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Progetto di adeguamento dell'ex scuola elementare "Guerrazzi" di Cecina (Li) da destinare a sede del Municipio. Analisi funzionale, prevenzione incendi e accessibilità.

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Testo completo

(1)

Corso

di

Laurea

i

n

Ingegneri

a

Edi

l

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del

l

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Cost

ruzi

oni

Ci

vi

l

i

Curriculum EDILE

TESI DI LAUREA

PROGETTO

DI

ADEGUAMENTO

DELL’

EX

SCUOLA

ELEMENTARE

“GUERRAZZI”

DI

CECINA

(

LI)

DA

DESTINARE

A

SEDE

DEL

MUNICIPIO.

ANALISI

FUNZIONALE,

PREVENZIONE

INCENDI

E

ACCESSIBILITÀ.

Anno Accademico 2015/2016 Relatori: Prof.Ing.Fabio FANTOZZI Prof.Ing.Nicola MAROTTA Candidato: Giuseppe ORLANDO

(2)

“Se un uomo parte con delle certezze finirà con dei dubbi; ma se si accontenta di iniziare con qualche dubbio, arriverà alla fine a qualche certezza.”

(3)
(4)

I

Indice

Indice ... I Indice delle figure ... VI Indice delle tabelle ... X

Introduzione ... 1

1 Analisi territoriale ... 4

1.1 Inquadramento territoriale ... 6

1.2 Posizione attuale degli uffici comunali ... 8

2 Ricerca ... 10

2.1 Analisi storica ... 10

2.1.1 La scuola elementare F. D. Guerrazzi ... 12

2.1.1.1 Il progetto del 1888 ... 15

2.1.1.2 Le fasi di realizzazione ... 18

2.1.1.3 Evoluzione storica ... 19

2.1.2 Il Prato: Piazza Carducci ... 23

2.1.3 Riepilogo delle fasi significative dell’analisi storica ... 25

2.2 Analisi dello stato di fatto ... 26

2.2.1 Rilievo geometrico ... 26

2.2.2 Indagini diagnostiche ... 28

2.2.3 Risultati delle prove effettuate sull’ex Guerrazzi ... 30

2.2.3.1 Demolizione dell’ala nord dell’ex Guerrazzi ... 31

3 Analisi funzionale ... 33

3.1 Ricerca tipologica ... 33

(5)

II 3.1.1.1 Le funzioni ... 33 3.1.1.2 L’organigramma comunale ... 34 3.1.2 La piazza ... 35 3.1.2.1 La storia ... 35 3.1.2.2 Le funzioni ... 43

3.2 Elaborazione delle soluzioni progettuali ... 44

3.2.1 Progetto per la nuova sede del Municipio di Cecina ... 44

3.2.1.1 Diagramma a blocchi ... 47

3.2.1.2 Requisiti dimensionali degli ambienti ... 49

3.2.2 Progetto di Piazza Carducci ... 50

3.2.2.1 Le aree funzionali ed i percorsi di collegamento ... 51

3.2.2.1.1 L’area centrale e la fontana ... 51

3.2.2.1.2 L’area espositiva ... 53

3.2.2.1.3 L’area giochi ... 53

3.2.2.1.4 Il viale alberato, il verde e i punti di aggregazione sociale ... 54

3.2.2.1.5 Gradinata e teatro all’aperto ... 55

3.2.2.1.6 La fermata dell’autobus ... 55

3.2.2.2 I materiali e la pavimentazione ... 56

4 Prevenzione incendi ... 58

4.1 Norme di prevenzione incendi specifiche per uffici ... 58

4.1.1 Decreto Ministeriale 22 febbraio 2006 ... 58

4.1.2 Decreto Ministeriale 30 novembre 1983 ... 59

4.1.3 Norma EN 1996 - Eurocodice 6 ... 59

4.1.3.1 EN 1996-1-1 ... 59

4.1.3.2 EN 1996-1-2 ... 59

4.1.4 Norma UNI 10779 ... 60

4.1.5 Circolare del Ministero dell’Interno, 15 febbraio 2008 ... 61

4.1.6 Decreto Ministeriale 9 marzo 2007 ... 62

(6)

III

4.2 Verifica dei requisiti prescritti ... 62

4.2.1 Accesso all’area ... 63

4.2.2 Compartimentazione ... 63

4.2.3 Calcolo del carico di incendio specifico di progetto ... 64

4.2.3.1 Archivio ... 67

4.2.3.2 Blocco uffici ... 68

4.2.4 Resistenza al fuoco delle strutture ... 69

4.2.4.1 Calcolo della resistenza al fuoco con il metodo semplificato ... 70

4.2.4.1.1 Campo di applicazione ... 70

4.2.4.1.2 Procedura ... 70

4.2.4.1.3 Determinazione delle temperature 1 e 2 ... 72

4.2.4.1.4 Calcolo dell’altezza effettiva del muro ... 73

4.2.4.1.5 Calcolo delle eccentricità ... 76

4.2.4.1.6 Calcolo della resistenza al fuoco ... 78

4.2.4.1.7 Calcolo dello sforzo normale sollecitante ... 82

4.2.4.1.8 Verifica ... 83

4.2.4.1.9 Verifica del cordolo rompitratta ... 83

4.2.4.2 Calcolo della resistenza al fuoco con il metodo tabellare ... 85

4.2.5 Misure per l’evacuazione in caso di emergenza ... 86

4.2.5.1 Affollamento ... 86

4.2.5.2 Capacità di deflusso ... 87

4.2.5.3 Lunghezza delle vie di uscita ... 88

4.2.6 Scale ... 88

4.2.7 Attività accessorie ... 89

4.2.7.1 Locali per riunioni e trattenimenti: auditorium ... 89

4.2.7.2 Archivi con superficie fino a 15 mq ... 90

4.2.8 Impianti di produzione di calore ... 90

4.2.8.1 Caratteristiche comuni a tutte le tipologie di impianti ... 90

4.2.8.2 Impianti con potenza inferiore a 116 kW ... 91

(7)

IV

4.2.9.1 Estintori ... 92

4.2.9.2 Impianti di estinzione: rete idranti ... 93

4.2.10 Impianti di rivelazione, segnalazione e allarme ... 94

4.2.11 Segnaletica di sicurezza ... 94

4.2.12 Criticità rilevate ... 94

4.3 Elaborazione delle soluzioni progettuali ... 95

4.3.1 Scale ... 95

4.3.2 Rete di idranti ... 96

4.3.2.1 Caratteristiche dell’impianto ... 98

4.3.2.2 Componenti principali dell’impianto ... 99

4.3.2.3 Dimensionamento della rete idrica ... 103

4.3.2.3.1 Perdite di carico distribuite ... 103

4.3.2.3.2 Perdite di carico localizzate ... 104

4.3.2.3.3 Perdite lungo la manichetta ... 105

4.3.2.3.4 Metodologia di calcolo ... 105 4.3.2.4 Alimentazione idrica ... 110 4.3.2.4.1 Gruppo pompaggio ... 111 4.3.2.4.2 Riserva idrica ... 114 4.3.2.5 Collaudo impianto ... 114 5 Accessibilità ... 116

5.1 Normativa in materia di abbattimento di barriere architettoniche ... 116

5.1.1 Legge 28 febbraio 1986, n. 41 ... 117

5.1.2 Legge 9 gennaio 1989, n. 13 ... 117

5.1.3 Decreto Ministeriale 14 giugno 1989, n. 236 ... 117

5.1.4 Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503 ... 118

5.2 Le barriere architettoniche ed il loro superamento ... 118

5.2.1 I Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche: PEBA ... 119

5.2.2 Accessibilità degli edifici pubblici: requisiti prestazionali ... 120

5.2.3 Accessibilità urbana: requisiti prestazionali ... 123

(8)

V

5.3 Rilievo in ambito urbano e negli edifici ... 127

5.3.1 Percorsi urbani ... 129

5.3.1.1 Schede di rilievo ... 129

5.3.2 Edifici principali ... 136

5.3.2.1 Schede di rilievo ... 136

5.3.3 Piazza Carducci ... 139

5.4 Elaborazione delle soluzioni progettuali ... 140

5.4.1 Universal design ... 140

5.4.2 Progetto per la nuova sede del Municipio di Cecina ... 142

5.4.2.1 Accesso e percorsi ... 142

5.4.2.2 Servizi igienici ... 144

5.4.3 Progetto di Piazza Carducci ... 144

5.4.3.1 Accesso e percorsi ... 144

5.4.3.2 Area giochi ... 145

Conclusioni ... 146

Sommario delle fonti ... 147

Bibliografia ... 147 Articoli e pubblicazioni ... 148 Riferimenti normativi ... 149 Sitografia ... 151 Allegato A ... 154 Tavole grafiche ... 154 Allegato B ... 155

