• Non ci sono risultati.

Comune di Formello (RM)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Comune di Formello (RM)"

Copied!
57
0
0

Testo completo

(1)
(2)

Comune di Formello (RM)

Relazione Geologica

“Territorio Comunale di Formello”

Progetto: Nuovo P.U.C.G.

Committente: Comune di Formello

Redatto: Dr. Geol. Vittorio Stocchi

Data: 23/11/13

n° 3542

Timbro e firma

Geologi Associati Fantucci e Stocchi – sede Ronciglione – Via Vasiano snc – pec. geologiassociati@epap.sicurezzapostale.it Tel-fax: 0761 – 625484; Cell: 339 - 7040030; email: v.stocchi@alice.it; web: www.geologiassociati.com – p.iva 01889080568

(3)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 2 di 56

Indice

1) Premessa e localizzazione Pag.3

2) Metodi d’indagine e normativa di riferimento Pag.5

3) Inquadramento fisico generale Pag. 6

4) Caratteristiche geomorfologiche del territorio Pag. 12 5) Caratteristiche geologiche del territorio Pag. 18 6) Caratteristiche idrogeologiche del territorio Pag. 30

7) Sismicità e tettonica Pag. 35

8) Valutazioni conclusive ed idoneità delle aree Pag. 41

9) Riassunto delle prescrizioni Pag. 55

Totale pagine 56

(4)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 3 di 56

1.Premessa e localizzazione

Su incarico dell’amministrazione comunale di Formello, nel periodo ottobre - novembre 2013, è stata svolta un’indagine a carattere geologico, idrogeologico e geomorfologico, al fine di verificare la compatibilità del progetto del nuovo P.U.C.G, con le caratteristiche fisiche del territorio comunale.

Il territorio comunale è dotato di un’estensione complessiva di circa 31,6 chilometri quadrati, con forma allungata in direzione nord – sud e sviluppata prevalentemente a nord e ad est del tracciato della s. r. n° 1 Cassia (fig.1).

L’area ricade in gran parte all’interno del foglio IGM n° 143 Bracciano, tavolette II SE Formello e II NE Campagnano di Roma ed in minor misura all’interno del foglio n°

144 Palombara Sabina, tavoletta II NE Casale Marcigliana; le carte C.T.R. in scala 1:5.000 (anno 2002) interessate sono la n° 365052, 365063, 35091, 365092, 365093, 365094, 365103, 365104, 365131 e 365144.

Queste ultime sono state utilizzate come base topografica per la redazione delle diverse cartografie tematiche.

(5)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 4 di 56

Fig. 1 – Immagine satellitare comune di Formello

(6)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 5 di 56

2) Metodi d’indagine e normativa di riferimento

In accordo con il progettista, si è deciso di eseguire l'indagine secondo quanto previsto dalla normativa vigente (D.G.R. n° 2649/99 e D.P.R. 328/01) e mediante:

a) il rilevamento geologico e geomorfologico dell'area, b) il censimento dei pozzi e sorgenti,

c) la consultazione della bibliografia esistente e dei dati di archivio dell’autore comprensivi di prove geofisiche tipo MASW e H/V, prove

penetrometriche tipo DPSH, sondaggi e quant’altro utile ad approfondire le conoscenze geologiche del territorio.

(7)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 6 di 56

3) Inquadramento fisico generale

Il territorio comunale di Formello, dal punto di vista geologico, è situato nella porzione centro orientale dell’apparato vulcanico sabatino.

L’evoluzione geologico – strutturale dell’appartato sabatino, come quella del vicino apparato vicano è correlata alla fase di sprofondamento tettonico distensivo, post - orogenico e quindi alla formazione di strutture ad horst e graben allineate in direzione NNO – SSE.

Quest’allineamento è parallelo alla linea di costa tirrenica ed è caratterizzato dalla dorsale (horst) di Monte Cetona - Monte Razzano, che separava un ampio graben in due graben minori: il bacino di Siena - Radicofani ad ovest ed il bacino del Paglia - Tevere ad est.

Le strutture geologiche ad horst e graben primarie vennero quindi intersecate da graben secondari, aventi direzione ONO - ESE, che tagliarono trasversalmente tali strutture; nelle zone di intersezione di questi due sistemi di faglie si impostò anche l’attività dell’apparato sabatino.

Tutte le formazioni vulcaniche sovrastano terreni più antichi di origine marina, formati da potenti coltri argillose passanti, verso l’alto, a terreni sabbiosi e quindi a livelli ghiaiosi, riferibili alla deposizione sedimentaria dell’ultimo ciclo regressivo marino databile al periodo Plio – Pleistocenico (da circa 5.2 m.a.), non affioranti all’interno del territorio comunale ma visibili più ad est, in direzione della valle del Tevere.

Il vulcanismo ha avuto, inizialmente, un chimismo acido (Tolfa, Cerite, Manziana, Cimino), per poi evolversi in termini alcalino - potassici, dando luogo ad apparati vulcanici localizzati ad est dei primi, datati da circa 1 m.a. fino ad alcune decine di migliaia di anni fa, comprendente i gruppi Vulsini, Vicani, Sabatini ed Albani.

(8)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 7 di 56

Il distretto vulcanico sabatino ha inizio con fenomeni di tipo esplosivo, circa 600.000 anni fa contemporaneamente agli altri distretti alcalino-potassici del Lazio.

Questo vulcano s’impostò in una vasta area pianeggiante occupata dai sedimenti sedimentari marini plio - pleistocenici (graben del Tevere), delimitata ad ovest dai rilievi sedimentari dei Monti della Tolfa e dai prodotti del vulcanismo acido di Tolfa – Manziana - Ceriti.

Verso est, il distretto sabatino era delimitato dai rilievi della dorsale carbonatica di Monte Soratte e più a sud da quella dei Monti Cornicolani.

Nella parte centrale dell’apparato sabatino, in corrispondenza dell’attuale lago di Bracciano, era presente una dorsale sedimentaria (alto strutturale di Baccano - Cesano), attualmente ricoperta da centinaia di metri di vulcaniti.

L’attività vulcanica sabatina inizia con emissioni esplosive idromagmatiche nella zona orientale del distretto, con la messa in posto del cratere detto di “Castelnuovo di Porto - Morlupo”, oggi in gran parte obliterato dalle successive eruzioni.

Segue, a breve, l’edificio di Sacrofano il quale è, forse, il centro più importante di tutto il distretto, avendo avuto un periodo di attività compreso tra i 600.000 ed i 370.000 anni, con un volume di materiale eruttato molto elevato che ha ricoperto terreni distanti anche 40 chilometri dal centro di emissione; le vulcaniti di Sacrofano sono costituite da prodotti piroclastici di ricaduta, quindi dall’importante “Colata piroclastica inferiore di Sacrofano”.

