5. ANALISI DATI
5.1. Inquadramento ecobiostratigrafico
Nel Mediterraneo, durante il Pliocene ed il Pleistocene inferiore la fauna a molluschi di piattaforma è stata caratterizzata da eventi di scomparsa- estinzione che hanno permesso la definizione di quattro unità faunistiche (MPMUs, Mediterranean Pliocene Molluscan Units), (Raffi e Monegatti, 1993;
Monegatti e Raffi, 2001). Si tratta di unità faunistiche ecobiostratigrafiche e quindi valide esclusivamente nel contesto paleobiogeografico in cui sono state definite, anche se recentemente si è cercato di esportarne l’applicazione anche lungo le coste europee dell’Atlantico Orientale (Monegatti e Raffi, 2007; Silva et al., 2010).
L’uso di queste unità si basa sulla constatazione che la distribuzione latitudinale degli organismi bentonici marini è controllata da diversi fattori:
temperatura, disponibilità di cibo, competizione, predazione, tipo di substrato e così via. Tra questi però, il principale sembra essere la temperatura che deve rimanere per un tempo sufficientemente lungo, al di sopra dei valori minimi richiesti per la riproduzione (Monegatti e Raffi, 2001).
Attraverso le quattro MPMUs è stata osservata una diminuzione dei taxa termofili con conseguente riduzione della diversità complessiva della fauna, in quanto gli eventi di scomparsa/estinzione non risultano compensati da fasi di immigrazioni almeno fino all’arrivo degli ospiti boreali (~1.8 Ma). Integrando i dati paleontologici con quelli isotopici è stato definito inoltre, il significato climatico-oceanografico di ognuna delle quattro unità che evidenziano un progressivo cambiamento verso condizioni sempre più simili a quelle del Mediterraneo attuale (Monegatti e Raffi, 2001).
Nel corso del Plio-Pleistocene sono stati registrati tre importanti eventi di raffreddamento nell’Emisfero Settentrionale datati a circa 3.0, 2.5 e 2.1 Ma, in corrispondenza dei quali sono state evidenziate le fasi di estinzioni nella fauna a molluschi bentonici che rappresentano i limiti delle MPMUs (figura 5.1). Ogni unità è infatti definita dalla presenza di un particolare contingente di taxa la cui scomparsa corrisponde al passaggio con la MPMU successiva (Monegatti e Raffi, 2001).
Raffi e Monegatti (1993), e Monegatti e Raffi (2001) hanno delineato i limiti delle quattro unità attraverso la distribuzione stratigrafica di 356 specie di bivalvi di piattaforma basandosi su dati provenienti dalle numerosissime comunità a molluschi del Pliocene/Pleistocene italiano. Per i gasteropodi non esistono ancora dati dettagliati in letteratura, ma attraverso le quattro MPMUs si segnala una diminuzione della diversità di Terebridi e Conidi e la presenza esclusiva per la MPMU1 della specie Strombus coronatus (Defrance, 1827) (figura 5.1).
Fig. 5.1: calibratura cronologica dei principali eventi di estinzione dei molluschi nel Pliocene che delimitano le quattro unità faunistiche (MPMUs). Le barre tratteggiate indicano numeri di specie che presentano o dubbi della loro distribuzione nel Pliocene o incertezza sulla loro presenza durante il Pliocene (Monegatti e Raffi, 2001; modificata).
5.1.1. MPMU di appartenenza dei campioni analizzati
Sulla base delle microfaune e delle nannoflore l’alloformazione A2 e l’alloformazione A3, alle quali appartengono i campioni analizzati, presentano un’estensione cronostratigrafica che complessivamente include la parte finale dello Zancleano e quella basale del Piacenziano (Martini et al., 2011), (figura 5.2) rientrando perfettamente nella MPMU1 (da 5.3 a 3 Ma).
Attraverso la distribuzione cronostratigrafica delle specie presenti nelle associazioni a Molluschi (tabella 11) è possibile ottenere informazioni relative all’età dei sedimenti presi in esame.
Osservando i dati nella tabella 11 si nota che la maggior parte dei taxa ha un range che dal Miocene fino all’Attuale, risultando quindi di scarso rilievo per un inquadramento cronostratigrafico.
Solo alcune specie risultano più significative:
− Nassarius (Zeuxis) solidulus (Bellardi, 1882), specie esclusiva del Pliocene;
Fig. 5.2: confronto tra estensione bio-cronostratigrafica delle unità allostratigrafiche e intervalli di distribuzione delle quattro unità faunistiche (MPMUs). ATNTS:
Astronomical Tuned Neogene Time Scale (Martini et al., 2011 e Monegatti e Raffi, 2001; modificate).
