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LINEE STRATEGICHE TRIENNALI 2021 - 2023

Bologna, 10 novembre 2020

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INTRODUZIONE

“Essere sospesi tra il non più e il non ancora” è forse l’immagine che meglio di altre restituisce la fase che stiamo vivendo. Rimanda a un mondo che non esiste più e al tempo stesso evoca un cambiamento non ancora portato a compimento. È uno stato di sospensione che avvolge la società in tutte le sue declinazioni, la pandemia ne ha accelerato le dinamiche e reso più evidente che l’evoluzione di una comunità non avviene per traiettorie lineari, ma passa attraverso momenti di rottura e di discontinuità. La trasformazione digitale e, prima ancora, la globalizzazione hanno rappresentato, e rappresentano tuttora, fattori di discontinuità che, al pari della pandemia, hanno marcato il confine tra il non più e il non ancora. Una delle conseguenze della discontinuità è l’impossibilità di fare ritorno allo stato precedente, di ripristinare il passato. L’altra conseguenza è aprire a scenari inesplorati, il cui tratto distintivo è l’incertezza e l’impossibilità di fissare un punto di arrivo, impone l’uscita dai percorsi consueti e l’adozione di nuovi strumenti costruiti attorno a una visione di lungo periodo, richiede la ricerca di un equilibrio dinamico e in perenne riconfigurazione.

Sospensione e discontinuità sono anche le parole che meglio descrivono la fase che sta vivendo il sistema delle Camere di commercio. Alle discontinuità dettate dal contesto sociale ed economico si aggiunge quella interna cagionata dalla “riforma ”, di cui la riduzione delle entrate e il processo di accorpamento delle Camere ne sono diretta conseguenza. Senza entrare nel merito dell’efficacia della riforma, è indubbio che per il sistema delle Camere di commercio lo stato di sospensione non riguardi solamente la ricerca di un equilibrio verso l’esterno, ma anche nella sua organizzazione interna. Fuor di metafora, l’ambizione delle Camere di commercio è, come in passato, quella di essere di reale sostegno alle imprese e allo sviluppo del territorio di riferimento, un’ambizione che per essere soddisfatta richiede un

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approccio che sappia intercettare e, per quanto possibile, governare la discontinuità.

Un passaggio che, soprattutto per le Camere di commercio accorpanti, è reso ancora più complesso dall’attuazione della riforma.

All’interno del sistema camerale anche Unioncamere Emilia-Romagna vive il suo stato di sospensione, alla ricerca di un equilibrio che, al momento, appare precario e incerto. Rispetto a soli sette anni prima la “riforma” ha portato l’Unione regionale al dimezzamento delle proprie entrate, a fronte di un accresciuto volume di attività, considerando la riduzione dell’organico.

Eliminati tutti i costi eliminabili, l’equilibrio economico è stato raggiunto solo attraverso soluzioni tampone non più proponibili a lungo. Prima ancora del percorso da seguire per traghettare verso il non ancora, Unioncamere Emilia-Romagna deve fare i conti con i tempi di attraversamento che non possono essere superiori ai due anni.

Tuttavia, l’equilibrio economico non va visto come l’obiettivo da raggiungere, ma il conseguente esito finale di un processo di trasformazione più ampio, che chiama in causa direttamente il ruolo dell’Unione regionale.

La mission di Unioncamere Emilia-Romagna è quella di affiancare le Camere di commercio in alcune attività, in particolare quelle per le quali la gestione comune a livello regionale può rappresentare un valore aggiunto, sia in termini di risparmio delle risorse, sia con riferimento all’efficacia dell’azione. Un secondo aspetto che caratterizza il ruolo dell’Unione regionale è il suo ruolo di collante e facilitatore con l’Ente regionale, il farsi portavoce delle istanze dei singoli territori raccolti dalle Camere di commercio, il saper trasferire a livello locale le strategie delineate dalla Regione.

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Vi sono anche altri aspetti che attengono al ruolo dell’Unione regionale, ma è su questi due e sulla capacità di declinarli in maniera innovativa intercettando le discontinuità che si gioca il futuro di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le linee strategiche triennali 2021 - 2023, pur presentando ancora una struttura classica che rimanda al “non più”, contiene già alcune tracce del “non ancora”, tracce che possono essere già rilevate nei contenuti del nuovo Accordo di Programma Quadro con la Regione Emilia – Romagna, in fase di definizione.

