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FORME DI FINANZIAMENTO ALTERNATIVE AL SISTEMA BANCARIO. ISBN by Dario Flaccovio Editore s.r.l. - tel.

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Academic year: 2022

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ALBERTO RAINIERI E SERGIO MANINI

FORME DI FINANZIAMENTO ALTERNATIVE AL SISTEMA BANCARIO Scopri come trovare i capitali che ti servono

ISBN 9788857912363

© 2021 by Dario Flaccovio Editore s.r.l. - tel. 0916700686

linktr.ee/DarioFlaccovioEditore Prima edizione: marzo 2021

Manini, Sergio <1941->

Forme di finanziamento alternative al sistema bancario : luoghi comuni, protagonisti e veri- tà di un mercato in continua evoluzione / Sergio Manini, Alberto Rainieri. - Palermo : D. Flaccovio, 2021.

ISBN 978-88-579-1236-3 1. Aziende – Finanziamenti.

I. Rainieri, Alberto <1978->.

658.15224 CDD-23 SBN PAL0340822

CIP - Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”

Nomi e marchi citati sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici. L’editore dichiara la propria disponibilità ad adempiere agli obblighi di legge nei confronti degli aventi diritto sulle opere riprodotte. La fotocopiatura dei libri è un reato. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettua- te nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comun- que per uso diverso da quello personale possono essere effettuate solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dall’editore.

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Prefazione di Paolo Ballerini ... pag. 7

Premessa ... » 9

1. PMI: il mondo delle piccole, medie imprese ... » 11

1.1. Classificazione delle PMI ... » 11

2. Microcredito ... » 13

2.1. Cos’è il microcredito ... » 13

2.2. Soggetti beneficiari e requisiti ... » 15

2.3. Entità del prestito e finalità ... » 15

2.4. Iter operativo ... » 16

2.5. Ente Nazionale per il Microcredito ... » 19

3. Selfiemployment ... » 21

3.1. Cos’è il selfiemployment ... » 21

3.2. Soggetti beneficiari e requisiti per l’accesso al finanziamento... » 21

3.3. Garanzia Giovani ... » 23

3.4. Caratteristiche del finanziamento e finalità ... » 24

3.5. Iter operativo ... » 25

3.6. Casi reali, domande presentate e iniziative finanziate ... » 26

4. Nuove imprese a tasso zero ... » 29

4.1. Cos’è “Nuove imprese a tasso zero” ... » 29

4.2. Soggetti beneficiari ... » 29

4.3. Spese ammissibili ... » 30

4.4. Caratteristiche del finanziamento ... » 31

4.5. Iter operativo ... » 32

4.6. Erogazione delle agevolazioni ... » 34

5. Crowdfunding ... » 37

5.1. Cos’è il crowdfunding ... » 37

5.2. Norme di riferimento ... » 38

5.3. Piattaforme di crowdfunding ... » 39

Indice

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6. Private equity, venture capital e private debt ... » 47

6.1. Investimento in capitale di rischio ... » 47

6.2. Private equity ... » 48

6.3. Venture capital (VC)... » 49

6.3.1. Corporate venture capital (CVC) ... » 52

6.4. Private debt ... » 54

6.4.1. Fondi di private debt ... » 54

6.4.2. Strumenti finanziari legati al private debt ... » 56

7. Business angel ... » 61

7.1. Chi sono i business angel... » 61

7.2. Come rivolgersi ai business angel ... » 62

7.3. Presentazione dell’idea imprenditoriale ... » 63

8. Mini-bond ... » 69

8.1. Cosa sono i mini-bond ... » 69

8.2. Soggetti coinvolti e il processo di emissione ... » 70

8.3. ExtraMOT PRO ... » 72

8.4. Mini-bond: vantaggi e criticità ... » 74

9. PIR: piani individuali di risparmio ... » 77

9.1. Cosa sono i PIR... » 77

10. Borsa italiana ... » 81

10.1. Borsa italiana: mercati e segmenti ... » 81

11. Tassonomia ... » 87

11.1. Tassonomia dei finanziamenti ... » 87

Bibliografia ... » 89

Sitografia ... » 89

Giurisprudenza ... » 93

Articoli di giornale ... » 94

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Prefazione

Credo che ai due autori del libro si debba riconoscere un gran- de merito: quello di aver affrontato in modo strutturato una materia “fluida”, abbastanza disorganica, per niente agevole da ricondurre a unità, racchiudendola entro le pagine di un agevole libro che si legge volentieri e che consiste in qualcosa di più e di meglio di un semplice sussidio didattico.

