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La parte corposa dell Istituto è rappresentata dalla Scuola Media con oggi 800 alunni e che diventeranno 900 il prossimo anno.

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Academic year: 2022

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TRASCRIZIONI SCAMPIA Isituto PERTINI-

La parte corposa dell’Istituto è rappresentata dalla Scuola Media con oggi 800 alunni e che diventeranno 900 il prossimo anno.

Abbandono scolastico.

Risulta abbastanza ridimensionato in quanto molti terminano il ciclo scolastico. Dove invece avviene il fenomeno di dispersione è l’iscrizione alla Scuola d’istruzione di secondo grado in quanto molti si fermano alla Scuola Media e l’iscrizione non viene proprio effettuata. Oggi circa 50 alunni non hanno effettuato l’iscrizione. Per cui in teoria avrei dovuto fare intervenire i Servizi Sociali però, visto che anche quei Servizi sono sottodimensionati rispetto a tutte le problematiche da affrontare, si è provveduto prima ad inviare una cartolina di sollecito ai genitori. Una parte ha effettuato l’iscrizione un’altra parte non si è iscritta. Su 750 alunni una cinquantina non proseguono ma molti si iscrivono però non frequentano quindi le percentuali di dispersione si raddoppiano e andiamo intorno al 20%. Sarebbe ottimo la creazione di una banca dati, un database territoriale sulla dispersione scolastica per un vero monitoraggio. L’abbandono è la criticità maggiore.

Famiglie degli alunni.

Dobbiamo però considerare dove ci troviamo e il dato non risulta tanto elevato in quanto riguarda quei ragazzini che appartengono a quella fascia particolare che purtroppo non crede nell’istruzione scolastica e non guarda alla utilità che il ragazzo continui. Sono famiglie impermeabili a percepire l’utilità del prosieguo all’istruzione. Il livello di crescita culturale non avviene. L’analfabetismo spesso strumentale resta. Va altresì affermato che il percorso d’insegnamento classico nella Scuola Media dovrebbe essere fatto con approccio più intensivo e non estensivo come purtroppo avviene.

Il carcere.

Avere il 30% di genitori in carcere non aiuta anche se la frase di molti ex detenuti è che il figlio non faccia i suoi errori. Succede anche che il figlio spesso assuma il comportamento camorristico del genitore e questo genera problemi nell’ambito scolastico. E’ altissimo poi il livello di sofferenza di ragazzi che vogliono essere recuperati che cerchiamo di aiutare con attività collaterali allo studio. In una periferia come Scampia dare delle attività sportive o comunque di interesse ai ragazzi è fondamentale. La Scuola si attrezza con progetti in accordo con l’Assessorato, attività culturali, di teatro, musicali, laboratori di alternanza Scuola-lavoro che li avvicini ad un aspetto etico-morale dell’impegno, della prestazione che offre un risultato Un arricchimento del ragazzo ad esperienze concrete che gli dia la possibilità di mettersi in gioco.

Territorio.

Quello che manca è il senso di appartenenza al territorio e un collante che avvicini l’eterogeneità di provenienza dei ragazzi. Questo è il problema. Esiste oggi maggiore omogeneità tra gli Istituti ma non nella eterogeneità delle classi. Tra gli allievi della Sede centrale e della Succursale del nostro Istituto esiste una grande differenza di provenienza familiare che rende difficile poi annullare nella formazione di attività sportive. Esiste fortunatamente continuità del Corpo docente e questo è un punto a favore per il rapporto con i genitori degli allievi. Esiste il bullismo ma è quello classico non quello violento che siamo sempre riusciti a contenere. Gli abitanti di Scampia, va altresì affermato che non si sono mai chiusi in casa. Da parte della Scuola si cerca di evitare il discrimino nelle uscite scolastiche dei ragazzi esistendo una disparità economica tra le famiglie degli allievi che frequentano la sede centrale e la succursale. Tutto questo cercando di realizzare attività all’interno.

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LEGAMBIENTE

Non c’è una rete complessiva che fa riferimento alle Istituzioni. Esistono delle Reti consolidate che fanno riferimento ad obiettivi. Che si aprono e si chiudono su determinati obiettivi. Ad esempio con il Gridas quando parte il carnevale si realizza una Rete incredibile che prende il territorio. Noi abbiamo costituito come Circolo la Rete Pangea termine scelto come metafora della necessità del Rione di essere ancora di salvezza. Come Circolo siamo nati nel 95 e associati a Legambiente anche se svolgiamo attività in ambito territoriale ed abbiamo obbligo di 30 tesserati. Il nucleo operativo si assottiglia mentre il nucleo dei simpatizzanti si allarga. Questa la dinamica. Come missione partendo nel 95 ricordiamo che In quegli anni si apriva il Parco e noi volevamo che quel Parco fosse conosciuto, apprezzato e utilizzato e su un giornale comparve un articolo nel quale si affermava che Scampia fosse il quartiere più verde di Napoli con 7 virgola qualcosa metri quadrati per abitante. Noi ci guardavamo in faccia e pensavamo che però nessuno se ne prendesse cura. Con vari aiuole e Parchi dei quali nessuno si prendeva cura. Per cui come Circolo collegato a Legambiente facciamo tutte quelle manifestazioni per valorizzare il Parco. Il verde pubblico, il verde scolastico,il verde dei Parchi privati.. Ci siamo indirizzati verso quello più degradato e quello delle Scuole.

Nei giardini delle scuole abbiamo sempre cercato di creare situazioni con insegnanti e i bambini e adulti che continuassero nel tempo. No toccata e fuga. Un progetto che coinvolgesse i ragazzi. Questo è riuscito in parecchie scuole. Abbiamo abituati i bambini a conoscere piante e poi diventati guide per i loro genitori.

Questo poi è continuato in altre scuole con lezioni di giardinaggio. Tra l’altro al Liceo Elsa Morante è nata l’aiuola dell’isola di Arturo con tutte piante della macchia mediterranea e un ulivo portato da Gaza che il Sindaco volle espressamente far arrivare a noi. Le aiuole pubbliche abbiamo cominciato a prendercene cura facendo un protocollo d’intesa con il Comune tra varie difficoltà con aiuole estese anche senza ausilio di acqua ma trasportata con secchi. Poi sono nate altre associazioni sull’onda di questo cammino composte da cittadini che si sono prese cura di altre aiuole. Noi siamo un Circolo di strada senza una sede. Se ci volete trovare siamo ospiti di tutte le realtà dove operiamo. Attualmente abbiamo un punto di riferimento accanto al TAN a Piscinola. Una area che abbiamo sistemato e trasformato. Stiamo realizzando il corridoio delle farfalle un percorso partendo da Miano tante piante che attirano le farfalle quindi frammenti di bellezza. Altro punto della rete di Pangea il giardino dei cinque continenti della non violenza. Proposto nelle scuole superiori e ora anche nelle elementari un percorso della non violenza. realizzato su aiuole abbandonate dedicando ad ogni aiuola due personaggi uno maschile e uno femminile per la festa del Mediterraneo come incontro delle civiltà.. In sintesi lavoriamo per la bellezza e per la novità. Il quartiere oggi lo vedo notevolmente migliorato. Per il verde, per le tante associazioni nate. Nel 95 eravamo tre o quattro e poi oggi son tutte costituite da gente del posto. Vengono tante scolaresche, tanti studenti delle superiori e universitari a scoprire il territorio non più per le Vele ma per le migliorie apportate e loro sono i nostri megafoni per far sapere la riqualificazione del territorio. Giovani che arrivano da ogni parte d’Italia e d’Europa e poi fanno pubblicazioni che riportano queste esperienze vissute e che a loro volta vengono riprese e diffuse. Il modello Scampia è il modello che non predilige il rapporto Istituzionale ma parte dal basso dalla creatività Ci rapportiamo alle Istituzioni come per l’acqua ma non si fanno bloccare .La mia proposta a livello del verde è continuare quello che stiamo facendo magari creando una sinergia con i giardinieri del Comune. Creare una rete con un riconoscimento dei servizi necessari. Ci sono dei problemi grossi Sul piano della cultura ci siamo. Il lavoro manca. Quelli che escono da carcere trovano poco magari collegandosi al laboratorio del legno ma sono poca cosa rispetto alle esigenze. Sono dei tentativi che andrebbero aiutati.. Sarebbe interessante una sinergia tra il lavoro imparato in carcere e quello che fuori.

