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Linguaggio e Linguaggio e Comunicazione Comunicazione

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Linguaggio e

Linguaggio e

Comunicazione

Comunicazione

(2)

Il linguaggio e la comunicazione:

Il linguaggio e la comunicazione:

testi di riferimento slides testi di riferimento slides

Belelli, G., Di Nuovo, S., Matarazzo O, (2006) (a cura di) Psicologia Generale, Idelson-Gnocchi, Napoli.

Cacciari,C. (2001), Psicologia del linguaggio, Il Mulino, Bologna.

Canestrari, R. (1984), Psicologia generale e dello sviluppo, Clueb, Bologna.

Di Giovanni, P (2007)

Zuczkowski, A. (1995) Strutture dell’esperienza e strutture del linguaggio, CLUEB, Bologna.

(3)

Sebbene…

Sebbene…

IL LINGUAGGIO sia l’insieme dei fenomeni di comunicazione e di espressione che si

manifestano sia nel mondo umano sia fuori di

esso (oltre al linguaggio verbale dell’uomo esistono infatti linguaggi artificiali creati

dall’uomo stesso e linguaggi animali: cfr. la danza delle api o i messaggi di pericolo

lanciati

da un individuo di un gruppo animale agli

(4)

Tuttavia…

Tuttavia…

Il linguaggio costituisce la capacità che più di altre caratterizza la specie umana (il linguaggio è tipicamente umano) anche in virtù del fatto che si è concretamente e storicamente manifestata nelle lingue.

L’italiano, il francese, l’inglese,

tutte le lingue del mondo, si

chiamano lingue storico-naturali

(5)

Pensiero - linguaggio Pensiero - linguaggio

Relativamente al complesso rapporto tra lo

sviluppo del pensiero, da un lato, e l’acquisizione del linguaggio, dall’altro, il dibattito, aperto su numerosi fronti, può essere ricondotto

sostanzialmente a tre posizioni:

1. da un lato la posizione di chi considera pensiero e linguaggio come due facoltà – parzialmente- autonome;

2. dall’altro quanti, invece, sostengono che la struttura del pensiero sia plasmata dalle

strutture del linguaggio (a far sviluppare la

(6)

Prima posizione Prima posizione

Per Vygotskij (anni trenta):funzionamento pensiero è indipendente e più complesso di quello del linguaggio. Per lo psicologo russo tre relazioni pensiero/linguaggio:

a) Pensiero non verbalizzato: il linguaggio interiore (trasformazione del linguaggio egocentrico dei bambini);

b) Il linguaggio esterno (con funzioni relazionali e referenziali);

c) Il linguaggio non intellettuale, privo di pensiero (ripetere una parte senza comprendere il significato).

(7)

Seconda posizione Seconda posizione

Linguaggio dà forma al pensiero

Ipotesi del relativismo e determinismo linguistico di Sapir(linguista) e Whorf(antropologo)

La forma del linguaggio determina la struttura dei processi di pensiero, modificando il modo in cui percepiamo le

(8)

Relativismo linguistico = le lingue segmentano il mondo e si applicano agli oggetti diversamente;

Determinismo linguistico = forma e caratteristiche del linguaggio determinano il modo in cui pensiamo.

Dopo l’incontro con Sapir, Whor fsi dedica allo studio della lingua hopi(lontano parente dell’azteco). La

lingua hopi delinea un tipo di fisica diverso dal nostro imponendo ad essi di osservare certi

fenomeni e non altri e, quindi, di denominarli e di classificarli in un certo modo, piuttosto, che in altri possibili.

(9)

“l’Hopi ha solo un nome per indicare tutto ciò che vola…In realtà gli hopi chiamano un insetto, un aereoplano e un aviatore tutti con lo stesso nome e non trovano in questo nessuna difficoltà...”