Questo deposito si estese per un raggio di 30 - 40 km dal centro di emissione, propagandosi anche verso Roma, rendendo la morfologia poco acclive; questo deposito fu utilizzato ampiamente come materiale da costruzione.

(9)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 8 di 56

La fase parossistica del vulcano, concentrata intorno ai 400.000 anni fa nella zona di Sacrofano, diede origine all’emissione di ingenti depositi piroclastici di ricaduta e da vari coni di scorie periferici con effusioni laviche secondarie, portando allo svuotamento delle camere magmatiche con il successivo collasso vulcano-tettonico della caldera di Bracciano.

In contemporanea, altri centri minori ed altre aree fratturate dei diversi settori del distretto sabatino hanno prodotto scorie e lave a chimismo tefritico fonolitico e fonolitico tefritico, in notevoli quantità.

Questi episodi diedero luogo alle varie formazioni: Tufi stratificati varicolori di Sacrofano, Tufi stratificati varicolori di La Storta ed anche all’emissione del Tufo rosso a scorie nere, risalente a circa 430.000 anni fa.

Gli ultimi episodi eruttivi, si concentrano nelle aree di Monte Razzano, Baccano e nei centri minori di Martignano, Stracciacappe, Le Cese ecc., con la messa in posto di prodotti a prevalente carattere idromagmatico, che risalgono a circa 40.000 anni fa (Fig. 2 e 3).

I terreni sedimentari più recenti sono di origine continentale ed appartengono ai depositi di alluvioni attuali e recenti, che colmano le valli fluviali, con granulometrie estremamente variabili e giacitura lentiforme.

Gli spessori delle litologie vulcaniche sono abbastanza elevati (diverse decine di metri) mentre le coperture alluvionali sono molto più ridotte; a notevole profondità si possono ritrovare rocce sedimentarie appartenenti ai depositi sabbio argillosi plio pleistocenici.

L’intensa attività vulcanica precedentemente descritta ha contribuito alla formazione di una regione a morfologia sub collinare, che nel territorio indagato è costituita essenzialmente, da un esteso plateau vulcanico lievemente inclinato verso sud.

Il territorio comunale può essere rappresentato da un esteso plateau, leggermente inclinato verso sud est, cioè verso la valle del Tevere, con pendenze media intorno al 10 % e

(10)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 9 di 56

movimentato dalla presenza di alcuni rilievi vulcanici (p.e. Monte Aguzzo – Monte Porcineta, Monte Madonna ecc.) e da alcune valli molto incise (p.e. torrente Valchetta).

Il plateau vulcanico è inciso, infatti, da un reticolo idrografico sub parallelo, che si diparte con forma inizialmente radiale centrifuga, dalle sommità degli apparati vulcanici, per orientarsi verso sud sud est.

Fig. 2 – Schema geologico apparato Sabatino - Area d’indagine

(11)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 10 di 56

Fig. 3 - Carta Geologica della zona di Formello (De Rita e altri)

(12)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 11 di 56

Le valli sono spesso molto incise dai fossi e sono delimitate da versanti sub verticali, con altezze che possono raggiungere alcune decine di metri, soprattutto sulla porzione nord orientale del territorio.

Le quote sono comprese tra un massimo di circa 300 metri in località Monte Madonna, nella porzione settentrionale, fino ad un minimo di circa 50 - 60 metri s.l.m., nelle incisioni fluviali che delimita il bordo meridionale del territorio, nei pressi della dorsale di Castel de’

Ceveri.

Per quanto riguarda le caratteristiche climatiche, sono stati analizzati i dati sulla piovosità delle stazioni di Formello e La Giustiniana nel periodo 1921 - 1965 ed è stato rilevato un valore medio annuo rispettivamente di 1019.4 e 995.5 mm; altri dati disponibili dagli annali idrogeologici, per 17 anni compresi nel periodo 1951 – 2000, forniscono un valore di circa 1012 mm; con una piovosità massima giornaliera di 114 mm e mensile di 329,6 mm.

Dai dati raccolti si può dedurre come il massimo di piovosità si raggiunga durante il periodo autunnale, nel mese di novembre, con un valore più alto a Formello; mentre il minimo stagionale avviene in giugno - luglio.

Non sono disponibili i dati termometrici della stazione di Formello, valori osservati nelle stazioni limitrofe di Anguillara e Vigna di Valle indicano che il massimo è generalmente raggiunto nel periodo luglio - agosto, i minimi in gennaio - febbraio, mentre la temperatura media annua risulta intorno ai 14.7 C°.

(13)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 12 di 56

4) Caratteristiche geomorfologiche del territorio

Il territorio comunale di Formello è stretto e fortemente allungato in direzione nord – sud, con lunghezza di circa 10 chilometri, per una larghezza media di circa 6.0 chilometri e con quote decrescenti da nord a sud.

Il lato nord occidentale del suddetto territorio è delimitato dalla profonda valle incisa dal fosso della Mola di Formello, poi torrente Valchetta, il quale costituisce il più importante corso d'acqua della zona.

Il fosso, nel suo tratto settentrionale, scorre in direzione nord est - sud ovest, per poi allinearsi in direzione nord – sud; queste variazioni di direzione sono correlate alle principali dislocazioni vulcano tettoniche ed alla tenacità dei materiali incisi.

Questo corso d’acqua ha un alveo meandriforme, con fondovalle piatto ed incassato nelle formazioni vulcaniche circostanti, con scarpate di varie decine di metri.

La conformazione dell'alveo testimonia un’evoluzione legata alle oscillazioni del livello marino, con alternanze di periodi di forte incisione seguiti da periodi di deposizione, fino al raggiungimento dell'aspetto odierno, cioè di valle a fondo piatto, attualmente in forte incisione.

Gli altri fossi principali, che interessano la fascia centro – meridionale del comune, hanno una direzione di scorrimento da nord ovest verso sud est.

Tra questi si citano, procedendo da ovest verso est, il fosso Lavatoio, affluente di sinistra del torrente Valchetta, il fosso Pantanicci, i cui rami iniziali si dipartono dalla zona sud del centro di Formello e scorrono lungo il bordo occidentale di Monte Aguzzo, i fossi di Valle Scurella e di Grassara, poi fosso di Acqua Viva, che lambisce il lato orientale di Monte

(14)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 13 di 56

Aguzzo e quindi il fosso Malvagliata ed il fosso di Monte Cappelletto, lungo il lato più orientale del territorio.

Questi corsi d’acqua minori mostrano un reticolo di tipo dendritico – sub parallelo, con valli mediamente incise nelle formazioni vulcaniche, delimitate da scarpate abbastanza modeste e con fondovalle spesso piatto, coperto da depositi alluvionali recenti.

