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Tanto dolore, ma anche tanti ricordi. Caro Bechir, ti ricordi di quella giornata?

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Academic year: 2022

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GRC

Il Giornalino dei Ragazzi di Costacciaro

Anno VIII - n° 1 - dicembre 2016

GRC - Direttore responsabile: Patrizia Biscarini - Grafica e impagi- nazione: Pierluigi Gioia - Hanno collaborato a questo numero: Sofia Bucci, Leonardo Rossi, Federica Presciutti, Alessandro Crivelli, Irene Bucciarelli, Teresa Adami, PankaJ Ram, Sofia Sacchetti, Aurora Mariot- ti, Mirko e David Lupini, Asia Borio, Valeria Pascolini, Selene Vergari, Samantha Chiocci, Ilaria Rosati, Lucia Cherubini, Noemi Mariotti e le classi II e III della scuola primaria

Un ricordo di un amico che non c’è più

Caro Bechir, ti ricordi di quella giornata?

Ciao Bechir,

ti ricordi quando ci siamo scat- tati questa foto? Avevamo pas- sato insieme un’intera giornata a giocare a calcio, mi ricordo anche che tu mi davi dei con- sigli su come migliorare i tiri.

Se devo proprio dirtelo, è stato uno dei più bei momenti passati insieme!

Ti ricordi le serate passate a scherzare e a prenderci in giro?

Ti ricordi dei lavori di coppia che facevamo quasi sempre in- sieme?

Ti ricordi quando abbiamo fatto la recita di “Christmas Carol”, dove io e te dovevamo interpre- tare una coppia di fidanzati?

Ti ricordi quando mi hai porta- ta a vedere il tuo nascondiglio segreto?

Ma soprattutto, ti ricordi la prima volta che ci siamo co- nosciuti? Era il primo giorno all’asilo e avevamo all’incir- ca tre anni. Tutti i nostri nuovi compagni piangevano perché non volevano lasciare mamma e papà, mentre noi eravamo gli unici a non farlo. Ci siamo av- vicinati e abbiamo fatto subito conoscenza. Non so se ricorde- rai tutti questi episodi, ma io sì, li ricorderò fino ai miei ultimi giorni di vita. Ma soprattutto ricorderò te, con quel tuo sor- riso smagliante, con quella tua voglia di vivere, con quella tua adrenalina, con quei tuoi occhi che parlavano da soli.

Lo sai cosa penso? Penso che la vita a volte è troppo ingiusta, penso che ci voglia far soffrire

e si diverte an- che a farlo. Tu non meritavi di lasciarci ora, eri giovane e ave- vi ancora tutta la vita davanti!

Forse non era- vamo migliori amici; alcune volte litigavamo e ci prendevamo in giro a vicen- da, ma una cosa devi saperla:

anche se non te

l’ho mai dimostrato, ti voglio bene!

Il solo pensiero che tu non ci sia più mi distrugge perché tu eri un ragazzo sempre allegro e con il tuo sorriso contagiavi

tutti! Ricordati dei tuoi amici che, anche se non sembrava, ti sostenevano sempre.

Spero che ogni tanto da lassù tu pensi a noi …

Buon riposo Bechir, ci manchi!

Sofia Bucci, III C

Il ricordo della sua insegnante di Lettere

Tanto dolore, ma anche tanti ricordi

Un docente desidera sempre il meglio per i suoi alunni quan- do insegna, ma anche quando li rimprovera e quando li elo- gia nel comportamento e nel profitto scolastico, al momento opportuno ed in modo giusto ed equilibrato, per quanto è in suo potere e nel suo carattere.

Giorno dopo giorno, l’inse- gnante tiene in considerazione tutti i suoi alunni e per ciascu- no di loro immagina un futuro, il migliore possibile, in cui essi possano sempre più conoscere sé stessi e dispiegare totalmen- te le proprie qualità, il proprio essere, ricevendo gratificazione, avendo consapevolezza delle proprie competenze, autostima,

promuovendo azioni costruttive per sé, per la propria famiglia e per la società. L’esortazione quotidiana è quella ad essere tutti limpide gocce, i docenti per primi, essendo modelli a cui gli alunni guardano, per formare tutti insieme un mare trasparen- te e pulito, cioè un buon consor- zio umano. Ognuno nel suo pic- colo, con la propria diversità, le proprie caratteristiche, i propri ideali, il proprio sentire, la pro- pria personalità può contribuire a fare, per quel che possibile, un mondo migliore. Le vite di tutti sono preziose, importanti, fon- damentali.

La morte di un alunno è scon-

volgente. I primi pensieri vanno a lui, povero ragazzo, si pensa a quello che è stato, i ricordi si affollano e ci si rende conto che, inevitabilmente, si conosce più lo studente che l’intera persona;

tutto di lui è rivisitato secondo l’ottica ridotta e parziale del docente: il suo essere in classe, le sue relazioni con i compagni, con i docenti, con gli altri adul- ti della scuola. Il pensiero, poi, corre alla famiglia straziata dal dolore, alla povera madre, al pa- dre, brava persona, tante volte incontrato ai colloqui, ai fratelli più grandi, a cui si è insegnato e di cui sempre fa piacere avere notizie e conoscere la carriera scolastica. La sofferenza è im-

mensa, intollerabile, i perché sono tutti ottusamente senza risposta, l’irreparabile, purtrop- po, in questa esistenza terrena, non si può aggiustare.

