LETTERA PASTORALE
DI
M.
RVESCOVO DI CREMONA
AL SUO CLERO E POPOLO
PER LA QUARESIMA 4866.
CREMONA
Tipografia e Litografia di G. FcraboJi.
ogle
i
ANTONIO NOVASCONI
PER LA GRAZIA
DIDIO E DELLA SANTA SEDE APOSTOLICA
VESCOVO DI CREMONA
Al
DILETTISSIMI SUOI DIOCESANI Salute
eBenedizione
NEL SIGNORE.
richiamare allavostra attenzione,ovenerabili fratelli e dilettissimi figli, 1'approssimarsi della
Quaresima
eY
ob- bligo del quadragesimale digiuno,siamo
lieti di poter,con
benigni temperamenti, facilitarvi V osservanzadi quest'antico evenerando
precetto della Chiesa.Regolarmente
autorizzatiadunque, Noi
accordiamo, per Vimminente Quaresima, a
tutti i nostri Diocesani (compresi i regolari d'
ambo
isessinon
astrettida
voto speciale) Vuso
delle carni nelF unicacommestione,
vietata però inqualunque
giorno la promi- scuità di carne e pesce, e ritenuto robbligo d' usar cibi strettamente quaresimali innove
giorni, che sono: ilmer-
coledì delle ceneri, il mercoledìdelle tempora, iprimi quattro venerdì dimarzo,
e gli ultimi tre giorni della settimana santa.Permettiamo
poi ruso
delleuova
e deilatticini negli altri venerdì e sabbati,sempre
nel)' unicacommestione.
Pei casi inoltreincui, per titolodi salute, a giudizio delmedico,o
per altri giusti motivinon
bastasse V annunciato indulto, restanoda
Noi delegatiilRev.
moMon.
rCanonico
Penitenziereper
tutta la Diocesi,ed
iM. RR.
Parrochi nelle rispettiveDigitizedbyGoogle
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Parrocchie, a concedere altre dispense o
commutazioni,
se-condo
le particolari circostanze.Con
vero spirito di penitenza, cari figli, entrate in questo santotempo
dellaQuaresima;
e stabilite il gene- roso proposilo di eseguire esattamente le pratiche pre- scritte; procurate anzi dicompensare
il benigno indultocon
altre opere pie, specialmente quelle della cristiana carità e della beneficenza. Viordiniamo
poiuna
divota visita settimanale alla vostra Chiesa parrocchiale,od
a quella che vi verrà prescritta dalParroco
o dalCon-
fessore. In essa supplicherete fervorosamente ilDio
della onnipotenza e della misericordia pei diversi bisogni della Chiesa e dello Stalo, per la cessazione degli errori e delle eresie, per la dilatazione della fede, per la pace e prosperità di tutto il popolo cristiano. Pregate in particolare pelSu- premo
Pastore della Chiesa universale ilSommo
Pontefice Pio IX, che funge per noi su questa terra le vecidi Cristo istesso,nonché
per tutti gli ordini dell'ecclesiastica Gerar- chia. Fervidelevostre preci innalzatealRe
deiHe, alSignore deiDominanti,
per Y amatissimo nostroSovrano
VittorioEmanuele
II., per gli augusti Principi Reali, e per tutti iPoteri dello Stato.