Altro elemento geomorfologico degno di nota è quello di Monte Aguzzo, rilievo a pianta sub circolare, con diametro di circa 1,5 km, quota massima intorno ai 247 metri s.l.m., che si erge per circa 100 metri al di sopra del plateau vulcanico degradante verso sud.

Il rilievo collinare è un antico cono di scorie e lave, parzialmente ricoperto dai depositi piroclastici più recenti.

A nord del territorio è visibile una porzione di cratere oggi in parte scomparso, risalente all’attività del centro eruttivo di Sacrofano.

Il versante interno di questo cratere è caratterizzato da una elevata acclività fino al raggiungimento del fondovalle, inciso dal fosso della Mola di Formello.

Le incisioni fluviali hanno isolato alcuni speroni tufacei, come quello sul limite meridionale del comune, in località Castel de’ Ceveri ed il centro storico di Formello, entrambi delimitati da valli fluviali molto incise.

Laddove affiorano i depositi piroclastici più fini, specialmente nel settore meridionale del comune, sono presenti fenomeni di erosione superficiale, sia diffusa che concentrata (tipo gully), favoriti dalle piogge intense più frequenti negli ultimi anni.

Le zone a rischio geomorfologico sono, in massima parte, le scarpate di origine fluviale, che delimitano alcuni corsi d’acqua.

(15)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 14 di 56

Queste possono essere di altezza variabile, da qualche metro ad alcune decine di metri e spesso sono localizzate in prossimità di zone fortemente antropizzate, come quelle in località Le Rughe, Monte Madonna e Monte Lavatore.

Le scarpate interessano prevalentemente formazioni compatte, dotate di un aspetto massivo ed in genere poco fratturato, ma possono riguardare anche coltri di piroclastiti incoerenti e/o suoli e riporti di spessore non trascurabile.

Un altro elemento di rischio geomorfologico è dovuto alla presenza di costruzioni limitrofe agli alvei dei corsi d’acqua di varia dimensione e categoria gerarchica ed all’interno delle fasce alluvionali.

In generale, i fossi della zona non hanno caratteristiche idrauliche tali da poter provocare esondazioni degne di nota, ma non si può escludere, sempre a seguito di eventi piovosi eccezionali, che in prossimità dei fossi non si abbia fuoriuscita di acqua e di materiale da essa trasportato, favorita anche dalla scarsa pulizia degli alvei, sia a causa della vegetazione sia a causa di materiali diversi.

In alcune aree antropizzate, sono presenti riporti antropici diffusi, come per esempio nella zona industriale degli Olmetti, sia a monte che a valle di Via Santa Cornelia, i quali possono rappresentare un rischio potenziale sia dal punto di vista geotecnico che ambientale.

La cartografia P.A.I., redatta dall’Autorità di Bacino del Tevere, riporta alcune aree a rischio di frana (deformazioni superficiali lente e/o soliflusso) ed alcune scarpate instabili con fenomeni sia attivi che quiescenti; non risultano presenti zone a rischio alluvionale, come evidenziato in Fig. 4.

I fenomeni morfologici da deformazione superficiale non sono stati rilevati con sufficiente certezza, quindi, sono riportati soltanto perché presenti nella cartografia P.A.I.; le

(16)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 15 di 56

scarpate segnalate, invece, sono tutte comprese all’interno del gruppo ritenuto a rischio di instabilità anche dagli autori.

Tutte le principali aree di scarpata sono state considerate come fasce a media pericolosità, a causa dei diffusi fenomeni di degrado morfologico rilevati durante il presente studio.

(17)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 16 di 56

Stralcio Tav. 47

Stralcio Tav. 48

(18)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 17 di 56

Stralcio Tav. 60

Fig. 4 – Stralci dal P.A.I. Bacino del Tevere

(19)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 18 di 56

5) Caratteristiche geologiche del territorio

Come già accennato nel capitolo introduttivo, il territorio formellese, dal punto di vista geologico, è situato in pieno dominio vulcanico sabatino, con i prodotti dei diversi centri eruttivi orientali, diffusi su tutta la superficie.

L’estensione sia verticale che areale delle suddette vulcaniti è tale che non è possibile rilevare, all’interno del territorio comunale, terreni di altra origine, se si escludono le coperture alluvionali nei fondovalle e le coltri detritiche al piede dei versanti, i quali sono comunque composti da materiali di natura vulcanica, pur soggetti a profonda alterazione e rimaneggiamento.

Partendo dal settore nord del territorio, si rileva la presenza di un’estesa copertura di tufi piroclastici, provenienti quasi esclusivamente dal centro eruttivo di Baccano, i quali sono di epoca piuttosto recente (0,083 m.a.) ed hanno ricoperto i più antichi depositi di tufi, anch’essi piroclastici, eruttati dal cratere di Sacrofano.

I tufi di Sacrofano, con età variabile da 0.6 a 0.36 m.a., sono ben visibili in affioramento, lungo la porzione centro meridionale del territorio comunale e quindi alle quote minori.

La sequenza stratigrafica rilevata viene di seguito descritta, partendo dal termine più recente; la classificazione geologica adottata fa riferimento alla “Carta Geologica del Complesso Vulcanico Sabatino” del CNR ( 1989):

(20)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 19 di 56

Riporti (foto 1)

Elevate concentrazioni di materiale di riporto, in genere di natura tufacea ma anche di origine antropica, sono state rilevate all’interno della zona industriale degli Olmetti ed in minor misura a sud di via Santa Cornelia, di fronte all’area industriale.

L’estensione è tale che è stato possibile riportare in cartografia i relativi affioramenti, i quali risultano in gran parte obliterati dall’urbanizzazione esistente.

Altre aree interessate dai riporti sono sicuramente presenti all’interno delle diverse lottizzazioni sparse sul territorio (p.e. Le Rughe) ma con diffusione più limitata e non cartografabile a questa scala.

In generale i riporti hanno modeste caratteristiche meccaniche e possono contenere materiali inquinanti.

Foto 1 – Accumuli di riporto

(21)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 20 di 56

Alluvioni recenti ed attuali (foto 2)

I depositi alluvionali sono costituti da accumuli di materiali vulcanici composti da miscele di tufi rimaneggiati, piuttosto disomogenei dal punto di vista granulometrico, in quanto formati da terreni a matrice fine limo argillosa, con sabbie, pomici e clasti vulcanici intercalati, come pure da depositi più grossolani.

In generale gli spessori delle alluvioni locali sono modesti, nell’ordine di qualche metro;

all’interno della valle del torrente Valchetta, invece, tali spessori aumentano notevolmente fino a superare la decina di metri.

Questi depositi possono essere anche rinvenuti, occasionalmente, nelle aree poco acclivi, laddove si possono avere accumuli di tufi rimaneggiati.

Nel complesso le alluvioni hanno caratteristiche meccaniche modeste e giacitura lentiforme, con possibilità di sviluppare cedimenti sia assoluti che differenziali consistenti.

