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Tempi pignoramento presso terzi

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Tempi pignoramento presso terzi

31 Agosto 2019 | Autore: Salvatore Cirilla

Un breve excursus sulle fasi del processo esecutivo, per capire in quanto tempo il creditore può soddisfarsi sul debitore del proprio debitore.

Soddisfarsi di un proprio credito non è sempre facile: oltre ad essere seguito da un bravo avvocato, devi anche essere fortunato e sperare che il tuo debitore non sia

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nullatenente o, peggio, nullafacente. Un’azione legale molto utilizzata nei tribunali per agire esecutivamente è quella del pignoramento presso terzi con la quale aggredire un soggetto che con il creditore non ha un rapporto debitorio diretto, ma che risulta debitore del suo debitore. In questo modo, la legge ti permette di ordinare a quel terzo di pagare a te il proprio debito, piuttosto che al tuo debitore, così soddisfando le tue pretese. Giustamente, parlando di tribunali, di aule di giustizia e delle decennali cause ordinarie, la cosa che più ti spaventa sono i tempi pignoramento presso terzi. In questo articolo, dopo aver analizzato le procedure che mette a disposizione il legislatore, seguirai passo dopo passo le fasi di questa specie di pignoramento, scoprendo – anche se in linea di massima – quali sono le tempistiche con cui potrai soddisfarti del credito vantato.

Cos’è un pignoramento?

Quest’azione consiste in una procedura esecutiva, proposta davanti ad un’autorità giudiziaria, con la quale, per recuperare le somme vantate nei confronti del tuo debitore, ti soddisfi coercitivamente sui beni di proprietà di quest’ultimo.

Per poter agire con un pignoramento avrai bisogno di due documenti:

un titolo esecutivo (sentenza, assegno, cambiale) che attesti la qualità di creditore nei confronti della persona contro cui agirai;

un atto giudiziale, denominato precetto, con il quale aver intimato al debitore di pagare entro dieci giorni il debito maturato.

Solo dopo aver atteso invano i dieci giorni dell’intimazione, potrai procedere con la scelta del pignoramento, a seconda delle notizie che ti sono pervenute a seguito delle indagini che avrai effettuato con il tuo legale.

Le tipologie di pignoramento

Le procedure esecutive possono essere di tre tipi.

Pignoramento mobiliare

In questo caso ti soddisferai sui beni mobili del debitore:

il mobilio della casa;

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le somme di denaro;

l’autovettura;

i gioielli;

le quote societarie;

e gli altri beni mobili di proprietà del debitore.

Dopo aver notificato il precetto, il tuo legale si recherà, con l’ufficiale giudiziario, nel luogo in cui il debitore conserva i beni mobili ricercati per asportarli, nominando al contempo un custode.

Questa procedura si conclude con l’assegnazione delle somme di denaro pignorate, o con la vendita (e, dopo, la distribuzione delle somme ricavate) degli altri beni commerciabili.

Pignoramento immobiliare

Questo è il pignoramento più costoso, ma anche il più rilevante, visto che aggredirai la casa del debitore, o altro immobile di sua proprietà.

Una volta notificato l’atto di pignoramento, saranno nominati un custode ed un perito che valuterà l’immobile; quest’ultimo sarà, poi, messo all’asta per essere acquistato dai terzi interessati, la cui somma servirà a soddisfarti del credito vantato.

Solitamente, quest’azione viene portata avanti quando il credito per il quale si agisce è rilevante, ma non perché il legislatore proibisca di utilizzare tale azione per crediti di piccolo ammontare, ma perché le spese necessarie per affrontare questa esecuzione sono molto cospicue e, quindi, spendere migliaia di euro per recuperare un credito di poche centinaia di euro risulterebbe poco conveniente.

Pignoramento presso terzi

Il pignoramento in questione, protagonista del nostro articolo, per molti aspetti, ha un rapporto qualità-prezzo molto vantaggioso. Casi di azioni esecutive dove il creditore agisce nei confronti del terzo che risulta debitore del nostro debitore ne vediamo ogni giorno: dal conto corrente bancario, dove la banca risulta debitrice del tuo debitore per le somme depositate nella filiale, al datore di lavoro del tuo debitore, che risulta debitore dello stipendio da pagare mensilmente al lavoratore.

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Come ti dicevo, tra i tre, spesso, questa è l’azione esecutiva più satisfattiva, perché, quando decidi di agire in questo modo, sei già a conoscenza di eventuali rapporti lavorativi, piuttosto che dell’esistenza di un conto corrente. E nel caso in cui quel pignoramento dovesse risultare negativo, perché il conto corrente era privo di giacenze, o il rapporto di lavoro si era, nel mentre, risolto, le spese legali da affrontare saranno sicuramente inferiori rispetto a quelle previste per il pignoramento immobiliare.