Nè
dimenticale nelle vostre orazioni ilPastore di questa Diocesi, il vostro Vescovo, che
con
pa- terno affetto, tutti vi siringe e vi abbraccia nella carità diGesù
Cristo.Permettete adesso, amatissimi diocesani, che Noi, appro- fittando dell
1
opportuna
circostanza, vi intratteniamo breve-mente
sopraun
argomento, che èdellamassima
importanza,siccome
quello a cui si collegano i più preziosi vostri inte- ressi della vita presente e della futura. Giàviabbiamo
nello scorsoanno
parlato della necessità della religione, edimo-
stratoquanto
importi che dessa entricome primo
e princi- pale elemento nella educazione dell'uomo,
perchèad
essa sola appartiene moralizzare, cioè inspirare all'uomo un
giusto sentimento della propria dignità, la coscienza deiDigitizedbyGoogle
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proprii doveri, raddrizzare le tortuose inclinazioni naturali, insegnar i mezzi d'infrenar le passioni, migliorare
insomma
quest' essere di sua natura
eminentemente
perfettibile, e guidarlo alconseguimento
del fine per cui fu creato.Questa
benefica virtù però, questa nobilissima missione,come
vifacemmo
notare,non
è propriadi qualsiasi tra le multiformi e spesso assurde invenzioniumane,
alle quali si volle darnome
di religioni:ma
appartienesoltanto a queir unicavera, unica santa, fondala da Cristo islesso figlio vero di Dio, propagata dagli Apostoli, consegnataindeposito allaChiesa, e diffusa su tutta lafaccia dellaterra, chereligione cristiana cattolica si appella. Di questa divina religione(come
acom-
plemento del soggettoda Noi
trattatonella Lettera Pastorale della passataQuaresima) vogliamo
mostrarvi V intrinseca bellezza ed eccellenza; il che varrà, speriamo, a rendervelasemprepiù
cara e veneranda.Voi non
ignorate, venerabili fratelli e figli dilettissimi, qualivergognose
calunnie, emol- teplici errori, lo spirito d'incredulità e dimenzogna vada
tuttodìspargendo
contro la cristiana religione: visono pur
noti gli attentati e gli sforzi,con
cui i nemici s'adoprano
a combattere questa divina istituzione, taluni collo specioso pretesto di riformarla nelle credenze, nei precelli, nel culto:altri coir insana idea di voler subordinarla ai dettami
ed
al vaglio cT
una quanto
altera altrettanto ciecaragione: altri col volerla ridurre aduno
sterile sentimentalismo appellato la religione del cuore: altri infine colfempio
disegno di sbandirla dalla società, di sradicarla dal cuore dell'uomo,
per separarlo affatto dalsuo
Creatore, e ridurload un puro
naturalismo.A
fronte di tante insidie e pericoli,non
sarà fuor di luogo insistere sul propostociargomento,
nella speranza che ciò valga a raffermarei credenti, apremunire
i deboli, a rassodare i vacillanti, e, volesse il Cielo, a ri-
chiamare anche
taluno, che dalla cattolica religione si fosse sventuratamenteallontanato!«
La
religione (diceun
illustre filosofomoderno
) è ilDigitizedby
- r, -
«
legame
diDio
cogli uomini, ilcommercio
della creatura« col Creatore, eil complesso dei doveri nostriinversoDio,
< la
somma
dei quali costituisce il culto interiore edjeste-« riore ».(Teor. del sopr.)
La
religioneèdunque
connaturale alFuomo;
è per luiun
dovere edun
bisogno.Ma
I'uomo avrebbe
forse potutoda
se solo conoscere i proprii doveri inverso ilsuo
Creatore, e sapere qual sorta di culto pia- cesse alla Divinità?La
storia e P esperienza insegnano che no. I grossolani errori, le assurde credenze, le ributtanti superstizioni, le ridicole e talor nefande e crudeli pratiche degli Indiani, degli Egizj, deiPagani
ed' altri popoli, fosseropur
civilizzatima
privi del divinolume
della rivelazione,sono
la più convincenteprova
della verità del nostro asserto.Ora
Iddio,buono
e sapiente,ha
voluto rivelare airuomo
i suoi divini voleri; e, creandolo, gli infuse eglimedesimo
la notizia di ciò che gli era d1
uopo
sapere, edì ciò che far dovesse per piacer al proprio Creatore, e con- seguire il fine per cuiaveva
ricevuto Vessere, la vita.Senonchè,
oscuratasi nelPuomo
questa notizia per la pri- mitiva colpa e per le successive prevaricazioni del genereumano,
il misericordiosissimo Iddio rinnovò e svolsemano mano
i suoi diviniammaestramenti
colmezzo
dei Patriarchi e dei Profeti,come
insegna P Apostolo s. Paolo, ecompì
P opera pel ministero dello slesso suo Figliuolo Unigenito.Sicché la nostra religione, amatissimi diocesani, fra gli altri luminosi caratteri, rifulge per la divinità della propria origine;
come
è del pariveneranda
per lasua
anlicfàlà.«
La
religione cristiana (scriveLhomond)
aben
consi-« derarla nella sua estensione, è antica
quanto
ilmondo.
