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Luce eterna, che sorgi all'orizzonte del mondo per disperdere le nostre tenebre, risveglia in noi la fede e la speranza

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Academic year: 2022

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PER TUTTO L’AVVENTO

E IL PERIODO NATALIZIO

SI RACCOLGONO LE OFFERTE

A FAVORE DELLA COMUNITA’

PARROCCHIALE.

IL TUO DONO DI NATALE PER LA PARROCCHIA DI CUI SEI PARTE

ATTIVA

LUNEDI’

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 28-33) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; te- mete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque ti- more: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

MEDITIAMO INSIEME CON SANT’AMBROGIO (Lo splendore dell'anima illumina la grazia del corpo)

Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartiene alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell'anima si irradia sulla grazia este- riore della persona. Per questo sei un'immagine fedele della Chiesa.

A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visi- ta. E' questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se tro- verà aperta la tua porta. Stà sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà, colui che hai cercato, abbraccialo, familiariz- za con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stan- chezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare: egli passa via presto.

Dal libro «Sulla verginità», (Cap. 12) PREGHIAMO

Preghiamo con fiducia Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, perché ci guidi allo splendore della giustizia e della verità: Vieni, Signore Gesù.

Luce eterna, che sorgi all'orizzonte del mondo per disperdere le nostre tenebre, risveglia in noi la fede e la speranza

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Donaci una giornata prospera e serena, fa' che viviamo nella luce della tua presenza.

Insegnaci ad essere miti e premurosi verso tutti, per rendere testi- monianza al tuo Vangelo.

La tua venuta segni l'inizio di un mondo nuovo e inauguri un regno di giustizia e di pace.

Padre nostro.

MARTEDI’

Dal Vangelo secondo Matteo

(Mt 21, 28-32)

28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al pri- mo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. 29Ed egli rispose: Sì, si- gnore; ma non andò. 30Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli ri- spose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. 31Chi dei due ha com- piuto la volontà del padre?». Dicono: «L`ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32E` venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al con- trario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per cre- dergli.

MEDITIAMO INSIEME

Il Vangelo di oggi propone un annuncio fortemente problematico, poiché Gesù, rivolgendosi agli uditori, e a noi con loro, afferma che persino i pubbli- cani e le prostitute passeranno loro avanti nel Regno dei cieli. Chi siano le prostitute non c’è bisogno di dirlo, i pubblicani sono persone che, per la loro situazione, vengono additati quali pubblici peccatori; un pubblicano per esempio, era Matteo evangelista, perché, pur essendo ebreo, riscuoteva le tasse, probabilmente ritagliando per sé il suo interesse, per conto dei Roma- ni, i dominatori in Israele. Ecco dunque, prostitute e pubblicani ci passeran- no avanti nel Regno dei cieli; la cosa ci lascia perplessi e sconcertati, nes- suno di noi se la sente di essere messo al di sotto di tali categorie di perso- ne. Perché Gesù fa una tale affermazione? Vuole provocare gli ascoltatori?

Vuole stupire? Vuole scuotere? Egli si sta rivolgendo, non a gente qualun- que, ma ai sacerdoti e agli anziani, alle categorie elevate della società ebrai-

ca, e con le sue affermazioni, vuole dire loro: guardate, avete davanti a voi il Salvatore che attendete, ma la vostra posizione di potere, il vostro status economico, i privilegi di cui godete, vi impediscono di vedere, non così i pubblicani e le prostitute. Vegliamo sui rischi provocati dalle nostre posi- zioni acquisite.

PREGHIAMO

Se avremo il coraggio dell’autenticità e della sincerità,

quando falsità e compromesso sono più comodi: la verità ci farà liberi.

Se costruiremo la comunità degli uomini nel rispetto della vita e nell’attenzione reciproca, in un mondo malato di egoismo:

daremo testimonianza di amore.

Se, in una società deturpata dall’odio e dalla violenza, sapremo accogliere e amare chi ci è accanto:

saremo costruttori e artigiani della pace.

