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Denuncia per clonazione carta di credito

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Denuncia per clonazione carta di credito

Autore: Tiziana Costarella | 06/08/2020

Il contrasto ai crimini patrimoniali: come tutelarsi in caso di duplicazione dei mezzi di pagamento. Autorità competenti, tempi da rispettare e procedure da seguire.

L’attuale sistema economico, con sempre maggiore frequenza, impone ai

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consumatori di utilizzare i mezzi di pagamento elettronici. Piaccia o meno, la tendenza degli ultimi anni è quella di sostituire la moneta cartacea con quella virtuale.

I confronti politici (e non solo) su questo argomento sono tanti e da più parti sono state sollevate alcune perplessità. Consentire alle persone di pagare soltanto attraverso i circuiti digitali produce indubbi vantaggi: pensa, ad esempio, alla lotta all’evasione fiscale grazie alla tracciabilità dei movimenti bancari.

Tuttavia, come spesso accade, esiste anche il rovescio della medaglia. Il pericolo è quello del furto o della duplicazione dei bancomat. Come presentare una denuncia per clonazione di carta di credito? Si tratta di una tematica di stretta attualità perché i reati di questo tipo sono molto frequenti. Le conseguenze che essi producono sono purtroppo molto serie. Se, infatti, non ci si accorge in tempo di essere stati oggetto di un comportamento criminale, si rischia di venire derubati di tutto il patrimonio presente sul conto corrente.

Che cosa si intende per carta di credito?

I mezzi di pagamento elettronico sono di diverso tipo e rispondono a diverse esigenze. Essi funzionano attraverso i circuiti di pagamento autorizzati dal sistema finanziario internazionale (i più famosi sono Visa e Mastercard). Il loro utilizzo sostituisce le monete e le banconote e permette di trasferire il denaro grazie alla rete informatica.

Gli strumenti più utilizzati nella prassi commerciale per realizzare operazioni economiche sono i seguenti:

carte di credito: le operazioni finanziarie sono consentite anche in caso di conto scoperto. Tali mezzi permettono, infatti, di posticipare il pagamento a un momento successivo dal loro utilizzo o di versare la cifra a saldo in un’unica soluzione;

carte di debito: nel linguaggio comune sono conosciute anche con il nome di bancomat. Esse consentono le transazioni economiche nei limiti del denaro presente sul conto corrente;

carte prepagate: non sono associate a un conto corrente, ma possono essere usate soltanto quando sono state precedentemente caricate dal loro titolare.

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Ebbene, se pochi o nulli sono i problemi in caso di clonazione delle carte prepagate, non altrettanto può dirsi per quelle di credito e quelle di debito. Nel primo caso, infatti, un’eventuale duplicazione ha portata limitata (possono essere prelevati soltanto i soldi presenti sulla carta); nelle altre due ipotesi, invece, può essere prosciugato l’intero conto corrente.

Le tipologie più frequenti di reati

Gli artifici che i cyber criminali utilizzano per clonare le credenziali di accesso ai sistemi bancari sono sempre più raffinanti. Per indicare tali tecniche oggi si utilizza l’espressione di social engineering (ingegneria dei social). Questa denominazione si ricollega, da un lato, alle competenze informatiche che hanno gli autori di tali reati e, dall’altro, alla sede in cui tali condotte sono realizzate con maggiore frequenza (i social network o, comunque, il web in generale).

Secondo gli studi condotti in materia, si incorre maggiormente nel pericolo di clonazione della propria carta di credito (o del bancomat) quando si effettuano transazioni telefoniche o informatiche. In tal caso, infatti, per gli hacker è più semplice replicare il codice della carta clonata su un’altra tessera. Quest’ultima viene, poi, utilizzata per le più disparate operazioni economiche. L’ipotesi più frequente è quella del trasferimento dei soldi su conti esteri difficilmente rintracciabili (pensa, ad esempio, ai cosiddetti paradisi fiscali).