Schede di rilievo delle barriere architettoniche ... 155

(9)

VI

Indice delle figure

Figura 1 Ex scuola elementare Guerrazzi ... 5

Figura 2 Ex Casa del Fascio ed ex scuola elementare Guerrazzi ... 5

Figura 3 Inquadramento territoriale ed indicazione del’area di intervento ... 6

Figura 4 Estratto CTR - Centro urbano con indicazione degli edifici principali ... 7

Figura 5 Posizione attuale degli uffici comunali ... 9

Figura 6 Palazzo del Fitto - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 11

Figura 7 Progetto del 1888, ing. C. Giusteschi: prospetti e sezione - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 16

Figura 8 Progetto del 1888, ing. C. Giusteschi: piante - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 17

Figura 9 Scuola elementare Guerrazzi nel 1902 - fonte: Archivio Storico di Cecina 19 Figura 10 Progetto del 1900, dott. F. CInotti | ing. D. Col,lavoli: piante - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 20

Figura 11 Progetto del 1930, ing. M. Calderini | dott. G. Marionneschi: piante - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 20

Figura 12 Foto di Piazza Carducci e della scuola elementare Guerrazzi, 1940 - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 21

Figura 13 Locale C.E.D. (Centro Elaborazione Dati), adiacente all’ex Guerrazzi .... 22

Figura 14 Foto interne di alcune aree dell’ex Guerrazzi ... 23

Figura 15 Piazza Carducci agli inizi del ‘900 - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 23

Figura 16 Schema del progetto di Piazza Carducci - fonte: Archivio Storico di Cecina ... 24

Figura 17 “Casa del Littorio” in epoca fascista - fonte: Archivio Storico di Cecina 25 Figura 18 Schema dell’evoluzione del fabbricato e della piazza ... 25

Figura 19 Piante dell’ex Guerrazzi, stato attuale ... 26

(10)

VII

Figura 21 Saggi effettuati sul fabbricato - fonte: Ufficio Manutenzioni e Patrimonio ... 30 Figura 22 Piante dell’ex Guerrazzi con indicazione dei materiali costruttivi ... 31 Figura 23 Piante dell’ex Guerrazzi con indicazioni delle costruzioni e demolizioni 32 Figura 24 Piazza del Campo, Siena - fonte: www.palazzoravizza.it ... 38 Figura 25 Piazza delle Erbe, Verona - fonte: www.cangrandeverona.com ... 39 Figura 26 Piazza S. Pietro e Piazza del Campidoglio, Roma - fonte [62], fonte www.fci.unibo.it ... 40 Figura 27 Organigramma del Comune di Cecina, rielaborato con l’indicazione degli uffici da trasferire nell’ex Guerrazzi e il numero di personale ... 45 Figura 28 Vista renderizzata del fabbricato a seguito della demolizione dell’ala nord ... 47 Figura 29 Diagramma a blocchi, piano terra ... 48 Figura 30 Diagramma a blocchi, primo piano ... 48 Figura 31 Vista renderizzata del corridoio pedonale che collega Via Verdi a Piazza Carducci ... 52 Figura 32 Esempio di fontana a raso pavimento con luci colorate - fonte [49] ... 52 Figura 33 Vista renderizzata dell’area centrale e della fontana di Piazza Carducci .. 53 Figura 34 Vista renderizzata dell’area giochi e dello spazio destinato all’area espositiva ... 54 Figura 35 Vista renderizzata del viale di passeggio ... 55 Figura 36 Vista renderizzata di Piazza Carducci e della fermata dell’autobus su Viale Marconi ... 56 Figura 37 Stato attuale della pavimentazione dell’area giochi ... 57 Figura 38 Planimetria esterna con indicazione dell’accessibilità all’area oggetto di studio ... 63 Figura 39 Aree della parete a temperature inferiori a 1, a temperatura compresa tra

1 e 2, e aree inefficaci (temperatura superiore a 2) - fonte [38] ... 71

Figura 40 Distribuzione della temperatura nella muratura e temperatura alla quale la temperatura è strutturalmente inefficiente per pareti in laterizio - fonte [38] ... 73 Figura 41 Determinazione di 3 per via grafica - fonte [40] ... 75 Figura 42 Sezione del muro con indicazione dello spessore inefficace ... 76

(11)

VIII

Figura 43 Sezione verticale della parete - fonte [38] ... 77

Figura 45 Interpolazione lineare dei dati riportati in Tabella 13 ... 85

Figura 46 Piante dell’ex Guerrazzi con indicazione dei dispositivi di protezione antincendio e le vie di esodo ... 93

Figura 47 Piante dell’ex Guerrazzi con indicazione delle aree coperte dagli idranti 97 Figura 48 Schema dell’impianto idrico di alimentazione della rete di idranti ... 98

Figura 49 Particolare costruttivo: valvole di intercettazione ... 99

Figura 50 Particolare costruttivo: attacco di mandata per autopompa VVF ... 101

Figura 51 Particolare costruttivo: tubazione interrate ... 102

Figura 52 Schema tridimensionale dell’impianto idrico, con indicazione dei diametri e dei nodi ... 106

Figura 53 Bilanciamento delle portate nei nodi ... 107

Figura 54 Curva caratteristica dell’impianto ... 110

Figura 55 Curva caratteristica del gruppo di pompaggio ... 111

Figura 56 Punto di lavoro dell’impianto ... 112

Figura 57 Rappresentazione esemplificativa dei possibili soggetti in condizione di disabilità permanente o temporanea ... 116

Figura 58 Spazio minimo di manovra per effettuare una rotazione su sedia a rotelle - fonte [17] ... 122

Figura 59 Significato dei simboli LOGES ... 122

Figura 60 Misure per la realizzazione di uno stallo per parcheggio disabili - fonte [56] ... 123

Figura 61 Area giochi “Tutti a bordo!”, Rimini - fonte www.italiaparchi.it ... 125

Figura 62 Area giochi “Giochiamo tutti”, Milano - fonte www.giochiamotutti.it .. 126

Figura 63 Scheda zero - Inquadramento ed individuazione dei percorsi ... 128

Figura 64 Individuazione delle barriere architettoniche per il rilievo urbano ... 131

Figura 65 Esempio di scheda per il rilievo dell’accessibilità urbana - foglio 1 ... 132

Figura 66 Esempio di scheda per il rilievo dell’accessibilità urbana - foglio 2 ... 133

Figura 67 Esempio di scheda per il rilievo dell’accessibilità urbana - foglio 3 ... 134

Figura 68 Esempio di scheda per il rilievo dell’accessibilità urbana - foglio 4 ... 135

Figura 69 Esempio di scheda per il rilievo dell’accessibilità degli edifici - foglio 1 ... 137

(12)

IX

Figura 70 Esempio di scheda per il rilievo dell’accessibilità degli edifici - foglio 2 ... 138 Figura 71 Area giochi, stato attuale ... 139 Figura 72 Piazza Carducci, stato attuale ... 140 Figura 73 Esempio di rampe integrate nelle scalinate, Vancouver - fonte www.bjalstudio.ca ... 142 Figura 74 Piante dell’ex Guerrazzi e verifica dell’accessibilità dei percorsi interni 143 Figura 75 Percorsi LOGES interni all’edificio oggetto di studio ... 143 Figura 76 Blocchi contenenti i servizi igienici, piano terra ... 144 Figura 77 Navi dei pirati, disegno - fonte [22] ... 145

(13)

X

Indice delle tabelle

Tabella 1 Valori massimi dei compartimenti, in funzione dell’altezza antincendio -

fonte [39] ... 64

Tabella 2 Compartimenti, con riepilogo delle superfici ... 64

Tabella 3 Valori di 1 - fonte [43] ... 65

Tabella 4 Valori di 2 - fonte [43] ... 65

Tabella 5 Valori di – fonte [43] ... 66

Tabella 6 Livelli di prestazione - fonte: DPR 1° agosto 2011, n. 151 ... 66

Tabella 7 Classi di resistenza al fuoco per livello di prestazione III - fonte [43] ... 67