«
Essa
consiste essenzialmente nel!'adorareun
soloDio
« creatore dell'universo, e nel credere al Redentore del-
« 1'
uman
genere, cheèGesù
Cristo.Questa
fede,che costi-
< tuisce la basedel cristianesimo, fu inogni
tempo
la parte c precipuadei verocullo, eilmezzo
necessario per arrivare«
a
salute: essa rimonta fino ali*epoca dellapromessa
cheDigitizedbyGoogle
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« fu fatta ad
Adamo
subitodopo
ilsuo
peccato ».Nata dunque
nelFEden
coi primi nostri progenitori questa divina religione, quasiadombrata
da misterioso velo chene
occul- tava inpartela maestosa bellezza,attraversòil lungo periodo di quaranta secott, facendosi guida e conforto al prediletto popolo d' Israello neltempo
delle figure, dellepromesse
e dell'aspettazione.Ma
dopoché, dalla parola e dalsangue
dell'
Uomo-Dio
fucome
improntata dinuovo marchio
diverità, e mise con lui il potente anelilo d1
una seconda
vita; tutta raggiante di novella beltà, di più vivo splendore, spiegò le sue pacifiche tende dall'
uno
air altro confine delmondo,
e la terra tutta diventòilvastocampo
dellesue con- quiste e del suo dominio.Imperocché
Iddio vuolejche tutti gliuomini
Steno salvi, e tuttiSteno chiamatialla cognizione della verità; e la religione, fedele interprete ed esecutrice del divinomandalo,
possiede in se un' ammirabile potenza d'espansione; e persuo
proprio carattere,a differenza delleumane
istituzioni,sa adattarsi agli usi, ai costumi,alleleggi, alle esigenze sociali di lutti i popoli, sienopur
diversi per razza, per lingua, per civiltà, per politica costituzione, fa- cendosidovunque
maestra di verità, ministra di pace, sor- gente inesauribile di prosperità e di benedizione.Dessa
per- tanto, sia riguardo al tempo, sia riguardo all'estensione, merita abuon
diritto il titolo di universale.fila la religione di Cristo, ai preaccennati caratteri,unisce
pur
quelli della invariabilità e della perpetuità. (Tutto è in- stabile quaggiù, lutto mutabile:gli usi eicostumi, le arti e le scienze, le leggi e le costituzioni, i riti e le credenze in- ventate dagli uomini, inuna
parola tutte leumane
istituzionivanno
soggette a vicissitudini, a variazioni, e coli'andar
deltempo
si trasformano, cangiano permodo da non
serbar quasi traccia colla primitiva origine.Anche
qui la^storia eT
esperienza ci fanno ragione.Chè
anziaggiungeremo
di più: tutto é labile e perituro. Nelmondo
fisico,come
nel morale, ogni co»a invecchia emuore:
le scuoleed
i sistemi,DigitizedbyGoogle
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le civiltàe le legislazioni, leistituzioni socialie leinvenzioni, si succedono, s* incalzano, sicché I'
una
cancellao distrugge raltra.Ad
ognimuover
di sguardo, ad ogni piò sospinto, noi ci scontriamo in macerie e rovine:cadono
le città, ca-dono
i regni: Vala struggilrice deltempo
simuove eoo
instancabile rapidità, e tutto che tocca, rode econsuma.
Omnia,
dice ilSalmo,
sicutveslimenlum
veterascent (CI).La
religione cristiana invece,sempre
la stessa,non
cangianè
invecchia mai.Le
sue credenze, le sue dottrine, i suoicomandamenti sono
invariabili,come
è immutabile quelDio da
cuiemana;
e dessa, asomiglianzadel suodivin Fondatore,può
dire di sémedesima:
Aeri et hodie, etnunc
et in per-petuum. La
religione infattinon
èaltro che la verità diDio, e la verità diDio dura
in eterno, et veritasDomini manet
in ceternum (Suini.GXVI.)
