1. CHI VIVE E LAVORA A ROMA
Le direzioni del mutamento demografico
L’identità e la misura: una città che vive del proprio mutamento
Trascorso un decennio dall’ultimo Censimento della popolazione, in attesa che il consolidamento dei risultati della nuova rilevazione 2001 consenta una riflessione approfondita sulle modificazioni socio- demografiche che hanno interessato il territorio romano, i dati dell’Anagrafe comunale offrono una solida base empirica per l’individuazione dei fenomeni utili a definire il quadro e l’identità della popolazione di Roma.
Si tratta di un quadro complesso, all’interno del quale ai tradizionali mutamenti in atto ormai da alcuni decenni, si affiancano trasformazioni nuove che modificano le caratteristiche della popolazione, i suoi bisogni e le sue capacità di contribuire alla vita economico-sociale di Roma.
A fronte di una sostanziale stabilità complessiva del numero degli abitanti, sono la composizione sociale e la pressione demografica nelle diverse aree del territorio a mutare sensibilmente il volto della città:
cambiano i cittadini, entrano nuovi soggetti portatori di diverse culture; le spinte del mercato sostengono interessi materiali talvolta in conflitto con altri bisogni individuali o diffusi; le relazioni sociali mutano di intensità e, con esse, l’economia diviene somma di bisogni e domanda di servizi individuali; la dialettica tra le generazioni, fondamentale presupposto per offrire qualità al mutamento, si dirada tra le difficoltà per i giovani-adulti a divenire genitori e quelle per gli anziani a non disperdere il proprio patrimonio di esperienze e valori. Ogni giorno, in ogni angolo di Roma, questi e altri cambiamenti trasformano la base sociale della città, ne rimodellano l’identità e la cultura: e, ancora, nel terzo millennio, Roma conferma la sua storica volontà di includere e di governare le spinte e le istanze di mutamento, rispondendo ai suoi vecchi e nuovi cittadini, consapevole del valore simbolico da cui derivano, in un paradosso spazio- tempo, il suo ruolo e la sua collocazione geopolitica.
Prima di avviare l’analisi dei singoli mutamenti che stanno progressivamente modificando la composizione socio-demografica di
Roma, è utile considerare il quadro che emerge dalla osservazione complessiva delle diverse variabili esaminate: nell’ultimo decennio il fenomeno demografico a maggiore crescita è infatti rappresentato dalla presenza di residenti stranieri (+274,2% tra il 1991 ed il 2001) e di minori stranieri (+175,5%), compensando il decremento dei residenti italiani (-5%).
In costante diminuzione, inoltre, il peso del Comune capoluogo sul totale della provincia, con una perdita di quasi 7 punti percentuali nel decennio considerato.
A fronte di tale indicazione è aumentato sensibilmente il numero delle famiglie (+22,4%) principalmente per il forte incremento di quelle composte da un solo componente (+98,8% tra il 1981 ed il 1991) e, più in generale, in presenza di una complessiva riduzione del numero medio dei componenti delle famiglie stesse.
Tabella 1. Andamento di alcuni fenomeni demografici a Roma negli ultimi anni e confronto con il 1991
1991 1999 2000 2001
V.A. N°
indice
V.A. N°
indice
V.A. N°
indice
V.A. N°
indice Stranieri
residenti 48.168 100 151.221 313,9 169.064 351,0 180.233 374,2 Minori
stranieri 9.561 100 19.606 205,1 23.244 243,1 26.340 275,5 Famiglie
monopersonali 254.952 100 501.022 196,5 506.743 198,8 506.729 198,8 Famiglie
senza figli 484.794 100 701.950 144,8 713.701 147,2 716.128 147,7 Numero
famiglie 1.032.499 100 1.252.431 121,3 1.263.027 122,3 1.263.814 122,4 Popolazione
totale 2.775.250 100 2.807.844 101,2 2.818.021 101,5 2.814.944 101,4 Residenti
Italiani 2.727.082 100 2.610.258 95,7 2.605.358 95,5 2.592.313 95,1 Peso del
Capoluogo
(%) 73,8 100 69,3 93,9 69,0 93,5 68,7 93,1
Fonte: elaborazione su fonti diverse
Figura 1. Il mutamento demografico a Roma attraverso alcuni proncipali indicatori Anni 1991-2001 (numero indice 1991=100)
100 100 100 100 100 100
100 95,7
100
351
313,9
374,2
205,1
243,1
275,5
196,5
198,8 198,8
144,8 147,2 147,7
121,3 122,3 122,4
101,2 101,5 101,4
95,5 95,1 93,5 93,1 70
100 130 160 190 220 250 280 310 340 370 400
1991 1999 2000 2001
Stranieri residenti Minori stranieri
Famiglie monopersonali Famiglie senza figli
Numero famiglie Popolazione totale Residenti Italiani Peso del Capoluogo
L’osservazione del dato demografico di Roma evidenzia una sostanziale stabilità del numero dei residenti negli ultimi venti anni, con una perdita di iscritti all’Anagrafe (circa 65.000), quantitativamente di poco superiore a quella dell’attuale comune di Fiumicino che, fino al referendum del 1996, costituiva la XIV Circoscrizione di Roma.
Tale stabilità nasconde tuttavia numerosi spostamenti della popolazione dalle aree centrali e semi-centrali verso la periferia, o meglio, lo spostamento di fasce della popolazione dal centro e semi-centro verso la periferia ed i comuni confinanti, l’ingresso degli immigrati nei Municipi periferici e in alcuni quartieri centrali (Esquilino, Termini) e la perdita di popolazione residente nei Municipi centrali, dove un insufficiente ricambio generazionale, un forte aumento delle famiglie monopersonali, una sensibile crescita di valore del mercato immobiliare ed un’incidenza sempre più alta di attività economico-finanziarie, hanno profondamente ridisegnato il profilo e l’identità del territorio.
