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Perché scegliere il modello Everythingas-a-service? gennaio 2020 IN COLLABORAZIONE CON. DANIEL NEWMAN Socio fondatore + Principal Analyst

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gennaio 2020

DANIEL NEWMAN

Perché scegliere il modello Everything- as-a-service? Perché scegliere HPE?

IN COLLABORAZIONE CON

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INDICE

3 Introduzione

5 Documento di sintesi

6 Perché adottare modelli basati sul consumo

10 Perché scegliere HPE? Il momento giusto per un cambiamento radicale

12 Perché scegliere HPE? Il fornitore giusto per il futuro dei modelli operativi dell’IT

13 Conclusioni

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LA TRASFORMAZIONE DIGITALE CAMBIA IL PANORAMA INFORMATICO

La trasformazione digitale guida la nuova era di investimenti in business e tecnologia. Le organizzazioni sono pienamente consapevoli delle forze dirompenti in grado di causare una svolta radicale e quasi istantanea nei settori, in particolare la minaccia di nuovi concorrenti sconosciuti che non lascia alle aziende consolidate il tempo di reagire.

Al di là di queste forze dirompenti, le aziende si impegnano attivamente a trasformare i loro modelli di business per migliorare l’agilità, la capacità di adattarsi e la possibilità di gestire le mutevoli richieste dei consumatori. Per questo è necessario rafforzare la cultura, aumentare gli investimenti e applicare con precisione la tecnologia giusta per agire da facilitatori tra le persone e i processi dell’organizzazione e le ambizioni della stessa.

Per attuare la trasformazione digitale, le organizzazioni devono trasformare l’IT. Questo processo inizia dall’infrastruttura, perché è quella che consente alle aziende di sviluppare e distribuire le applicazioni necessarie per coinvolgere i dipendenti, i clienti e i partner della catena di valore. La proliferazione dei dati, l’intelligenza artificiale, l’elaborazione,

l’edge computing e la mobilità sono solo alcune delle tecnologie avanzate che devono essere supportate dall’infrastruttura aziendale. Si tratta di un’impresa ardua, ma è realizzabile con un piano ben definito e un’attuazione ancora più efficace, soprattutto in collaborazione tra business e IT, che troppo spesso si rivelano in opposizione mentre paradossalmente puntano allo stesso obiettivo.

INTRODUZIONE

Nel 2009 Simon Sinek ha presentato una conferenza Ted Talk per TEDx Puget Sound dal titolo “Start with Why”, tradotto in italiano con “Partire dal perché”. Questa conferenza, che ha trasformato Sinek da autore di successo sul tema della leadership a figura acclamata a livello globale, ha ormai raggiunto 46.000.000 di visualizzazioni.

Si tratta della discussione semplice ma eloquente di una delle principali problematiche che riguardano le imprese odierne, ossia la dissonanza tra quello che le aziende fanno, come lo fanno e PERCHÉ lo fanno.

L’affermazione più famosa di Sinek è infatti “le persone non acquistano quello che fai o come lo fai, ma il PERCHÉ lo fai”.

Questa conferenza, all’insaputa di Sinek, è diventata la base di numerose presentazioni, keynote e mission aziendali. Mentre si assiste alla transizione dall’economia di servizi all’economia di esperienze, le aziende sono alla ricerca del proverbiale

“perché” e si affannano a creare questa connessione con i loro clienti.

“Le persone non acquistano quello che fai o come lo fai, ma il PERCHÉ

lo fai”.

- Simon Sinek

Quando i clienti riescono finalmente a vedere il “perché”, si crea un senso di fiducia, affinità e fedeltà che infonde nuova linfa e longevità nei marchi.

In un’epoca in cui la tecnologia serve da porta di collegamento tra clienti e marchi, alle aziende tecnologiche che conoscono il loro “perché” spetta il compito di sviluppare le soluzioni e offrire le esperienze che favoriscano la trasformazione del business.

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ASPETTATIVE CRESCENTI PER L’IT:

SUPPORTARE IL BUSINESS IN UN MONDO DI CONSUMATORI

Mentre il panorama dell’IT continua a cambiare, la leadership e i dirigenti d’impresa si aspettano sempre di più dalla funzione IT, ma al tempo spesso vogliono esperienze migliori e più mirate ai consumatori, spesso anche con l’obiettivo di ridurre la spesa per l’IT. Nei casi in cui la funzione IT non è in grado di tenere il passo, emerge il cosiddetto “IT fantasma”.

