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2020_02_05_ComitatoSaluteAmbienteSpresiano-Cronistoria delle trasformazioni della cava (629 KB)

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“DALLA GHIAIA ALL’ASFALTO”

trasformazione della cava Borgo Busco

Spresiano, 7 Ottobre 2019

[email protected]

[email protected] Comitato Salute Ambiente Spresiano

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• Nel 2001, il Comune di Spresiano concede alla ditta Mosole s.p.a. l’autorizzazione a lavorare il calcestruzzo e l’a- sfalto nella cava “Borgo Busco”.

(Secondo la legge sarebbe stato permesso di lavorare nella cava solo gli inerti da escavazione).

• Attraverso le successive concessioni (2007 e 2008), la Ditta ottiene l’autorizzazione a stoccare e lavorare il fresato (da manto stradale) per produrre nuovo asfalto.

Nello stesso periodo iniziano le lamentale dei cittadini per i disagi causati dall’odore, dal rumore e dall’aumentato transito dei mezzi alla e dalla cava.

• Nel 2017, la Ditta chiede alla Provincia di Treviso un incremento della produzione del conglomerato bituminoso, passando dalle 20.000 alle 90.000 Ton. all’anno di lavorazione complessiva.

• Nel 2018, la Provincia boccia la richiesta a causa del suo impatto negativo sull’ambiente e costringe la Ditta ad ela- borare un nuovo progetto, da assoggettare alla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), come stabilito dalla normativa vigente. A quel punto la Ditta aumenta la richiesta di lavorazione portandola a 150.000 Ton.

Nell’ottobre dello stesso anno, i cittadini, preoccupati per la propria salute e per la vivibilità a Spresiano, si organiz- zano nel “Comitato Salute Ambiente Spresiano”.

• Nel gennaio 2019, la Ditta, come stabilito dalla legge, presenta il suo progetto al pubblico.

Rilevando le forti criticità dello stesso, vengono inoltrate numerose osservazioni alla Commissione V.I.A.: dal tecnico incaricato dal Comune, da alcuni consiglieri di minoranza, da alcuni privati cittadini, da Lega Ambiente e dal Comitato Salute Ambiente Spresiano, quest’ultimo accompagnandole con circa 400 firme di cittadini.

• Il 25 settembre 2019, la Provincia indice, nella propria sede di Treviso, una Inchiesta Pubblica. Vengono lette in pubblico le osservazioni presentate; la Ditta, che ha apportato delle variazioni al progetto, risponde con le proprie controdeduzioni, seguite da una breve replica del pubblico sulle criticità dell’opera, a suo avviso ancora marcata- mente presenti.

Mentre la Giunta ed i Consiglieri di maggioranza del Comune di Spresiano hanno subordinato un parere favorevole alla realizzazione di modifiche da loro richieste (l’installazione di piezometri per il monitoraggio dell’acqua della falda), i cittadini proponenti le venti osservazioni continuano a sostenere forti motivazioni a rigettare il progetto:

troppi fattori di rischio metterebbero a repentaglio l’incolumità della popolazione.

Il dibattito, non ha, purtroppo, dissipato le preoccupazioni relative a:

1. Interessamento della falda acquifera: l’elevata permeabilità del suolo potrebbe comportare una contaminazione della falda, esposta ai rischi di sversamenti ed inquinamenti da incidenti correlati alla lavorazione del fresato, di eventi climatici estremi, di terremoti (Spresiano si trova in zona sismica 2 per la presenza di tre faglie attive).

Attrezzare il nuovo impianto di piezometri (strumenti per l’analisi dell’acqua) o equivalenti, permetterebbe di moni- torare l’acqua destinata ai pozzi pubblici posti a valle della falda e di accertare, in tempo reale, l’eventuale danno verificatosi, ma non certo di prevenirlo.

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2. Impatto delle esalazioni e dei rumori sugli abitanti: i disturbi olfattivi ed acustici, direttamente percepiti dai resi- denti, malgrado i tecnici della Ditta li dichiarino entro i limiti di legge, sono già oggi tali da influire negativamente sulla qualità della vita e sul valore del patrimonio immobiliare.

La valutazione previsionale dell’impatto odorigeno del nuovo progetto, risulta poco convincente, visto quanto dichia- rato dalla Ditta per l’impianto attualmente in funzione “impossibilità di eseguire delle analisi in odorimetria di- namica, stante la potenziale pericolosità della miscela dei composti nei fumi caldi in emissione dall’impianto”.

3. Congestione del traffico: l’aumento della frequenza dei mezzi di trasporto da e per la cava, da 40 a 270 giorni/anno, (per attività produttive di conglomerato bituminoso, di calcestruzzo, di escavazione), aggraverebbe la situazione della viabilità del paese, già assai critica, quasi senza intermittenza.

Qualora il progetto “IMPIANTO DI RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI” fosse approvato, l’attività di lavorazione del fresato, definito “rifiuto non pericoloso”, costituirebbe, ciononostante, un rischio per la salute della popolazione a cagione delle motivazioni sopra riportate.

Lo stesso progetto impedirebbe la rigenerazione dell’ambiente naturale, gravato dai citati impatti per un periodo di 270 giorni l’anno.

Se all’origine il Comune si fosse attenuto alla legge relativa alla lavorazione di soli inerti in cava, il principio di pre- cauzione sarebbe stato rispettato, ed oggi Spresiano non si troverebbe in una situazione così critica.

La cittadinanza, ancora perplessa per la posizione assunta in merito dal Comune di Spresiano, auspica, almeno, che il progetto proposto dalla ditta Mosole s.p.a., molto devastante a parere dei cittadini, non ottenga l’assenso della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale della Provincia di Treviso.

Si sottolinea, infine, che la realizzazione di un tale progetto non dovrebbe essere dettata solo dalle richieste del mer- cato, ma dovrebbe rispondere, anzitutto, ad una valutazione dei suoi effetti sulle persone e sulla natura.

NON ABBIAMO UN ALTRO MONDO DI RICAMBIO.

Comitato Salute Ambiente Spresiano Spresiano, 7 Ottobre 2019

[email protected]

[email protected] Comitato Salute Ambiente Spresiano

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