Sono infatti proprio il II ed il III Municipio a presentare nel 2001 una perdita significativa di popolazione (rispettivamente -7,8% e -11,4% rispetto al 1991), seguita a quella ancor più consistente del decennio precedente;
insieme a questi, vi sono tutte le aree semicentrali, il VI, il IX ed il XVII Municipio, a segnare i più alti decrementi sia nel periodo 1981-1991, sia nel decennio successivo. Una eccezione è costituita dal VII Municipio che, dopo aver perduto tra il 1981 il 1991 oltre 13 mila abitanti (pari al 9,8%), registra nel decennio successivo una sostanziale tenuta, con una crescita di 682 residenti.
Tra i grandi Municipi che dal territorio del Centro si estendono nella più esterna periferia, il decremento più elevato nei due decenni considerati si registra nel XVI (dove insistono anche zone e quartieri storici come Porta Portese), che perde nell’intero periodo oltre 21 mila residenti, pari al 12,9%
del totale.
Negli ultimi venti anni è invece la periferia a Sud di Roma a presentare la maggiore espansione demografica, con incrementi complessivi di oltre 100.000 residenti tra il XII e il XIII Municipio (rispettivamente +59.188 e +43.982), alla quale si accompagna una forte estensione della Periferia Est: sono infatti il V e l’VIII Municipio a far registrare i più consistenti incrementi di popolazione, con una crescita complessiva tra il 1981 e il 2001 di 80.074 residenti; più consistente tra i due, quello nell’area della Circonvallazione Orientale dell’VIII Municipio, che cresce di 52.830 abitanti (+36,2%) nel periodo considerato, divenendo il secondo Municipio più popoloso di Roma (con circa 5 mila abitanti meno del IV). Consistente risulta inoltre la crescita del V Municipio, con oltre 27.244 mila abitanti, pari a +17,1% nel 2001 rispetto ai dati del Censimento 1981.
Tabella 2. Popolazione per municipio a Roma – Anni 1981-2001 ANNO
1981
ANNO 1991
ANNO 2001
1991-1981 2001-1991
V.A. V.A. V.A. V.A. % V.A. %
I 135.970 121.543 122.619 -14.427 -10,6 1.076 0,9
II 147.324 135.063 124.498 -12.261 -8,3 -10.565 -7,8
III 72.001 63.943 56.682 -8.058 -11,2 -7.261 -11,4
IV 202.947 205.208 203.854 2.261 1,1 -1.354 -0,7
V 159.088 174.893 186.332 15.805 9,9 11.439 6,5
VI 167.531 145.902 131.375 -21.629 -12,9 -14.527 -10,0
VII 139.284 125.677 126.359 -13.607 -9,8 682 0,5
VIII 146.069 178.671 198.899 32.602 22,3 20.228 11,3
IX 169.809 150.578 133.092 -19.231 -11,3 -17.486 -11,6
X 177.017 176.678 181.692 -339 -0,2 5.014 2,8
XI 152.346 142.659 139.935 -9.687 -6,4 -2.724 -1,9
XII 103.385 133.722 162.573 30.337 29,3 28.851 21,6
XIII 151.039 161.252 195.021 10.213 6,8 33.769 20,9
XV 167.829 160.791 154.854 -7.038 -4,2 -5.937 -3,7
XVI 168.670 153.908 146.858 -14.762 -8,8 -7.050 -4,6
XVII 94.808 79.462 75.206 -15.346 -16,2 -4.256 -5,4
XVIII 138.627 126.828 135.438 -11.799 -8,5 8.610 6,8
XIX 183.460 172.394 179.030 -11.066 -6,0 6.636 3,8
XX 125.997 123.630 146.943 -2.367 -1,9 23.313 18,9
Non def. 425 614 13.684 189 44,5 13.070 2128,7
Totale 2.840.259 2.775.250 2.814.944 -65.009 -2,3 39.694 1,4 Fonte: elaborazione su dati dell’archivio Anagrafico e dell’Ufficio Statistico del Comune di Roma
Osservando i mutamenti demografici nei diversi Municipi, limitatame nte agli ultimi tre anni (riportati nella tabella successiva), questi risultano naturalmente meno marcati di quelli precedentemente registrati dagli scarti temporali dei censimenti, ma sostanzialmente di analoga direzione.
La più significativa eccezione sembra essere costituita da una inversione di tendenza nel I e nel II Municipio dove si registra una leggera crescita della popolazione; occorre tuttavia precisare che tale incremento ha riguardato in particolare l’anno 2000, che ha registrato valori più elevati di quello successivo; si tratta in tutti i casi di oscillazioni di scarsa entità, la cui lettura non può che essere semplicemente registrata.
Tabella 3. Popolazione per municipio a Roma – Anni 1999-2001
1999 2000 2001 2001/1999
Municipio
V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %
I 122.186 4,4 123.094 4,4 122.619 4,4 433 0,4
II 124.422 4,4 124.750 4,4 124.498 4,4 76 0,1
III 56.949 2,0 57.053 2,0 56.682 2,0 -267 -0,5
IV 205.603 7,3 205.387 7,3 203.854 7,2 -1.749 -0,9 V 186.598 6,6 186.508 6,6 186.332 6,6 -266 -0,1 VI 133.220 4,7 132.422 4,7 131.375 4,7 -1.845 -1,4 VII 126.487 4,5 126.731 4,5 126.359 4,5 -128 -0,1
VIII 194.787 6,9 196.910 7,0 198.899 7,1 4.112 2,1
IX 134.161 4,8 134.078 4,8 133.092 4,7 -1.069 -0,8
X 181.368 6,5 181.742 6,4 181.692 6,5 324 0,2
XI 139.704 5,0 140.207 5,0 139.935 5,0 231 0,2
XII 157.629 5,6 160.757 5,7 162.573 5,8 4.944 3,1
XIII 189.351 6,7 192.661 6,8 195.021 6,9 5.670 3,0
XV 155.132 5,5 155.513 5,5 154.854 5,5 -278 -0,2 XVI 148.079 5,3 147.677 5,2 146.858 5,2 -1.221 -0,8
XVII 75.512 2,7 75.675 2,7 75.206 2,7 -306 -0,4
XVIII 134.236 4,8 135.110 4,8 135.438 4,8 1.202 0,9
XIX 178.580 6,4 179.095 6,4 179.030 6,4 450 0,3
XX 144.832 5,2 146.356 5,2 146.943 5,2 2.111 1,5 Non def. 19.008 0,7 16.295 0,6 13.684 0,5 -5.324 -28,0 Totale 2.807.844 100,0 2.818.021 100,0 2.814.944 100,0 7.100 0,3 Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
Tra le tendenze in atto nella struttura demografica romana è stato più volte segnalato da diversi studi su Roma, il progressivo alleggerimento del ruolo del Comune capoluogo nei confronti della complessiva popolazione provinciale: soltanto negli ultimi dieci anni l’incidenza del numero degli abitanti del Comune capoluogo è scesa dal 73,8% di quelli provinciali (nel 1991) al 68,7% (del 2001), con una perdita di oltre 5 punti percentuali in termini di peso relativo.
