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BLANGIARDO: LA CRISI CI ACCORCIA LA VITA

FRANCESCO GRIGNETTI

C era un'Italia che lentamen- te migliorava le sue condi- zioni, ma la pandemia l'ha ricac- ciata indietro di dieci anni se non di più. L'ultimo rapporto Istat sul Benessere equo e solida- le è zeppo di cattive notizie. -P .s

GIAN CARLO BLANGIARDO Presidente (stat: "In un anno indicatori in picchiata"

"Istruzione, lavoro e povertà la crisi ci allontana dall'Ue

e accorcia l'aspettativa di vita"

L'INTERVISTA

FRANCESCO GRIGNETTI ROMA

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) era un'Italia che lentamente mi- gliorava le sue condizioni, ma la pandemia l'ha ricacciata indietro di dieci anni se non di più. L'ultimo rapporto Istat sul Benessere equo e so- lidale, ovvero 152 indicato- ri per fotografare lo stato del Paese, è zeppo di cattive notizie. «Siamo un Paese che tende ad allontanarsi dagli standard europei - di- ce amaramente il presiden- te dell'Istituto di statistica, Gian Carlo Blangiardo, de- mografo di chiara fama - ma che cerca di resistere». Le co- se insomma vanno male.

L'economia e la società so- no quasi rattrappite sotto i colpi. Malo spirito è combat- tivo.

Presidente Blangiardo, ci racconti gli italiani al tem- po del virus.

«Siamo consapevoli del mo- mento difficile, ma cerchia- mo di tenere. Molti indicato- ri vanno male. Eppure c'è chi in questo anno così drammatico ha riscoperto valori antichi, che erano sta-

ti frettolosamente accanto- nati. La vita in casa, ad esem- pio: non sono soltanto au- mentate le liti — come qual- cuno sostiene - ma c'è anche chi, e non sono pochi, ha ri- scoperto il piacere della vita familiare. Aumenta il nume- ro dei libri che sono stati let- ti. Tanti hanno scoperto l'u- tilità della Rete».

Un anno drammatico con centomila decessi da Co- vid. Sono soprattutto an- ziani. Puntualmente il vo- stro rapporto segnala che l'aspettativa di vita è torna- ta indietro a quella di 10 an- ni fa. In media si perde un anno, ma è colpito soprat- tutto il Settentrione dove la speranza di vita senza di- stinzione di genere passa da 82,1 anni nel 2010 a 83,6 nel 2019, per scende- re nuovamente a 82 anni nel 2020.

«È l'effetto di così tante mor- ti in più. In Italia nel 2020 ci sono stati 746mi1a morti;

erano 636mi1a l'anno pri- ma. La differenza l'hanno fatta il Covid e i decessi cor- relati».

La mazzata è arrivata sugli anziani, ma anche i giova- ni risentono della pande- mia.

«L'Italia era già un Paese con livelli di istruzione me-

diamente più bassi dei part- ner europei. La pandemia, con la chiusura degli istituti scolastici e universitari e lo spostamento verso la didat- tica a distanza, ha acuito le disuguaglianze. E cresce il divario digitale tra chi "sma- netta" e chi non usa Inter- net».

Arretriamo sulla formazio- ne. Scrivete che soltanto il 62,6% degli italiani tra i 25 e i 64 anni ha un diploma superiore (erano 54,8%

nel 2010). Siamo 16 punti sotto la media europea. va meglio per l'istruzione universitaria.

«Il gap crescente con l'Euro- pa sull'istruzione purtrop- po va letto assieme alla cre- scita di un altro indicatore negativo: aumentano i gio- vani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavora- no, i cosiddetti "neet". Si è passati al 23,9% nel secon- do trimestre 2020 contro il 21,2% nello stesso periodo del 2019. Specie nelle regio- ni del Centro-Nord, la ricer- ca stessa di lavoro ha subito una brusca interruzione. E un segno di debolezza del si- stema».

Risulta anche all'Istat che il prezzo della crisi l'abbia- no pagato soprattutto le donne?

«Guardi, è evidente che il blocco dei licenziamenti, finché dura, sta proteggen- do il lavoro a tempo indeter- minato. Non è così per i con- tratti a termine, non rinno- vati a scadenza. Quindi sì, sono stati colpiti soprattut- to giovani e donne. Specie nel Mezzogiorno, ma ormai è un fenomeno anche del Nord».

Un rosario di spine, questo vostro rapporto.

«C'è un forte calo del nume- ro di occupati: 788mi1a in meno, tra i 20-64 anni, ri- spetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Au- menta la povertà. Da un an- no all'altro, l'area del disa- gio si è allargata a 1 milione di persone, pari a trecento- mila famiglie. Ormai si con- tano 5,6 milioni di poveri as- soluti. Qui, sul piano della crescita, è stato colpito in particolare il Settentrione».

Il reddito di cittadinanza non ha funzionato?

«Nel 2019, primo anno di applicazione, aveva dato qualche risultato e infatti per la prima volta dopo anni il trend di crescita della po- vertà assoluta si era ferma- to e aveva invertito la ten- denza. Nel 2020 non è ba- stato. Il crollo dei livelli di at- tività economica ha avuto

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effetti negativi sul reddito, sul potere d'acquisto e so- prattutto sulla spesa per consumo. L'aumento della povertà si è concentrato su alcuni segmenti di popola-

zione e su alcuni territori».

Qualche luce di speranza?

«Aumenta la percezione di si- curezza. Diminuisce la quo- ta di famiglie che considera- no la zona in cui vivono mol-

~~.

IM1iAGOECONOMICA

to o abbastanza a rischio di criminalità: sono il 22,6%;

erano il 25, 6% l'anno prima.

Il 45% degli italiani si dice più che soddisfatto della sua vita. E c'è più attenzione alla

Gian Carlo Blangiardo, 72 anni, presidente (stat dal 4 febbraio 2019

vita politica, non fosse altro perché si vuole capire cosa sta succedendo e quali deci- sioni vengono prese per con- trastare la pandemia».

GIAN CARLO BLANGIARDO PRESIDENTEDELL'ISTAT

I più colpiti dalle conseguenze della

pandemia sono donne e giovani, non solo al Sud I ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non hanno un'occupazione sono diventati il 23,9%

In 12 mesi l'area del disagio è cresciuta di 1 milione di persone

I poveri assoluti sono 5,6 milioni

LA STAMPA la

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