Si tratta di una situazione sempre più comune, per cui l’azienda adotta le proprie applicazioni, in genere basate su SaaS. Una certa ostinazione e/o la carenza di risorse che permane nell’IT costringono infatti sempre più spesso i dipendenti a lavorare con strumenti IT tutt’altro che ideali, ma con l’aspettativa di una produttività elevata.

La consumerizzazione è un’altra forza di mercato che continua ad avere un enorme impatto sulle modalità di utilizzo dell’IT nelle aziende. I consumatori sono ormai abituati a realtà come Uber, Netflix e Spotify e si domandano come mai le applicazioni aziendali debbano essere così difficili e complicate quando quello che vogliono e si aspettano è la disponibilità di interfacce utente ricche e di servizi intuitivi, spesso con i costi contenuti e le associazioni di valore dovute a strategie di monetizzazione mutevoli da parte delle app consumer.

Il cloud ha cambiato radicalmente le aspettative riguardanti l’IT. Le organizzazioni oggi cercano un’esperienza che offra la possibilità di agire con velocità e agilità, e di comporre dinamicamente le risorse in base alle esigenze del business.

In pratica

Probabilmente, la problematica più significativa per l’IT è che a fornitori e provider si chiede sempre più spesso di offrire ai clienti la possibilità di introdurre i vantaggi del cloud nei loro data center, riducendo o eliminando al tempo

stesso l’esborso anticipato di capitali. La mission aziendale prevalente dei fornitori IT consiste nello sviluppare una singola piattaforma in grado di estendersi in più cloud, oltre che on-premise, e che consenta alle aziende di sfruttare nuove opportunità di business senza la complessità e i costi associati alla gestione. Si tratta di un’impresa complicata, ma l’aspettativa rimane e le aziende in grado di realizzare questo obiettivo per prime e/o nel modo migliore si troveranno ben posizionate per acquisire un vantaggio competitivo in un mercato in cui prevale la richiesta di gestire l’ambiente on-premise come infrastruttura IaaS e preferibilmente di utilizzare quest’ultima come SaaS.

Le aziende aspirano a un’esperienza di tipo SaaS, ma in un’epoca in cui nessun singolo cloud o applicazione è in grado di supportare tutte le esigenze del business. Tutta l’offerta deve essere fruibile e distribuita come SaaS. Questa è la proposta che Hewlett Packard Enterprise (HPE) si è impegnata a realizzare entro il 2022 sotto la guida di Antonio Neri. Per HPE, distribuire oggi l’esperienza SaaS nel mondo complesso dell’IT ibrido del futuro equivale al

“perché” dell’azienda. Identificando il “perché”, l’azienda ha intrapreso una nuova direzione, più definita e in linea con la domanda del mercato. E l’impegno implacabile ad attuare tale approccio è esattamente il motivo per cui l’azienda è ben posizionata per rispettare la propria vision e al tempo stesso perseguire la crescita di mercato.

In questo documento parliamo delle attuali forze di mercato, analizziamo i modelli di consumo del futuro e approfondiamo la strategia di HPE per il passaggio a un modello as-a-service nei prossimi tre anni.

Il modello per il provisioning di risorse di elaborazione e storage è passato da

“acquista l’album” con un esborso di capitale ad “ascolta il brano in streaming”

con un pagamento mensile.

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Con le nuove aspettative dei dirigenti e l’aumento esponenziale delle richieste imposte alla funzione IT, l’infrastruttura IT on-premise fino a poco tempo fa non ha tenuto il passo con quanto reso disponibile dai provider di servizi cloud pubblici hyperscale. Grazie a sviluppi recenti e alle partnership instaurate tra i principali fornitori, questa situazione è cambiata.

I fornitori IT leader di settore offrono cloud ibridi completamente gestiti as-a-service, con modelli di addebito flessibili basati sul consumo. Con questi nuovi servizi innovativi, i clienti possono dedicare più tempo al core business tralasciando le operazioni IT. In altri termini, questi servizi consentono ai clienti di focalizzarsi sulle applicazioni invece che su processi e strumenti dell’IT.

Considerando il clima aziendale sempre più competitivo e l’effetto dirompente associato all’entrata di nuovi concorrenti nei mercati esistenti, che è ormai la norma e non più l’eccezione, la pressione imposta alle funzioni IT è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. I clienti rispondono adottando progetti di trasformazione digitale, il che aumenta ulteriormente il carico di lavoro dei reparti IT interni. Di conseguenza è emersa l’esigenza di ridurre le tempistiche di distribuzione per i progetti IT e migliorare il time to value per qualsiasi investimento.