Ciò ha significato una crescita piuttosto consistente dei comuni della provincia, che hanno continuato a rappresentare la principale alternativa insediativa per ampie fasce della popolazione capitolina, in particolare di giovani coppie o di giovani lavoratori: da molti anni si riflette, infatti, sul costante trasferimento di cittadini da Roma verso i Comuni della fascia confinante, dove i tempi, i costi e, più in generale, alcuni significativi aspetti della qualità della vita, continuano ad esercitare un ruolo di forte attrazione.
Tabella 4. Popolazione residente nel Comune capoluogo sul totale provincia Valori percentuali - Anni 1991 e 1997-2001*
1991 1998 1999 2000 2001*
Comune di Roma 73,8 70,8 69,3 69,0 68,7
Altri comuni della Provincia
26,2 29,2 30,7 31,0 31,3
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: ISTAT
*Dati provvisori del Censimento 2001
Composizione ed ampiezza dei nuclei familiari
Una delle più significative trasformazioni della struttura demografica romana riguarda, come già segnalato, la composizione delle famiglie e, più in particolare, la costante crescita di quelle con un solo componente, che passano dalle 254.952 del 1991 ad oltre 500 mila nel 1999. Questo incremento, peraltro, si conferma anche nel 2000 e nel 2001, quando la famiglie monopersonali superano le 506 mila unità, salendo al 40,1% del totale di quelle romane. Conseguentemente, sono soprattutto le famiglie con quattro o più componenti a ridurre la propria consistenza, considerando che nel 2001 ammontano appena al 18,2% di quelle totali, con un decremento di 0,6 punti percentuali nell’arco di soli due anni.
Considerando il numero medio dei componenti per famiglia, il 2001 segna una ulteriore leggera riduzione, scendendo a 2,19 rispetto a 2,20 del biennio precedente. Occorre tuttavia considerare che nel 1991 il numero medio dei componenti per famiglia si attestava su 2,7 registrandosi pertanto in dieci anni una riduzione decisamente più consistente.
Gli indicatori disponibili per Roma non sembrano pertanto confermare i segnali in controtendenza che alcuni studiosi hanno raccolto in merito alle scelte familiari e procreative della popolazione ma, al contrario, confermano un andamento ormai in corso da diversi anni.
Tabella 5. Famiglie in base al numero componenti del nucleo Comune di Roma - Anni 1999-2001
1999 2000 2001
V.A. % V.A. % V.A. %
1 Componente 501.022 40,0 506.743 40,2 506.729 40,1
2 Componenti 287.316 22,9 293.231 23,3 296.028 23,4
3 Componenti 226.634 18,1 228.198 18,1 228.603 18,1
4 Componenti 186.162 14,9 183.312 14,5 180.872 14,3
5 Componenti 38.745 3,1 38.519 3,1 38.115 3,0
>5 Componenti 10.454 0,8 10.935 0,9 11.385 0,9
Convivenze 2.098 0,2 2.089 0,2 2.082 0,2
Totale 1.252.431 100 1.260.940 100,0 1.263.814 100,0
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
Molto interessante appare un approfondimento nei diversi Municipi dei dati sopra esaminati, in quanto, come si è visto, è possibile identificare tendenze differenti che sembrano rispondere a fenomeni di trasformazione strettamente connessi alla composizione sociodemografica delle diverse realtà territoriali.
Proprio sulla base delle diverse “vocazioni” precedentemente identificate, è possibile comprendere il fatto che, ad esempio, nel primo Municipio, le famiglie monopersonali raggiungono il 60,3% di quelle censite, confermando la trasformazione sociale del centro storico della città, dove accanto ad un numero consistente di anziani soli si affianca una nuova struttura sociale composta da giovani professionisti con elevata capacità di spesa e da stranieri di diversa provenienza e, soprattutto, di diversa appartenenza sociale (nel Primo municipio insistono, infatti, zone di diversissima composizione quali il Centro Storico e l’Esquilino).
Si tratta, in tutti i casi, di un fenomeno che interessa soprattutto i tre Municipi più centrali di Roma, ma che si avverte in misura considerevole anche in tutti quelli semicentrali che, come è chiaramente emerso nella lettura dei “mutamenti demografici generali”, negli ultimi due decenni hanno registrato il più consistente decremento della popolazione: la maggiore incidenza delle famiglie monopersonali si rileva pertanto anche nel XVII (con il 51,4% delle famiglie monopersonali nel 2001), nel IX (44,4% di single) e nell’XI (45,2%) caratterizzati da quartieri con una forte identità e tradizione, ubicati in un centro storico ormai allargato e con una forte incidenza della popolazione anziana.
Sul fronte opposto, le famiglie monopersonali risultano assai meno diffuse nell’VIII Municipio (27,7%), ma anche nel XII (34,5%) e nel XIII (34,1%), cioè in quelle aree che hanno registrato la più elevata crescita della popolazione e che segnano oggi la direzione della estensione ad Est e a Sud
di Roma. Tra i Municipi con un più contenuto numero di famiglie monopersonali vanno inoltre segnalati il V (34,6%) e il X (33,7%), ma anche il VII, dove il fenomeno può essere attribuito alla presenza di nuovi quartieri insieme a quella di un elevato numero di famiglie di cittadini immigrati.