In tanto volgerdi secoli,in tanto succedersi diumane
vicissitudini, dimezzo
a conflitti e devastazioni, essa stette salda ed immobile, e lo starà sino alla fine dei secoli. Essa resistè allepersecuzioni dei tiranni, al ferro dei carnefici:sostenneimpavida gliassalti delsolisma e della eresia; e dalle diuturne, sanguinose lotte, uscì più bella e maestosa, cinta la fronte di più splendida aureola di gloria.Sempre
antica esempre
nuova,ognor
perseguitata eognor
sicura,sempre
combattuta esempre
vittoriosa,nò
le terrene,
nè
le infernali potenzevarranno mai
a distrug- gerla, etporta: inferinon
prcevalebunladversm eam.
Questi magnifici caratteri inerenti alla cristiana religione
dovrebbero
bastare a rendervi persuasi, amatissimi tigli, della sua bellezza ed eccellenza.Ma
arrestiamociun mo- mento
a considerarneanche
Vintrinseca perfezione.Qualora
si consideri di
buona
fede la sublimità de'suoidogmi,
la santità della sua morale, la saviezza della sua disciplina, lamaestà
del suo culto, Vimmensità
dei benefici*! edeiservigida
essa prestati airumanità,non
sipuò
ameno
cherisen- tirneun
senso d'ammirazione, enon
sipuò
rifiutarle i do- vutiomaggi
di venerazione e d1
amore. La
di lei incorona-DigitizedbyGoogle
- 0 -
rabile perfezione c sìevidentee palpabile, che desiò
un
senso di rispetto e d'ammirazione
negli stessi increduli delloscorso secolo. Ubili corifei della setta filosofica lehanno
reso testi-monianze
di slima, e nehanno
fatto i piùpomposi
elogi nelle eloqienli pagine dei loro scriiti, che resterannomonu- mento pcenne
della eccellenza del cristianesimo.Senonciè il
moderno
razionalista, il quale ha stabilito rorgoglio
e folle principio—
tullociò chela ragionevale a cooiproidcre, è vero; tullociò chenon
enlra neldominio
della ragone, è falso e insussistente=
rigetta idogmi
del crislianesmo perchè racchiudono misteri, che Vintelletto u-mano
noi arriva acomprendere,
e si scaglia contro la ri- velazioni e contro la fede,condannandole come
lesive degli imprescitlibili diritti della ragione. Folle ed orgoglioso prin- cipio,Ni
diciamo;imperocché
la ragione stessa ciinsegna, essereonforme
a' suoi principii il sottomettersi a delle ve- rità, chessanon può comprendere.
Ilsentimento piùintimo, che la Dgioneumana
ha di sé slessa,è quello dellapropria deboleza.E
quanti misterinon
riscontriamo nelmondo
fi-sico e el morale, cui noi
ammettiamo
senza chepur
arri-viamo
;spiegarli?Tutto
ciò che ci circonda è mistero.Ignoriato fessenza della materia e le sue grandi proprietà:
vediamti portentosi fenomeni della luce, delfelettricità, del
magnelmo, ma non sappiamo
spiegar la natura di questi mìstcrid agenti:non comprendiamo
la natura delfanima, la sua nione col corpo,né come
Vuna
sostanzacomunichi
colf alti d"indole e di essenza a(Tallo diversa.Ah
sì: in ogni gesre di scibilenon conosciamo
che l'esterior super-ficie.
