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LA FIGLIA DI IEFTE

NARRATO DA JOANNA SOANS

Sin da ragazza avevo avuto il forte desiderio di essere come la figlia di Iefte. Lasciate che vi spieghi cosa avevo in mente e come ho finito per assomigliarle un bel po’.

la prima congregazione di lingua kannada a Bombay.

Grazie a mamma e pap` a imparammo a studiare at-tentamente la Bibbia e a insegnarla con efficacia.

I nostri genitori trovava-no tutti i giorni il tem-po per pregare e studiare con noi. (Deuteronomio 6:6, 7; 2 Timoteo 3:14-16) Un giorno, mentre legge-vo la Bibbia, mi si aprirono per cos`

ı dire gli occhi. Ca-pii che Geova viene para-gonato a un pastore

per-che guida, nutre e protegge i suoi adoratori.´

— Salmo 23:1-6; 83:18.

Geova mi ha tenuta per mano Mi battezzai poco dopo la memorabile as-semblea di Bombay tenuta nel 1956. Sei mesi dopo seguii l’esempio del mio fratello maggio-re Prabhakar e diventai un’evangelizzatrice a tempo pieno. Anche se desideravo tanto far co-noscere ad altri le verit`

a bibliche, mi si asciuga-va la bocca appena proasciuga-vavo a parlare di quello in cui credevo. Cominciavo a balbettare e la voce mi tremava. ‘Posso farcela solo se Geova mi aiuta!’, dicevo a me stessa.

L’aiuto di Geova arrivo grazie a Homer e` Ruth McKay, una coppia canadese che nel 1947 aveva frequentato la scuola missionaria dei testimoni di Geova a New York. Mi tennero per cos`

ı dire per mano mentre muovevo, in-certa, i primi passi nel ministero. Ruth aveva l’abitudine di provare con me le presentazioni da usare di casa in casa. Sapeva benissimo come tranquillizzarmi. Prendeva le mie mani tremanti e diceva: “Non ti preoccupare, cara.

Proviamo con la prossima famiglia”. Il suo tono rassicurante mi dava coraggio.

Un giorno fui informata che Elizabeth Cha-kranarayan, un’esperta insegnante della Bib-bia pi`

u grande di me, sarebbe stata la mia

com-pagna nel ministero. La mia prima reazione fu: ‘Come far`

o a vivere con questa sorella? ` E tanto pi`

u grande di me!’ Ma si rivel` o pro-prio la compagna di cui avevo bisogno.

“Non siamo mai veramente sole”

Inizialmente fummo mandate nell’anti-ca citta di Aurangab` ad, a circa 400 chilome-¯ tri a est di Bombay. Ci rendemmo subito conto di essere le uniche due Testimoni in una citt`

a con quasi un milione di abitanti.

Ma non `

e tutto: dovetti anche imparare il marathi, la lingua piu parlata nella zona.`

A volte mi sentivo sola, come se fossi orfa-na, e allora scoppiavo a piangere. Ma con il suo fare materno Elizabeth mi incoraggia-va. “Forse ogni tanto ci sentiamo sole, ma non siamo mai veramente sole”,

dice-va. “Anche se sei lontana dai tuoi amici e dai tuoi familiari, Geova `

e sempre con te. Diventa sua ami-ca e la solitudine presto sparir`

a”.

Non ho mai dimenticato questo suo prezioso consiglio.

Quando non avevamo i soldi per i mezzi di trasporto, facevamo ogni giorno fino a 20 chilometri a piedi tra la polvere e il fango, sia con il caldo che con il freddo. Spesso d’e-state la temperatura raggiungeva i 40 gradi, e durante la stagione dei monsoni alcune zone rimanevano fangose per mesi. Spesso, per`

o, gli usi e i costumi delle persone ci creavano pi`

u difficolt`

a delle condi-zioni climatiche.

Le donne non parlavano con gli uomini in pubblico, a meno che non fossero parenti, e di rado una donna insegnava a un uomo. Di con-seguenza venivamo prese in giro e maltrattate.

Per i primi sei mesi alle riunioni bibliche setti-manali eravamo presenti solo noi due. Ma col tempo si unirono a noi anche altre persone in-teressate. Ben presto fu formato un piccolo Mio padre

gruppo e alcuni cominciarono ad accompa-gnarci nel ministero.

“Continua ad affinare le tue capacit` a”

All’incirca due anni e mezzo dopo fummo mandate di nuovo a Bombay. Elizabeth conti-nu`

o a dedicarsi alla predicazione, mentre a me fu chiesto di aiutare mio padre, che in quel pe-riodo era l’unico a tradurre le nostre pubblica-zioni bibliche in kannada. Papa fu contento di` ricevere il mio aiuto, visto che aveva molte re-sponsabilita nella congregazione.`

Nel 1966 i miei genitori decisero di tornare a Udipi. Quando and`

o via da Bombay, pap` a mi disse: “Continua ad affinare le tue capacita, fi-` glia mia. Traduci con semplicita e chiarezza.` Non essere troppo sicura di te, rimani umile e affidati a Geova”. Questi furono i suoi ultimi consigli, dato che venne a mancare poco dopo esser tornato a Udipi. Ancora oggi cerco di se-guire quei suggerimenti nel mio lavoro di tra-duzione.

“Non ti vuoi sistemare?”

Per tradizione, i genitori indiani combinano il matrimonio dei loro figli quando questi sono ancora piuttosto giovani e fanno pressio-ne su di loro perch´

e abbiano figli. Ecco perch´ e spesso mi chiedevano: “Non ti vuoi sistemare?

Chi si prender`

a cura di te quando sarai avanti con gli anni? Non ti sentirai sola?”

A volte quelle domande insistenti mi faceva-no sentire emotivamente a pezzi. Anche se in pubblico non lasciavo trasparire i miei

senti-menti, non appena ero sola mi aprivo con Geova. Mi confortava sapere che non mi con-siderava incompleta solo perche non ero spo-´ sata. Per rafforzare la mia decisione di servirlo senza distrazioni, pensavo alla figlia di Iefte e a Ges`

u, che non si sposarono e furono comple-tamente impegnati nel fare la volonta di Dio.`

— Giovanni 4:34.

Un dono di Geova Elizabeth `

e stata una mia grande amica per quasi 50 anni. `

E morta nel 2005 all’et` a di 98 anni. Negli ultimi tempi, avendo seri pro-blemi di vista e non riuscendo quindi a leggere la Bibbia, passava gran parte delle sue giornate in lunghe e sentite preghiere a Dio. A volte pensavo che stesse conversando su un versetto con qualcuno nella sua stanza, e invece stava parlando a Geova. Elizabeth lo considerava una Persona reale e viveva come se fosse sem-pre l`

ı con lei. Ho imparato che questo `

e il segre-to per continuare a servire fedelmente Dio come fece la figlia di Iefte. Sono grata a Geova per avermi fatto incontrare una sorella matura pi`

u grande di me che mi ha guidato e incorag-giato durante gli anni della giovinezza e in ogni momento difficile della mia vita. — Eccle-siaste 4:9, 10.

Quante benedizioni ho avuto servendo Geo-va come la figlia di Iefte! Rimanendo single e seguendo i consigli della Bibbia ho vissuto una vita ricca e soddisfacente e ho mostrato “co-stante assiduit`

a verso il Signore senza distra-zione”. — 1 Corinti 7:35.

Pubblicizziamo un discorso biblico a Bombay (1960)

Con i miei compagni di lavoro nel nostro ufficio di traduzione

D URANTE i temporali a volte ci sono forti

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