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L'IMPATTO DELLA RIFORMA DELLE REGOLE PENSIONISTICHE PREVISTA DALLA LEGGE DI BILANCIO PER IL 2019 (C.D. QUOTA 100)

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L'IMPATTO DELLA RIFORMA DELLE REGOLE PENSIONISTICHE PREVISTA DALLA LEGGE DI BILANCIO PER IL 2019 (C.D. QUOTA 100)

1

1.

La proposta contenuta nella legge di bilancio 2019

Il disegno di legge di bilancio per il 2019 prevede all'articolo 21, comma 2 l'istituzione di un fondo per la revisione del sistema pensionistico al fine introdurre ulteriori forme di pensionamento anticipato, con una dotazione di 6,7 miliardi di euro per il 2019 e 7 miliardi a decorrere dal 2020. Dato che i criteri di revisione delle regole pensionistiche non sono ancora stati specificati in atti normativi successivi al disegno di legge di bilancio, la presente nota si basa sulle dichiarazioni rese dai soggetti politici proponenti e da nostre ipotesi sulle modalità di attuazione nel futuro.

Nello specifico, dal 2019 possono usufruire di un pensionamento anticipato i lavoratori che hanno maturato almeno 38 anni di contributi ed hanno compiuto almeno 62 anni. Sulla revisione dei criteri di uscita anticipata nel tempo non ci sono informazioni chiare espresse da parte degli esponenti politici. In base ad una nostra assunzione il requisito dei 38 anni di contributi sarà mantenuto costante nel tempo, mentre l'età minima per il pensionamento arriverà a 63 anni nel 2025, a 64 anni nel 2035 e a 65 anni nel 2047, con un aumento in linea con quello previsto per la pensione di vecchiaia.

2.

Il modello di simulazione

Al fine di valutare l'impatto della revisione dei criteri pensionistici sulla spesa previdenziale e sulla platea di pensionati coinvolti abbiamo utilizzato il modello di microsimulazione dinamica IrpetDin2, basato sull'Indagine campionaria dell'ISTAT, Eusilc 2008. Il modello simula tutti gli eventi che accadano agli individui che compongono il campione, rappresentativo della popolazione italiana, come l'invecchiamento, la morte, il matrimonio, l'acquisizione di un titolo di studio, l'entrata nel mondo del lavoro e l'uscita attraverso il

1 A cura di Maria Luisa Maitino, Letizia Ravagli e Nicola Sciclone.

2 Per una descrizione sintetica si rinvia alla presentazione consultabile al seguente link: Presentazione I seminario scientifico 50mo IRPET

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pensionamento, dal 2009 al 2050. La base campionaria di partenza è allineata alle principali variabili demografiche (genere, età) di fonte anagrafica, scaricabili dal sito www.demo.istat, oltre che al titolo di studio e alla condizione professionale ricavabili dalla Rilevazione Trimestrale delle Forze di Lavoro. IrpetDin è un modello chiuso, probabilistico, in cui la transizione fra stati avviene utilizzando il metodo MonteCarlo, e che incorpora da un modello macro le informazioni sulla domanda di lavoro coerenti con l’evoluzione del Pil e della produttività.

3.

Gli scenari a confronto

La valutazione dell'impatto della revisione dei criteri pensionistici è effettuata confrontando i risultati di due diverse simulazioni. Nella prima simulazione le regole pensionistiche sono quelle attualmente in vigore, riformate dalla c.d. legge Fornero. Nella seconda simulazione si applicano invece le revisioni delle regole pensionistiche che dovrebbero seguire alla legge di bilancio per il 2019: ovvero, la c.d. quota 100. In entrambe le simulazioni si suppone che i lavoratori che maturino i requisiti di pensionamento anticipato (pensione anticipata o con quota 100) scelgano effettivamente di pensionarsi, indipendentemente dal tasso di sostituzione dell'importo della pensione rispetto al reddito da lavoro. Questa ipotesi implica che i costi della revisione delle regole pensionistiche da noi quantificati siano potenziali e sovrastimati.

4.

I risultati

Il grafico 1 riporta la variazione dello stock di pensionati derivante della due simulazioni per ciascuno degli anni del periodo di proiezione. Il modello nel 2019 prevede 452mila pensionati in più con il sistema quota 100 rispetto a quello vigente, che diventano 505 mila nel 2020 e 533 mila nel 2021. Lo stock di pensionati aggiuntivi, per effetto di quota 100, cresce fino ad oltre 1 milione negli anni compresi tra il 2033 e il 2036, per poi ridursi negli anni successivi raggiungendo 719 mila unità nel 2050.