Lmverso
che, giusta il sapiente dello delf Ecclesiaste, Iddio Ihabbandonalo
alte dispula zioni degli uomini, è per noi pici d'oscurità; e la sua religione, eh' egli volle fosse foggelldelle nostre adorazioni,non
ne presenterà alcuna?Ci arrogeremo noi
dunque
il diritto d'interrogare il Crea- tore, dim'ama Ho
a sindacato sopra i molivi per cui volle rivclarciose oscure, ecomandarci
di credere ciò chepur
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non possiamo comprendere
? I misleri, che la religione pro-pone
alla nostra fede,non ponno
venir altrimenti cheda
Dio; giacché è principioammesso
dalla filosofia tutto ciò che Vuomo non
arriva acomprendere,
noà sarebbeneppur
capace d'inventarlo=. Ma Dio
è Pessere sapien- tissimo, perfettissimo, e noivorremo
negargli questo giustoe
meritorio tributo di sottomettere,come
dice rApostolo, ilnostro intelletto in ossequio alle verità
da
lui rimiate,che
costituiscono /'oggetto della nostra fede? I misteri religiosi, del resto,sono
bensì superiori,ma non
contrarli alla ra- gione;né
potrebbe esserealtrimenti; conciossiachèino slesso sia TAutore
della fede e della ragione, il qualeignava
iconfini d'
amendue
permodo,
che l'una non
invadesse ildominio
dell'altra,ma
entrambi procedessero di pri passo, e fosserocome due
sapienti guide all'uomo
nel lamininoche deve
percorrere per arrivare alla vita eterna.(L1
una
e¥
altrahanno
tracciata la propria sfera d'azione:dellanostracredenza
formano
ildominio
dellaragione;della,nostra credenza costituiscono Y
impero
della lede.La
ragione esercitidunque
liberamente la sua sovrani!, giudi- chicon
indipendenza le prove del cristianesimo;cE
la re- ligione,ben
lontana dal combattere i dirittidella rtione, liconsacra ed avvalora. Essa
non
dicecome
il falsi profeta dellaMecca
ai suoi stupidi seguaci: credi omuori No;
la cristiana religionenon
esige che la si addottieoamente:
dessa
non teme
P esame, chè anzi lo reclama, lo provoca;e, per convincerci, offre essa
medesima
i suoi fotivi di credibilità, leprove
della sua divinila. Il nostro d ino Le- gislatore incitava i Giudei a porre a disamina la lui au- torità: gli Apostoli invitavano a ciò i pagani: i no ri Padri e Dottorihanno
costantemente eccitati a siffatto Jaroe gli eretici di tutti i secoli; eNoi
pureprovochiamo
I questo gli increduli ed i razionalisti, tenendociben
sicurjche, chi-unque
si mettaad esaminare
dibuona
fedeledinjstrazioni e le prove sopra le quali riposa la verità del crisfnnesimo, motivilioggetti
'
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- li -
non
tarderà puntoad
acquistarne la completa certezza. Il filosofo Laharpe,prima
incredulo poi credente, a quelli che lo interrogavano dei motivi per cui avesse abbracciato ilcristianesimo, rispondeva: io
ho
esaminato; esaminate voi pure, e crederete.Dopo
ilpremesso
ragionamento,non crediamo
necessario schierarvi dinanzi gli augustidogmi
e i venerandi misteri di nostra santa religione: voi già li conoscete, cari figli,perchè ve li insegna il Catechismo.
A
Noi basta avervimo-
strato eh'essi
sono
ragionevolibenché
inc§mprensibili: ch'essisono da
Dio, e che a torto increduli e razionalisti lirigettano e li combattono.
