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Venne a cercare frutti ma non ne trovò «Padrone, lascialo ancora quest anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime»

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Academic year: 2022

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la VOCE

Siamo custodi di tutto (e di tutti).

Non soltanto dell’ambiente

N. 45 Anno CXXXVII 1€

Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB/AL Eccoci al traguardo. Di

partenza. Infatti, l’aver raggiunto la data prefissata dell’8 dicembre per presen- tare la nuova veste grafica di “Voce” rappresenta un arrivo ed una ripartenza.

La nuova redazione del settimanale diocesano ha lavorato sodo nei mesi au- tunnali per realizzare un prodotto editoriale che pos- sa corrispondere alle ne- cessità di comunicare della Chiesa che è in Alessandria nel solco della tradizione ultracentenaria di “Voce”, attraverso l’implemen- tazione dei contenuti per dare ai lettori maggiori informazioni e proposte di riflessione.

Siamo consapevoli delle difficoltà contingenti, an- che nel settore dell’editoria, e il rinnovamento di “Voce”

vuole essere un segnale di speranza e di fiducia per tutti, come il Vescovo ha de- siderato fare nei confronti del settimanale e dei suoi lettori.

La creazione del “sito” di

“Voce” è una novità che va di pari passo con la cam- pagna di organizzazione e di diffusione del giornale e il progetto realizzato in

“casa Voce” sta muovendo i primi passi. C’è bisogno dell’ascolto e della com- prensione di tutti per poter camminare insieme sulle strade della vita.

Editoriale

Caro don Andrea, par- tiamo dall’inizio: come è nata la tua vocazione?

«Sono cresciuto in par- rocchia a Valmadonna, la vocazione è nata lì. Prima facendo il chierichetto, poi il catechista e dando una mano. Mi piaceva pregare».

Chi ti aveva colpito di più, all’epoca?

«Direi il mio parroco di allora, don Mario Marti- nengo, il sacerdote che mi ha battezzato. Una perso- na semplice, che teneva molto alla parrocchia e ai suoi fedeli».A che età hai preso la decisione del seminario?«È stato durante l’uni- versità, all’ultimo anno della triennale in filosofia a Pavia. E così sono entra- to, a 22 anni. Il vescovo era monsignor Versaldi».

Come l’ha presa la tua famiglia?

«All’inizio erano un po’ dispiaciuti, anche se mio papà secondo me se lo aspettava. Adesso sono più agitati di me, soprattutto mia mam- ma. Anzi, negli ultimi anni erano più impa- zienti di me!».

Non hai mai avuto dubbi o ripensamenti?

«Direi di no, grossi ripensamenti

non ne ho avuti. Anche se all’i- nizio di ogni anno, in seminario, la domanda me la ponevo: “Vale la pena continuare?”. Ho sempre pregato Gesù di indicarmi la strada, e adesso sono qui».

C’è una figura che adesso guardi con at- tenzione?

«All’interno del semi- nario ho sempre fatto riferimento ai padri spirituali che si sono alternati. Adesso penso

a don Gianni Merlano, a don Guido Ottria e a don Giuseppe Di Luca, attuale parroco di Val- madonna».

E adesso, finalmente, l’ordinazione sacerdo- tale. A chi ti affidi?

«Meditando il Vange- lo dell’Annunciazione, sento per me il grande esempio di Maria, una donna che si fida di Dio e si affida a Lui. Un fidarsi, e un affidarsi.

Penso anche al lega- me meraviglioso con la Madonna della Salve di noi alessandrini. La mia devozione a Maria è forte».

Che sacerdote sarai?

«Da una parte, vorrei essere il buon pastore che va in cerca della pe- cora perduta, che cura quella ferita, a servizio di chi ha più bisogno, secondo il modello che

ci ricorda sempre papa Francesco. Dall’altra, il sacerdote è chiamato a consacrare il pane e il vino e a perdonare i peccati».

Che cosa diresti a un giovane che ha qualche dubbio sulla propria vo- cazione?

«Senz’altro gli direi di pregarci su, poi di farsi consigliare da una persona che lui ritiene affidabile, che sente vicino, con cui si sente di parlare. E ancora, se sente davvero questo desiderio, di buttarsi, di non pensarci troppo e di provare. Gli anni del semi- nario servono a capire, la strada si fa chiara cammin facendo».

Come ti senti adesso?

«Sono tranquillo e sere- no. Mi sento in trepidante attesa».

La Città di Alessandria ha aderito al Protocollo Operativo Regionale per l’attuazione di misure urgenti Antismog e il Comune

ha disposto il blocco del traffico a livello 1 a partir

e da venerdì 9 dicembre e le ulteriori misure cautelative previste che consistono nella riduzione di 1 grado o di 1 ora del funzionamento del riscaldamento degli edifici pubblici.

Sarà in vigore il divieto di circolazione nell’area centrale per i veicoli diesel Euro I – II – III.Sarà consentito l’accesso ai parcheggi di via Parma e piazza Madre Teresa di Calcutta e piazza Garibaldi.

ALESSANDRIA Traffico bloccato per lo smog in città I provvedimenti dal 9 dicembr

e Giovedì 8 Dicembre 2016 Partiamo dall’arrivo

Andrea Antonuccio www.lavocealessandrina.it Marco Caramagna

direttore@lavocealessandrina.it

laVOCE

Abbiamo lavorato per diversi mesi a questo progetto, cercando di coniugare passato e futuro, perché potes- se essere possibile un nuovo presente per il settimanale diocesano e lo abbiamo fatto in un clima comunitario, con i molti volontari, diaconi e sacerdoti che ci hanno aiutato a realizzare que- sto primo passo.

Il rinnovo del settima- nale diocesano è uno dei tasselli di un progetto più ampio, che compren- de tutti gli strumenti di comunicazione della dio- cesi. E’ il progetto di un affiatato gruppo di la- voro, un coordinamento che da questa primavera si sta occupando degli strumenti diocesani di comunicazione sociale.

FACCIAMO GIRARE LA VOCE Un progetto comuneda vivere insieme Sono tre le novità che troverete su questo nu- mero: la nuova grafica, per dare freschezza e colore, la carta utiliz- zata per la stampa, to- talmente riciclata nel rispetto del Creato e il giorno di uscita del settimanale. Da questa settimana infatti il giorno di uscita del settimanale sarà il giovedì e non più il venerdì. Inoltre, per dare spazio e ancora più

“voce” è stato inaugurato il sito del settimanale.

Ma la scelta più “az- zeccata” è stata optare per l’Immacolata come giorno del cambiamen- to, perché Maria possa accompagnarci nel no- stro nuovo cammino tra passato e futuro.

Vincenzo Governale@cipEnzo TERZA DOMENICA DI AVVENTO Don Andrea è sacerdote

Nuova ordinazione presbiterale nella nostra Diocesi

I 60 anni de “i Pochi”

Un patrimonio culturale non solo per Alessandria che vuole rimanere vivo nel ricordo di Ennio Dollfus.

a pag. 15 L’intervista del direttore Con questo numero inizia- no le interviste settimanali.

La prima al nostro vescovo Guido Gallese.

a pag. 11 L’Immacolata è fra noi La festa dell’8 dicembre nelle testimonianze delle Immacolatine, di don Bosco e dell’Oftal.

a pag. 8

Dal cielo alla terra:

un recital sull’amore umano e divino

PAG. 4

Alla scoperta di

“Caravaggio L’urlo e la luce”

PAG. 7

Fridays for Future:

intervista a Leonardo Guazzotti

PAG. 14

Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB/AL

don Mauro Bruscaini

Editoriale

Care lettrici, cari lettori, martedì 19 abbiamo festeggia- to San Giuseppe, sposo di Ma- ria e padre putativo di Gesù.

