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(1)Don Guanella Mons

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Academic year: 2022

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Don Guanella 

Mons. Francesco SodduGiancarlo Perego  Direttore Caritas Italiana 

(Roma, presentazione audiolibro ‘Pane e Paradiso, 18.12.2012) 

Il  contesto  sociale  ed  ecclesiale  in  cui  oggi  viviamo  già  si  presenta  con  alcune  caratteristiche  differenti  rispetto  a  qualche  anno  fa  ed  è  sicuramente  profondamente  cambiato  rispetto  ai  tempi  di  don  Guanella.  Eppure  questo  “nuovo  Santo”  ha  molto  da  insegnare ancora oggi. Egli continua a testimoniare quella chiarezza  di  fede  e  quella  capacità  di  giudizio  sulla  realtà  che  ha  origine  dal  seguire  Gesù.  Don  Guanella  si  presenta  a  noi  come  un  sacerdote  che viveva profondamente la carità, mai disgiunta dalla fede. 

Questo  è  il  distintivo  cristiano:  la  fede  che  si  rende  operosa  nella carità(). E don Guanella lo faceva anche con una bella dose di  creatività, anticipando quella che Giovanni Paolo II avrebbe definito  

«fantasia  della  carità».  Una  fantasia  che  sapeva  tradursi  in  fatti  e  opere concrete. 

“La  fede  senza  la  carità  non  porta  frutto  e  la  carità  senza  la  fede  sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Fede e carità si  esigono a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo  cammino”. Così scrive Benedetto XVI al n.14 della Lettera Apostolica  Porta  fidei  con  cui  ha  indetto  l’Anno  della  Fede.  Una  carità  senza  fede  sarebbe,  dunque,  pienamente  fuori  dalle  caratteristiche  della 

carità,  così  come  tratteggiate  da  San  Paolo.  Per  cui  non  sarebbe  difficile  registrare  casi  o  situazioni  in  cui,  in  nome  della  carità,  emerge  l’opposto  dei  suoi  veri  tratti:  impazienza  e  ingenerosità,  invidia,  vanto,  orgoglio,  non  rispetto,  interesse,  collera,  risentimento, prevaricazione ecc.  

La  fede  operosa  di  don  Guanella  evidenzia  invece  l’azione  instancabile dell’amore, il suo desiderio mai pienamente compiuto,  ed anche la pazienza che proviene dalla consapevolezza che ognuno  di  noi  è  un  semplice  strumento  chiamato  a  dare  il  proprio  contributo  affinché  l’amore  con  cui  è  da  sempre  e  per  sempre  amato  da  Dio  divenga operosità della  vita,  forza  di  servizio,  consapevolezza della responsabilità. 

Tra  la  consegna  dei  talenti  e  la  riconsegna  di  questi,  fatti  fruttificare  secondo  il  criterio  di  “Caritas  Christi  urget  nos”,  c’è  dunque  l’intera  esistenza,  tutte  le  azioni  poste  in  atto  da  don  Guanella  durante  la  vita;  azioni  che  sono  state  capaci  di  produrre  esito buono da riconsegnare a Dio, proprietario del tutto. Le azioni  che producono questo sono, appunto, i gesti di carità, come insegna  il Vangelo di Matteo al Cap. 25. In questo contesto sono presentate,  direi  trasfigurate,  in  quanto  identificate  come  azioni  rivolte  o  non  rivolte al Signore. Ho avuto fame, sete, ero nudo ecc. Queste gesti 

“producono”, per il presente, ed è ovvio (ho dato da mangiare….),  ma  sono  fruttuose  anche  per  il  futuro  nel  senso  che  rimane  qualcosa.  Il  Concilio  Vaticano  II  (GS  39)  insegna  che  “Resterà  la 

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carità  con  i  suoi  frutti”.  C’è  l’intera  sostanza  del  messaggio  Pane  e  Paradiso. 

Quale carità è dunque quella della fede? In altre parole qual  è  la  strada  sicura  che  porta  a  Dio?  Il  Vangelo  ci  riporta  la  parola  illuminante di Gesù, il Figlio di Dio che per noi si è fatto uomo, che  dice: “io sono la via la verità e la vita”. Tuttavia, siccome il Regno di  Dio  non  si  conquista  da  soli,  come  singoli  individui  (da  soli  ci  si  perde), la solidarietà con i più bisognosi si (im)pone come la strada,  il metodo,  il metro e il criterio entro cui si incanala l’azione posta in  essere; entro il felice connubio, anzi l’identificazione che Gesù fa di  se stesso con il bisognoso. 

Mi  piace  concludere  con  le  parole  di  Benedetto  XVI  che  nel  recente  Motu  Proprio  “De  Caritate  Ministranda”  ricorda  che  le  istituzioni caritative “devono sempre avere una speciale attenzione  per  la  persona  che  è  nel  bisogno  e  svolgere,  altresì,  una  preziosa  funzione  pedagogica  nella  comunità  cristiana,  favorendo  l’educazione  alla  condivisione,  al  rispetto  e  all’amore  secondo  la  logica  del  Vangelo  di  Cristo”.  Ed  insieme  il  rilancio  della  pressante  esortazione  di  Papa  Benedetto  per  il  40°  di  Caritas  Italiana:  “Non  desistete mai da questo compito educativo, anche quando la strada  si fa dura e lo sforzo sembra non dare risultati. Vivetelo nella fedeltà  alla  Chiesa  e  nel  rispetto  dell’identità  delle  vostre  Istituzioni,  utilizzando gli strumenti che la storia vi ha consegnato e quelli che la 

«fantasia  della  carità»  …  vi  suggerirà  per  l’avvenire”.  Tra  questa  fantasia della carità, che dal passato arriva a noi e si proietta fedele 

e  felicemente  nel  futuro,  vi  è  l’intera  opera  di  don  Guanella,  che  questa  nuova  edizione  dell’audiolibro  intende  ancora  presentare  come frutto di carità nato dal seme della sua fede robusta. 

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