Foto 2 – deposito alluvionale

(22)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 21 di 56

Tufi cineritici stratificati (Unità idromagmatica intermedia di Baccano) (foto 3)

Questa formazione si estende a nord dell’abitato di Formello e risulta essere la più recente vulcanite in affioramento nel territorio comunale.

Il deposito è composto da tufi stratificati, prevalentemente chiari, a matrice cineritico sabbiosa, con laminazione parallela ed incrociata, xenoliti lavici e del sedimentario e fenocristalli di analcime, con uno spessore mediamente inferiore alla decina di metri.

Le caratteristiche meccaniche di questa litologia sono generalmente sufficienti anche se non elevate.

Foto 3 – Tufi cineritici stratificati

(23)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 22 di 56

Tufo trachitico massivo (Colata piroclastica di Baccano) (foto 4)

Questa formazione è visibile all’interno delle incisioni vallive del fosso della Mola di Formello e dei suoi affluenti e nella zona delle Rughe.

E’ contraddistinta da un deposito massivo a matrice pomiceo cineritica chiara, con blocchi lavici e xenoliti del sedimentario, anche non termometamorfosate, e fenocristalli di biotite e pirosseni e leuciti analcimizzata (0,083 M.a.).

Le caratteristiche meccaniche di questa formazione sono generalmente buone e piuttosto omogenee.

Foto 4 – Tufo trachitico massivo

(24)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 23 di 56

Tufi stratificati incoerenti (Unità idromagmatica inferiore di Baccano) (foto 5)

Questa formazione, all’interno del comune, affiora soltanto in località Le Rughe al di sotto del tufo trachitico massivo.

E’ contraddistinta da un deposito di tufi cineritici, stratificati, di colore chiaro e prevalentemente incoerenti, di origine idromagmatica, con laminazione parallela ed incrociata; al suo interno si trovano clasti vulcanici e del sedimentario.

Le caratteristiche meccaniche di questa formazione sono generalmente medie e variabili da zona a zona.

Foto 5 – Tufo stratificati incoerenti

(25)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 24 di 56

Tufo massivo trachitico con leucite (Colata piroclastica superiore di Sacrofano) (foto 6)

Questa è la formazione più diffusa all’interno del territorio comunale ed affiora in tutta la fascia centro meridionale, compreso il centro storico del paese che si erge proprio al di sopra di uno sperone tufaceo di questa natura.

E’ contraddistinta da un deposito di tufo massivo anche molto compatto, poco fratturato, di colore grigio giallastro, con pomici alterate e matrice cineritica; localmente al tetto è presente una facies stratificata, pomicea e lapillare (0.36 M.a.).

Lo spessore di questa formazione è abbastanza elevato e le caratteristiche meccaniche sono molto soddisfacenti.

Foto. 6 – Tufo massivo trachitico con leucite

(26)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 25 di 56

Tufi stratificati varicolori (Prodotti di ricaduta di Sacrofano) (foto 7)

Questa formazione affiora prevalentemente nella porzione meridionale del territorio comunale, soprattutto a sud est di Monte Aguzzo.

E’ contraddistinta da una piroclastite di ricaduta di colore variabile con livelli cineritici, lapillari, scoriacei, poco coerenti o incoerenti e matrice cineritica; a questi si alternano livelli pomicei, diatomitici con tufiti e paleo suoli, a testimonianza di prolungati periodi di stasi dell’attività eruttiva.

Le caratteristiche meccaniche di questo deposito molto variabili, in funzione dello spessore e della consistenza degli strati che lo compongono.

Foto 7 – Tufi stratificati varicolori

(27)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 26 di 56

Scorie e lave di Monte Aguzzo (foto 8 - 9)

Questa formazione affiora esclusivamente in corrispondenza di Monte Aguzzo, il quale si staglia nettamente lungo il versante meridionale del territorio comunale.

La formazione è composta da due litologie diverse, la prima costituita da scorie bruno rossastre, a granulometria ghiaiosa, sciolte, che formano gran parte del cono vulcanico.

La seconda costituita da una colata lavica a chimismo basico, fonolitico leucitico, poco fratturata e presente sul lato orientale e meridionale del monte; le due litologie sono coeve e risalgono ad un evento eruttivo databile intorno a 0.4 M.a.

Le caratteristiche meccaniche di questo deposito sono variabili, con le lave dotate di ottime proprietà geotecniche e soggette ad estrazione mineraria nei tempi passati.

Le scorie, invece, sono piuttosto leggere anche se dotate di angolo di attrito piuttosto elevato; il passaggio tra le due litologie può essere sfumato, con produzione di termini intermedi.

(28)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 27 di 56

Foto 8 - 9 – Lave (sopra) e scorie del Monte Aguzzo

(29)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 28 di 56

Tufo massivo giallastro (Colata piroclastica inferiore di Sacrofano) (foto 10)

Questa formazione affiora esclusivamente al margine meridionale dell’altura di Castel de’ Ceveri, lungo le valli fluviali che lo costeggiano.

E’ contraddistinta da una colata piroclastica di colore giallastro, a matrice pomiceo cineritica, con litici diversi, di aspetto massivo e consistenza anche litoide con livelli di pomici e scorie.

Le caratteristiche meccaniche di questa litologia sono generalmente buone, data la consistenza di gran parte del deposito.

Foto 10 – Blocchetto di tufo estratto da un banco di tufo lungo la via Tiberina

(30)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 29 di 56

I suoli derivanti da materiali piroclastici come quelli rilevati nel comune di Formello, sono definibili come andisuoli e sono caratterizzati da un orizzonte di tipo andico o vitreo, con pH neutro o subacido; il drenaggio è buono e la capacità idrica alta, la capacità di scambio cationico elevata.

Si tratta di suoli scuri, che si sviluppano su materiali vetrosi come ceneri, pomici lave ecc., nei quali la frazione minerale è dominata da materiali allofanici (amorfi) o da complessi dell’alluminio.

L’andisuolo è caratterizzato: bassa densità ed elevata microporosità, alto contenuto di prodotti amorfi, alta ritenzione in fosfato, contenuto in vetro nella frazione fine, inferiore al 10

%.

L’orizzonte vitrico è dominato da vetro vulcanico e da altri minerali primari, prodotti dall’eruzione, abbastanza ricco di frazione fine.

In generale si tratta di pedoambienti fertili ma fragili: l’impatto delle coltivazioni generalmente degrada le caratteristiche dei suoli e li rende soggetti ad intensa erosione ed alla perdita delle caratteristiche andiche.

Senza protezione vegetale tendono a disseccarsi in modo irreversibile e se rizzhi in zeoliti tendono ad argillificare.