L’area delle Vele. Potrebbe diventare l’area dell’altro mercato dove confluiscono tutte le altre attività quali l’artigianato Come questa benedetta Università che sarebbe indotto notevolissimo . il fenomeno delle baby gang sono problemi originati nelle famiglie. Ci sono sempre state. Alle case arcobaleno ragazzini che venivano a scassare ma più sulle cose e non sulle persone. Più vandalismo prendersela con le cose ma non con le persone. Quindi il progetto educativo serve e metto le famiglie in prima linea.. Ci sono spazi però deserti. Spazi che andrebbero recuperati. Ancora una decina di aree da recuperare. Guide sulle aree da

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recuperare ci sono, noi ci stiamo lavorando. Una ventina recuperate sempre operate dal basso. Stiamo pensando a creare una formazione che però richiede tempo. I campi Rom. Una decina di anni fa una rete di associazioni crearono un movimento di sinergia tra cittadini e rom. Venne fuori un documento firmato dalle associazioni in cui si chiedevano cose ancora oggi non fatte. Videosorveglianza, smaltimento rifiuti con bidoni, uno screening sulla salute di quei bambini. Riunione fatta con tutte le Forze dell’Ordine finita nel nulla. Come se si attendesse l’incidente per mettervi mano.

PALESTRA MADDALONI

Parliamo di violenza minorile e baby gang.

Io credo che quando si ha una famiglia alle spalle dove la mamma lavora il padre è stato in carcere quindi la donna ha già dovuto sostenere il peso di dover lavorare per tutta la famiglia abbia già perso quello che era importante per il bambino. Da quel che ho capito quando è venuta qui due mesi fa dopo che era successo quella cosa a Chiaiano mi ha detto: “ Maestro mi dovete aiutare”. Io le ho risposto: “ma signora il bambino lei me lo doveva lasciare qui. Se il ragazzo fosse rimasto qui tre anni fa a questo punto non saremmo arrivati” Io credo che la famiglia abbia avuto dei grandi problemi perché il papà stava recuperando come detenuto, il fratello caratterialmente abbastanza aggressivo e il bambino ha avuto dei cattivi modelli. In questi casi si interviene con la complicità delle mamme e con la scuola. La scuola è determinante. Infatti io ho sognato di vincere una olimpiade e l’ho vinta, ho sognato di far fare una cittadella dello sport alla mia gente e ci sono quasi riuscito. Perché credo nello sport perché insegna le regole. Quindi quando propongo certe cose le propongo per esperienza diretta. Io sono nato in questo quartiere nel rione San Gaetano poi Don Guanella e poi dieci anni nelle Vele. Potevo anche evitare di restarci nelle Vele ma ho voluto che l’olimpionico Pino, Marco e Laura Maddaloni ci restassero per capire il vero problema. Io credo che le scuole devono avere come complici le associazioni che ci sono sul territorio. i bambini già all’interno della scuola imparano le regole. Ho fatto dei test. Allla ” Eugenio Montale” dove è stato fatto un Pon lo scorso anno e questo Pon ha portato un 30% in meno alla dispersione scolastica ritengo questo un grande successo. Portare tanti bambini ad incuriosirsi per lo sport, poi qualsiasi sport ti insegna le regole. Un bambino quando sale sul materassino chiede il permesso, quando deve scendere chiede il permesso anche il figlio del boss se gli si chiede se si picchia un bambino indifeso ti dice no, se si chiede se picchiano sua sorella sia giusto ti risponde: no, se un bambino è indirizzato verso sane regole io credo che i risultati si ottengono e io li ho avuti. Poi è fondamentale fino alla terza media la complicità con la scuola e le mamme.

Se c’è la minaccia amorevole funziona per migliorare il bambino. Quando sbaglia sul tappeto deve chiedere scusa anche davanti agli altri. (altra curiosità ci sono alcune realtà dove manca il lavoro ma non per questo si delinque. Qui abbiamo un problema diverso. Il problema che tu cogli è il problema delle mamme quindi delle famiglie e poi delle scuole e poi che cosa faccio fare durante il giorno ) Ho capito e hai centrato il problema però cerchiamo di metterlo insieme perché il mio non è un progetto Il percorso Scampia è il percorso Maddaloni Se qualcosa ha funzionato con me, con i miei figli vissuti a Scampia e con i miei allievi dei quali otto su dieci ragazzi restano. Cito ad esempio quel ragazzo di strada che prendeva otto rapporti al giorno ha avuto il sostegno da quando aveva quattro anni, ora insegna ai bambini e ora vuole fare il soldato pur avendo il padre che ha fatto venti anni di carcere, il fratello ne sistema per dieci ed era etichettato a fare lo spacciatore. Questi sono risultati. La complicità è tra donna-scuola-associazione. Quello che non sono d’accordo è la scuola d’obbligo per il BES (Bisogni educativi sociali) i BES devono avere un indirizzo educativo simile al mio. A me dopo la terza media mi hanno messo a fare un corso professionale la mattina ad imparare teoricamente il meccanico a scuola e il pomeriggio a fare il meccanico. Io ho abbandonato la strada i miei amici del Rione San Gaetano. I Lo Russo i Bevilacqua i clan dove gli amici non te li scegli. Qua qualcosa bisogna modificare All’interno della scuola bisogna modificare. Nella scuola è un vespaio. Nel biennio litigano, non fanno studiare, litigano con la Preside, con il bidello. Dopo non vanno più nella scuola ed entrano nelle baby gang. I vecchi stanno al 41 bis e i giovani a 16 anni dove la scuola non è

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più dell’obbligo si mettono con le pistole in mano. Il problema è semplice da risolvere ci vogliono uomini come noi la donna la mamma la scuola le associazioni ed essere seri con il MIUR. Ho parlato ieri con venti ragazzi e vogliono imparare un mestiere. Per me le baby gang si possono abbattere del 70% basta eliminare le regie i leader e mettere i leader positivi. I maestri di strada della zona.(Quando hai iniziato con questa palestra?) Questa palestra è stata aperta nel 2005 con nei primi due anni 1200 persone e con 50 mila euro dati da Gilberto Benetton che permise loro un percorso gratuito per due anni. (Come è cambiata Scampia?) Oggi a Scampia grazie alle Forze dell’Ordine, a Tatarella, a Michele Spina il dottor Bruno Mandato e il capitano Silvestre Verde la droga è diminuita dell’80%. I clan sono stati abbattuti Ci sono però piccoli focolai dei 16 anni che finiscono la scuola dell’obbligo e non recuperabili e poi ci sono quelli recuperabili per i quali io metterei i professori di sostegno a salvaguardarli sul posto di lavoro. (Il modello Scampia che sta vincendo non è rappresentato solo dalla costanza del livello repressivo ma anche dall’occupazione di quegli spazi quelle piazze composte da una serie di attività, quali Maddaloni, Mammut, Ciro Corona, Antonio Piccolo, oggi rispetto a 15 anni fa non hai più bisogno dei reparti speciali che ti presidiano o dei venti falchi che a turno stavano qui, oggi bastano due volanti, quindi si riduce. il livello e si aumenta quest’altro.- grazie anche alla struttura del Comune che se non ci fosse sarebbe un problema- Oggi Io rivendico Scampia rispetto ad altri quartieri dove il livello repressivo rispetto degli altri è ridotto. Se metto a confronto Rione Traiano e Scampia). Oggi è stato solo spostato il baricentro. In questa situazione si può sanare Scampia abbassare la tassazione, eleviamoci un poco, facciamo ritornare la fabbrica di sapone, le fabbriche di guanti e scarpe che stavano su Limitone di Arzano facciamo riaprire la birreria Peroni , 1500 posti di lavoro lui andava in pensione e faceva mettere il figlio alò posto suo, da famiglia a famiglia. Altrimenti si ritornerà con un ciclo tra dieci anni con le vecchie faide. L’importante che chi va al Governo mantiene quel che promette, chi sta al Comune e alla Regione si mette d’accordo con i soldi della Comunità europea che non vengono spesi (Tra le scuole non c’è molta Rete viceversa tra le associazioni fate Rete?) Noi facciamo rete con quella che è la grande potenzialità. non interessi economici Esperienze condivise e vissute loro mi mandano i bambini che non possono pagare io gli mando i bambini per fare il doposcuola, Ciro Corona mi manda i detenuti che lui non riesce a sostenere e io gli metto a disposizione la libreria, Mammut mi manda i ragazzi rom e io non li faccio pagare. Funziona tra il Comune e me, dove io intervengo alle varie manifestazioni ma da cui mai preso un gettone, ma è giusto così. La Rete c’è solo che bisogna mettere al centro dell’attenzione il tessuto umano .il bambino, il nipote pensare che questi ragazzi possono essere i tuoi nipoti. Non è una favola, è una cosa che si può fare. Solo che bisogna essere veri. La Piazza “Oro di Scampia” dove sta il Bakù. Il Comune mi ha dato una piazza dove ho intenzione di mettere una statua di Pino come segno di modello leader. Se l’interesse è economico stiamo fallendo, se è ipocrisia stiamo fallendo, se stiamo costruendo per i ragazzi allora stiamo vincendo.