Tabella 6. Famiglie monopersonali per Municipio Anni 1999 -2001
1999 2000. 2001
V.A. % V.A. % V.A. %
I 38.210 59,4 39.238 60,0 39.476 60,3
II 34.849 53,3 34.962 53,3 34.553 52,9
III 14.920 51,5 15.113 51,8 15.080 52,0
IV 33.572 37,1 33.938 37,4 34.017 37,6
V 27.151 34,4 27.336 34,5 27.454 34,6
VI 25.527 41,2 25.041 40,8 24.449 40,3
VII 18.149 33,9 18.284 34,0 18.328 34,1
VIII 20.248 27,3 20.703 27,4 21.175 27,7
IX 28.284 43,9 28.574 44,2 28.627 44,4
X 25.502 33,4 25.856 33,6 26.028 33,7
XI 30.801 45,4 31.154 45,6 30.745 45,2
XII 22.804 34,5 23.420 34,6 23.647 34,5
XIII 26.821 34,1 27.612 34,3 27.828 34,1
XV 25.062 36,9 25.114 36,8 24.912 36,6
XVI 28.350 41,7 28.545 41,9 28.461 42,0
XVII 20.189 51,8 19.972 51,3 19.865 51,4
XVIII 22.631 39,0 22.990 39,2 23.304 39,5
XIX 28.178 36,8 28.501 36,9 28.746 37,2
XX 27.568 42,0 28.302 42,4 28.191 42,1
Non def. 2.206 54,2 2.088 54,9 1.843 57,5
Totale 501.022 40,1 506.743 40,2 506.729 40,2
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
L’economia del futuro: la città e i suoi figli
Strettamente correlata agli andamenti sopra citati è la lettura del mutamento demografico attraverso gli indicatori del ricambio generazionale ed alla propensione delle giovani coppie alla procreazione; se, come di è visto, la famiglia presenta nuclei progressivamente più ristretti, ciò sembra dovuto essenzialmente alla riduzione della natalità, alla emigrazione di giovani coppie verso i comuni della fascia romana ed alla rinuncia consapevole alla procreazione, che sempre più spesso si lega al tardivo
raggiungimento della autonomia e della indipendenza (economica e relazione), da parte delle giovani generazioni.
Tra le oltre 1.261.000 famiglie censite dall’Anagrafe di Roma nel 2001, ben oltre la metà sono “famiglie senza figli”: un indicatore, questo, che forse più di altri comunica la presenza di un disequilibrio nella composizione demografica di Roma. Anche in questo caso l’osservazione degli ultimi tre anni non presenta indicazioni in controtendenza; al contrario, la percentuale delle famiglie senza figli passa dal 56,1% nel 1991 al 56,6%
nell’anno successivo, salendo ulteriormente di 0,2 punti percentuali nel 2001, quando raggiunge il 56,8%.
Tabella 7. Famiglie senza figli per Municipio Anni 1999 -2001
1999 2000. 2001
V.A. % V.A. % V.A. %
701.950 56,1 713.701 56,6 716.128 56,8
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
Particolarmente significativa, in termini di lettura del mutamento demografico, ma anche culturale, è l’informazione relativa alla distribuzione delle famiglie in base al numero dei figli: in oltre la metà dei casi, infatti, la scelta del figlio unico presenta una assoluta prevalenza, evidenziando peraltro un andamento in costante crescita: soltanto tra il 1999 e il 2001 la loro incidenza percentuale è infatti aumentata di 1,3 punti percentuali, passando dal 52,1% al 53,4%. Sono soprattutto le famiglie con 2 figli a diminuire (-0,8 punti percentuali nei tre anni considerati), ma anche quelle con una prole più numerosa subiscono una ulteriore contrazione (-0,5) attestandosi nel 2001 al 7,3% del totale.
Il dibattito sulle ragioni della denatalità è ampio, costantemente vivo e, soprattutto, investe dimensioni nazionali e/o sovranazionali, difficilmente riconducibili ad un unico territorio; accanto alle ragioni di carattere materiale, legate sopratutto a più elevate attese di benessere per i figli, vi è una modificazione del ruolo sociale della donna, divisa tra gli impegni della professione e quelli della famiglia; vi sono inoltre fattori di carattere tradizionale e culturale che investono il ruolo materno e paterno insieme ad aspetti di carattere psicosociale, quali i cambiamenti degli stili e dei tempi di vita, la minore centralità e tenuta della coppia o la minore propensione a farsi carico degli impegni che i figli comportano.
La maggior parte delle motivazioni citate, che certamente non esauris cono la riflessione sulla complessità del fenomeno, rimandano
tuttavia direttamente o indirettamente ad una responsabilità importante delle Amministrazioni Locali, in quanto producono una domanda di servizi ed un indotto economico di notevole rilievo (si veda a tale riguardo, più avanti, la riflessione sulla economia sociale) che non può non essere tenuto in considerazione nella definizione di un disegno strategico per la città.
Tabella 8. Distribuzione delle famiglie con figli in base al numero dei figli Valori assoluti e percentuali - Anni 1999-2001
1999 2000 2001 Differenza
2001-1999
V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %
Famiglie con 1
figlio 285.907 52,1 289.194 52,8 291.169 53,4 5.262 1,3 Famiglie con 2
figli 219906 40,1 216.970 39,7 214.510 39,3 - 5.396
- 0,8 Famiglie con 3 o
più figli 42.570 7,8 41.073 7,5 39.925 7,3
- 2.645
- 0,5 Totale 548.383 100,0 547.237 100,0 545.604 100,0
- 2.779 0,0
Ancora una volta, sulla scorta di quanto indicato nella parte introduttiva, nell’analisi dei mutamenti demografici generali, è interessante osservare come anche in relazione alle scelte relative al numero dei figli sia possibile riscontrare una coerenza tra le diverse variabili considerate: infatti, se è pur vero che in tutti i Municipi di Roma si assiste ad un forte incremento delle famiglie con figli unici, a dimostrazione della natura strutturale di tale trasformazione, vi sono tuttavia alcune significative differenze a livello Municipale. L’esempio più significativo riguarda l’VIII, il XII e il XIII Municipio, dove l’incidenza delle famiglie con 3 o più figli si mantiene sopra l’8% del totale specifico, in presenza del citato alto incremento della popolazione, legato soprattutto allo spostamento di famiglie italiane dalle zone centrali di Roma o da altri Comuni ed alla immigrazione di famiglie straniere. Elevato risulta inoltre il numero delle famiglie con più figli, anche nei Centrali primi tre Municipi e nel XX, nei quali sembra essere soprattutto la forte presenza di famiglie straniere a sostenere il fenomeno considerato.