Il digitale, in tutte le sue declinazioni, è la principale area di intervento concordata con la Regione, ma ricorre in quasi tutte le linee d’azione di Unioncamere Emilia – Romagna.

Allo stesso modo il nuovo Accordo si sviluppa su presupposti che dovranno condizionare anche tutto il ripensamento dell’attività di Unioncamere Emilia – Romagna, ma anche dello stesso sistema camerale regionale: nuove filiere che sostituiscono i tradizionali settori, aree vaste individuate dalle dinamiche socio- economiche che affiancano i territori delimitati da confini amministrativi, la globalizzazione delle merci che si confronta con la de-globalizzazione delle persone e delle imprese, i big data che irrompono nel monitoraggio e trasformano miliardi di numeri in poche informazioni con forte valenza strategica.

Si va verso un mondo non ancora inventato e plasmato dalle discontinuità, disseminato di minacce se lo si affronta guardandosi alle spalle, ricco di opportunità se si va in esplorazione con idee, coraggio e competenze.

Questa è la sfida che ha di fronte Unioncamere Emilia-Romagna, rafforzare e legittimare il proprio ruolo attraverso idee e competenze che siano d’aiuto alle Camere di commercio e alla Regione nel cogliere le opportunità offerte dai cambiamenti

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LA CORNICE ISTITUZIONALE: IL RIASSETTO IN ATTO NEL SISTEMA CAMERALE

L’attuazione del riordino del sistema camerale, come già detto, ha subito una accelerazione con l’approvazione del c.d. “Decreto Agosto” che all’art. 61 prevede che “Al fine di semplificare ed accelerare il processo di riorganizzazione delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura previsto dall’ articolo 10 della legge 7 agosto 2015, n. 124, tutti i procedimenti di accorpamento delle Camere di commercio disciplinati dal decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 219, pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, si concludono con l’insediamento degli organi della nuova camera di commercio entro e non oltre il termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Scaduto tale termine, gli organi delle camere di commercio che non hanno completato il processo di accorpamento, ad esclusione del collegio dei revisori dei conti, decadono dal trentesimo giorno successivo al termine di cui al presente comma e il Ministro dello sviluppo economico, sentita la Regione interessata, nomina, con proprio decreto, un commissario straordinario per le camere coinvolte in ciascun processo di accorpamento”.

Dal 2021, quindi in Emilia – Romagna saranno operative 5 Camere di commercio: Bologna, Modena, Romagna, Emilia (frutto dell’accorpamento delle Camere di commercio di Reggio Emilia, Parma e Piacenza) e Ferrara – Ravenna.

Il sistema camerale, anche grazie alle risorse messe a disposizione sia dal Fondo di Perequazione che dall’aumento del 20% del diritto annuale, ha già avviato il percorso finalizzato a sviluppare azioni ed interventi coerenti con le nuove funzioni attribuitigli dalla legge ed in Emilia – Romagna questo percorso va di pari passo ad un intensificarsi delle relazioni con la Regione, per rendere tali azioni più incisive e

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coerenti con le esigenze locali, in particolare in materia di digitale, internazionalizzazione, turismo, orientamento.

A tal fine, da un lato, si conferma l’intesa sui contenuti della proposta che la Regione stessa ha avanzato al Governo nel percorso per l’ottenimento di particolari forme di autonomia ai sensi dell’art. 116 comma 3 della Costituzione autonomia (con l’obiettivo particolare di ottenere modifiche legislative che colleghino l’aumento del diritto annuale del 20% ad una intesa con la Regione su progetti condivisi), dall’altro, si è già insediato il tavolo di lavoro tra Unioncamere e Regione per definire i contenuti del nuovo Accordo di Programma Quadro che avrà scadenza quinquiennale (2021-2025).

PREMESSA METODOLOGICA

Il testo del nuovo art. 6 della legge 580/1993, così come modificata ed integrata dal decreto legislativo 219/2016, illustra gli scopi che le Camere di commercio di una regione si prefiggono con la scelta di associarsi nell’Unione regionale.

Per questo motivo “Linee strategiche” e “Programma di Attività” di Unioncamere Emilia – Romagna sono costruite proprio aggregando le diverse attività svolte in funzione dello scopo al quale esse rispondono tra quelli che la legge individua come fondanti la scelta delle Camere di commercio di associarsi.