Agli ammirabili
dogmi da
credere, la religioneaggiunge
importantissimi doverida
praticare.Troppo
vastoargomento
s1
aprirebbe al Nostro dire se tutti ad
uno ad uno
volessimo qui prendere ioesame
i precelti dellamorale
evangelica, per farvene rilevareV
intrinseco valore, laspeciale eccellenza.Noi
dobbiamo
limitarci a toccar persommi
capi quest'im- portante materia; ed intanto vidiremo
che la religione cat- tolica, nel suo Decalogo, offreun
corso completodi precetti, che costituiscono il più magnificocapo
d1opera di morale, chegiammai
siasi potutoimmaginare. Quanto v'ha
dibello e di buono, di giusto e di nobile, di santo e di perfetto, essa lo impone,o
lo consiglia. Nella sua vasta e sapiente economia, essa ha lutto abbracciato, tulio previsto, lutto regolato:non
havvi dovere, cuinon
prescriva; virtù cuinon
raccomandi; atto lodevole chenon
esalti; regola di saviezza eh' essanon
abbia tracciala;dimodoché
Vinsieme delsuo insegnamento forma
il piùmaravigliosoe più sapientecodice di legislazione.L
uomo
su questa terra ha molteplici rapporti colsuo
Creatore,con
semedesimo,
co' suoi simili: a ciascuno di questi rapporti rispondono speciali doveri; e la religione,mentre
glieli addila, gli insegnaanche
ilmodo
di rettamen- te adempirli.Vuole
innanzi tutto che noi conosciamo,om>
DigitizedbyGoogle
- 12 -
riamo,
amiamo
queir Essere infinitamente grande, onnipo- tente, beneficentissimo,da
cuiricevemmo
Vesistenza ed o- gni bene, e verso il quale ci sentiamo naturalmente attratticome
a nostro centro, a nostro riposo, giusta la sublime e- sprcssionedel gran dottoreAgostino fecistinos Domine ad
(e:ed essa
medesima
la religione ciapprende
ilmodo
di sod- disfare a questo sacro e dolcissimocomandamento. E
qual altra religione seppemai
mettere inpiù stretti, in più nobili, in più soavi rapporti la creatura colsuo
Creatore, ed ad- ditarlecon
sicurezza ilmodo
di piacergli,e sciogliere ilde- bito di dipendenza,di riconoscenza,cTamore,
ond' ò legala inverso di lui?La
religione inoltre rivela I'uomo
a se stesso e gli discopre la suagrandezza
e la sua miseria; gli inse-gna
esser egli fatto adimmagine
e somiglianza di Dio;esser anzi figlio di Dio
medesimo,
fratello di G. C. e da lui ricomperalo a prezzo di sangue, chiamatoad
immortali de- stini, erede <Tuna
gloria eterna.Ma
in paritempo
gli faco- noscere che la sua natura è degenerala per la colpa, eh'e- gli è soggetto alla tirannia <Tuna
triplice concupiscenza, inchinevole amal
fare, e che gli è necessario combattere contro le malnate passioni, frenare gli sregolati desiderii, fuggire il vizio, praticare la virtù e travagliare indefessa-mente
al perfezionamento di semedesimo;
promettendogli airuopo
confortied ajulisoprannaturali nellavitapresente, euna
eternaretribuzione nell' altra.Ecco
lasomma
dei dove-ri, che
t uomo
hacon
semedesimo:
e chi regolasse i sen- timenti e la condotta sulle sapientinorme
tracciale dalla religione, sarebbe il tipo perfetto della santità, il bello ideale dellaumana
perfezione,godrebbe
pace e tranquillitàsu que- sta terra, e si procaccerebbeuna
felicità eterna.Qui
perònon hanno
termine i di lei precetti ed insegna- menti;imperocché
Vuomo,
collocatoinmezzo
ai suoi simili, ha verso di essi altri sacri doveri; quelli della giustizia e della carità.Non
fate agli altri ciò chenon
vonestefattoa
voistessi:amatevi
lutticome
fratelli;ecco ledue
grandiDigitizedbyGoogle
- 13 -
massime,
che costituiscono il più solidofondamento
all'edi- fìcio sociale, c da sole bastano a tutelare Vordine e la concordia nellaumana