Analisi di alcuni metalli pesanti nei suoli sabatini

(31)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 30 di 56

6) Caratteristiche idrogeologiche del territorio

Dal punto di vista idrogeologico, il territorio comunale di Formello è localizzato nel settore centro orientale dell’apparato vulcanico sabatino ed in particolare nel “Bacino idrogeologico dei Monti Sabatini Orientali” (Capelli et al.2005).

Lo spartiacque idrogeologico di questo bacino corre ad ovest della S.S. Cassia fino alla valle del Baccano, proseguendo quindi verso nord est, in direzione dell’allineamento Campagnano – Morlupo.

A est ed a sud est, il bacino idrogeologico è delimitato dalle sponde occidentali del fiume Tevere, verso il quale drenano sia le acque superficiali sia quelle sotterranee (vedi Fig.

5).

Il bacino idrogeologico dei Monti Sabatini Orientali è contraddistinto da una precipitazione media annua P = 677 mm, un’evapotraspirazione Etr = 386 mm, un Ruscellamento R = 89 mm ed una infiltrazione efficace Ie = 229 mm (da Capelli et al. 2005).

I prodotti vulcanici in affioramento sono dotati di valori di permeabilità sia primaria (porosità) sia secondaria (fratturazione) diverse; in particolare possono essere distinti i seguenti complessi idrogeologici:

 Complesso delle alluvioni recenti ed attuali

Questi depositi, localizzati sui fondovalle in prossimità dei fossi sono contraddistinti da valori di permeabilità medio bassi, molto variabili, in funzione della composizione granulometrica che va dalle sabbie fino ai limi argillosi con qualche intercalazione più grossolana, ghiaiosa.

(32)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 31 di 56

 Complesso delle lave e delle scorie

Questi depositi sono limitati agli affioranti del rilievo di Monte Aguzzo e sono dotati di alti valori di permeabilità sia di tipo primario (scorie) sia di tipo secondario (lave).

 Complesso delle colate piroclastiche

Questi depositi, generalmente litoidi e massivi, sono dotati di valori di permeabilità medi – medio bassi, prevalentemente di tipo secondario.

 Complesso dei tufi stratificati

Questi depositi includono i tufi piroclastici stratificati, a matrice prevalentemente fine, cineritica, e quindi con valori di permeabilità primaria medio bassa anche se non si escludono livelli più permeabili.

La falda acquifera basale mostra valori massimi delle isopieze nella fascia settentrionale del comune con quote intorno ai 140 m s.l.m., che diminuiscono gradualmente verso sud fino ad un minimo di circa 60 metri s.l.m.

Analizzando più in dettaglio l’idrogeologia del territorio di Formello, tramite il censimento di pozzi e sorgenti, si evidenzia la presenza di due falde acquifere: la prima è una falda sospesa, limitata al settore settentrionale, contenuta nei tufi cineritici stratificati (Unità idromagmatica intermedia di Baccano) probabilmente al contatto con la sottostante formazione tufacea litoide massiva (Colata piroclastica superiore di Sacrofano).

(33)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 32 di 56

Fig. 5 – Bacino Idrogeologico Sabatini Orientali (da Capelli et al. 2005)

Le isopieze di questa falda sospesa variano dai 230 – 200 m s.l.m. in prossimità del centro abitato di Formello, ad una profondità di 10 - 30 metri dal piano di campagna, con direzione di flusso in direzione settentrionale, dalla dorsale collinare di Monte Madonna – Porcineta, verso l’incisione fluviale del fosso della Mola di Formello, con un gradiente medio abbastanza elevato, intorno al 4 %.

Questa falda, essendo sospesa, potrebbe essere discontinua ed estendersi in direzione meridionale, anche se i dati a disposizione non sono sufficienti per la ricostruzione di ulteriori isopieze.

La falda acquifera basale delle vulcaniti è, invece, molto più profonda di quella basale ed è sostenuta dal deposito argilloso plio - pleistocenico che funge da substrato impermeabile.

(34)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 33 di 56

Questa falda è dotata di una direzione di flusso generale da nord verso sud, conforme al deflusso idrico superficiale, con quote comprese tra un massimo di circa 140 metri s.l.m., nella pozione settentrionale, fino ad un minimo di 60 metri s.l.m. all’estremità meridionale, in località Castel de’ Ceveri.

Le isopieze della falda basale sono state ricostruite principalmente con i livelli statici dei pozzi idrici ma anche mediante alcune emergenze sorgive, specie lungo il lato sud orientale del comune.

La falda mostra un gradiente idraulico più basso nella porzione centrale del comune, compresa trai i 140 – 130 metri s.l.m., intorno allo 0,25 %, con un aumento nella fascia meridionale, tra le isopieze 130 – 60 m s.l.m., fino al 2 %; questo fatto testimonia una maggiore potenzialità e quindi probabilmente un maggiore spessore dell’acquifero nella porzione centrale del comune.

Le isopieze della falda basale tendono ad inflettersi verso monte, in prossimità di alcune incisioni fluviali, in modo più evidente in quelle maggiormente incise nelle vulcaniti, come lungo il torrente Valchetta.

Questo corso d’acqua si comporta in tutto il territorio comunale come un fosso drenante la falda acquifera basale; questo fatto favorisce un flusso idrico perenne anche durante i periodi più siccitosi.

Altri fossi che si comportano come drenanti sono quelli localizzati nel settore meridionale del comune ed in particolare una porzione del fosso Pantanicci e di quello Malvagliata.

Le profondità dei pozzi variano da un massimo di 140 - 180 metri nel settore settentrionale ai 100 - 120 metri nella pozione centro meridionale fino ad un minimo di 30 - 40 metri nel settore meridionale, con una soggiacenza della falda acquifera basale elevata nel

(35)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 34 di 56

settore settentrionale, intorno ai 140 metri massimi fino a scendere a 100 metri nel centro abitato di Formello; la porzione centro meridionale vede diminuire notevolmente il valore della soggiacenza intorno ai 10 - 30 metri specialmente in prossimità dei corsi d’acqua drenanti.

(36)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 35 di 56

7) Sismicità e tettonica

Il comune di Formello, in base all’ O.P.C.M. n°3274, relativa alla riclassificazione sismica del territorio italiano ed alla sua adozione e parziale modifica da parte della Regione Lazio (D.G.R. n. 387 del 22/05/2009), è stato catalogato come zona di tipo 3A (Fig. 6).

Fig. 6 – Classificazione sismica Regione Lazio D.G.R. 387/2009

Sono, quindi da considerare gli obblighi previsti in sede legislativa per i comuni sismici (legge 64/74 e seguenti).

l territorio comunale di Formello ricade, in generale, all’interno dell’ampia zona sismogenetica n. 42, allungata parallelamente alla costa tirrenica, in direzione nord ovest – sud est (Fig.7).