Il valore più basso si rileva invece nel IX Municipio, dove nel 2001 si attesta appena sul 5,4%, con uno scarto negativo di quasi 2 punti percentuali sul valore medio complessivo.
Tabella 9. Distribuzione delle famiglie con figli in base al numero dei figli per Municipio Valori assoluti e percentuali - Anni 1999-2001
Famiglie con 1 figlio Famiglie con 2 figli Famiglie con 3 o più figli
1999 2000 2001 1999 2000 2001 1999 2000 2001
I 57,3 57,4 57,8 35,0 34,8 34,5 7,7 7,8 7,7
II 55,1 55,4 55,8 37,4 37,2 36,9 7,5 7,4 7,3
III 55,7 55,9 56,1 36,2 36,0 35,9 8,1 8,1 8,0
IV 52,4 53,4 54,1 39,7 39,0 38,7 7,9 7,5 7,3
V 50,3 51,1 51,8 41,9 41,5 41,1 7,8 7,4 7,1
VI 54,3 55,1 55,5 39,3 38,6 38,3 6,4 6,3 6,2
VII 51,3 52,0 52,7 40,9 40,4 39,9 7,9 7,6 7,5
VIII 45,0 46,0 46,6 44,7 44,2 43,9 10,3 9,8 9,5
IX 57,6 58,3 58,7 36,7 36,1 35,8 5,7 5,6 5,4
X 52,5 53,5 54,1 40,4 39,9 39,5 7,0 6,7 6,4
XI 55,1 55,9 56,7 38,5 37,9 37,2 6,4 6,1 6,1
XII 48,9 49,5 49,9 42,7 42,4 42,1 8,4 8,1 8,0
XIII 49,8 50,7 51,6 41,3 40,8 40,3 8,9 8,5 8,2
XV 53,0 53,9 54,7 40,1 39,4 38,9 6,9 6,7 6,4
XVI 55,4 56,0 56,6 38,1 37,7 37,2 6,5 6,4 6,2
XVII 57,8 58,0 58,4 35,4 35,4 35,1 6,8 6,6 6,6
XVIII 52,4 53,0 53,1 40,0 39,7 39,7 7,6 7,4 7,1
XIX 51,1 51,7 52,0 40,8 40,4 40,3 8,1 7,9 7,7
XX 50,2 50,6 51,0 41,0 40,8 40,5 8,8 8,7 8,5
Non
def. 46,7 47,7 47,4 38,9 37,8 38,3 14,4 14,5 14,4
Totale 52,1 52,8 53,4 40,1 39,6 39,3 7,8 7,5 7,3
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
Economia e dispersione della memoria: gli anziani a Roma
Uno dei principali fattori in stretta correlazione con il quadro descritto è rappresentato dal problema dell’invecchiamento della popolazione, in particolare nel territorio del Comune capoluogo. La crescente presenza di famiglie unipersonali e di nuclei senza figli, accanto alle migrazioni delle giovani coppie verso i comuni della provincia, hanno portato ad un peso crescente degli indici di dipendenza e ad una incidenza elevata delle famiglie nelle quali è presente un anzia no. Senza entrare nel merito degli effetti di questa presenza sull’economia locale, ma anche sulla domanda, sulla organizzazione e sulla rete dei servizi (aspetto che sarà curato in una sezione successiva del Rapporto), il dato quantitativo evidenzia il fa tto che le famiglie con anziani abbiano ormai raggiunto nel 2001 un terzo di quelle totali, attestandosi sul 32,3%, con un incremento di 3,5 punti percentuali rispetto al 1999; e ciò, in una situazione in cui la popolazione complessiva
presenta un dato di sostanziale stabilità o di leggera flessione (come è avvenuto nel 2001 rispetto al 2000).
Sono il II ed il III Municipio, seguendo la tendenza di sviluppo sociodemografico e insediativo che, già in passato, ha investito le aree del Centro Storico e del primo Municipio, a presentare le percentuali più alte relativamente alla presenza di famiglie con anziani (rispettivamente 37,5% e 36,9% nel 2001); si conferma in queste zone la già citata difficoltà per le giovani generazioni a divenire protagoniste del ricambio generazionale nei quartieri centrali e semi-centrali, dove è soprattutto il problema della casa (mercato immobiliare, compravendite e locazioni), a manifestarsi come principale ostacolo finanziario, anche per coloro che hanno una occupazione.
Nei primi tre Municipi, tuttavia, gli ultimi tre anni hanno visto una stabilizzazione o un decremento di questo fenomeno, a indicare in questo caso una inversione di tendenza che può essere interpretata come il segnale dell’esaurimento di un ciclo: gli anziani e le famiglie che hanno rappresentato la cultura e l’identità di zone e di quartieri (si pensi, ed esempio, allo storico quartiere di San Lorenzo nel terzo Municipio) diminuiscono di numero; aree con una forte tradizione popolare divengono aree di forte investimento nel mercato immobiliare, ospitando nuove attività e nuovi servizi; anche la “città ricca e residenziale” del II Municipio (il quartiere Trieste-Salario, il quartiere Parioli) vede concentrare al proprio interno una forte presenza di attività professionali e di servizi, in passato scarsamente presente e, quindi, non in concorrenza con la vocazione residenziale dell’area.
L’esaurimento di un ciclo, così come è stato sopra definito, richiede quindi ancora una volta l’impegno da parte dell’Amministrazione proprio per definire, attraverso la partecipazione dei diversi soggetti interessati al destino del territorio, quale possibile sviluppo e direzione sia opportuno sostenere, e quali condizioni economiche, ma anche sociali e di identità culturale di un quartiere debbano essere comunque tenute in considerazione tra le variabili principali intorno alle quali costruire il futuro.