All’interno del reparto IT si avverte sempre di più la necessità di rispondere ai requisiti determinati dalla linea aziendale e del panorama generale del business.

I reparti IT devono utilizzare l’infrastruttura invece di approvvigionarla, devono gestire piuttosto che amministrare e infine devono controllare e non più supportare il provisioning IT per le proprie organizzazioni.

Secondo Futurum Research, HPE è ben posizionata per garantire l’architettura IT moderna a supporto della trasformazione digitale. Il tutto inizia con la promessa del marchio dell’azienda e con le offerte IT flessibili e agili della stessa, inclusi i modelli di consumo granulari e trasparenti.

Con questo approccio, le organizzazioni possono usare i dati appropriati per perseguire la trasformazione imposta dalla loro stessa azienda e dai clienti, e per lasciarsi trascinare dalle forze di mercato nel modo più opportuno per il business in termini di avanzamento significativo.

DOCUMENTO DI SINTESI

I reparti IT devono utilizzare l’infrastruttura invece di approvvigionarla, devono gestire piuttosto che amministrare e infine devono controllare e non più supportare il provisioning

IT per le loro organizzazioni.

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Entro il 2023, il 60% delle imprese adotterà modelli di consumo dell’IT flessibili e a basso costo, secondo un report di IDC commissionato nel 2019. Futurum rileva una tendenza per cui i clienti scelgono sempre più spesso di abbandonare i modelli di spese di capitale (CapEx), in cui le apparecchiature IT vengono acquistate e quindi ammortizzate nell’arco di 3-5 anni, per passare a un modello in cui il costo dell’infrastruttura equivale alle spese di funzionamento (OpEx).

Alla base di questa tendenza c’è il desiderio di una maggiore sinergia tra spesa per l’infrastruttura IT e consumo IT. Nel modello CapEx precedente i clienti dovevano prevedere e pianificare la capacità per dimensionare correttamente gli investimenti in infrastruttura. Questo modello ha generato scenari in cui per molti clienti l’infrastruttura risulta sottoutilizzata a causa delle modifiche di proiezioni o priorità aziendali. Con i progetti di trasformazione digitale basati su processi DevOps e Agile, la possibilità di prevedere e pianificare gli investimenti in infrastruttura diventa ancora più problematica. I processi di delivery di questi nuovi progetti incoraggiano la creazione di prototipi nelle fasi iniziali con l’obiettivo di arrivare a un punto in cui gli errori di progetto possano essere dichiarati in anticipo nel ciclo

di distribuzione. Questa metodologia basata su “minimal viable product” e “fail fast” implica che nel modello CapEX tradizionale qualsiasi investimento andrebbe sprecato se il progetto fallisse nelle prime fasi del processo di delivery.

Il rovescio della medaglia è che, considerando la maggiore facilità con cui i progetti possono cambiare nei processi di delivery agili, l’ambito del progetto e l’infrastruttura necessaria possono essere radicalmente diversi rispetto a quanto previsto inizialmente.

Tutti questi fattori spingono i clienti a valutare modelli basati sul consumo, garantendo vantaggi per il cloud pubblico. Secondo le nostre previsioni, entro i prossimi 3-5 anni l’approccio basato sul consumo verrà adottato nei modelli di distribuzione dell’infrastruttura on-premise, considerando la trasformazione delle aspettative dei clienti.

PERCHÉ ADOTTARE MODELLI BASATI SUL CONSUMO

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FORZE DI MERCATO

Anche se le aspettative dei clienti in rapida evoluzione rappresentano la principale forza di mercato che stimola massicci investimenti in tecnologia, ne esistono diverse altre che ricoprono un ruolo significativo nel modo in cui le aziende distribuiscono la tecnologia per favorire l’innovazione e l’agilità sfruttando al tempo stesso il potenziale dei dati per offrire ai clienti esperienze di nuova generazione.

Per i tradizionali fornitori IT, questo significa più servizi, e non solo i servizi del passato, ma anche quelli del futuro, che richiedono una maggiore flessibilità per soddisfare i nuovi modelli di spesa, l’accessibilità on demand, le soglie tecnologiche ridotte e i livelli superiori di usabilità.