N.B. IN GRASSETTO GLI INTERVENTI DELL’INTERVISTATORE -

ITIS VITTORIO VENETO

(Comincerei da una presentazione della Scuola)

L’ITIS Vittorio Veneto è istituto professionale e istituto tecnico. Ha quattro sedi La parte più grande della scuola è costituita dall’alberghiero. Circa 1800 studenti e circa 170 alunni diversamente abili. Per quanto riguarda i docenti delle discipline di base è un personale piuttosto stabile, sulla sede dell’alberghiero è eterogeneo con qualche docente proprio di Scampia. Scarso il gruppo dei docenti di sostegno. Le platee più difficili sono quelle di Secondigliano e Piscinola, platee di quartieri un poco emarginati e poi perché sono ragazzini che si iscrivono al Professionale notoriamente i meno buoni della Scuola Media. Quello dell’alberghiero di Scampia è più eterogeneo in quanto raccoglie alunni di diversi Comuni vicini. Oggi gli studenti dell’alberghiero non sono gli studenti emarginati della Scuola Media ma molti arrivano da una media borghesia essendo un tipo di scuola appetibile, richiesta, riconosciuta anche da chi non proviene da

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aree emarginate. Nell’Istituto alberghiero l’utenza è molto migliorata ma già da cinque anni a questa parte da quando io sono arrivata Basti pensare che Il primo anno che è partito l’Istituto alberghiero al Vittorio Veneto 42 studenti su 45 della Virgilio 4 si sono trasferiti all’alberghiero ed era una Scuola che accoglieva tutti studenti provenienti da Scampia. Vista come una Scuola che offriva una alternativa, uno sbocco lavorativo. Poi lo scenario è cambiato con studenti di tutt’altra tipologia da almeno 4 anni provenienti da famiglie dove i figli maggiori avevano magari fatto il Liceo e i più piccoli indirizzati all’alberghiero.

(Dispersioni scolastiche)

altissime le dispersioni nel biennio del professionale del commercio, basse viceversa nell’alberghiero.

Aggiungo poi che non c’è pressione da parte di genitori per poter fare andare i figli in una sezione rispetto all’altra anche perché nella nostra Scuola non ci sono sezioni di eccellenza.

(Orientamento e uscite) Lavoriamo molto con l’alternanza scuola-lavoro. Questo per due motivi, uno in quanto questa cosa sempre esistita negli Istituti professionali e poi perché abbiamo carenza di aule.

Facciamo sia percorsi di alternanza ordinari nel senso che portiamo per intera settimana i ragazzi in strutture ricettive ristoranti o CAF o aziende grafiche secondo il settore di riferimento. Poi facciamo attività straordinarie per studenti più meritevoli e recentemente a febbraio un gruppo di 25 per un mese in hotel a Roma a quattro stelle lo scorso anno 18 studenti in villaggio turistico sulla costa dia Sibari a fare esperienza di alternanza scuola-lavoro di eccellenza. Poi abbiamo altro progetto che realizziamo in una seconda con ragazzini che non hanno voglia di studiare ma che hanno grande propensione per l’attività professionale di cucina che fanno blocchi di attività regolare nell’arco dell’anno un solo giorno a settimana fisso di attività di sei ore e in alcuni periodi dell’anno restano a scuola solo tre ore e nel resto della giornata la vanno a fare nelle aziende. Un anticipo della riforma dei Professionali che prevede di portare l’alternanza già dal secondo anno. Inquadrato come progetto contro la dispersione. Questi sono ragazzini che sarebbero stati bocciati già lo scorso anno se non ci fosse stata una valutazione diversa sulle competenze professionali e non sulle conoscenze delle singole discipline e li abbiamo portati al secondo anno. Diciotto ragazzi che stanno lavorando per unità di apprendimento. e soprattutto su competenze professionali. Un Progetto sperimentale che nasce dalla analisi che abbiamo fatto di poca attività di laboratorio.

( Che rapporti ci sono con le famiglie) In linea di massima buona collaborazione con le famiglie. Mogli di detenuti o famiglie di ex detenuti o che fanno riferimento a quelle di origine o comunque parliamo di famiglie con bagaglio culturale molto limitato. Famiglie che vivono nella diffidenza e nella violenza. Non fisica ma verbale. Intendo aggredire per non essere aggredite. Vanno ascoltate, accolte devono comprendere che dall’altro lato c’è chi vuole aiutare. Se si riesce ad entrare in questa comunicazione ce se le ritrova sempre. Ho davanti a me tante mamme di Secondigliano e Piscinola che partono male e vanno via dicendo aiutatemi lavoriamo insieme sono disponibile e forse da mio figlio c’è ancora qualcosa da tirarci fuori Bisogna saper resistere al primo attacco. Io sono una che sono stata minacciata e aggredita da qualche genitore. Io ho voluto instaurare in questa scuola un regime di regole ferree. Dalle aule si esce uno per volta e solo con un pass, Non esiste arrivare con jeans strappati, ma non perché vogliamo limitare la libertà di qualcuno ma uno trattandosi dell’alberghiero sei proiettato verso un lavoro che va verso il pubblico e il pubblico va il rispetto. Anche con l’immagine fisica. .e due perché la regola diventa uno strumento di educazione per il ragazzo. Nella scuola è vietato portare panini e merendine dall’esterno sette ore di lezione. arrivano i genitori con il panierino. C’è la bouvette i distributori automatici.. Tante volte la Tante volte la guerra imporre la regola al genitore Alle 8 il cancello si chiude e si apre alle 8:15 hanno una preaccoglenza e poi entrano alle 9 meno dieci. Nessuno si perde per strada. I genitori questo non lo tollerano. Ma arrivano sempre con mille scuse in ritardo e pretendono di entrare. I primi due anni è stata più dura oggi il sistema è stato acquisito da tutti e ci scelgono anche per questo..

( Il fenomeno mediatico delle baby gang).

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Il fenomeno delle guerre di quartiere ci sono sempre state. A metà gennaio ho assistito ad una puntata di un programma televisivo e si parlava della rivalità tra quartieri tutte piccole roccaforti da proteggere o attaccare. C’è stata un momento mediatico dopo l’aggressione ad Arturo il figlio di Maria Luisa Javarone ma che già esisteva. Sono dell’avviso che il fenomeno mediatico crea effetto emulazione e non a caso in cui le acque si sono calmate il fenomeno si è fermato. E’ chiaro che la violenza è insita in ogni momento dove si vive di rabbia verbale che a volte diventa fisica Una cosa a cui abbiamo prestato attenzione nella nostra Scuola è l’attivazione di servizi sul territorio che è servita molto.

(casi da segnalare alle Forze dell’Ordine)

Continuamente. Ho un rapporto quotidiano di collaborazione con il Commissariato di Scampia. In particolare nella prima fase dell’anno scolastico. Un deterrente è proprio il rapporto che abbiamo con le Forze dell’Ordine. Le faccio qualche esempio. Il ragazzino con il coltellino l’ho segnalato, quello che lancia il bullone verso la lavagna con intenzione di fare male l’ho segnalato. Io agisco immediatamente contro l’azione che per me è criminosa. A prescindere dalle decisioni da prendere con il Consiglio di classe. Spesso poi accade che le Forze dell’Ordine chiamano il ragazzo e il genitore e questo è un deterrente.. Abbiamo tanti ragazzi con giudizi pendenti al Tribunale dei minori. La mia scuola devo inquadrarla dove esistono competenze professionali ma comunque si trova in un territorio difficile. Facciamo lezione regolarmente molti di loro escono dalla scuola trovando lavoro però è un territorio difficile. Meno lo spaccio più rapine.

