mostrare, conoscendo l’algebra dei limiti, teoremi e le principali derivate, che
I f (x ) = xx allora f0(x ) = xx · (log(x) + 1) (sugg. f (x )g(x ) = eg (x ) log(f (x )));
I f (x ) = (sin(x ))sin(x )+ sin(sin(x )) allora f0(x ) =
(sin(x ))sin(x )· (cos(x) log(sin(x)) + cos(x)) + cos(sin(x)) cos(x);
I f (x ) = arccos(x ) allora f0(x ) = −1/(1 − x2)1/2 se x ∈ (−1, 1);
I f (x ) = arctan(x ) allora f0(x ) = 1/(1 + x2)1/2;
I g (x ) = sinh(x ), la sua inversa `e f (y ) = settsenh(y ) e allora f0(y ) = 1/p1 + y2 (sugg. se y = sinh(x ) allora
cosh(x ) =p1 + y2);
Esercizi di ricapitolazione.
Esercizio
Mostrare che | sin(x )| `e continua ma non `e derivabile in x = kπ, per k ∈ Z.
Esercizio
Dire in quali punti sono continue e/o derivabili le seguenti funzioni
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0. Esercizi.
Esercizio
Calcolare i punti critici, massimi e minimi relativi e assoluti, di f (x ) =
x2− 1, se x ≤ 1
(x − 1) sin(x −11 ), se x > 1
Esercizio
Calcolare, al variare di β, γ, i punti critici, massimi e minimi relativi e assoluti, di
f (x ) =
Massimi e minimi relativi e zeri di f
0. Esercizi.
Esercizio
Esercizi di ricapitolazione. Asintoti obliqui.
Esercizio
Calcolare i possibili asintoti di
Esercizi di ricapitolazione. Asintoti obliqui.
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10 −10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8Figura : In alto. La funzione log(|ex− 4|) − arctan(ex− 5) − log(4) in
Esercizi di ricapitolazione. Teorema di de l’Hopital.
Esercizio
Usando il Teorema de L’Hopital, calcolare
I limx →0sin(x )/x ; I limx →0+ e −1/x2 x = 0; I limx →0(ex− 1)/x; I limx →0e x 3/(x 4+x )−cos(x) sin(x )(tan(x ))
I limx →0sin(x )+cos(x )−e
Studi di funzione, esercizio 1.
Esercizio Sia f (x ) = x 2+ x + 1 2x − 1 . Determinare I il dominio di f ;I determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
Studi di funzione, esercizio 2.
Esercizio Sia f (x ) = log x + 4 (x + 1)2 . Determinare I il dominio di f ;I determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
Studi di funzione, esercizio 3.
Esercizio Sia f (x ) = x + 2 x e − 1 (x +2). Determinare I il dominio di f ;I determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
Studio di funzione: esercizio 4.
Esercizio Sia f (x ) = arcsin(x2− 4|x| + 3). Si determini I il dominio di f ; I dove `e positivaI determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
I determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto.
Studio di funzione: esercizio 5.
Esercizio Sia f (x ) = x log(x ). Si determini I il dominio di f ; I dove `e positivaI determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
I determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto.
Studio di funzione: esercizio 6.
Esercizio Sia f (x ) = 3−1/| sin(x)|. Si determini I il dominio di f ; I dove `e positivaI determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
I determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto.
Studio di funzione: esercizio 7.
Esercizio Sia f (x ) = log(ex+ e−x) + x . Si determini I il dominio di f ; I dove `e positivaI determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
I determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto.
Studio di funzione: esercizio 8.
Esercizio Sia f (x ) = arcsin |x − 1| x + 3 . Si determini I il dominio di f ; I dove `e positivaI determinare dove f `e continua;
I determinare gli asintoti orizzontali/verticali di f (se esistenti);
I determinare dove f `e derivabile e calcolare f0;
I determinare gli intervalli di monotonia della funzione e eventuali punti di massimo e/o minimo relativo e/o assoluto.
Esercizi di ricapitolazione. Studi di funzione
Esercizio
Studiare le seguenti funzioni, al variare di α > 0, β ∈ R