Occlusione del colon 25
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YSTRÖML’unica volta in cui un essere umano desidera defecare e scorreggiare è quando non lo può fare.
In questo capitolo prenderemo in esame la causa più frequente di occlusione acuta del colon, il cancro, ma accenneremo anche ad una causa meno frequente, la diverticolite. Inoltre parleremo di una condizione che simula l’occlusione: la pseu- do-occlusione o sindrome di Ogilvie. Infine, tratteremo il volvolo del colon che interessa il sigma ed il cieco.
Occlusione del colon: neoplastica e diverticolare
I quattro step che dovete seguire nell’approccio ai pazienti con occlusione meccanica del colon sono:
– Stabilire una diagnosi esatta Poi, durante l’intervento…
– Decomprimere il colon
– Resecare la lesione ostruente
– Decidere se confezionare o meno una anastomosi (primaria o immediata) o una colostomia
Diagnosi preoperatoria e trattamento
I segni clinici caratteristici della occlusione intestinale del colon sono: disten- sione addominale associata ad alvo chiuso a feci e gas. L’occlusione è di solito gra- duale e si instaura nell’arco di qualche giorno, a volte con un cambiamento delle abitudini intestinali. Un carcinoma ostruente insorge il più delle volte nel sigma o nel colon sinistro. Il sigma può essere anche sede di insorgenza di masse divertico- lari ostruenti. Le lesioni del colon destro diventano ostruenti soltanto nella regio- ne ileo-cecale. A causa dell’ampio calibro del retto, è molto raro che una neoplasia rettale si manifesti con una occlusione completa.
La maggior parte dei pazienti è anziana e, dato che l’occlusione può essere
presente già da diversi giorni, i pazienti possono essere disidratati per non aver
mangiato e bevuto correttamente. Eseguite un esame completo dell’addome: gene-
ralmente è disteso. State attenti soprattutto ai segni di peritonite, possono indicare
una perforazione del colon in atto o imminente – il più delle volte, prossimale alla lesione ostruente. La sede della perforazione, può essere un pre-esistente divertico- lo del sigma o del colon discendente, ma più frequentemente è nel colon destro. Il colon destro ed il cieco hanno diametro maggiore rispetto al resto del colon e, per tale motivo, sono la parte più estensibile in caso di una maggiore tensione della parete intestinale (legge di Laplace): questa è la spiegazione del perché colon destro e cieco si perforano più frequentemente (perforazioni diastasiche)!
Quando la valvola ileo-cecale è competente, il tenue è poco dilatato mentre il colon destro presenta una cospicua distensione ed una elevata pressione: tale pres- sione può lacerare lo strato muscolare circolare o determinare una necrosi ische- mica con successiva perforazione. Una dolorabilità alla palpazione nei quadranti destri dell’addome può essere il segno di tale evoluzione.
Ora, se alla Rx diretta addome si evidenzia una notevole distensione del colon destro (oltre i 10 cm), alla palpazione dei quadranti destri l’addome è poco tratta- bile, dolente alla palpazione superficiale e profonda, l’intervento non deve essere ritardato oltre le normali esigenze (di un corretto riequilibrio idroelettrolitico, cir- colatorio e respiratorio del paziente).