Alcune delle tecniche più note sono:

phishing: è un tentativo di impossessamento delle credenziali di accesso al sistema bancario. Per arrivare all’obiettivo gli hacker inviano una mail al malcapitato, con il logo di un marchio noto (magari quello presso il quale è stato appena effettuato un acquisto), e gli chiedono di inserire le proprie generalità, il numero della carta di credito e in alcuni casi la password di riferimento. Naturalmente, tali dati saranno sottratti dai malintenzionati e verranno utilizzati a fini fraudolenti;

spoofing: attraverso la falsificazione della propria identità, l’hacker (che magari riesce a impersonare efficacemente un amico o un parente) cerca di acquisire informazioni sensibili dalla vittima per utilizzarle a proprio vantaggio;

quid pro quo: è un tipico attacco informatico attraverso il quale si propone un servizio allettante (ma in realtà inesistente) per carpire le

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credenziali di accesso al conto corrente della vittima.

Gli accorgimenti da usare per evitare la duplicazione delle carte

Non è sempre possibile prevenire un crimine patrimoniale, ma le forze dell’ordine suggeriscono degli accorgimenti che permettono di limitare il pericolo. Tali attenzioni riguardano sia le transazioni tradizionali sia gli acquisti elettronici.

Alcuni consigli che possiamo dare per proteggerti dagli attacchi informatici sono i seguenti:

non rispondere a e-mail o contatti sospetti e non fornire mai a nessuno le proprie credenziali di accesso al conto corrente;

non effettuare acquisti da siti poco noti o sconosciuti;

quando prelevi da uno sportello atm o utilizzi la carta di credito in un esercizio commerciale occulta attentamente il pin mentre viene digitato;

a meno che non sia strettamente necessario (pensa, ad esempio, alla cassiera del negozio), non consegnare mai il tuo bancomat a nessuno o, quantomeno, verifica che non sia utilizzato più volte per la stessa operazione e che sia restituito tempestivamente;

non conservare mai il pin insieme alla carta, su foglietti volanti o nella rubrica del cellulare;

fai attenzione allo sportello atm in cui prelevi per evitare di inserire la carta nello skimmer, ossia nello strumento utilizzato per clonare carta di credito e pin del correntista;

attiva il sistema di avviso tramite sms: ogni volta che viene effettuato un acquisto, un prelievo o una qualsiasi operazione economica viene inviata una comunicazione sul tuo cellulare.

I rimedi in caso di duplicazione della propria carta

Se non sei riuscito a prevenire il pericolo e ti sei imbattuto in un hacker molto furbo, non disperare. Hai ancora la possibilità di proteggere il tuo patrimonio. Ci sono, infatti, alcune procedure che puoi attivare con un risultato immediato e sono

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le seguenti:

blocco della carta: quando ti accorgi che la tua carta è stata smarrita, rubata o clonata, il primo passo da compiere è quello di arrestare la sua operatività. Per far ciò devi utilizzare un contatto di emergenza attivo 24 h su 24 h e comunicare la ragione del blocco. La centrale di allarme risponde al numero verde 800.822.056. L’operatore, dopo aver accertato la tua identità, rende inutilizzabile la carta associata alla serie numerica riportata sul lato anteriore;

denuncia alle forze dell’ordine: l’utilizzo indebito e la falsificazione di carte di credito integrano le condotte di un reato punito con la pena della reclusione da uno a cinque anni. Ne consegue che se subisci un tale comportamento puoi sporgere denuncia presso le autorità competenti. Il crimine posto in essere è particolarmente grave e, quindi, è perseguibile d’ufficio. In questo caso, cioè, le forze dell’ordine sono tenute a punire il colpevole anche senza il consenso della vittima. Da tale caratteristica deriva la mancanza di un termine di decadenza per chiedere aiuto all’ordinamento: in altre parole, puoi rivolgerti alla pubblica autorità in qualsiasi momento;

richiesta di rimborso alla banca: se dimostri di aver tenuto con cura la tua carta di credito, di averla tempestivamente bloccata e di aver contestato l’operazione sospetta, sulla base della denuncia presentata alle forze dell’ordine puoi chiedere alla tua banca il rimborso di quanto ti è stato sottratto.

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