È un testo completamente nuovo; sull’argomento molti hanno scritto prendendo però in esame solo pochi aspetti dell’ampia materia che tratta la possibilità di reperire credito al di fuori del tradizionale circuito bancario.

Fino a oggi non mi è capitato di trovare testi che, in modo diffuso, prendessero in esame tutto l’argomento, chiarendone concetti, finalità, modalità strutturali, possibilità di accesso.

Una vera e propria guida da utilizzare come “cassetta degli attrezzi” da tenere pronta all’uso da parte di coloro che a tali argomenti intendono affacciarsi, desiderando usufruire di taluna delle varie opportunità approfondite nei vari capitoli.

Il testo è scorrevole e non è facile usare un linguaggio sempre comprensibile, quando la materia ha, quasi in via esclusiva, caratteristiche tecniche. Non solo, spesso il linguaggio buro- cratico del legislatore complica la vita al lettore con rinvii, incisi, virgolette. Depurare il messaggio da questo bagaglio, talvolta ridondante, per renderlo accessibile a chiunque è un’opera già di per sé meritoria.

Chi volesse ulteriormente approfondire o verificare quanto scritto nel testo non dovrà faticare, perché i vari capitoli sono arricchiti di note, riferimenti, rinvii a siti specifici agevolmen- te rintracciabili.

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Chi scrive queste poche righe ha maturato una trentennale esperienza nel settore della formazione, prima in banca e poi come freelance e si è, quasi per gioco, cimentato nel trasferi- re in tre volumetti il contenuto della sua esperienza, riscuo- tendo un qualche pur modesto successo; in particolare il mio libro Concedere Crediti1 ben si collega ai temi qui trattati.

Proprio partendo da questo presupposto sento il desiderio di sottolineare l’importanza del testo, che con tanta passione e altrettanta dedizione i due autori hanno voluto scrivere per mettere a disposizione di tutti una guida davvero ben fatta, di agevole lettura, snella e completa.

Paolo Ballerini Formatore e consulente bancario e aziendale in ambito fidi

1 Ballerini P., Concedere Crediti, FrancoAngeli, Milano, 2001.

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Premessa

Come formatori e operatori di settore, a contatto con aziende avviate e giovani che desiderano “fare” impresa o semplice- mente realizzare un progetto, respiriamo in prima persona sia la frustrazione legata alla difficoltà di reperire le risorse finanziarie necessarie a dar vita alle idee, sia la rigidità e, a volte, anche la cecità, del sistema bancario che fatica a rispon- dere alle esigenze della sua clientela business o private.

Siamo partiti dal desiderio di scardinare un sentimento comu- ne e molto diffuso che si traduce nella maggior parte dei casi nella seguente affermazione: “È colpa delle banche che non assistono più le imprese e gli imprenditori!”. Piuttosto vor- remmo sensibilizzare il lettore sul fatto che il sistema finan- ziario è in evoluzione e che attualmente è in grado di offrire una serie di strumenti innovativi rispetto alle forme tecniche di finanziamento classiche.

Quindi abbiamo cercato di mettere a disposizione del lettore un testo agile da cui partire, che gli permetta di farsi strada in un ambito piuttosto complesso, ma che attualmente offre numerose opportunità. Inoltre sarebbe auspicabile che que- sto libro non fosse un punto d’arrivo, ma uno stimolo per continuare ad approfondire e ricercare strumenti e soluzio- ni adatte ai propri obiettivi, perché la trasformazione in atto non si arresterà a breve.

Quindi, sia che tu sia un giovane alle prime esperienze imprenditoriali con idee innovative desideroso di avviare una startup, sia che tu sia pronto ad ampliare la tua attività, ma ti mancano i capitali necessari, sia che tu voglia realizzare un progetto grazie al supporto di una cerchia di simpatizzanti,

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esistono molte opportunità da valutare e percorrere. Non solo, ma se sei alla “guida” di una PMI già strutturata e ben avviata, il mercato offre strumenti e canali adatti per immet- tere la liquidità necessaria a far crescere ulteriormente la tua attività.