− Codakia orbicularis (Linnaeus, 1758) con distribuzione Miocene- Pliocene;
− Gari (Psammobia) uniradiata (Brocchi, 1814) con distribuzione Miocene-Pleistocene;
− Trachelochetus romanus (Defrance, 1826) con distribuzione Miocene-Pliocene;
− Ringicula ventricosa (Sowerby, 1825) con distribuzione Miocene- Pliocene.
Essendo presente una sola specie esclusiva del Pliocene, rinvenuta unicamente nel campione B2, le associazioni non permettono un inquadramento stratigrafico di dettaglio risultando comunque nel complesso concordanti con il riferimento biozonale basato sui microfossili (biozone a foraminiferi plantonici e nannofossili calcarei) riguardo alle due Alloformazione A2 ed A3, che hanno un’estensione cronostratigrafica che include la parte finale dello Zancleano e quella basale del Piacenziano (Martini et al., 2011), (figura 5.2). Inoltre, la presenza di tre specie consente un riferimento all’unità tropicale MPMU1.
Tab. 11: distribuzione stratigrafica dei taxa delle schede autoecologiche.
Classe Bivalvia MIOCENE PLIOCENE PLEISTOCENE ATTUALE
Nucula nitidosa X X X X
Nucula gr. nucleus X X X X
Saccella commutata X X X X
Nuculana (Lembulus) pella X X X X
Asperarca nodulosa X X X X
Anadara diluvii X X X X
Striarca lactea X X X X
Glycymeris nummaria X X X X
Glycymeris glycymeris X X X X
Glycymeris bimaculata X X X X
Pecten (Flabellipecten) bosniasckii ? X
Flabellipecten flabelliformis X X
Aequipecten (Aequipecten) opercularis X X X X
Myrtea (Myrtea) spinifera X X X X
Gonimyrtea cfr. meneghinii X X ? ?
Codakia orbicularis X X
Glans (Glans) intermedia X X X
Astarte (Astarte) sulcata X X X
Papillicardium papillosum X X X X
Parvicardium roseum ? X X X
Spisula subtruncata X X X X
Tellina donacina X X X X
Gari (Psammobia) uniradiata X X X
Timoclea (Timoclea) ovata X X X X
Venus (Ventricoloidea) multilamella X X X X
Venus casina X X X X
Chamelea gallina X X X X
Gouldia (Gouldia) minima X X X X
Pelecyora gigas X X
Pitar (Pitar) rudis X X X X
Corbula (Varicorbula) gibba X X X X
Classe Gastropoda
Turritella tricarinata X X X X
Turritella triplicata X X X X
Eglisia spirata X X X
Bittium latreillii X X X X
Notocochlis tigrina X X X
Euspira macilenta X X X X
Nassarius lima X X X X
Nassarius (Zeuxis) solidulus X
Nassarius conoidalis X X X ?
Nassarius serratus ? X ?
Nassarius simistriatus X X X X
Nassarius elatus ? X ?
Nassarius cabrierensis x x
Terebra reticularis x x
Impages cinerea x x x ?
Trachelochetus romanus x X
Gemmula contigua X X
Ringicula auriculata X X X X
Ringicula ventricosa X X
Classe Scaphopoda
Dentalium (Antalis) fossile X X X X
Antalis agilis X X X X
Comparando infatti, le specie di bivalvi rinvenute sia nei campioni volumetrici, sia in quelli manuali con le 356 specie di bivalvi che hanno permesso la delineazione delle quattro MPMUs (Monegatti e Raffi, 2001), è stato possibile identificare l’unità faunistica di appartenenza delle malacofaune oggetto di studio.
Le tre specie risolutive a tale fine sono:
− Pecten (Flabellipecten) bosniasckii De Stefani & Pantanelli, 1880, rinvenuta nel campione T2;
− Lucina orbicularis Deshayes, 1836 (nome valido: Codakia orbicularis (Linneo, 1758), rinvenuta nei campioni C1, C2, C2* ed E2;
− Pelecyora gigas (Lamarck, 1818), rinvenuta nel campione C2*.
Segue tab. 11
Tutte e tre le specie si estinguono al limite della MPMU1 (Monegatti e Raffi, 2001), risultando quindi questa l’unità faunistica di appartenenza dei campioni sopra indicati.
La MPMU1 corrisponderebbe alla situazione oggi riscontrabile nella bioprovincia tropicale dell’Atlantico Orientale (coste africane a sud di 20°- 22°
lat. Nord) dove le temperature estive delle acque superficiali non sono inferiori a 24 °C per almeno 5/6 mesi l’anno (Raffi et al., 198 5).
Risulta quindi una perfetta compatibilità tra il dato ecobiostratigrafico attraverso le MPMUs e l’inquadramento biostratigrafico delle due alloformazioni A2 ed A3 (figura 5.2).