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Benessere Nutrizione

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Academic year: 2021

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LA MEDICINA BIOLOGICA GENNAIO - MARZO 2021

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prattutto alimentari (ma non solo), potessero dipendere dal- l’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno.

In particolare, aveva ipotizzato che i gruppi sanguigni fosse- ro strettamente correlati al modello nutrizionale dei nostri pre- decessori e che fossero cambiati in funzione delle disponibilità di cibo sul territorio. Siamo arrivati dunque a considerare che il gruppo

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, il più antico, potesse essere quello di un mangia- tore di carne e per questo avere una digestione più lenta che lo inducesse ad avere una resa inferiore nella prima parte della giornata, mentre il gruppo A che, secondo l’autore, si sarebbe differenziato a seguito della pratica dell’agricoltura e della con- seguente stanzialità, si sarebbe dovuto adattare a ritmi più na- turali e soprattutto al cibo derivante dalle coltivazioni. Per que- sto si sarebbe abituato ad alleggerire l’assunzione di cibo se- rale, coricandosi un po’ prima per essere pronto al mattino.

Non vi è alcuna conferma scientifica di questa teoria, ma pro- babilmente questo è il riferimento più conosciuto riferibile ad una sorta di circadianità dell’organismo.

Avere un ritmo circadiano equivale ad affermare che la fi- siologia dell’organismo ha una frequenza che si sviluppa nel- l’arco delle 24 ore, condizionan- do le funzioni fisiologiche ed il comportamento sulla base di ri- ferimenti esterni, definiti segna- tempo.

Il più noto di questi meccani- smi è l’alternarsi del buio e della luce.

La luce solare, infatti, ha un’in- fluenza specifica sulla ritmicità.

A livello della retina vi sono circa 2000 cellule note come Cellule gangliari retiniche, posizionate tra le altre cellule retiniche.

Benessere Nutrizione e

a cura del Dott. Alberto Fiorito

Dal Nobel alla pratica quotidiana

− come la conoscenza dei ritmi circadiani può modificare l’approccio con il paziente

Nel 2017 tre scienziati sono stati insigniti del Premio Nobel per la Fisiologia e Medicina (J.C. Hall, M. Rosbash e M.W.

Young, NdR) per avere identificato le strutture molecolari re- sponsabili del ritmo circadiano e per averne illustrato alcuni dei principali meccanismi di

funzionamento.

Il ritmo circadiano è stato per molto tempo quasi trascu- rato; se ne è parlato superficial- mente quando si è scoperto che il cortisolo inizia ad essere secreto intorno alle 4.00 del mattino per preparare al risve- glio e rendere immediatamen- te attivo l’organismo nella fase di veglia.

Uscendo dai termini scientifi- ci, vi è stato un momento, alla fine del secolo scorso, in cui Pe- ter D’Adamo (1) ha portato alla luce una teoria secondo la qua- le i nostri comportamenti, so-

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Attardarsi di sera, ad esem- pio, comporta un disagio che verrà facilmente assorbito nella giornata successiva.

Svolgere un’attività che pre- veda turni notturni comporta, al contrario, uno stravolgimen- to della circadianità che produr- rà sicuramente riflessi negativi sulla salute.

Il paziente coinvolto in que- sto tipo di turnazione presenta una serie di problematiche che inizialmente producono dis- agio, sonnolenza, mancanza di concentrazione, qualche spora- dico deficit di attenzione, diffi- coltà nel rientrare nella norma- le routine. Con il tempo questo disagio diventa più evidente e grave; anche le malattie apparentemente scollegate dal ritmo circadiano trovano nell’alterazione dello stesso la loro causa principale. Senza considerare che il mancato rispetto del se- gnatempo sociale implica l’inosservanza degli altri due, perché si sfugge dalla regola dell’alternanza luce-buio e ci si alimenta in orari cui il Sistema non è abituato né, soprattutto, pronto.

Il Diabete è una di queste malattie.

Uno dei massimi esperti, il dottor Matveyenko (2) scrive:

“Molteplici elementi di prova supportano la relazione causale tra interruzione circadiana e ridotta omeostasi del glucosio. In primo luogo, le persone impegnate in condizioni di lavoro carat- terizzate da interruzioni circadiane, come il turno di rotazione e il lavoro notturno, mostrano una maggiore prevalenza di diabe- te, alterata tolleranza al glucosio e sindrome metabolica. Inoltre, studi clinici condotti in ambienti di laboratorio controllati evi- denziano che l’esposizione acuta all’interruzione circadiana pro- voca una disregolazione del metabolismo del glucosio caratte- rizzata da una ridotta secrezione e azione dell’insulina”.