Ciò servirà, inoltre, ad anticipare, il medesimo fenomeno in altri Municipi, come ad esempio il VI, il XVI e soprattutto XVII, dove nel 2001 le famiglie con anziani rappresentano il 38,3% di quelle totali, proprio in presenza di una elevatissima concentrazione di attività professionali che hanno radicalmente modificato la destinazione d’uso di ampie aree del territorio rendendo di fatto impossibile un vero ricambio demografico per le famiglie residenti.
Coerentemente con quanto osservato nei paragrafi precedenti, i Municipi più giovani sono l’VIII, il XII e il XIII, dove la presenza di famiglie con anziani non supera il 26,5%, ma anche nel V e nel XX, si attesta comunque sul 28%.
Tabella 10. Famiglie con anziani per Municipio e incidenza percentuale sul totale delle famiglie
Anni 1999 -2001
1999 2000 2001 VAR. 2001/1999
V.A. % V.A. % V.A. % V.A. %
I 19.900 30,9 19.991 30,6 19.888 30,4 -12 -0,1
II 24.692 37,8 24.675 37,6 24.499 37,5 -193 -0,8
III 10.828 37,4 10.815 37,1 10.692 36,9 -136 -1,3
IV 29.924 33,1 30.676 33,8 31.121 34,4 1.197 4,0
V 20.955 26,6 21.636 27,3 22.268 28,0 1.313 6,3
VI 22.039 35,6 22.329 36,4 22.479 37,1 440 2,0
VII 17.245 32,2 17.584 32,7 17.841 33,2 596 3,5
VIII 18.540 25,0 19.325 25,6 20.002 26,1 1.462 7,9
IX 25.321 39,3 25.323 39,1 25.230 39,1 -91 -0,4
X 24.709 32,3 25.288 32,8 25.745 33,3 1.036 4,2
XI 23.245 34,3 23.471 34,3 23.608 34,7 363 1,6
XII 16.545 25,0 17.322 25,6 18.063 26,3 1.518 9,2
XIII 19.915 25,3 20.801 25,8 21.603 26,5 1.688 8,5
XV 19.770 29,1 20.462 30,0 20.998 30,9 1.228 6,2
XVI 23.440 34,5 23.852 35,0 24.108 35,6 668 2,8
XVII 14.881 38,2 14.869 38,2 14.811 38,3 -70 -0,5
XVIII 18.486 31,9 18.979 32,4 19.336 32,8 850 4,6
XIX 24.243 31,6 24.844 32,2 25.414 32,8 1.171 4,8
XX 17.743 27,0 18.346 27,5 18.889 28,2 1.146 6,5
Non
def. 1.462 35,9 1.371 36,0 1.226 38,2 -236 -16,1
Totale 393.883 31,5 401.959 31,9 407.821 32,3 13.938 3,5
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
Tra le problematiche che comportano maggiori implicazioni in termini sociali, ma anche in termini di fabbisogni di servizi, di domanda di lavoro straniero e, più complessivamente, in termini economici, vi è quella degli anziani soli. Osservando i dati relativi ai singoli municipi è evidente che tale presenza deriva direttamente da quella più generale della presenza degli anziani; pertanto i valori incontrati sono correlati a quanto precedentemente descritto.
Dal punto di vista identitario è piuttosto “l’economia della memoria”
l’elemento che, forse, dovrebbe indurre a maggiori riflessioni: in una città storica come Roma, la cui specificità e forse principale qualità culturale è proprio quella di saper continuamente alimentare un dialogo e una dialettica tra i popoli, le culture e le generazioni, quasi 186 mila anziani (il 14,6%
delle famiglie) vivono da soli.
È pur vero che una grande maggioranza di questi è ancora nel pieno delle proprie capacità, totalmente autosufficiente in termini economici e personali e capace di pensare il futuro per sé e per gli altri: molte delle iniziative che hanno visto protagonisti gli anziani a Roma (nelle scuole, nei parchi, nelle attività culturali) hanno saputo cogliere proprio la ricchezza e l’importanza di queste energie, non perché abbiano consentito agli anziani di essere utili, di produrre un servizio, di rispondere a un bisogno, quanto piuttosto perché hanno restituito e fatto conoscere alle nuove generazioni gli sguardi, le storie, i significati e la qualità del pensiero che una civiltà conserva soltanto nella memoria degli anziani.
Tabella 11. Anziani soli per municipio Anni 1999 -2001
1999 2000 2001
V.A. Indice su 100 famiglie
totali
V.A. Indice su 100 famiglie
totali
V.A. Indice su 100 famiglie
totali
I 12.040 18,7 11.999 18,4 11.860 18,1
II 14.444 22,1 14.307 21,8 14.030 21,5
III 6.102 21,1 6.005 20,6 5.884 20,3
IV 13.440 14,9 13.596 15,0 13.626 15,0
V 8.916 11,3 9.034 11,4 9.081 11,4
VI 10.259 16,6 10.260 16,7 10.172 16,8
VII 7.348 13,7 7.366 13,7 7.408 13,8
VIII 7.015 9,4 7.141 9,5 7.324 9,6
IX 12.891 20,0 12.788 19,8 12.649 19,6
X 9.896 13,0 9.981 13,0 10.047 13,0
XI 11.860 17,5 11.761 17,2 11.628 17,1
XII 6.824 10,3 6.982 10,3 7.098 10,4
XIII 8.283 10,5 8.339 10,4 8.525 10,4
XV 8.621 12,7 8.746 12,8 8.835 13,0
XVI 11.062 16,3 11.151 16,4 11.114 16,4
XVII 8.412 21,6 8.200 21,1 8.060 20,8
XVIII 8.446 14,6 8.532 14,5 8.554 14,5
XIX 10.655 13,9 10.716 13,9 10.813 14,0
XX 8.234 12,5 8.351 12,5 8.432 12,6
Non
def. 911 22,4 857 22,5 778 24,3
Totale 185.659 14,8 186.112 14,8 185.918 14,7
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
I colori del mutamento: economia e famiglia dei cittadini immigrati
Come precedentemente sottolineato, il fenomeno che in misura maggiore ha contribuito a mantenere costante l’ampiezza della popolazione residente è quello della immigrazione; Roma ha rappresentato e continua a rappresentare, sotto questo aspetto, uno dei principali poli di attrazione nazionale sia in quanto tradizionale città di passaggio, e di destinazione intermedia, sia come punto di arrivo nel quale poter costruire un nuovo progetto di vita; ciò sembra dovuto sia a fattori di natura materiale (le opportunità offerte dalla complessità economico-sociale della Metropoli, la presenza di un grandissimo mercato potenziale, le richieste di collaborazione e di lavoro presso le nuove forme della organizzazione familiare), sia di natura geografica e politica (la centralità nel Mediterraneo, la presenza di Ambasciate e Consolati, lo Stato Vaticano), sia, ancora, di natura simbolica e culturale, come storica “culla della civiltà” Occidentale e Mediterranea, come “città aperta” e come millenario luogo d’incontro tra civiltà, popoli, Paesi, tradizioni e culture.