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1. PMI: il mondo delle piccole, medie imprese

1.1. Classificazione delle PMI

Dal momento che la seguente trattazione è rivolta a tutte le tipologie d’impresa e in particolar modo alle piccole medie imprese (PMI), alle microimprese, alle PMI innovative e alle startup innovative, è opportuno chiarirne le peculiarità dato che, in prima analisi, potrebbero assomigliarsi, ma nella real- tà hanno caratteristiche ben specifiche.

Le linee guida dell’Unione Europea2, infatti, ne stabiliscono i parametri di classificazione: numero di dipendenti, fatturato o totale dell’attivo di bilancio.

L’UE definisce microimprese quelle aziende con meno di die- ci occupati, che realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 2.000.000 €. Le piccole impre- se invece sono aziende con meno di cinquanta occupati, che realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 10.000.000 €. Infine le medie imprese sono aziende con meno di 250 occupati, che realizzano un fattura- to annuo non superiore a 50.000.000 € o un totale di bilancio annuo non superiore a 43.000.000 €.

2 Regolamento UE 14 giugno 2017, n. 1129.

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Tabella 1.1

Tipo Occupati Fatturato

(milioni di €) Totale di bilancio (milioni di €)

Media < 250 e ≤ 50 o ≤ 43

Piccola < 50 e ≤ 10 o ≤ 10

Micro < 10 e ≤ 2 o ≤ 2

Le PMI innovative non devono essere quotate in borsa, devo- no avere l’ultimo bilancio certificato e possedere almeno due dei seguenti requisiti:

• sostenere spese in ricerca e sviluppo pari ad almeno il 3%

del maggior valore fra fatturato e costo della produzione (escludendo le spese per immobili)

• impiegare personale altamente qualificato in misura pari almeno a un quinto della forza lavoro complessiva

• essere detentrici, licenziatarie o depositarie di un brevetto o un software registrato in campo industriale o biotecno- logico.

Per startup innovativa si intende un’impresa che:

• è attiva da non più di sessanta mesi

• non distribuisce utili e ha ricavi annui inferiori a 5.000.000 € • offre un prodotto o servizio ad alto contenuto tecnologico,

anche se non necessariamente tutelato da brevetto o mar- • ha una percentuale di investimenti in ricerca e sviluppo chio

pari al 15% del maggior valore tra fatturato e costi.

Per concludere, sottolineiamo che il termine startup, nell’uso comune, viene utilizzato per indicare una impresa di picco- le dimensioni in fase di avvio. Inoltre tale termine identifica anche una fase del ciclo di vita di un’azienda: startup, svilup- po, maturità e declino.

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2. Microcredito

2.1. Cos’è il microcredito

Il termine “microcredito” si riferisce a due tipi di opportunità di accesso al credito: il “microcredito sociale”3 e il “microcre- dito di impresa”. In questa sede approfondiremo solo il micro- credito di impresa.

In termini generali il microcredito di impresa viene definito come «credito di piccolo ammontare finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergen- za, nei confronti di soggetti che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale»4. Nello specifico il microcredito di impresa «è una forma di finanziamento assistito che consente l’accesso al credito ai cosiddetti soggetti non bancabili, ossia a coloro che hanno difficoltà a rivolgersi alle normali istituzioni finanziarie, non potendo fornire le garanzie richieste»5.

L’approccio è quello tipico dell’economia di produzione di reciprocità che si avvicina alla piccola imprenditoria con l’in-

3 Si riferisce a prodotti e servizi per la lotta alla povertà e l’esclusione sociale e cul- turale, il cui scopo è quello di offrire soluzioni a persone e famiglie che si trovano in una situazione di temporanea difficoltà economica, sia attraverso la conces- sione di un aiuto economico di piccolo ammontare, sia attraverso la diffusione della cultura della responsabilità, che abbandona il concetto di contributo “a fon- do perduto” a favore di quello di “prestito” (anche di piccolo ammontare) che, in quanto tale, deve essere restituito. L’ammontare massimo del “microcredito sociale” è di 10.000 € da restituire in cinque anni e non necessita l’assistenza di garanzie reali.