Tabella 8 Calcolo carico di incendio specifico per il locale archivio ... 67

Tabella 9 Calcolo del carico di incendio specifico per l’ufficio tipo ... 68

Tabella 10 Valori di 1 e 2, per diverse tipologie di pareti – fonte [38] ... 72

Tabella 11 Determinazione di αt - fonte [40] ... 77

Tabella 12 Valori di - fonte [44] ... 82

Tabella 13 Dimensioni minime per garantire un certo grado di resistenza al fuoco - fonte [37] ... 84

Tabella 14 Resistenza al fuoco secondo il metodo tabellare - fonte [45] ... 86

Tabella 15 Calcolo del massimo affollamento ipotizzabile ... 87

Tabella 16 Calcolo del numero di moduli necessari ... 88

Tabella 17 Superfici coperte in pianta per le diverse capacità estinguenti - fonte [35] ... 92

Tabella 18 Riepilogo delle criticità rilevate ... 95

Tabella 19 Livelli di pericolosità - fonte [46] ... 96

Tabella 20 Dimensioni dei sostegni delle tubazioni - fonte [46] ... 102

Tabella 21 Coefficienti di scabrezza C per diversi tipi di materiali ... 103

Tabella 22 Perdite di carico localizzate - fonte [46] ... 104

(14)

XI

Tabella 24 Bilanciamento delle portate e delle pressioni nei nodi ... 108 Tabella 25 Calcolo idrico dell’impianto ... 109

(15)

1

Introduzione

Il presente lavoro di tesi nasce dall’esigenza del Comune di Cecina di accentrare e di accorpare in un unico edificio gli uffici comunali attualmente sparsi su tutto il territorio in ben quattro fabbricati distanti tra loro.

L’edificio individuato a tale scopo è l’ex scuola elementare “Guerrazzi”, ubicata in Piazza Carducci, in posizione adiacente a quella che è stata la sede istituzionale del Comune fino a qualche anno fa, ed attualmente inagibile.

La struttura del presente elaborato si compone di cinque sezioni; suddivisione ripresa anche negli elaborati grafici in modo da richiamare in maniera schematica i vari passaggi seguiti nella redazione del lavoro.

Nella prima sezione, dedicata all’analisi territoriale, vengono presentati i temi legati all’inquadramento dell’area di intervento e l’attuale distribuzione degli uffici comunali sul territorio.

La sezione successiva ha come tema guida quello della ricerca, inteso come ricerca sia di informazioni storiche, sulla città di Cecina e sugli elementi principali del progetto (l’ex scuola elementare Guerrazzi e l’antistante Piazza Carducci), sia come ricerca di informazioni preliminari alla redazione del progetto stesso: analisi dello stato di fatto, attraverso rilievo geometrico e indagini diagnostiche, i cui risultati sono stati resi disponibili dall’ufficio tecnico comunale.

La fase centrale del lavoro, oltre ad un’operazione preliminare di studio tipologico sugli uffici comunali e le piazze, è consistita nell’analizzare l’organigramma del Comune di Cecina, al fine di individuare una distribuzione funzionale che risultasse ottimale, tenendo conto dell’organico di ogni ufficio, in modo da dimensionare i diversi ambienti in maniera adeguata.

(16)

2

Andando ad intervenire su un edificio esistente con struttura in muratura portante, la distribuzione rappresenta un ostacolo non banale, in quanto c’è la necessità di adattare la soluzione progettuale mantenendo la struttura portante inalterata e pertanto anche le divisioni interne, con l’unica eccezione nella realizzazione del vano ascensore.

Sempre in questa terza fase è stata elaborata una proposta progettuale riguardante la riqualificazione di Piazza Carducci, prevedendo la suddivisione in diverse zone funzionali in base al tipo di utenti.

In seguito alla decisione del Comune di abbattere un’ala giudicata instabile dell’ex Guerrazzi viene a configurarsi un nuovo corridoio pedonale su via Verdi; in particolare, è stato sfruttato questo nuovo asse che unito a quello tracciato dalla stazione ferroviaria e passante per l’area pedonale esistente, hanno rappresentato il riferimento intorno al quale costruire il nuovo progetto della piazza. Adiacente all’elemento centrale, sono presenti un’area espositiva, che offrirebbe la possibilità di realizzare manifestazioni all’aperto di vario genere, e un’area dedicata alla fermata dell’autobus affacciata su viale Marconi. Infine, altre due zone sono destinate ad accogliere quelli che da uno studio sono risultati essere i maggiori fruitori: i bambini e gli anziani. A questi ultimi è riservato un lungo viale ombreggiato dai pini marittimi già presenti, attrezzato con panchine per la seduta. L’area giochi destinata ai più piccoli, nella zona simmetrica rispetto all’area espositiva, è stata completamente ripensata rispetto a quella presente oggi, che oltre a trovarsi in condizioni di assoluto degrado, con i problemi legati all’incolumità che ne derivano, non rispetta il cosiddetto principio di inclusività. Il nuovo progetto, invece, prevede la realizzazione di giochi fruibili da parte di tutti: si tratta di giochi, opportunamente progettati in modo da essere utilizzati anche da bambini con disabilità senza distinzioni. Si tratta di un nuovo modo di progettare, conosciuto con il nome di

“universal design”; quest’ultimo aspetto è stato approfondito nella sezione

riguardante proprio l’accessibilità.

Un’ulteriore sezione è dedicata alla sicurezza antincendio, tema che, come in questo caso, quando si parla di edifici esistenti, assume una valenza ancora più significativa, poiché le soluzioni, che possono risultare ottimali e di semplice applicazione in

(17)

3

edifici di nuova costruzione, vanno a scontrarsi con problemi di diversa natura in fabbricati già costruiti. Quanto appena detto riguarda ad esempio la determinazione della resistenza degli elementi strutturali. A differenza di edifici ex novo dove il produttore del materiale utilizzato ne certifica la resistenza con l’ausilio di prove sperimentali, per strutture esistenti la resistenza al fuoco dei vari elementi si determina in maniera più incerta; in particolare, si sono analizzati i risultati derivanti dall’utilizzo di due metodologie differenti: quella tabellare e il metodo semplificato riportato nell’Allegato C al EN 1996-1-2.

Come anticipato, l’ultima sezione riguarda lo studio dell’accessibilità, sia urbana, con l’analisi di alcuni percorsi principali e della piazza, sia dell’edificio.

Tale studio si sviluppa in due fasi dal punto di vista operativo: il rilievo, con la redazione di schede appositamente predisposte, e le proposte progettuali, con relativa analisi dei costi per quanto riguarda gli interventi standard individuati a livello urbano.

(18)

4

1

Analisi territoriale

Chi si trovasse a visitare Cecina per la prima volta e avesse bisogno per qualsiasi motivo di rivolgersi ad uno sportello comunale, alla domanda “Dove si trova il

Comune?” otterrebbe sicuramente come risposta: “Dipende da quale ufficio sta cercando”.

Sì perché, se non si tiene conto degli uffici della Polizia municipale, che si configura come un ente autonomo, gli uffici comunali, compreso quello dove si trova la sede del Sindaco, sono dislocati in ben quattro edifici distanti tra loro e senza neanche una vera e propria logica precisa.

Come anticipato nell’introduzione, il presente progetto nasce dall’esigenza del Comune, sia da un punto di vista simbolico (che associa al posizionamento geografico del Municipio il centro della vita urbana), sia da un punto di vista prettamente funzionale, di accentrare e accorpare in un unico edificio gli uffici comunali attualmente sparsi su tutto il territorio con i problemi che ne derivano per la cittadinanza che deve usufruire dei servizi offerti.

La struttura individuata dal Comune per questo scopo è proprio l’ex scuola elementare “Guerrazzi”, nelle immediate vicinanze di un altro fabbricato (ex Casa del Fascio1), quest’ultimo non di proprietà del Comune e già sede istituzionale proprio del Municipio di Cecina fino a qualche anno fa, a sottolineare l’intenzione di ridare centralità all’edificio simbolo della comunità collocandolo al centro della città, lì dove era una volta.

1 Più precisamente ex “Casa del Littorio”, come riportava l’insegna dell’epoca affissa sulla facciata

(19)

5

Figura 1 Ex scuola elementare Guerrazzi

Entrambi gli edifici, che si trovano in Piazza Carducci a pochi metri l’uno dall’altro, sono in grave stato di abbandono, eccezion fatta per una piccola ala dell’ex Guerrazzi che ospita attualmente l’archivio comunale, un piccolo auditorium e alcuni sportelli comunali aperti al pubblico, il ché rende necessari lavori di adeguamento.

(20)

6

Ne deriva che in una delle piazze più significative di Cecina vi siano due fabbricati destinati ad un degrado sempre crescente, con conseguenti ripercussioni sullo stato di manutenzione anche della piazza in cui sono inseriti.