Grafico 1

Variazione dello stock di pensionati prima e dopo la riforma

Fonte: elaborazioni Irpet da modello IrpetDin 0

200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000

2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2031 2032 2033 2034 2035 2036 2037 2038 2039 2040 2041 2042 2043 2044 2045 2046 2047 2048 2049 2050

(3)

Con il variare dei criteri di pensionamento cambia oltre che il numero anche la composizione dello stock di pensionati. Il grafico 2 riporta la variazione di alcune caratteristiche, riferite al totale dei pensionati, che il modello di microsimulazione prevede per il futuro, a regole vigenti e riformate. Soprattutto nel breve e nel medio periodo, con il sistema riformato lo stock di pensionati risulta composto in misura maggiore, seppur con variazioni contenute, da uomini e da persone con un livello di istruzione medio più elevato, che hanno generalmente pensioni di importo più alto della media.

Grafico 2

Variazione delle caratteristiche dei pensionati prima e dopo la riforma

Fonte: elaborazioni Irpet da modello IrpetDin

I lavoratori che decideranno di usufruire della possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro avranno inevitabilmente una riduzione dell'importo della pensione, dato che dopo la riforma c.d. Fornero, tutti sono soggetti al regime contributivo, anche solo pro rata. In effetti, come mostra il grafico 3, il tasso di sostituzione lordo nel post riforma tende ad essere più basso rispetto al sistema previgente. Nei primi anni di attuazione della riforma la differenza tra i due tassi è tuttavia meno marcata, dato che per i pensionati con il sistema retributivo e misto nel calcolo dell'importo della pensione la parte contributiva si applica solo a partire dal 2011. La differenza tende ad essere più consistente nel medio- lungo periodo quando si esauriscono i flussi di pensionamento con il sistema retributivo e misto e il sistema contributivo diventa prevalente.

Per effetto della diversa composizione dei pensionati e della decurtazione derivante dall'uscita anticipata cambia, dopo la riforma, anche l'importo delle pensioni erogate.

Come evidenzia il grafico 4, che riporta il rapporto tra l'importo mediano della pensione del totale dei pensionati nella simulazione a regole riformate e quello del totale dei pensionati a regole vigenti, nei primi anni di attuazione della riforma tende a prevalere l'effetto di ri- composizione sulla decurtazione. Seppure di pochi punti percentuali l'importo mediano della pensione risulta infatti maggiore dopo la riforma. Nel medio-lungo periodo, per l'attenuarsi delle differenze nella composizione dei pensionati, ma sopratutto per la più pesante decurtazione, la mediana dell'importo risulta diversi punti percentuali inferiore nel dopo riforma rispetto al pre, raggiungendo il massimo di -7 punti nel 2050.

0,9 0,7

0,1 1,3

0,5 0,4

2019 -2029 2030- 2040 2041-2050

Variazione quota pensionati uomini (p.p.) Variazione livello di istruzione medio (val. %)

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Grafico 3 Grafico 4

Tasso di sostituzione lordo Rapporto tra l'importo mediano prima e dopo la riforma (val %) della pensione prima e dopo la riforma

La spesa aggiuntiva che deriva dall'incremento del numero di pensionati che il modello prevede è pari a 11,2 miliardi nel 2019, 12,3 nel 2020 e nel 2021. L'incremento di spesa annuale continua a crescere fino al 2038. Negli ultimi anni del periodo di proiezione la spesa previdenziale nel post riforma risulta invece inferiore rispetto al sistema attuale, perché il maggior numero di pensionati è controbilanciato dalla riduzione dell'importo della pensione erogata. La minore spesa degli ultimi anni non è tuttavia tale da superare le maggiori spese degli anni precedenti. Complessivamente, dal 2019 al 2050 la riforma arriva a costare 183 miliardi.

Grafico 5

La spesa previdenziale prima e dopo la riforma (mln di euro) 0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2031 2032 2033 2034 2035 2036 2037 2038 2039 2040 2041 2042 2043 2044 2045 2046 2047 2048 2049 2050

Tasso di sostituzione a regole vigenti Tasso di sostituzione post riforma

0,86 0,88 0,90 0,92 0,94 0,96 0,98 1,00 1,02 1,04 1,06

2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2031 2032 2033 2034 2035 2036 2037 2038 2039 2040 2041 2042 2043 2044 2045 2046 2047 2048 2049 2050

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000

-25.000 -20.000 -15.000 -10.000 -5.000 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000

2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2031 2032 2033 2034 2035 2036 2037 2038 2039 2040 2041 2042 2043 2044 2045 2046 2047 2048 2049 2050 Differenza cumulata

Differenza annuale

Differenza annuale Differenza cumulata

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