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Dalla ricerca svolta infatti emerge quanto negli ultimi anni il consumatore sia cambiato e con esso anche il punto vendita

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Academic year: 2021

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CONCLUSIONI

Il presente lavoro mostra i cambiamenti che sono avvenuti all’interno del settore distributivo e che hanno modificato profondamente il mercato attuale.

Dalla ricerca svolta infatti emerge quanto negli ultimi anni il consumatore sia cambiato e con esso anche il punto vendita. Nel passato infatti il cliente quando entrava in un negozio era servito dal commesso il quale aveva un ruolo centrale durante la vendita poiché gli presentava i capi e con le sue opinioni poteva indirizzare il consumatore verso l’acquisto. Col passare degli anni lo scenario si è modificato: in alcuni negozi il ruolo del commesso è “centrale”, a questo si sono affiancate altre metodologie di vendita come ad esempio le tecniche di visual merchandising.

Anche le caratteristiche del consumatore hanno subito un cambiamento radicale: quest’ultimo è sempre più informato, autonomo ed edonista; inoltre, va alla continua ricerca di un coinvolgimento totale che lo spinge ad apprezzare i brand che sappiano creare l’atmosfera consona alla vendita attraverso le tecniche di visual merchandising. Di pari passo con la trasformazione del cliente, si è evoluto il punto vendita: ne è cambiata la logica e la concezione, sono stati creati nuovi format distributivi caratterizzati da spazi per l’intrattenimento, il divertimento, la cultura e l’informazione. In questo modo il punto vendita ha permesso al cliente di vivere la propria esperienza di shopping a 360 gradi.

Con l’era digitale si è assistito ad un ulteriore cambiamento. La rivoluzione digitale ha introdotto infatti delle novità nel campo delle attività economiche, le quali riguardano sia i canali distributivi sia la forza contrattuale dei clienti e dei fornitori. Il consumatore infatti, che aveva già subito dei cambiamenti nel passato, ha assunto nell’era digitale un forte potere contrattuale che lo porta a predominare nel sistema. Le imprese per mantenersi competitive sul mercato sono quindi costrette a modificare la propria organizzazione e a varcare i confini nazionali attraverso l’e-commerce. Quest’ultimo rappresenta il vero cambiamento: è un canale nuovo, poco esplorato, ma che attira a sé molte imprese e consumatori. Attraverso la rete il cliente ha la possibilità di avvicinarsi a questo nuovo e affascinante mondo: può scoprire in anteprima il prodotto, le sue caratteristiche, le sue varianti, confrontare i prezzi con quelli di altri venditori e infine acquistare comodamente da casa. Nasce quindi un modo tutto nuovo di fare shopping, che mette a rischio il punto vendita tradizionale poiché nel “mondo di oggi”, in cui le persone non hanno molto tempo da dedicare all’acquisto o a qualsiasi altra attività perché il tempo è prezioso, diventa “forse necessario” acquistare con un “click”, se non si vogliono perdere le occasioni che ci vengono offerte. Perché, infatti, rinunciare all’aperitivo,

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alla palestra, all’ora in più di straordinario se è possibile acquistare da casa, velocemente, comodamente e ad un prezzo più basso? Inoltre, ciò che viene acquistato viene comodamente spedito a domicilio e, nel caso il prodotto non sia quello ordinato o sia della taglia sbagliata, è possibile restituirlo o cambiarlo. La logica dell’e-commerce quindi si adatta perfettamente al momento in cui stiamo vivendo e per questo motivo molti clienti, come si evince dall’indagine, acquistano attraverso questo canale distributivo e risultano esserne soddisfatti.

Dalla ricerca però è emersa anche una percentuale di clienti che non acquistano online prodotti legati all’ambito della moda. I motivi che li portano a mettere in atto questo comportamento sono due: la preferenza ad acquistare in un punto vendita fisico e l’impossibilità di poter provare i capi d’abbigliamento. Di conseguenza, anche se l’e- commerce risulta essere adeguato al mondo frenetico in cui viviamo oggi, siamo sicuri che per il consumatore siano passati in secondo piano alcuni valori tradizionali dello shopping?

Sembra infatti che nonostante le potenzialità dell’e-commerce comunque vi sia ancora una parte di clienti che preferiscano mantenere il contatto diretto con il capo prescelto e con coloro che erogano il servizio. All’interno del punto vendita è possibile infatti toccare e provare il capo, sentire la consistenza della stoffa, valutare il vero colore, creare degli abbinamenti con gli accessori; azioni ovviamente non ugualmente possibili attraverso la rete.

Proprio per questa impossibilità molti clienti preferiscono provare i capi nei punti vendita tradizionali ed eventualmente acquistare tramite la rete il capo provato ma ad un prezzo più basso. Questo dimostra quanto sia difficile per il cliente rinunciare a certe azioni tipiche dell’attività tradizionale di shopping, come la prova dei capi, ma cercando comunque di approfittare di eventuali sconti o promozioni presenti sulla rete.

Inoltre, sempre dall’indagine è risultato che la rete secondo il consumatore non è ancora affidabile per quanto riguarda i pagamenti e per le truffe online. I primi sono ritenuti infatti ancora poco sicuri per via delle possibili clonazioni che possono essere fatte alle carte di credito, anche se in realtà, alcuni metodi di pagamento online, come la Paypal e la carta prepagata, sono sicuri e consentono al cliente di pagare in tranquillità.

L’indagine inoltre, ha rilevato un’alta frequenza di truffe avvenute durante gli acquisti online sia sui siti ufficiali dei brand sia su quelli dei rivenditori. La maggior parte di queste riguardano il mancato arrivo del prodotto al domicilio del cliente: la percentuale riscontrata non è bassa e dimostra che il timore che spinge alcuni consumatori a non acquistare attraverso la rete non è del tutto infondato.

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