1. ESERCIZIO CONGIUNTO DI FUNZIONI E COMPITI PER IL RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI COMUNI ALLE CAMERE DI COMMERCIO NELL’AMBITO DEL TERRITORIO REGIONALE DI RIFERIMENTO

Si tratta di azioni e progetti coordinati dall’Unione regionale e finalizzati prioritariamente alla definizione congiunta di prassi, procedure o standard di qualità comuni nello sviluppo di servizi svolti dalle Camere di commercio.

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Coordinamento di uffici e attività camerali

In questo ambito è ricompresa tutta l’attività dell’Unione regionale di supporto e coordinamento dei gruppi camerali network, anche se è evidente che la logica originaria del network regionale si sta consolidando e continuerà a consolidarsi in particolare su alcune funzioni prettamente amministrative quali gestione del Registro Imprese, degli Albi e Ruoli, degli Uffici Metrici, della funzione Anti Corruzione e Trasparenza (anche in sinergia con la Rete Integrità e Trasparenza tra le Pubbliche Amministrazioni che operano sul territorio regionale), rispetto alle quali viene confermato l’obiettivo che sta alla base del network stesso e cioè quello di garantire, per quanto possibile, uniformità di procedure ed interpretazioni normative tra le Camere di commercio della regione.

Mission dell’Unione regionale, sempre a tal fine, sarà sempre più quella di garantire, nello svolgimento delle suddette funzioni camerali, una relazione costante con il legislatore regionale, piuttosto che con le associazioni di categoria (come del resto accade nell’ambito dell’attuazione della delega in materia di albo delle imprese artigiane attraverso il Tavolo consultivo con Regione e associazioni di settore), per condividere azioni che vadano a vantaggio della semplificazione e omogeneizzazione delle procedure a carico delle imprese.

Stesso discorso per quello che riguarda il rapporto con i livelli di competenza regionale di enti e autorità di controllo (INPS, Agenzia delle Entrate, ecc.) che sono state e saranno coinvolte proprio al fine di verificare interpretazioni condivise delle norme che, senza intaccare gli obiettivi e le finalità delle norme stesse, aprano

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comunque ad un alleggerimento della burocrazia a vantaggio sia delle imprese, ma anche dell’efficientamento procedurale degli uffici camerali.

Per il resto il network regionale sta mutando la propria natura a favore di un’attività di coordinamento operativo su progetti con budget dedicato e riguardanti ambiti di attività rispetto ai quali l’affermazione di logiche, di sistema regionale ma anche di livello nazionale, di sistema possono garantire un oggettivo valore aggiunto.

Si tratta in particolare dei progetti realizzati, da un lato, con il contributo del Fondo di Perequazione e, dall’altro, con le risorse provenienti dall’aumento del 20% del diritto annuale, i cui contenuti sono coerenti con obiettivi indicati dall’Unione italiana.

La finalità principale dei progetti c.d. di sistema, sulla base dell’esperienza fatta fino ad ora, è quella di condividere, ovviamente d’intesa con le singole Camere di commercio, standard di qualità di azioni, interventi e servizi nell’ambito dello svolgimento di alcune nuove funzioni attribuite dalla legge alle Camere di commercio, più appartenenti alla sfera della promozione dei sistemi di impresa e delle economie locali e alle quali vanno e andranno ricondotti in futuro i progetti stessi: si tratta in particolare delle “Funzioni di punto unico di accesso telematico in relazione alle vicende amministrative riguardanti l’attività d’impresa” (articolo 2, comma 2, lett. b della legge 580/1993), “Supporto organizzativo e assistenza alle piccole e medie imprese per la preparazione ai mercati internazionali (articolo 2, comma 2, lett. d della legge 580/1993), “Valorizzazione del patrimonio culturale nonché sviluppo e promozione del turismo” (articolo 2, comma 2, lett. d bis della legge 580/1993), “Orientamento al lavoro e alle professioni” (articolo 2, comma 2, lett. e della legge 580/1993).

Possono essere ricondotti a queste logiche anche

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9 - Il Programma Integrato di attività per l’Internazionalizzazione ed i progetti presentati dall’Unione regionale ai cofinanziamenti previsti dal bando annuale della Regione sulla Misura 4.1 in materia di promozione del sistema produttivo regionale sui mercati esteri europei ed extra-europei e che sono il frutto di una stretta cooperazione tra Unione e Camere di commercio sia in fase di progettazione che in fase di attuazione;

- le attività, tra le quali il progetto “Deliziando”, svolte nell’ambito del protocollo con l’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia – Romagna sulla promozione integrata dei prodotti di qualità, che prevede anche un cofinanziamento da parte delle Camere di commercio della regione.