È bello osservare che proprio durante la festa liturgica di san Giuseppe di sei anni fa papa Francesco iniziò il suo ministe- ro petrino. Ed è lì che il Papa pose l’accento, nella sua prima Celebrazione come vescovo di Roma, su un verbo, custodire, che riprenderà nell’Enciclica

“Laudato si’”. Così disse il Pontefice, nell’omelia della Messa di martedì 19 marzo 2013: «Abbiamo ascoltato nel Vangelo che “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa” (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giu- seppe, quella di essere “custos”, custode». Ma custode di chi, si chiede Francesco? «Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa».

E prosegue: «La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguar- da tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato [...]: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambien- te in cui viviamo. È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendo- no cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. [...] Siate custodi dei doni di Dio!». Come San Giuseppe, siamo tutti custodi e siamo custodi di tutti (e di tutto). Non solo dell’ambiente, o della moda del momento.

«Il cristiano non crede in un fato ineluttabile». Lo ha detto il Papa nell’udienza di mercoledì. «Non c’è nulla di aleatorio nel- la fede dei cristiani. C’è invece una salvezza che attende di manifestarsi nella vita di ogni uomo e donna e di compier- si nell’eternità» ricorda Francesco. «Se preghiamo è perché crediamo che Dio può e vuole trasfor- mare la realtà vincendo il male con il bene» spiega il Papa, che poi aggiunge:

«A questo Dio ha senso obbedire e abbandonarsi anche nell’ora della prova

PAPA FRANCESCO

«Il cristiano non crede in un fato ineluttabile, non c’è nulla di aleatorio nella nostra fede»

più dura». Il Papa garan- tisce: «Dio, per amore, può portarci a cammi- nare su sentieri difficili, a sperimentare ferite e spine dolorose, ma non ci abbandonerà mai. E per un credente questa, più che una speranza, è una certezza».

Andrea Antonuccio

direttore@lavocealessandrina.it

Sono passati 25 anni dall’omicidio di don Peppe Diana, ucciso per mano della camorra il 19 marzo 1994 nella sa- crestia della chiesa di S.

Nicola di Bari a Casal di Principe, in provincia di Caserta. Per ricordarlo, martedì scorso sono sta- te tantissime le perso- ne giunte sul luogo del martirio per rendergli omaggio sin dalle prime ore del mattino. Alle 7.30, proprio nell’ora e nel luogo in cui fu ucciso, è stata celebrata una Messa nel ricordo di quella che il sacerdote non riuscì a presiedere, perché giu- stiziato dal killer. Tra i presenti, anche don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Domenica 17

marzo anche gli scout hanno voluto rendere omaggio a don Diana, che oltre a opporsi alla camorra è stato anche assistente ecclesiastico ed educatore dell’Agesci.

Nello stadio di Casal di Principe diecimila scout, arrivati da tutta la Cam- pania e anche da altre regioni, si sono riuniti nella marcia “Il tuo so- gno, la nostra frontiera”, organizzato da Agesci, Masci e Foulard bianchi.

Molti i cartelli in mano ai giovani in camicie azzur- re e fazzolettoni: da “Don Peppe era coraggioso, la mafia ‘na schifosa” e “Di pizzo vogliamo solo l’a- bito da sposa”, fino a “Se- guiremo il tuo esempio”

e “Peppino siamo noi”.

DON GIUSEPPE DIANA

Peppino siamo noi

VITA DELLA DIOCESI

«Neppure io ti condanno»

24 ore per il Signore

Venerdì 29 Santa Messa con l’ammissione agli ordini sacri del seminarista Raoul

Quanto tempo dedichia- mo al Signore? Quanto tempo stiamo con Lui, soli con Lui? Proviamo ad im- maginare di restare con il Signore per 24 ore, in ado- razione. Sarà un’esperienza forte, di grazia, capace di trasformare il nostro cuore e la nostra vita. Quest’espe- rienza non è lontana da noi, anzi, l’abbiamo già vissuta gli anni scorsi: sono le “24 ore per il Signore”. Quanti di noi possono raccontare le grazie ricevute durante quest’incontro con Lui! Il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione ci ricor- da che «giunta alla sua se- sta edizione, l’iniziativa di preghiera e riflessione ha come motto la frase tratta dal Vangelo di Giovanni:

Neppure io ti condanno (Gv 8, 11). In questa giorna-

ta, che sarà scandita dalla preghiera d’Adorazione Eucaristica, dalla riflessione e dall’invito alla conversio- ne personale, si propone di contemplare l’immagine di Gesù, che a differenza della folla radunatasi per giudi- care e condannare, offre la sua infinita Misericordia come occasione di grazia e vita nuova». Il Santo Pa- dre nella lettera Apostolica

“Misericordia et Misera”

diceva: «Il Sacramento della Riconciliazione ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana […], un’occasione propizia può essere la celebrazione dell’iniziativa 24 ore per il Signore in prossimità della IV domenica di Quaresima, che già trova molto con- senso nelle Diocesi e che rimane un richiamo pasto- rale forte per vivere inten-

samente il Sacramento della Confessione». Quindi, non solo adorazione e preghie- ra, ma un vero e proprio incontro di misericordia con la possibilità e il dono del Sacramento del per- dono, la Riconciliazione.

Quest’anno, vivremo le “24 ore per il Signore” nella chiesa di San Lorenzo in Alessandria. Inizieremo venerdì 29 marzo alle ore 18.30 con la Santa Messa dove Monsignor vescovo ammetterà tra i candidati al Sacramento dell’Ordi- ne il nostro seminarista Raoul. Con l’esposizione prolungata del Santissimo Sacramento, vivremo tutta la notte, la mattinata e il pomeriggio di sabato 30 marzo, accompagnati dalla preghiera della Liturgia del- le Ore e dall’animazione dei vari gruppi che si sussegui-

ranno in preghiera. Alle ore 17.00, chiuderemo l’adora- zione con i solenni Vespri e la Benedizione Eucaristica.

Seguirà, alle 17.45, la Santa Messa presieduta da Mon- signor Vescovo, che conclu- derà questa esperienza. Un invito quest’anno proprio a San Lorenzo, perché lì vive, come sapete, il nostro Seminario Diocesano. Sarà bello e importante, in modo particolare, vivere con loro davanti a Gesù Eucaristia la preghiera della Liturgia delle Ore. Non ci resta che invitarvi a questo grande momento di preghiera per un vero e forte incontro con il Signore, che sicuramente non ci lascerà mancare la sua grazia.

Per informazioni:

www.diocesialessandria.it

Vi scrivo dal pullman verso Roma, stiamo viaggiando con un centinaio di studenti delle scuole superiori di Alessandria per una attività pastorale al- quanto strana: una gita scola- stica. L’ufficio scuola, la pasto- rale giovanile e vocazionale e il nostro ufficio di comunicazioni sociali accompagnano per tre giorni un centinaio giovani, nel tentativo di mostrare loro un elemento fondamentale per le nostre vite: la Bellezza.

Lo abbiamo fatto tre anni fa a Roma, poi ad Assisi con la basilica di San Francesco e lo scorso anno a Padova con la Cappella degli Scrovegni.

Quest’anno siamo tornati a Roma inseguendo la Bellezza tra le opere di Caravaggio. Ma che cos’è la Bellezza? La prima cosa che viene in mente è la cultura popolare: “Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”. Come a dire che la Bellezza non è mai oggettiva, è sempre soggettiva. Capi- sco che possa sembrare una

GRANELLO di SENAPE

lettura superficiale, ma personalmente mi trovo d’accordo. Una “cosa” è bella quando attiva una nostalgia o un desiderio, quando richiama la Bellez- za della nostra storia attra- verso qualcosa di nuovo, o quando rende concreto un nostro “desiderio” traspor- tandoci per pochi attimi nel momento della sua realizzazione.