Se sapremo rimboccarci le maniche davanti al male, al dolore, alla disperazione: saremo, come Cristo Gesù, presenza amica e discreta, che si dona gratuitamente.

Se avremo il coraggio di dire in famiglia, nella scuola, nel lavoro, tra gli amici che il Signore è la certezza:

saremo il sale della terra.

(Comunità di Taizé) Padre nostro

MERCOLEDI’

Dal Vangelo secondo Luca

(Lc 7, 19-23) Giovanni chiamò due dei suo discepoli 19e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». 20Ve- nuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?».

21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa rispo- sta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riac- quistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. 23E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».

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MEDITIAMO INSIEME

Abbiamo già avuto modo di conoscere la persona di Giovanni Battista, il più piccolo nel Regno dei cieli, ma il più grande tra gli uomini (cfr. Mt 11, 11). In questo passo del Vangelo di Luca lo vediamo in prigione, mentre manda due dei suoi discepoli da Gesù per avere conferma che si trattasse vera- mente del Messia atteso. Lui che aveva lasciato tutto per preparare la sua venuta, lui che aveva fatto digiuni e veglie, che lo aveva persino battezzato nel Giordano, lui che lo aveva indicato ai suoi come l’Agnello di Dio che to- glie i peccati del mondo, lui che di Gesù aveva detto di non essere degno neanche di sciogliergli i sandali, ora ha bisogno di una conferma, è in prigio- ne, in prigione per la sua fede nel maestro. Ma Gesù non gli manda a dire:

si, sono io quello che hai conosciuto, battezzato, indicato; gli risponde inve- ce parlando di eventi di carità, di misericordia: i ciechi vedono, gli zoppi cam- minano, i malati sono sanati e così via. È l’ultima conversione di Giovanni Battista, quella più difficile: accettare che il Messia atteso non era un giudice venuto per punire, ma un umile agnello giunto nel mondo per guarire, conso- lare, dare speranza, perdonare. La lezione della misericordia è quella più difficile da imparare, anche per noi, non solo perché non sappiamo chiedere perdono a Dio, ma soprattutto perché, davanti agli eventi, siamo facili al giu- dizio, facili a condannare, a desiderare che i malvagi ricevano la loro giusta punizione. Impariamo da Gesù la difficile arte del perdono.

PREGHIAMO

L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico, non importa, amalo.

Se fai il bene, diranno che lo fai per secondi fini egoistici, non importa, fa il bene.

Se realizzi i tuoi obiettivi, incontrerai chi ti ostacola, non importa, realizzali.

Il bene che fai forse domani verrà dimenticato, non importa, fa il bene.

L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile, non importa, sii onesto e since- ro. Quello che hai costruito può essere distrutto, non importa, costruisci.

La gente che hai aiutato forse non te ne sarà grata, non importa, aiutala.

Da’ al mondo il meglio di te e forse sarai preso a pedate, non importa, da’ al meglio di te.

(Beata madre Teresa di Calcutta) Padre nostro

GIOVEDI’

Dal Libro del profeta Isaia

(Is 54, 1-10)

1Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell`abbandonata che i figli della maritata, dice il Signore. 2Allarga lo spa- zio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti, 3poiché ti allargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza entrerà in possesso delle nazioni, popolerà le città un tempo deserte. 4Non temere, perché non dovrai più arrossire; non vergo- gnarti, perché non sarai più disonorata; anzi, dimenticherai la vergogna del- la tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. 5Poi- ché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo re- dentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. 6Come una donna abbandonata e con l`animo afflitto, ti ha il Signore richiamata. Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? Dice il tuo Dio. 7Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore. 8In un im- peto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto pe- renne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore. 9Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non farti più minacce. 10Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si al- lontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace;

dice il Signore che ti usa misericordia.