Da qui l’idea di proporre una soluzione progettuale integrata che avesse come fine quello di adeguare sì il fabbricato, ma anche riqualificare l’area circostante e i relativi collegamenti con le zone adiacenti, in particolare a Piazza Guerrazzi, alla stazione degli autobus, alla stazione ferroviaria e agli uffici di Piazza della Libertà, sottolineando l’importanza dell’accessibilità dei percorsi pedonali, in un’ottica di libera fruizione dell’ambiente urbano da parte di tutti.

1.1

Inquadramento territoriale

Cecina, comune toscano in provincia di Livorno, si trova nella parte terminale della Val di Cecina, in prossimità della foce dell’omonimo fiume, nella Maremma settentrionale, territorio che ricade nella Costa degli Etruschi2.

Figura 3 Inquadramento territoriale ed indicazione del’area di intervento

2 Con il nome Costa degli Etruschi si intende l’intero territorio continentale della provincia di Livorno.

È così denominata per le numerose necropoli etrusche presenti principalmente tra il Golfo di Baratti e Populonia, che in origine era l’unica città etrusca sorta lungo la fascia costiera.

(21)

7

Dalla vicinanza al mare discende un’importante tradizione turistica e in estate la città arriva a triplicare i suoi abitanti che durante il periodo invernale non superano le 30.000 unità.

Il centro urbano, cuore pulsante della vita cittadina, è situato sull’asse che parte dalla stazione ferroviaria e va ad incrociare proprio Piazza Carducci.

Figura 4 Estratto CTR - Centro urbano con indicazione degli edifici principali

Lungo l’asse appena delineato si trova l’area pedonale di Piazza Guerrazzi e Piazza della Chiesa, sulla quale affaccia quello che è comunemente noto come duomo di Cecina3, con bar e negozi a farne da cornice. Alle spalle del duomo, attraversando Via Volta, si apre Piazza Carducci, con i suoi pini marittimi caratteristici delle località costiere, dove si trovano l’ex Guerrazzi e l’ex Casa del Fascio, già sede istituzionale del Municipio.

Parallelamente all’asse principale c’è Viale Marconi, che fiancheggia Piazza Guerrazzi fino a confluire nella vicina Piazza della Libertà, dove c’è la stazione degli autobus e una delle sedi comunali.

3 Il duomo di Cecina non è altro che la chiesa dedicata ai Santi Giuseppe e Leopoldo, situata in Piazza

(22)

8

Infine, un’altra arteria principale urbana è rappresentata da Corso Matteotti che passando per la stazione degli autobus taglia Viale Marconi in due, andando a confluire in Piazza Guerrazzi delineando un’area pedonale con forma a croce latina (come risulta più chiaro dall’immagine che segue), e dove tutti i martedì si svolge il mercato cittadino.

Ruota tutto intorno a questo nucleo, dove si sente una forte mancanza rappresentata dall’assenza di un edificio di riferimento, che fin dai tempi più antichi è sinonimo di centro città: il Municipio.

1.2

Posizione attuale degli uffici comunali

In questo contesto appena descritto, la situazione degli uffici comunali si presenta molto caotica e frastagliata.

Tralasciando per un attimo il semplice posizionamento geografico, il fatto di avere gli uffici comunali in quattro edifici diversi, fossero anche a pochi metri l’uno dall’altro, risulta già di per sé fuorviante oltre che straordinariamente scomodo e inefficiente. Infatti, esistono uffici che per la natura dei servizi resi, legati anche all’interazione reciproca, dovrebbero necessariamente trovarsi all’interno dello stesso fabbricato.

Se a quanto detto finora si aggiunge la lontananza tra i vari uffici, e la lontananza di alcuni di questi dal centro cittadino, ecco che il disservizio raggiunge i massimi livelli.

Partendo dall’ufficio che è sinonimo di Municipio stesso, ovvero la sede del Sindaco, è posizionato in Via Landi, a più di un chilometro dal centro. Neanche a farlo apposta, l’edificio simbolo della città, quello che ospita il Primo Cittadino, tra i quattro che compongono l’insieme degli uffici comunali, è proprio quello più lontano dal centro, contravvenendo al massimo ai principi enunciati finora. Nello stesso immobile trovano posto anche altri uffici comunali, tra cui l’ufficio protocollo, per citarne uno.

Un’altra sede è in Piazza della Libertà. Tra i vari uffici presenti, in particolare c’è l’ufficio manutenzioni e patrimonio, di riferimento per lo svolgimento del presente

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9

lavoro di tesi, e più in generale tutti gli uffici facenti capo al Settore progettazione

sostenibile4.

Figura 5 Posizione attuale degli uffici comunali

L’ex scuola elementare Guerrazzi (oggetto di adeguamento), situata in Piazza Carducci, con un lato su Via Verdi e l’ingresso principale che affaccia su Viale Marconi, ospita attualmente lo Sportello AMICO, l’ufficio tributi e l’archivio, oltre ad un auditorium con 95 posti a sedere ed una piccola palestra utilizzata da una società esterna. Tutti gli altri uffici sono in via Rossini, a pochi metri dall’ex Guerrazzi. Anche la sede della Polizia municipale si trova nella stessa strada.

Agli uffici appena elencati va aggiunto un piccolo fabbricato, attaccato a quella che diventerà la nuova sede del Municipio, e dove attualmente è posizionato il C.E.D. (Centro Elaborazione Dati).

Le intenzioni del Comune sono quelle di trasferire tutti gli uffici all’interno dell’ex Guerrazzi, ad eccezione di quelli che si trovano attualmente in Piazza della Libertà e della Polizia municipale che s’inquadra come ente autonomo; di qui la necessità di adeguare l’ex scuola al nuovo utilizzo, secondo le richieste del Comune.

4 La divisione dei settori è evidenziata nell’organigramma del Comune di Cecina, analizzato nel terzo

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10

2

Ricerca

Anche la fase di ricerca, come quella di analisi territoriale si configura come una fase preliminare, e allo stesso tempo propedeutica, alla redazione del progetto vero e proprio. In questa sezione si descrive il processo conoscitivo intrapreso per arrivare ad ottenere un quadro completo sull’evoluzione storica della città, della piazza, fino a quella del fabbricato, per caratterizzarne la geometria ed individuarne la composizione stratigrafica e materica delle varie parti analizzando i risultati di prove, di cui è stato possibile avvalersi grazie alla collaborazione dell’ufficio tecnico comunale.

2.1

Analisi storica

Prima di analizzare passo per passo l’evoluzione del fabbricato e della piazza da un punto di vista strettamente ingegneristico, ovvero architettonico e strutturale, è necessario indagare il contesto storico-culturale dell’epoca, in modo da avere un quadro completo.

Nel presente lavoro di tesi si analizza la storia relativamente recente di Cecina, negli anni a cavallo tra la seconda metà dell’800 e i primi anni del ‘900, per inquadrare le condizioni che hanno portato alla nascita dell’edificio scolastico Guerrazzi e dell’antistante Piazza Carducci.

Verso la metà dell'800, a seguito delle bonifica del granduca Leopoldo II di Toscana, il territorio dove sorge Cecina conobbe nuova vita, dando l'avvio ad un fervente processo di sviluppo economico.

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11

Il piccolo borgo ben presto si ampliò intorno al Fitto, palazzo posto all’interno dell’omonima tenuta, costruito sulla riva sinistra del fiume per volontà del granduca Ferdinando I de’ Medici fra il 1590 e il 1594.

Figura 6 Palazzo del Fitto - fonte: Archivio Storico di Cecina

A partire dal 1865 il Fitto di Cecina, allora poco più di un villaggio, divenne sede di Mandamento5.

Il trasferimento istituzionale in una piccola frazione come il Fitto fu motivato dal fatto che il villaggio stava diventando un importante centro di traffici commerciali nonché snodo strategico per la viabilità. Già nel 1852, infatti, era stato accordato che nel villaggio "Fitto di Cecina" fosse istituito un mercato quindicinale per il bestiame e nel 1861 il Ministro dei Lavori Pubblici aveva concesso alla Ferrovia delle Strade Maremmane una fermata.

Nel 1863 fu costruito il Palazzo comunale per dare una sede al Municipio. Come nuova sede di Mandamento il paese di Cecina si trovava inoltre nella necessità di reperire i locali da destinare ad uso di carceri e Pretura. Si pensò in un primo

5 Il mandamento era una circoscrizione amministrativa, a livello sovra comunale,intermedia tra il

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momento di affittare i locali di proprietà della famiglia Barabino e contemporaneamente di iniziare le trattative per l'acquisto del Palazzo detto "Fitto Vecchio" presso la Direzione del Demanio.

