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1 DICEMBRE I disastri naturali SONO UN CASTIGO DI DIO?

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1° DICEMBRE 2011

I disastri naturali

SONO UN CASTIGO DI DIO?

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LO SCOPO DI QUESTA RIVISTA, La Torre di Guardia, e quello di onorare Geova Dio, il Supremo Sovrano` dell’universo. Come le torri di guardia dell’antichit`

a permettevano di scrutare in lontananza, questa rivista indica il significato degli avvenimenti mondiali alla luce delle profezie bibliche. Reca conforto con la buona notizia che presto il Regno di Dio, un vero e proprio governo in cielo, eliminera tutta la malvagit` a e trasformer` a la terra in un` paradiso. Incoraggia a riporre fede in Ges`

u Cristo, che mor` ı affinch´

e potessimo ottenere la vita eterna e che ora governa come Re del Regno di Dio. Questa rivista viene pubblicata dai Testimoni di Geova ininterrottamente dal 1879 e non ha carattere politico. Si attiene strettamente alla Bibbia.

Questa pubblicazione none in vendita. Viene distribuita nell’ambito di un’opera mondiale di istruzione biblica sostenuta mediante contribuzioni volontarie. Salvo diversa` indicazione, la versione biblica usatae la` Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti.

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Tiratura di ciascun numero:

42.162.000 IN 188 LINGUE

1° DICEMBRE 2011

ARTICOLI DI COPERTINA

3 Dio ci sta punendo?

4 Perch ´ e cos `

ı tanti disastri naturali?

6 Come far fronte ai disastri naturali 8 Mai pi `

u disastri!

RUBRICHE

10 I lettori chiedono . . . 14 Una lettera dalla Norvegia 16 Impariamo dalla Parola di Dio:

Come possiamo scegliere buoni amici?

22 Lo sapevate?

26 Accostiamoci a Dio:

“Santo, santo, santo `

e Geova”

30 Insegnatelo ai bambini:

Li chiamavano “Figli del Tuono”

IN QUESTO STESSO NUMERO

11 Chi pu`

o interpretare le profezie?

18 Il nome divino e la ricerca dell’accuratezza di Alfonso di Zamora

23 “Un tempo per amare e un tempo per odiare”

27 Volevo essere come la figlia di Iefte

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L’

IDEA che Dio provochi disastri per punire i cattivi none nuova. Nel` 1755, dopo che in 60.000 avevano per- so la vita a seguito del terremoto, dello tsunami e dell’incendio che avevano messo in ginocchio la citta portoghese` di Lisbona, il noto filosofo Voltaire chie- se: “La Lisbona che none pi` u conobbe` maggiori vizi di Parigi e di Londra, im- merse nei piaceri?” Sono in milioni a chiedersi se Dio si serva dei disastri na- turali per punire la gente. In molti paesi queste calamita vengono considerate a` tutti gli effetti opera di Dio.

`E quindi importante chiedersi: Dio usa veramente i disastri naturali per pu- nire le persone? La recente serie quasi ininterrotta di cataclismi `

e un castigo di Dio?

Volendo dare a tutti i costi la colpa a Dio, alcuni fanno riferimento a episodi biblici in cui Dio reco la distruzione ser-` vendosi di elementi naturali. (Genesi 7:

17-22; 18:20; 19:24, 25; Numeri 16:31- 35) Ma da un esame di questi episodi emergono in ciascun caso tre importan- ti fattori caratteristici. Primo, fu dato un avvertimento in anticipo. Secondo, a differenza degli odierni disastri naturali che uccidono buoni e cattivi indiscri- minatamente, la distruzione divina fu selettiva, dal momento che si abbatte´ solo sui malvagi ostinati e su coloro che si erano rifiutati di prestare ascolto agli avvertimenti. Terzo, Dio provvi- de scampo agli innocenti. — Genesi 7:

1, 23; 19:15-17; Numeri 16:23-27.

Non c’e alcuna prova che sia stato` Dio a causare gli innumerevoli disastri che hanno sconvolto la vita di milioni di persone. Come si spiega allora l’evi- dente aumento di questi disastri? Come possiamo farvi fronte? Verra mai il tem-` po in cui non si verificheranno piu?` I seguenti articoli forniranno la rispo- sta.

Dio ci sta punendo?

“Mi dispiace per le vittime, ma penso che il disastro sia untembatsu [castigo divino]”, ha detto un eminente politico giapponese dopo il terremoto di magnitudo 9,0 e il conseguente tsunami che hanno colpito il suo paese nel marzo 2011.

Quando nel gennaio 2010 piu di 220.000 persone persero la vita a causa` del terremoto abbattutosi su Haiti, un famoso telepredicatore affermo che` gli haitiani erano stati colpiti perch´

e “avevano fatto un patto con il diavolo”

e che perci`

o dovevano “volgersi a dio”.

“Dio vuole risvegliare le nostre coscienze sopite e insensibili”, dichiaro` un prete cattolico quando a Manila, nelle Filippine, 79 persone morirono travolte dalla folla. Secondo un giornale locale, “il 21 per cento degli adulti crede che Dio stia scatenando la sua ira con smottamenti, tifoni e altri disastri che spesso si abbattono sul paese”.

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4

L

E NOTIZIE parlano spessissimo di disastri naturali. Molta piu gente che in passato` e` vittima di un qualche tipo di calamita. Secon-` do il Centro per la ricerca epidemiologica dei disastri con sede in Belgio, soltanto nel 2010 si sono verificati 373 disastri che sono costati la vita ad almeno 296.000 persone.

Anche il numero di disastri di cui si ha noti- zia ha sub`

ıto una notevole impennata negli ul- timi decenni. Ad esempio, fra il 1975 e il 1999 il numero dei disastri registrati ogni anno era ben al di sotto di 300, mentre fra il 2000 e il 2010 la media ha sfiorato i 400 all’anno. Forse siete fra coloro che si chiedono: ‘Perche oggi si´ verificano cosı tanti disastri?’`

Anche se spesso la gente li definisce “opera di Dio”, in effetti non lo sono. None Dio a cau-` sare le calamita che colpiscono cos` ı tante per-` sone oggi. Eppure la Bibbia prediceva che nei nostri tempi si sarebbero verificati disastri. Ad esempio, in Matteo 24:7, 8 leggiamo le parole di Gesu: “Ci saranno penuria di viveri e terre-` moti in un luogo dopo l’altro. Tutte queste

cose sono il principio dei dolori di afflizione”.

Perche Ges´ u predisse questi avvenimenti, e che` significato hanno per noi?

Gesu, il Figlio di Dio, stava rispondendo alla` domanda: “Quale sara il segno . . . del termine` del sistema di cose?” (Matteo 24:3) Elenco vari` avvenimenti che si sarebbero verificati, inclusi disastri come quelli menzionati sopra. Fece poi questa importante dichiarazione: “Quando ve- drete avvenire queste cose, sappiate che il re- gno di Dioe vicino”. (Luca 21:31) I disastri na-` turali, quindi, hanno un grande significato per noi: indicano chee imminente un tempo di` cambiamenti di vasta portata.

Forze che contribuiscono ai disastri Nonostante questo, molti continuano a chiedersi: ‘Se none Dio, chi o che cosa` e re-` sponsabile dei disastri?’ Per capirlo dobbiamo prima accettare un’importante verita menzio-` nata nella Bibbia: “Tutto il mondo giace nel potere del malvagio”. (1 Giovanni 5:19) Que- sto versetto rivela che la causa delle condizioni

PERCH ´

E COS `

I TANTI

disastri naturali?

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Gradireste altre informazioni o un gratuito studio biblico a domicilio? Scrivete ai Testimoni di Geova usando uno dei seguenti indirizzi.

Per l’elenco completo degli indirizzi, vedi www.watchtower.org/address.

Albania: PO Box 118, Tirana. Australia: PO Box 280, Ingle- burn, NSW 1890.Belgio: rue d’Argile-Potaardestraat 60, B-1950 Kraainem.Canada: PO Box 4100, Georgetown, ON L7G 4Y4. Etio- pia: PO Box 5522, Addis Abeba. Francia: BP 625, F-27406 Louviers cedex.Germania: 65617 Selters. Gran Bretagna: The Ridgeway, Londra NW7 1RN.Grecia: Kifisias 77, GR 151 24 Marousi. Italia: Via della Bufalotta 1281, I-00138 Roma RM.Paesi Bassi: Noordbarger- straat 77, NL-7812 AA Emmen.Spagna: Apartado 132, 28850 Torrejon de Ardoz (Madrid).´ Stati Uniti d’America: 25 Columbia Heights, Brooklyn, NY 11201-2483.Sudafrica: Private Bag X2067, Krugersdorp, 1740.Svezia: PO Box 5, SE-732 21 Arboga.

Bufalotta 1281, Roma. Direttore responsabile: Romo- lo Dell’Elice. Reg. Trib. Roma n. 14289 - 10/1/1972.

Stampata in Germania da: Wachtturm Bibel- und Traktat-Gesellschaft der Zeugen Jehovas, e. V., Sel- ters/Taunus

Druck und Verlag: Wachtturm Bibel- und Traktat-Ge- sellschaft der Zeugen Jehovas, e. V., Selters/Taunus.

Verantwortliche Redaktion: Ramon Templeton, Sel- ters/Taunus.

5 2011 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsyl- vania. Tutti i diritti sono riservati. Printed in Germany.