(37)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 36 di 56

Fig. 7 – Carta nazionale delle zone sismogenetiche italiane (GNDT)

Dal punto di vista tettonico l’area non risulta particolarmente pericolosa e non sono segnalate in zona faglie sismogenetiche.

I lineamenti strutturali conosciuti sul territorio di Formello hanno prevalente allineamento appenninico, cioè direzione nord ovest – sud est ed antiappenninico, cioè sud ovest – nord est (Fig. 8).

In generale, quindi, l’area esaminata sembra risentire principalmente delle zone sismogenetiche più attive, relativamente vicine come la fascia appenninica.

(38)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 37 di 56

Fig.8 Carta tettonica da (De Rita e altri)

Formello

(39)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 38 di 56

Considerando l’assetto geologico ed idrogeologico del territorio, in generale, non sono da segnalare pericoli di amplificazione sismica locale per fenomeni di addensamento o liquefazione, visto il grado di densità relativa dei terreni e la profondità della falda acquifera.

Dal punto di vista topografico, le zone esaminate rientrano sia in categoria T1 che in categoria T2, specie in prossimità delle principali incisioni fluviali, dove le pendenze superano i 15°.

Al fine di evidenziare gli eventi sismici che hanno raggiunto il comune di Formello, sono stati estratti i terremoti dal Catalogo INGV - CPTI04, dove sono riportate le intensità sismiche Is, di tutti i principali eventi sismici catalogati che hanno raggiunto il territorio, per i quali vengono indicati l'anno, l'area epicentrale, le intensità sismiche all'epicentro Io.

La zona non ha risentito di terremoti intensi; quelli più importanti che hanno raggiunto il comune hanno avuto epicentri nella fascia preappenninica, con epicentro a Montelibretti nel 1901 (Is 4-5° MKS) e lungo la fascia tirrenica: terremoto del 1895 con epicentro Castelporziano e del 1919 con epicentro ad Anzio, risentiti nel comune di Formello con un’intensità sismica del 4° MKS (vedi Fig. 9).

Il comune è stato oggetto di uno studio di Microzonazione sismica di I Livello, approvato dalla Regione Lazio in data 19/09/2012, nel quale si evidenzia che tutto il territorio

(40)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 39 di 56

comunale è suscettibile di amplificazione sismica, con tre classi distinte: ZAS1 (successioni colate piroclastiche/tufi litoidi), ZAS2 ( coperture di tufi terrori ed incoerenti su colate piroclastiche/tufi litoidi) e ZAS3 (coperture di modesto spessore alluvionali su colate piroclastiche/tufi litoidi) oltre ad una zona classificata come instabile ZI1 per rischio legato alla presenza di cunicoli antropici.

(41)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 40 di 56

Fig. 9 – Scheda terremoti comune di Formello Is = Intensità sismica locale (scala MCS)

I0 = Intensità sismica epicentrale (scala MCS) Mw = Magnitudo momento

LEGENDA

Storia sismica di Formello [42.079, 12.401]

Numero totale di terremoti: 9 Effetti

Is Anno Me Gi Or Area epicentrale Studio nMDP Io Mw

F 1892 01 22 COLLI ALBANI DOM 81 6-7 5.17

4 1895 11 01 CASTELPORZIANO DOM 98 6 4.83

4-5 1901 04 24 14 20 MONTELIBRETTI DOM 44 7-8 5.15

4 1919 10 22 06 10 ANZIO DOM 142 7 5.53

2 1927 12 26 15 06 14 Colli Albani CFTI 38 7 5.02

NF 1969 07 02 07 55 TOLFA DOM 72 7 5.08

NF 1971 02 06 18 09 TUSCANIA DOM 89 7-8 4.90

NF 1998 03 26 16 26 17 APPENNINO UMBRO-MARCH.BMING 408 6 5.33

NF 1998 08 15 05 18 09 MONTI REATINI BMING 233 5-6 4.49

Terremoti:

(42)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 41 di 56

8) Valutazioni conclusive sulla pericolosità e vulnerabilità delle aree

La presente relazione riguarda l’intero territorio comunale compreso nel nuovo P.U.C.G. ed analizza le problematiche di carattere geologico, idrogeologico, sismico e geomorfologico del territorio esaminato.

L’indagine ha permesso di verificare la natura e le caratteristiche dei terreni affioranti, attraverso le quali sono state valutate le eventuali condizioni e limiti inerenti l’idoneità dell’area.

Le valutazioni di carattere geotecnico sono stimate e provengono da un’analisi qualitativa dei dati a disposizione; quindi si ritiene assolutamente necessario, in caso d’intervento, eseguire apposite indagini in situ così da definire, con certezza, la situazione peculiare di ogni singola opera.

L’analisi geomorfologica complessiva del territorio comunale non ha rilevato la presenza di dissesti particolarmente accentuati, sia passati che recenti ed il territorio è risultato sostanzialmente stabile.

Sono sicuramente presenti fenomeni minori di degrado idrogeologico e morfologico (piccole frane per crollo lungo le scarpate, erosione superficiale, dilavamento ecc.) ma non sono presenti formazioni geologiche soggette a movimenti franosi di dimensioni elevate.

Da questa valutazione positiva, si escludono alcune zone individuate come mediamente pericolose sull’apposita carta (TAV 5), per le quali sono previste le prescrizioni riportate in seguito.

Una nota importante, per valutare il territorio comunale di Formello, è legata alla sua notevole valenza ambientale, rafforzata dalla presenza del Parco di Veio, il quale ingloba la

(43)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 42 di 56

quasi totalità di tale territorio e dalla presenza della zona S.I.C. della Madonna del Sorbo (fig.

10).

Il vincolo del parco comporta il rispetto di una serie di norme restrittive, che devono essere recepite dal presente piano, il quale si dovrà armonizzare con questo impianto normativo sovraordinato, al fine di valorizzare al meglio le potenzialità e le caratteristiche dell’ambiente locale.

Fig. 10 - Area del Parco Naturale Regionale di Veio (PR 16 in verde) nel Comune di Formello e zona SIC del Cremera – Valle del Sorbo (93 in rosso rigato)

(44)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 43 di 56

1) Scarpate ed aree ad elevata acclività (maggiore del 30 %)

Le scarpate rilevate, in gran parte localizzate lungo le incisioni fluviali, sono soggette a frequenti fenomeni di crollo localizzati, a causa dei quali si è reso necessario classificarle come aree a pericolosità alta (h>10 m) e media (h<10 m) e quindi soggette a prescrizioni.

In particolare, sono state classificate come aree idonee con prescrizioni, le scarpate lungo gli alvei del fosso della Mola di Formello poi Torrente Valchetta e del suo affluente di sinistra fosso del Massaruccio, fosso del Lavatore, tratto iniziale del fosso di Pantanicci e dei fossi posto nella porzione nord orientale del territorio comunale, parte del perimetro esterno del centro storico di Formello.

