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N In ricordodi Ida Bianco

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Academic year: 2022

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39 el mese di aprile è scomparsa

Ida Bianco una delle figure più insigni della medicina del nostro paese che ha dato, insieme al suo maestro e sposo Ezio Silvestroni (1985-1990), rilievo alla ricerca biomedica italiana del novecento a livello mondiale.

Infatti fu grazie ai loro studi e alle ricerche sul campo che fu scoperta e descritta un’anomalia ematologia ereditaria in soggetti sani a cui

a cura diVitantonio Perrone

N

In ricordo

di Ida Bianco Parliamo anche di...

“...Dopo 25 anni il nostro piano

di prevenzione offre una serie

di importanti risultati...Dal 1993

non è più noto nel Lazio nessun

malato di anemia mediterranea...”.

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40 diedero il nome di “microcitemia”.

I due medici nel 1943 iniziarono, da soli e con scarsissimi finanziamenti una estesa ricerca epidemiologica, in quelle regioni (delta del Po, Ferrara, Sardegna, Sicilia) dove più alta risultava l’incidenza dell’anemia mediterranea (talassemia o morbo di Cooley), che ebbe termine quattro anni dopo.

Fu dimostrato che la microcitemia è un carattere mendeliano che

determina l’anemia mediterranea quando viene ereditato da entrambi i

genitori, inoltre dai dati

epidemiologici si evinse che in Italia erano presenti circa due milioni di portatori sani e che si potevano prevedere circa 400 casi/anno di nati affetti da anemia mediterranea, malattia che in quegli anni risultava fatale entro i 6-7 anni di vita.

Nel 1946 descrissero una nuova malattia ematologica in cui

coincideva la talassemia e l’anemia falciforme che indicarono come

“anemia microdrepanocitica”

(malattia Silvestroni-Bianco).

All’inizio degli anni ’50, confermato il rapporto genetico tra microcitemia e talassemia, i due ricercatori ipotizzarono, primi al mondo, la possibilità di attuare un piano di prevenzione per l’anemia mediterranea imperniato

sull’individuazione dei portatori attraverso screening di massa ed evitando il matrimonio e la

procreazione tra microcitemici, che in quegli anni era l’unica via di

prevenzione efficace stante

l’impossibilità di effettuare diagnosi

Foto 1. Una targa simbolica dedicata al professor Silvestroni nel canile-rifugio “Parrelli” a Roma.

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prenatale.

Purtroppo gli ambienti scientifici nazionali accolsero con freddezza se non con malcelata ostilità i risultati dei due medici che, armati solo del loro entusiasmo per la ricerca e la cura dei malati e privi di appoggi accademici, non furono presi nella giusta considerazione dai responsabili delle politiche sanitarie che così impedirono una rapida e seria prevenzione che tante vite avrebbe potuto salvare.

Finalmente la fondazione

dell’Associazione nazionale per la

lotta contro le microcitemie in Italia (ANLMI) permise nel 1965 la creazione di una rete capillare di strutture per la prevenzione e la cura della talassemia e da allora in poi la loro opera vide costanti successi sino all’istituzione a Roma presso

l’Istituto d’Igiene di un Centro di studi della microcitemia che ha svolto attività di studio, cura e

coordinamento sino al 1978 . Oltre che ricercatori e medici dediti alla cura (specie dei loro piccoli pazienti) Ida Bianco ed Ezio Silvestroni sono stati anche amanti

degli animali dedicando energie e risorse per la cura dei cani

abbandonati, adottandone (sempre tra i più sfortunati) e contribuendo costantemente all’attività di un rifugio di Roma.

Per chi scrive il loro esempio è sempre presente: li ho conosciuti sin da bambino come medici affettuosi, sempre attenti ai bisogni di chiunque a loro si affidava e queste poche righe per ricordare la loro ingenua forza vogliono così sentitamente ringraziarli.

41 In occasione del XXIV

congresso della Società Italiana di Parassito- logia (SoIPa) è stato presentato il sesto volume della collana di Mappe Parassitologi- che curata dal Centro regionale per il monito- raggio delle parassitosi della Campania (CReMoPar) e dalla facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli

dal titolo Zecche.

Il libro è suddiviso in cinque sezioni che esaustivamente affron- tano gli aspetti legati alla presenza delle zecche e ha visto il contributo di diciotto tra parassitologi vete- rinari, biologi e medici.

Nelle prime due sezio- ni sono riportati i dati emersi da un’indagine svolta nell’Appenino Meridionale per valu- tare la presenza e la distribuzione spaziale di zecche Ixodidae in allevamenti bovini e ovini semibradi presen- ti nel territorio di 92 comuni (3971 Km2) a cavallo di Puglia, Basilicata e Campania e le caratteristiche e potenzialità della metodica utilizzata per tale studio consistita nell’impiego del

G e o g r a p h i c a l Information System (GIS) e del telerileva- mento da satellite.

Altre due riguardano le malattie trasmesse (Tick borne disease), la loro ecologia ed epide- miologia con una signi- ficativa appendice su una casistica pediatrica di due anni presso il Pronto Soccorso del

“Santobono” di Napoli e il controllo integrato ( f a r m a c o l o g i c o , ambientale, comporta- mentale) delle zecche con una descrizione accurata degli insettici- di e dei loro principi attivi nonchè delle modalità d’impiego dei prodotti attualmente a disposizione del veteri- nario italiano per il contrasto delle ectopa- rassitosi sia negli ani- mali da reddito sia

d’affezione.

Ma senza nulla togliere all’interesse di queste quattro sezioni la parte che senza dubbio più arricchisce il testo ren- dendolo strumento di sicura efficacia forma- tiva/divulgativa anche per i veterinari pratici è quella dell’atlante

“Zecche d’Italia”: ad ogni specie segnalata nel territorio nazionale è dedicata una scheda in cui vengono accura- tamente descritti il ciclo biologico, l’habi- tat, gli ospiti, il periodo d’attività, la patogeni- cità, la distribuzione nelle regioni italiane e, grazie ad una ricca ico- nografia di immagini di microscopia ottica ed elettronica, i vari aspet- ti morfologici.

V.PERRONE

Zecche - Collana di Mappe Parassitologiche

a cura del CReMoPar (Centro regionale per il monitoraggio delle parassitosi della Campania) e dalla facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli.

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