(B. L.Whorf, Language, thought, and

(10)

Ad oggi non esistono prove a sufficienza per determinare se differenze lessicali strutturino una stessa esperienza in modo diverso

Secondo Job e Rumiati(1988): il linguaggio non determina il pensiero; a differenze linguistiche non corrispondono sistematiche differenze percettivo-cognitive

(11)

Secondo Whorf gli hopi, non avendo parole e costruzioni grammaticali per denotare esplicitamente il tempo, ne avrebbero una concezione diversa rispetto a chi, come noi, ne ha una tripartizione in passato, presente, futuro, marcata anche linguisticamente(cfr. le voci verbali)

l’antropologo Malotki smentisce questo fatto: gli hopi hanno espressioni linguistiche per denotare

(12)

Secondo Whorf gli individui segmentano e categorizzano il reale in base alle strutture linguistiche fornite loro dalle rispettive lingue madri (esempio degli eschimesi e dei 21 diversi termini per designare il colore bianco della neve)

Nostro pensiero e percezione della

realtà dipendono dalla lingua in uso

nella nostra cultura

(13)

Terza posizione Terza posizione

Il linguaggio è un prodotto della mente. I processi di pensiero

influenzano la struttura del

linguaggio

(14)

Sebbene non sia possibile dare soluzione al dilemma pensiero/linguaggio (né filogeneticamente ontogeneticamente) è indubbio che:

gli alti livelli di intenzionalità, di coscienza, di ragionamento, di astrazione ecc. dell’uomo sono in qualche modo legati al linguaggio;

(cfr. Di Giovanni 2007, pp. 158-159)

(15)

Numerose sono le discipline che si occupano di linguaggio: linguistica, filosofia del linguaggio, psicologia ecc.

Contributi allo studio psicologico del

linguaggio anche da discipline diverse

dalla psicologia come, per l’appunto, la

linguistica e la filosofia del linguaggio

(16)

La linguistica di N.Chomsky

Contributo di Chomsky(1965/1970) non solo in ambito linguistico ma anche in ambito psicolinguistico.

Secondo l’Autore la Linguistica è una disciplina empirica che si occupa dei giudizi che i parlanti di una lingua danno sulla correttezza o meno delle frasi della stessa.

Scopo della linguistica = spiegare quali sono le regole che un parlante usa per formulare tali giudizi

(17)

Chomski contro

a) La teoria comportamentista, secondo cui la lingua madre è appresa per

imitazione (S-R e rinforzi):

l’apprendimento del linguaggio basato esclusivamente sull’esperienza (nessuna competenza linguistica innata);

b) Piaget, per il quale lo sviluppo del linguaggio è costruttivo e procede

(18)

Per Chomsky Per Chomsky

Ambiente + esperienza insufficienti a spiegare la ricchezza e la complessità dello sviluppo linguistico

Esisterebbe, al contrario, una predisposizione innata–patrimonio genetico comune alla specie umana – ad acquisire qualsiasi lingua (Language acquisition device, LAD):

“L’uomo apprende a parlare come l’uccello a cantare e a nidificare”

(19)

Innatismo Innatismo

Non nel senso del possesso di abilità innate come se il soggetto nascesse con una qualche forma di conoscenza pregressa

Ma nel senso dell’esistenza di vincoli biologici che guidano lo sviluppo linguistico

(20)

Oggi ampiamente accettato che il linguaggio non venga appreso solo sulla base dell’esperienza poiché:

1. siamo in grado di produrre frasi mai udite prima;

2. lo sviluppo linguistico avviene in un periodo relativamente breve (come vedremo);

3. lo sviluppo linguistico ha caratteristiche universali comuni a tutte le lingue

(21)

cfr gli ipercorrettismi comuni a tutte le lingue: bambini non si limitano a ripetere ed imitare, bensì

acquisiscono regole di cui non sono in grado di conoscere tutte le

eccezioni: Che facete?

(22)

Un concetto cardine della teoria chomskiana la differenza tra

Competenza = insieme di conoscenze linguistiche che P/A ideale deve possedere per produrre e comprendere n. potenzialmente infinito di frasi della sua lingua;

Esecuzione = manifestazioni linguistiche reali del soggetto.

Esecuzione determinata da competenza e da fattori extralinguistici (percezione, attenzione ecc.)