famiglia. 1/ orgoglio, l'interesse, I1
c-
goismo
cercano continuamente di turbare V ordine sociale, d' infrangere quei dolci legamionde
dovrebbero stringersi fra di sè gli umani: nella società inoltro sonvi diversi ordi- ni, classi, gerarchie, caste,di cui gli uominiabusano
a dan-no
della fratellanza, della concordia, della unita.Ma
la religio- ne—
pur rispettando i diversi ordiuie gradi dalla divina Provvidenza sapientemente stabiliti all'equilibrio, all' unione, alla prosperità dell'umana
famiglia—
sipone
inmezzo
alla società,ed avvicinandone le sparsemembra,
abbraccia ed u- niscc ciò che le passioni ed i vizj dividono, ciò che i pre- giudizi e leumane
istituzioniseparano: fa che il ricco colle sue largizioni s' accosti al povero,e questi a quello colsen- timento di gratitudine; così introduce Ira i grandi e i piccoliuna comunanza
di beneGzj c di offici a reciproco conforto e vantaggio. Essa deputa protettori al debole, consolatori all' afflitto,soccorritori all'indigente. Mirate quei granmonu-
mentidellabeneficenza del cristianesimo:contemplateque'vasti edilizj nei quali ad ogni sorta di malore vien prodigatoun
rimedio odun
sollievo;dove
la cadente vecchiaja trovaun
riposo;dove
il povero orfanello incontra nuovi genitori;dove
il pericolante
pudore
è fallo sicuro;dove
V innocenza cadu- ta,viene riabilitala;dove
ogni falla di sventurati, d'infelici, di languenti, trovano pietoso e largo sovvenimenio!Non
è for*c la religione, che aprì quei caritatevoli ospizj, che do.lò quei preziosi asili, che diede vita a sì benefiche istituzioni?La
religioneadunque
è la principale e più polente be- nefattrice della società;(»d è pure laprima
fattrice diciviltà.Quaudo
sulle divine labbra delNazareno
si udirono risuo- nare per laprima
volta quelle care parole: voi siete tutti fratelli; lutti figli d'uno
stessoPadre
cheè ne* Cieli,ilqualenon
conosce acccttazione dipersone;e il suo Apostolo,par- lando ai novelli convertiti, diceva loro: voi siete tutti liberiDigitizedbyGoogle
- 44 -
di quella libertà che vi fu data
da
Cristo; allora furono i-naugurati que' grandi principii di fraternità,d? eguaglianza, di libertà, di cui tanto si
onorano
le nazioni civilizzate.Fù
il cristianesimo che abolì la schiavitù, richiamò in onore la donna,ingentilì i costumi, moralizzò i popoli, santificò il la- voro,inspirò le arti,diede
moto
agli sludii,portò la luce ai popoli giacenti nelle tenebre eneW ombra
di morte; e così affratellò le nazioni, aprìnuove
viealcommercio, nuove
fonti alla prosperità ed al pubblico benessere. Dalla cristiana re- ligione ricevono la più efficace sanzionele stesse leggicivili;conciossiachò la credenza in
una
vita avvenire, colle suepene
e le sue ricompense,sia il più potentefreno dal delitto.Alla sola religione è concesso penetrare nelle tenebrose là- tèbre della coscienza per discoprirvi fino la semplice vellei- tà del peccato, ed arrestarvi il vizio nel
suo germe;
dessa sola è capace a reprimere la foga delle passioni,a trattene- re il colpevole che haun
piede neU'. abisso; opperò, dicevaun
insigne filosofo e statista«
essere assolutamente neces- sarioun
Dio,un
cielo,un
inferno incapo ad un
codice dimorale =. La
cristiana religione porse in fine il più validoappoggio
aiGoverni
stabilendo il veroprincipio d* autorità,insegnando
ai sudditi a rispettare le superiori Potestà,per- chè ordinateda
Dio, ministre diDio
nel bene, ecomandan- do
a tutti d'essere obbedienti e soggettiallemedesime non
sol
per tema
dell' ira,ma anche per
riguardi allacoscienza (S. Paoload Rom.