2. CURA E RAPPRESENTANZA DI INTERESSI COMUNI ALLE CAMERE DI COMMERCIO

Si tratta di attività che l’Unione regionale svolge in autonomia, ma nell’interesse del sistema delle Camere di commercio della regione.

Tra tali attività può essere annoverata la realizzazione di progetti europei nel cui ambito l’Unione regionale è in grado di ricoprire sia il ruolo di soggetto attuatore che quello di partner e che portano in dote a tutto il sistema camerale regionale relazioni importanti con i sistemi economici locali delle principali regioni europee ed anche a livello internazionale.

Gli obiettivi di questi progetti, raggiungibili solo attraverso la cooperazione con le Camere di commercio, sono quelli di realizzare sui territori azioni, rivolte in particolare al mondo delle imprese, di animazione territoriale sulle tematiche oggetto dei suddetti progetti, di disseminazione di buone prassi nell’organizzazione di servizi alle imprese, di valorizzazione delle eccellenze imprenditoriali regionali.

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Anche la partecipazione al Consorzio SIMPLER, nell’ambito della Enterprise Europe Network, attraverso la quale vengono messi a disposizione risorse della Commissione Europea per la realizzazione di servizi alle imprese rappresenta una opportunità interessante per il sistema camerale regionale.

Attraverso tali servizi, infatti, le singole Camere di commercio, attraverso l’Unione regionale, possono utilizzare il Consorzio per rafforzare le relazioni con i sistemi imprenditoriali locali attraverso l’organizzazione di servizi (assistenza su normative europee, b2b fieristici, ecc.) in particolare in materia di internazionalizzazione e innovazione tecnologica.

Attraverso il Protocollo d’Intesa con le Unioni regionali di Lombardia, Veneto e Piemonte, si intendono perseguire obiettivi quali l’integrazione operativa di attività e progetti di ogni singolo sistema camerale regionale, valorizzando eccellenze, esperienze e competenze che hanno garantito servizi che le imprese stesse hanno già riconosciuto di alta di qualità, nonché la collaborazione strutturata e permanente con le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia - Romagna, con l’obiettivo di una progressiva omogeneizzazione, pur nelle differenti specificità, delle politiche regionali a sostegno della competitività delle imprese in ambito di area vasta interregionale.

Con IER (Intelligence Export Report) realizzato dal Centro Studi dell’Unione regionale le Camere di commercio dell’Emilia – Romagna possono fornire alle piccole e medie imprese dei loro territori uno strumento strategico per l'internazionalizzazione, mentre P.A.B.LO. (Popolazioni, Addetti, Bilanci per Localizzazione), realizzato sempre dal Centro Studi di Unioncamere Emilia – Romagna, è una piattaforma informativa agevolmente consultabile con tutti i dati, di qualsiasi fonte pubblica, non solo camerale, disponibili relativamente ai comuni

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della regione, con la possibilità di aggregarli liberamente per supportare gli enti locali e tutti i soggetti di governo istituzionale dei territori a pianificare e concertare politiche di crescita e sviluppo.

Unioncamere Emilia – Romagna, oltre all’attività di monitoraggio dell’economia svolta in Convenzione con la Regione Emilia – Romagna attraverso la gestione dei principali osservatori settoriali regionali, nonché alla gestione associata degli uffici studi e statistica delle Camere di commercio, è partner anche di soggetti “terzi”

(enti locali, associazioni di categoria, banche, centri studi, ecc.) nella realizzazione di studi, analisi, prodotti di informazione economica finalizzati ad approfondire specifiche tematiche di interesse generale.

Rispetto a questa tematica la proposta lanciata da Unioncamere Emilia – Romagna, sia nell’ambito della discussione per il nuovo Accordo di Programma Quadro con la Regione, sia nell’ambito del percorso, condiviso con l’intera comunità regionale, finalizzato alla stipula del Patto per il Lavoro e il Clima, è quella dell’avvio di un laboratorio per l’analisi delle economie regionale e locali. Il laboratorio, inteso come luogo fisico e virtuale, sarà costituito da Unioncamere Emilia - Romagna e Regione (Arter) e aperto al contributo del mondo universitario, della ricerca pubblica e privata, del mondo della rappresentanza. Un laboratorio dove sperimentare nuovi percorsi di analisi, nel quale affiancare agli indicatori tradizionali nuove informazioni estratte dall’analisi dei big data.