Soltanto attraverso un insieme ampio ed articolato di fattori sembra infatti possibile comprendere il fatto che nel 2001 la presenza di stranieri residenti abbia raggiunto nella Capitale il 6,4% dei residenti totali (il 6,8%
dei residenti italiani), con un andamento in forte crescita che ha trovato conferma anche negli ultimi anni, confermandosi ulteriormente nel 2000 (+11,8%) e nel 2001(+6,6%). Occorre comunque ricordare, a fronte di un incremento così consistente, il positivo ruolo della iniziative normative che hanno dato l’opportunità a numerosi stranieri già presenti nel territorio di regolarizzare la propria posizione, facendo conoscere più realisticamente le dimensioni del fenomeno migratorio.
Anche in questo caso, la composizione del fenomeno appare fortemente differenziata a livello dei singoli Municipi, dove ancora una volta il Primo di questi è fortemente connotato, con una presenza di residenti stranieri che raggiunge nel 2001 il 17,2% dei residenti totali; questi sono localizzati soprattutto nell’area dell’Esquilino, dove alcune comunità straniere hanno concentrato la propria presenza, e nelle case del centro storico, dove l’elevata crescita del valore degli immobili ha portato ad una progressiva modificazione della composizione sociale, con significativi ingressi di residenti stranieri con incarichi dirigenziali o manageriali nel sistema economico, finanziario o politico-amministrativo.
Analogo al dato del Primo Municipio è quello del Secondo, pur con minore consistenza; in questo Municipio, infatti, la presenza di residenti stranieri ha raggiunto nel 2001 il 9,6% di quelli totali, anche in questo caso
con differenti destinazioni sulla base della diversa appartenenza sociale;
meno elevata nel secondo Municipio la presenza di stranieri residenti all’interno delle famiglie italiane, dove svolgono attività di collaborazione domestica, assistenza e di accompagnamento.
Molto consistente risulta inoltre la presenza di residenti stranieri nel XX Municipio (11,2%), che si estende a nord di Roma (dalle aree semicentrali di Tor di Quinto e del Foro Italico al confine con i comuni di Trevignano Romano, Campagnano e Anguillara), e nel XVIII (8,3%) che dal Vaticano si estende lungo il confine ad ovest di Roma con il comune di Fiumicino.
Soltanto in tre Municipi (X, V e IV) la presenza di residenti stranieri si attesta al di sotto del 4%. In particolare il X, ubicato tra le due aree di maggiore espansione di Roma (quella ad Est tra il V e l’VIII e quella a Sud, tra il XII e il XIII), registra la presenza straniera più contenuta di Roma (3%
rispetto ad un valore medio del 6,4%), seguita dal IV che negli ultimi decenni ha costituito il principale asse di sviluppo a nord est di Roma divenendo il più popoloso Municipio della Capitale.
In termini dinamici, tra il 1999 e il 2000 tutti i Municipi di Roma hanno registrato incrementi rilevanti con punte del 26% in VIII, del 19,9%
nel VII, e con valori superiori al 15% in tutta l’area a sud di Roma.
Più contenuto (6,6%) l’incremento del 2001, che ha tuttavia investito in misura consistente l’VIII (+18,7%) ed il XII Municipio (+10,2%), denotando ancora una volta il contributo dei residenti stranieri nelle aree di Roma attualmente a più forte espansione demografica.
Tabella 12. Stranieri residenti a Roma in base al Municipio e incidenza sulla popolazione Anni 1999 -2001
1999 2000 2001
Pop.
Residente straniera
Indice * 100 residenti
totali
Indice * 100 residenti
italiani
Pop.
Residente straniera
Indice * 100 residenti
totali
Indice * 100 residenti
italiani
Pop.