MEDITIAMO INSIEME

Le parole usate dal profeta Isaia sono particolarmente adatte al tempo che stiamo vivendo, tempo di Avvento, tempo di attesa della venuta del Messia, tempo di rinascita, di rinvigorimento della speranza: è il nostro Salvatore che viene per noi. La preghiera di questo periodo deve invocare, supplicare, al- largare il cuore, chiedere la conversione dall’egoismo all’amore, ma soprat- tutto deve suscitare il gaudio e il giubilo dell’anima. Ecco le parole di Isaia:

esulta sterile che non hai partorito, prorompi in grida di gioia e di giubilo. La gioia a cui si riferisce non è una qualsiasi gioia, è il grido gioioso di una steri- le che diventa madre. È questa la contentezza che provoca l’arrivo del Mes-

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sia nel credente, se per noi non è così, vuol dire che la nostra fede è pic- cola. Sappiamo intuire la bontà dei frutti della fede in Cristo Gesù, ma non sappiamo crescere e impegnarci nella fede. Ora che il tempo è favorevole, preghiamo Iddio che aumenti la nostra fede.

PREGHIAMO INSIEME

Signore Gesù, dolce bambino di Betlemme, fa che possa accostarmi con tutta l’anima al profondo mistero del tuo Natale. Matti nel cuore degli uomi- ni quella pace che essi cercano talvolta così faticosamente e che tu solo puoi dare. Aiutaci a conoscerci meglio e a vivere fraternamente come figli di uno stesso Padre. Rivelaci la tua bellezza, la tua santità, la tua purezza.

Sveglia nel nostro cuore l’amore e la riconoscenza per la tua infinita bontà.

Unisci tutti nella carità e donaci la tua celeste pace. Amen.

(Beato Giovanni XXIII, papa) Padre nostro.

VENERDI’

Dal Vangelo secondo Matteo

(Mt 1, 1-17) Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò [ ], Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le ge- nerazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

MEDITIAMO INSIEME

Il Vangelo di questo giorno è molto particolare, poiché elenca le generazio- ni che da Abramo conducono a Gesù. Al di là della curiosità suscitata dal numero quattordici, la nostra attenzione va rivolta alla appartenenza del Messia al popolo ebraico. Israele è il popolo che discende da Abramo, l’uomo della promessa di Jhavè inerente il duplice dono di una terra dove vivere in pace e di una numerosa discendenza. Questa promessa trova ora, in Gesù-Messia, il suo compimento e il suo superamento. La pace non sarà più il frutto del possesso di una terra e di confini geografici, pur importanti, ma l’opera della giustizia di cui Gesù è l’artefice e il promotore;

la discendenza, non sarà più costituita dal legame della carne e del sangue, ma condivisione della fede in Cristo Gesù Figlio di Dio. Riceveranno la sal- vezza allora, non quanti saranno disposto a farsi ebrei e a rispettare i dettami della legge mosaica, ma i credente in Cristo. La salvezza viene offerta all’uo- mo di ogni dove senza che rinneghi la propria appartenenza razziale, la pro- pria cultura, la propria storia. Ritroviamo qui i presupposti di una unità eccle- siale in Cristo nella diversità delle culture. La pace, costruita nel dialogo è il dono natalizio per eccellenza.

PREGHIAMO

Preghiamo oggi con le parole riportate nella liturgia della messa e in particola- re nelle antifone, che da oggi introducono il Vangelo, insieme al canto dell’al- leluia. Sono conosciute come antifone “O”, perché iniziano con il vocativo.

Sono l’espressione di una ricchezza e di una tradizione di preghiera, cariche di una bellezza, che consente di ripeterle a mo’ di una giagulatoria.

O Sapienza che esci dall'Altissimo e tutto disponi con forza e dolcezza: vieni a insegnarci la via della vita.

Figlio di Dio, che vieni come il vero angelo dell'alleanza, fa' che il mondo intero ti riconosca e ti accolga. O Sapienza che esci……

Verbo di Dio, che ti sei fatto nostro fratello, libera l'umanità dal- le oscure suggestioni del male. O Sapienza che esci…..

Signore della vita, che hai preso su di te la nostra morte, fa' che accettiamo dalle tue mani la sofferenza e la morte. O Sapienza che esci…..