Un’osservazione clinica consente di tornare nell’ambito del- la medicina pratica.

Occorre tenere presente che nell’arco della giornata si alter- nano diverse gradazioni di luce e che queste vengono perce- pite dall’organismo. Da un lato questo si traduce in un danno per chi è costretto a vivere costantemente sotto la luce artifi- ciale, una sorta di fonte di stress, e dall’altro l’assenza di espo- sizione ideale alla luce si riflette nel corretto funzionamento dell’organismo stesso.

Un esempio potrà chiarire l’importanza di questo concetto:

il latte materno subisce alcune variazioni delle sue caratteristi- che in funzione dei segnatempo circadiani. Questo porta ad al- cune riflessioni. Intanto si ribadisce l’importanza dell’allatta- mento al seno come fonte di adattamento circadiano; dall’al- tro emerge come il comportamento della madre, in questo periodo così importante della vita del lattante, dovrebbe te- nere in considerazione la circadianità, rispettare in modo par- Queste producono un pig-

mento, la melanopsina, che a propria volta produce lo stimo- lo adeguato per l’informazione elettrica che scorre lungo il Fa- scio retino-ipotalamico e rag- giunge l’Epifisi, dove interrom- pe la produzione di melatonina e − conseguentemente − produ- ce la fase di veglia.

Nel momento in cui le cellule fotosensibili della retina non ri- cevono più lo stimolo luminoso la melanopsina non è più secre- ta e l’Epifisi può riprendere la produzione di melatonina.

Individuiamo una prima cor-

relazione tra la vita di tutti i giorni e quella che potremmo de- finire “igiene del sonno”.

Queste cellule altamente specializzate sono sensibili alla lu- ce della lunghezza d’onda intorno ai 440 nanometri, che cor- risponde alla luce blu. Questa è la stessa luce emessa dalla maggior parte degli apparati elettronici comunemente utiliz- zati, quali telefoni cellulari, tablet e televisori.

Ecco perché è buona norma di igiene del sonno quella di non utilizzare questi strumenti per 1-2 ore prima di addormentarsi.

Tutte le strutture dell’organismo si sono adattate a questa ritmicità circadiana.

Le osservazioni da attuare dal punto di vista clinico sono molteplici.

Per iniziare dobbiamo individuare un secondo segnatempo:

quello relativo all’assunzione di cibo.

L’organismo umano si è adattato a determinate abitudini ali- mentari intorno alle quali si è costruita l’alternanza della pro- duzione di alcuni ormoni e neurotrasmettitori, con frequenze specifiche relative alla fase di assunzione di cibo.

Si comprende come la regolarità di questa abitudine sia la base per la normale ritmicità circadiana mentre, al contrario, il disordine alimentare porti ad alterazioni di questa funzione.

Queste sono state correlate a reazioni anomale dell’organi- smo che potrebbero andare, come riportato in molti riferimen- ti bibliografici, dall’aumento della pressione arteriosa alla dis- biosi intestinale, dall’aumento di peso fino alle malattie me- taboliche (Diabete in primis).

Ecco, dunque, come il consiglio per i pazienti di mantenere regolarità nell’assunzione di cibo assume un aspetto molto più complesso ed indispensabile.

Un terzo segnatempo da considerare è quello sociale.

Per segnatempo sociale intendiamo tutto ciò che è relativo alla vita lavorativa o alle varie abitudini sociali, e che abbia una precisa e costante collocazione temporale.

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Conclusioni

È sempre più evidente come l’organismo umano sia sogget- to ad una ritmicità circadiana dipendente dal segnatempo so- lare, sempre meno efficace perché siamo pervasi dall’inquina- mento luminoso, e da almeno altri due segnatempo, nutrizio- nale e sociale.

Un quarto segnatempo potrebbe essere lo stress, ovvero la possibilità di mantenere alterata la capacità di risposta dell’or- ganismo.

Le modalità d’intervento sono diverse:

1. La prima è certamente quella di dare ordine ai pasti ed or- ganizzare la sequenza degli stessi in funzione del cronotipo del paziente, opportunamente ricercato con domande spe- cifiche relative alle sue abitudini nell’arco della giornata.

2. Garantire al paziente la conoscenza delle norme di igiene del sonno, in modo da ridurre al massimo le influenze oggettive e controllabili.

3. Sarebbe bene suggerire, nell’ambito della quotidianità lavo- rativa e sociale, particolarmente se in presenza di sintoma- tologie importanti, un maggior rapporto con la luce solare che potrebbe anche essere caratterizzato da brevissime in- terruzioni del lavoro per esporsi all’illuminazione naturale.