Credo che sia per questo motivo che le opere uni- versalmente riconosciute come “belle” raccontano di Dio, degli uomini e donne che hanno saputo rappre- sentare la Sua Bellezza con la loro vita. Quando le nostre esistenze vivo- no momenti di buio, la cura della Bellezza attiva la nostalgia della luce conosciuta attraverso le “esperienze di Dio”, riaccendendo in noi il desiderio di salvezza.

Enzo Governale

@cipEnzo

La Bellezza come strumento di Salvezza

anni1879 - 2019

140

N° 11 Anno CXL 1€

Giovedì 21 marzo 2019

anni

1879 - 2019

140

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Domenica marzo 24

III domenica di Quaresima

Per le necrologie dei vostri cari defunti su Voce

La Voce alessandrina Redazione - 0131 512 225

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Ga- lilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, peri- rete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abi- tanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque!

Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il con- cime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 13,1-9

In quei giorni, mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb.

L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava.

Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!».

E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe».

Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.

Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele».

Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?».

Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè:

«Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione».

Es 3,1-8.13-15 Prima lettura

Dal libro dell’Esodo

Non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezza- ti in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale:

bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.

Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto.

Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.

Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello ster- minatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.

1Cor 10,1-6.10-12 Seconda lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi Il Signore ha pietà del suo popolo Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita,

ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi.

Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.

Salmo responsoriale

Sal 102 Cari fratelli e sorelle, buon-

giorno!

Ogni giorno, purtroppo, le cronache riportano noti- zie brutte: omicidi, in- cidenti, catastrofi….

Nel brano evan- gelico di oggi, Gesù accenna a due fatti tragici che a quel tempo avevano suscita- to molto scalpo- re: una repressione cruenta compiuta dai soldati romani all’interno del tempio; e il crollo della tor- re di Siloe, a Gerusalemme, che aveva causato diciotto vittime (cfr Lc 13,1-5).

Gesù conosce la mentalità su- perstiziosa dei suoi ascoltatori e sa che essi interpretano quel tipo di avvenimenti in modo sbagliato. Infatti pensano che, se quegli uomini sono morti così crudelmente, è segno che Dio li ha castigati per qual- che colpa grave che avevano commesso; come dire: “se lo meritavano”. E invece il fatto di essere stati risparmiati dalla disgrazia equivaleva a sentirsi

“a posto”. Loro “se lo meritava- no”; io sono “a posto”.

Gesù rifiuta nettamente questa visione,

perché Dio non permette le tra- gedie per punire le colpe, e affer- ma che quelle povere vittime non erano affat- to peggiori degli altri. Piuttosto, Egli invita a ri- cavare da questi fatti dolorosi un

ammonimento che riguarda tutti, perché tutti siamo pecca- tori; dice infatti a coloro che lo avevano interpellato: «Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (v. 3).

Anche oggi, di fronte a certe disgrazie e ad eventi luttuosi, può venirci la tentazione di

“scaricare” la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio stesso. Ma il Vangelo ci invita a riflettere: che idea di Dio ci siamo fatti? Siamo proprio convinti che Dio sia così, o quella non è piuttosto una nostra proiezione, un Dio fatto “a nostra immagine e so- miglianza”? Gesù, al contrario, ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male – e questo lo fac- ciamo tutti, i compromessi con il male - le ipocrisie – io credo che quasi tutti ne abbiamo al- meno un pezzetto di ipocrisia -, per imboccare decisamen- te la strada del Vangelo. Ma ecco di nuovo la tentazione di giustificarci: “Ma da che cosa dovremmo convertirci? Non siamo tutto sommato brava gente?”. Quante volte abbiamo pensato questo: “Ma, tutto

sommato io sono uno bravo, sono una brava – non è così? – non siamo dei credenti, anche abbastanza praticanti?”. E noi crediamo che così siamo giustificati.

Purtroppo, cia- scuno di noi as- somiglia molto a un albero che, per anni, ha dato molteplici prove della sua sterilità.

Ma, per nostra for- tuna, Gesù è simile a quel contadino che, con una pazienza senza limiti, ottiene ancora una proroga per il fico infecondo: «Lascia- lo ancora quest’anno – dice al padrone – […] Vedremo se porterà frutto per l’avvenire»

(v. 9). Un “anno” di grazia: il tempo del ministero di Cristo, il tempo della Chiesa prima del suo ritorno glorioso, il tempo della nostra vita, scandito da un certo numero di Quaresime, che ci vengono offerte come occasioni di ravvedimento e di salvezza, il tempo di un Anno Giubilare della Miseri- cordia. L’invincibile pazienza di Gesù! Avete pensato, voi, alla pazienza di Dio? Avete pensa- to anche alla sua irriducibile

preoccupazione per i peccatori, come dovreb- bero provocarci all’impazienza nei confronti di noi stessi! Non è mai troppo tardi per convertirsi, mai! Fino all’ul- timo momento:

la pazienza di Dio che ci aspet- ta. Ricordate quella piccola storia di santa Teresa di Gesù Bambino, quando pregava per quell’uomo condannato a morte, un criminale, che non voleva ricevere il conforto della Chiesa, respingeva il sacerdote, non voleva: voleva morire così.

E lei pregava, nel convento.

E quanto quell’uomo era lì, proprio al momento di essere ucciso, si rivolge al sacerdote, prende il Crocifisso e lo bacia.

La pazienza di Dio! E fa lo stesso anche con noi, con tutti noi! Quante volte – noi non lo sappiamo, lo sapremo in Cielo –, quante volte noi siamo lì, lì…

[sul punto di cadere] e il Signo- re ci salva: ci salva perché ha una grande pazienza per noi.

E questa è la sua misericordia.

Mai è tardi per convertirci, ma è urgente, è ora! Incominciamo oggi. La Vergine Maria ci so- stenga, perché possiamo aprire il cuore alla grazia di Dio, alla sua misericordia; e ci aiuti a non giudicare mai gli altri, ma a lasciarci provocare dalle disgrazie quotidiane per fare un serio esame di coscienza e ravvederci.

Piazza San Pietro III Domenica di Quaresima,

28 febbraio 2016

DALL’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO

FARE FESTA

Nelle nostre comunità

Venerdì 22 don Enrico Guagliardo

Compleanno

Parrocchie di Sant’Alessandro, San Lorenzo, Nostra Signora del Carmine, San Rocco e Santo Stefano - Alessandria

Lunedì 25 don Nicola Bertolo

Anniversario di ordinazione

Non è mai troppo tardi per convertirsi

Venne a cercare frutti ma non ne trovò

«Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime»

B. V.

Andrea Allegra

Le BREVI

«Prego per i morti, i feriti e i loro familia- ri. Sono vicino ai nostri fratelli musulmani e a tutta quella comunità». Così il Papa nell’Angelus domenicale ha ricordato le 50 vittime e i feriti dell’attentato di venerdì in due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, per il quale sono state arrestate quattro persone.

Nuova Zelanda

Nove anni fa Adam Stanisław Kuszaj, pa- dre salvatoriano polacco, partì in missione per la Repubblica Ceca. Qui venne accu- sato di molestie sessuali da una 16enne ed espulso dalla sua congregazione, facendo l’operaio per vivere. Ma a febbraio il tribu- nale di Jesenik ha assolto il sacerdote, per- ché le accuse erano totalmente infondate.

Assolto dopo l’incubo

«Risultano stremati, provati dal viaggio e dalle torture che dichiarano di aver subito in Libia e di cui mostrano i segni».

