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Passo della Mauria

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Academic year: 2021

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Testo completo

(1)

Partigiani e dirigenti dei Gruppi di Difesa della Donna Bunker partigiano, Passo del Pura, 1945

T. Cellina

T. Meduna

F. Tagliamento F. Piave

Forc. Lavardet

Passo della Mauria

Passo di M. Rest Sella Chianzutan

Passo Siera

Barcis

Montereale Maniago

Fanna

Meduno

Cavasso

Sequals Castelnovo

Clauzetto Lorenzago

Lozzo

Auronzo San Stefano

San Pietro

di Cadore Sappada

Forni Avoltri

Rigolato

Comeglians Prato Carnico

Ovaro

Enemonzo Ampezzo

Forni di Sotto Forni di Sopra

Pani di Raveo

Volta Scura

Luint

Invillino Verzegnis

Tolmezzo

Cavazzo Amaro Carnia

Moggio Chiusaforte Dogna Pontebba

Resia

Lusevera

Taipana

Nimis Tarcento Artegna

Gemona Venzone

Bordano

Trasaghis

Osoppo

Majano

Buia

Treppo Grande

Tricesimo Colloredo

di Monte Albano

Tavagnacco

Martignacco

UDINE Fagagna

San Daniele Pinzano

Arta Terme Zuglio

Paluzza Paularo Ravascletto

Calalzo

Pieve di Cadore

Ospitale

Longarone Erto

Cimolais

Claut

Spilimbergo Casso

Tramonti di Sopra

Tramonti di Sotto

Chievolis Campone Pielungo

Travesio

Barbeano Aviano

Piancavallo

Valeriano Esemon

di Sotto

Timau

Imponzo Cedarchis

Illegio Cadunea Sutrio

CLNZL

Noiaris

CLNP M. Cadin M. Plauris

M. Amariana M. Arvenis

M. Zoncolan M. Cimon

M. Chiadin M. Rinaldo

M. Peralba

C. Cadin

M. Coglians

Creta di Timau

M. Zermula

M. Cavallo

M. Zuc dal Bor C. Grauzaria

M. Sernio Crete di Gleris

Gran Mon M. Quarnam

M. Chiampon

M. Cavallo

C.ra Pramosio

E

A

B C

D

A B

Zona della Divisione unificata Garibaldi Osoppo

“Ippolito Nievo A”

Zona della Brigata Garibaldi “Tagliamento” del Gruppo Brigate Garibaldi Sud - Zona della IV Brigata Osoppo

C D

Zona della Brigata Garibaldi “Picelli” del Gruppo Brigate Garibaldi Nord - Zona della III Brigata Osoppo Zona della Brigata Garibaldi “Val But” del Gruppo Brigate Garibaldi Nord

E D E

Zona della Brigata Garibaldi “Carnia” del Gruppo Brigate Garibaldi Nord - Zona della III Brigata Osoppo Zona della II Brigata Osoppo “Pal Piccolo - Carnia”

SEDE CLN

SCONTRI ARMATI TRA PARTIGIANI E TEDESCHI LOCATION DEL FILM CARNIA 1944 INCENDI

DI PAESI

ECCIDI SABOTAGGI DI STRADE E FERROVIA

Ampezzo

Sede della Giunta di Governo della Repubblica della Carnia e dell’Alto Friuli, le cui riunioni si tennero dal 21 settembre al 10 ottobre 1944

Ponte di Noiaris 14 luglio 1944 Combattimento contro le forze tedesche.

Morte di Aulo Magrini “Arturo”.

Valle del But eccidio del 21-22 luglio 1944

Una banda di SS parte da malga Pramosio e scendendo da Paluzza ad Arta in due giorni trucida cinquantadue persone.

Tolmezzo 24-25 aprile 1944

Attacco partigiano alla caserma della milizia fascista.

Morte di Renato Del Din “Anselmo”. Imponenti funerali popolari.