Il poeta greco Menandro ha scritto: «Muore giovane colui che gli dei amano», un verso reso noto soprattutto da Giaco- mo Leopardi, che lo ha posto ad epigrafe del suo componi- mento Amore e morte e che lo ha tradotto: «Muor giovane co- lui ch’al cielo è caro». Pensan- doci in astratto, questo concetto sembra rasserenante. Ma quan- do si vive una tale drammatica situazione, quanto espresso da queste parole, non dà consola-

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zione. Questo è certo. La tre- menda realtà che Bechir è stato rapito dalla morte è tuttavia leg- germente mitigata dall’idea che forse sia stato condotto al Cielo per volere divino perché lui con la sua innocenza, le espressioni di continua sorpresa e meravi- glia, l’inconsapevolezza di sé in molte occasioni, la distrazio- ne, l’essere spesso perso, ma in modo piacevole, in un’altra di- mensione (non a caso a volte lo si apostrofava con l’espressio- ne “Tu scendi dalle stelle…”), sembrava, a volte, non essere fatto per la Terra, non di rado così cruda, concreta e pesante, disincantata, esigente, regolata, avida di doveri e di quotidiane incombenze.

Daniel Pennac, nel suo Dia- rio di scuola, fa un paragone

tra una classe e un’orchestra e scrive: “Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile [per noi insegnanti] è conoscere bene i nostri musicisti e trova- re l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che mar- cia al passo, è un’orchestra che suona la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triango- lo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importan- te è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensie- ri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo

triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma co- noscerà la stessa musica…”.

Bechir non era certo “un primo violino”, ma il suo contributo lo ha comunque dato, e certo non in negativo, per formare la specifica fisionomia della pro- pria classe. Nell’ultimo periodo dello scorso anno scolastico ha fornito, inoltre, chiari segni che sarebbe certamente diventato

“un ottimo triangolo” e forse,

chissà, in futuro, anche un al- tro strumento più complesso.

Purtroppo la sua vita si è spenta improvvisamente e non ci è sta- to concesso di assistere a questa sua ulteriore formazione.

Duro e intatto è il dolore per la sua irreparabile perdita. Resta- no di lui nel cuore tanti ricordi, indelebili nella memoria, su tut- ti, il suo dolce sorriso e gli occhi scuri, brillanti.

prof.ssa Patrizia Biscarini

Senza di lui, è tutto diverso

Quest’anno a scuola tutto è cambiato !

L'estate scorsa un nostro compagno di classe, e un amico di cui ci si poteva fidare, Bechir, è venuto a mancare all'improvviso.

Rientrati a scuola ci siamo ritrovati senza una persona a noi mol- to cara, con cui abbiamo passato alcuni dei momenti più belli della nostra vita: estati, viaggi d’istruzione, giornate a scuola, compiti a coppie, scherzi, partite di pallavolo, di calcio sia a a scuola che a casa. Tantissimi i ricordi tra cui quello di quando siamo andati a lezione di nuoto alla piscina di Gualdo Tadino con la nostra professoressa di Educazione Fisica…

Naturalmente, come tutte le coppie di amici, abbiamo anche passato momenti di litigio e di confusione. Ma un rapporto è fatto anche di litigi, l'importante che poi si ricomponga ogni strappo. Tutto nel litigare deve essere sempre legato ad un fatto specifico, da superare con la riconciliazione, e non si deve certo portare rancore. Ed è quello che molti di noi hanno fatto con lui e lui sempre con noi.

Noi ragazzi abbiamo sentito e ancora sentiamo molto la sua mancanza, perché siamo stati sempre molto uniti sia nel rappor- to personale, sia come classe.

Anche i professori hanno sentito molto la dolorosa perdita del loro alunno, anche se Bechir alcune volte lo riprendevano e lo richiamavano all'ordine, perché non sempre era attento alla le- zione e spesso non svolgeva i compiti o non portava il materiale scolastico o i libri. E a noi questo dispiaceva molto sia per i professori che per lui.

I docenti hanno cercato di aiutarci per alleviare le sofferenze di questa triste situazione, per noi orribile e insopportabile, ma ci hanno anche esortato a parlarne e a ricordarlo in diversi modi, pur rispettando la sensibilità di ciascuno di noi.

Bechir sarà sempre nei nostri cuori e pensieri!