Essenzialmente, secondo noi per i tradizionali fornitori IT esistono quattro forze di mercato principali che servono da roadmap per lo sviluppo e la delivery di architetture di nuova generazione.

Queste forze di mercato funzionali implicano svolte radicali per quanto riguarda il provisioning e il consumo dell’IT.

In questa sezione descriveremo queste forze di mercato principali e le relative implicazioni nell’emergente esigenza di passare a un modello Everything-as-a-service. Queste forze includono:

Trasformazione digitale. Il panorama aziendale sta cambiando. Dal settore retail ai viaggi e all’ambito

finanziario, nuove forze dirompenti e innovative mettono a dura prova le aziende consolidate di tutto il mondo. Nella maggior parte dei casi, queste nuove realtà concorrenti non sono gravate da debiti tecnici e sono pertanto in grado di sviluppare nuove infrastrutture IT semplificate da zero e di sfruttare istantaneamente le nuove tecnologie.

Questo aspetto pone un’ulteriore pressione sulle aziende consolidate che non possono ripartire da zero e devono trasformare quello che già hanno all’interno di sistemi e processi legacy.

Futurum rileva che sempre più spesso i dirigenti pretendono che i loro reparti IT assumano ruoli più agili e imprenditoriali in modo da supportare progetti di trasformazione digitale a livello aziendale.

La risposta a livello IT ha previsto di adottare la trasformazione digitale e di favorire il cloud e nuovi meccanismi di delivery del software, un approccio in genere costituito da un modello

di cloud ibrido che comprende l’uso di SaaS, cloud pubblico e carichi di lavoro on-premise legacy. Per ora, questo modello non offre ancora la maggiore flessibilità richiesta dalle aziende per raggiungere i livelli auspicati di agilità e dinamismo. Serve anche da opportunità per le aziende che puntano a una trasformazione in grado di semplificare le modalità di consumo della tecnologia.

Esperienze modernizzate. Il consumatore moderno è sempre più condizionato a utilizzare i dispositivi mobili e il Web come interfaccia primaria con un’organizzazione. Per fare un esempio, il commercio online ha ormai superato il 10% della spesa retail totale in base alla maggior parte delle stime del consenso. Si tratta di una tendenza comune in tutti gli ambiti, dalla prenotazione di voli aerei alle operazioni bancarie online, e questa svolta nel comportamento ha costretto le aziende a reagire. Senza un’interfaccia attraente e intuitiva, i clienti saranno restii ad acquistare, con un conseguente calo dei profitti. Il risultato è che per tutto quello che riguarda la nostra vita quotidiana è stata prestata la massima attenzione all’interfaccia utente.

Con i consumatori condizionati dalle esperienze utente dei loro dispositivi mobili e di siti Web altamente ottimizzati, sono aumentati anche i livelli di aspettative che i servizi IT aziendali seguano questa strada. In sostanza, perché l’IT aziendale deve essere così complicato mentre le applicazioni consumerizzate sono particolarmente accattivanti?

Questa rivoluzione è guidata dall’esperienza utente e ha imposto sforzi notevoli per la modalità con cui le funzioni IT forniscono servizi agli utenti e sviluppano applicazioni per i consumatori. Gli utenti aziendali pretendono metodi rapidi e semplificati per mettere in funzione e consumare i servizi IT dei loro team interni e, se questi team non sono in grado di rispondere, i dirigenti aziendali si affidano a provider di IT fantasma, solitamente sotto forma di SaaS e piattaforme predefinite offerte da provider di cloud pubblici facilmente accessibili.

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Crescita esponenziale dei dati. Con il passaggio del marketing dai dati demografici di un target composto da segmenti di clienti ai dati demografici di un’unica persona di cui si conosce tutto, il volume dei dati ha registrato un aumento esplosivo. Con gli input dei provider di social media e le origini di dati aziendali che creano una visione a 360 gradi del cliente e delle sue preferenze, emerge la necessità di trovare un luogo per archiviare questi dati. La proliferazione di dispositivi, utenti e Internet of Things (IOT) ha portato la raccolta dati a nuovi livelli e di conseguenza la crescita dei dati è aumentata esponenzialmente in anni recenti.

Questa esplosione dei volumi di dati, oltre a rispondere all’esigenza di offrire ai clienti esperienze di livello superiore, ha anche attirato una maggiore attenzione verso il digital trust, costituito da privacy, sicurezza e protezione dei dati.