Ovaro Albergo Nord, fine settembre 1944 Creazione del comando unificato delle formazioni partigiane Garibaldi e Osoppo

Barcis 11 settembre 1944

Incendio del paese da parte dei tedeschi.

La stessa sorte toccò a Bordano, Esemon di Sotto e altri paesi del Friuli Lorenzago di Cadore 10 settembre 1944

Attacco partigiano al presidio tedesco: grande bottino di armi ed esplosivi.

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U N’E STATE D I LI B E RTÀ

CARNIA

1944

MAP PA D E LL A R E P U B B LI CA D E LL A CAR N IA

Partigiani della Brigata Osoppo “Vittoria”

La Repubblica della Carnia e dell’Alto Friuli fu caratterizzata da:

• separazione del potere politico, esercitato da civili, dal potere militare

• libere elezioni comunali per capifamiglia con voto anche alle donne

• trasparenza nell’amministrazione pubblica

• soluzione del problema dell’alimentazione della popolazione

• calmiere sui prezzi dei generi alimentari di prima necessità

• riforma scolastica

• costituizone di un Tribunale del Popolo

• abolizione della pena di morte per reati comuni

• gratuità dell’amministrazione della giustizia

• riforma fiscale patrimoniale

• difesa del patrimonio boschivo

• costituzione di un corpo di polizia civica

• autonomia amministrativa dell’intero territorio montano e prealpino friulano

UNA PAGINA DI STORIA, UN GRANDE ESEMPIO DI RESPONSABILITÀ, IMPEGNO E CIVILTÀ.

Il Palazzo Comunale di Ampezzo, dove si svolsero le riunioni della “Giunta di Governo”

Dino Candotti (PSI)

Romano Marchetti

(Pd’A) Luigi Nigris

(DC) Umberto Passudetti

(PLI) don Aldo Moretti

(DC) Giovanni Cleva

(PSI) Armando Maniscalco

(Pd’A) Gino Beltrame

(PCI) Funerale di un partigiano

Partigiani della Brigata “Mario Buzzi”, zona di Erto, agosto 1944 Membri della “Giunta di Governo” e personalità politiche Forni di Sotto distrutta dalla rappresaglia del 26 maggio 1944

Ciro Nigris “Marco”, Capo di Stato maggiore della Divisione Garibaldi “Augusto Nassivera”

Nell’estate-autunno del 1944, nel momento più drammatico della guerra, in un territorio di fatto annesso al III Reich e comprendente trentacinque comuni interamente e sei parzialmente liberati e circa novantamila abitanti, la gente della Carnia e delle Prealpi friulane fu capace di scrivere una delle più alte pagine della storia della democrazia italiana. La costituzione del Governo provvisorio della Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli permise non solo di dare una risposta ai bisogni della vita corrente della popolazione nelle sue più elementari esigenze, ma anche l’attuazione di una vera e propria attività costituente che preluse ad alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana.

Venne così scritta una della pagine più alte e ricche di significato della Resistenza italiana, di quel secondo Risorgimento di cui fu protagonista la nostra gente.

Alle prime azioni partigiane in Carnia, nell’aprile 1944, i nazifascisti risposero con azioni di rappresaglia che, nelle loro intenzioni, avrebbero dovuto isolare i patrioti, creando ostilità nei loro confronti. Ottennero il risultato opposto: i giovani corsero ad arruolarsi nelle file partigiane, i funerali si trasformarono in pubbliche manifestazioni contro fascisti e nazisti.

L’uccisione del giovane operaio Giovanni Battista Candotti ad Ampezzo il 14 marzo 1944, l’assalto il 2 aprile alla stazione dei carabinieri sempre di Ampezzo e i funerali a Tolmezzo di Renato Del Din caduto il 25 aprile segnarono la svolta: in poche settimane in Carnia crebbe la solidarietà popolare nei confronti del nascente movimento partigiano. Fra aprile e giugno si costituirono le prime formazioni armate e le azioni partigiane si intensificarono.