Federica Presciutti e Irene Lanuti, III C

Il dolore non ha tempo

Permettete anche a me di rubare un po’ di spazio all’interno di questo nostro periodico per dire due parole. Qualche giorno fa, sul sito del nostro istituto, nell’apposita sezione “Auguri a...” è comparso il nome del nostro Bechir che, in effetti, compiva gli anni il 15 dicembre. Io non so se lassù, in cielo, i compleanni vengano festeggiati. Anzi, non so molte altre cose. E non so se, quindi, quello che sto per scrivere abbia o no senso. Però voglio dirlo ugualmente: “Auguri, Bechir”. E vorrei anche ringraziarti per la tua disponibilità quando, a fine anno scolastico, quando ce n’è stato bisogno, ti sei subito offerto di aiutarci per il nostro spettacolo Te la do io l’Odissea. L’ho rivisto qualche giorno fa e non ho potuto fare a meno di notare che, nei panni di uno dei compagni di Ulisse, tu ti stavi proprio divertendo. Del resto, sor- ridevi sempre. Anche quando ti facevo notare che non studiavi sempre con impegno e che, viste le tue capacità, avresti potuto impegnarti un po’ di più. E come si faceva a rimproverarti con quel sorriso sempre stampato sul viso? Eri davvero disarmante.

Anzi, sei disarmante. Voglio usare il presente, non l’imperfetto.

Perché il dolore non ha tempo: è sempre presente. Non ha decli- nazioni, coniugazioni, eccezioni, plurali e singolari. Non ha biso- gno di essere studiato e non è lo spauracchio degli alunni. Perché, come dice Umberto Saba “il dolore è eterno, ha una voce e non varia”. Il rammarico di non averti potuto veder crescere è lo stes- so che abbiamo provato (e speriamo di non provare più) quel tra- gico 21 giurno 2003, quando un altro nostro angelo volò in cielo.

Ma, se il dolore è indelebile, indelebile è e sarà sempre il ricordo del tuo sorriso. Anzi, il tuo sorriso. Perché, ora (ne sono sicuro), tu stai sorridendo. E’ il tuo ingenuo entusiasmo per una vita che - tu l’hai scoperto - a volte sembra crudele. E forse, chissà, un po’ lo è davvero.

Grazie, Bechir.

Pierluigi Gioia

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Costacciaro, 22 novembre 2016 Cara Elisabetta,

da quanto tempo che non ci sentiamo, saranno almeno due anni! Come va? I miei genito- ri mi hanno detto che tuo padre sposerà la sua compagna; spe- ro che tu ti trovi bene con lei, i suoi figli e che ti trattino bene.

Restando sempre nell'argomen- to “genitori”, ti scrivo questa lettera per raccontarti il bellis- simo rapporto che ho con loro.

Come già sai, io ho tredici anni e sto per entrare in quella fase della vita che non si dimenti- cherà mai; sia per gli aspetti positivi che quelli negativi che comporta: questo periodo si chiama “adolescenza”. Non so dirti precisamente il significa- to di questa parola, posso solo dirti che è un periodo della vita in cui i ragazzi e le ragazze su-

Adolescenza: un mito da sfatare

Il mio bel rapporto con i genitori

biscono un cambiamento fisico e anche un cambiamento nel modo di pensare e di interagire con il prossimo. È un'età media tra l'infanzia e il mondo degli adulti, dove pensi di essere già una persona matura e libera di fare ciò che più ti pare come gli adulti, mentre ancora non hai la minima idea di cosa significhi essere veramente adulti. Avendo in testa questa idea di libertà e indipendenza, ci si ribella a tut- to e a tutti: ad esempio, persone che molto spesso devono subire le lamentele dei ragazzi sono i genitori. I genitori sono perso- ne che cercano sempre di aiuta- re i propri figli a crescere bene;

stando loro vicini, dando buoni consigli e facendo anche, se necessario, critiche costruttive.

Loro non vorrebbero mai fare del male ai propri ragazzi, tutto ciò che fanno è per il loro bene!

Io conosco molti miei compagni che di fronte alle critiche dei genitori oppure ai loro consigli, si irritano perché non vogliono essere più trattati come imma- turi, perché ormai si credono capaci di prendere decisioni au- tonomamente. Non so tu, Elisa- betta, ma io mai mi azzarderei a rispondere in maniera sgarbata ai miei genitori, che mi hanno donato innanzitutto l'esistenza e che fanno mille sacrifici per garantire a me e a mia sorella una buona istruzione, del cibo, dei vestiti e in generale un otti- mo tenore di vita. Può capitare che me la prenda con loro per qualche sciocchezza, è nor- male! Nonostante ciò, io non trovo un difetto in loro; i miei genitori ci sono sempre quando ne ho bisogno: sono i miei con- fidenti ed i miei migliori amici perché sento che a loro posso

dire tutto senza essere giudicata e, inoltre, so che non lo diranno a nessuno. Quando sono giù di morale, sono loro a farmi tor- nare il sorriso. Spero che loro sappiano quanto voglia bene loro, anche se non lo dimostro sempre. Conosco dei ragazzi che odiano i loro genitori e non li vorrebbero avere. Se fossi in loro, rifletterei sul fatto che de- vono ritenersi fortunati perché molti i propri non li hanno mai conosciuti per varie ragioni op- pure li hanno persi prematura- mente. Io mi ritengo fortunata ad averli e non li cambierei per nessun' altra cosa al mondo.