Così sono descritti dal Centro Astalli i 49 migranti soccorsi in acque internazionali lunedì dalla nave Mare Jonio. La Procura di Agrigento ha disposto lo sbarco a Lam- pedusa e il sequestro della nave.

Migranti sbarcati

«Siamo d’accordo sul fondo, sulla so- stanza, può darsi che qualche differenza ci sia nelle modalità». Così il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, si è espresso, a margine della cerimonia per i 150 anni dell’ospedale Bambino Gesù, sul Congresso delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo.

Congresso a Verona

Inizio alla grande dei Mar- tedì di Quaresima 2019, pro- mossi, come al solito, dalla Diocesi

di Ales- sandria in colla- borazio- n e c o n il Cen- t r o d i c u l t u r a d e l l ’ U - niversità Cattolica e con il

Meic, cui si sono aggiunti quest’anno, in ragione del tema trattato, la sezione ales- sandrina dell’Unione giuristi cattolici e l’Ufficio diocesano per la pastorale familiare.

Il prof. Andrea Bettetini, ordinario di Diritto canoni- co ed ecclesiastico all’Uni- versità Cattolica di Milano, ha svolto una pregevole e ampia relazione su “La Chiesa nel diritto. Il diritto nella Chiesa”.

Il diritto positivo non ap- pare, ha esordito il relatore, appartenere all’essenza della Chiesa, eppure questa usa il diritto, anzi lo crea proprio per rafforzare la propria natura di strumento di sal- vezza per ogni uomo, la cui esperienza di vita si muove in una dimensione di diritto

e di giustizia, impegnandosi a dare visibilità e contenuto a norme che rispondano, nei limiti della me- diazione linguisti- ca umana, a verità e giustizia;

e che que- ste verità e giustizia stabilisca- no nelle relazioni tra i fedeli in Cristo.

Per meglio argomentare le proprie riflessioni, Bettetini si è rifatto a tre grandi ope- re letterarie: il Mercante di Venezia, Antigone e i Pro- messi Sposi. Attraverso la mediazione di Shakespeare, Sofocle e Manzoni si arriva a percepire quanto ingiusta possa essere la legge scritta e la sua interpretazione, e anche quanto vana possa essere la sua proclamazione se non interiorizzata e fatta propria: un atto normativo deve avere una dimensione etica che deriva dal fatto che il fine della società è il bene delle persone, e pertanto le leggi, tecnica organizzativa della società, sono strumen- to per realizzare la virtù morale della giustizia.

Dove per “morale” si inten- de non un insieme di norme che dall’esterno si impon- gono all’uomo, ma piutto- sto l’insieme delle esigenze che derivano dalla struttura stessa dell’umano e che sono apprese tramite la coscienza.

E il diritto positivo, quando è coerente con tale struttura interiore dell’umano, aiuta il cammino verso la giustizia.

Ma - aggiunge il prof. Bet- tetini richiamando quanto non si stanca di ripetere Papa Francesco - non si dà giu- stizia senza misericordia, la quale non solo presuppone la giustizia, ma è strumento per attuarla davvero. E per attuare davvero la giustizia molte volte si deve andare non contro, ma oltre la leg- ge (come aveva ricordato il moderatore, prof. Renato Balduzzi, citando nella pre- sentazione un famoso passo di “A Diogneto”).

Da qui la conclusione: il diritto è strumento per l’at- tuazione del giusto, cioè di quanto è conforme alle esigenze essenziali dell’uo- mo. E chi è chiamato a dire diritto nella chiesa deve dunque sapere andare oltre la realtà contingente, per adeguarsi al trascendente, ad esso aprendosi.

Ricco anche il dibattito,

con interventi e domande di don Massimo Marasini, del Vicario generale don Vit- torio Gatti (il quale alla fine ha anche portato i saluti di mons. Vescovo, a Roma con un folto gruppo di studenti) e dello stesso prof. Balduzzi.

Il ciclo di incontri “Con il diritto, oltre il diritto” pro- seguirà martedì 26 marzo, sempre alle ore 21 nell’Au- ditorium della Parrocchia di san Baudolino in via Bo- nardi ad Alessandria, con gli interventi su “Locanda della misericordia: sguardo pastorale alla famiglia e alle sue ferite”, riflessione su un’iniziativa sorta due anni fa e rivolta a chi vive un’e- sperienza di separazione, divorzio o nuova unione, con l’obiettivo dichiarato di corrispondere alla richiesta di Papa Francesco di non fare sentire ai margini della Chiesa quanti si trovano in questa situazione.

La serata sarà animata da Marina Savarè e France- sco Caporali del Gruppo Acor-Porta della speran- za, che cura da molti anni la pastorale delle persone separate, divorziate o in nuova unione della Diocesi di Milano.

MARTEDÌ DI QUARESIMA

Il diritto che attua il giusto

La relazione del professor Bettetini. Prossimo incontro martedì 26 con il Gruppo Acor

Nella affascinante cornice della Vena- ria Reale di Torino, più precisamente nella citroniera delle scuderie ju- varriane, si potrà assistere alla mostra “Easy Rider: il mito della motocicletta come arte”.

Questi i capitoli principali:

stile, forma e design italiano, il Giappone e la tecnologia, sì viaggiare, mal d’Africa, la velo- cità, london calling, il mito ameri- cano; terra, fango, libertà e la moto e il cinema. La motocicletta rivista in tutte le sue forme e le modalità di impiego.

Tra le moto esposte non potevano mancare le protagoniste della moto Gp: la Yamaha di Valentino Rossi e la

A UN’ORA DA QUI

Il mito della moto come arte

Alla Venaria Reale di Torino la mostra “Easy rider”

AZIONE CATTOLICA ADULTI

Incontro sulla santità

All’istituto Michel di via Faà di Bruno

Ducati di Casey Stoner, la MV Agusta di Giacomo Agostini, il chopper del road movie Easy Rider, la Triumph Bonneville che Steve McQueen guidava ne “La Grande Fuga”.

E poi ancora fotografie, libri, still e locandine di cinema.

Le due ruote considerate da comune mezzo di trasporto fino a veicolo di libertà; la moto accompagna l’uomo sia fisicamen- te che psicologicamente nei suoi viaggi alla ricerca di se stesso, grazie alla sua versatilità e alla totale sensazione di contatto che ha con la strada e con l’a- ria. La moto come simbolo futuristico capace di portare il suo pilota a velocità

estreme grazie alla tecnologia oltre che all’audacia di chi la cavalca.

Oltre ai 50 modelli di moto esposte, diverse sono le opere d’arte contem- poranea che si potranno apprezzare:

dall’autoritratto con moto di Antonio Ligabue, alla creazione di Mario Merz Accelerazione = sogno, e poi Rosso Guzzi e Rosso Gilera di Alighiero Boetti, le fotografie inedite di Gianni Piacentino, High Speed Memories, che raccontano l’attività dell’artista nelle corse in sidecar, e ancora i dipinti di Paul Simonon, ex bassista dei Clash, appassionato collezionista di moto.

La mostra, patrocinata dalla città di Torino, è curata da Stefano Fassone, Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti ed è prodotta e organizzata da Arthemisia e Consorzio delle Residenze Reali Sabau- de. Resterà aperta fino al 5 maggio. Per informazioni: www.lavenaria.it.

Il Settore Adulti dell’Azione Cattolica diocesana riprende gli incontri spirituali per adulti iniziati in tempo d’Avvento su “La santità oggi”, secondo l’Esortazione apostolica “Gau- dete et exsultate” di papa Francesco. Appuntamento per giovedì 21 marzo alle ore 17 all’Istituto Teresa Michel, in via Faà di Bruno 89, ad Alessandria. Guiderà le riflessioni il canonico don Luciano Lombardi, assistente diocesano del Settore Adulti di AC. L’incontro conclusivo di giovedì 28 marzo è sospeso, così da poter partecipare all’iniziativa diocesana delle “24 ore per il Signore”, fissata per venerdì 29 e sabato 30 marzo nella chiesa di San Giacomo della Vittoria.