Oggi le aziende non possono semplicemente limitarsi a proteggere i dati, ma spesso devono dimostrare agli enti di controllo di esercitare una governance rigorosa in termini di conservazione ed eliminazione degli stessi. L’esplosione dei volumi di dati e la maggiore governance esercitata pongono enormi pressioni sulle funzioni IT, che risentono da sempre di sottoinvestimenti in aree come la sicurezza informatica. In molti casi, l’unico modo per risolvere queste problematiche consiste nel semplificare le operazioni passando a modelli di delivery su cloud, in cui le attività ordinarie vengono automatizzate ed eseguite in un ambiente maggiormente

gestibile. Tuttavia, questo percorso prevede numerose difficoltà perché, nonostante il desiderio di data lake comuni, i requisiti di sovranità e latenza dei dati sono solo alcuni dei motivi per cui le aziende non possono limitarsi ad adottare metodologie lift-and-shift per il passaggio al cloud, favorendo essenzialmente la diffusione di un approccio ibrido. La data gravity, soprattutto nelle organizzazioni più grandi che raccolgono quantità enormi di dati e richiedono una bassa latenza, è uno degli ostacoli che si frappongono al passaggio al cloud.

Sviluppo rapido di applicazioni. I progetti di

trasformazione digitale implementati per rispondere a forze di mercato dinamiche hanno notevoli ripercussioni sulle tempistiche di completamento dei progetti. La richiesta che l’IT faccia di più e più velocemente è ormai la norma. Di conseguenza, la garanzia di applicazioni software ha subito una trasformazione negli ultimi anni, con l’abbandono delle applicazioni monolitiche a favore di quelle maggiormente componibili. Anche il metodo di sviluppo delle applicazioni è cambiato rispetto al precedente modello a cascata in favore di nuovi modelli DevOps agili che sfruttano metodologie open source e CI/CD (integrazione continua e rilascio continuo), per cui il codice viene spesso rilasciato su base quotidiana con un impatto trascurabile sull’uptime. Queste nuove metodologie agili consentono ai project manager di offrire a utenti e clienti funzionalità e caratteristiche spesso su base quotidiana invece che in grandi rilasci semestrali o annuali come succedeva precedentemente.

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IT DI NUOVA GENERAZIONE TRAMITE IL CONSUMO Futurum Research osserva una svolta radicale nella modalità di delivery e consumo dell’IT da parte delle aziende. Con mega tendenze come IoT, 5G, Big Data, IA e cloud che influiscono tutte simultaneamente sul business, si assiste a un livello di sconvolgimento senza precedenti.

Queste mega tendenze hanno di conseguenza un impatto anche sulla delivery dell’IT. I confini sempre meno netti tra funzioni IT e business e l’armonia con cui operano i due ambiti sono aspetti fondamentali per il successo delle aziende che aspirano a gestire le forze di mercato.

In effetti, le organizzazioni si affidano alla tecnologia per creare queste connessioni per i clienti. Con l’esigenza di modelli di consumo on demand che diventa sempre più critica, queste stesse organizzazioni devono realizzare i loro percorsi trasformativi. In questa sezione si affrontano la natura evoluzionaria della trasformazione e le risorse che supportano questo tipo di cambiamento:

Modelli basati sul consumo. I modelli basati sul consumo consentono all’IT aziendale di spostare le risorse in base alle mutevoli esigenze dell’organizzazione. I clienti pagano per ciò che utilizzano e pianificano in anticipo la capacità per evitare situazioni di overprovisioning e per risparmiare sul TCO.

Capacità misurata. Con la misurazione e la gestione della capacità, le risorse necessarie per ogni carico di lavoro sono pronte per la distribuzione in pochi minuti, non in vari mesi, riducendo il tempo di distribuzione di progetti IT globali. Al tempo stesso, questo approccio garantisce all’IT visibilità su

quante e quali risorse sono in uso, da parte di chi e a quale costo.

Cloud brokerage. I clienti possono usare strumenti di cloud brokerage per identificare i carichi di lavoro e le applicazioni ideali da trasferire nei cloud pubblici o da mantenere nei cloud privati e per determinare come eseguire la migrazione di tali carichi di lavoro in modo da ottenere la combinazione ottimale di cloud ibrido.

Orchestrazione cloud native. Il software innovativo di gestione del cloud offre indicazioni data-driven che consentono ai clienti di mantenere il controllo di operazioni, policy e procedure IT, di aumentare le prestazioni e di gestire i costi per ogni carico di lavoro.