Spero che anche tu, con la tua nuova famiglia, instauri questo bel rapporto. Ora ti devo pro- prio salutare, scrivimi presto.

Un bacio, Sofia

Sofia Bucci, III C

Oggi sono qui per fornirvi un'in- tervista realizzata da me, a due ragazze (tra cui me) con gusti musicali diversi, che dovranno ri- spondere alle stesse domande. Par- tiamo subito.

Che ruolo ha la musica nella tua giornata?

Rockettara: Ascolto la musica du- rante momenti morti della giorna- ta, come spostamenti quotidiani, oppure per rilassarmi.

Alternativa: La musica ha un ruolo fondamentale nella mia giornata.

Quando ne ho l’opportunità ascol- to sempre della musica, per ballare o semplicemente rilassarmi.

Che genere di musica ascolti?

Rockettara: I miei gusti musicali sono vari, ma prediligo il Metal e l’Hard Rock.

Alternativa: Principalmente ascol-

Un’intervista doppia

“Che cosa significa la musica per te?”

to Dubstep, Techno e la maggior parte dei generi base hip hop.

Che band/cantanti preferisci?

Rockettara: Principalmente i “Sy- stem Of Down”, “Linkin Park” ed i “Nightwish”.

Alternativa: Vado a periodi; in questo periodo, ad esempio: ascol- to principalmente “Awolnation”,

“Disclosure” e le “Fifth Har- mony”.

Che ne pensi della musica com- merciale?

Rockettara: Può fornire interes- santi spunti, finché non è impron- tata al guadagno e al conformismo.

Alternativa: Se non è usata a fini commerciali, per pubblicizzare un prodotto ad esempio, va bene, ma quando inizia ad essere usata per tali unici scopi inizia a non esse- re più classificata come musica, a

mio parere.

Ci puoi fornire qualche esem- pio al riguardo?

R o c k e t t a r a : Come esempio basta osservare un qualunque ar- tista, di cui ogni nuova Hit viene diffusa viralmen-

te in ogni radio per fini commer- ciali.

Alternativa: Per esempio possia- mo prendere una pubblicità qualsi- asi, come quella della Coca-Cola.

In fondo, quando sentiamo “Ta- ste The Feelings”, a tutti viene in mente il marchio Coca-Cola.

Lasciaci con una canzone e dicci perché.

Rockettara: "Chop Suey", perché è

la voce che grida per noi quando nulla va bene. (assolutamente da sentire!).

Alternativa: "That’s My Girl", perché al di là di chi la canta, ha un testo bellissimo, che parla del- le ragazze, che dovrebbero essere più forti e non lasciarsi abbattere da nulla, perché nessuna ragazza è impotente.

Sofia Sacchetti, III C

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L’angolo verde: i consigli dell’esperto

“A” come Agricoltura

Riprende quest'anno la rubrica

"A COME AGRICOLTURA" a cura di Mirko e David Lupini.

In questo numero si parlerà de- gli attrezzi agricoli in generale e di che cosa si coltiva nell'orto d'inverno. Segue anche una ri- cetta campagnola.

Gli attrezzi agricoli

Un buon agricoltore, che tiene molto al suo lavoro, non può fare a meno dei seguenti attrez- zi: aratro, erpice, fresatrice, rul- lo, seminatrice, trapiantatrice, spandiconcime, atomizzatrice, fumigatrice, rotoimballatrice, raccoglitrice e mietitrebbia.

Sono attrezzi molto costosi sia per l'acquisto che per la loro manutenzione. Tutti questi stru- menti noi li abbiamo studiati dal punto di vista della teoria in Tecnologia, con la prof.ssa Chiara Baldoni, noi, però, li conosciamo bene anche in pra- tica, perché la maggior parte li

abbiamo a casa e i nonni, gli zii e i nostri genitori li utilizzano nelle diverse stagioni per tratta- re il terreno, per coltivarlo e per il raccolto.

Che cosa si coltiva in autunno e inverno nell'orto Nell’orto, tra ottobre e novem- bre, scegliendo le varietà più resistenti si può ottenere un bel raccolto primaverile. Le piante da coltivare sono:

- le varietà di asparagi più adat- te ad essere piantate entro la fine dell’autunno;

- i piselli, ma entro l’arrivo delle prime gelate, più o meno prima della fine di novembre / inizio dicembre;

- l' aglio, sia nell’orto che in vaso, basterà interrare qualche spicchio d’aglio qua e là;

- la lattuga invernale, entro la fine dell’autunno;

- gli spinaci, ma in vaso nell'or- to;

- i cavoli primave- rili, sa- ranno da trapian- tare, in modo di avere un buon rac-

colto nei prossimi mesi;

- nelle zone più riparate dell'or- to, e anche in vaso, si provi inoltre a coltivare i cavoli cap- puccio;

- i ravanelli.

Nell’orto si consiglia di lasciare sempre una porzione per le col- tivazioni invernali e per collo- care i vasi e di lasciare una parte del terreno a riposo in previsio- ne delle semine primaverili.