2 laVOCE

Settimanale della Diocesi di Alessandria - n° 11 - 21 marzo 2019

Non solo ATTUALITÀ La DOMENICA

n° 11 - 21 marzo 2019 - Settimanale della Diocesi di Alessandria

laVOCE 3

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Giornata mondiale della Poesia Unesco. Per la Giornata mondiale della Poesia Unesco, venerdì 22 marzo alle 17, nell’aula magna del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Alessandria, si terrà un incontro intitolato “Gli epigrammi dal mondo classico all’an- tologia di Spoon River”. A dialogare Maria Clotilde Bruno, su l’epigramma nell’Età classica; Gian Luigi Ferraris, sull’epigram- ma nella letteratura italiana moderna e contemporanea, e Silvia Martinotti, sulla Spoon River Anthology. Introduce Micaela Pittaluga, presidente club per l’Unesco di Alessandria.

Alessandria Film Festival. Da venerdì 22 a domenica 24 marzo torna l’Alessandria Film Festival. La manifestazione, giunta alla terza edizione, conta di tre giornate dedicate alla settima arte, all’associazione Cultura e Sviluppo, piazza Fabrizio De André 76, ad Alessandria. Oltre al concorso internazionale di lungo- metraggi e cortometraggi selezionati, tema dell’edizione sarà la figura del regista. Due saranno gli ospiti d’eccezione sabato: Pupi Avati alle 21 dialogherà con Steve Della Casa, e nel pomeriggio Carlo Ausino, regista di “Torino violenta”.

La tua idea d’impresa. Lunedì 25 marzo alle 10.30 nella sede di Confindustria Alessandria si terrà la premiazione agli studenti degli Istituti superiori provinciali partecipanti all’iniziativa “La tua idea d’impresa”, promossa da Confindustria Alessandria.

Interverranno Simone Zerbinati, presidente del Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Alessandria, e Renzo Gatti, direttore di Confindustria Alessandria. Saranno presenti studenti di “Volta” e “Saluzzo Plana” di Alessandria, “Sobrero”

di Casale Monferrato e “Cellini” di Valenza.

a cura di Alessandro Venticinque a cura di Daniela Terragni

Frugarolo. Domenica 17 marzo a Stradella ha sfilato anche

“Bailando” il carro allegorico dell’oratorio della parrocchia San Felice di Frugarolo, che si è classificato secondo dopo Sezzadio.

Domenica 24 marzo i ragazzi chiuderanno la stagione a Ca- stelnuovo Belbo in cerca del primato. Il Carnevale non si ferma perché c’è tempo da recuperare. «Non abbiamo partecipato ad Alessandria e Valenza, ma poi non abbiamo mancato neppure una sfilata. L’obiettivo è fare gruppo, Bailando e pensando al tema del prossimo Carnevale» dicono gli organizzatori.

Predosa. Alcune associazioni locali hanno risposto all’appello della studentessa svedese Greta Thunberg in difesa dell’am- biente. Anche “L’isola del sapere onlus” di Predosa venerdì ha sensibilizzato le persone al mercato in piazza Matteotti con il cartello “La terra è malata teniamocela stretta”, esposto davanti alla chiesa. A questo cartello si è aggiunto anche quello del Co- mitato Vivere a Predosa, che espone continui appelli in difesa della falda idrica contro le discariche. La protesta sensibilizza sui cambiamenti climatici e valorizza le associazioni.

Novi Ligure. Anche Novi entra con convinzione e progetti concreti nel grande dibattito sul futuro del pianeta e i cambia- menti climatici. Nuove soluzioni energetiche a basso impatto, coscienza ambientale nella gestione dei rifiuti, salvaguardia delle risorse idriche, mobilità a zero emissioni di CO2, l’arrivo della connessione in fibra ottica per uno sviluppo sociale ed econo- mico, saranno i temi del convegno di sabato 30 marzo al Museo dei Campionissimi a Novi. Presenti anche studenti degli istituti novesi che presenteranno i progetti con la Fondazione Acos.

Andrea Antonuccio Davide, da dove nasce questo

recital “Dal cielo alla terra”?

«È un’idea che avevo nel cassetto da anni. L’ho tirata fuori nel 2015 per il Sinodo sulla famiglia. È la mia pic- cola risposta personale all’In- strumentum Laboris n. 78 che ci esorta a trovare linguaggi nuovi per parlare di certi insegnamenti incompresi.

Così ho fatto un esperimento

di nuova evangelizzazione:

usando il linguaggio artisti- co, ho distillato in canzone e poesia ciò che ho imparato in vent’anni di matrimonio cristiano alla scuola di Flora Gualdani, la fondatrice di Casa Betlemme».

Il sottotitolo è: “Meditazio- ni e canzoni che raccontano l’amore divino e l’amore umano”. Come si può rac- I primi 40 mila euro de-

stinati al progetto “Sguardo nel futuro” per l’Ospedale Infantile di Alessandria, sono già nella “cassaforte”

della Fondazione Uspida- let onlus grazie all’evento benefico “Top wine asta”

a Palazzo del Monferrato.

L’idea di organizzare un’a- sta di vini è nata quando la famiglia dell’ingegner Lorenzo Lo Presti, ammi- nistratore delegato della società Aeroporti di Roma, ha donato alla memoria del congiunto la collezio- ne di pregiati vini italiani e di champagne francesi d’annata. La collaborazio- ne degli esperti dell’Ais, di Alessandria e Acqui, ha valutato le bottiglie, poi battute all’asta dal condut- tore e mago Marco Berry.

«È stato un vero e pro- prio successo» dichiara la presidente della Fonda- zione, Alla Kouchnerova

«che abbiamo ottenuto grazie alla sensibilità di tutti i partner che hanno partecipato all’evento e, soprattutto, dei nostri nu- merosissimi ospiti».

Presente il direttore ge- nerale dell’Azienda Ospe- daliera di Alessandria, Giacomo Centini che ha portato il suo saluto. Poi, la dottoressa Daniela Dolci-

no, direttore della struttura complessa di Oculistica, ha illustrato il progetto finalizzato all’acquisto di una sofistica videocame- ra del valore di circa 180 mila euro per la diagnosi precoce della retinopatia del bambino pretermine:

«Il bambino che nasce prematuramente rischia una grave malattia della retina: la Retinopatia del Pretermine. Questa ma- lattia, che lasciata alla sua naturale evoluzione porta al distacco di retina e all’i- povisione grave può essere prevenuta: è necessaria una ottima collaborazione tra professionisti, uno scre- ening sistematico con visi- te oculistiche in incubatri- ce, una terapia tempestiva.

La Struttura Complessa di Oculistica e la Terapia In- tensiva neonatale dell’Aoa operano da anni in questo campo con impegno e dedizione continui». Il prossimo evento a soste- gno del progetto è “Magico concerto”, in programma domenica 24 marzo alle 18 al Teatro municipale di Casale Monferrato. Con la partecipazione dell’or- chestra Magicamusica, del maestro Piero Lombardi e composta da una trentina di ragazzi speciali.

contare l’amore divino?