Fasi del pignoramento presso terzi

Per scoprire i tempi d’attesa, vedremo, ora, quali sono le fasi di una procedura esecutiva presso terzi, distinguendo il caso in cui si riceve la dichiarazione del terzo, dai casi in cui la dichiarazione non è trasmessa, o è negativa.

I° Fase: Preparatoria e di notifica

Il primo step da affrontare, una volta pronto l’atto di pignoramento presso terzi, è quello della notifica tramite ufficiale giudiziario. Il tuo legale dovrà recarsi allo sportello dell’ufficio notifiche del tribunale presso cui risiede il debitore munito:

del titolo che dimostri il tuo diritto di credito (ad esempio una sentenza, o un assegno);

del precetto notificato al debitore, con il quale si è intimato il pagamento entro dieci giorni dal ricevimento dell’atto;

di un originale dell’atto di pignoramento, contenente la citazione nei confronti del debitore a comparire ad un’udienza e l’invito al terzo di comunicare se è debitore del tuo debitore;

di tante copie dell’atto di pignoramento quante sono le parti a cui notificare.

Qui, i tempi sono brevi e variano dal carico di lavoro dell’avvocato che ti segue.

Solitamente, una volta perfezionato il precetto, che ha una validità di novanta giorni, lo studio legale procede alla preparazione e notifica dell’atto di esecuzione in una settimana lavorativa.

II° Fase: Dichiarazione del terzo e iscrizione del

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pignoramento

Dal momento in cui il tuo avvocato ritira l’atto di pignoramento notificato, avrai trenta giorni di tempo per iscrivere il pignoramento, pena l’inefficacia dello stesso.

Per questo, solitamente, il legale attende la dichiarazione del terzo prima di procedere al ritiro del pignoramento. In questo modo, avrà tempo fino all’udienza di citazione inserita nell’atto per attendere la dichiarazione del terzo, che non sempre arriva e, spesso, deve essere sollecitata. Solitamente, per questa fase, passa circa un mese, o poco più.

Quando arriva la dichiarazione del terzo, sarai pronto a iscrivere la causa a ruolo.

Dopodiché, dovrai attendere la conferma della cancelleria che trasmetterà al legale l’udienza effettiva presso cui si valuterà la dichiarazione del terzo.

Solitamente, l’udienza può slittare di poche settimane, o di tanti mesi: tutto dipenderà dal carico di ruolo del giudice dell’esecuzione designato.

Se, invece, la dichiarazione di terzo non arriva, o se arriva, è negativa, dovrai decidere insieme al tuo difensore se sia opportuno iscrivere la causa. Magari, alle volte, sei a conoscenza che il tuo debitore lavora presso una ditta e, quindi, sei sicuro che, anche in mancanza di dichiarazione, potrai dimostrare le tue ragioni davanti ad un giudice, così soddisfandoti del credito.

III° Fase: Udienza davanti al giudice dell’esecuzione

In questa fase, si aprono tre scenari.

Dichiarazione di terzo positiva

A quest’udienza, il giudice verificherà la regolarità delle notifiche e, successivamente, analizzerà la dichiarazione resa dal terzo pignorato. Se questa è positiva, e non ci sono opposizioni del debitore circa l’impignorabilità del bene, allora il giudice emetterà un provvedimento di assegnazione con il quale ordinerà al terzo di pagare a te, creditore, quanto dovuto al debitore.

In questo caso, i tempi sono molto brevi: tra l’udienza e l’ordinanza di assegnazione passeranno pochi giorni e, così, tutta la procedura durerà non più di

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quattro, cinque mesi.

Dichiarazione di terzo non pervenuta

Se, viceversa, la dichiarazione non è stata trasmessa, il tuo avvocato chiederà al giudice che venga fissata una nuova udienza per permettere al terzo di presenziare in tribunale e dichiarare al giudice se è debitore o meno del tuo stesso debitore.

Se alla successiva udienza il terzo si presenterà confessando il rapporto debitorio, il giudice procederà all’emissione dell’ordinanza, così come nel caso in cui la dichiarazione viene trasmesse prima dell’udienza.

Qui i tempi si allungano, poiché tra le due udienze passeranno dai due ai sei mesi, al fine di permettere al tuo legale di rinotificare il pignoramento e il verbale di udienza al terzo pignorato.

Dichiarazione di terzo negativa

Questa eventualità è la peggiore per te. Infatti, a meno che tu non abbia la certezza del rapporto debitorio esistente tra debitore e terzo, non sarà affatto semplice provare che quella dichiarazione del terzo non corrisponde a verità.

In questo caso, all’udienza, il tuo avvocato dovrà chiedere al giudice che venga disposto un subprocedimento di accertamento dell’obbligo del terzo. Questa procedura ti consentirà di provare, attraverso documenti, o testimoni, il rapporto tra debitore e terzo.

Di certo, i tempi si allungheranno notevolmente, trasformando quel processo esecutivo in un (piccolo) procedimento ordinario. Pertanto, in questo caso, potresti rischiare di attendere anche un paio di anni per soddisfare le tue ragioni creditorie.

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