(23)

La sua linguistica è generativo trasformazionale perché mira ad individuare le regole attraverso cui:

a.

le frasi vengono generate;

b.

le frasi vengono trasformate da

attive in passive, interrogative,

negative

(24)

Aspetto creativo del linguaggio

Scopo di Chomsky = individuare le regole linguistiche che permettono l’uso creativo della lingua, ossia la produzione e la comprensione di n. potenzialmente infinito di frasi

corrette mai prodotte e/o udite prime

La creatività di cui parla Chomsky è, dunque, una creatività governata da regole

La ricorsività strutturale spiega la creatività della lingua, es.,la struttura: soggetto + verbo tr.+ compl. (pur con contenuti diversi ) può essere ripetuta:

Il ragazzo compra un biglietto perché la nonna prende il treno

(25)

n. finito di regole +

n. finito di parole =

n. infinito di frasi

(26)

Critiche a Chomsky Critiche a Chomsky

Modello di grammatica astratto;

Non tiene conto degli aspetti

contestuali per focalizzarsi sugli

aspetti sintattici del linguaggio

(27)

Psicolinguistica (1953)

Disciplina sperimentale che studia i processi che sottostanno alla comprensione e produzione del linguaggio parlato e scritto.

Alcuni problemi fondamentali affrontati dalla psicolinguistica:

Acquisizione del linguaggio (I) ;

(28)

ACQUISIZIONE (lingua orale)

L’acquisizione delle competenze linguistiche è un processo continuo (di cambiamenti e consolidamenti) sebbene numerosi studi si siano focalizzati esclusivamente sullo sviluppo di tali competenza nei primi anni di vita

Successione abbastanza regolare (sebbene diversità individuali):

(29)

Tappe sviluppo linguistico

1) Competenze preverbali: neonati e predilezione per la voce della mamma. 3-5 settimane piangono e riescono a mettere in atto gesti per attirare la sua attenzione.

Intenzionalità comunicativa e

(30)

Tappe sviluppo linguistico

2) Verso i 5 mesi balbettio (sembra servire per sviluppare il controllo dei meccanismi del parlato; è universale e caratterizzato dalla ripetizione di suoni composti da consonate e vocale)

3)Tra 4° e 6° mese compare la lallazione (lallazioni diverse a seconda della lingua di appartenenza:

apprendimento della tonalità)

4)Fine del 1°anno di vita: compaiono le prime parole olofrasi (parole singole usate come frasi.

Inizialmente le parole pronunciate in presenza dell’oggetto al quale sono riferite. In breve tempo impara ad utilizzare parole indipendentemente dalla presenza dell’oggetto a cui si riferisce)

(31)

Tappe sviluppo linguistico

5)18-24 mesi: linguaggio telegrafico : combinazione di 2 o 3 parole: fuori mamma andare; no piace; tutto io Lunghezza, complessità e correttezza aumentano (aumento rapido e consistente del vocabolario);

6) 3 anni e fenomeni di ipercorrettismi

7)4-5 anni: padrone di strutture

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II.COMPRENSIONE (orale)

Capire un discorso è complesso e richiede attivazione di più capacità

Il cane rincorre il gatto

Per poter comprendere correttamente la frase occorre:

segmentare correttamente il continuum di suoni per isolare le diverse parole;

attribuire un significato alle parole;

analizzare la struttura sintattica al cui interno compaiono tali parole

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I 3 STADI DELLA COMPRENSIONE I 3 STADI DELLA COMPRENSIONE

Riconoscere parole

PERCETTIVO PERCETTIVO

Attribuire significato alle parole

SEMANTICO SEMANTICO

Analizzare la struttura SINTATTICO

(34)

Stadio percettivo Stadio percettivo

Problema della segmentazione del continuum discorsivo

Problema della non invarianza : il suono delle consonanti è spesso influenzato dalle vocali che le seguono (ca-ce)

Uno dei modi in cui trattiamo i 2 problemi è l’uso delle informazioni contestuali

(Pollacke Pickett, 1964, solo il 47% delle parole audioregistrate riconosciute quando erano presentate da sole)

(35)

Tra le teorie percettive

Teoria della coorte (Marlsen-Wilsone Tyler, 1980): quando si ascolta la prima parte di una parola, tutte le parole che l’A conosce e che iniziano con quella sequenza di suoni si attivano nella memoria (coorte dell’inizio della parola). In seguito, le parole di questa coorte vengono eliminate

(36)

Stadio semantico Stadio semantico

La maggior parte delle parole ha un nucleo centrale di significato; tuttavia gli aspetti precisi del significato di una parola dipendono dal contesto della frase.