«Chi ha fatto esperienza dell’amore di Dio sente il bi- sogno di trasmetterla agli al- tri. Nella vita ci sono passaggi in cui capisci la potenza della grazia sacramentale: che protegge, guarisce, rinforza, e che tutto ripara. Quando il tuo matrimonio comincia a fare acqua, Maria e Gesù intervengono al momento

opportuno, magari senza che te ne accorgi. Lui mette le mani sopra la nostra fragilità e la trasforma nel vino più buono. L’importante è che tu questi due ospiti speciali li abbia veramente invitati al tuo matrimonio. Chi pensa che il vino di Gesù, cioè gli insegnamenti della Chiesa sull’amore umano, sia un vino troppo forte ed esigente, lo adatta prendendo il mes- saggio dell’Humanae vitae e diluendolo con l’acqua, a misura della gente: in una cosiddetta “soluzione pasto- rale”. Ma non si accorge che sta ribaltando il procedimen- to usato da Gesù. Perché il vino migliore, allungato con l’acqua, non sa più di niente.

Perde tutto il suo sapore».

Ti accompagnano quat- tro persone: Cinzia Calusi, Umberto Capusso, Andrea Artini e Marina Bicchiega.

«Siamo una compagnia di amici legati dal desiderio di dare gloria a Dio con la forza del linguaggio artisti-

co, portando una testimonianza di fede e un m e s s a g g i o formativo.

Nella gra- tuità e nel s a c r i f i c i o personale. È un apostolato laico a dimen- sione familiare.

Marina è mia mo-

glie, cura staff e slide. Andrea è alla chitarra elettrica e regia audio-luci: con sua moglie fa parte insieme a noi degli oblati di Casa Betlemme.

Umberto è un amico pianista piemontese che si è aggregato

per l’occasione all’avventura.

Cinzia è una stupenda balle- rina fiorentina che arricchisce tutto con danza e recitazione:

la Madonna ha fatto incon- trare le nostre famiglie nel cammino della fede».

Dove ti sei esibito finora?

«Partito dalla mia città, Arez- zo, l’esperimento ha funzio- nato e ha preso il largo. Senza pubblicità né sponsor, soltanto il passaparola tra la gente: 28 date in giro per l’Italia. L’han- no apprezzato intellettuali e persone semplici, sposi e famiglie ferite, il mondo pa- storale e quello accademico».

Per gli indecisi: perché ve- nire a vedere il recital?

«Per una volta rinunciate a una partita di calcio. Ho costruito una serata di 90 minuti dove c’è un primo tempo e un secondo tempo.

Ci sono spunti di riflessione ed emozioni. Passaggi dove si sorride e altri dove ci si commuove. Al 90° minuto la gente se ne va portando sempre con sé qualcosa nella testa e nel cuore».

Idee per il futuro?

«Ho una trilogia, cioè altri due re-

cital nuovi che stanno matu- rando. Ma non so quando potrò tirarli fuori per- ché continuano ad arrivare richie- ste per questo recital sull’amore coniugale:

evidentemente l’Humanae vitae riletta con lo sguardo contemplativo e spiegata in modo spettacolare interessa davvero alla gente».

IN PRIMO PIANO

Sabato 23 marzo alle 21, all’Istituto “Angelo Custode”, un recital sul matrimonio cristiano. Ne parliamo con l’autore, Davide Zanelli

Dal cielo alla terra

amore umano e divino

Anche Amag Reti Idriche aderisce ad “Aqua publica europea” (Ape), l’associa- zione europea per la gestione dell’acqua pubblica. «La nostra candidatura» annun- cia Mauro Bressan, amministratore uni- co di Amag Reti Idri- che «è stata accettata nei giorni scorsi, a Parigi. Entriamo a far parte del consiglio di amministrazio- ne di un organismo internazionale che ha come sua mis- sion specifica la tu- tela dell’acqua, bene comune da gestire in modo responsabile e solidale, perché all’acqua

tutti hanno diritto. Per il nostro gruppo, da sempre impegnato in un percor-

so di miglioramento del servizio idrico sul nostro

territorio, e di accessibilità davvero capillare e quali- tativa per tutti i cittadini, si

tratta di un ricono- scimento importan- te, che consentirà ad Amag Reti Idriche di consolidare progetti e strategie sempre fortemente radicate al nostro ambito di riferimento, ma con un “respiro” e un terreno di confronto europeo». «L’acqua è un diritto fonda- mentale» commenta Paolo Arrobbio, pre- sidente del Gruppo Amag «e Amag Reti Idriche proprio in questi mesi è attore im- portante di un processo

di ingenti investimenti sul territorio, in forte sinergia con gli altri soggetti della filiera, a partire da Regio- ne Piemonte, Provincia, Comune di Alessandria, Egato6. Senza dimenticare l’Università del Piemonte Orientale, con cui ci stiamo confrontando per una par- tnership sul fronte ricerca e sviluppo. È nostra ferma intenzione recitare un ruo- lo di primo piano sia nel processo di ammoderna- mento delle infrastrutture, sia nella gestione razionale della risorsa acqua. E far parte di un circuito interna- zionale come “Aqua Publica Europea” potrà rappresen- tare un importante valore aggiunto».

FONDAZIONE USPIDALET

“Top wine”: un’asta per guardare al futuro

Incassati 40 mila euro per l’Oculistica

AMBIENTE

Amag Reti Idriche in “Aqua Publica Europea”

La società aderisce al circuito internazionale per la tutela dell’acqua

Il consiglio comunale di Casal Cer- melli il 12 marzo all’unanimità ha rinviato la nomina della Commissione comunale ambiente, che dovrà appro- fondire il progetto di discarica Lafilip- pa 2.0. A differenza di Frugarolo non sarà una commissione temporanea, ma una commissione comunale per- manente. La Commissione è prevista dal nuovo Regolamento comunale, approvato il 14 febbraio per formare un gruppo di lavoro, disposto a mi- gliorare la conoscenza di questo pro- getto e di tutte le questioni ambientali riguardanti il territorio, per garantire la massima trasparenza e farsi portavoce con la popolazione. L’amministrazione comunale ha invitato i candidati a pre- sentare il curriculum, ma in un mese nessuno ha fatto domanda per entrare

a far parte, a costo zero, della commis- sione insieme ai consiglieri comunali.

Il consiglio in seduta “segreta” avrebbe valutato le esperienze di vita e lavoro degli aspiranti membri e nominato un rappresentante della popolazione da inserire oltre al sindaco Paolo Mai, o suo delegato, e tre consiglieri di maggioranza e minoranza. «La com- missione ha funzioni di salvaguardia e tutela dell’ambiente e di conservazione degli equilibri ecologici, favorirà lo sviluppo di idonee condizioni di salute e di vivibilità nell’ambito del territorio comunale. Con particolare riferimento alle seguenti aree tematiche: viabilità e traffico; rifiuti; inquinamento am- bientale (acustico, elettromagnetico, luminoso, idrico e fognario)» è quello che si legge dal Regolamento.

Per completare la ristrutturazione del Campeggio di Cervinia, iniziati l’anno scorso grazie a una genero- sa sottoscrizione, sabato scorso si è svolta una cena nell’oratorio del Duomo di Valenza. Le 220 persone hanno affollato il teatro dimostrando quanto significativa e preziosa sia l’esperienza educativa vissuta ai piedi del Cervino, che si rinnova nei volti gioiosi dei ragazzi che partecipano al corso animatori di don Santiago e promosso da Duomo e S. Cuore. Una tradizione che con l’aiuto delle fami- glie si rinnova nella fedeltà evangelica dei sacerdoti che continueranno ad animarla nel ricordo di don Pietro.

CASAL CERMELLI

La Filippa, nuovo rinvio

Nessun candidato disposto a entrare in Commissione

VALENZA

Cena in oratorio per ristrutturare il Campeggio

Daniela Terragni L’associazione Memo-

ria della Benedicta sta allestendo il 75° an- niversario della stra- ge nazifascista del- la Benedicta, che si svolgerà domenica 7 aprile alla Benedicta.