Questo rispecchia un cambiamento di Scampia ma anche di Secondigliano che non è più una grande zona di spaccio. Dove prima guadagnavi con la droga oggi c’è la rapina.

(alternative create per il quartiere)

Abbiamo creato questo progetto fin dalla prima di ragazzini che ristrutturano le ore di studio per farli toccare il mondo del lavoro. Bisogna cercare di educarli al concetto del guadagno onesto. arrivare presto a trovare lavoro e nello stesso tempo fare il possibile affinché non finiscano male.

( c’è qualcosa che manca e vorrebbe avere nella sua Scuola)

Più spazi. Abbiamo l’esaltazione dell’arte napoletana dell’arrangiarsi. Abbiamo 77 classi non più di 52 aule.

Ci andiamo a creare situazioni di rotazione di entrata e uscita da laboratorio. Se aggiungiamo la precaria situazione degli stabili dove ci piove dentro comprenderà in quali difficoltà ci dibattiamo. Se volessi le classi dell’alberghiero potrei portarle a cento. Potrei fare 25 classi. Io accetto le iscrizioni entro la data ultima on line . Dopo ho liste enormi di ragazzi che si vogliono iscrivere ma non posso accettarli per mancanza di spazi. Abbiamo risposto all’ultimo bando di fondi europei ma mi sono dovuta contenere per le richieste dei laboratori per l’alberghiero.

(Rotazione Scuola)

L’istituto alberghiero è aperto anche di sabato Ogni classe ha un giorno di rotazione. Dal lunedi al giovedi ci sono classi che invece di fare il giorno di rotazione entrano alle 13 e fanno attività di laboratorio fino alle 17.

(Ragazzi da attenzionare. Esiste un protocollo?)

Con la riforma dall’anno prossimo si attiverà il Tutor di classe. Abbamo il trimestre e ciò che vuol dire che ci incontriamo spesso avendo una attività collegiale alquanto continua. Mi permetta un’ultima annotazione per quanto riguarda i diversamente abili che ho omesso di citare all’inizio. Quest’anno abbiamo avuto un finanziamento di 55 mila euro dal Comune di Napoli per avere assistenti alla autonomia composti da ragazzi

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laureati in Scienze Motorie o materie pedagogiche che fanno fare attività varie a questi ragazzi durante le ore di lezione. Una ottima iniziativa dell’Assessorato alle varie Opportunità della D.ssa Gaeta pur se siamo andati a tentoni essendo la prima volta.

IN GRASSETTO L’INTERVISTATORE-

POLIZIA MUNICIPALE

( il vostro Comando che popolazione serve ?

Intorno ai 120 mila abitanti. Scampia, Chiaiano, Piscinola Marianella e Miano. In pratica partiamo dai Camaldoli alti ai confini con Melito. E ci interessiamo anche parte del territorio di Secondigliano. La nostra pianta organica siamo 63 unità dei quali stanno in strada 15. Abbiamo molte unità intorno ai 14 che restano in Ufficio per patologie e altri 15 parzialmente idonei cioè in parte seduti e in parte fuori e 10 ufficiali oltre a tre unità amministrative. Siamo meno della metà di quelli che dovremmo essere per la popolazione della quale ci dobbiamo occupare. Abbiamo quattro auto funzionanti ma nessuna moto. Abbiamo 40 compiti istituzionali che sono abusivismo edilizio, abusivismo commerciale, minori connesse a le loro problematiche in sinergia con gli assistenti sociali. Polizia stradale che riguarda anche i sinistri. I controlli nelle attività commerciali. Polizia amministrativa con accertamenti delle licenze e Polizia Giudiziaria delegata dall’Autorità Giudiziaria dalla semplice ricezione di denuncia di furto, intercettazione, di verifica.

Avendo 40 compiti istituzionali c’è una politica d’indirizzo. Una priorità.

Abbiamo le attività connesse alla Polizia stradale all’ambulantato, e tutte le attività connesse all’Autorità Giudiziaria.

Problemi con Immigrati sul territorio

Solo con il fenomeno dei Rom. Concentrati in questo territorio. Un campo del Comune che sta sulla circonvallazione, poi abbiamo quelli abusivi. Abbiamo problemi in quanto la popolazione è insofferente.

Vanno a rubare nei cassonetti dei rifiuti e poi a bruciare. I Rom si sa quanti ne arrivano e non quanti ne partono. Sarebbe necessario intervento sinergico per un controllo sui numeri. Un loro censimento.

Registrarli dove possibile.

Baby Gang la vicenda di Gaetano di Chiaiano. Fenomeno in ascesa? Che valutazione date?

Sulla nostra zona non è in ascesa. I ragazzi qui si spostano verso il Rione alto, il Vomero, la zona bene di Napoli. Evitano di farsi notare in zona. Prima riuscivamo a mettere dei presidi vicino alla Metropolitana avendo più uomini oggi non più proprio per carenza di personale.

Di cosa avreste bisogno.

Di più personale giovane. Di un ricambio continuo che riuscirebbero a far lavorare meglio anche i più anziani.

Se doveste spiegare ad un vostro collega di Firenze come è cambiato questo quartiere

E’ migliorato. Dovremmo comunque garantire più controllo come per l’uso del casco. C’è stato un controllo costante delle Forze dell’Ordine e le varie associazioni sul territorio con il loro lavoro e l’informazione.

Mettendo a confronto Rione Traiano e Scampia.

Dipende dal controllo repressivo costante. Quelle piazze di spaccio sono state sostituite dall’associazionismo. Una grande voglia di recuperare il territorio. Paura non ce n’è più. Certo c’è gente che

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viene a denunciare e ci collabora nel quotidiano anche se per loro è sempre più facile rivolgersi alla Polizia di Stato. Il fenomeno che sta ritornando è il contrabbando di sigarette come fatto di illegalità. Pochi banchetti, sono furbi in quanto troviamo pochi pacchetti di sigarette vuoti. Vediamo una sedia con un giubbino fosforescente quello è il segnale che in quel il posto si possono trovare sigarette

Cavallo di ritorno.

No anche perché non c’è un grande parco auto nuovo che faccia gola.

La questione sociale. La crisi. La mancanza di lavoro.

Certo è più evidente rispetto ad altre zone. Ritengo che non si sta incidendo massivamente sull’abusivismo commerciale. Sarebbe possibile fare uno screening in un mercato abusivo e cercare di mettere in regola dove possibile, questo lo esprimo da cittadino, naturalmente come Istituzione bisogna reprimere.

I Minori – sull’evasione scolastica –

Se ne occupa il nostro Ufficio minori non territoriale. Che funziona bene a seguire anche su segnalazione dei cittadini. Lavoriamo bene con gli assistenti sociali. Una buona sinergia.

Gomorra –

Ci ha devastato anche perché ha esagerato. Scampia non è così. A Scampia si cammina tranquillamente.

Mai qualcuno che mi ha fermato perché porto il casco. Può essere vero in un Rione ma non generalizzando.

Il 90% è composta da persone perbene. Nel 2004 era legato a problemi legato a grosse famiglie che si scontravano e le persone bene c’erano anche se si nascondevano erano maggioranza silenziosa. I cittadini di Scampia hanno ancora sete di sicurezza non come prevenzione ma intesa come presenza sul territorio.

Un problema oltre alla presenza sul territorio è l’ambulantato. Sono 20 anni che non si fa un percorso sull’ambulantato. Un mercatino etnico controllato potrebbe essere una buona soluzione al problema.

Duchesca, pizzo a bancarella. Sul vostro territorio?

Non su questo territorio ma ho esperienza diretta su Soccavo dove abbiamo fatto da infiltrati azioni di repressione.

Parcheggiatori.

Ci piacerebbe avere più uomini per servire meglio la città. La repressione va bene ma poi ci vuole il controllo.

La mancanza di assunzioni

Dipende dallo Stato che determina il blocco del turn over. Dovrebbe imporre a livello locale un limite di età nelle assunzioni A Napoli non esiste e invece ci vorrebbe.

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COMITATO VELE / CANTIERE 167

Io nasco a Scampia e apro questo spazio lo apriamo alla città non a titolo personale ma per visite gratuite, qui vengono medici a fare visite gratuite. Ogni settimana ci sono eventi con medici che si prestano a fare visite gratuite I tempi delle ASL sono troppo lunghi.

(Chi lo gestisce questo centro?)