Il significato preciso attribuito ad una parola è spesso influenzato dal

contesto e dal co-testo (costituito dalla frase in cui la parola è

inserita)

(37)

Esercizio n. 1

“è caduto il caffè, prendi il mocio”

“è caduto il caffè, prendi la scopa”

“è caduto il caffè, riponilo sullo

scaffale”

(38)

Esercizio n. 2 (T.Magro)

Si provi a pensare ai significati che può avere l’espressione: “hai del miele a

casa?”nei seguenti due contesti:

1. Sto parlando al telefono con P che vuole invitarmi a casa sua. Rispondo che sono

ammalato e che ho una tosse molto forte. Mi chiede se ho del miele.

2. Sto parlano al telefono con un amico che mi dice di far fatica a dormire perché lo disturba una forte tosse. Poi mi chiede se ho del

miele a casa

(39)

Stadio sintattico

L’analisi sintattica prende in considerazione l’ordine delle parole ed altre informazioni per definire:

- qual è l’oggetto, - qual è il soggetto;

- qual è l’azione relativa al soggetto e all’oggetto;

- la categoria grammaticale di appartenenza di ogni parola(nome,

(40)

I P. forniscono segnali utili a comprendere la struttura sintattica: i segnali prosodici che si basano su variazioni del tono, dell’accento, della durata dell’eloquio:

Vecchi uomini e donne passeggiavano nel parco

frase ambigua. Se intende dire che le donne non sono vecchie, allora le parole Vecchi uomini tenderanno ad avere una durata breve e saranno seguite da una pausa, mentre la sillaba su cui cade l’accento in donne sarà enfatizzata

(Belelli, G., Di Nuovo, S., Matarazzo O, 2006, pp. 269-270)

(41)

Una vecchia porta degli assi

Inizialmente naturale interpretare porta come sostantivo, ma il resto della frase indica che si tratta di un verbo.

Fraziere Rayner(1982): struttura sintattica iniziale no influenzata dal significato della frase; tuttavia, le decisioni sintattiche iniziali

(42)

Esercizio n. 3 (T.Magro)

Comprensione di un discorso affidata:

- alla struttura;

- alle conoscenze del contesto fisico- sociale e culturale in cui si inserisce un discorso

- Si leggano le frasi seguenti e ci si

soffermi a riflettere su ciò che si sa e sulle aspettative ricavabili dalle

conoscenze via via acquisite:

(43)

• Si accorse di essere in ansia mentre si preparava per l’imminente esame.

• Non aveva mai preparato un esame prima di allora e non era certo di averlo costruito in modo idoneo alla valutazione della conoscenza degli studenti.

• Era un po’ infastidito dal fatto che il preside gli avesse perfino chiesto di preparare l’esame.

• Non si dovrebbe affidare il compito di preparare un esame ad un ricercatore, anche se i professori

(44)

È evidente che la comprensione del

discorso sia di volta in volta

influenzata dalle nuove conoscenze

e dal nuovo contesto che viene ad

essere rappresentato dalla

situazione

(45)

PRAGMATICA

Da quanto detto emerge dunque chiaramente che le impostazioni sintattiche e semantiche sono

insufficienti per capire come avviene la comprensione.

A rendere possibile la comprensione entrano in gioco fattori pragmatici

(46)

Proprio come per ogni gestalt (struttura,

forma) il tutto procede al di là della

semplice sommatoria delle singole parti

che la compongono, così accade anche

per il significato di una frase che non

sarà costituito dalla semplice somma

dei significati delle singole parole che la

costituiscono: sei un fulmine

(47)

Che cos’è la pragmatica

C. Morris(1938) distingue all’interno della semiotica (teoria dei segni) :

1.la sintassi: studio delle relazioni formali tra segni (solo

disponendo i fonemi secondo un certo ordine ho una parola; solo disponendo le parole secondo certi ordini genero frasi di senso compiuto);

2.la semantica: studio delle relazioni tra i segni e gli oggetti a cui si applicano. La semantica si occupa, infatti, di considerare il rapporto tra le espressioni e le realtà extralinguistiche a cui le prime si

riferiscono (lo studio dei significati);