Ricetta contadina: Cavolfiore lesso con bruschette

Ingredienti per 4 persone: un cavolfiore, pane a fette, olio nuovo, sale, pepe, aglio (a chi

piace)

Si lessa un cavolfiore, di medie dimensioni, in acqua salata. una volta cotto, si fa a pezzetti senza romperlo e si condisce con un filo d'olio. Si fanno poi le bru- schette con il pane, se possibile sulla graticola, sopra i carboni ardenti del camino. quando il pane è ben cotto, ma non bru- ciato, si strofina con l'aglio, si mette sale e pepe e alla fine del buon olio nuovo. Si pongono le fette su un vassoio, si spargono sopra i pezzi di cavolfiore e si aggiusta il condimento. Buon appetito!

Mirko e David Lupini, II C

Orientamento: un aiuto per la fatidica decisione...

Noi alunni delle classi terze delle scuole secondarie di tutto l'Istituto, il 12 dicembre scorso, siamo andati alla Scuola secondaria di Sigillo, per l' orientamento, dal quale ci aspettavamo di chiarire meglio le nostre idee e l'inclinazione per la scelta della scuola superiore, che an- dremo a frequentare il prossimo anno. IL NATALE Costacciaro, 10 dicembre 2016

In questa giornata ci siamo in gruppi misti, formati dai ra- gazzi delle diverse classi di Scheggia, Costacciaro, Sigil- lo e Fossato di Vico, ognuno di essi guidato da un nostro professore; successivamente siamo entrati nelle classi dove gli insegnanti provenienti dalle 11 scuole superiori avevano collocato i vari stand con del materiale informa- tivo; qui gli insegnanti hanno cercato di farci capire le caratteristiche delle scuole, con la proiezione di diapo- sitive, e distribuendoci dei dépliant per chiarirci le idee.

Ogni gruppo ha visitato a turno sei stand di mattina e, visto che non si faceva in tempo, ci siamo fermati tutti, insegnanti compresi, alla mensa di Sigillo, che ci è piaciuta perché ognuno ha un vassoio proprio e, soprattutto, un intero panino: la nostra mensa è forse anche più buona di quella di Sigillo, ma l’idea del panino ci è piaciuta. Perché non introdurla anche nella mensa di Costacciaro?

Dopo pranzo, abbiamo visitato, sempre divisi in gruppi, altri cinque stand, fino alle 16,00. Poi siamo tutti tornati a casa. L’esperienza ci è piaciuta, perché abbiamo fraternizzato con i nostri colleghi delle terze, che hanno i nostri stessi problemi, anzi uno solo: che scuola scegliere? Alla fine della giornata, le nostre idee erano un po’ più chiare. Ma non sarà facile scegliere la nuova scuola. E’ una decisione da mettersi le mani tra i capelli!

Valeria Pascolini e Asia Borio III C

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Costacciaro, 10 dicembre 2016 Caro Michele,

come stai?

Io bene. Spero anche tu.

Come sai, qui a Natale è tutto bellissimo.

Pochi giorni fa, a casa, ho fatto l’albero e il presepe alto quasi 1m 20 cm e lungo 3 m.

A Gubbio, una città vicino al mio paesino, si crea ogni anno un presepe lungo le vie della città. Ci sono statue a statura d’uomo ed è veramente bello. Un'altra bellissima idea che hanno avuto a Gubbio è stata quella di mettere dei led sul fian- co del monte Ingino, collocati sopra gli alberi che quando si accendono da lontano mostrano il contorno di un albero di Natale, con all'interno le palline colorate.

Questo albero lo hanno premiato e classificato come "Albero più alto e più bello del mondo".

A me piace molto i giorni e durante le vacanze di Natale lo ammiro sempre perché sto insieme con i miei nonni, cugini, zii e parenti che abitano a Gubbio e ci divertiamo sempre un mondo.

A me Natale piace anche perché la mattina del 25, oltre a scartare i regali, facciamo colazione tutti insieme in famiglia, perché gli altri giorni non lo possiamo fare in quanto mio padre si deve alzare presto per andare a lavorare.

A me piace anche l’Epifania perché la mattina si trovano le calze piene di dolcetti e caramelle.

Tu, caro Michele, come lo festeggi il Natele e l’Epifania? A te piace fare il presepe?

A me molto e i giorni che si fa il presepe vado sempre nei negozi dove hanno dei personaggi, non solo le statuine fisse, ma anche quelle che si muovono, come ad esempio una donna che lava delle tovaglie.

Io ho molti personaggi ed oggetti per il presepe : il fabbro, due fontane, il mulino, il fuoco, il forno, il banco del pesce, il banco della frutta, due pozzi, la panetteria.

E tu?

Rispondimi appena puoi. Fammi sapere presto!

Ciao, Leonardo

Il frustingo

Nonna Nerina ha gentilmente messo a disposizione del no- stro giornalino una ricetta di famiglia che appartiene della tradizione marchigiana.