La radiografia diretta dell’addome ( ●
❯Capp. 4 e 5) generalmente mostra una distensione del colon, poiché la lesione ostruente si trova quasi sempre nel colon sini- stro. Quando l’ostruzione è nel colon destro, nel cieco, a volte può essere difficile dif- ferenziare una occlusione del tenue da una occlusione del colon. Nel caso di una occlu- sione del colon sinistro di lunga data, quando la valvola ileo-cecale è incompetente, anche l’intestino tenue è dilatato. Anse del tenue notevolmente dilatate ripiene di liqui- di possono nascondere il colon disteso, una immagine che può essere erroneamente interpretata come una ostruzione parziale del tenue. Malgrado ciò che appare alla Rx torace o diretta addome, dovete assolutamente fare diagnosi, ricorrendo anche ad ulte- riori indagini, ma è importante che si escluda, come diagnosi differenziale, una pseu- do-occlusione (vedi in seguito). Ciò che dovete fare è documentare la sede dell’ostru- zione con la colonscopia o con un clisma con mezzo di contrasto. Per le ragioni ripor- tate nel ●
❯Cap. 4, in questi casi abbiamo dei pregiudizi sull’utilizzo del bario, preferen- do invece il mezzo di contrasto idrosolubile come il Gastrografin. Di solito viene visua- lizzata la sede dell’ostruzione, ma non la causa. A questo punto “l’ostruzione è ostru- zione” ed il trattamento è lo stesso, vuoi che a causarla sia un carcinoma (frequente), che una massa diverticolare (più raro). Una TC preoperatoria non è indispensabile ma, generalmente, ci fa fare diagnosi. Quando i risultati clinici e di laboratorio sono sug- gestivi per una carcinosi o per la presenza di estese metastasi epatiche, la documenta- zione TC di una patologia neoplastica avanzata consente di pianificare meglio il trat- tamento con il paziente e con i familiari. Non è certo vostra intenzione operare un paziente itterico e con un fegato quasi completamente metastatico, dato che questi sarebbe sicuramente destinato a morire per insufficienza epatica dopo l’intervento.
Pianificazione e timing dell’intervento
Generalmente, in assenza di segni di compromissione manifesta o imminen-
te della parete intestinale, non vi è ragione di affrettarsi ad eseguire l’intervento. La
“chirurgia di elezione” con tutte le sue implicazioni per quanto riguarda l’equipe chirurgica ed il personale paramedico è l’opzione migliore per il paziente e voi stes- si. C’è tutto il tempo necessario per preparare il paziente ad un intervento definiti- vo che risolva l’ostruzione. D’altro canto, se il paziente è affetto da peritonite, da sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS) o se è presente aria libera in addome, evidenziata radiologicamente, è necessario operare d’urgenza. Si deve instaurare un trattamento antibiotico e decidere il momento dell’intervento in base alle sempre indispensabili manovre di stabilizzazione del paziente (circolatorio, respiratorio, idroelettrolitico – ●
❯Cap. 6).
È evidente che nei pazienti con ostruzione del colon la preparazione intesti- nale è controindicata. Lassativi somministrati dall’alto si accumulerebbero cranial- mente all’ostruzione, determinando una ulteriore dilatazione del colon ostruito e rendendo le cose più difficili durante l’intervento. Ad alcuni chirurghi piace ese- guire dei clisteri per ripulire il retto ed il colon, distalmente all’ostruzione ma, il più delle volte, questi tratti di intestino sono vuoti. Non dimenticatevi di eseguire la solita antibiotico-profilassi sistemica prima dell’intervento ( ●
❯Cap. 7).
In generale, l’intervento per occlusione acuta del colon è considerato un
“intervento maggiore”, di cui le vittime sacrificali sono spesso pazienti anziani e debilitati. La conseguenza di tutto ciò è che la mortalità e la morbilità sono signifi- cative (siamo spiacenti – i curatori non hanno permesso l’uso di percentuali). Per evitare complicanze e mortalità, dovrete far ricorso al vostro giudizio migliore e alle seguenti linee di condotta.
L’intervento
È quasi sempre preferibile eseguire una lunga incisione mediana. La presenza di ascite, di carcinosi peritoneale, di una “torta omentale” (voluminosa massa di omento aderente – di solito sede di inseminazione peritoneale neoplastica, NdT) e di metastasi epatiche, indica che la battaglia è persa in partenza e che l’intervento è puramente palliativo. Se la neoplasia, e quindi la ostruzione, è nel colon destro, di solito non vi è una grande distensione intestinale. A questo punto, l’intervento di scelta è una emicolectomia destra con anastomosi ileo-colica.