I Cittadini, le Associazioni, e tanti Comitati tra i quali anche quello delle Vele Un Comitato quello delle Vele che nasce proprio per l’abbattimento di quei mostri di cemento.. Abbiamo un centinaio di persone che gira intorno a questa struttura ogni giorno. Persone che hanno visto questo spazio come punto di ritrovo. Oggi siamo al riscatto. Svegliare il risveglio delle coscienze di chi mai si è rassegnato a vivere in quelle strutture.

Delle vere celle di carcere. Abbattere quei mostri di cemento è la priorità. Io ci sono stato a vivere 30 anni Questo Parco è fare vivere una infanzia diversa ai ragazzi oggi rispetto a quella che abbiamo vissuto noi che giocavamo con l’amianto. In questo spazio vengono persone a chiedere da quartieri diversi come poter realizzare qualcosa come quello che abbiamo fatto noi, per la richiesta di alloggi popolari. Attualmente siamo 350 nuclei familiari con 1100 alloggi dati considerando che erano 1200 nuclei familiari all’interno delle 7 Vele. Gli ultimi 110 sono usciti da poco. Gestire quella che considero la guerra dei poveri su chi doveva uscire prima non è stato facile.

Famiglie pregiudicati e il diritto all’assegnazione delle case popolari.

La casa è un diritto. Se uno ha commesso reati non è giusto che ricada sulla famiglia. Se una persona sconta in carcere il proprio reato condanniamo anche la famiglia negandogli la casa? Non si aiuta così. Una scala dei diritti è giusta ma perché io che sto alle Vele devo essere considerato abusivo non avendo dove vivere.

E’ bello puntare il dito ma condannare a quel tipo di vita non è giusto. Il piano di fattibilità che abbiamo proposto al Governo verte anche sull’urbanistica e sui quei servizi che per anni ci sono stati negati. Le famiglie delle Vele oltre ad essere occupanti non hanno frequentato le scuole e vengono qui a studiare.

Un piano di uscita viene mantenuto-

Il 4 aprile è stato chiuso il bando per l’abbattimento della Torre A. Ci sono ancora 27 famiglie e 7- 8 dovranno uscire nei nuovi alloggi mentre gli altri si sposteranno in attesa di una sistemazione dignitosa Stare in quella realtà è complesso. O noi dirigiamo un processo insieme all’Amministrazione procedendo dal basso o non si fa nulla perché purtroppo le Istituzioni in quel posti hanno fallito.

La riqualificazione del quartiere passa anche per l’abbattimento dalle Vele.

Principalmente da quell’abbattimento. . Ci sono 110 milioni di euro d’investimento. E saranno in quel territorio le nuove emergeranno 350 abitazioni. Piano di svuotamento. Dopo abbattimento della prima Vela si sposteranno coloro che ancora abitano nelle altre Vele. Tutto quello che si è realizzato e proposto è sempre partito dal basso. Poi c’è la questione lavoro. Perché se si innesca questo tipo d’investimento si aprono cantieri, servizi, abbiamo fatto mettere una clausola sociale che prendesse una parte di coloro che hanno vissuto la roba. Per permettere il lavoro. Abbiamo rotto un sistema. Questo è frutto di una lotta del Popolo. Una ricompensa per chi ha lottato per oltre 30 anni.

Che sensazione hai del quartiere

La spontaneità e sta migliorando dalle piccole alle grandi cose. Le Associazioni si muovono. Ricordo che anche in questo eravamo spaccati. C’è chi diceva addirittura che si potessero fare delle visite guidate alle Vele. Mentre siamo sempre stati coerenti dicendo che quelle Vele dovevano andare a terra. Io quando parlo di Scampia o vedo un documentario appaiono sempre le Vele. Ecco il brand che porta interessi personale. Il mucchio di soldi che sono arrivati chi doveva operare non si è mai fatto nulla. Tutto quello che

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arriva a Scampia vogliamo investire sul lavoro salviamo padri di famiglia. Questo spazio è autogestito dai cittadini. Il quartiere è migliorato dal basso. Le piazze di spaccio si sono ridotte di molto.

Chi esce dal carcere vuole rompere con il passato ‘

Questo spazio è frequentato da ragazzi delle Vele che hanno fatto carcere. Siamo cresciuti insieme. Oggi stanno qua dopo dieci anni di carcere. Quegli stessi ragazzi stanno anche dentro il lavoro manifestando anche nelle strade di Napoli. Considera che Il 60% del verde pubblico non viene curato. Questi ragazzi fanno manutenzione gratuita. Abbiamo dimostrato che non vogliamo assistenzialismo. C’è il meccanismo di uscita. Quel modello di vita è sconfitto e dobbiamo essere noi a non farlo tornare. Ragazzi che in carcere si sono diplomati e laureati Quindi c’è la consapevolezza che quella strada percorsa non era la più giusta. C’è la voglia di lottare. C’è assenza delle istituzioni c’è assenza dei servizi e alta percentuale di disoccupazione.

Pensa che alcune famiglie hanno vergogna a ritirare il pacco di generi alimentari e noi li portiamo fino a casa. Il problema è tra i 12 e i 18 anni. Età in cui ti spingi fuori casa in maniera più frequente e ti accorgi di non avere i soldi per offrire un gelato. Certamente però non giustifico chi delinque

Fenomeno branco Il Metronotte preso con pietre. La tua chiave di lettura.

In questo quartiere non è mai esistito quel fenomeno e non capisco questa violenza gratuita. Non c’è stato nessun campanello d’allarme. Un fenomeno che va rilevato esiste dappertutto. La famiglia è fondamentale per la crescita dei figli.

La Delibera. Ultimo decreto

E’ sui sei punti. Il primo è riguarda la residenza. Il decreto non permette a chi non ha residenza nega i diritti quale quello alla sanità, all’istruzione. Recepito da De Magistris. Poi il secondo è il piano di mobilità interno.

Questo per facilitare il passaggio quando si passa da una Vela all’altra. La dirigenza dell’ufficio case non ti riconosceva la residenza iniziale. Siamo stati molto incisivi in quanto se vogliamo portare avanti questo tipo di principi non si riesce nemmeno poi ad abbattere la Vela. Una forte occupazione nelle Vele c’è stata nel 2009 Dal 2015 chi occupa l’appartamento deve provvedere direttamente alle riparazioni senza poter accampare alcun diritto su un nuovo alloggio..

Nel piano finale delle sette Vele ne resterà una sola

Si. Siamo stati molto incisivi. Svuotare le vele e garantire la casa a chi le abitava. L’abbiamo chiamata la Delibera dell’unità. Le nostre richieste giuste che vanno nell’ottica dei diritti sociali.

Cosa manca nel Quartiere.

Stiamo iniziando adesso. Cito ad esempio questa stradina che collega Monterosa- Villa Comunale cioè il Popolo delle Vele con il resto del quartiere. deve aprirsi per abbattere questo senso di isolamento. Una variante che abbatte quei muri. Ho visto mamme che hanno fatto la terza elementare e fanno proposte di urbanistica. Una cosa straordinaria con una voglia di riscatto che si mette al servizio della collettività.

LABORATORI DI VISITE GRATUITE

Gente che veniva a questo ambulatorio che viceversa avrebbe dovuto aspettare mesi per una visita o esame specialistica. C’è un collettivo che decide. Il sabato c’è il comitato degli architetti e ingegneri con un collettivo e studiamo tutte le proposte. Su 88mila metri cubi ci saranno 350 abitazioni. Vogliamo fare arrivare anche un tram su rotaie che porti le famiglie alla Metropolitana di Piscinola che non è Scampia.

Tante piccole cose che possono dare servizi al quartiere. Questo è solo inizio. Non ci accontentiamo solo delle case ma anche del lavoro altrimenti come le mantieni le case? I momenti bui li abbiamo vissuti già con l’infanzia e non vogliamo che la tornino a vivere i nostri bambini.