4.Intervenire sullo stress in modo tale da ridurre le fonti dello stesso o, in alternativa, aumentare i momenti di recupero nell’arco della quotidianità.

5. Se il lavoro in turni è una condizione inevitabile, il medico de- ve essere più attento nel consigliare particolare cura verso gli altri elementi dello stile di vita.

6.Utilizzare medicinali della Low Dose Medicine, fitoterapici o anche farmaci chimici in funzione della circadianità.

Per esempio, se si hanno problemi di addormentamento do- vuti ad un alterato rapporto con la luce o ad una eccessiva alimentazione serale, la melatonina esogena potrebbe es- sere un buon prodotto da utilizzare, purché nelle dosi op- portune.

Se dovessimo controllare un’elevata quantità di stress, Guna-Melatonin è più indicata perché il suo effetto è quel- lo di ridurre la produzione di cortisolo in eccesso intorno alle 4 di notte, proprio nel momento in cui il sonno si su- perficializza e potrebbe disturbarsi. 쐽

Bibliografia

1. D’Adamo P.J. – L’ alimentazione su misura. Ed. Sperling & Kupfer; 1999.

2. Rakshit K., Matveyenko A.V. – Induction of core circadian clock trans- cription factor Bmal1 enhances β cell function and protects against obe- sity-induced glucose intolerance. Diabetes, 2020 Oct 21; db200192.

ticolare il susseguirsi dei segnatempo conosciuti, con partico- lare riferimento ai ritmi alimentari e all’esposizione alla luce naturale.

Valutiamo questo elemento dal punto di vista clinico e pren- diamolo in considerazione quando le mamme si rivolgono al pediatra o ad altro specialista, perché il bambino non ha un buon rapporto con il segnatempo legato alla luce, ovvero

“scambia la notte per il giorno”.

La Medicina Integrata offre la conoscenza della distribuzio- ne energetica degli organi secondo la Medicina Tradizionale Cinese. Secondo questa cultura medica ogni organo/funzione ha un proprio periodo di massimo energetico della durata di circa 2 ore nell’arco del- le 24 ore, cui corri- sponde un minimo energetico in po- sizione opposta dell’orologio.

Secondo queste osservazioni, sor- te del tutto empiri- camente ma che tro- vano nella clinica e nell’osservazione una con- ferma costante, è possibile che la circa- dianità sia di interesse non soltanto per i comportamenti ge- nerali, ma anche per quelli specifici degli organi, e di conse- guenza per il terapeuta potrebbe essere utile essere a cono- scenza di questa ritmicità per inserire un medicinale/farmaco nel momento ideale per quello specifico organo.

Un’ultima annotazione riguarda l’importanza dello stress quando questo diventa eccessivo o risponde a più fattori.

Un elemento stressogeno genera un’informazione che dalla periferia arriva all’Ipotalamo; da qui parte una reazione che, attraverso l’Ipofisi, arriva al Surrene che mette in circolo una maggiore quantità di cortisolo, adrenalina e noradrenalina.

Se l’evento stressogeno si esaurisce, tutto torna omeosta- ticamente come prima, ma se è seguito da altri eventi simili si mantiene uno stato di iperproduzione di questi ormoni/neu- rotrasmettitori, il che implica inevitabilmente la riduzione di efficienza di funzioni meno importanti dal punto di vista della sopravvivenza.

Tutto questo si traduce, tra l’altro, nell’aumento dello stato di veglia e quindi nella riduzione della qualità e quantità del sonno.

− Ora abbiamo un nuovo elemento da considerare.

Poiché la sleep deprivation (privazione del sonno, NdR) com- porta danni per il Sistema, la riduzione o l’alterazione dei tempi del sonno potrebbero incidere sulla circadianità del paziente e − conseguentemente − aprire nuovi percorsi patologici.

ore 1 ore 3 ore 5 ore 7

ore 9

ore 11 ore 13

ore 15

ore 17

ore 19

ore 21

ore 23

vescicola biliare

trip lice

ris ca

lda tore fe

gato polmone intestino crasso

stom aco

m ilza cuore

in te

stino tenue vescica

rene

peric ardio

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Prescrivere con stile

− Obesità infantile:

vi sono novità?

Aggiungiamo un altro tassello al percorso verso il punto cri- tico (1), ovvero verso quel punto di non ritorno in cui tutti, per- fino i politici o forse a partire proprio da questi, diranno che lo- ro “lo avevano sempre detto”.