Gli obiettivi principali erano le caserme e i presidi nemici. Il numero dei patrioti aumentava costantemente, i bandi di arruolamento tedeschi andavano deserti.

La rabbia tedesca si abbattè sulla popolazione civile: il 26 maggio i nazisti diedero alle fiamme l’intero paese di Forni di Sotto, l’8 giugno Esemon, il 21 giugno Cercivento, poi Paluzza, Ligosullo, Arta, Paularo, Villa Santina, ecc. In luglio trucidarono 52 persone nelle malghe Lanza e Cordin, Pramosio, a Paluzza e a Sutrio.

Le forze partigiane si trovarono a controllare un territorio sempre più ampio, le vie di comunicazione, interi paesi. Tranne l’enclave di Tolmezzo, che venne posta sotto assedio dalle forze partigiane, tutta la Carnia era libera.

LA NASCITA DELLA RESISTENZA

E LA LIBERAZIONE DELLA CARNIA LA ZONA LIBERA

DELLA CARNIA E DELL’ALTO FRIULI

Lo sviluppo della lotta di liberazione permise, fra il giugno e il luglio 1944, la progressiva liberazione del territorio della Carnia e dell’Alto Friuli.

Nei Comuni liberati vennero costituiti con i rappresentanti dei cinque partiti antifascisti i CLN comunali che divennero la nuova autorità politica. Il loro compito era quello di potenziare la lotta contro l’invasore tedesco e i collaborazionisti fascisti; sostenere e aiutare le formazioni partigiane; popolarizzare i motivi della lotta; promuovere la vita democratica dando libertà a tutti i partiti politici e garantendo libertà di stampa, di riunione e di associazione; provvedere ad organizzare le libere elezioni delle Giunte Comunali popolari; dare legalità alle disposizioni delle forze partigiane e, in seguito, ai decreti della Giunta di Governo.

La Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli fu una vera e propria isola democratica in un territorio invaso e di fatto annesso al III Reich. Il primo obiettivo dei dirigenti politici e militari della Resistenza fu quello di dar vita a nuovi e legittimi organi di potere locale, i Sindaci e le giunte comunali, eletti dalla popolazione.

Dalla metà di agosto a tutto settembre, nei Comuni della Zona Libera si svolsero le elezioni, le prime elezioni libere in Italia dopo vent’anni di dittatura.

Si votò per capofamiglia, l’unico modo possibile in tali circostanze.

Per la prima volta in Italia ebbero diritto di voto anche le donne.

Le giunte popolari comunali avevano il compito di amministrare la vita del comune e i beni pubblici, di organizzare il servizio di alimentazione, di costituire la Guardia del Popolo e di contribuire alla lotta dando aiuto alle formazioni partigiane.

Le giunte rappresentarono un successo non solo in sé, perché liberamente elette,

ma anche per come funzionarono: le riunioni erano sempre pubbliche e ad esse partecipava l’intera comunità. Si realizzò un principio basilare di ogni democrazia sostanziale:

la trasparenza nell’amministrazione della cosa pubblica.

ELEZIONI COMUNALI

(METÀ AGOSTO - SETTEMBRE)

LA FORMAZIONE DEI COMITATI DI LIBERAZIONE NAZIONALE (CLN) DELLA CARNIA

Nella Zona Libera il problema dell’alimentazione si pose in breve tempo in termini drammatici.

La zona era isolata dai tedeschi, mancavano generi tesserati, pensioni, denaro e qualsiasi altro provento che giungesse da fuori. I tedeschi, che avevano posto sotto assedio il territorio liberato impedendo l’afflusso di viveri, tentarono di prendere con la fame i patrioti e la popolazione della Carnia. Il CLN della Val di Gorto decise che non si doveva arrivare a baratti con il nemico, che proponeva lo scambio di legna da ardere con farina di granoturco.