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penose in cui versa il mondo none Dio, ma in` molti casi il suo nemico, il “malvagio”, che nella Bibbia e chiamato anche “il Diavolo”.`

— Rivelazione (Apocalisse) 12:9, 12.

Spinto dalle sue mire egoistiche, questo nemi- co di Dio vede le persone come oggetti. Avendo tutto il mondo sotto il suo controllo, promuove questo stesso modo di pensare fra gli esseri uma- ni. La Bibbia si riferiva proprio a questo fatto quando, parlando degli “ultimi giorni”, predice- va che gli uomini sarebbero stati “amanti di se stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi”.

(2 Timoteo 3:1, 2) Non c’e da sorprendersi,` quindi, che il Diavolo abbia creato un sistema globale che si regge su queste e altre caratteristi- che negative. Egli incoraggia lo sfruttamento egoistico e avido delle risorse che spesso espone le persone al rischio disastri.

Ma in quali modi, nello specifico, l’avido si- stema odierno contribuisce ai disastri globali?

In un rapporto delle Nazioni Unite sull’argo- mento si legge: “Le popolazioni sono troppo spesso concentrate in zone a rischio, come pia- nure soggette a inondazioni. Inoltre, la distru- zione di foreste e paludi riduce la capacit`

a dell’ambiente di fronteggiare fenomeni poten- zialmente pericolosi. A tutto questo va aggiunta l’incombente minaccia del cambiamento cli- matico globale e dell’innalzamento del livello dei mari, entrambi dovuti all’aumento della

concentrazione dei gas serra . . . causato dalle at- tivita dell’uomo”. Anche se molte delle “attivit` a` dell’uomo” vengono compiute in nome del progresso economico, in realta alla loro base ci` sono l’egoismo e l’avidita che permeano il` mondo.

Molti esperti ormai riconoscono che le indi- scriminate attivita dell’uomo hanno intensifi-` cato i devastanti effetti dei disastri. Sostenendo un sistema che aggrava le conseguenze delle calamita naturali, l’uomo ha effettivamente` fatto il gioco del Diavolo.`

E quindi chiaro che molti disastri sono il risul- tato delle sconsiderate attivita umane. Alcuni di` essi non sarebbero stati cosı devastanti se si fos-` sero verificati altrove. In molte parti del mondo i loro effetti sono stati accentuati da azioni diso- neste di uomini senza scrupoli o dal massiccio insediamento in zone pericolose di persone co- strette a spostarsi dalle disuguaglianze economi- che e sociali del mondo odierno. `

E anche vero, per`

o, che alcuni sono vittime di disastri non per colpa o negligenza di qualcuno in particolare, ma perche “il tempo e l’avvenimento imprevi-´ sto capitano a tutti”. — Ecclesiaste 9:11.

Indipendentemente dalle cause, come pote- te far fronte a un disastro naturale nel caso ne siate vittima? Diamo ora uno sguardo a cosa potete fare per affrontarne meglio le conse- guenze.

SOVRAPPOPOLAZIONE DEFORESTAZIONE INQUINAMENTO

Asinistra:˘MarkHenley/PanosPictures; alcentroJeroenOerlemans/PanosPictures

SI PUBBLICA ORA IN 188 LINGUE:acholi, afrikaans, albanese, amarico, arabo, armeno, armeno occidenta- le, aymar´

a, azerbaigiano, azerbaigiano (caratteri cirilli- ci), baul`

e, bengali, bicolano, birmano, bislama, bulgaro, cambogiano, cebuano, ceco,7 chichewa, chitonga, chuu- kese, cibemba, cinese (semplificato), cinese (tradiziona- le)7 (audio solo in mandarino), coreano,67 creolo delle Seicelle, creolo di Haiti, creolo di Maurizio, croato, dane- se,7 ebraico, efik, estone, ewe, figiano, finlandese,7 fran- cese,687 ga, georgiano, giapponese,67 gilbertese, greco, groenlandese, guaran´

ı,687 gujarati, gun, haussa, hiligay-

kazaco, kikaonde, kikongo, kikuyu, kiluba, kimbundu, ki- nyarwanda, kirghiso, kirundi, kongo, kwangali, kwanya- ma, lettone, lingala, lituano, luganda, lunda, luo, luva- le, macedone, malagasy, malayalam, maltese, marathi, marshallese, maya, mixe, mizo, mor´

e, ndebele, ndonga, nepalese, niueano, norvegese,67 nyaneka, nzema, olan- dese,67 oromo, ossetico, otetela, palauano, pangasinan, papiamento (Cura ¸cao), persiano, pidgin delle Salomone, polacco,67 ponapese, portoghese,687 punjabi, quechua (Ancash), quechua (Ayacucho), quechua (Bolivia), que- chua (Cuzco), quichua, rarotongano, romeno, russo,67

gnolo,67 sranantongo, svedese,7 swahili, swati, tagalog,7 tahitiano, tamil, tataro, tedesco,67 telugu, tetum, thai, ti- grino, tiv, tok pisin, tongano, totonaco, tshiluba, tshwa, tsonga, tswana, tumbuka, turco, tuvaluano, twi, tzotzil, ucraino, umbundu, ungherese,67 urdu, uruund, venda, vietnamita, wallisiano, waray-waray, wolaita, xhosa, ya- pese, yoruba, zande, zapoteco (Istmo), zulu` 6 Disponibile anche su CD.

8 Disponibile anche su CD-ROM in formato MP3.

7 Disponibile anche in formato audio sul sito www.jw.org.

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State lontani dal pericolo.

“Accortoe chi` ha visto la calamit`

a e va a nascondersi, ma gli inesperti son passati oltre e devono subire la pena”, dice la Bibbia. (Proverbi 22:3) Questo saggio consiglio si pu`

o applicare ai disastri.

Se viene diramata l’allerta per un’incombente eruzione vulcanica, una probabile alluvione o un imminente uragano o tifone, `

e saggio lasciare la zona interessata per raggiungere un posto pi`

u sicuro. La vita ` e pi`

u preziosa di una casa o di qualsiasi altro bene materiale.

Forse alcuni possono scegliere di non vivere in una zona ad alto rischio. Un rapporto delle Nazioni Unite dice: “Il rischio di disastri `

e alta- mente concentrato in alcune aree geografiche, che costituiscono una porzione molto piccola della superficie terrestre. I grandi disastri futuri si verificheranno per lo pi`

u in queste zone”.

Potrebbe essere il caso, ad esempio, di regioni costiere o zone in prossimit`

a di linee di faglia.

Se potete evitare di vivere in zone ad alto rischio o potete trasferirvi in un posto pi`

u sicuro, ridurrete notevolmente le probabilit`

a di essere colpiti da una calamit`

a naturale.

Organizzatevi in anticipo.

Per quante pre- cauzioni prendiate, potreste comunque essere

vittima di una tragedia inaspettata. In tal caso, vi sar`

a molto pi`

u facile fronteggiare la situazio- ne se vi sarete organizzati in anticipo. Questo ` e anche in armonia con il consiglio gi`

a menzio- nato di Proverbi 22:3. Avete un kit di sopravvi- venza pronto per le emergenze? Un manuale su come prepararsi ai disastri (1-2-3 of Disaster Education) raccomanda di includere quanto segue: materiale di primo soccorso, acqua imbottigliata, cibo non deperibile e documenti importanti. Sarebbe inoltre saggio parlare in famiglia degli eventuali disastri che potrebbero colpirvi e di cosa fare in ciascun caso.

Rimanete vicini a Dio.

Questo pu`

o esservi di aiuto in qualsiasi circostanza. La Bibbia defi- nisce Dio “il Padre delle tenere misericordie e l’Iddio di ogni conforto, che ci conforta in tutta la nostra tribolazione”. Lo descrive anche come Colui “che conforta gli abbattuti”. — 2 Corinti 1:3, 4; 7:6.

Dio `

e perfettamente consapevole di ci` o che accade a chi ha fede in lui. `

E un Dio di amore che d`

a sostegno e incoraggiamento in vari modi. (1 Giovanni 4:8) In qualsiasi circo- stanza ci troviamo, possiamo ottenere l’aiuto di Dio chiedendogli in preghiera non un miracolo

Come far fronte ai disastri naturali

Dato che i disastri naturali stanno diventando pi`

u frequenti e pi` u distruttivi, come possiamo farvi fronte? Vediamo alcuni consigli pratici al riguardo.

Avete un kit di sopravvivenza pronto per le emergenze?

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ma il suo potente spirito santo. Lo spirito santo pu`

o rammentare consolanti versetti biblici a coloro che sono in difficolt`

a. I fedeli servitori di Dio possono sentirsi come Davide, re dell’anti- co Israele, che disse: “Bench´

e io cammini nella valle della profonda ombra, non temo nulla di male, poich´

e tu sei con me; la tua verga e il tuo bastone sono le cose che mi confortano”.

— Salmo 23:4.

I cristiani si aiutano a vicenda.

Nel I seco- lo un profeta cristiano di nome Agabo predisse che “una grande carestia stava per abbattersi sull’intera terra abitata; la quale, infatti, avven- ne al tempo di Claudio”. La carestia colp`

ı gra- vemente molti discepoli di Ges`

u che vivevano in Giudea. Cosa fecero i discepoli di altre zone quando ne ebbero notizia? La narrazione riferi- sce che “determinarono, ciascuno come pote- va, di mandare un soccorso ai fratelli dimoranti in Giudea”. (Atti 11:28, 29) Si diedero premu- rosamente da fare per inviare loro degli aiuti.

