Don Guanella
Mons. Francesco SodduGiancarlo Perego Direttore Caritas Italiana
(Roma, presentazione audiolibro ‘Pane e Paradiso, 18.12.2012)
Il contesto sociale ed ecclesiale in cui oggi viviamo già si presenta con alcune caratteristiche differenti rispetto a qualche anno fa ed è sicuramente profondamente cambiato rispetto ai tempi di don Guanella. Eppure questo “nuovo Santo” ha molto da insegnare ancora oggi. Egli continua a testimoniare quella chiarezza di fede e quella capacità di giudizio sulla realtà che ha origine dal seguire Gesù. Don Guanella si presenta a noi come un sacerdote che viveva profondamente la carità, mai disgiunta dalla fede.
Questo è il distintivo cristiano: la fede che si rende operosa nella carità(). E don Guanella lo faceva anche con una bella dose di creatività, anticipando quella che Giovanni Paolo II avrebbe definito
«fantasia della carità». Una fantasia che sapeva tradursi in fatti e opere concrete.
“La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo cammino”. Così scrive Benedetto XVI al n.14 della Lettera Apostolica Porta fidei con cui ha indetto l’Anno della Fede. Una carità senza fede sarebbe, dunque, pienamente fuori dalle caratteristiche della
carità, così come tratteggiate da San Paolo. Per cui non sarebbe difficile registrare casi o situazioni in cui, in nome della carità, emerge l’opposto dei suoi veri tratti: impazienza e ingenerosità, invidia, vanto, orgoglio, non rispetto, interesse, collera, risentimento, prevaricazione ecc.
La fede operosa di don Guanella evidenzia invece l’azione instancabile dell’amore, il suo desiderio mai pienamente compiuto, ed anche la pazienza che proviene dalla consapevolezza che ognuno di noi è un semplice strumento chiamato a dare il proprio contributo affinché l’amore con cui è da sempre e per sempre amato da Dio divenga operosità della vita, forza di servizio, consapevolezza della responsabilità.
Tra la consegna dei talenti e la riconsegna di questi, fatti fruttificare secondo il criterio di “Caritas Christi urget nos”, c’è dunque l’intera esistenza, tutte le azioni poste in atto da don Guanella durante la vita; azioni che sono state capaci di produrre esito buono da riconsegnare a Dio, proprietario del tutto. Le azioni che producono questo sono, appunto, i gesti di carità, come insegna il Vangelo di Matteo al Cap. 25. In questo contesto sono presentate, direi trasfigurate, in quanto identificate come azioni rivolte o non rivolte al Signore. Ho avuto fame, sete, ero nudo ecc. Queste gesti
“producono”, per il presente, ed è ovvio (ho dato da mangiare….), ma sono fruttuose anche per il futuro nel senso che rimane qualcosa. Il Concilio Vaticano II (GS 39) insegna che “Resterà la
carità con i suoi frutti”. C’è l’intera sostanza del messaggio Pane e Paradiso.
Quale carità è dunque quella della fede? In altre parole qual è la strada sicura che porta a Dio? Il Vangelo ci riporta la parola illuminante di Gesù, il Figlio di Dio che per noi si è fatto uomo, che dice: “io sono la via la verità e la vita”. Tuttavia, siccome il Regno di Dio non si conquista da soli, come singoli individui (da soli ci si perde), la solidarietà con i più bisognosi si (im)pone come la strada, il metodo, il metro e il criterio entro cui si incanala l’azione posta in essere; entro il felice connubio, anzi l’identificazione che Gesù fa di se stesso con il bisognoso.
Mi piace concludere con le parole di Benedetto XVI che nel recente Motu Proprio “De Caritate Ministranda” ricorda che le istituzioni caritative “devono sempre avere una speciale attenzione per la persona che è nel bisogno e svolgere, altresì, una preziosa funzione pedagogica nella comunità cristiana, favorendo l’educazione alla condivisione, al rispetto e all’amore secondo la logica del Vangelo di Cristo”. Ed insieme il rilancio della pressante esortazione di Papa Benedetto per il 40° di Caritas Italiana: “Non desistete mai da questo compito educativo, anche quando la strada si fa dura e lo sforzo sembra non dare risultati. Vivetelo nella fedeltà alla Chiesa e nel rispetto dell’identità delle vostre Istituzioni, utilizzando gli strumenti che la storia vi ha consegnato e quelli che la
«fantasia della carità» … vi suggerirà per l’avvenire”. Tra questa fantasia della carità, che dal passato arriva a noi e si proietta fedele
e felicemente nel futuro, vi è l’intera opera di don Guanella, che questa nuova edizione dell’audiolibro intende ancora presentare come frutto di carità nato dal seme della sua fede robusta.