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SCUOLA GIOVANNI XXIII

LA SUA SCUOLA (in particolare)

La scuola è collocata nel territorio di Chiaiano. E’ una scuola che ha una sua storia nel quartiere in quanto nasce dalla fusione di due istituzioni storiche di Chiaiano, una la Giovanni XXIII scuola primaria dell’infanzia con una caratterizzazione del tempo pieno open legis ma anche come didattica, pedagogia come apertura al territorio l’altra scuola era la scuola media Aliotta con una sua storia di 40 anni e oltre nel quartiere. Nel 2012 per effetto del piano di ridimensionamento della Regione Campania si sono fuse diventando Istituto comprensivo La caratterizzazione del territorio di Chiaiano è diversa da Scampia perché Chiaiano ha radici che affondano profondamente nella terra. Le famiglie affondano le loro radici in questa cultura della terra nell’abitazione costruita con le loro mani con un poco di giardino seppur piccolo dove si sente l’influenza della comunità anche sulla scuola. Questo è poi venuto meno con l’edilizia popolare in particolare le Palazzine della 25/80 e l’arrivo a Chiaiano di famiglie provenienti da altri quartieri. Una integrazione che si è rivelata subito difficile. L’integrazione di queste famiglie ha creato non pochi problemi che durano ancora oggi. Lo vediamo anche nella formazione delle classi. Con famiglie di Chiaiano non propense a vedere in classe con i loro figli ragazzi provenienti dalle “palazzine”. Non è facile lavorare in questa situazione. Non facile quindi il lavoro dei docenti. Ogni giorno siamo di fronte ad inclusione e integrazione non soltanto nella maniera tradizionale nel senso che pensiamo ai bambini con disabilità ma c’è una grossa fetta di popolazione che proviene da realtà difficili e i bambini, i ragazzi, gli adolescenti portano in classe questa difficoltà di relazionarsi con il mondo e mettono in difficolta il lavoro dei Docenti. Io taro la mia didattica in funzione del gruppo. Più è omogeneo più riesco a portarlo avanti in maniera meno differenziata. Invece abbiamo ragazzi proiettati verso liceo e Università e ragazzi che fanno fatica a completare il ciclo dell’obbligo. Una Scuola che arranca dietro queste esigenze e differenziazioni. Sfido chiunque a fare lezione nella stessa classe dove trovi il ragazzino che non vuole seguire e ragazzi le cui famiglie richiedono contenuti, perché devono andare al Liceo e vogliono il corso di latino, d’inglese, corsi di approfondimento.

Anche tra i ragazzi si riscontrano problemi notevoli.

Questo ha portato fenomeni di bullismo?

Oggi credo che sia difficile trovare una realtà dove non sia possibile parlare di bullismo o violenza. Una realtà dove occorre aggredire l’altro per ricavarsi il proprio spazio di affermazione. Una ricerca spasmodica che spesso porta all’aggressione. A volte anche per gioco un modo di relazionarsi tra di loro. E’ scarsa la comunicazione verbale. Vedo spesso frasi brevi concitate tra genitori e figli. Con un obiettivo preciso cioè non dialogare. A molti di loro questo è sconosciuto. Per cui hanno ridotto le possibilità di parlare. E’

sconosciuto il modo di dialogo nelle loro abitudini, nel loro sociale. Ti spingo ma non ti chiedo di spostarti non ti parlo. Naturalmente non è per tutti. questa è una parte della realtà la scuola ha 1150 alunni distribuita su quattro edifici più tre sezioni ospedaliere al secondo Policlinico. Una realtà complessa molto eterogenea Questo è anche uno stimolo a ben operare per coltivare una didattica alternativa. Non perché non si riesca a fare didattica nella maniera tradizionale ma perché oggi i ragazzi ti cercano nuovi stimoli.

Questo tipo di didattica nella scuola media è diventata premiante rispetto alla didattica tradizionale. In particolare quelle discipline che una volta erano definite secondarie come la musica, l’arte, l’area motoria, la tecnologia intesa come capacità di costruire un orto capacità di costruire una pianta insomma affiancando pratica alla teoria. Molte visite guidate molte uscite dalla Scuola per mostrare la realtà com’è al di fuori del Quartiere. Questo in quanto restando nel quartiere li avvolge in un vortice. Li abbiamo portati anche in Europa. L’esperienza della Nave, dell’aereo, del treno ad alta velocità sono esperienze che molti di loro difficilmente farebbero senza l’aiuto della Scuola. L’idea di costruire in continuità con la secondaria di secondo grado costruire dei percorsi agevolati per questi ragazzi sta prendendo piede in questi ultimi anni.

Siamo promotori con le altre scuole secondarie di secondo grado del nostro territorio Già dalla Scuola elementare ma maggiormente nella scuola media. Quando i ragazzi sono ancora nella scuola media.

L’orientamento non vissuto come scelta del percorso scolastico successivo. Ma un orientamento che mi

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permette di sperimentare qual è l’area verso cui sono più portato si riesce a costruire percorsi ad personam con regolarità. Il sabato la Scuola è chiusa. Quindi il sabato mattina si fanno stage di formazione In modo che stando per diverse ore e più giorni di Tutor accompagnatori ci fanno lavorare si comprende verso cui si è portati. Ci fanno lavorare nei laboratori. Non è un open day.. Dal momento delle iscrizioni. Per non creare gruppi disomogenei Qual è il compagno di punta che può fare del bene. In particolare questo con i ragazzi con diverse abilità o disturbi dell’apprendimento. Facciamo in modo che non si disperdano nel passaggio tra un ordine una scuola e l’altra. In un Istituto comprensivo i bambini entrano tra i due anni e mezzo e i tre anni e ne escono 13 – 14 un tempo lunghissimo che la scuola non può sprecare. E’ il tempo più importante della vita dei ragazzi sono gli anni in cui ci si costruisce l’idea di sé la personalità l’interazione con gli altri con l’adulto. Noi la sentiamo forte questa responsabilità Abbiamo un motto all’ingresso della sede centrale che cita: “Una scuola piena di tempo un tempo pieno di scuola”. Questo per dire una scuola a tempo pieno ma non ci guardate come chi vi risolve il bambino e ve lo tiene fino alle 16. A differenza di Scampia che è molto grande e dispersivo, Chiaiano una configurazione di quartiere ce l’ha, una sua identità le figure di riferimento anziane, con le quali i nostri ragazzi si confrontano per non disperdere la memoria del passato.

Cerchiamo, non è detto che ci riusciamo sempre. Abbiamo grande attenzione a tenere ferme le radici da una parte ma viaggiamo, partecipiamo a manifestazioni collettive, anche con i bambini piccoli con i genitori ma se la comunità non si fa carico di questo impegno ai bambini possiamo insegnare tanto ma se belle cose ma restano favole se poi trovano altro quando escono dalla scuola. La scuola non come quotidiano ma la Scuola come qualcosa staccato dal quotidiano.

IL CORPO DOCENTE – C’E’ CONTINUITA DI PRESENZA.?

Nella nostra scuola non c’è mai stato. Questo senza assumermi merito. Io ci sto da 11 anni e ho già trovato una scuola molto stabile dove la continuità è un valore. Dei miei 11 anni i primi 5 sono stati di direzione del circolo didattico gli altri 6 dopo il dimensionamento Io venivo dalla Scuola Media quindi per me una gioia poter ricomprendere all’interno della scuola anche la fascia di età della Scuola Media in cui avevo speso tutti i miei anni 32 anni di insegnamento. Abbiamo pochi movimenti. Quest’anno avremo alcuni pensionamenti. Il personale ATA offre un valido aiuto molto stabile. Quello che sta a diretto contatto con il ragazzo svolge una funzione importantissima. La parola, la frase, detta il complimento sono aspetti fondamentali. La scuola non è fatta a pezzi. Se vogliamo essere comunità con tutte le realtà espressive che si prendono cura della crescita dei ragazzi tutti hanno importanza e quindi anche il collaboratore scolastico.

Abbiamo collaboratori scolastici che vanno quest’anno in pensione e che hanno speso tutta la loro carriera in questa scuola. Un pezzo della storia di questa scuola. Quelli che cammino con le caramelle in tasca o i fazzolettini per asciugare lacrime.

I RAPPORTI CON LE FAMIGLIE.

Sono molto variegati. nella quasi totalità abbiamo costruito un rapporto che si esprime in un senso di fiducia nei nostri confronti, per la crescita dei figli. Una scuola molto attenta all’accoglienza e all’ascolto.

Abbiamo tante mamme che non guidano hanno bambini piccoli e spesso li accompagnavamo fisicamente.

Non puoi mettere regole rigide. Sei arrivato in ritardo e non posso più riceverti. Io sono 11 anni che vivo con la porta della mia stanza aperta. Chiunque senza farsi annunciare bussa ed entra. Parliamo di genitori e di docenti. Mantenere e un clima adatto a guardare l’altro non come fonte di problemi ma come una entità da rispettare in tutte le sue peculiarità anche quelle che non ci piacciono.