Anche oggi, in caso di gravi calamit` a, i ser- vitori di Dio non rimangono con le mani in mano. I testimoni di Geova sono ben noti per l’aiuto che danno ai compagni di fede. Ad esempio, quando il 27 febbraio 2010 un forte

sisma ha scosso il Cile, i testimoni di Geova si sono attivati subito per aiutare i terremotati.

Karla, la cui casa `

e stata spazzata via da uno tsunami, racconta: “`

E stato di grande conforto e incoraggiamento vedere che il giorno immediata- mente successivo [altri Te- stimoni] sono arrivati da varie zone per aiutarci.

Senza dubbio Geova ci ha confortato grazie alla bon- t`

a di questi volontari. Mi sono sentita amata e pro- tetta”. La cosa non `

e sfug- gita a suo nonno, che non

`e Testimone. L’uomo ha esclamato: “Che differen- za rispetto a quello che da anni vedo nella mia chiesa!” Quell’esperienza lo ha spinto a chiedere ai testimoni di Geova di studiare la Bibbia con lui.

La compagnia di persone che amano Dio pu`

o essere di grande aiuto in tempi di difficol- t`

a. Ma rimane una domanda a cui dare rispo- sta: verr`

a mai il tempo in cui la terra non sar` a pi`

u piagata da disastri? Vediamo quello che la Bibbia ha da dire sull’argomento.

In qualsiasi circostanza ci troviamo, possiamo ottenere l’aiuto di Dio chiedendogli in preghiera non

un miracolo ma il suo potente spirito santo

I cristiani si aiutano a vicenda per superare gli effetti dei disastri

“Mi sono sentita amata e protetta”

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S

E QUALCUNO vi dicesse che fra breve non si verificheranno pi`

u disastri, come reagireste? Forse gli rispondereste: “`

E sol- tanto un sogno. I disastri ci sono sempre sta- ti e sempre ci saranno”. Oppure pensereste:

‘Ma chi crede di prendere in giro?’

Anche se sembra che dovremo convivere per sempre con i disastri naturali, ci sono buone ragioni per sperare che le cose cam- bieranno. Non sara per` o l’uomo a cam-` biarle. Gli uomini non sono in grado di comprendere pienamente le cause e le di- namiche dei fenomeni naturali, ne tanto´ meno possono controllarli o modificarli.

Salomone, re dell’antico Israele noto per la sua saggezza e il suo acume, scrisse: “Il gene- re umano non puo trovare l’opera che` e sta-` ta fatta sotto il sole; per quanto il genere umano continui a lavorare duramente per cercare, tuttavia non trova. E anche se dices- se di essere abbastanza saggio da conoscere, non potrebbe trovare”. — Ecclesiaste 8:17.

Se gli uomini non possono controllare i di- sastri, chi puo farlo? La Bibbia rivela che sar` a` il nostro Creatore. Fu lui a mettere a punto i processi naturali che si verificano sulla terra, come il ciclo dell’acqua. (Ecclesiaste 1:7) E, contrariamente all’uomo, egli dispone di

una potenza illimitata. A riprova di questo, il profeta Geremia disse: “O Sovrano Signore Geova! Ecco, tu stesso hai fatto i cieli e la ter- ra mediante la tua grande potenza e median- te il tuo braccio steso. L’intera cosa non e` troppo meravigliosa per te stesso”. (Geremia 32:17) `

E logico che, avendo creato la terra e tutti gli elementi, Dio sappia cosa fare perche´ l’uomo possa vivere su di essa in pace e sicu- rezza. — Salmo 37:11; 115:16.

Ma in che modo Dio porter`

a i neces- sari cambiamenti? Come menzionato nel secondo articolo di questa serie, molte cose orribili che avvengono oggi sulla terra fanno parte di un “segno” che contraddi- stingue il “termine del sistema di cose”.

Gesu disse: “Quando vedrete avvenire que-` ste cose, sappiate che il regno di Dioe vici-` no”. (Matteo 24:3; Luca 21:31) Il Regno di Dio, un governo celeste di istituzione divi- na, portera grandi cambiamenti sulla terra,` arrivando addirittura a controllare gli ele- menti naturali. Anche se Geova Dio ha la potenza per fare tutto questo di persona, ha scelto di delegare tale incarico a suo Figlio.

Parlando di quest’ultimo, il profeta Daniele disse: “Gli furono dati dominio e dignita e` regno, affinche tutti i popoli, i gruppi nazio-´

Mai pi `

u disastri!

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nali e le lingue servissero proprio lui”. — Da- niele 7:14.

Al Figlio di Dio, Gesu Cristo,` e stato dato il` potere necessario per portare tutti questi cambiamenti e fare del nostro pianeta un luogo incantevole. Duemila anni fa, quando era sulla terra, Gesu dimostr` o su piccola scala` la sua capacita di controllare gli elementi na-` turali. In un’occasione era in barca con i suoi discepoli sul Mar di Galilea quando “si solle- vo un grande e violento turbine, e le onde si` riversavano nella barca, tanto che la barca stava quasi per essere sommersa”. I discepoli si fecero prendere dal panico e, temendo di morire, chiesero aiuto a Gesu. Cosa fece` quest’ultimo? Semplicemente “rimprovero` il vento e disse al mare: ‘Taci! Quietati!’ E il vento si placo, e si fece una grande calma”.` Stupefatti, i discepoli chiesero: “Chi e real-` mente costui, che gli ubbidiscono perfino il vento e il mare?” — Marco 4:37-41.

Gesu in seguito` e stato elevato alla vita` spirituale e ha ricevuto ancora piu potenza e` autorita. In qualit` a di Re del Regno di Dio,` ha la responsabilita e la capacit` a di portare` tutti i cambiamenti necessari perche la vita´ sulla terra sia pacifica e sicura.

Ma, come abbiamo visto, molti problemi e disastri sono causati dall’uomo, perche´ provocati o aggravati dalle attivita di indivi-` dui egoisti e avidi. Cosa fara il Regno a colo-` ro che si ostinano a comportarsi cos`

ı e si ri- fiutano di cambiare? La Bibbia dice che il Signore Gesu verr` a “dal cielo con i suoi po-` tenti angeli in un fuoco fiammeggiante, al- lorche recher´ a vendetta su quelli che non` conoscono Dio e su quelli che non ubbidi- scono alla buona notizia”. Sı, agir` a per “ri-` durre in rovina quelli che rovinano la terra”.

— 2 Tessalonicesi 1:7, 8; Rivelazione 11:18.

Successivamente questo “Re dei re”, Gesu` Cristo, assumera il pieno controllo delle for-` ze della natura. (Rivelazione 19:16) Fara in`

modo che nessuna calamita si abbatta pi` u` sui sudditi del Regno. User`

a il suo potere per controllare gli elementi meteorologici in modo tale che il tempo atmosferico e i cicli stagionali risultino per il bene dell’umanita.` Si realizzer`

a cos` ı ci`

o che Geova Dio promise al suo popolo molto tempo fa: “Certamente vi daro anche i vostri rovesci di pioggia al` loro tempo debito, e la terra dara in realt` a il` suo prodotto, e l’albero del campo dara il suo` frutto”. (Levitico 26:4) Ognuno potra co-` struire la propria casa senza paura di perderla a seguito di una qualche calamita: “Certa-` mente edificheranno case e le occuperanno;

e certamente pianteranno vigne e ne mange- ranno il frutto”. — Isaia 65:21.

E voi, cosa dovete fare?

L’idea di vivere in un mondo senza cata- strofi naturali piace a molti, e senza dubbio attira anche voi. Ma cosa dovete fare per es- serci? Poiche “quelli che non conoscono´ Dio” e “quelli che non ubbidiscono alla buona notizia” non saranno idonei per vi- vere nel mondo senza disastri che verra,` e` chiaro che sin da ora bisogna fare qualcosa per conoscere Dio e per dare il nostro appog- gio al Regno che lui ha stabilito per governa- re la terra. Dio richiede che lo conosciamo e che ubbidiamo alla buona notizia di questo Regno di cui suo Figlioe Re.`

Il modo migliore per imparare a farlo e` studiare attentamente la Bibbia. Essa indica come divenire idonei per vivere nell’am- biente sicuro che esistera sotto il dominio` del Regno. Perch´

e non chiedete ai testimoni di Geova di aiutarvi a scoprire cosa insegna la Bibbia? Saranno ben lieti di darvi una mano. Una cosae sicura: se farete lo sforzo` di conoscere Dio e di ubbidire alla buona notizia, riscontrerete la veracita delle sue pa-` role riportate in Proverbi 1:33: “In quanto a chi mi ascolta, risiedera al sicuro e sar` a indi-` sturbato dal terrore della calamita”.`

(10)

ˇ“Villaggio francese preso d’assalto da persone in attesa dell’apocalisse”, titolava BBC News. Secondo l’articolo, esse

“credono che il mondo finir` a il 21 dicembre 2012, alla fine di un ciclo di 5.125 anni dell’anti- co calendario maya”.

Nonostante le predizioni fat- te da esponenti religiosi cata- strofisti, pseudoscienziati e altri

“profeti” del XXI secolo, la terra continuer`

a a esistere ancora per moltissimo tempo. Il nostro pianeta sopravvivr`

a al 2012, e non solo a quell’anno: esister`

a per sempre.