(48)

Secondo Schank (1976) il cuore della comprensione è la produzione di inferenze (cfr. le conversazioni tra amici);

Harley(1995) distingue tre tipi di inferenze:

1. inferenze logiche: dipendono solo dal significato delle parole (la frase: il chirurgo è nubile consente di fare l’inferenza che il chirurgo è una donna);

2. inferenze-ponte: usate per mettere in connessione informazioni nuove con le precedenti (Per l’espressione: Era il compleanno di Fred. Una canna da pesca fu il suo regalo più bello si assume che la canna da pesca fosse un regalo ricevuto per il compleanno);

3. inferenze elaborative: implicano aggiunte al testo

(49)

Si legga e si cerchi di capire cosa sta succedendo nella storia (Rumelharte Ortony, 1977) rappresentata da queste tre frasi:

Giovanna udì il camioncino dei gelati che si avvicinava;

Si ricordò degli spiccioli;

(50)

Per inferenza si intende un processo deduttivo che, a partire da certe premesse, consente di derivare conseguenze logiche (cfr. il sillogismo aristotelico).

Diversamente dal contesto logico “le inferenze di cui si parla in psicologia sono processi mentali all’opera nei più svariati compiti cognitivi, come la percezione, la pianificazione di azioni, o la comprensione. Simili ai ragionamenti logici, sono tuttavia processi molto informali e spesso eclettici, che si producono in modo spontaneo, automatico e in larga parte inconscio. Le implicature griceiane, più che inferenze logiche vere e proprie, possono essere viste come meccanismi di formazione e conferma di ipotesi” (Bianchi, 2003, p. 102).

(51)

Relazione inferenze implicature

(52)

O’Brien et al.(1988)

“Tutto ciò che il rapinatore voleva era rubare il denaro della donna. Ma quando questa iniziò ad urlare, egli la assalì con la sua arma nel tentativo di farla tacere.

Si guardò attorno per assicurarsi che

nessuno lo avesse visto. Gettò il coltello

nella siepe, le prese i soldi e scappò via”

(53)

Dibattito sulla frequenza delle inferenze

• Teoria costruttivista: numerose inferenze per raggiungere la

comprensione degli eventi descritti. Le persone traggono inferenze quando

servono ad incrementare la comprensione;

• Teoria minimalista : inferenze

(54)

III. PRODUZIONE

Parlare = atto strumentale compiuto per avere qualche effetto

sull’ascoltatore.

Fasi:

1) Intenzione di P di comunicare;

2) Scelta;

3) Produzione delle espressioni

giudicate adatte ad esprimere le proprie intenzioni

(55)
(56)

PIANIFICARE

- Pianificare il discorso (decidere, ad esempio, se si vuole raccontare una storia o chiedere perdono a qualcuno);

- Pianificare la frase (decidere: (a) il contenuto proposizionale, ossia il

significato; (b) il contenuto illocutorio, la forza; (c) la struttura tema-rema;

noto-ignoto);

- Pianificare i costituenti (unità che sono meno di una frase e più di una parola, ossia costituenti, i sintagmi);

(57)

SEGUIRE QUANTO è STATO PIANIFICATO

-Articolazione (meccanismi che

aggiungono sequenzialità e

ordine temporale al programma

articolatorio e coordinano i

movimenti dei nostri organi

vocali)

(58)

La produzione del discorso La produzione del discorso

Nel linguaggio ordinario è possibile distinguere tra ciò che:

1) si asserisce:ciò che si dice alla lettera

2) si indica o suggerisce: ciò

che con quello e al di là di quello

che si dice si vuole implicare,

suggerire, dare ad intendere.