4 Pizzo G., Tagliavini G., Dizionario di microfinanza, Roma, Carocci, 2013.

5 Definizione fornita dall’Ente Nazionale per il Microcredito.

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tenzione di coinvolgerla in modo attivo: da una parte l’istitu- zione (Fondo Centrale di Garanzia per le PMI) che accoglie e ascolta il potenziale prestatario di fondi (banche e inter- mediari finanziari); dall’altra il beneficiario del prestito che accetta di essere coinvolto nel processo istruttorio, dando un apporto attivo alla definizione del progetto e del livello di rischio a esso connesso.

In questo modo si riducono le asimmetrie informative di cui soffre la banca nei confronti della cosiddetta clientela fragile che richiede il prestito, creando un clima di fiducia reciproca fra istituzione, banca e cliente. Scopo: migliorare la qualità del rapporto finanziario.

Con il microcredito perciò l’attenzione viene posta non tanto sulle garanzie del richiedente, quanto sull’efficacia e la soste- nibilità del progetto presentato per il finanziamento.

Inoltre, degno di nota è il fatto che l’Italia sia uno dei pochi paesi dell’UE ad aver regolamentato il microcredito attraver- so i seguenti interventi normativi:

• art. 111 e art. 113 del TUB – Testo Unico Bancario

• decreto attuativo del MEF – Ministero dell’Economia e del- le Finanze – D.M. 17 ottobre 2014 n. 176.

Gli altri aspetti salienti che distinguono questo strumento dal credito al consumo tradizionale sono:

• le caratteristiche dei soggetti beneficiari • l’entità del prestito e la finalità

• l’iter operativo

• l’accompagnamento dell’operazione con servizi non finan- ziari (tutoraggio e assistenza tecnico-amministrativa) • una specifica valutazione del merito creditizio da parte

dell’ente finanziatore.

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2.2. Soggetti beneficiari e requisiti I soggetti beneficiari sono:

• lavoratori autonomi e professionisti muniti di partita IVA • microimprese con meno di cinque dipendenti

• ditte in forma individuale con meno di cinque dipendenti • associazioni con meno di cinque dipendenti

• società di persone con meno di dieci dipendenti

• società a responsabilità limitata semplificata con meno di dieci dipendenti

• società cooperative con meno di dieci dipendenti.

L’impresa, indipendentemente dalla forma giuridica, non può essere costituita da più di cinque anni.

I requisiti economici, patrimoniali e finanziari necessari per accedere al microcredito sono i seguenti:

• attivo patrimoniale massimo 300.000 € annui • ricavi lordi 200.000 € annui

• livello di indebitamento (inteso come capitale di terzi) in- feriore a 100.000 €.

2.3. Entità del prestito e finalità

L’ammontare del finanziamento è pari a 25.000 € oppure a 35.000 € nel caso di erogazione frazionata del credito da par- te del soggetto finanziatore (esempio istituto bancario).

La durata massima del finanziamento è di sette anni, senza che lo stesso sia assistito da garanzie reali6 e con la possibi-

6 Le principali garanzie reali sono: l’ipoteca registrata presso la Conservatoria di ogni provincia italiana, il privilegio sui macchinari verificabile presso gli appositi elenchi predisposti dai Tribunali, il pegno su merci la cui “nota di pegno” è depositata presso i Magazzini Generali (MM.GG) e il pegno su titoli depositati presso il Montetitoli Spa.

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lità di accesso gratuito al Fondo Centrale di Garanzia per le PMI7.

Le finalità del finanziamento sono le seguenti:

• acquisto beni e servizi connessi all’attività svolta

• pagamento delle retribuzioni di nuovi dipendenti o soci lavoratori

• corsi di formazione.

2.4. Iter operativo

Il soggetto che intende avvalersi del microcredito può avviare l’iter di finanziamento recandosi personalmente presso una banca convenzionata con l’Ente Nazionale per il Microcredito o rivolgendosi direttamente a un tutor.

Con riferimento a queste due possibilità, si espone di seguito il relativo iter procedurale.