La Bibbia dice: “Una generazione va e un’altra generazione viene, ma la terra rima- ne per sempre”. (Ecclesiaste 1:4, La Nuova Diodati) Riflettete inoltre sulle parole di Isaia 45:18: “Questo `

e ci`

o che ha detto Geova, . . . il Formatore della terra e il suo Fattore, Colui che la stabil`

ı fermamente, che non la cre` o semplicemente per nulla, che la form`

o pure perch´

e fosse abitata: ‘Io sono Geova, e non c’` e nessun altro’ ”.

Un padre amorevole passerebbe molte ore a progettare e costruire un modellino d’auto- mobile per suo figlio (o una casa delle bam- bole per sua figlia) solo per distruggerlo poco dopo aver visto la sua gioia nel riceverlo? No, sarebbe una cosa crudele! Allo stesso modo Dio cre`

o la terra soprattutto per la felicit` a de- gli esseri umani. Ad Adamo ed Eva, la prima coppia umana, Dio disse: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e soggiogate- la”. In seguito Dio vide “tutto ci`

o che aveva fatto, ed ecco, era molto buono”. (Genesi 1:

27, 28, 31) Dio non ha rinunciato al suo

proposito per la terra e non permetter`

a che sia distrutta.

Riguardo a ogni sua promes- sa, Geova afferm`

o chiaramen- te: “Non torner`

a a me senza ri- sultati, ma certamente far`

a ci` o di cui mi son dilettato, e avr`

a sicuro successo in ci`

o per cui l’ho mandata”. — Isaia 55:11.

`E comunque volont`

a di Geo- va “ridurre in rovina quelli che rovinano la terra”. (Rivelazio- ne [Apocalisse] 11:18) Nella sua Parola, Dio promette: “I retti son quelli che risiederanno sulla terra, e gli irriprovevoli quelli che vi reste- ranno. Riguardo ai malvagi, saranno stroncati dalla medesima terra; e in quanto agli sleali, ne saranno strappati via”. — Proverbi 2:21, 22.

Quando accadr`

a tutto questo? Nessun esse- re umano lo sa. “In quanto a quel giorno o a quell’ora nessuno sa”, disse Ges`

u, “n´ e gli an- geli del cielo n´

e il Figlio, ma solo il Padre”.

(Marco 13:32) I testimoni di Geova non ten- tano di predire quando Dio distrugger`

a le persone malvage. Anche se riconoscono “il segno” della fine e credono che l’umanit`

a stia vivendo negli “ultimi giorni” di cui parla la Bibbia, non possono sapere esattamente quando verr`

a “la fine”. (Marco 13:4-8, 33; 2 Ti- moteo 3:1) Lasciano la cosa completamente nelle mani del loro Padre celeste e di suo Fi- glio.

Nel frattempo, i testimoni di Geova si impe- gnano nella predicazione della buona notizia del Regno di Dio, il governo celeste che tra- sformer`

a la terra in un paradiso di pace abita- to per sempre da persone giuste. — Salmo 37:29.

I LETTORI CHIEDONO . . .

La terra sopravvivr `

a al 2012?

ImageScienceandAnalysisLaboratory,NASA-JohnsonSpaceCenter

(11)

Si dice che ai giorni di Alessandro Magno non ci fosse enigma pi`

u grande del nodo gordiano. Solo un uomo molto saggio sarebbe riuscito nell’impresa di sciogliere quel nodo inestricabile.1 Secondo la leggenda Alessandro venne a capo dell’enigma tagliando il nodo con un colpo di spada.

N

EL corso dei secoli uomini saggi hanno cercato non solo di districare nodi com- plessi ma anche di sciogliere enigmi, inter- pretare profezie e perfino predire il futuro.

Il pi `

u delle volte per`

o l’impresa si rivelava troppo ardua per loro. I saggi di Babilonia, ad esempio, non furono capaci di interpre- tare la scritta che durante un grande ban- chetto era miracolosamente apparsa su una parete del palazzo del re Baldassarre. Solo Daniele, l’anziano profeta di Geova Dio che aveva la reputazione di saper “sciogliere nodi”, dimostro di poter interpretare il mes-` saggio profetico. (Daniele 5:12) La profezia, che prediceva la caduta dell’impero babilo- nese, si adempı quella stessa notte! — Danie-` le 5:1, 4-8, 25-30.

1 La leggenda greca narra che il carro di Gordio, fonda- tore dell’omonima citta, capitale della Frigia, fosse legato` al timone per mezzo di un nodo intricato che solo il futu- ro conquistatore dell’Asia avrebbe potuto sciogliere.

Cos’e una profezia?`

Profetizzare significa rivelare il futuro, an- nunciare eventi prima che si verifichino. Le vere profezie sono messaggi ispirati, rivela- zioni scritte o orali della volonta e dei propo-` siti di Dio. Nella Bibbia si trovano profezie relative alla comparsa del Messia, alla sua identita e al “termine del sistema di cose”, ol-` tre che messaggi di giudizio da parte di Dio.

— Matteo 24:3; Daniele 9:25.

I “saggi” del nostro tempo — esperti in cam- po scientifico, economico, medico, politico, ambientale, ecc. — cercano anch’essi di predi- re il futuro. Per quanto molte di tali predizio- ni siano ampiamente divulgate dai mezzi di informazione e subito accolte dall’opinione pubblica, si tratta tutt’al piu di ipotesi plausibi-` li o opinioni personali. Inoltre, per ogni punto di vista ce ne sono molti altri contrari e con tanto di prove a sostegno. La verita` e che pre-` vedere il futuroe un’attivit` a molto rischiosa.`

La Fonte delle vere profezie Da dove traggono origine, quindi, le vere profezie, e chi puo interpretarle? L’apostolo` Pietro scrisse: “Nessuna profezia della Scrittu- ra sorge da privata interpretazione”. (2 Pietro 1:20) Il termine greco per “interpretazione”

ha il significato di “soluzione, rivelazione, li- berazione” e contiene l’idea che “cio che vie-` ne liberato o sciolto era in precedenza lega- to”. Per questo la versione di Cocorda rende cosı le parole di Pietro: “Nissuna profezia del-` la Scritturae di privato scioglimento”.`

Immaginate un abile marinaio impegnato a fare un nodo complicato. Una volta finito, una persona qualsiasi vedra i due capi che si` infilano nel nodo ma non sapra come scio-` glierlo. In modo simile, oggi la gente vede che gli eventi volgono verso un futuro avvol- to nel mistero ma non sanno come tale futu- ro si dipaner`

a.

I profeti ispirati del passato, come Daniele, non cercavano di sciogliere il mistero del

Chi pu ` o

interpretare

le profezie?

(12)

futuro pronunciando prima profezie sulla base di analisi personali degli eventi del loro tempo e poi tentando di condizionarne l’a- dempimento. Se avessero agito cosı, quelle` profezie sarebbero state frutto della loro im- maginazione. Si sarebbe trattato quindi di predizioni umane, e pertanto imperfette. Pie- tro invece spiego: “La profezia non fu mai re-` cata dalla volonta dell’uomo, ma degli uomi-` ni parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo”. — 2 Pietro 1:21.

‘Le interpretazioni appartengono a Dio’

Circa 3.700 anni fa, in Egitto due uomini fu- rono rinchiusi in una prigione. Entrambi fece- ro dei sogni che suscitarono la loro curiosita.` Non potendo interpellare i saggi del paese, espressero le loro perplessit`

a a un compagno di prigionia di nome Giuseppe, dicendogli:

“Abbiamo sognato un sogno e presso di noi non c’e interprete”. Quell’uomo, che era un` fedele servitore di Dio, li incoraggio a raccon-` targli i loro sogni, e disse: “Le interpretazioni non appartengono a Dio?” (Genesi 40:8) Solo Geova Dio ha la capacita di spiegare le profe-` zie, proprio come un marinaio espertoe capa-` ce di sciogliere nodi intricati. Dopo tutto, fu Dio a formulare, o “annodare”, tali profezie. `

E logico quindi rivolgersi a lui per conoscerne il significato. Giuseppe aveva senz’altro ragione di dare il merito a Dio.

Per quali motivi si puo dire che ‘le interpre-` tazioni appartengono a Dio’? Innanzi tutto, alcune profezie bibliche sono menzionate in- sieme al loro adempimento. In questi casi, quindi, sono relativamente semplici da spie- gare, proprio comee facile sciogliere un nodo` se il marinaio spiega come si fa. — Genesi 18:14; 21:2.

Altre profezie possono essere spiegate esa- minando il contesto. Il profeta Daniele ebbe una visione profetica in cui ‘un montone con due corna’ veniva abbattuto da un “capro pe- loso” che “aveva fra gli occhi un corno note-

vole”. Il contesto spiega che il montone con le due corna rappresentava “i re di Media e di Persia”, mentre il capro “il re di Grecia”. (Da- niele 8:3-8, 20-22) Oltre 200 anni pi`

u tardi, “il grande corno”, Alessandro Magno, inizio la` conquista della Persia. Lo storico ebreo Giu- seppe Flavio asserı che, durante una sua cam-` pagna militare nelle vicinanze di Gerusalem- me, Alessandro ebbe modo di leggere questa profezia e concluse che si riferiva proprio a lui.