QUALCOSA CHE LE PIACEREBBE AVERE NELLA SUA SCUOLA E CHE NON HA

Un ufficio tecnico. Siamo Una scuola che viaggia ad una certa velocità ed a volte si affanna dietro le competenze che non sempre raggiungono un certo livello tecnologico. Tipo il cavetto che improvvisamente non funziona e In quel momento vorresti il miracolo. A parte questo Mi piacerebbe portare avanti una trasformazione intesa come miglioramento. Necessità di non essere statici. La Società intorno a noi si trasforma quindi un continuo piano di miglioramento. Cosa ci mettiamo in questo piano? Il bisogno

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effettivo di trasformazione. Mi piacerebbe avere per le famiglie più servizi che in altri contesti cittadini e quartieri è l’ordinario. C’è uno sbilanciamento in rapporto ai servizi che è ancora forte per le famiglie più che per i ragazzi. Non una forma di assistenzialismo ma essere messi in condizione di muoversi. A parte la metropolitana non ci sono più autobus. Chi non ha l’auto cosa fa? Resta ferma. Amplifica il senso della periferia e dell’abbandono Quando le persone dicono lo Stato non mi aiuta non si riferiscono ad un incentivo economico ma vorrebbero essere messi nelle condizioni quello che in altri quartieri si fa con facilità. Dopo 4 giorni vissuti a Riva del Garda per il Festival nazionale della lettura. sgranavano gli occhi notando la differenza e mi dicevano di non voler ritornare. Ho pensato gli stiamo facendo del male? Non credo. Debbano vedere e fare le loro scelte desidera di costruire qualcosa di diverso. D’altra parte la cosa più triste è che vivono “abitati” nei loro quartieri. Io ho insegnato 20 anni a Scampia prima di venire a Chiaiano la conoscenza dei luoghi mi è chiara questi ragazzi vivono “abitati” nei loro quartieri un poco perché non hanno la possibilità di uscire e un poco hanno paura di essere inferiori ai loro coetanei sul piano linguistico, esperienza, livello di autostima basso. L’unico modo di porsi a livello degli altri potrebbe essere la forza fisica ?. Ce facciamo a botte chi è più offensivo ce la posso fare ?. Stare sei ore al giorno a parlare di altre vite, di altre dimensioni di altri pianeti dopo come ci si sentirebbe? Noi abbiamo fatica a stare concentrati e se lo è per noi adulti cosa deve provare un ragazzo se lo metti per sei ore in una classe a contatto con la didattica che non parla al suo cuore alla sua mente ai suo desideri ai suoi sogni ai suoi bisogni di quel momento. I ragazzi non ce la fanno a stare sei ore seduti in un banco. In un collegio docenti qualcuno si alza o accende il telefonino perché poi dopo ce la prendiamo con i ragazzi. Portiamo alla programmazione Portiamo alla costruzione di un prodotto perché dà soddisfazione. Questo non significa fargli perdere tempo questo significa costruire saperi integrati dove al fianco alle tematiche tradizionali della convivenza civile, che possono essere la trattazione del fenomeno del bullismo, a fianco della storia le leggi razziali a fianco questo c’è un rapporto continuo con il quotidiano con la realtà. Hanno fatto ad esempio un lavoro sullo “Ius Soli” chiedendosi se questa cosa passa? se non passa? ci può essere un passo indietro? e se accade che fa Janif nostro studente in terza F se ne deve andare dalla nostra Scuola?

Insomma un rapporto continuo con il quotidiano.

N.B. IN GRASSETTO L’INTERVISTATORE

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SCUOLA GALILEO FERRARIS

LA SUA SCUOLA - _ LA PLATEA – I RAPPORTI CON LE FAMIGLIE.

la platea per il 70% non proviene da Scampia ma dai Comuni limitrofi. I ragazzi hanno una grande voglia di riscatto e noi cerchiamo di aiutarli anche con iniziative collaterali. Questo avviene lavorando con associazioni locali e anche non del posto. Fondamentale avvicinare i ragazzi allo sport sia per i normodotati che per i disabili. Abbiamo messo in piedi un progetto per l’alternanza Scuola-lavoro che si chiama: “ tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Con una associazione che ha requisito un barcone alla malavita pugliese organizzano questi corsi per fare in maniera che i ragazzi possano vivere il mare cos’ da prendere contatto con la natura. Vedere un bene tolto alla malavita e messo a disposizione del sociale lo considero positivo.

Altra attività è il Centro sportivo italiano dove frequenteranno un corso per arbitri di calcio, pallavolo ed anche educatori. Sappiamo che lo sport per i ragazzi diventa aggregazione cosa che a volte non avviene in classe.

PRESSIONI FAMIGLIE PER DISCRIMINAZIONE SULLA PROVENIENZA DA DIVERSI TERRITORI?

No, non c’è nessuna pressione, più sull’indirizzo ma sull’aspetto sociale c’è collaborazione tra genitori anche se la loro partecipazione all’attività della Scuola è scarsa tranne che per le riunioni annuali scuola- famiglia. In alcune sezioni si verifica una maggiore partecipazione dei genitori in altre meno. Quindi a macchia di leopardo. Quello che funziona bene è il Consiglio d’Istituto. Poi è evidente che il Dirigente scolastico deve avere la capacità di ascoltare li genitore e dedicargli del tempo e poi non avere nessuna forma di distanza. Intendo dire che quando arriva va accolto e fatto accomodare come forma di educazione ma anche per metterlo a proprio agio ed ascoltare le loro problematiche a volte anche in presenza dei figli.

FENOMENI DI VIOLENZA –BULLISMO- ASSENTEISMO.

Sulla scorta della mia esperienza lavorando sui numeri abbiamo 1900 alunni noi lavoriamo dalle 8:00 del mattino fino alle 22:00 di sera con i corsi serali posso affermare che i casi sono rapportati al numero degli iscritti. Non demonizzerei Scampia relativamente a questi fenomeni di non tolleranza in quanto presenti in tutte le scuole del Nord. Centro e del Sud Tocca a noi trovare strategie affinché questo non avvenga. Se recuperiamo il valore della famiglia allora possiamo fornire ai giovani esempi validi di comportamento ed avere fiducia nella Società. Società che poi sono anche loro. Qui il ragazzo sente molto la condizione sociale legata magari al genitore in carcere e noi non abbiamo quindi un interlocutore e il ragazzo si sente abbandonato a se stesso e può accadere che a casa non trova nulla, a Scuola ha una rabbia in corpo che come educatore giustifico, come persona no, dove nessuno gli tende una mano, quindi avremmo bisogno di persone più qualificate perché si il docente è un educatore ma con la sua formazione ovviamente è proiettato alla formazione ma avremmo bisogno prima di educatori e poi di formatori.

CREDE NEL PUGNO DURO O NEL DIALOGO

Rispetto delle regole e sulla condivisione delle scelte e dialogo con i giovani. Tre elementi fondamentali. Il rispetto lo troviamo nella pratica dello sport. Altrimenti non si va da nessuna parte.

CHE TIPOLOGIA FREQUENTA I CORSI SERALI.

Fino allo scorso anno abbiamo avuto anche una persona di 70 anni. Quest’anno invece una fascia massima di 45 anni. Tipologia di lavoro che svolgono abbiamo lavoratori a nero, Vigili Urbani o del Fuoco, baristi, commesse. Quelli che ovviamente frequentano sono quelli che logicamente alla fine ottengono buoni risultati.

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CORPO DOCENTE . C’E’ CONTINUITA’ DI RAPPORTO

Le rispondo con una immagine. Arrivano piangendo e vanno via gaggendo Amano il territorio, amano questi ragazzi.

ORIENTAMENTO – RAPPORTI CON LE ALTRE SCUOLE.

Da premettere che l’orientamento non è e non deve essere l’acquisto del capretto o asinello ma indirizzare lo studente verso percorsi di studi dove possa ottenere risultati soddisfacenti in base alle sue aspettative.

Quest’anno ci siamo limitati a due open day. Cosa che invece abbiamo messo in atto lo scorso e anche quest’anno con due scuole medie del territorio è che i nostri ragazzi andavano ed insegnavano la robotica Oppure poiché vediamo che le difficoltà maggiori del biennio sono Fisica e Chimica abbiamo realizzato dei gruppi composti da ragazzi che volevano scegliere il tecnico portandoli nei nostri laboratori di fisica, chimica e tecnologia nella giornata del sabato giorno di chiusura della loro Scuola. E’ stato un successo di partecipazione. Quest’anno lo abbiamo realizzato di pomeriggio per non penalizzare il loro normale apprendimento.