Esperienza complessiva più soddisfacente. I modelli a consumo sono pensati espressamente per la customer experience. Grazie alla possibilità di pagare per quello che si usa, di acquisire informazioni accurate sui requisiti di capacità, di ampliare o ridurre rapidamente le risorse senza compromettere l’infrastruttura e di distribuire con flessibilità i carichi di lavoro tra un’ampia gamma di cloud adottando al tempo stesso un meccanismo di fatturazione on demand, l’IT ibrido estremamente complesso si trasforma in tutto e per tutto in un modello SaaS.

L’esigenza di un’esperienza più soddisfacente favorirà nuovi modelli di consumo e l’aspettativa di adottare l’approccio Everything as-a-service. È però fondamentale avere la certezza che le funzionalità sottostanti non siano incomplete o per ingegneria finanziaria, ma che si tratti realmente di un’esperienza SaaS nella delivery dell’IT ibrido.

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Futurum Research ritiene che la proposta di valore di HPE sia significativa per i clienti orientati a passare a modelli basati sul consumo. In particolare, vanno sottolineate le quattro aree seguenti:

1. La promessa del marchio. HPE è stata estremamente esplicita e dimostrativa per quanto riguarda l’impegno dei propri dirigenti e i successivi annunci di prodotti con la delivery di un modello “Everything as-a-service”. Con un chiaro impegno temporale abbinato a un ecosistema aperto che limita i vincoli e consente alle aziende di adottare un approccio agile alla migrazione dal debito tecnico, HPE propone un’offerta completa che segue questa promessa del marchio.

2. Mantenere la promessa. HPE è ben posizionata per rispettare la mission aziendale dichiarata che prevede la transizione di tutti i suoi prodotti verso un modello as-a-service entro il 2022. Questo obiettivo si è rivelato raggiungibile molto prima del 2022, con l’ampliamento delle offerte di prodotti che riguardano le risorse di storage e di elaborazione dell’infrastruttura, oltre a offerte di piattaforme complete come SAP HANA, backup, Big Data, cloud privato, nonché cloud pubblici e privati completamente gestiti. L’azienda dimostra

inoltre il proprio desiderio di servire l’ambiente complesso dell’IT ibrido con una strategia di acquisizioni strategiche, che hanno riguardato più di 12 aziende negli ultimi 36 mesi.

3. Pronta per il successo. In base alla nostra analisi, HPE è già pronta per la nuova ondata di cambiamenti.

Futurum Research rileva che i clienti adottano sempre più spesso i modelli basati sul consumo per l’IT on-premise. Con gli ambienti on-premise e ibridi come modelli operativi a lungo termine, l’approccio Everything-as-a-service per il provisioning dell’IT è destinato a essere ben recepito dalle imprese. Oltre a essere ben posizionata, HPE è oggi anche leader di settore in questa categoria.

4. Successo comprovato. La svolta di mercato verso l’approccio Everything-as-a-service rappresenta solo l’inizio per l’infrastruttura on-premise. Tuttavia, secondo le previsioni di Futurum Research, è probabile che HPE continui ad avere successo perseguendo l’ambizione iniziale di offrire tutto as-a-service, ma anche grazie alle capacità tecniche avanzate di cui dispone e all’approccio dell’ecosistema aperto per la distribuzione di un’infrastruttura IT modernizzata in ambienti ibridi.

Per i clienti che vogliono realizzare progetti di trasformazione digitale in risposta alle pressioni aziendali, è arrivato il momento di valutare i provider IT. Possono scegliere se: mantenere i modelli e i provider esistenti, che offrono l’infrastruttura IT in base a modelli tradizionali incentrati su CapEx, oppure passare a nuovi modelli di consumo spesso introdotti sul mercato da diversi fornitori IT.

PERCHÉ SCEGLIERE HPE? IL MOMENTO GIUSTO PER UN

CAMBIAMENTO RADICALE

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HPE è ben posizionata come leader nel settore del cloud ibrido ed è impegnata attivamente a rispettare il programma di offrire l’intero portafoglio di prodotti as-a-service entro e non oltre il 2022.

Oggi HPE offre modelli di consumo reali, non strutture di ingegneria finanziaria basate su leasing o su abbonamento, ed è proprio questo il fattore cruciale di differenziazione.