‘Le interpretazioni appartengono a Dio’

anche in un altro senso. Fu grazie allo spirito santo che Giuseppe riuscı a comprendere il` significato dei sogni che i suoi compagni di prigionia gli raccontarono. (Genesi 41:38) Anche oggi, quando i servitori di Dio non sanno bene quale sia il significato di una pro- fezia, pregano per avere il suo spirito e poi studiano e fanno diligenti ricerche nella sua Parola ispirata. Con la guida divina riescono a individuare versetti che fanno luce sull’argo- mento. L’interpretazione non viene miraco- losamente da un essere umano, ma da Dio.

Vi si giunge infatti solo grazie al suo spirito e alla sua Parola. Tale interpretazionee basata` unicamente sulla Bibbia e non trae origine da menti umane. — Atti 15:12-21.

‘Le interpretazioni appartengono a Dio’ an- che nel senso chee lui a stabilire quando una` profezia debba essere compresa dai suoi fedeli servitori sulla terra. Il significato di una profe- zia puo essere capito prima, durante o dopo il` suo adempimento. Poiche´ e la Fonte delle pro-` fezie, Dio rivela il loro significato solo al mo- mento giusto, quello stabilito da lui.

Nel racconto di Giuseppe e dei due prigio- nieri, Giuseppe interpreto i loro sogni tre` giorni prima che si adempissero. (Genesi 40:

13, 19) Quando in seguito fu portato al co- spetto del potente faraone per interpretare i suoi sogni, l’inizio dei sette anni di abbon- danza che essi preannunciavano era immi- nente. Grazie allo spirito di Dio, Giuseppe svelo il significato di quei sogni cos` ı che si`

(13)

potessero prendere le misure necessarie per radunare i raccolti eccezionali predetti. — Ge- nesi 41:29, 39, 40.

Altre profezie vengono comprese piena- mente dai servitori di Dio solo dopo il loro adempimento. Molte profezie relative ad av- venimenti della vita di Gesu erano state pro-` nunciate secoli prima della sua nascita, ma non vennero comprese pienamente dai suoi discepoli se non dopo la sua risurrezione.

(Salmo 22:18; 34:20; Giovanni 19:24, 36) In- fine, ci sono profezie che, come indica Danie- le 12:4, dovevano essere ‘sigillate sino al tem- po della fine’, quando ‘la vera conoscenza sarebbe divenuta abbondante’. Oggi viviamo proprio nel tempo in cui queste profezie si stanno adempiendo.1

Le profezie bibliche e voi

Giuseppe e Daniele stettero davanti ai re del loro tempo e pronun- ciarono messaggi profeti- ci che influirono su na- zioni e regni. I cristiani del I secolo stettero da- vanti alla gente dell’epoca in qualit`

a di portavoce di Geova, l’Iddio di profezia, e i loro messaggi furono di grande beneficio per coloro che li accolsero.

Oggi i testimoni di Geova proclamano in tutto il mondo un messaggio profetico, la buo- na notizia del Regno di Dio, e annunciano che la profezia di Gesu relativa al “termine del si-` stema di cose” e in corso di adempimento.` (Matteo 24:3, 14) Sapete di cosa tratta questa profezia e come influira su di voi? I testimoni` di Geova saranno felici di aiutarvi a compren- dere e trarre beneficio da quella chee di certo` una della profezie bibliche piu straordinarie.`

1 Vedi la serie di articoli di copertina “Sei profezie bibli- che che vedete adempiersi”, nel numero del 1° maggio 2011 di questa rivista.

Sia Giuseppe che Daniele attribuirono a Dio la spiegazione delle profezie

(14)

E `

UNA mattina d’inizio inverno. Sbirciamo tra le tende per vedere com’e il tempo. Che` bello scoprire che c’`

e il sole! Siamo in partenza per il Finnmarksvidda, un esteso altopiano si- tuato a nord del Circolo Polare Artico, dove tra- scorreremo tre giorni di predicazione.

D’inverno in Norvegia il freddo si fa sentire, per questo il pensiero di recarci all’estremo nord ci mette un po’ in apprensione. Fortuna- tamente viaggiamo con tre testimoni di Geova della zona che sanno cosa ci attende e ci hanno dato buoni consigli.

Ci sono poche strade da queste parti. Il mezzo migliore per raggiungere le persone che vivono in zone remote `

e la motoslitta. Carichiamo vesti- ti, cibo e carburante sulle nostre motoslitte e su un’altra slitta che trainiamo. Davanti a noi si estende a perdita d’occhio un immenso altopia- no innevato. Al sole la neve brilla come una di- stesa di diamanti. `

E uno spettacolo mozzafiato!

Il Finnmarksvidda `

e popolato da renne, alci, linci, lepri, volpi, ghiottoni e da alcuni esem- plari di orsi. Ma quello che ci entusiasma di pi`

` u

e la prospettiva di contattare la gente che vive

in questi luoghi lontani. Si tratta di sami (lap- poni), che vivono allevando renne o lavorando nei rifugi di montagna.

Nei pressi del primo rifugio incontriamo al- cuni ragazzi che stanno facendo sci di fondo con i loro compagni di corso. Si fermano a par- lare con noi e ci chiedono cosa facciamo lı. Ov-` viamente siamo felici di rispondere. Mentre ripartiamo uno di loro ci grida: “Buona predi- cazione della Bibbia!” Di nuovo in sella alle nostre motoslitte attraversiamo grandi laghi ghiacciati e distese innevate. Chiss`

a se riuscire- mo a vedere una mandria di renne!

Giunti a una casetta, un uomo ci saluta cor- dialmente. `

E una delle poche persone a vivere qui tutto l’anno. Appena nota che la nostra slit- ta `

e danneggiata, si offre gentilmente di riparar- la. Si prende tutto il tempo necessario per farlo;

qui la gente non va di fretta. Il suo modo di fare trasmette anche a noi una certa calma. Quando ha finito di riparare la slitta, lo ringraziamo e gli facciamo vedere alcuni versetti della Bibbia che mostrano perch´

e Dio permette le sofferenze.

Lui ascolta con attenzione. Prima di andarcene

UNA LETTERA DALLA

NORVEGIA

Viaggio in uno sconfinato deserto di neve

(15)

gli offriamo il libro Cosa insegna realmente la Bibbia? e le riviste La Torre di Guardia e Sveglia- tevi! Lui le accetta e ci ringrazia per essere anda- ti a trovarlo.

Dopo aver visitato altre persone, inizia a im- brunire; allora ci dirigiamo verso il rifugio dove trascorreremo la notte. All’improvviso scorgia- mo una volpe. Il suo mantello rosso spicca creando un bel contrasto col bianco della neve.

La volpe si ferma per un momento, ci guarda con curiosita, ma poi continua per la sua stra-` da. Sta iniziando a nevicare, e diventa diffici- le vedere dove stiamo andando. Che sollievo quando finalmente intravediamo il rifugio! Ac- cendiamo la stufa e poco a poco l’ambiente si riscalda. La giornata `

e stata lunga e faticosa in sella alla motoslitta, ma siamo felici.

La mattina arriva in un baleno. Ricarichiamo le motoslitte e ci dirigiamo verso la pianura, se- guiamo il letto di un fiume e giungiamo a un altro rifugio. Qui incontriamo un ragazzo e gli facciamo vedere alcuni pensieri incoraggianti contenuti nella Bibbia. Alla fine della conversa-

zione lui ci mostra gentilmente il modo pi` u semplice per riprendere il percorso.

Siamo arrivati all’ultimo giorno di viaggio.

Entrando nel parco nazionale di Stabbursdalen ci si presenta un panorama straordinario, incor- niciato da montagne innevate che splendono alla luce del sole. Ed ecco che davanti a noi appa- re una grande mandria di renne! Stanno pasco- lando tranquille, e usano i grossi zoccoli per sca- vare sotto la neve in cerca di muschi e licheni.

Piu avanti, seduto su una motoslitta, vediamo` un sami che se ne sta tranquillo a guardare le sue renne. Il suo cane bada alla mandria e la tie- ne unita. Per un momento il cane si ferma per fiutare nella nostra direzione, ma presto si ri- mette al lavoro. Parliamo del messaggio biblico con il mandriano, che ci ascolta cordialmente.

Durante il viaggio di ritorno ripensiamo a tut- te le persone che abbiamo incontrato nei 300 chilometri percorsi in questi giorni. Ci

sentiamo privilegiati per aver avuto una piccola parte nel contattare le persone di questo sconfinato deserto di neve.

5NorwayPost

(16)

1. Perch´

e dobbiamo scegliere con attenzione i nostri amici?

In genere fa piacere essere accettati dagli altri.

Spesso questo desiderio ci porta a imitare quelli che sono intorno a noi. I nostri amici, quindi, hanno una forte influenza sulle inclinazioni che si svilup- pano nel nostro cuore. Gli amici che scegliamo, per- ci`

o, possono condizionare il tipo di persona che sa- remo. —Leggi Proverbi 4:23; 13:20.

Davide, servitore di Dio e ispirato scrittore bibli- co, scelse con saggezza i suoi amici. Stava in compa- gnia di coloro che lo aiutavano a mantenersi inte- gro agli occhi di Dio. (Salmo 26:4, 5, 11, 12) Per esempio, era amico di Gionatan perch´

e quest’ulti- mo lo incoraggiava a confidare in Geova. — Leggi 1 Samuele 23:16-18.