A. Ipotesi in cui il cliente si rivolga direttamente alla banca 1. Può recarsi presso gli sportelli di una delle banche

convenzionate con l’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) e presentare la richiesta di finanziamento con la copertura del Fondo Centrale per le PMI. Per consultare l’elenco delle banche convenzionate è necessario accedere al sito internet: microcredito.gov.it/la-rete-nazionale.html 2. l’istituto di credito effettua un primo controllo sia sulle

eventuali pregiudiziali in capo al soggetto richiedente

7 Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI è un fondo pubblico creato per consen- tire agli istituti di credito la concessione di finanziamenti alle imprese che non dispongono delle adeguate garanzie reali e che, in caso contrario, non otterreb- bero alcun sostegno finanziario dalle banche.

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(protesti, pignoramenti e ritardati pagamenti rilevati tra- mite la CRIF8), sia sulle finalità e scopi del finanziamento.

In caso di esito positivo, l’istituto bancario accede al por- tale dell’ENM per inserire la richiesta di tutoraggio

3. successivamente il tutor incaricato dall’ENM contatta il cliente dando avvio all’istruttoria per acquisire le infor- mazioni utili alla valutazione del progetto o dell’idea imprenditoriale

4. entro trenta giorni (o in casi eccezionali entro centoventi giorni) il tutor porta a termine l’istruttoria, predisponen- do il business plan e redigendo una relazione finale sulla sostenibilità del progetto in base alle informazioni in suo possesso e comunicando alla filiale bancaria l’esito del suo intervento. Il business plan deve contenere i seguenti documenti:

• la descrizione del progetto imprenditoriale • il piano di marketing e commerciale

• i prospetti economico-finanziari costituiti dal piano degli investimenti, dallo stato patrimoniale previsio- nale, dal conto economico previsionale e dal rendi- conto finanziario

5. solo in caso di esito positivo, l’importo deliberato è reso disponibile al cliente per il 20%, previa autodichiarazio- ne di destinazione d’uso della somma erogata. Il restan- te 80% verrà vincolato su un conto corrente bancario e i pagamenti verranno effettuati direttamente dalla banca dietro presentazione dei giustificativi di spesa.

8 CRIF: centrale rischi costituita tra banche e società finanziarie nel 1988 per il controllo di tutti i pagamenti rateali fino a 30.000 €. La CRIF verifica che il benefi- ciario del prestito o del finanziamento rispetti il piano di rientro concordato con l’ente finanziatore ed evidenzia eventuali anomalie e insolvenze.

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B. Ipotesi in cui il cliente si rivolga a un tutor dell’ENM 1. Il tutor verifica che il richiedente sia in possesso dei requi-

siti minimi necessari per accedere al finanziamento 2. se il richiedente è in possesso dei requisiti di ammissibi-

lità, viene indirizzato dal tutor a recarsi presso una delle filiali delle banche convenzionate con l’ENM

3. la banca verifica che il richiedente sia in possesso dei requisiti necessari per accedere al prestito. Solo in caso di esito positivo l’istituto di credito invia all’ENM una modu- listica predefinita con tutti i dati del soggetto richiedente 4. l’ENM verifica la corretta compilazione dei moduli e asse-

gna la richiesta al tutor di cui al punto 1

5. entro cinque giorni, il tutor contatta il richiedente per fissare un incontro finalizzato all’erogazione dei servi- zi ausiliari descritti al paragrafo 2.5. Successivamente lo stesso invia alla banca il business plan e il parere in meri- to all’idea imprenditoriale e alla finanziabilità della stessa 6. l’istituto di credito, nel caso in cui decida di finanziare l’i- niziativa, richiede la garanzia al Fondo Centrale per le PMI che procederà al rilascio della stessa (80% dell’importo finanziato)

7. l’importo deliberato verrà reso disponibile al cliente come nell’ipotesi A al punto 5.

Come emerge chiaramente dall’iter operativo, il Fondo Cen- trale di Garanzia per la PMI e l’Ente Nazionale per il Microcre- dito hanno un ruolo centrale per la gestione di questo stru- mento.

Il tema del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI verrà appro- fondito in seguito. In questa sede è tuttavia opportuno sotto- lineare che il medesimo fondo è garante in favore dell’istituto

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