Sarà questo il progetto che, in caso di condivisione da parte della Regione, rappresenterà una svolta strategica anche nelle modalità organizzative delle attività di analisi, studio e ricerca del sistema camerale regionale e di Unioncamere Emilia – Romagna.

Infine l’Unione regionale svolge l’attività di monitoraggio del sistema camerale regionale attraverso la redazione della relazione annuale che la legge 580/93

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prevede sia inviata alla Regione sulle attività svolte dalle Camere di commercio con particolare riferimento a quelle in favore dell'economia locale.

3. COORDINAMENTO DEI RAPPORTI CON LA REGIONE

La logica che sovrintende la proposta di nuovo Accordo di Programma Quadro si conferma fortemente operativa e a tal fine anche gli ambiti di lavoro che si stanno definendo sono stati ridotti, rispetto al passato, a quelli sui quali è verosimile costruire con la Regione un’intesa basata su progetti e azioni concrete.

Le tematiche del nuovo Accordo sono:

trasformazione digitale del sistema produttivo;

semplificazione e condivisione digitale tra le Pubbliche Amministrazioni;

internazionalizzazione del sistema produttivo;

fabbisogni professionali e mercato del lavoro;

promozione della cultura d’impresa;

laboratorio sull’economia regionale;

promozione della legalità.

Il Decreto di riordino del 2016, inoltra, vincola ad un accordo di condivisione con le Regioni anche l’avvio di progetti delle Camere di commercio finanziati con risorse provenienti dall’aumento fino al 20% del diritto annuale a carico delle imprese ed in Emilia – Romagna e a tal fine la Regione ha già manifestato interesse a condividere progettualità comuni per il triennio 2020 – 2022 in materia di turismo, internazionalizzazione, formazione e lavoro, promozione della cultura digitale nelle imprese, nonché di dedicare parte di quelle risorse a progetti speciali e straordinari.

Anche le progettualità sviluppate nell’ambito del Fondo di Perequazione preludono ad una divulgazione delle best practices camerali sul territorio regionale, proprio con il contributo della Regione, qualora essa ne condivida pienamente l’innovatività, in

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particolare sulle tematiche dai fabbisogni professionali, mercato del lavoro e promozione della cultura d’impresa.

Si aggiunga, ai temi sopra enunciati, anche quello della proposta di nuovo laboratorio per l’analisi delle economie regionale e locali, già illustrata in precedenza, quale nuova modalità di investimento del sistema regionale sulle attività di monitoraggio e analisi dell’economia regionale.

L’obiettivo delle Camere di commercio, in questo contesto, non può che essere quello di legittimarsi come l’unica realtà posizionata ad un livello di governo intermedio tra la Regione e i Comuni, oltre la dimensione provinciale e, quindi, come interlocutore privilegiato della Regione per l’attuazione sui territori delle politiche regionali per le imprese e per il lavoro.

Vanno in questo senso, ad esempio, la conferma del ruolo degli Sportelli territoriali delle Camere di commercio per la diffusione delle opportunità connesse al Por Fesr e l’assistenza a beneficiari potenziali ed effettivi, in raccordo con lo Sportello Imprese della Regione Emilia-Romagna, nonché il probabile avvio della collaborazione della Regione con gli sportelli territoriali delle Camere di commercio per promuovere le opportunità finanziate anche del Por Fse per lo sviluppo delle competenze di persone e imprese.

4. PROMOZIONE E REALIZZAZIONE DI SERVIZI COMUNI PER L’ESERCIZIO IN FORMA ASSOCIATA DI ATTIVITA’ E SERVIZI DI COMPETENZA CAMERALE

Si tratta di attività che l’Unione regionale svolge per conto delle Camere di commercio della regione o di alcune di esse che hanno ritenuto in questo modo di razionalizzarle ed efficientarle rispetto all’esercizio in forma diretta.

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Il Servizio Legale regionale è utilizzato da alcune Camere di commercio per lo svolgimento di attività di assistenza legale stragiudiziale, nonché quale supporto all’interpretazione di norme relativa al funzionamento delle Camere di commercio.