Le offerte HPE Greenlake sono basate sulla misurazione dell’IT, con la massima visibilità e granularità in termini di utilizzo e costi. Questa funzionalità di misurazione integrata è progettata specificamente per rispettare il requisito di abbinare i costi al consumo per l’infrastruttura IT.

Oltre alle risorse di calcolo e storage di base, HPE offre un portafoglio completo di soluzioni secondo il modello as-a-service, nonché risorse on demand tramite HPE Pointnext Services per consigliare e supportare le aziende nella gestione della della trasformazione IT ad alto capitale umano. Questa completezza nella visione e nell’attuazione è cruciale per le aziende, e i modelli di consumo eliminano la maggior parte dei costi imprevisti, mentre l’ampia gamma di servizi consente di colmare le lacune di competenze che ostacolano le iniziative trasformative.

Dall’analisi di HPE svolta da Futurum emerge la certezza che l’azienda abbia le competenze e un’esperienza comprovata nella delivery di architetture di riferimento collaudate. Questo successo documentato è fondamentale per le aziende che prevedono di sviluppare per la prima volta nuovi progetti IT basati sulla trasformazione digitale, tenendo conto di vincoli temporali rigorosi, e allo stesso tempo consente alle aziende che hanno già avviato iniziative di trasformazione di completarle con maggiore efficienza.

Riteniamo inoltre che HPE offra soluzioni per l’infrastruttura abbinate a servizi completi per la gestione del cloud ibrido, che rappresenta il modello operativo IT del futuro per le aziende. L’approccio di HPE ai servizi completi offre alle aziende la possibilità di valutare olisticamente la delivery di progetti invece di dover collaborare con più fornitori e

di assumersi i rischi inerenti di questo approccio. Tuttavia, vale la pena sottolineare che HPE ha anche dimostrato una propensione superiore alla media verso la delivery flessibile di parti di progetti multifornitore.

Un componente finale è l’attenzione all’ecosistema che HPE ha integrato nell’approccio Everything-as-a-service.

HPE ha inoltre instaurato una serie di partnership con VMware, Red Hat e Nutanix che garantiscono ai clienti flessibilità in merito al software da usare per gestire l’orchestrazione del cloud ibrido. Secondo Futurum Research, con questo approccio orientato alle partnership, HPE è in grado di offrire ampie possibilità di scelta ai clienti, oltre a trarre vantaggio dai cambiamenti delle tendenze tecnologiche a livello di provisioning con la maturazione di questa area.

L’approccio generale di HPE dimostra una profonda comprensione della natura in evoluzione dell’orchestrazione IT in ambienti ibridi. L’azienda capisce chiaramente che il cloud non è una tecnologia o una tendenza, ma piuttosto un modello operativo.

PERCHÉ SCEGLIERE HPE? IL FORNITORE GIUSTO PER IL FUTURO

DEI MODELLI DI OPERAZIONI IT

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Futurum Research ritiene che per sopravvivere nell’attuale clima dinamico e rispondere all’esigenza di realizzare progetti di trasformazione digitale rapidi e di successo, è necessario distribuire ai clienti l’IT as-a-service. In questo contesto e in base alla nostra ricerca esaustiva, riteniamo che i clienti cambieranno i fornitori a cui si rivolgono per l’infrastruttura IT a supporto dei loro progetti.

Con la crescita esplosiva dei dati e la necessità di usarli per offrire esperienze di livello superiore ai clienti, le aziende devono far fronte a un’attenzione completamente nuova verso il digital trust, che deve essere supportato dall’infrastruttura IT appropriata.

L’infrastruttura deve inoltre essere scalabile per crescere ed evolversi di pari passo con l’organizzazione. Il percorso verso il successo è spesso disseminato di difficoltà se non si scelgono i partner giusti perché, nonostante il desiderio di data lake comuni, i requisiti di sovranità e latenza dei dati sono solo alcuni dei motivi per cui le aziende non possono limitarsi ad adottare metodologie lift-and-shift per il passaggio al cloud, favorendo essenzialmente la diffusione di un approccio ibrido.

Questo è il livello di scalabilità e agilità necessario per il successo aziendale delle trasformazioni digitali. Il modello corrente di SaaS, cloud pubblico e carichi di lavoro on-premise legacy non offre alle aziende la maggiore flessibilità necessaria per diventare dinamiche e veloci come desiderano. Questa carenza è anche uno dei principali fattori trainanti verso la semplificazione della tecnologia, al fine di accelerare l’adozione e ancora di più i risultati.