Si ritiene necessario, per queste zone, calcolare una distanza di sicurezza a monte ed a valle dalla scarpata, in funzione delle caratteristiche meccaniche e strutturali delle formazioni che la costituiscono, nonché definire con certezza le condizioni di stabilità ante e post operam, in funzione dei carichi e delle condizioni al contorno, che caratterizzano ogni singolo progetto edilizio, nonché verificando la stabilità in condizioni sismiche, per le quali si può ipotizzare un fenomeno di amplificazione topografica.

(45)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 44 di 56

2) Aree esondabili

Lo studio non ha identificato zone esondabili con certezza assoluta poiché i fossi, in generale, sono ben incassati nel fondovalle e non hanno caratteristiche idrauliche tali, da poter provocare vere e proprie esondazioni.

Si è quindi preferito considerare comunque a rischio, le fasce di territorio antistanti le rive dei fossi, per una larghezza di almeno 30 metri dalla riva.

Si è giunti ad una tale scelta in virtù dei seguenti fattori che sono:

1) dati storici e testimonianze raccolte in sito,

2) la presenza di terreno alluvionale di epoca recente, 3) la mancanza di pulizia e manutenzione degli alvei.

Le prescrizioni, per tali fasce, riguardano la necessità di valutare qualsiasi eventuale progetto edilizio, in funzione del rischio idraulico.

La prescrizione scelta prevede la verifica idraulica del fosso, alla sezione sottesa in prossimità dell’area in esame, per siti posti ad una distanza compresa entro i 30 metri dalla riva.

Sono esclusi da tale verifica i siti posti ad una quota superiore ai 10 metri dal fondo dell’alveo.

In particolare, rilevato il cattivo stato di manutenzione degli alvei, lungo i quali sono frequenti accumuli di materiali diversi (resti vegetali, detriti e blocchi ecc.) che impediscono il

(46)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 45 di 56

regolare deflusso delle acque, soprattutto in caso di piena, si prescrive di adottare un programma periodico di ricognizione delle aree per eventuali interventi manutentivi, al fine di garantire il suddetto deflusso.

(47)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 46 di 56

3) Area in frana e zone soggette a dilavamento

Le aree in frana proposte dal PAI (Autorità di Bacino del Tevere) all’interno del territorio comunale, sono state considerate come aree a media pericolosità e quindi idonee con prescrizione, in funzione della loro destinazione urbanistica, quasi totalmente dedicata ad agricolo.

Soprattutto le due aree poste sul versante di Monte Aguzzo e soggette a deformazioni superficiali lente, interessano aree agricole e boscate, pertanto le prescrizioni possono riguardare le eventuali tecniche di coltivazione oltre che, in caso di edificazione, l’esecuzione di indagini necessarie ad eseguire una verifica di stabilità ante e post operam.

Per quanto riguarda l’area posta come frana presunta sul versante destro, occidentale, del torrente Valchetta, localizzata in un’area boschiva, valgono le stesse prescrizioni delle frane precedentemente descritte.

Il rilevamento eseguito nel presente studio non ha individuato ulteriori aree in frana, se si escludono quelle riguardanti le scarpate molto acclivi.

Le prescrizioni per le aree di frana interessate da scarpate o versanti particolarmente acclivi, sono quelle riportate nel paragrafo dedicato.

Tecniche di coltivazioni idonee dovranno essere utilizzate anche per le aree soggette a dilavamento sia diffuso che concentrato, riportate in cartografia soprattutto in corrispondenza delle formazioni tufacee e scoriacee incoerenti.

(48)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 47 di 56

4) Aree di cava

Le aree di cava sono concentrate lungo Monte Aguzzo; il rilevamento della loro situazione geomorfologica ha indotto lo scrivente ha considerare queste aree come mediamente pericolose e quindi idonee con prescrizioni.

Lo stato di completo abbandono del territorio di cava, privo di qualsiasi opera di ripristino e caratterizzato dalla presenza di alcune scarpate verticali ed accumuli di materiale di risulta, induce a ritenere consigliabile la realizzazione di un piano di recupero specifico, il quale permetta di riutilizzare, senza rischi particolari, questa porzione di territorio oggi in parte abbandonata.

(49)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 48 di 56

5) Area con riporti

L’unica area con la presenza di una copertura di riporto degna di nota è localizzata all’interno della zona industriale ed a valle della via di Santa Cornelia.

Per questa porzione di territorio, vista anche la morfologia circostante, in alcuni tratti abbastanza acclive, si è scelta una classificazione di media pericolosità e quindi di idoneità con prescrizioni.

Queste ultime riguardano, in particolare, la definizione dei parametri geotecnici, in particolare dei parametri utili alla definizione dei ccedimenti e delle dimensioni del riporto nonché il calcolo della sua stabilità ante e post operam, sempre considerando le condizioni sismiche.

Per quanto concerne la vulnerabilità della falda acquifera, nelle aree interessate dai riporti, si segnala il potenziale rischio di inquinamento, legato alla modesta soggiacenza dell’acquifero, inferiore ai 20 metri dal piano di campagna ed alla composizione del riporto stesso, il quale potrebbe includere materiali non idonei ad essere depositati sul terreno.

(50)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 49 di 56

6) Aree vulnerabili

Complessivamente, dal punto di vista geologico, il territorio comunale non risulta particolarmente vulnerabile.

Le aree vulnerabili sono considerate tali a causa delle loro caratteristiche idrogeologiche, poiché sono state rilevate falde acquifere sospese o comunque poco profonde.

In particolare l’intera valle incisa dal torrente Valchetta e tutte le valli con fossi drenanti, così come riportati sulla carta idrogeologica, sono state classificate a media vulnerabilità, per la presenza della falda acquifera sub affiorante.

A queste valli si aggiungono alcune zone laddove è presente un acquifero a profondità inferiore ai 20 metri dal piano di campagna, in particolare a nord del centro storico di Formello e nel settore meridionale del territorio comunale.

Le prescrizioni previste riguardano l’esecuzione di studi idrogeologici di dettaglio in caso di scarichi sul suolo ed il divieto di accumulo di materiali potenzialmente inquinanti, direttamente sul terreno.

Un altro fattore di vulnerabilità da considerare valido per l’intero territorio comunale, è legato allo sfruttamento delle risorse idriche locali le quali, seppure ritenute complessivamente abbondanti, sono soggette ad un intenso sfruttamento.

La realizzazione di nuovi progetti, soprattutto se di dimensioni rilevanti, dovrà valutare con precisione i fabbisogni idrici richiesti e l’impatto di tale domanda con le risorse idriche disponibili, adottando comunque le migliori tecnologie e strategie in merito al risparmio idrico.

(51)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 50 di 56

Questa prescrizione è ulteriormente rafforzata dalla presenza, su gran parte del territorio, di un’area critica, considerata tale proprio a causa dell’elevata concentrazione di prelievi idrici (fig. 11).