ORIENTAMENTO IN USCITA.

Abbiamo periodici incontri con le Forze dell’Ordine. Per un duplice motivo Uno per il rispetto delle regole l’altro per l’orientamento. Incontri con le associazioni sportive e aziende. Però non c’è da parte di alcune delle aziende una grande volontà di collaborazione. Ho visto viceversa che all’estero questo funziona meglio.

INTERAGIRE CON LE FORZE DELL’ORDINE - EPISODI SEGNALATI

A memoria no. Interagire con le Forze dell’Ordine per una collaborazione si . ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI.

Abbiamo quest’anno 73 alunni diversamente abili. Ho un buon gruppo di docenti di sostegno. Io trasmetto serenità e quindi anche il gruppo riesce ad avere un buon riscontro. Ci sono stati alcuni problemi con i genitori dei diversamente abili che si lamentavano per un rapporto magari non come desideravano.

Parliamo di genitori aventi un figlio disabile e uno combattere con uno Stato che non fornisce gli strumenti affinché possa essere inseriti nella società Quindi quando ci troviamo davanti ad un rapporto uno a uno per quanto riguarda il Docente che non si può avere prima che arrivi la sentenza del TAR mi dice come fa un genitore con una condizione sociale molto bassa a fare un contenzioso davanti al TAR che ha un costo che a volte corrisponde al reddito annuo dichiarato da quel genitore?.

IL FUTURO DI QUESTI RAGAZZI –

Non c’è stato un ritorno per quanto riguarda il loro futuro. Qualcosa si sta muovendo anche per quanto riguarda gli ipovedenti prima delegati solo ai centralini. Lo scorso anno ho avuto ragazzi non normodotati inseriti nelle segreterie quindi questo è stato positivo. Quindi attraverso garanzia- giovani qualcosa si muove.

QUALCOSA CHE MANCA ALLA SUA SCUOLA

Vorrei una migliore e maggiore convivenza con il campo Rom che abbiamo vicino. Due culture che non si vogliono integrare. Non c’è possibilità di dialogo avendo una loro vita fuori dal campo. Non c’è una persona che sia rappresentante dei Rom con cui interloquire, con cui avere un rapporto di buon vicinato. Il campo Rom è attaccato ai campetti della Scuola e spesso sono avvenuti incidenti o furti di telecamere esterne.

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SUORE DELLA PROVVIDENZA.

Il nome è “Il giardino dai mille colori” portato avanti da tre suore dell’Ordine della Provvidenza. Tra poco avremo un indirizzo che ancora manca in questa strada chiesto a Comune di Napoli in quanto molti fanno fatica a trovarci. Facciamo spazio-gioco e al pomeriggio attività ludico ricreativo e sostegno scolastico al mattino sono 20 e al pomeriggio sui 40 . 20-30 frequentano dai 6 anni ai 12 anni Finita la scuola facciamo attività fino ad agosto. Siamo finanziati per l’attività mattutina da “ Mission bambini” di Milano mentre al pomeriggio da nessuno. Le nostre sono finalità educative. Per dare crescita umana a questi bambini. Dare loro regole con attività di gruppo

VENGONO ANCHE BAMBINI ROM ?

Si abbiamo una decina di bambini Rom. Quando vengono fanno fatica a relazionarsi e rispettare regole. Una certa relazione tra loro riusciamo a crearla anche se giocando non sempre è facile.

LE FAMIGLIE DEI BAMBINI

Pochi genitori hanno attività lecita e continuativa. Ci sono famiglie con qualcuno in carcere o agli arresti domiciliari o che lasciano la famiglia per andare a lavorare fuori Napoli. ho la sensazione che vogliono uscire dal sistema.

E’ UNA DIFESA DEL QUARTIERE DIRE CHE LE COSE VANNO MEGLIO?

Sono 30 anni che sono sul territorio. Un cambiamento c’è stato 7 -8 anni fa con una grande pulizia che hanno annullato una illegalità diffusa. Adesso c’è lo spaccio ma molto marginale rispetto all’immagine di una volta. Io addebito il disagio alla mancanza capacità educativa dei genitori. Quando il padre era in carcere venivano ma erano di una maleducazione unica, di una aggressività eccessiva. Questi bambini sono dei colabrodo, non hanno paletti, non hanno cura, una mamma che non aiuta Un vuoto di valori. In queste famiglie il papà non esiste. La mamma o nonne rimangono sole e vedi una violenza casuale. Una carenza affettiva dove l’età non è un elemento Facciamo attività alternativa .Noi tre volte a settimana facciamo doposcuola non è che tutti i giorni giocano soltanto.

LE FAMIGLIE CRIMINALI CHE SI RICOMPONGONO DOPO IL CARCERE COME SCONFITTI NON RIPROPONGONO NEII FIGLI I LORO COMPORTAMENTI AVETE QUESTA SENSAZIONE? IL RISCATTO?

Nei bambini che abbiamo noi lo vediamo. Se andate a casa arcobaleno la situazione è peggio. Lì c’è il Lotto T di fronte dove c’è una situazione difficile.

SE AVESSE IL SINDACO DAVANTO COSA CHIEDEREBBE.

Le istituzioni devono essere più presenti. Poi il sociale. Qui hanno tagliato tutto. Tante attività tolte per mancanza di fondi. Attività di vicinanza con le famiglie. Incentivazione al lavoro. Ora è il privato che sta cercando di fare corsi per offrire possibilità di lavoro. Da parte delle Istituzioni non c’è questo interesse. La fascia dai 12 ai 18 anni è la fascia più scoperta Progetti che però devono continuare nel tempo non a termine.

PAURA NEL QUARTIERE.

Non ce l’ho la sensazione di paura Mai avuta nemmeno quando c’è stato il periodo delle faide.

SIETE UNA MIRIADE DI ASSOCIAZIONI. ESIGENZA DI STARE IN RETE.

Si ci incontriamo ma siamo sempre le stesse. Circoscritta a quelle più vicine. Non ci sono incontri programmati nel tempo. E’ comunque importante che ci sia la possibilità d’intersecarsi di collaborare.

Anche se non faranno il Progetto Finito il doposcuola io non me li perdo

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I RAGAZZI DAI 6 AI 12 ANNI SI POSSONO MONITORARE IL PROSIEGUO.

Abbiamo cercato di creare dei giorni della settimana per fare gruppo. Iniziate le Scuole Superiori hanno iniziato a trovare difficoltà. Purtroppo non ci siamo riusciti. Bisogna fare qualcosa per loro.

I ROM VENGONO DI LORO INIZIATIVA

Si e a volte di prepotenza. I figli vengono Gli adolescenti Rom vogliono solo giocare a qualsiasi età. Anche se i piccoli fanno fatica a portarli in quanto rappresentano già forza lavoro. Le donne vanno a lavorare e chiedono elemosina gli uomini la sera vanno a rubare. A lavorare nessuno li vuole.ma intanto devono pur vivere. Vengono a chiederci di tutto. Noi conserviamo per loro ma poi vengono a rubare e finisce che non trovano nulla.

L’INTOLLERANZA DA 1 A 10

Per i vicini a 10 per i più lontani c’è una convivenza pacifica. Quando guardo il campo Rom se piove è fango se c’è sole è polvere. Quando vai a parlarci con queste persone ti rendi conto che sono persone umane con cui puoi dialogare però loro non hanno risposte alle loro ricerche perché non gliele danno. Non pensiamo che sono persone umane come noi, siamo più comprensivi con i nostri concittadini che con loro. Abbiamo tanti pregiudizi nei loro confronti che sono a disagio come noi.

LE RAGAZZE SONO VOLONARIE CHE LAVORANO QUI

La mattina sono con un Progetto Mission-bambini. Il pomeriggio è più strutturato. Abbiamo un accordo con una Scuola e fanno orientamento scuola- lavoro. Ragazzi di 18 – 19 anni. Ovviamente ci sono quelli che si impegnano e quelli che vengono solo magari a perdere tempo. Li devi sollecitare e naturalmente

appassionarli.

N.B. IN GRASSETTO L’INTERVISTATORE

TUTTE LE ALTRE INTERVISTE SONO DISPONIBILI IN FORMATO AUDIO SU RICHIESTA

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