Facendo un ulteriore passo in avanti, le aziende hanno bisogno di leadership, dipendenti e partnership di supporto

di livello superiore per poter usare con successo la tecnologia e l’infrastruttura IT.

Secondo Futurum Research, HPE è ben posizionata per rispettare questa promessa. L’azienda ha adottato un approccio risoluto al modello Everything-as-a-service in termini di sviluppo del business, collaborando con altri leader della tecnologia che, oltre a fornire tutto as-a-service, garantiscono anche semplicità, misurabilità, flessibilità e agilità. I loro modelli di consumo non sono solo basati sull’utilizzo effettivo, ma offrono anche tranquillità tramite la massima visibilità e granularità. E HPE è impegnata a sviluppare soluzioni e servizi che non sono solo ampiamente accessibili, ma anche facili da usare. Così le organizzazioni possono usare la quantità appropriata di dati per perseguire la trasformazione imposta dalla loro stessa azienda e dai clienti, e per lasciarsi trascinare dalle forze di mercato nel modo più opportuno per il business in termini di avanzamento significativo.

La trasformazione digitale non riguarda la tecnologia, ma la possibilità di offrire oggi la customer experience del futuro.

Ogni azienda deve capire il proprio “perché” e utilizzare la moderna architettura IT per rispettare la promessa del marchio, creando al tempo stesso un’organizzazione in grado non solo di sopravvivere ma anche di prosperare in un mercato in continua evoluzione. Le attuali organizzazioni, di base, hanno bisogno che l’IT sia flessibile e agile, perché devono essere loro stesse flessibili e agili.

Futurum Research ritiene che il “perché” di HPE riguardi la possibilità di consentire alle aziende a cui si rivolge di soddisfare il loro “perché”, il che garantisce all’azienda prestazioni di tutto rispetto nel prossimo futuro.

CONCLUSIONI

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INFORMAZIONI IMPORTANTI SU QUESTO DOCUMENTO

COLLABORATORI:

Daniel Newman

Socio fondatore + Principal Analyst, Futurum Research EDITORE:

Daniel Newman

Socio fondatore + Principal Analyst, Futurum Research

PER INFORMAZIONI: Contattaci se desideri discutere il presente report. Futurum Research risponderà tempestivamente.

CITAZIONI: Il presente documento può essere citato da giornalisti e analisti accreditati, ma le citazioni devono essere effettuate in modo contestuale, riportando il nome dell'autore, la relativa qualifica e la dicitura “Futurum Research”. Per le citazioni da parte di altri operatori o analisti non accreditati è necessario il previo consenso scritto di Futurum Research.

LICENZE: Il presente documento, incluso tutto il materiale di supporto, è di proprietà di Futurum Research. La riproduzione, distribuzione o condivisione sotto qualunque forma di questa pubblicazione senza il previo consenso scritto di Futurum Research è vietata.

INFORMATIVA: Il presente documento è stato commissionato da HPE. Futurum Research fornisce ricerche, analisi, pareri e consulenze a numerose compagnie high-tech, incluse quelle citate nel presente documento. I nostri dipendenti non detengono partecipazioni in alcuna delle compagnie citate nel presente documento.

INFORMAZIONI SU HPE

HPE GreenLake è l’offerta IT as-a-service leader di mercato a firma HPE che offre i vantaggi del cloud a livello di dati e applicazioni in qualsiasi luogo (data center, multicloud ed edge) con un unico modello operativo. HPE GreenLake fornisce servizi di cloud pubblico e infrastruttura per i carichi di lavoro on-premise, gestiti completamente secondo un modello con pagamento in base all'uso. Con la tecnologia di HPE GreenLake Central, una nuovo portale intuitivo self-service e una console

operativa, i clienti possono ora distribuire rapidamente i servizi, ottenere informazioni relative a costi e conformità e semplificare la gestione dell’intero cloud ibrido. Per ulteriori informazioni, visita:

https://www.hpe.com/greenlake

INFORMAZIONI SU FUTURUM RESEARCH

Futurum è una società indipendente di ricerca, analisi e consulenza che si occupa di innovazione digitale e di tecnologie e tendenze dirompenti del mercato. Ogni giorno i nostri analisti, ricercatori e consulenti aiutano i leader aziendali di tutto il mondo ad anticipare svolte radicali nei rispettivi settori e a sfruttare l’innovazione dirompente per acquisire o mantenere un vantaggio competitivo sul mercato.

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