Residente straniera
Indice * 100 residenti
totali
Indice * 100 residenti
italiani
Var % 2000 /
1999
Var % 2001 /
2000
I 18.388 15,0 17,7 19.942 16,2 19,3 21.087 17,2 20,8 8,5 5,7
II 10.441 8,4 9,2 11.361 9,1 10,0 12.008 9,6 10,7 8,8 5,7
III 3.782 6,6 7,1 4.146 7,3 7,8 4.279 7,5 8,2 9,6 3,2
IV 6.273 3,1 3,1 7.037 3,4 3,5 7.544 3,7 3,8 12,2 7,2
V 5.230 2,8 2,9 5.967 3,2 3,3 6.380 3,4 3,5 14,1 6,9
VI 7.876 5,9 6,3 8.707 6,6 7,0 9.217 7,0 7,5 10,6 5,9
VII 5.291 4,2 4,4 6.344 5,0 5,3 6.916 5,5 5,8 19,9 9,0
VIII 6.294 3,2 3,3 7.933 4,0 4,2 9.414 4,7 5,0 26,0 18,7
IX 6.007 4,5 4,7 6.848 5,1 5,4 7.318 5,5 5,8 14,0 6,9
X 4.486 2,5 2,5 5.188 2,9 2,9 5.666 3,1 3,2 15,6 9,2
XI 6.368 4,6 4,8 7.401 5,3 5,6 7.939 5,7 6,0 16,2 7,3
XII 5.339 3,4 3,5 6.152 3,8 4,0 6.777 4,2 4,3 15,2 10,2
XIII 8.587 4,5 4,8 9.842 5,1 5,4 10.285 5,3 5,6 14,6 4,5
XV 7.003 4,5 4,7 8.143 5,2 5,5 8.840 5,7 6,1 16,3 8,6
XVI 7.753 5,2 5,5 8.209 5,6 5,9 8.658 5,9 6,3 5,9 5,5
XVII 4.696 6,2 6,6 5.187 6,9 7,4 5.419 7,2 7,8 10,5 4,5
XVIII 9.545 7,1 7,7 10.553 7,8 8,5 11.222 8,3 9,0 10,6 6,3
XIX 8.580 4,8 5,0 9.435 5,3 5,6 10.005 5,6 5,9 10,0 6,0
XX 13.915 9,6 10,6 15.476 10,6 11,8 16.441 11,2 12,6 11,2 6,2
Non def. 5.367 28,2 39,3 5.193 31,9 46,8 4.818 35,2 54,3 -3,2 -7,2
Totale 151.221 5,4 5,7 169.064 6,0 6,4 180.233 6,4 6,8 11,8 6,6
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
Osservando, infine, i dati relativi alla composizione della popolazione straniera presente, va osservato che la situazione romana si discosta da quella nazionale, in quanto si registra una crescente prevalenza della componente femminile su quella di sesso opposto. Ciò è dovuto in larga misura ad una forte richiesta di donne nel lavo ro domestico e nella assistenza alle famiglie, ambiti ormai di quasi esclusiva pertinenza delle donne straniere, in relazione ai quali esercitano una informale quanto efficace attività di collocamento, attraverso una fitta rete di contatti con parenti, amiche o connazionali, capace di rispondere alle nuove richieste di collaborazione che provengono dalle famiglie italiane.
Accanto all’incremento della incidenza della componente femminile, anche quella dei minori stranieri presenta un andamento crescente, anche grazie ad una impostazione della legge sull’immigrazione che, negli ultimi anni, ha compreso l’importanza di offrire agli stranieri residenti l’opportunità di un “progetto di vita” come condizione indispensabile per una positiva integrazione sul posto di lavoro, a scuola o nella società; il ricongiungimento, parola-chiave di questa impostazione, ha quindi consentito la presenza di un maggior numero di famiglie di stranieri, restituendo ai singoli immigrati una unità di riferimento culturale e di continuità che rende possibile una migliore integrazione, basata sul confronto e sulla dialettica tra culture anziché sullo sradicamento, sullo sdoppiamento e sulla perdita di identità.
Tabella 13. Stranieri residenti a Roma in base al Municipio e incidenza sulla popolazione Anni 1999 -2001
V.A.
Indice per 100 stranieri residenti
VAR.
2000/1999
VAR.
2000/2000
1999 2000 2001 1999 2000 2001 % %
Donne
straniere 77.450 86.895 93.184 51,2 51,4 51,7 12,2 7,2
Minori
stranieri 19.606 23.244 26.340 13,0 13,7 14,6 18,6 13,3 Totale
stranieri 151.221 169.064 180.233 --- --- --- 11,8 6,6
Fonte: elaborazione su dati Archivio anagrafico del Comune di Roma
Mercato immobiliare ed emergenza abitativa
Una delle iniziative che proprio nell’anno in corso ha caratterizzato in termini innovativi la politica dell’Amministrazione comunale, segnando una vera e propria inversione di tendenza, ha riguardato la politica per la casa.
Per la prima volta, infatti, il Comune, per rispondere al fabbisogno di alloggi, ha realizzato un bando pubblico per l’acquisto di immobili di cittadini privati, a prezzi di mercato.
Questa iniziativa ha risposto ad un duplice obiettivo: produrre risposte in tempi contenuti, intervenendo al tempo stesso sul problema delle case vuote che fin dal Censimento 1991 risultavano in numero particolarmente elevato, superando le 134 mila unità (pari all’11,6% del totale).
L’iniziativa citata giunge peraltro in una fase di forte sollecitazione e crescita di valore del mercato immobiliare (sia nelle compravendite sia nelle locazioni), che ha sicuramente contribuito a modificare, come indicato nella sezione di approfondimento dei fenomeni demografici a Roma, la composizione sociale di numerosi quartieri e Municipi.
In termini complessivi, osservando simultaneamente alcuni dei più significativi indicatori del mercato immobiliare negli ultimi dieci anni, è possibile osservare che i contratti di locazione e quelli di compravendita, dopo una forte flessione nel biennio 1994-95, hanno segnato una significativa ripresa che, per questi ultimi è durata fino a tutto il 2000, tornando tuttavia a calare nel primo semestre 2001.
L’elemento di maggiore stabilità, nel decennio considerato, riguarda il numero degli sfratti eseguiti (sempre compreso tra 2600 e 3000), pur in presenza di un vistoso calo del numero dei provvedimenti emessi (che si riducono nei 10 anni del 58,3%): ciò significa che, come evidenzia in maniera assai chiara il grafico di seguito riportato, l’elemento che subisce la più forte variazione è il rapporto tra provvedimenti emessi e sfratti eseguiti (che passa dal 24,3% del 1991 al 65% nel 2000), a segnare un cambiamento di indirizzo, da parte delle autorità incaricate, nei confronti della simultanea e legittima rivendicazione di due esigenze: quelle dei proprietari e quelle degli inquilini degli immobili.
La complessità e le contraddizioni del tessuto metropolitano richiedono pertanto sul tema della casa una capacità di intervento innovativa, che sappia coniugare il valore culturale e simbolico del territorio ed il suo portato di identità e di relazioni sociali, con la tutela del valore finanziario degli immobili, soprattutto per i piccoli proprietari; ciò, tuttavia, all’interno di una strategia di valore, che consenta a tutti gli operatori economici di compiere le proprie scelte in un quadro in cui la visione strategica della Città divenga il punto di riferimento e la metaregola per le scelte di coloro che, legittimamente, considerano la casa una variabile meramente finanziaria, più che il suo ruolo la sua funzione di bene e di bisogno primario.