Giudice divino, che dai la giusta ricompensa, mostraci la miseri- cordia che non conosce limiti. O Sapienza che esci…..

Cristo Signore, morto per noi sul legno della croce, dona il ripo- so eterno a chi è morto a causa dell'odio e della violenza. O Sa- pienza che esci…..

Padre nostro

SABATO

Dal Vangelo secondo Matteo

(Mt 1, 18-24)

18Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua ma- dre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vive-

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re insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo spo- so, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.

20Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l`angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

MEDITIAMO INSIEME 1. La nuova Eva

Di fatto, Maria dette i natali senza il concorso di un uomo. Cosí come all`origine, Eva è nata da Adamo senza che vi sia stato incontro carnale, del pari è successo per Giuseppe e Maria, la Vergine sua sposa. Eva mise al mondo l`assassino Caino, Maria il Vivificatore. Quella mise al mondo colui che sparse il sangue di suo fratello, questa colui il cui sangue fu sparso dai suoi fratelli. Quella vide colui che tremava e fuggiva a causa della maledizione della terra; questa colui che, avendo assunto su di sé la maledizione, la inchiodò alla croce. Il concepimento della Vergine ci insegna che colui che, senza lega- me di carne, ha messo al mondo Adamo facendolo uscire dalla terra vergine, ha anche formato senza legame di carne il secondo Adamo nel seno della Vergine. Il primo Adamo era ritornato nel seno di sua madre da questo secon- do Adamo, che non vi ritornò, colui che era sepolto nel seno di sua madre, ne fu tratto.

Maria cercava di convincere Giuseppe che il suo concepimento era ope- ra della Spirito, ma egli non le credette, perché era cosa insolita. Al vedere in lei, nonostante la sua gravidanza, un atteggiamento sereno, "egli, nella sua giustizia, non voleva denunciarla pubblicamente" (Mt 1,19); ma non per questo fu maggiormente disponibile ad accettarla, come marito, visto che pensava che si fosse unita ad un altro. Decise perciò «nella sua giustizia», di non pren- derla, ma anche di non calunniarla. Cosí "un angelo gli apparve e gli disse:

Giuseppe, figlio di David" […….], "Non temere di prendere Maria come tua sposa, perché ciò che è in lei è opera dello Spirito Santo" (Mt 1,20). E se tu dubiti del concepimento senza legami carnali della Vergine, ascolta le parole di

Isaia: "Ecco, la vergine concepirà" (Is 7,14). E quelle di Daniele: "La pietra si staccò senza l`aiuto delle mani" (Dn 2,34). Non si tratta di quest`altra pa- rola: "Guardate la montagna e i pozzi" (Is 51,1). Qui, in effetti, si tratta dell`uomo e della donna; là, invece, è detto: «Senza l`aiuto delle mani».

Cosí come, per Eva, Adamo aveva ricoperto il ruolo di padre e di madre, del pari Maria per Nostro Signore.

(Efrem, Diatessaron, 2, 2 s.) PREGHIAMO

Oggi, preghiamo bene il santo rosario nei Misteri Gaudiosi.

SABATO

Dal Vangelo secondo Luca

(Lc 1, 46-55) 46Allora Maria disse:

« L`anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

48perché ha guardato l`umiltà della sua serva. D`ora in poi tutte le genera- zioni mi chiameranno beata.

49Grandi cose ha fatto in me l`Onnipotente e Santo è il suo nome:

50 di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.

51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensie- ri del loro cuore;

52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;

53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.

54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza,

per sempre».

MEDITIAMO INSIEME

Tu vedi che Maria non ha dubitato, ma ha creduto, e ha ottenuto per- ciò la ricompensa della sua fede. «Beata» - dice Elisabetta - «tu che hai creduto».

Ma anche voi siete beati, perché avete udito e avete creduto: ogni anima che crede, concepisce e genera la Parola di Dio e riconosce le sue opere. Che in ciascuno sia l`anima di Maria, per glorificare il Signore; che in

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