La commemorazione sarà dedicata al com- pianto presidente dell’associazione don Gian Piero Armano.

Intanto il ricordo è già iniziato in musica grazie alla collabo- razione del cantau- tore, drammaturgo e figlio di partigiani Gian Piero Alloisio di Ovada e al suo Festi- val Pop della Resistenza.

Il suo cd + dvd “Resisten-

go Fabrizio De André ad Alessandria. Fra le canzoni

dell’album c’è anche il brano nato proprio alla Benedicta, “Dalle belle città”. Questo brano che Alloisio ha inciso nella versio- ne originale, con la musica del partigia- no Lanfranco, alias Angelo Rossi, nome d’arte Matanzas, che poi arrangiò “Arri- vederci” al Festival di Sanremo. “Resi- stenza Pop” (Edel) è stato pubblicato con il sostegno dell’associa- zione Memoria della Benedicta.

za Pop” sarà presentato giovedì 21 marzo ore 21

alla sede dell’associazione Cultura e Sviluppo, lar-

BENEDICTA

In memoria di don Armano

Per il 75° anniversario della strage nazifascista

Domenica 24 marzo alle 12.30, nella sala polifunzionale della parrocchia di San Michele Arcangelo (via Remotti 43), i cuochi ristretti della sezione re- clusione degli Istituti penitenziari “G.

Cantiello e S. Gaeta” cucineranno per realizzare un

pranzo di bene- ficenza organiz- zato da Betel e Dike onlus, con il supporto del Csvaa. Gli ad- detti al servizio di sala saranno altri detenuti provenienti dal- la sezione cir-

condariale del “Don Soria”. Per iniziare veneziana gastronomica con affettati, sfogliatine salate, uova tonnate, insalata capricciosa; a seguire pasta della nonna con ricotta e spinaci; un sorbetto alla

mela verde e lime accompagna al se- condo piatto, cioè pollo allo zafferano con contorni sfiziosi; e per concludere

“Flowering from the heart”.

L’evento vuole portare l’attenzione sulle difficoltà che incontrano le per-

sone in stato di fragilità sociale ed economica a mantenere una buona salute e a fronteggia- re l’esperienza della malattia.

E in questo chi si trova in stato di detenzione è ulteriormente svantaggiato. Per partecipare l’offerta minima è di 20 euro. Le prenotazioni sono aperte sino a venerdì 22 marzo all’indirizzo progettokum@gmail.com, oppure al numero 348 1498253.

SAN MICHELE

Pranzo solidale da Betel e Dyke

Con i cuochi degli Istituti penitenziari “Cantiello e Gaeta”

L’Aidm, Associazione italiana donne medico di Alessandria ha elaborato il progetto “Prendiamoci di petto” per le donne dai 30 ai 44 anni. L’iniziativa prevede una campa- gna d’informazione e di sensibilizzazione della popolazione femmi- nile, in particolare di età inferiore ai 44 anni, non ancora raggiunta dal programma di scre-

ening istituzionale, per sensibilizzare le donne sul rischio di sviluppare un tumore alla mam- mella, sulle possibilità di prevenzione e sugli accertamenti strumen- tali più idonei per una diagnosi precoce, con l’offerta gratuita della mammografia proposta alle donne di 40 anni d’età residenti nel comu- ne di Alessandria.

SALUTE AL FEMMINILE

Con “Prendiamoci di petto”

la mammografia è gratuita

4 laVOCE

Settimanale della Diocesi di Alessandria - n° 11 - 21 marzo 2019

In ALESSANDRIA Dai PAESI

n° 11 - 21 marzo 2019 - Settimanale della Diocesi di Alessandria

laVOCE 5

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Vocazione di San Matteo. 1599-1600. Olio su tela. Cappella Contarelli, San Luigi dei Francesi, Roma

Alessandro Venticinque

Cinque stanze, 31 opere e un solo grande artista

La mostra su Caravaggio ad Alessandria, guidata dagli studenti

multimediale dell’intero percorso artistico di Cara- vaggio, con l’ausilio di un potente mezzo tecnico che permette di ammirare su maxischermo le riproduzioni delle tele, con zoom dinamici sui particolari anche più minuti».

Cosa scopriremo?

«La mostra itinerante, prodotta dalla società editrice e di promozione culturale Itaca, pre- senta il percorso creativo del pittore lombardo negli anni della svolta epocale, tra gli esordi ro- mani e gli ultimi giorni napoletani, dal 1592 circa al 1610, attraverso la riproduzione a grandi dimensioni e

ad alta definizione digitale di 31 opere, disposte in un percorso non cronologico, bensì tematico, dentro cinque stanze ideali. Emblema- tico è il titolo: “L’urlo e la luce”. Questo a sottolineare l’evoluzione del pensiero e della tecnica del Caravaggio: pittore della realtà “sporca e graffiata”, ma anche pittore “della luce della Grazia”, come afferma il professor Filippetti».

Una domanda un po’ provocatoria: alla sua età cosa la spinge a mettersi così in gioco?

«Potrei rispondere: “Che cosa c’entra l’età?” (sorride). Mi aspetto, come gli anni scorsi, di vedere sui volti degli studenti la meraviglia e la gioia di quando si vive insieme l’avventura della scoperta di cose belle, si costruisce un pezzo di esperienza di vita che rafforza la speranza e dà un sentimento di positività. In ogni esperienza del genere capita sempre qualche piacevole “imprevisto”, qualcosa di inaspettato. Ed è proprio questo che mi spinge ad affrontare questo

“viaggio” culturale e umano».

LA BOTTEGA DI CARAVAGGIO

La meraviglia e la gioia di scoprire la Bellezza

«Costruire un pezzo di esperienza di vita che rafforza la speranza e dà un sentimento di positività»

“Caravaggio. L’urlo e la luce”. È questo il titolo della mostra che dal 30 marzo al 14 aprile vedrà esposte, nella chiesa di San Giacomo della Vittoria, 31 riproduzioni ad alta definizione di altrettanti capolavori di Caravaggio. Prodotta da Itaca e curata dal professor Roberto Fi- lippetti, l’esposizione comprende anche un progetto di alternanza scuola-lavoro degli studenti di diverse scuole superiori di Alessandria.

Ne abbiamo parlato con Angelo Teruzzi, direttore del Servizio per la Pastorale scolastica e dell’insegnamento della religione cattolica.

Professor Teruzzi, da dove nasce l’idea della mostra su Caravaggio?

«Il buon esito dell’iniziativa dello scorso anno sulla Cappella degli Scrovegni di Giotto ha mostrato il grande potenziale educativo di cui può essere carica un gesto di tal genere. Gli studenti che hanno parte- cipato alla sua realizzazione sono rimasti sorpresi nell’essere coinvolti come soggetti attivi, capaci di comprendere una grande opera d’arte del passato e di condividerne i contenuti con i visitatori. Per questo motivo i nostri uffici diocesani della Pastorale giovanile, della Scuola e delle Comunicazioni sociali hanno pensato di riproporre una ini- ziativa analoga, con la mostra su Caravaggio, in collaborazione con l’associazione culturale “Carlo Torriani” e con il sostegno del Csvaa.

Anche quest’anno sono stati coinvolti studenti del liceo Scientifico “G.

Galilei”, dell’IIS Saluzzo-Plana e dell’Alexandria international school, in un progetto di alternanza scuola-lavoro chiamato “La bottega di Caravaggio”».

Quando sarà l’inaugurazione?