(59)
(60)
(61)
(62)

TEORIA dell’ IMPLICITO

Il concetto di implicatura conversazionale, elaborato dall’Autore negli anni sessanta è quel concetto che pone in essere, all’interno del linguaggio ordinario, la distinzione tra:

A)ciò che viene asserito alla lettera

B)ciò che, invece, viene indicato o suggerito ovvero, ciò che, per mezzo di quello che si dice e al di là di quello, si vuole implicare

(63)

Il concetto di implicatura conversazionale si lega, nella teorizzazione di Grice, al:

1. Principio di Cooperazione (i nostri scambi sono generalmente esempi di comportamento

cooperativo);

2. Massime conversazionali:

- di Quantità;

- di Qualità;

(64)

Implicature conversazionali

Possiamo dire che un P che dice p ha implicato conversazionalmente q posto che:

1. stia osservando le massime o almeno il Principio di cooperazione;

2. la supposizione che q sia necessaria;

3. pensi che A sia in grado di inferire o afferrare intuitivamente che la supposizione in (2) sia necessaria.

(65)

L’implicatura conversazionale deve essere argomentabile

«S ha detto che p; non c’è motivo di ritenere che S non stia osservando le massime o almeno il Principio di Cooperazione; S non potrebbe aver detto ciò che ha detto a meno che non creda che q; S sa ( e sa che io so che egli sa) che sono in grado di rendermi conto che è necessario supporre che egli creda che q; S non ha fatto nulla per impedirmi di credere che q; S intende farmi credere, o almeno mi lascia libero di

(66)

Perché parliamo in modo implicito

?

La risposta a questo interrogativo ritengo sia almeno di duplice natura:

1)innanzitutto perché, come Levinson (2000) sostiene, la capacità di produrre e

comprendere le implicature linguistiche si pone in linea con la peculiare economia del linguaggio, rappresentando la soluzione alla difficoltà di tradurre i pensieri in fonemi;

2)secondariamente perché il dire e il non

dire permette ai parlanti di rimanere ambigui ed avere la possibilità di negare/cancellare le inferenze compiute dai propri interlocutori.

(67)

Uno dei modi maggiormente impiegati

dagli interlocutori per generare

implicature conversazionali è proprio

quello di sfruttare (non

rispettare/contravvenire) una o più

massime conversazionali (fermo

restando, però, il rispetto per il

Principio di Cooperazione)

(68)

Massima di quantità:

•Dà un contributo informativo quanto richiesto dallo scambio in corso

•Non dare un contributo più informativo di quanto sia richiesto dallo scambio in corso

(Non dire troppo né troppo poco)

(69)

Massima di qualità:

• Non dire ciò che ritieni falso

• Non dire ciò per cui non hai prove adeguate Massima di relazione:

• Sii pertinente

Massima di modo:

• Evita oscurità di espressioni

• Evita ambiguità

• Sii coinciso

(70)

In sintesi

per conversare in modo efficace, razionale e cooperativo, gli interlocutori di una conversazione dovrebbero, secondo Grice, parlare sinceramente, con chiarezza e pertinenza, fornendo una adeguata e sufficiente quantità di informazioni.

(71)

Alcuni esempi

Sfruttamento prima sottomassima di quantità : Non dire meno di quanto richiesto dallo scambio in corso:

Tautologie:«le donne sono donne»; «la guerra è guerra»:

a livello di ciò che viene detto sono del tutto prive di contenuto informativo;

sono informative a livello di ciò che

(72)
(73)

Alcuni esempi

Sfruttamento prima massima di qualità: Non dire ciò che ritieni falso

Uso di espressioni ironiche:

(1)

1M: Quando distribuivano le tette [si vede che era ],

2D [sì io ero assente] appunto.

(2)

9P: Pizza!

10A: Oh bravo, ci voleva proprio! C’ho ‘na fame!

(74)

Alcuni esempi

Sfruttamento prima massima di qualità:

Non dire ciò che ritieni falso Uso di espressioni metaforiche:

Sei un fulmine Sei una volpe

Sono per Grice esempi di

falsità categoriale.

(75)

Alcuni esempi

Sfruttamento seconda massima di qualità : Non dire ciò per cui non hai prove adeguate

F: non passerò sicuramente

M: non gliela fai più a finilla

Sia F che M pronunciano enunciati di natura chiaramente predittivi senza possedere, al

(76)

Sfruttamento della massima di relazione : sii pertinente

1S:Fa’, dove andiamo dopo?

2F:Do’voi anda’?

(77)

Sfruttamento della massima di modo : evita ambiguità di espressione

(da conversazione telefonica)

1R:Che Elenora è arrabbiata?

2E:Ci vediamo verso le sette e mezzo.

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