Il 24 maggio 1866 con Deliberazione del Consiglio Comunale venne abbandonata questa ipotesi per affittare locali di proprietà di un altro privato, Gaetano Fabbri, nel Palazzo Tagliavacche.

Un'ispezione di un ingegnere del Genio Civile stabilì che le condizioni del carcere seppur igieniche, risultavano inaffidabili per garantire l'isolamento dei galeotti a causa delle finestre comunicanti con la pubblica Via Emilia.

Anche la capacità dell'edificio era insufficiente a contenere i detenuti che dovevano sostare lì in attesa di essere tradotti al Bagno Penale di Piombino e al Penitenziario di Volterra.

Solo nel 1876, una Delibera Consiliare stanziò un impegno di spesa di 3.000 lire per l'acquisto di un terreno nelle vicinanze della stazione per la costruzione delle carceri e della Pretura.

Sempre in questo periodo, grande importanza assunse il mercato, un punto di smercio graditissimo, tanto da richiamare dai circondari numerose persone.

Nel 1881 l'Amministrazione chiese ed ottenne dal Governo l'abbreviazione del nome da "Fitto di Cecina" a "Cecina" e conseguentemente il nome del piccolo villaggio in prossimità del mare diventa “Marina di Cecina”.

2.1.1

La scuola elementare F. D. Guerrazzi

La prima decisione del Comune circa l’educazione scolastica risale al 1789, quando furono ultimate la nuova Chiesa e la canonica a Marina con l’obiettivo di riqualificare il Comune. L’incarico di maestro di scuola fu affidato in un primo momento al cappellano della Chiesa di S. Giuseppe.

L’attività scolastica era indirizzata ai figli degli abitanti della colonia del Fitto di Cecina, con l’obiettivo di insegnar loro a scrivere, a leggere e a fare i conti.

Le vicende storiche che ne seguirono portarono il territorio ad uno stato di abbandono, tale da far scomparire anche le notizie dell’insegnamento scolastico e della sopra citata scuola di Cecina.

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13

Solo con lo sviluppo urbano del Fitto il problema venne nuovamente a galla. L’esigenza fu avvertita anche dal movimento insurrezionale contro lo straniero per l’indipendenza e la libertà d’Italia, sostenuto dallo stesso Guerrazzi. Il movimento, in segreto, poneva l’attenzione alla formazione del popolo per prepararlo ad insorgere. Una delle soluzioni proposte vedeva come protagonisti dell’insegnamento nelle aree di campagna i parroci, sotto il controllo dei vescovi e della magistratura della comunità.

Correva il 1850 quando una nuova istanza sottoscritta da bottegai, commercianti, locandieri e negozianti residenti al Fitto di Cecina, fu inviata al Gonfaloniere di Bibbona. Oggetto della richiesta era l’esigenza di aprire una scuola ed individuare una figura guida come maestro di lettura, calligrafia, aritmetica e dottrina cristiana. Disporre di un maestro che metteva a disposizione i locali religiosi per finalità istruttive, rappresentò un enorme vantaggio che permise di superare le prime difficoltà di avviamento e realizzazione della società.

Nel 1859 il Comune approvò il progetto di istituzione delle scuole elementari maschili e femminili, per i bambini da sei a dodici anni compresi, con maestri diplomati e nominati dal Consiglio Comunale. Ciò condusse ad una nuova attenzione verso il settore scolastico. Innanzitutto si modificò l’opinione comune che la formazione delle donne dovesse avvenire necessariamente tra le mura domestiche, in stretto contatto dell’affetto familiare. Secondo la nuova normativa vi erano delle materie basilari che dovevano essere apprese da entrambi i sessi, vale a dire la lettura e la scrittura, necessarie nella vita quotidiana. Successiva attenzione fu data poi allo studio della lingua italiana, dei pesi, delle misure, delle monete, della storia italiana, della geografia e delle scienze in generale. Unitamente a ciò, al sesso femminile erano indirizzate ulteriori materie quali il ricamo ed altre attività attinenti alla vita casalinga. Anche la religione cattolica aveva il suo ruolo in termini didattici. Il catechismo doveva essere esercitato in ogni scuola da parte di un ecclesiastico che doveva attenersi a testi approvati dal vescovo e dal Ministro dell’Istruzione Pubblica. Al Fitto però l’attuazione pratica di tale cambiamento fu rimandata ad altro periodo. Dal 1863, con l’ultimazione del palazzo comunale, vi fu ulteriore fermento per l’evoluzione scolastica. Le aule del Comune, una a pian terreno e una al piano

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14

superiore, furono adibite all’insegnamento. La frequenza media degli iscritti oscillava tra 50 e 60 alunni.

L’economia agricola e commerciale si evolveva facendo di Cecina un importante centro d’attrazione anche per il territorio circostante; il paese aveva ormai assunto le sembianze di una nuova zona urbanizzata della Maremma.

Per cercare di proporre delle soluzioni contro l’immobilismo delle istituzioni culturali verso il cambiamento socio economico, il 27 dicembre 1866, con deliberazione comunale, fu istituita una scuola serale.

La legge n. 3961 del 15 luglio 1877 prevedeva l’obbligo dell’istruzione elementare per maschi e femmine che avessero compiuto i sei anni. L’obbligo permaneva fino all’età di nove anni. Materie d’insegnamento erano l’educazione civica(comprendeva doveri dell’uomo e del cittadino), la lettura, la calligrafia, la lingua italiana, l’aritmetica e il sistema metrico-decimale. Dopo il corso elementare, l’insegnamento delle materie obbligatorie venne ampliato ancora di un anno. I ragazzi erano ammessi alla frequentazione delle scuole serali, e le ragazze le scuole festive. Solo previa richiesta al Sindaco, i genitori potevano esimere i figli dall’obbligo previsto. Le nuove disposizioni portarono ad ampliare le materie scolastiche. Con la legge n. 4677 del 16 dicembre 1788 fu reso obbligatorio l’insegnamento dell’attività motoria sia alle elementari che nel resto delle scuole. La ginnastica era considerata un elemento importante dopo una lunga applicazione intellettuale degli allievi che potevano distrarsi praticando esercizi, giochi e marce.

Un giovane maestro diplomato, Alberto Menicucci, tentò di colmare la distanza tra i luoghi urbani della formazione e la periferia rurale, rendendosi disponibile all’insegnamento a partire dal gennaio 1879 sino all’estate, recandosi ogni giorno tra le case del Paratino.

La soluzione definitiva al problema organizzativo del sistema scolastico si ebbe quando fu avvertita la necessità di elevare la qualità del resto dei servizi pubblici, vista l’importanza assunta da Cecina.

Nel 1881 fu approvato il nuovo Piano Regolatore in cui venivano stabilite le disposizioni da rispettare affinché le costruzioni del paese assumessero una disposizione funzionale adeguata.

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15

Nel 1883 l’insegnamento venne elevato fino alla quarta classe e la scuola di Cecina fu riconosciuta scuola urbana e non più rurale. Nel biennio 1886-1887 la parrocchia di Cecina raggiungeva più di 3.000 abitanti, di cui 122 bambini e 127 bambine in età tra i 6 e i 9 anni.

Il nuovo assetto urbano si stava modificando e puntava ad impedire la deformazione della struttura originale del centro del paese; per tale motivo si decise di mantenere l’espansione della città sull’asse trasversale alla Via Emilia delineato dalla stazione alla chiesa. Nella zona bonificata, chiamata Campo ai Ciocchi, fu avviata la realizzazione di una grande piazza che avrebbe dovuto essere destinata allo svolgimento di tutte le fiere: Piazza Carducci.

2.1.1.1 Il progetto del 1888

Le disposizioni promosse dal regolamento legislativo del 1888 sull’insegnamento fecero reclamare a una nuova scuola elementare. Il regolamento prevedeva che ciascun maestro non poteva avere più di quaranta alunni. A Cecina il numero dei frequentanti di ciascuna classe superava i 50, con percentuale maschile in prevalenza. Oltre a ciò il regolamento per l’istruzione elementare conferiva nuove responsabilità al Comune, come l’obbligo di impartire agli allievi l’insegnamento religioso nei giorni e nei limiti prestabiliti dal Consiglio Provinciale. Ciascun anno scolastico cominciava il 15 ottobre e terminava il 15 agosto e l’attribuzione delle cattedre avveniva tramite concorso bandito dai Consigli scolastici provinciali e comunali. Fu prevista l’istituzione di un patronato, figura scelta fra le persone più ragguardevoli del paese, per supportare le persone meno abbienti alla fornitura di vestiario e materiale scolastico.