Ingredienti: Dosi per 2 frustinghi - PANE RAFFERMO 1 kg - FICHI SECCHI NERI 1/2 kg - UVETTA PASSA 1 sacchetto grande - CANDITI A PEZZI 200 g - INTE- RI PER GUARNIRE a scelta - MANDORLE sgusciate 300 g - NOCI (tritate) 1 kg - ZUCCHERO (non molto) - CACAO 200 g - CAFFE’ 2 tazze - MOSTO COTTO 1 litro - MISTO LIQUORI (sambuca – rhum – mandarino) a piacere - CANNELLA a piacere - NOCE MOSCATA a piacere

PROCEDIMENTO - Mettere i fichi secchi in ammollo per una notte con il mosto cotto - Mettere in ammollo con mosto cotto, caffè, liquore per una notte. - La mattina seguente in un recipiente adatto, mescolare tutti gli ingre- dienti. - Se il composto è troppo morbido, si aggiunge pane grattugiato. - Si assaggia e si aggiusta il sapore a proprio piacimento. - Si divide l’impasto nelle teglie da forno e poi si inforna. - È preferibile, comunque, se possi- bile, cuocere il frustingo dal fornaio.

Teresa Adami, I C

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Il presepe nella fontana

Martedì 6 dicembre 2016, noi ragazzi della III C, della Scuola Secondaria di Costacciaro, abbiamo realizzato un piccolo presepe in una fontana vicino al “Trione”, cioè il Rivellino di Francesco di Giorgio Martini.

Questo lavoro lo abbiamo svolto oltre che con la collaborazione di alcuni membri della Pro-Loco di Costacciaro, anche con alcuni nostri dicenti, come: il prof. di Arte Luca Marzolini, la prof.ssa di Tecnica Chiara Baldoni, la prof.ssa di Inglese Paola Albini e la prof.ssa di Matematica Rosalba Beni.

Sotto la guida dei docenti di Arte e Tecnologia abbiamo studiato come procedere e cosa realizzare. Alcuni di noi hanno iniziato a fare la capanna, poi abbiamo messo ai bordi della fontana dei rami di pino per far sembrare che fossero alberi, poi per fare la strada abbiamo sparso la sabbia bianca insieme con la farina gialla di

mais da polenta in modo da renderla più realistica, abbiamo inoltre aggiunto sassi, cortecce e muschio.

Alla fine abbiamo posizionato le lucine tutte colorate ed i personaggi del presepe.

Questo presepe anche se piccolino è molto bello ed io vi invito ad andarlo ad ammirare durante le vacanze natalizie!

Leonardo Rossi, III C

Ricette natalizie

Tronchetto di Natale

Una ricetta natalizia per eccellenza è il Tronchet- to di Natale.

Ingredienti: 4 uova, 80 grammi di zucchero, 50 grammi di farina, un pizzico di bicarbonato, una scorza di limone grattugiato, 2 tuorli, 25 grammi di fecola, 200 ml di latte, 50 grammi di cioccolato fondente e 250 ml di panna per dolci.

Procedimento: mescolare i tuorli con lo zucche- ro, fino a farli diventare chiari e spumosi, poi aggiungete la farina, un pizzico di bicarbonato, la fecola, la buccia di limone grattugiata, aggiungete gli albumi montati a neve; ora stendete la carta da

forno su una teglia, stendetela un modo che sia più piana possibile. Poi infornate per 10\12 minuti a 180 gradi. Su un ripiano disponete un foglio di carta forno e rovesciate la pasta biscotto sopra, quindi staccate delicatamente quella usata per la cottura.

Successivamente coprite la pasta con un altro foglio di carta forno e arrotolatela mentre è ancora calda. Nel frattempo preparate la crema pasticcera al cioccolato. Sbattete in una ciotola i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungete quindi la fecola setacciata e continuate a mescolare fino a creare un composto omogeneo. Aggiungete ora il latte e incorporarlo al composto di uova e trasferite il composto in una pentola dal fondo spesso. Cuo- cete la crema pasticciera a fiamma bassissima, sempre mescolando, finché non si sarà addensata quando si sarà addensata, aggiungete il cioccolato tritato, poi mescolate finché il cioccolato si scioglierà e lasciatelo raffreddare.

Poi spalmate la crema su tutto la pasta ma lasciate qualche centimetro vuoto ai bordi. Arrotolate quindi con cura il dolce, avvolgetelo con della carta forno e ponetelo almeno un’ora nel frigorife- ro a raffreddare. E infine spalmate il cioccolato tutto intorno.

Alessandro Crivelli, III C

Buccellato

Ingredienti: 500g di farina bianca, 300g burro morbido, 5 uova, 50g pistacchi, 200g mandorle, q.b. cannella, q.b.

zucchero a cubetti, 200g zuc- chero, 2,5dl latte, 300g fichi secchi, 150g uvetta, 200g gherigli di noce, 2 chiodi di garofano, q.b. pepe, 200g zucca candita

Preparazione:

1) prepara la pasta con fa- rina, zucchero, burro, latte e quattro uova poi lascia riposare per trenta minuti;

2) stendi una sfoglia di 3 o 4 cm; 3) dai una forma ret- tangolare al tutto; 4) metti in un recipiente fichi a pezzi, cioccolato, uvetta, pistacchi, zucca, mandorle e noci; 5) aggiungi 1 uovo, la cannella, il pepe e i chiodi di garofa- no; 6) preriscalda il forno a 180°; 7) avvolgilo su se stes- so, sigillando le estremità; 8) cuoci nel forno a 180°, per trenta minuti; 9) decorala;

10) hai finito il buccellato!