2. Come possiamo essere amici di Dio?

Anche se Geovae l’Onnipotente,` e possibile esse-` re suoi amici. Abraamo, per esempio, divenne suo amico. Geova lo considero tale perch` e vide che con-´ fidava in lui e gli ubbidiva. (Genesi 22:2, 9-12; Gia- como 2:21-23) Se confidiamo in Geova e facciamo quello che richiede, anche noi possiamo diventare suoi amici. —Leggi Salmo 15:1, 2.

IMPARIAMO DALLA PAROLA DI DIO

Come possiamo

scegliere buoni amici?

Questo articolo affronta delle domande che forse vi siete posti anche voi e mostra in quali punti della Bibbia potete trovare le risposte. I testimoni di Geova saranno felici di considerare queste risposte con voi.

(17)

3. In che modo i buoni amici possono esserci d’aiuto?

I veri amici sono leali e ci aiutano a fare cio` chee giusto. (Proverbi 17:17; 18:24) Ad esem-` pio, pur essendo probabilmente pi`

u grande di 30 anni, nonch´

e l’erede naturale al trono d’Israele, Gionatan sostenne lealmente Davi- de, colui che Dio aveva scelto per essere re.

I veri amici hanno anche il coraggio di correg- gerci se ci vedono fare qualcosa di sbagliato.

(Salmo 141:5) Se amano Dio, i nostri amici ci aiuteranno a coltivare buone abitudini.

—Leggi 1 Corinti 15:33.

Possiamo incontrare persone che hanno il nostro stesso amore per ci`

o che `

e giusto nelle Sale del Regno dei Testimoni di Geova. L`

ı tro- veremo amici che ci incoraggeranno mentre ci sforziamo di piacere a Dio. —Leggi Ebrei 10:

24, 25.

A volte, per`

o, anche amici che amano Dio

possono deluderci. Non dovremmo offender- ci facilmente se ci fanno un torto. (Ecclesiaste 7:9, 20-22) Ricordiamoci che non esiste un amico perfetto, e che l’amicizia di quelli che amano Dioe preziosa. La Parola di Dio esorta` a passare sopra agli errori di altri cristiani.

—Leggi Colossesi 3:13.

4. Come vi comporterete se alcuni

“amici” vi faranno opposizione?

Molti hanno riscontrato che, quando iniziano a ri- cevere aiuto per capire la Parola di Dio, alcuni “ami- ci” fanno loro opposizione. Magari lo fanno perche´ non comprendono la speranza sicura che avete tro- vato nella Bibbia o la praticita dei consigli che contie-` ne. Voi forse potete aiutarli. —Leggi Colossesi 4:6.

Puo darsi che questi “amici” mettano in ridicolo la` buona notizia contenuta nella Parola di Dio. (2 Pietro 3:3, 4) Alcuni forse vi scherniranno perche vi sforzate di´ fare ci`

o che `

e giusto. (1 Pietro 4:4) In questi casi, potre- ste dover scegliere tra la loro amicizia e quella di Dio.

Se sceglierete di essere amici di Dio, avrete scelto l’ami- co migliore che si possa avere. —Leggi Giacomo 4:4, 8.

Per ulteriori informazioni, vedi i capitoli 12 e 19 COSA INSEGNA 17

(18)

N

EL 1492 Ferdinando e Isabella, sovrani di Spa- gna, emanarono questo de- creto: “Ordiniamo che entro la fine di luglio di quest’an- no tutti gli ebrei e le ebree . . . lascino tutti i nostri sud- detti regni e signorie con i loro figli e figlie, servi e serve e tutti quelli della loro casa, sia grandi che piccoli, a pre- scindere dalla loro eta, e non` osino piu farvi ritorno”.`

A seguito di questo ordine di espulsione, a ogni fami- glia ebrea che viveva in Spa- gna fu data la possibilita di` scegliere fra l’esilio e l’abiura della propria religione. Un rabbi di nome Juan di Za- mora deve aver pensato che la soluzione migliore fosse convertirsi al cattolicesimo e rimanere in Spagna, dove i

suoi antenati vivevano da generazioni. Date le sue origini ebraiche, e possibile che abbia` mandato suo figlio Alfonso nella rinomata scuola di studi ebraici che si trovava a Zamora.

Col tempo Alfonso acquisı una conoscenza ac-` curata del latino, del greco e dell’aramaico, e dopo aver concluso gli studi inizio a insegnare` ebraico all’Universita di Salamanca. Non pas-` so molto che la sua competenza linguistica si` rivelo utile a biblisti di tutta Europa.`

Nel 1512 la neonata Universita di Alcal` a de´ Henares affido ad Alfonso di Zamora la catte-`

dra di studi ebraici. Dato che Zamora era uno dei maggio- ri studiosi del tempo, il cardi- nale Ximenes de Cisneros, fondatore dell’universita, si` assicuro la sua collaborazio-` ne per la redazione della mo- numentale Poliglotta Com- plutense. Questa Bibbia in sei volumi contiene il testo sacro in ebraico, greco e lati- no, oltre ad alcune parti in aramaico.1

In merito ad essa, il bibli- sta Mariano Revilla Rico os- serva: “Dei tre ebrei con- vertiti che parteciparono all’opera del cardinale [Xi- menes de Cisneros], il piu` celebre e Alfonso di Zamo-` ra, grammatico, filosofo e talmudista, oltre che stu- dioso di latino, greco, ebrai- co e aramaico”. Grazie agli studi che fece, Zamora concluse che per tradurre accuratamente la Bibbia fosse ne- cessaria un’ampia conoscenza delle anti- che lingue originali. Divenne infatti uno dei principali promotori di quel rinascimento dell’erudizione biblica che comincio a fiorire` agli inizi del XVI secolo.

Nonostante questo, Zamora viveva in un periodo turbolento e in un luogo pericoloso

1 Per una trattazione dell’importanza della Poliglotta Complutense, vedi La Torre di Guardia del 15 aprile 2004, pp. 28-31.

Il nome divino

E LA RICERCA DELL’ACCURATEZZA DI ALFONSO DI ZAMORA

Decreto:Cortesiadell’ArchivoHist´oricoProvincial,´Avila,Spagna

DECRETO DEI SOVRANI DI SPAGNA, 1492

UNIVERSIT`

A DI ALCAL´ A DE HENARES

(19)

La traduzione del nome divino

`E di particolare interesse notare in che modo Alfonso di Zamora, erudito di estrazio- ne ebraica, traslittero il nome divino. Come`

si vede nella foto, una nota marginale della sua traduzione inter- lineare ebraico-latina della Genesi riporta il nome di Dio con la grafia“jehovah”.

Evidentemente Za- mora riteneva corretta questa traduzione del nome divino in latino. Nel XVI secolo, duran- te il quale la Bibbia fu tradotta nelle princi- pali lingue europee, questa grafia, o una molto simile, venne adottata da molti tradut- tori biblici, inclusi William Tyndale (inglese, 1530), Sebastian Munster (latino, 1534),¨ Pierre-Robert Olivetan (francese, 1535),´ Antonio Brucioli (italiano, 1540) e Casiodoro de Reina (spagnolo, 1569).

Cos`

ı Zamora divenne uno dei primi biblisti del XVI secolo che contribuirono a far luce sul nome divino. L’ignoranza intorno al nome di Dio fu causata in primo luogo dalla superstizione ebraica che impediva di pro- nunciarlo. Sotto l’influenza di questa tradi- zione, i traduttori biblici della cristianit`

a

— ad esempio Girolamo, traduttore della Vulgata latina — sostituirono il nome divino con termini quali “Signore” e “Dio”.

INGRANDIMENTO DEL TETRAGRAMMA EBRAICO CHE ZAMORA TRADUSSE “JEHOVAH”

(20)

per chi incoraggiava l’erudizione biblica.

L’Inquisizione spagnola era all’apice del po- tere e la Chiesa Cattolica venerava la Vulgata latina quale unica versione biblica “autoriz- zata”. Eppure sin dal Medioevo studiosi cat- tolici rilevavano che il testo latino della Vul- gata era tutt’altro che perfetto. Cosı, agli inizi` del XVI secolo Alfonso di Zamora e altri si misero all’opera per fare qualcosa al ri- guardo.

La salvezza passa per la traduzione Fra le opere alle quali Zamora lavoro, la pi` u` significativae senza dubbio l’edizione ebraica` di quello chee comunemente detto Antico Te-` stamento, completa di una traduzione in la- tino. Probabilmente Zamora desiderava che quel materiale venisse usato estesamente per la Poliglotta Complutense. Uno dei suoi ma- noscrittie conservato nella biblioteca dell’E-` scorial, non lontano da Madrid. Catalogato come G-I-4, contiene l’intero libro di Genesi in ebraico e una sua traduzione interlineare, o parola per parola, in latino.

Nel prologo troviamo questa dichiarazione:

“La salvezza delle nazioni richiedeva la tradu- zione delle Sacre Scritture in altre lingue. . . . Abbiamo ritenuto . . . assolutamente necessa- rio che i fedeli disponessero di una traduzione biblica parola per parola, fatta in modo che per ogni parola ebraica ce ne fosse una equivalen- te in latino”. Alfonso di Zamora, stimato ebrai- sta, aveva la preparazione necessaria per intra- prendere una nuova traduzione in latino.

‘Non trovo riposo per lo spirito’

Da un certo punto di vista la Spagna del XVI secolo era l’ambiente ideale per studiosi come Zamora. Durante il Medioevo il paese era diventato un centro della cultura ebraica.