Una nuova legge nazionale (la n. 5808 del 8 luglio 1888) autorizzava la Cassa Depositi e Prestiti a concedere ai comuni del Regno dei finanziamenti di durata non superiore ai 30 anni, per incentivare l’edificazione delle scuole dell’obbligo.

Nel 1888 l’ingegnere comunale Carlo Giusteschi redasse il progetto per una nuova scuola elementare, maschile e femminile, che avrebbe dovuto chiamarsi “Francesco Domenico Guerrazzi”. Base del progetto fu la legge n. 5516 dell’11 novembre 1888, contenente le direttive sulle nuove scuole da edificare in base alle esigenze che il paese avrebbe potuto avere nel futuro immediato.

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16

In base alla normativa l'edificio doveva avere un aspetto semplice ed elegante, tale da

“elevare l’animo e ingentilire il gusto degli studenti”. Le classi dovevano essere

distribuite secondo il sesso in direzione sud o sud-est e, per le scuole urbane era necessario prevedere la direzione, una sala d’aspetto ed una sala per gli insegnanti. La nuova scuola di Cecina aveva quindi forma rettangolare e si sviluppava su due piani, con il corpo centrale aggettato sulla facciata che predominava sul passaggio della strada proveniente dalla Via Emilia. Caratteristici erano il balcone al di sopra dell’ingresso principale, la linearità su doppie file di sette finestroni ad arco ribassato, un giardino e una cancellata. Le facciate minori erano disposte sulle vie laterali, caratterizzati da una doppia fila di cinque finestroni. Sul lato del Prato6, al posto del finestrone centrale, vi era l’ingresso per le alunne della scuola femminile. L’edificio fu progettato sul terreno di proprietà di Averardo Bernardini e la dimensione delle aule era stata considerata in base all’incremento che avrebbe potuto avere il numero degli alunni.

Figura 7 Progetto del 1888, ing. C. Giusteschi: prospetti e sezione - fonte: Archivio Storico di Cecina

Un ampio corridoio interno circoscriveva gli ambienti rendendo l’ingresso di ciascuna stanza separato ed indipendente.

6

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17

Al pian terreno era prevista la scuola maschile e al piano superiore era prevista la scuola femminile, con quattro aule dotate del proprio vestibolo, un’aula di dimensioni maggiori per i lavori comuni ed una adibita all’insegnamento promiscuo dei bambini della prima classe.

Sul lato opposto della facciata principale vi era il cortile per la ricreazione, lasciato per ampliare l’edificio in futuro qualora fosse aumentata l’affluenza femminile. Lo scopo principale del progetto di Giusteschi era evitare un sovraffollamento che avrebbe potuto causare problemi igienici e difficoltà nello svolgimento regolare delle lezioni.

Figura 8 Progetto del 1888, ing. C. Giusteschi: piante - fonte: Archivio Storico di Cecina

Secondo il progetto, le materie prime alla base della costruzione dovevano essere reperite localmente. Difatti i materiali in muratura di laterizio dovevano provenire dalle fornaci di Cecina, l’estrazione della rena dal fiume e i materiali da costruzione dalle migliori cave di natura calcarea. La costruzione delle volte dei soffitti doveva essere effettuata con le migliori tecniche conosciute, utilizzando le migliori materie prime in commercio. Lo zoccolo doveva essere fatto con pietra da taglio proveniente dalle cave di Calignaia e del Sassoscritto. Le bozze e il pietrame occorrenti per finestre e porte dovevano provenire dalle cave di Rosignano e i dettagli sagomati

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(vale a dire le cornici di rigiro delle finestre compreso i davanzali, l’usciale7 del terrazzo e della porta d’ingresso per la scuola femminile) dovevano essere approvvigionati dall’ufficio tecnico del Comune. Il resto degli ornamenti previsti per la facciata esterna sarebbero stati eseguiti dallo scalpellino Giuseppe Bichi, richiamando la natura floreale e anticipando il gusto cecinese che si affermerà a partire dal 1900.

2.1.1.2 Le fasi di realizzazione

Dopo la fase dello studio progettuale, Re Umberto I accolse la domanda del Comune di Cecina, ed il Consiglio Provinciale approvò nel febbraio 1890 la concessione del prestito. Il regio decreto si rivelò risolutivo circa la decisione della costruzione dell’edificio scolastico a Cecina. Il prestito consentiva di ottenere un mutuo di 45.000 lire dalla Cassa Depositi e Prestiti con un interesse del 5%, da restituire in trent’anni. Dopo aver ottenuto il finanziamento, cominciò la fase di appalto tramite asta pubblica aggiudicata dal costruttore livornese Giuseppe Bellandi. L’importo effettivo del contratto vincitore ammontava a 31.182,5 lire da corrispondere ad opera conclusa.

Il 14 giugno 1891 vi fu posa della prima pietra della nuova scuola alla presenza del Duca d’Aosta.

Il 2 ottobre 1891, ad opera ancora incompleta, il costruttore Bellandi morì. Ciò costituì una battuta d’arresto nello svolgimento dei lavori. In base al contratto vi era l’obbligo di terminare la costruzione entro sei mesi dalla firma dell’accollo, si aprì quindi la questione di chi avrebbe dovuto proseguire nella realizzazione. Il Comune dovette saldare agli eredi dell’impresario defunto 14.790,82 lire e riaprire la procedura per l’assegnazione dei lavori. Il 9 aprile 1892 la Giunta Municipale comunicò al Prefetto di Pisa che il fabbricato, non ancora ultimato e in stato di abbandono, versava in uno stato di deterioramento continuo, così come il materiale depositato nel cantiere di lavoro. Contemporaneamente la classe operaia di Cecina, risentendo della pausa edilizia e lavorativa, rivendicava mezzi economici per la sopravvivenza. Così fu indetto un nuovo bando prorogando di 10 mesi la nuova firma di accollo del termine per l’ultimazione dei lavori dell’edificio. La seconda asta

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per l’assegnazione dei lavori, eseguita il 6 luglio, però risultò deserta. La Giunta Municipale inviò alle autorità governative, una richiesta urgente per provvedere alla continuità dei lavori; la costruzione sospesa continuava a deteriorarsi ed i materiali fermi nel cantiere diminuivano continuamente in quanto erano esposti al pubblico e ad atti di sciacallaggio.

L’alternativa della trattativa privata sembrò l’unica soluzione possibile, infatti il 10 ottobre 1892, con tre richieste ricevute, l’incarico di ultimare i lavori fu affidato all’impresario Franco Cappelli. Il Prefetto approvò nell’immediato la richiesta di autorizzazione a procedere inviata dal Consiglio Comunale di Cecina.

Nonostante l’esecuzione dell’opera si fosse rivelata più lunga del previsto, il 29 aprile di due anni dopo l’edificio fu inaugurato.

Figura 9 Scuola elementare Guerrazzi nel 1902 - fonte: Archivio Storico di Cecina

2.1.1.3 Evoluzione storica

Il primo progetto di ampliamento della scuola fu redatto dal dott. Francesco Cinotti e dall’ing. Domenico Collavoli.

Il progetto prevedeva l’allungamento delle ali laterali, una su via Verdi e l’altra su Piazza Carducci, fino a raggiungere una lunghezza di 40 metri come si evince dai progetti originali dell’epoca conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Cecina.

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Figura 10 Progetto del 1900, dott. F. CInotti | ing. D. Col,lavoli: piante - fonte: Archivio Storico di

Cecina

L’intervento non fu mai realizzato, lasciando spazio ad una soluzione diversa successiva di qualche decennio, datata 24 aprile 1930.

Figura 11 Progetto del 1930, ing. M. Calderini | dott. G. Marionneschi: piante - fonte: Archivio

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Il progetto, a cura dell’ing. Mario Calderini e del dott. Giorgio Marionneschi prevedeva ancora l’allungamento delle due ali laterali, anche se per una lunghezza inferiore di soli 10 metri, con in più la costruzione di due blocchi simmetrici, affacciati sul cortile interno, riservati ad ospitare i servizi igienici così come appaiono ancora oggi.

Una foto del 1940 mostra come l’edificio si fosse espanso ancora, ma non si ha documentazione disponibile sugli interventi effettuati.