La sede di ostruzione più frequente è, comunque sia, il colon sinistro o il sig- ma: in questo caso il colon prossimale è disteso e, sicuramente, l’intervento sarà più laborioso. Per prima cosa ispezionate il colon destro alla ricerca di fissurazioni lineari o di necrosi dovute alla distensione (perforazioni diastasiche, NdT). Se sono presenti, possono essere di diverso grado, da lievi ad estese con micro-perforazio- ni. Sottolineo l’importanza di andare a ricercare eventuali fissurazioni: se queste sono estese o necrotiche può essere indicata una colectomia sub-totale. Altrimenti procedete in questa maniera:
– Decompressione. A causa della distensione intestinale può essere difficile espor-
re la lesione a sinistra e manipolare l’intestino. A volte è meglio eseguire una entero-
tomia nell’ileo terminale ed inserire un aspiratore (gli autori utilizzano un aspiratore
particolare che consente di aspirare liquido senza che l’aspiratore stesso venga ad esse-
re ostruito: è costituito da una cannula di metallo interna, rivestita da un’altra can-
nula leggermente più grande, anch’essa in metallo, con piccoli fori lungo la sua super- ficie. Il reale vantaggio è che mucosa, feci solide e schifezze varie... raramente riesco- no a bloccare la suzione, NdT) per decomprimere il tenue quindi, aspirare anche attra- verso la valvola ileo-cecale per decomprimere il colon destro. Suturate l’enterotomia trasversalmente. Adesso è possibile esporre la lesione ostruente: spesso, nei casi dia- gnosticati e trattati precocemente, la distensione colica è dovuta al gas e non al mate- riale fecale per cui può essere risolta inserendo semplicemente un grosso ago o un angiocatetere collegato al tubo di aspirazione e tunnellizzato attraverso una tenia coli.
– Resezione. Che si tratti di cancro o di diverticolite-sigmoidite ( ●❯Cap. 26) i prin- cipi del trattamento sono gli stessi. Mobilizzate la lesione come per un intervento in elezione e resecatela. Se siete abituati ad utilizzare suturatici lineari (TLC o GIA), que- sta è una delle opportunità migliori per farlo: sezionate l’intestino ai lati della lesio- ne, il mesentere ed i vasi segmentali possono essere trattati in diversi modi, con sem- plici legature, con suturatrice meccanica – cartucce vascolari – (oppure utilizzando nuovi marchingegni quale l’Ultracision/Harmonic Scalpel della Ethicon che sigilla- no e contemporaneamente tagliano i vasi che incontrano, NdT). In questo modo avrete resecato la causa dell’occlusione con un controllo completo dei monconi inte- stinali e nessuna perdita. Ora è il momento di decidere se anastomizzare i due mon- coni o se portare all’esterno quello prossimale per confezionare una colostomia.
Ora, ciò che è giusto è giusto quindi è bene dirlo apertamente: occorre notare che è molto più difficile intervenire d’urgenza su una lesione stenosante che determi- na uno stato occlusivo del colon piuttosto che non su un caso analogo in elezione! Per ottenere una buona esposizione avrete bisogno di una terza persona – un assistente – che vi dia una mano e, durante l’intervento sicuramente vi saranno delle decisioni dif- ficili da prendere quindi, sarebbe consigliabile avere di fronte a voi come aiuto un col- lega che vi possa realmente aiutare a decidere! Se è un intervento per neoplasia, dove- te eseguire una resezione per cancro che sia oncologicamente corretta e non soltanto un intervento che risolva l’ostruzione. È consentita una “semplice” resezione intesti- nale solo se il cancro è disseminato poiché il tipo di resezione non ha alcuna influen- za sulla prognosi. In questo caso l’opzione migliore è di solito una colostomia dato che è più sicura per il paziente e comporta un rischio minore che possa verificarsi, a causa di una recidiva neoplastica locale, una nuova occlusione intestinale.