Ad ottobre 2020 è stato pubblicato un articolo (2) in cui è stato messo in evidenza il potenziale impatto sulla salute e sull’obesità dei bambini che deriverebbe dalla restrizione dell’orario in cui vengono proiettate pubblicità televisive ri- guardanti cibi insani. Nell’articolo non si legge la definizione

“cibo spazzatura”, ma a noi piace ricordare questo modo ef- ficace di definire questi prodotti.

Riassumo i numeri riportati dall’interessante lavoro che si ri- ferisce ai bambini della Gran Bretagna (ma che si può genera- lizzare ai bambini del mondo occidentale).

Nell’articolo si calcola che, se fosse applicato il divieto di pubblicità televisiva dalle 5:30 alle 21 dei prodotti meno salu- tari, sarebbe possibile ottenere una minore assunzione di circa 9 Calorie al giorno.

Apparentemente il dato è insignificante, ma riportato nel lungo termine significherebbe ridurre del 4,6% l’obesità e del 3,6% il sovrappeso, che in termini generali si traduce in 40.000 bambini obesi e 120.000 in sovrappeso in meno all’anno.

Vorrei andare oltre:

tornare indietro di 10 anni e rilevare che all’epoca l’Organizza- zione Mondiale della Sanità (3) aveva già identificato nella li- mitazione della pubblicità televisiva di prodotti ad alto conte- nuto di zuccheri, grassi saturi ed acidi grassi trans, un modo essenziale per ridurre l’obesità e il sovrappeso dei bambini.

Ma nessun “personaggio” della medicina televisiva sembra aver mai portato avanti queste istanze, e neppure sembra che alcun politico abbia mai preso posizione su questo argomento.

Vi siete mai chiesti chi guadagna (non interessa quanto) dal- le pubblicità?

La risposta che vi è venuta spontaneamente in mente è cor- retta solo parzialmente: non sono solo i proprietari dei canali televisivi, ma anche lo Stato, che detiene il potere su un certo numero di reti televisive che possiede e che attraverso le quali trasmette queste pubblicità contro cui il mondo accademico, sottovoce, si è schierato.

Chiarisco perché ho inserito questo argomento nel paragra- fo “Prescrivere con stile”, solitamente dedicato ai consigli che forniamo ai nostri pazienti per migliorare lo stile di vita e con esso la salute.

Parafrasando il già citato Malcolm Gladwell (1), sicuramente quel punto critico arriverà.

In quel momento molti di noi avranno a che fare con la pro- pria coscienza. È necessario cominciare ad informare i genitori, i pazienti e se possibile qualche responsabile amministrativo del Comune di appartenenza su come stanno le cose.

È necessario − inoltre − prendere qualche iniziativa locale:

andare nella scuola frequentata dai vostri figli e proporre una conferenza su come l’educazione alimentare possa influire sul- la salute dei bambini, i prossimi adulti; proporre che la mensa scolastica adotti del cibo biologico; scrivere un articolo per il vostro giornale locale; organizzare una conferenza presso il vostro Ordine dei Medici; farsi invitare a parlare nelle Univer- sità della Terza Età in modo da agire sui nonni e farli diventare

complici di questo progetto. 쐽

Bibliografia

1. Gladwell M. – Il punto critico. BUR Edizioni; 2006.

2. Mytton O.T., Boyland E., Adams J., Collins B., O’Connell M., Russell S.J.

et Al. – The potential health impact of restricting less-healthy food and beverage advertising on UK television between 05.30 and 21.00 hours:

A modelling study. PLoS Med 17(10): e1003212; 2020.

3. World Health Organization – Set of recommendations on the marketing of foods and non-alcoholic beverages to children. World Health Orga- nization, Genève; 2010.

– La Redazione ringrazia gli editor dei siti web da cui sono tratte le immagini di:

pag. 59:

https://www.frontiersin.org/files/special%20topics/15130/thumb_400.jpg pag. 60:

https://cdn.i-scmp.com/sites/default/files/styles/768x768/public/d8/images/metho- de/2020/03/27/c0eb5158-6f53-11ea-b0ed-5e14cf8eb9e1_image_hires_233902.jpg?

itok=0L83yMtv&v=1585323561 pag. 62:

https://i2-prod.irishmirror.ie/incoming/article3806031.ece/ALTERNATES/s1200/

I140703_185416_806527oTextTRMRMMGLPICT000003871738o.jpg

– Per consultazione: www.medibio.it

La Medicina Biologica, dal 2013/2.

Benessere Nutrizione e

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