Samantha Chiocci, II C

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22 Novembre, ore 10.28 Caro diario,

come va? Io tutto bene, anzi benissimo.

Sai? Poche settimane fa, come ogni anno, si è svolta la “Corsa delle Botti”, io non vedevo l'ora, anche se quest'anno sono rimasta delusa per diversi motivi: a causa del freddo e dei terremoti non erano presenti molte persone e stranamente era svanito quell'animo allegro e competitivo che ha sempre dato vita alla festa.

Tutto è iniziato la mattina del 12 Novembre, tutti i villanti si davano da fare per orgnizzare al meglio l'Ho- staria de la Rocca. Subito, però, mi sono resa conto che nell'aria c'era qualcosa di diverso: non era presente la voglia di correre, di vincere dei nostri bottaioli, e ho dedotto ciò dai loro movimenti, dalle loro espressioni, perfino dalle battutte, in effetti tutto era fatto in modo svogliato.

La sera, invece, insieme ai miei amici, ho corso, urlato, scherzato: eravamo super energici. La festa è stata animata prima dai tamburini, poi, anche se per poco, dai fuochi d'artifico. A causa del freddo sono dovuta ritornare presto a casa: erano 3°C!

La mattina seguente invece gli animi erano molto agitati e competitivi. In piazzetta noi ragazzi abbiamo gioca- to, scherzato, come ogni domenica, anche se la tensione la sentivamo tutti. Il pomeriggio, una volta esserci pre- parati per la sfilata, siamo saliti sul camion che ci ha portati prima al cimitero per pregare per tutti i bottaioli defunti, poi, pieni di euforia e agitazione, ci siamo diretti a Costacciaro. Appena arrivati, è iniziata la sfilata, io insieme a Federica portavamo una grande cesta, contenente diversi tipi di pane: il profumo che emanava la cesta era invitante, ma il peso era troppo. La sfilata è durata poco e ancora, diario, non ho capito bene il perché;

alcune voci dicono che ci si era troppo allungati e che si era interrotta per cercare di rimanere entro i tempi stabi- liti. Io e Federica, quando ci siamo rese conto che la sfilata non sarebbe continuata, ci siamo andate a cambiare e abbiamo aspettato alcuni nostri amici all'arrivo.

Dopo pochi minuti, la corsa è iniziata: la prima manche l'ha vinta la squadra della Porta, ma durante la se- conda è accaduta una cosa che, da quando Arcangelo Torcolini ha inventato questa festa non era mai successa:

la Porta, nel mezzo della discesa, proprio sulla curva, approfittando della caduta della Rocca, ha superato.

In seguito, la Rocca, non infuriata, ma di più, ha cercato di raggiungerla anche se era impossibile recuperare la posizione. Quando i bottaioli della Rocca sono arrivati è scoppiata una vera e propria rivoluzione: tutti erano molto agitati! Dato che gli animi si stavano iniziando a riscaldare un po' troppo si è deciso di leggere il regolamento, quest'ultimo affermava che il sorpasso era in regola solo se erano presenti le condizioni di sicu- rezza idonee.

Così, dopo varie discussioni, la vittoria è stata data all'Hostaria de la Porta.

Nonostante fosse stato letto il regolamento i bottaioli della Rocca erano molto infuriati perché i bottaioli della Porta avevano approfittato della loro caduta.

Più tardi sono dovuta tornare a casa, anche se, a essere sincera, avrei voluto assistere a qualche rissa... Scher- zo! Io sono una brava ragazza, come sai...

La sera sono andata a Costacciaro dove, insieme a un mio amico, dopo aver passato un po' di tempo con i bot- taioli, abbiamo parlato di come questa festa, stia diventando sempre meno leale. Dopo un po' sono ritornata a casa perchè ero letteralmente sfinita!

Sicuramente, diario, ti starai chiedendo se questa festa mi è piaciuta quest'anno? Be’... non molto per diversi motivi: innanzitutto perchè la Rocca, a quanto si sostiene in giro, non si è minimamente preparata per questa corsa. Senza allenamento non si può pretendere di vincere! Secondo la mia opinione, inoltre, ci deve anche essere la voglia di competere. E questa non mi è sembrato che ce ne fosse molta.

Per quanto riguarda la Porta, invece, sì, meritava di vincere, però, senza umiliare la Rocca, perché anche sen- za il sorpasso la vittoria sarebbe stata la sua. Con quell'atto, secondo me, i bottaioli sono stati anti-sportivi e hanno anche rischiato di far finire malamente e per sempre la festa.

Questa edizione, dunque, non è stata per niente emozionante, perchè, ritengo che non si siano rispettati i valori di questa fantastica manifestazione.