Si rammenta inoltre la necessità, in aree alluvionali e di riporto, di verificare le condizioni sismiche a causa dei potenziali fenomeni di amplificazione e di liquefazione che possono interessare le zone con falda prossima alla superficie, in grado di saturare terreni fini.

Fig. 11 – Stralcio Piano di Bacino del Fiume Tevere

(52)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 51 di 56

7) Aree con presenza di cavità sotterranee

Il rischio indotto dalla presenza di cavità sotterranee riguarda la quasi totalità dei centri storici a nord di Roma e, quindi, anche nel caso di Formello, si può considerare tale occorrenza.

Non esistendo una mappatura di dettaglio di dette cavità poste all’interno del centro storico del paese e lungo le zone di accesso allo stesso, dove sono visibili vecchie cantine e ricoveri (foto 11), si consiglia di provvedere ad un rilievo topografico e geostrutturale, in grado di definire l’estensione areale e verticale delle cavità e la presenza di eventuali rischi di crollo.

Foto 11 – cavità lungo via Bassanelli

(53)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 52 di 56

Altre cavità di natura antropica sono state rilevate lungo il corso dei fossi, in particolare del fosso degli Olmetti, il quale ha un percorso parzialmente artificiale, con alveo sotterraneo che corre all’interno di alcuni cunicoli molto antichi.

Parte di questi cunicoli sono già crollati, formando cavità classificabili come piccoli

“sink – hole”, come visibile a valle della zona industriale (foto 12-13).

Nel caso di interventi nelle aree interessate dal fenomeno, sia nel centro storico che in campagna, sarà necessario procedere ad una ricerca preventiva delle suddette cavità ed alla loro analisi topografica e geologico strutturale.

(54)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 53 di 56

Foto 12 - 13 – Sink hole lungo il fosso degli Olmetti

(55)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 54 di 56

8) Aree senza prescrizioni (esclusa quella relativa all’elevata concentrazione dei prelievi idrici, estesa su tutto il territorio comunale)

Per le zone classificate come idonee senza prescrizioni, diffuse sulla maggior parte del territorio comunale, si considera sufficiente il rispetto degli obblighi previsti dalla legislazione vigente.

Vista la variabilità morfologica e litologica del territorio si consiglia, comunque, di verificare le caratteristiche geotecniche mediante il supporto di indagini in situ puntuali, cioè per ogni costruzione o intervento, al fine di valutare con esattezza la situazione stratigrafica e geotecnica specifica, riguardante ogni singolo progetto edilizio.

Sarà così possibile adottare la tipologia fondale idonea per ogni specifica costruzione, in base alle caratteristiche progettuali della stessa ed in relazione alle caratteristiche fisiche del singolo lotto.

Nel complesso, le formazioni tufacee e laviche presentano valori delle caratteristiche geotecniche mediamente soddisfacenti, mentre i terreni alluvionali ed i riporti posseggono proprietà più scadenti.

Il comune di Formello, infine, rientra nella nuova classificazione sismica della

Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è quindi soggetta ai relativi obblighi.

(56)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 55 di 56

9) Riassunto prescrizioni

In caso di attività edilizia:

1. Per tutte le fasce di scarpata, a prescindere dall’altezza, eseguire verifiche dell’analisi di stabilità in condizioni ante e post operam ed in caso di necessità provvedere alla loro messa in sicurezza;

2. Per tutte le opere prossime ai fossi, dovrà essere eseguita una verifica idraulica fino ad una distanza di 30 metri dalle rive, per la valutazione del rischio di esondazione;

possono essere esclusi da tale analisi i siti per i quali vi sia una differenza di quota superiore ai 10 metri con il fondo dell’alveo (fossi molto incisi).

3. Per tutte le zone in frana, segnalate dal PAI del Bacino del Tevere, dovranno essere eseguite specifiche indagini al fine di accertare la presenza del dissesto oltre alle verifiche di stabilità ante e post operam.

4. Per tutte le zone soggette a dilavamento diffuso e concentrato dovranno essere adottate opportune pratiche colturali finalizzate alla riduzione di tali fenomeni.

5. Per tutte le aree di cava dovranno essere eseguiti piani di recupero e messa in sicurezza.

6. Per tutte le zone con riporto dovranno essere eseguite analisi chimiche volte alla caratterizzazione degli stessi oltre a specifiche indagini geotecniche, con particolare attenzione allo sviluppo dei cedimenti.

7. Per tutte le cavità sotterranee dovranno essere eseguiti accurati rilievi topografici volti all’individuazione delle caratteristiche topografiche (estensione, altezza, direzione, ecc.) oltre alle analisi geologico-strutturali.

(57)

Relazione Nuovo PUCG Comune di Formello. 56 di 56

8. Per tutte le zone con acquifero vulnerabile dovranno essere adottati specifici studi idrogeologici di dettaglio per gli scarichi sul suolo e saranno vietati accumuli di materiali inquinanti o potenzialmente pericolosi sul terreno.

9. Per tutto il territorio comunale, soggetto a vulnerabilità idrogeologica per elevata concentrazione di prelievi idrici, dovranno essere eseguite, in sede di pianificazione edilizia, accurate valutazioni sui consumi richiesti e sulle reali potenzialità dell’acquifero emunto.

Dott. Geol. Vittorio Stocchi

Riferimenti

Documenti correlati

onorario, se già avessero quello di dottore. La patria nostra parteciperà a questa onorificenza nella persona dei due illu- fstri suoi figli, il cardinale Angelo Mai, ed il

ospita il Museo Romagnolo del Teatro dove è conservato il Quartetto d'archi realizzato dal liutaio Giuseppe Secondo Paganini restaurato dal Club inoltre il Club tiene aperto

Sostanze pericolose (agenti chimici) ... Movimentazione manuale dei carichi ... Affaticamento visivo ... Punture, tagli ed abrasioni ... Urti, colpi, impatti, compressioni ...

PROVA DI SELEZIONE RAPPRESENTATIVA REGIONALE CADETTE / CADETTI CAMPIONATO PROVINCIALE individuale Settore PROMOZIONALE - MASTER.. Gaglianico, 1

I valori dei coefficienti di restituzione all’urto e dell’angolo d’attrito al rotolamento (Fig. 7), utilizzati nella realizzazione delle corrispondenti carte di input sono

All’interno degli strumenti di Model Review, come ad esempio Solibri Model Checker, sono dispo- nibili set di regole personalizzabili che consentono di effettuare un controllo

anticorruzione e valutazione della performance”, aveva, da un lato, ridisegnato ruolo e compiti della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle

Due forti scosse furono sentite a Napoli a distanza di circa un’ora; spaventarono la popolazione al punto che furono fatte due processioni, una alla chiesa di Santa Bar- bara