«Sabato 30 marzo alle ore 16, nella chiesa di San Giacomo della Vittoria, alla presenza delle autorità e del vescovo monsignor Gui- do Gallese. Mentre nello stesso giorno, alle 21, al Centro congressi di Cultura e sviluppo, in piazza Fabrizio De André 76, il curatore, Roberto Filippetti, presenterà la mostra offrendo una panoramica

L’ingresso di San Giacomo della Vittoria all’inaugurazione della mostra su Giotto, 7 aprile 2018

AGENDA del VESCOVO

Fino al 22

Viaggio di istruzione

con gli studenti

“Sulle tracce di Caravaggio”

Roma

Sabato 23

Recital

“Dal cielo alla terra”

Istituto “Casa Angelo Custode”

via Galvani, 1 - Alessandria, 21.00

Domenica 24

Santa Messa per l’apertura

della Chiesa di Ignazio Gardella per le Giornate Fai

Centro riabilitativo “Borsalino”

Alessandria, 11.00

Intervento e pranzo alla Formazione regionale del Progetto Policoro

Eremo di Betania, 12.30

Intervento e S. Messa al ritiro dell’Oftal

Casa Betania, Valmadonna, 14.30

Martedì 26

Consulta regionale di Pastorale giovanile

Pianezza (TO), 17.00

Martedì di Quaresima

Auditorium San Baudolino Alessandria, 21.00

Giovedì 28

Incontro fraterno sacerdoti e diaconi

Collegio Santa Chiara Alessandria, 11.00

Incontro Giovani in Ricerca

Parrocchia di San Lorenzo Alessandria, 19.00

ALESSANDRIA

San Giacomo della Vittoria

via San Giacomo della Vittoria, 56

dal 30 marzo al 14 aprile 2019

Con il patrocinio di

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Ufficio IV - Ambito Territoriale di Alessandria

Video presentazione

Sabato 30 marzo ore 21.00 Cultura e sviluppo

piazza Fabrizio de André, 76 A cura di Roberto Filippetti curatore

PRODUZIONE MOSTRA e CATALOGO

INFORMAZIONI

eventi@diocesialessandria.it eventi.diocesialessandria.it PRENOTAZIONI GRUPPI Cel. 3394702477 - Angelo

Con il contributo di

Questo prodotto è un servizio gratuito del CSVAA

Da lunedì a sabato dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 e la domenica dalle 16.00 alle 19.00

VISITE GUIDATE

Gratuite su prenotazione sono guidate da studenti del Liceo scientifico “Galileo Galilei”,

dell’IIS “Saluzzo-Plana” e dell’Alexandria International School in un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro

Caravaggio

L’urlo e la luce

Promosso da

Ufficio Scuola Pastorale Giovanile Comunicazioni Sociali

In collaborazione con

Inaugurazione

Sabato 30 marzo ore 16.00

Chiesa di San Giacomo della Vittoria

6 laVOCE

Settimanale della Diocesi di Alessandria - n° 11 - 21 marzo 2019

Speciale CARAVAGGIO. L’URLO E LA LUCE

n° 11 - 21 marzo 2019 - Settimanale della Diocesi di Alessandria

laVOCE 7

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1. Prima stanza - Le pitture ethicӔ

La commedia fa ridere e insieme contiene un insegnamento morale. Un po’ come le antiche favole. Così sono le pitture ethicæ (o “comiche” ) del primo Caravaggio: “Dipinti che pur non essendo di soggetto devozionale esercitano una funzione morale esortando alla virtù”; “Opere che nascondono allusioni morali relative alle esperienze e alle insidie cui va incontro la giovinezza”. C’è sempre una “morale della favola” che però non pesa, perché viene suggerita quasi sorridendo.

Nel riquadro: La buona ventura, 1595-1596. Olio su tela. Roma, Musei Capitolini.

2. Seconda stanza - L’urlo

Una pittura “urlata”, all’insegna del fortissimo contrasto chiaroscurale. Occhi sbarrati, con bulbi oculari che sembrano esplodere fuori dalle orbite, bocche che si aprono a dismisura, sangue che fluisce copioso da capi mozzati. Sangue, tanto sangue. La Decollazione del Battista è l’unica che il Nostro abbia firmato. E lo ha fatto col sangue che scorre dalla gola squarciata di san Giovanni: il rosso rivolo forma le lettere “f michelangelo”.

Nel riquadro: Giuditta che taglia la testa a Oloferne, 1598-1599. Olio su tela. Roma, Gal- leria Nazionale d’Arte Antica, Palazzo Barberi.

3. Terza stanza - La Madre e il Bambino

Pittore “carnale”, Caravaggio. Pittore dell’Incarnazione: dall’Annunciazione, all’Adora- zione dei pastori, alla Fuga in Egitto. Nel ventre gonfio della Morte della Vergine c’è la lontana eco del Bambino, portato per nove mesi. Gesù bambino è sempre con lei – con la Chiesa – a schiacciare il serpente antico, ad accogliere i pellegrini mendicanti sulla soglia di Loreto, a generare dall’alto la carità cristiana, a indicare il gesto della consegna del santo rosario.

Nel riquadro: Madonna dei Palafrenieri, 1605-1606. Olio su tela. Roma, Galleria Borghese

4. Quarta stanza - Il Redentore

The Passion: come Mel Gibson, Caravaggio non racconta i tre anni, ma i tre giorni, il Triduo pasquale. Poco dopo il grande miracolo della resurrezione di Lazzaro, Cristo viene catturato e flagellato; il suo corpo morto viene deposto nel sepolcro. Ma lui, proprio lui, viene riconosciuto risorto dai discepoli di Emmaus. Risorto nella carne. E permarrà carnalmente: il sacrificio eucaristico è evocato dal pane, dal vino e dall’acqua, lì sulla mensa.

Nel riquadro: Deposizione nel sepolcro, 1602-1603. Olio su tela. Pinacoteca Vaticana 5. Quinta stanza - I testimoni

Colui che si è manifestato nella carne di bambino, poi di uomo crocifisso e risorto, decide di permanere attraverso i testimoni: coloro che hanno vissuto quei tre anni con lui come Pietro, Matteo, la Maddalena; poi Paolo e i santi e le sante martiri, su su fino a Francesco alter crucifixus. Cristo chiama e conduce a dare la vita, il sangue; ma le facce dei martiri non sono stravolte e urlanti, bensì composte e colme di pace.

Nel riquadro: Conversione di san Paolo, 1602. Olio su tela. Roma, chiesa di Santa Maria del Popolo, cappella Cerasi.

6. Epilogo - L’incredulità

Con uno straordinario effetto di verità carnale, Cristo risorto afferra energicamente la mano di Tommaso e ne guida l’indice ben dentro la piaga gloriosa del costato. Cristo è risorto nella carne: non è un fantasma, una fantasia, ma è un uomo che si vede, si tocca, si sente. Corrugata nell’eccezionale tensione è la fronte di Tommaso; e l’occhio ha un’intensità tale che sembra “bucare” la piaga ed entrarvi a una insondabile profondità.

Nel riquadro: L’incredulità di san Tommaso, 1600-1601. Olio su tela. Potsdam-Sans- souci (Germania), Bildergalerie

Caravaggio

L’urlo e la luce

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Settimanale della Diocesi di Alessandria - n° 11 - 21 marzo 2019 n° 11 - 21 marzo 2019 - Settimanale della Diocesi di Alessandria

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Dal 30 marzo al 14 aprile la chiesa di San Giacomo della Vittoria ospiterà 31 riproduzioni ad alta definizione di altrettanti capolavori di Caravaggio, nella forma di un racconto scandito in cinque capitoli dal titolo “Caravaggio. L’urlo e la luce”. Ve li raccontiamo attraverso alcune opere-chiave dell’artista.

Testi e immagini tratti da “Caravaggio. L’urlo e la luce” a cura di Roberto Filippetti edito da Itaca Edizioni - Progetto grafico: Giorgio Ferrazzi

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