La gestione associata degli uffici camerali Studi e Statistica si concretizza nella realizzazione per le singole Camere di commercio associate di 4 edizioni del

“Rapporto trimestrale sull’andamento dell’Economia provinciale o

“Supercongiuntura” per i principali settori di attività economica (manifatturiero, artigianato, costruzioni, commercio al dettaglio e, per alcune Camere, commercio all’ingrosso e altri settori dei servizi) e per classi dimensionali.

Infine è stato avviato il progetto IRENE (Istituto per la Relazione e il Negoziato), l’iniziativa istituzionale promossa da Unioncamere Emilia - Romagna per offrire alle imprese del territorio un servizio per prevenire il contenzioso dovuto soprattutto alle difficoltà finanziarie indotte dalle conseguenze della pandemia causata dal virus COVID-19, attraverso schemi agili ed economici di risoluzione consensuale delle criticità sopravvenute nei rapporti contrattuali tra imprese e/o tra imprese e istituti di credito proposti da professionisti di alto livello.

Allo stesso modo occorrerà seguire con attenzione le scelte del legislatore in ordine all’entrata in vigore del Codice delle Crisi di Impresa che prevede l’attribuzione alle Camere di commercio il funzionamento degli Organismi per la Composizione delle Crisi e sul quale l’Unione regionale aveva già elaborato un progetto per la gestione associata.

Le attività di studi e statistica gestite in forma associata a favore delle singole Camere di commercio dal Centro Studi dell’Unione regionale hanno portato a risultati che hanno permesso alle Camere stesse di promuovere sul territorio eventi di grande rilevanza per l’intera platea degli operatori economici e che hanno

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garantito grande visibilità all’ente e ruolo ai suoi amministratori, oltre che un risparmio consistente di risorse.

5. COMUNICAZIONE

Il filo conduttore dell’attività di comunicazione sarà legato a iniziative prioritarie, strumenti e risorse da utilizzare secondo una logica di integrazione e collaborazione tra le Camere di commercio della regione in modo da rispondere all’obiettivo di promuovere iniziative e un’informazione di qualità e utile alle imprese nonostante le conseguenze dei tagli già programmati.

La comunicazione web è oggi fondamentale proprio perché ha costi di gestione molto economici, quasi gratuiti e può informare nell’immediato su cosa le Camere di commercio facciano di utile per le imprese.

Diversi strumenti informatici possono facilitare il raggiungimento di questo obiettivo, da un utilizzo più interattivo (web 3.0) del sito web a un uso consapevole e “a sistema” delle social media strategie e su queste linee si muoverà l’Unione regionale nel prossimo triennio.

Il sito web di Unioncamere Emilia - Romagna, https://www.ucer.camcom.it, punto di riferimento per le Camere di commercio della regione anche per la divulgazione e promozione di progetti e attività web comuni, assicura una più ampia visione di tutte le iniziative camerali regionali valorizzandone le competenze e i servizi proposti erogati alle imprese.

Il progetto Econerre On line, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, stà garantendo continuità, con strumenti nuovi, una nuova piattaforma e modalità comunicative rinnovate, ad un modello di comunicazione che non intende solo continuare ad informare la business economy, ma mettersi anche in posizione di

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ascolto di umori, suggerimenti e valutazioni che provengono dal mondo delle imprese e più in generale dal tessuto economico del nostro territorio.

I Social media di Unioncamere Emilia-Romagna saranno sempre più utilizzati per la promozione e divulgazione delle attività camerali.

L’attività di comunicazione si sostanzia anche negli innumerevoli interventi e presentazioni che il Centro Studi svolge in vari eventi, conferenze e convegni organizzati da Regione, Camere di commercio, enti locali, associazioni di categoria, banche, società ed enti di ricerca ed altri soggetti a conferma di un riconoscimento unanime quale una delle principali realtà presenti in regione in materia analisi e monitoraggio dell’economia.

CONCLUSIONI

Il documento Linee strategiche triennali intende mettere in luce in che modo le attività dell’Unione regionale possono garantire valore aggiunto a quelle delle singole Camere di commercio e dell’intero Sistema Camerale regionale, ed inoltre vuole fare emergere il forte intensificarsi del rapporto con la Regione Emilia – Romagna che ha individuato nell’Unione regionale, e con essa ed attraverso di essa nelle Camere di Commercio, lo strumento attraverso il quale coinvolgere le Camere di commercio nella attuazione sui territori delle politiche per le imprese.

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