Scusa, diario, ma ora ti devo lasciare: domani ho un importante interrogazione!

Un saluto dalla tua Irene

Irene Bucciarelli, III C

(8)

Viaggio in India

Ciao, mi chiamo Teresa Adami e quest’anno, insieme al mio amico Pankaj Ram, originario Punjab, terrò un rubrica intitolata “Viaggio in India”. Pankaj ci racconta una festa che si celebra in India, simile per importanza al Natale. “In India c’è una festa che si chiama Diwali. Questa festa si festeggia con i fuochi di artificio. Prima di questa festa ci sono i nonni che regalano i fuochi d’artificio e di notte si gioca. Ci sono delle pistole finte che sparano i fuochi d’ar- tificio e ci sono dei negozi che vendono i fuochi d’artificio.

Esiste, inoltre, un fuoco d’artificio che fa un rumore forti- simo. Io ho degli zii che vendono i fuochi d’artificio ed a me, quando abitavo là, ne davano un sacco. Quando faceva notte davo fuoco a tutti i miei fuochi d’artificio che faceva- no dei rumori fortisimi. Ricordo, tra l’altro, che avevo un cane che aveva paura e andava sempre sotto il mio letto.

Io di solito andavo via con i miei amici e andavamo a gio- care vicino ad un tempio che stava accanto a casa mia”.

Questa è l’esperienza di Pankaj. La prossima volta affron- teremo un altro argomento.

Continuate a leggerci!

Pankaj Ram, Teresa Adami, I C S

alve a tutti, da questo numero

del "GRC" ci sarà la mia rubrica, dove presenterò lavoretti facili e divertenti per pensierini da rega- lare a gli amici o ai parenti, ma anche decorazioni per la casa.

Abeti di Natale in lana

Materiale: copertina di riviste o cartoncino; colla vinilica; pen- nello; filo di lana (del colore che preferite); decorazioni (perline, diamantini); scotch; forbici Costruiamo!

Prendete il vostro cartoncino o copertina e create una specie di cono, fate attenzione a non la- sciare un buchino all' estremità.

Lavoretti di Natale

Costruiamo con le mani

Appena pensate che il vostro cono sia perfetto bloccatelo con dello scotck, e tagliate sotto, fino a che non raggiunga l'altezza vo- luta, cercando di far diventareil fondo abbastanza piatto in modo che resti in piedi.

Cospargete tutto l' abete di colla vinilica con il pennello, dopodi- chè prendete il filo di lana colo- rato e arrotolatelo a mo' di spi- rale intorno all'abete, ci vorrà un po' di tempo.

In fine aspettate che il tutto si asciughi per poi attaccare le vo- stre decorazioni.

Stelle di Natale in cartone

Materiale: rotoli in cartone di carta igienica o scottex; tempere del colore che preferite; decora- zioni; brillantini; colla vinilica;

pennello; righello; matita Costruiamo!

Prendete il rotolo di carta igieni- ca o "scottex" e appiattitelo.

Da qui con il righello tracciate delle linee larghe 1cm, per poi tagliare le strisce in cartone.

Dopodiché colorate gli "anelli"

con le tempere lasciate asciugare un po'.

Appena vedete che il colore è asciutto, formate la stella (pren- dendo spunto anche dall'imma-

gine) e incollate i petali con la colla vinilica (all'inizio è possi- bile che sembri che non si attac- chi, ma lasciate asciugare qual- che minuto e si attaccherà) In fine, se volete, attaccate deco- razioni e brillantini.

Selene Vergari, II C

Tartufi assortiti

Questa ricetta è stata tratta dal libro: Dolci di Natale, che abbiamo a casa.

Ingredienti: 300g di cioccolato fondente, 100g di burro, 2 tuorli, 150g di zucchero a velo, 1 cucchiaio di latte, 4 cl di panna liquida, granella di frutta secca a scelta, zuccherini bianchi e/o colorati, granelli di cioccolato

Preparazione: 1. Rompete il cioccolato a pezzetti e mette- telo in un pentolino. Aggiungete il latte fatelo sciogliere a fuoco dolce. Mescolate con una spatola di legno per otte- nere un composto liscio.

2. Aggiungete quindi il burro a pezzetti, mescolando. Poi incorporate i tuorli uno alla volta, infine unite la panna.

Mescolate bene. Aggiungete lo zucchero a velo, sempre sbattendo. Versate il composto in una ciotola e mettetelo in frigo per almeno 2 ore. 3. Quando l'impasto sarà ben sodo, formate delle palline grandi come una noce. 4. Disponete granelli di cioccolato, granelli di frutta secca e zuccherini in piattini separati e fatevi rotolare i tartufi, facendoli ade- rire bene su tutta la superficie. Rimettete in frigo fino al momento di servire.

Aurora e Noemi Mariotti, classe I e II C

La magnifica redazione di GRC au-

gura a tutti i lettori un sereno (e ne-

voso) Natale e uno stupendo (e ne-

voso) 2017. Ci rivediamo a Pasqua!

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