L’Encyclopædia Britannica spiega: “Con la sua alta densita di musulmani ed ebrei, la Spagna` medievale era l’unico paese multirazziale e multireligioso dell’Europa occidentale, ed e`

proprio da questo che deriva in gran parte lo sviluppo religioso, letterario, artistico e archi- tettonico della civilta spagnola durante il tar-` do Medioevo”.

Data la vasta popolazione ebraica che vi ri- siedeva, in Spagna abbondavano manoscritti della Bibbia ebraica. Scribi di varie parti della Spagna avevano copiato laboriosamente que- sti manoscritti da impiegare nella lettura pub- blica delle Scritture nelle sinagoghe. In un suo libro, lo studioso Lazarus Goldschmidt osser- va che “fra gli studiosi ebrei erano assai ap- prezzate per la loro accuratezza non solo le edi- zioni iberiche del Pentateuco, ma anche i manoscritti da cui derivavano sia queste che le edizioni poliglotte erudite”. — The Earliest Edi- tions of the Hebrew Bible.

Nonostante i vantaggi che la Spagna offriva, su chi intendeva tradurre la Bibbia si addensa- vano le nubi minacciose dell’opposizione. Nel 1492 gli eserciti cattolici del re Ferdinando e della regina Isabella conquistarono l’ultima roccaforte dei mori in Spagna. Come detto, in quello stesso anno i sovrani decretarono che tutti coloro che professavano il giudaismo ve- nissero espulsi dalla Spagna. Un editto simile bandı i musulmani dieci anni dopo. Da quel` momento in poi il cattolicesimo divento la re-` ligione di Stato, e le altre fedi non vennero piu` tollerate.

Che ripercussioni ebbe questo nuovo cli- ma religioso sulla traduzione della Bibbia? Il caso di Alfonso di Zamora `

e emblematico.

Anche se questo ebreo erudito si era converti- to al cattolicesimo, le autorita spagnole si ri-` fiutarono di ignorare le sue origini. Alcuni oppositori criticarono il cardinale Ximenes de Cisneros per essersi avvalso della compe- tenza di convertiti ebrei per redigere la sua Bibbia Poliglotta. Questi attacchi fecero sof- frire molto Zamora, che, come leggiamo in un manoscritto conservato all’Universita di` Madrid, scrisse: “Abbandonato e odiato da tutti i miei amici, che si sono trasformati in

(21)

nemici, non trovo riposo n´

e per lo spirito n´ e per la pianta dei miei piedi”.

Uno dei suoi principali nemici fu Juan Par- do de Tavera, arcivescovo di Toledo, che in seguito ricoprı la carica di inquisitore genera-` le. Gli attacchi di Pardo de Tavera scoraggia- rono cosı tanto Zamora da indurlo ad appel-` larsi al papa. Nella sua lettera scrisse in parte:

“Richiediamo e preghiamo che Sua Santita ci` aiuti . . . e ci protegga dal nostro nemico, il vescovo di Toledo don Juan Tavera, che ogni giorno, incessantemente, ci causa numerose e spiacevoli afflizioni. . . . Proviamo grande angoscia perche per lui siamo semplicemen-´ te come bestie da macello. . . . Se Sua Santit`

a ode questa supplica, ‘Yahweh la proteggera e` preservera il suo piede dalla cattura’. (Prov.` 3:23)”1

1 `

E interessante notare che, nell’appellarsi al papa di Roma, Zamora uso il nome di Dio, non un titolo. In una` traduzione spagnola della richiesta di Zamora il nome usatoe “Yahweh”. Non si sa con certezza che forma ven-` ne usata nell’originale latino. Riguardo alla traduzione di Zamora e all’uso del nome divino, vedi il riquadro “La traduzione del nome divino” a pagina 19.

L’eredit`

a lasciata da Alfonso di Zamora Nonostante gli attacchi, Zamora continuo a` lavorare e la sua opera si rivelo preziosa per` molti studiosi biblici. Anche se non tradusse le Scritture nelle lingue parlate a quel tempo, rese un servizio di valore inestimabile ad altri traduttori. Per renderci conto del contributo che diede, dobbiamo ricordare che la tradu- zione della Bibbia dipende invariabilmente da due tipi di studiosi: quelli che studiano copie del testo sacro nelle lingue originali (ebraico, aramaico e greco) per rendere disponibile un testo accurato in quelle lingue, e i traduttori che poi usano queste opere come punto di partenza per le loro traduzioni in una lingua corrente.

Alfonso di Zamora fu il principale erudito a curare il testo ebraico che fu poi pubblicato nel 1522 nella Poliglotta Complutense. (L’o- pera conteneva anche un vocabolario ebrai- co-latino e una grammatica ebraica da lui cu- rati, che facilitavano ulteriormente il lavoro dei traduttori). Erasmo, contemporaneo di Zamora, fece qualcosa di simile per le Scrit- ture Greche Cristiane, comunemente dette Nuovo Testamento. Una volta terminato il raffinamento testuale degli scritti in ebraico e greco, altri traduttori poterono iniziare l’importantissimo lavoro di traduzione nelle lingue parlate dalla gente. Uno dei primi a sfruttare il testo ebraico della Poliglotta Complutense fu William Tyndale, che tra- dusse la Bibbia in inglese.

L’ampia diffusione odierna della Bibbiae un` giusto riconoscimento alle fatiche di uomini come Zamora, che con i loro lunghi anni di at- tenti studi ci hanno permesso di conoscere meglio le Scritture. Come Zamora riconobbe, la salvezza dipende dal conoscere e dal seguire la Parola di Dio. (Giovanni 17:3) Questo, a sua volta, richiede che la Bibbia venga tradotta in lingue che i lettori comprendono, perche solo´ cosı il suo messaggio pu` o toccare il cuore e la` mente di milioni di persone.

ANTIPORTA DELLA TRADUZIONE INTERLINEARE DI ZAMORA

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ˇSecondo la narrazione biblica, i teli di tenda che formavano le pareti del ta- bernacolo, l’antico centro dell’adora- zione in Israele, e la porta del suo cor- tile erano fatti di “filo turchino e lana tinta di porpora rossiccia e fibre di colo- re scarlatto e lino fine ritorto”. (Esodo 26:1; 38:18) Anche “le vesti sante” dei sacerdoti dovevano essere fatte di “fi- bre di colore scarlatto”. — Esodo 28:1-6.

Lo scarlatto, detto anche chermes, era una tintura che dava ai tessuti un colore rosso acceso. La tintura si ricava- va dal corpo delle femmine dei Cocci- di, una famiglia di insetti. Queste fem- mine, che sono senza ali, vivono sulla

quercia spinosa (Quercus coccifera), ar- busto originario del Medio Oriente e delle coste del Mediterraneo. Il colore scarlatto `

e contenuto nelle uova pre- senti nel loro corpo. Quando sono pie- ne di uova, le femmine assumono l’a- spetto di una bacca che ha pi`

u o meno le dimensioni e la forma di un pisello e che `

e attaccata alle foglie e ai ramoscel- li della quercia spinosa. Una volta rac- colti e schiacciati, gli insetti rilascia- no un colorante scarlatto idrosolubile adatto per la tintura dei tessuti. Lo sto- rico latino Plinio il Vecchio fece riferi- mento allo scarlatto e lo elenc`

o fra le tinture pi`

u pregiate dei suoi giorni.

LO SAPEVATE?

Cosa sono le “fibre di colore scarlatto” a cui si fa spesso riferimento nel libro di Esodo?

INSET TI USATI NELLA PREPARAZIONE DELLA TINTURA

Per gentile concessione dell’SDC Colour Experience (www.sdc.org.uk)

ˇPuo darsi che fossero presenti sei degli` otto uomini che scrissero questa parte delle Scritture.

Secondo il libro degli Atti, Ges` u co- mand`

o ai suoi discepoli: “Non vi allon- tanate da Gerusalemme, ma continuate ad aspettare ci`

o che il Padre ha promes- so”. (Atti 1:4) La stessa narrazione indica che i futuri scrittori biblici Matteo, Gio- vanni e Pietro ubbidirono a quel co- mando e si radunarono “nello stesso luogo” con altri discepoli. Fra questi c’e- rano anche i fratellastri di Ges`

u. (Atti 1:

12-14; 2:1-4) Due di loro, Giacomo e Giuda, in seguito scrissero i due libri bi- blici che portano il loro nome. — Matteo 13:55; Giacomo 1:1; Giuda 1.

Nel suo Vangelo, Marco parl` o di un giovane che fugg`

ı la notte in cui Ges` u fu

arrestato. Evidentemente si riferiva a se stesso, dato che tutti gli altri discepoli avevano gi`

a abbandonato Ges`

u. (Marco 14:50-52) Sembra perci`

o che Marco sia stato uno dei primi discepoli ed `

e possi- bile che fosse presente alla Pentecoste.

Che dire di Paolo e Luca, gli altri due scrittori delle ispirate Scritture Greche Cristiane? Alla Pentecoste del 33 Paolo non era ancora un seguace di Cristo.

(Galati 1:17, 18) A quanto pare neanche Luca era presente, visto che non si inclu- se tra i “testimoni oculari” del ministero di Ges`

u. — Luca 1:1-3.

Quali scrittori delle Scritture Greche Cristiane erano presenti alla Pentecoste del 33?

PIETRO ALLA PENTECOSTE DEL 33

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“D

IOe amore”. In alcuni paesi c’` e chi incor-` nicia queste parole per farne un quadret- to da appendere in casa. Si tratta davvero di una bella descrizione di cio che Dio` e: la per-` sonificazione stessa dell’amore.