Cap. XIII).Se dunque
la religione è tanto bella ed eccellente in se slessa, tanto benefica air individuo, alla società, allo slato, merita certamente d' essere riverita, apprezzata, praticata;e coloro che la trascurano, oladisprezzano,o Vosteggiano, fanno opera iniqua, perniciosa a se stessi e
ad
altrui.Ed
oli! intendessero
bene
questa verità tutti coloro, che pre-tendono
far progredire i lumi, la civiltà, e contribuire albenessere sociale, alla prosperità della nazione, al consoli-
damento
dello Statocombattendo
la Religione! BonaparlcDigitizedbyGoogl
primo
console, nelsuo
discorso tenuto il 5Giugno 4800
ai Parrochi di Milano, proferiva questememorande
parole: ««
Nessuna
societàpuò
sussistere senza morale;non
v' ha«[buona ^morale
senzareligione;non
v' hadunque
che la« religione,che possa dare allo Stato
un
appoggiofermo
e< durevole.
Una
società senza religione ècome una nave
« senzabussola, che
non può
essere sicura delsuo cam
mino,«
nè
sperar d'attingerealporto;una
società senzareligione,«
sempre
agitata,continuamente
scossa dall'urto delle più« violentipassioni,provain se stessatullii furorid'unaguerra
« intestina, che la precipita in
un
abisso di mali, e presto«
o
tardi la trascina infallibilmente a rovina ».Quando
voi pertanto, o maestri d' errore e d' irreligione, a forza di vituperare ecombattere questa divina istituzione,coi discorsi e cogli scritti, coi sofismi e colle beffe, coi giornali e colle caricature, avrete demoralizzala la società,
nè
più s1
udrà
la voce della religione, che dica al povero popolo: sii giusto e temperante:
—
rispella le altruiproprietà:=
sii laborioso, perchè Vuomo deve
guadagnarsi ilpane
col sudor della propria fronte:—
soffricon
pazienza, che soffrire è il de-stino dell'
uomo
sullaterra, e lassù avrai un'elerna mercede:«=> obbedisci alleleggi, ed alle autorità
non
sol per timore,ma
per coscienza;... allora voi avrete sguinzagliate tutte le passioni del cuoreumano,
apertoY
adite al socialismo, alcomunismo,
all'anarchia, e scassinate le basi di tutto l'edi- ficio sociale, e dello Stato! Iddio misericordioso difendal'Italia
da
sì orribile flagello!...E
voi, dilettissimi figli, stale in guardia eonlro i maestri d' errore e d' empietà:tenetevi sopratutto cara la religione: ascoltatene i divini in- segnamenti:praticatene isublimi e santi
comandamenti
senzatema
e senzaumano
rispetto. Noi poi, venerabili fratelli,santamente
altèri d'essere ministridiquestaaugustareligione, sosteniamola, difendiamola, e innanzi tuliotraduciamone
in opera le santemassime,
gli importantissimi precelti.Guar-
diamocibene
chedalla nostra condottanon venga
vituperaloilDigitizedbyGoogle
- iG -
nostroministero, imperocchélanostra
vergogna
riverbererebbe quasiun'ombra
di disonore sopra'la religione;mentre
noipossiamo
in ceriomodo
onorarla colla integrità dei costumi, colla sapienzadella dottrina, collo zeloindefesso delpubblico bene. I nemici della religione perseguitanoanche
noi,che ne siamo
i rappresentanti e gliumani
sostegni: soffriamoci in pace V ingiusta persecuzione, e siacidi conforto la slima e Tamore
dei buoni, la coscienza d'aver fedelmenteadem-
piuto ai nostri doveri, la speranza della retribuzione celeste.
Porremo
termine alle Nostre parole coli1
esortazione,
che V
Apostolo Pietro dirigeva agli ebrei convertiti dell' oriente nella sua seconda lettera (cap. III.): Voidunque,
o fratelli e figliuoli dilettissimi, istruitiper
tempo, state in guardia, offinchè trasportati dati"error degli insipienti,non
cadiate dalla vostrafermezza. Ma andate
crescendo nella grazia e nella cognizione del Signor nostro e SalvatorGesù
Cristo...nel cui
nome
viimparliamo
la Pastorale Benedizione.Dal Palazzo Vescoviledi
Cremona, 29 Geonajo
48G6.CARLO GIRONDELLI
Cancelliere.Digitizedby
Goc
DigitizedbyGoogle