La fotografia mostra l’ulteriore allungamento, con un blocco a piano terra sormontato da una terrazza con balaustra in pietra, fino a raggiungere il muro di recinzione del cortile dell’ex “Casa del Littorio”.

Figura 12 Foto di Piazza Carducci e della scuola elementare Guerrazzi, 1940 - fonte: Archivio Storico

di Cecina

Ulteriori interventi furono realizzati a partire dagli Anni ’60 modificando ulteriormente l’impianto originale, costruendo all’interno del cortile una scala di grandi dimensioni con relativo vano ascensore.

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22

Venne successivamente aggiunto un nuovo corpo di fabbrica, dove attualmente si trova la palestra e l’archivio, a chiusura del lato posteriore che attesta sull’ex “Casa del Littorio”.

Infine, quando la sede istituzionale del Comune si trasferì all’interno dell’ex Casa del Fascio, fu realizzato un piccolo edificio al di fuori del perimetro scolastico in cui venne localizzato il C.E.D. (Centro Elaborazione Dati).

Figura 13 Locale C.E.D. (Centro Elaborazione Dati), adiacente all’ex Guerrazzi

All’inizio del nuovo secolo il fabbricato comincò a presentare lesioni sulle murature di varie dimensioni, e venne interessato da alcuni interventi di consolidamento, che risultarono non risolutivi, al punto di rilevare la necessità di costruire una nuova sede in quello che viene oggi identificato come “Villaggio scolastico” e dove, al termine dei lavori furono trasferite tutte le funzioni della scuola.

Nel 2015, rimasto ormai privo di uso, l’ex Guerrazzi viene adibito in via provvisoria a sede dell’archivio, di una piccola palestra, di un auditorium e di alcuni sportelli comunali, funzioni che tutt’ora mantiene, in attesa di adeguamento.

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Figura 14 Foto interne di alcune aree dell’ex Guerrazzi

2.1.2

Il Prato: Piazza Carducci

Cecina, in pochi anni, aveva consolidato la sua struttura economica fino a diventare un importante riferimento per la commercializzazione dei prodotti della Maremma. Nel 1891 fu approvato il secondo Piano di Ampliamento della città che si incentrava sulla costruzione di una nuova piazza per il mercato edificata alle spalle del duomo: Piazza Carducci.

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24

Successivamente, con lo sviluppo a monte, furono realizzate le due strade parallele, che congiungevano la piazza con Via Emilia, collegando per intero la nuova espansione con il centro e l’abitato della città.

Le funzioni civili, religiose e di servizio, prima incentrate in un’unica superficie dalla Via Emilia alla stazione ferroviaria, vennero ampliate in due aree comunicanti tra di loro: le attuali Piazza Guerrazzi e Piazza Carducci.

Figura 16 Schema del progetto di Piazza Carducci - fonte: Archivio Storico di Cecina

La realizzazione di Piazza Carducci, da tutti conosciuta come “Il Prato”, completava l’idea dello sviluppo urbano nel centro di Cecina e divenne anche luogo per gli spettacoli del circo equestre e del parco divertimenti della Fiera di Ottobre.

Con l’avvento del fascismo il partito stabilì la propria sede a Villa Flora, che divenne “Casa del Littorio”.

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Figura 17 “Casa del Littorio” in epoca fascista - fonte: Archivio Storico di Cecina

2.1.3

Riepilogo delle fasi significative dell’analisi storica

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2.2

Analisi dello stato di fatto

Per poter giungere ad un elevato grado di modellazione di una costruzione storica in muratura, in questo caso riguardante l’approccio alla sicurezza antincendio, è anzitutto necessario acquisire un’approfondita conoscenza tramite indagini storiche, rilievo geometrico ed indagini diagnostiche volte soprattutto a definire la natura dei materiali e la stratigrafia degli elementi, concetti base per determinare la resistenza al fuoco delle strutture sia verticali che orizzontali in modo da ottenere risultati attendibili.

Grazie allo studio dell’evoluzione storica dell’ex Guerrazzi, affrontato nel paragrafo precedente, è stato possibile datare sommariamente le varie zone, identificando quelle rimaste pressoché invariate nel corso del tempo e quelle dove si sono concentrate maggiormente le modifiche con demolizioni ed accrescimenti.

2.2.1

Rilievo geometrico

Figura 19 Piante dell’ex Guerrazzi, stato attuale

Per prima cosa, è stato effettuata la verifica della rispondenza delle planimetrie dell’intero complesso con la documentazione di cui si disponeva già in formato

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digitale, fornite dal Comune e realizzate a seguito di un rilevo del 2013 effettuato dalla società Manutencoop8.

Questi documenti hanno costituito la base di partenza del rilievo svolto in questa sede; in particolare sono state ricontrollate le dimensioni dei locali, gli spessori dei muri, ed aggiornate le piante dove si sono riscontrate difformità.

Inoltre, il rilievo è stato arricchito da una approfondita documentazione fotografica, di cui si riporta un quadro riassuntivo, nell’immagine che segue.

Figura 20 Documentazione fotografica dell’ex Guerrazzi, stato attuale

Nessun elaborato era invece stato prodotto in merito alle sezioni interne, pertanto è stato necessario svolgere un rilievo completo delle altezze dei locali con l’ausilio di strumenti laser. Stessa cosa per i prospetti, per i quali, avendo come base di partenza

8 Società leader in Italia specializzata nella gestione e nell'erogazione di servizi integrati, alla clientela

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le piante e le fotografie, ci si è basati sull’ausilio di un programma per il fotoraddrizzamento.

Il rilievo geometrico ha infine riguardato Piazza Carducci, dove come base è stata usata la Carta Tecnica Regionale di Cecina, mentre per il posizionamento preciso delle specie arboree, degli arredi urbani e di altri elementi caratterizzanti la piazza stessa, si è provveduto alla misurazione mediante l’utilizzo di rotelle metriche.

La rappresentazione dei risultati è stata elaborata in ambiente CAD.

Gli elaborati completi sono riportati nell’Allegato A al presente lavoro di tesi.

2.2.2

Indagini diagnostiche

Le indagini diagnostiche su alcuni componenti dell’edificio sono state realizzate dal laboratorio Sigma Etruria s.r.l. di Livorno ed hanno riguardato:

• saggi a campione per verificare i materiali e il loro grado di connessione;

• prove termografiche su pareti e solai per la verifica di tessiture;

• indagini pacometriche per verificare o meno la presenza di ferri di armatura;

• prove PNT-G per verificare la resistenza a compressione delle malte;

• indagini endoscopiche per determinare la stratigrafia.

Le prove diagnostiche su materiali e componenti costruttivi sono comunemente classificate in distruttive (saggi, carotaggi), debolmente distruttive (microcarotaggi, martinetti piatti) e non distruttive (indagini con termografia a infrarossi, prove soniche e ultrasoniche, prove sclerometriche e magnetometriche) in base al livello di disturbo all’integrità materica e alla stabilità strutturale. In generale, le prove distruttive e debolmente distruttive forniscono informazioni locali e quantitative, sulla base di misure dirette di parametri meccanici, fisici e chimici, mentre le prove

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non distruttive consentono indagini estese e qualitative e riguardano il rilevamento di grandezze indirette, ma correlabili alle caratteristiche materiche e costruttive di interesse.

Saggi ispettivi

Sono operazioni che prevedono la distruzione di piccole aree dell’elemento analizzato al fine di indagarne le caratteristiche geometriche e strutturali.

Prove termografiche

La termografia è una tecnica di indagine diagnostica non distruttiva che, grazie al diverso grado di emissività dei materiali9 permette di risalire ad informazioni di tipo qualitativo sulla natura dei vari elementi quali ad esempio:

- tamponamenti di aperture nelle murature sotto intonaco; - orditure di elementi strutturali di sostegno in solai piani; - tessiture degli elementi murari;

- presenza di ponti termici e dispersioni termiche dovute ad una coibentazione insufficiente.

Indagini pacometriche

Anche questo tipo di prove, come le precedenti, si configurano tra le indagini non distruttive e, mediante l’utilizzo di uno strumento chiamato appunto pacometro10, permettono di rilevare la presenza o meno di armature all’interno di un elemento strutturale, il diametro dei tondini di acciaio, l’interferro e lo spessore del copriferro.

Prove PNT-G

Sono indagini che consistono nel misurare il grado di resistenza alla penetrazione tramite strumento apposito. Sono utilizzate per determinare la resistenza delle malte costituenti le murature.