Molti non sanno che queste parole sono tratte dalla Bibbia. Fu l’apostolo Giovanni a scrivere: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perche Dio´ `

e amore”. (1 Giovanni 4:8) Ri- guardo all’amore di Dio per il mondo del ge- nere umano redimibile, Giovanni scrisse an- che: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinche chiun-´ que esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. — Giovanni 3:16.

Questo potrebbe indurre alcuni a pensare che Dio sia disposto a passare sopra a qualsia- si errore commettiamo. Con il loro modo di vivere molti dimostrano di credere che Dio non li chiamera a rendere conto del loro` comportamento, qualunque esso sia. Ma le cose stanno davvero cosı?` `

E vero che Dio ama tutti, buoni e cattivi? Ci sono circostanze in cui Dio mostra odio?

Un Dio che sa sia amare che odiare Il saggio re Salomone fece la seguente di- chiarazione: “Per ogni cosa c’e un tempo fis-` sato, sı, un tempo per ogni faccenda sotto i` cieli . . . un tempo per amare e un tempo per odiare”. (Ecclesiaste 3:1, 8) In base a questo

principio, Dio, sebbene sia molto amorevole e benigno, in alcune circostanze mostra odio.

Ma nell’uso biblico cosa significa “odiare”?

Un’opera di consultazione risponde: “Nelle Scritture la parola ‘odio’ viene usata con di- verse sfumature. Puo indicare intensa ostilit` a,` persistente malanimo spesso accompagnato da rancore. Tale odio puo diventare un senti-` mento struggente mirante a nuocere a chi ne

`e l’oggetto”. Questo `e il significato che ci `e piu familiare, e gli effetti di questo tipo di` odio si vedono ovunque. Tuttavia la stessa opera continua: “ ‘Odio’ puo anche significa-` re forte avversione per qualcosa o qualcuno senza pero alcuna intenzione di nuocere”.`

In questo articolo ci concentreremo su questo secondo significato, ovvero intensa ri- pugnanza, disgusto completo, e non rancore, risentimento o desiderio di fare del male. `

E possibile che Dio provi questo tipo di odio?

Sono interessanti al riguardo le parole di Pro- verbi 6:16-19: “Ci sono sei cose che Geova in effetti odia; sı, sette cose sono detestabili alla` sua anima: gli occhi alteri, la lingua falsa, e le mani che spargono sangue innocente, il cuo- re che architetta disegni nocivi, i piedi che corrono in fretta al male, il falso testimone che spaccia menzogne, e chiunque suscita contese tra fratelli”.

Come si nota, Dio odia certe cose. Eppure non odia necessariamente la persona che le

“Un tempo per amare

E UN TEMPO PER ODIARE”

“Ci sono sei cose che Geova in effetti odia; sı, sette cose sono detestabili` alla sua anima: gli occhi alteri, la lingua falsa, e le mani che spargono sangue innocente, il cuore che architetta disegni nocivi, i piedi che corrono in fretta al male, il falso testimone che spaccia menzogne, e chiunque suscita

contese tra fratelli”.— PROVERBI 6:16-19

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fa. Prende in considerazione circostanze atte- nuanti quali debolezze della carne, ambien- te, educazione e ignoranza. (Genesi 8:21; Ro- mani 5:12) Lo scrittore di Proverbi spiega il concetto con un bell’esempio: “Geova ri- prende colui che ama, come fa anche il padre col figlio di cui si compiace”. (Proverbi 3:12) Un genitore potrebbe odiare il comporta- mento disubbidiente del figlio, ma siccome continua a volergli bene fa tutto quello che puo per aiutarlo a cambiare e lo disciplina.` Nel suo amore, Geova fa lo stesso quando c’e` speranza di salvare un peccatore.

Quando l’odioe giustificato` Che dire per`

o di chi viene a conoscenza della volonta di Dio ma si rifiuta di farla? Una` persona del genere non si attira l’amore di Dio, ma il suo disfavore. Se pratica intenzio- nalmente le cose che Geova odia, diviene og- getto del suo odio. Ad esempio la Bibbia dice:

“Geova stesso esamina sia il giusto che il mal- vagio, e la Sua anima certamente odia chiun-

que ama la violenza”. (Salmo 11:5) Non c’` e perdono per chi non si pente, come rende chiaro l’apostolo Paolo nella lettera che scris- se agli ebrei: “Se pratichiamo il peccato vo- lontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verita, non rimane pi` u al-` cun sacrificio per i peccati, ma c’e una certa` paurosa aspettazione del giudizio e c’e un’ar-` dente gelosia che consumera quelli che si op-` pongono”. (Ebrei 10:26, 27) Perche un Dio di´ amore dovrebbe comportarsi cosı?`

Quando una persona pratica intenzional- mente un grave peccato, cio che` e cattivo pu` o` radicarsi cosı tanto in lei da diventare inestir-` pabile. La persona puo divenire depravata,` incorreggibile, irrecuperabile. La Bibbia la pa- ragona a un leopardo che non puo cambiare` le macchie del suo mantello. (Geremia 13:23) Essendo impenitente, l’individuo commette cio che la Bibbia chiama “peccato eterno”,` quello per cui non esiste perdono. — Marco 3:29.

Questo accadde nel caso di Adamo ed Eva.

Dato che Adamo ed Eva erano stati creati per- fetti e il comando che Dio aveva dato loro era stato esplicito e compreso da entrambi,e evi-` dente che il loro peccato fu intenzionale e quindi inescusabile. Nelle parole che in se- guito Dio rivolse loro non ci fu alcun invito a pentirsi. (Genesi 3:16-24) Anche Giuda Isca- riota, che invece era imperfetto, commise un peccato imperdonabile. Era vissuto a stretto contatto con il Figlio di Dio ma nonostante cio lo trad` ı. Ges` u stesso si rifer` ı a lui come al`

“figlio della distruzione”. (Giovanni 17:12)

“Se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verita, non` rimane piu alcun sacrificio per i peccati,` ma c’e una certa paurosa aspettazione` del giudizio”.— EBREI 10:26, 27

Un genitore amorevole disciplina suo figlio per aiutarlo

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La Bibbia mostra che anche il Diavoloe un` peccatore incallito destinato alla distruzio- ne. (1 Giovanni 3:8; Rivelazione [Apocalisse]

12:12) Questi individui si sono attirati l’odio di Dio.

Comunque e rassicurante sapere che non` tutti coloro che hanno peccato sono irrecupe- rabili. Geova `

e molto paziente e non prova al- cun piacere nel punire quelli che hanno pec- cato per ignoranza. (Ezechiele 33:11) Li invita a pentirsi cosı da essere perdonati. Leggiamo:`

“Lasci il malvagio la sua via, e l’uomo danno- so i suoi pensieri; e torni a Geova, che avra mi-` sericordia di lui, e al nostro Dio, poiche egli´ perdonera in larga misura”. — Isaia 55:7.`

Un punto di vista equilibrato su amore e odio

Quali imitatori di Dio, i veri cristiani devo- no capire quandoe il “tempo per amare” e` quando invecee il “tempo per odiare”. Il sen-` timentalismo puo indurre a perdere un pun-` to di vista equilibrato sull’amore e sulla mise- ricordia. Ma le parole del discepolo Giuda possono aiutarci a mantenere il giusto equili- brio fra misericordia e odio per il peccato:

“Continuate a mostrare misericordia ad altri, facendo cio con timore, mentre odiate perfi-` no la veste macchiata dalla carne”. (Giuda 22, 23) Dovremmo quindi odiare cio che` e` male ma non la persona che lo fa.

Ai cristiani viene anche comandato di mo- strare amore ai nemici facendo loro del bene.

“Continuate ad amare i vostri nemici e a pre- gare per quelli che vi perseguitano”, disse Gesu. (Matteo 5:44) Ecco perch` e i testimoni´ di Geova non smettono di predicare la buona

notizia del Regno di Dio, anche se alcuni non accettano il messaggio che portano. (Matteo 24:14) Adottando il punto di vista biblico, i Testimoni pensano che ogni persona possa essere oggetto dell’amore e della misericordia di Geova. Quando i loro sforzi per aiutare le persone non vengono apprezzati, o quando sono respinti o perfino perseguitati, seguono il consiglio dell’apostolo Paolo: “Continuate a benedire quelli che vi perseguitano; benedi- te e non maledite . . . Non rendete a nessuno male per male”. (Romani 12:14, 17) Ricorda- no chee Geova a stabilire chi` e degno del suo` amore e chi invece merita il suo odio. `

E lui il Giudice supremo nelle questioni che riguar- dano la vita o la morte. — Ebrei 10:30.

`E vero, “Dio `e amore”. In quanto a noi, mo- striamo apprezzamento per il suo amore e sforziamoci di conoscere e fare la sua volonta.` I testimoni di Geova della vostra zona saran- no felici di farvi vedere direttamente nella vo- stra Bibbia quale la volont` a di Dio e come po-` tete farla. In questo modo vi risparmierete l’odio di Dio e vi attirerete il suo amore.

“Lasci il malvagio la sua via, e l’uomo dannoso i suoi pensieri; e torni a Geova, che avra misericordia` di lui, . . . poiche egli perdoner´ a`

in larga misura”.

Molti detenuti hanno tratto beneficio dall’amore e dalla misericordia di Dio

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