Anastomizzare o no?
Il processo decisionale non è molto diverso da quello che si pone dopo una sigmoidectomia per diverticolite ( ●
❯Cap. 26). La differenza è che qui non vi è una peritonite ed una suppurazione associata. In sostanza, dopo aver resecato la lesio- ne, vi rimangono le seguenti opzioni:
– colostomia terminale sinistra (iliaca) – intervento di Hartmann;
– anastomosi immediata colo-colica o colo-rettale;
– colectomia subtotale con anastomosi ileo-sigmoidea.
Se il cancro è localizzato nel colon trasverso o discendente molte volte è meglio
eseguire una colectomia subtotale e una anastomosi ileo-sigmoidea. Ciò vuol dire
anastomizzare l’intestino tenue vuoto o lievemente disteso e ben perfuso, al colon sano che si trova al di sotto dell’ostruzione. La maggior parte dei pazienti riesce a gestire l’anastomosi ileo-sigmoidea senza diarrea ed incontinenza invalidanti, men- tre per eseguire una anastomosi ileo-rettale è necessario essee sicuri che il paziente sia stato normalmente continente prima della malattia. Nelle neoplasie del sigma o della giunzione retto-sigmoidea, è corretto eseguire una colectomia sigmoidea mentre una colectomia subtotale è da prendere in considerazione solo se il colon ascendente è ischemico o perforato – come abbiamo già visto.
Alcune controversie
La controversia maggiore verte sull’eseguire o meno una anastomosi d’em- blée, immediata, primaria e sui metodi per raggiungere tale obiettivo. Il problema si pone poi, in fin dei conti, quasi esclusivamente per le lesioni ostruenti del colon discendente. Uno dei metodi proposti al fine di riuscire ad eseguire una anastomo- si colo-rettale “immediata”, con il minor rischio possibile di deiscenza anastomoti- ca, è stata l’irrigazione intestinale sul tavolo operatorio: il colon prossimale ed il ret- to sono così resi “puliti”. La sua efficacia è discussa nel ●
❯Cap. 26 sulla diverticolite (nella sezione “Fecologia”). L’irrigazione prolunga considerevolmente l’intervento e quindi a nostro parere rappresenta un “damage control negativo”. Una alternativa è la colectomia subtotale o totale con ileo-sigmoido o ileo-retto stomia. Anche que- sto è un intervento complesso che richiede tempi operatori più lunghi: in un ampio trial randomizzato scozzese che confronta le due tecniche che prevedono una ana- stomosi immediata (resezione subtotale vs. segmentale), non vi sono state diffe- renze di cicatrizzazione dell’anastomosi né tanto meno vi è stata una differenza di sopravvivenza dei pazienti sottoposti a tale studio
1. Attualmente vi sono diversi trial randomizzati che riguardano la resezione del colon in elezione con o senza prepa- razione meccanica dell’intestino: anche qui non sono state riportate differenze in termini di cicatrizzazione dell’anastomosi. Può non essere del tutto valido estrapo- lare i risultati da interventi di resezione colica eseguiti in “elezione” e quindi con un colon contenente poche feci residue, confrontando poi il tutto con resezioni coli- che eseguite in “urgenza” con un colon pieno di feci! Sembra comunque possibile confezionare una anastomosi su un colon ostruito dopo averlo decompresso e aver rimosso le feci, aspirandole, spremendo e svuotando l’estremità del colon prima di anastomizzarla al retto. Personalmente, come altri, confezioniamo l’anastomosi nell’“intestino non preparato” solo in casi selezionati.
Perché preoccuparsi di confezionare una anastomosi subito, se questa allun- ga i tempi operatori e rende l’intervento più complesso? La resezione secondo Hartmann e la colostomia sono più veloci e semplici: il bravo chirurgo sa che la resezione sec. Hartmann è spesso l’opzione migliore se il paziente è in cattive con-
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