9 L’energia radiante di un oggetto è una funzione della temperatura superficiale, che in un materiale è

a sua volta condizionata dalla conducibilità termica e dal calore specifico che traducono in termini quantitativi rispettivamente l’attitudine del materiale stesso a trasmettere il calore e a ritenerlo.

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Indagini endoscopiche

L’endoscopia consiste nel praticare dei fori passanti di piccolo diametro nelle murature mediante trapano elettrico per la restituzione video della stratigrafia attraverso l’inserimento dell’endoscopio11.

I risultati ottenuti sono particolarmente affidabili in quanto si ha la possibilità di poter osservare direttamente forma ed aspetto di quanto indagato, fornendo informazioni di carattere qualitativo e in alcuni casi quantitativo, mediante misurazioni geometriche particolari.

2.2.3

Risultati delle prove effettuate sull’ex Guerrazzi

I risultati delle analisi sono stati resi disponibili dall’ufficio manutenzioni e patrimonio del Comune in accordo con il progettista incaricato della progettazione strutturale.

Figura 21 Saggi effettuati sul fabbricato - fonte: Ufficio Manutenzioni e Patrimonio

11 Esistono vari tipi di strumentazioni; nella versione più semplice l’endoscopio rigido o baroscopio è

costituito da un tubo rigido (che può essere prolungato fino a raggiungere alcuni metri di lunghezza) con abbinati prismi e lenti per il trasferimento dell’immagine dall’obiettivo all’oculare. L’endoscopio flessibile, costituito da fasci di fibre ottiche, è più versatile in quanto permette di raggiungere le zone da indagare anche lungo percorsi tortuosi e di poter fare ispezioni da diverse posizioni grazie alla mobilità della parte terminale comandata dall’esterno.

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31

In questa sede ci si è limitati ad utilizzare le informazioni elaborate da altri, senza entrare nel merito delle prove vere e proprie.

Ai fini della determinazione della resistenza al fuoco delle strutture è importante determinare con precisione la composizione materica di tutti gli elementi. In questo senso i risultati più significativi hanno riguardato i saggi e le endoscopie.

In particolare, si evidenzia che dal punto di vista materico il fabbricato originario è costituito da muratura in pietra a spacco con buona tessitura e solai in longherine e tavelloni (tra piano terra e primo piano) e in latero-cemento (tra piano primo e sottotetto).

A questo è giuntato sismicamente un fabbricato di più recente costruzione costituito da pilastri in mattoni e calcestruzzo, al piano terra, e blocchi in calcestruzzo vibrocompresso al primo piano. Il solaio è in latero-cemento.

Il vano scala centrale è costituito da muratura in mattoni in laterizio e il solaio di copertura piana in latero-cemento.

Figura 22 Piante dell’ex Guerrazzi con indicazione dei materiali costruttivi

2.2.3.1 Demolizione dell’ala nord dell’ex Guerrazzi

Come anticipato, la progettazione strutturale è stata affidata, dall’amministrazione comunale, ad un progettista esterno che, a seguito della modellazione dell’edificio

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32

(sulla base dei risultati delle indagini diagnostiche), ha deciso di abbattere l’ala nord del fabbricato.

Da questo è scaturito che il progetto di tesi fosse adattato alla nuova configurazione strutturale.

Figura 23 Piante dell’ex Guerrazzi con indicazioni delle costruzioni e demolizioni

L’iniziale forma pressoché quadrata, con corte interna chiusa sui quattro lati, diventa una “C”, con la conseguente apertura di un nuovo corridoio pedonale tra Via Verdi e Piazza Carducci.

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33

3

Analisi funzionale

In questo capitolo viene affrontata la progettazione degli spazi da un punto di vista architettonico e funzionale, sia per quanto riguarda la sistemazione interna dell’ex scuola elementare Guerrazzi, sia per la riorganizzazione di Piazza Carducci, con particolare riguardo nei confronti dell’area giochi dedicata ai bambini di cui verrà ulteriormente approfondito nel capitolo riguardante l’accessibilità.

3.1

Ricerca tipologica

Prima di iniziare a formulare qualsiasi ipotesi di tipo progettuale è necessario comprendere come sono strutturati al loro interno organismi complessi come gli uffici comunali e le piazze: quali sono i requisiti e gli standard da raggiungere, quali le loro funzioni e come sono cambiate nel tempo, a che tipo di utenti si rivolgono i servizi da loro offerti.

3.1.1

Il Municipio e gli uffici comunali

Il Comune è l’ente locale elementare, riconosciuto dalla Costituzione, con poteri di amministrazione su un determinato territorio e sulla sua popolazione, nonché la stessa circoscrizione territoriale.

Il Comune è il centro della vita di relazione dell'individuo, dal momento che il suo territorio coincide quasi sempre con quello di un centro abitato (città o borgo), più le campagne circostanti, con le eventuali case sparse, ed eventuali nuclei o centri abitati strettamente interdipendenti, o che si presumono tali, con il nucleo abitativo principale.

3.1.1.1 Le funzioni

Spettano al Comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, specialmente nei settori organici dei servizi alla persona ed

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alla comunità, dell’assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze.

Il Comune svolge anche funzioni amministrative per servizi di competenza statale, quali, ad esempio, i servizi elettorali o quelli di stato civile e anagrafe.

Sono state trasferite ai Comuni le competenze amministrative su materie quali:

• attività produttive: istituzione dello sportello unico e procedimenti relativi all’apertura, all’ampliamento ed alla cessazione degli impianti, ivi compreso il rilascio delle concessioni ed autorizzazioni edilizie;

• catasto edilizio urbano e catasto terreni;

• protezione civile;

• sanità: gestione delle emergenze sanitarie o di igiene di ambito locale; partecipazione alla programmazione regionale;

• servizi sociali;

• istruzione scolastica;

• beni ed attività culturali: valorizzazione dei propri beni; promozione di attività culturali;

• polizia amministrativa.

3.1.1.2 L’organigramma comunale

Per quanto riguarda l’organizzazione interna, ogni Comune redige un proprio Statuto con relativo organigramma sull'ordinamento dei servizi e degli uffici, che rappresenta la configurazione della struttura organizzativa dell'Ente con la suddivisione delle competenze in specifici settori di applicazione.

L’organigramma è uno strumento di rappresentazione grafica che, mediante anche l’ausilio di colori, permette in maniera chiara di risalire all’organizzazione gerarchica di una struttura.

Nella versione più comunemente utilizzata, è costituito da un insieme di rettangoli colorati e linee che li collegano tra di loro, ed ha una schematizzazione di tipo piramidale a blocchi, ma può essere redatto anche in forma tabellare.

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Lo studio dell’organigramma è importante in quanto, l’organizzazione funzionale interna, spesso si traduce in distribuzione funzionale dal punto di vista architettonico del Municipio stesso.

3.1.2

La piazza

La piazza, nel suo significato urbanistico, può definirsi come uno spazio libero, circondato da costruzioni. Nell'edilizia cittadina la piazza rappresenta uno degli elementi più importanti, in quanto la forma, l'ubicazione, la funzione e l'espressione estetica della piazza hanno seguito storicamente lo sviluppo urbanistico della città. Costruita attraverso lente stratificazioni o realizzata ex novo, è lo spazio privilegiato, il luogo dell’incontro e dello scambio, dove cultura e storia, simboli e tradizioni, rivivono quotidianamente.

Questa immagine è andata via via perdendo di significato nella città attuale: spazi senza qualità si susseguono in una sequenza indifferente a qualsiasi contesto, confondono i ricordi, omologando le città le une alle altre.

Le piazze della tradizione appaiono protette ed appartate, circondate da edifici importanti, perimetrate da portici che permettono un riparo ombroso d’estate ed una protezione alle intemperie d’inverno; sono palcoscenici in cui avviene la rappresentazione della collettività e del potere cittadino; sono teatri all’aperto concepiti per accogliere la folla delle feste, dei mercati e delle celebrazioni religiose.

3.1.2.1 La storia

Il primo esempio di piazza, così come la intendiamo oggi si fa risalire all’agorà greca, diventata negli anni sinonimo di democrazia. Infatti, terminata l’epoca micenea, seguita dallo spostamento delle istituzioni nella “città bassa”, i cittadini si riunivano in assemblea nell’agorà situata al centro della polis12 ed eleggevano i magistrati, esecutori del potere collettivo.

La parola “agorafobia”, che significa “paura degli spazi aperti”, deriva proprio dall’agorà greca nella sua funzione di piazza aperta e frequentata dal popolo.

12Il termine polis oltre ad indicare una città-stato dell’antica Grecia, si riferisce anche al modello tipico

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