La situazione provocò tensioni: i comandi della Garibaldi rifiutarono ogni scambio con il nemico, mentre quelli dell’Osoppo e anche la popolazione in genere tentò di organizzare qualche scambio: farina contro legna.

Per risolvere questo problema e affrontare una situazione che diventava sempre più drammatica, il Partito Comunista impegnò l’Intendenza Montes della pianura friulana a raccogliere viveri, in particolare farina di granoturco e, tramite le giunte comunali, ricorrere allo spirito di sacrificio e al coraggio delle donne che si offrirono come volontarie e alle quali si chiese di scendere in pianura a reperire viveri presso i depositi predisposti dell’Intendenza partigiana garibaldina.

IL PROBLEMA DELL’ALIMENTAZIONE

Verso la metà di agosto 1944 giunsero in Carnia alcune personalità di primo piano della Resistenza friulana, quali don Aldo Moretti della Democrazia Cristiana, Manlio Gardi del Partito Liberale, Gino Beltrame del Partito Comunista, Nino Del Bianco del Partito d’Azione. Dagli incontri con alcuni membri dei CLN locali e con i comandanti delle formazioni garibaldine e osovane Mario Lizzero e Romano Marchetti, maturò la decisione di dar vita ad un governo unico di tutta la zona liberata con sede ad Ampezzo.

La Giunta di Governo della Zona Libera fu composta dai rappresentanti dei cinque partiti antifascisti (Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito Socialista,

Partito Liberale e Partito d’Azione); con voto consultivo ne facevano parte anche i rappresentanti del Fronte della Gioventù, dei Gruppi di Difesa della Donna, dei Comitati dei Contadini, del Comitato degli Operai e del Corpo Volontari della Libertà.

Aveva così inizio un’esperienza di alto valore politico e civile, basata sulla separazione del potere civile da quello militare, di autogoverno e di autonomia amministrativa.

LA COSTITUZIONE

DELLA GIUNTA DI GOVERNO DELLA ZONA LIBERA

Il problema della riapertura delle scuole fu il primo ad essere affrontato dalla Giunta di Governo, nella consapevolezza che il funzionamento del sistema scolastico era il segno del pieno ripristino della vita civile. Vennero istituite due Commissioni col compito di riorganizzare il sistema scolastico, impartire direttive, fissare la data di riapertura delle scuole, procedere alla revisione politica del corpo insegnante e dei libri di testo.

La riapertura delle scuole fu fissata per il 10 ottobre e vennero in tal senso inviate istruzioni ai Comitati di Liberazione e alle Giunte Comunali.

LA SCUOLA

La condizione in cui si trovava il patrimonio boschivo della Carnia e della montagna friulana era molto grave a causa dei danni provocati dalla guerra, dalle devastazioni operate dagli occupanti tedeschi, da speculazioni e da tagli abusivi.

La Giunta di Governo decretò la proibizione del taglio degli alberi, tranne che per il normale uso di legna da ardere per le famiglie.

LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO BOSCHIVO

La Giunta di Governo elaborò un decreto di carattere finanziario con il quale vennero abolite tutte le imposte e le tasse esistenti. Una parte del gettito rimaneva ai Comuni, una parte andava al Governo per il funzionamento delle strutture centrali.

LA RIFORMA TRIBUTARIA

Partigiani in Carnia, 1944

Altri provvedimenti erano all’esame della Giunta: sulla disoccupazione, sul servizio postale, sulla manutenzione delle strade, sul servizio veterinario ecc.

Non fu possibile attuarli perché l’8 ottobre ebbe inizio il grande rastrellamento, l’operazione Waldläufer (Corriere del bosco), per l’eliminazione della Zona Libera.

Contro i circa ventimila uomini (truppe causasiche, cosacche, fasciste e tedesche) impiegati dal nemico, le forze partigiane potevano contare su circa cinquemila combattenti, male armati.

Dopo che l’intera Carnia e anche la Val Cellina furono perdute, le formazioni garibaldine e osovane si arroccarono nelle valli Tramontina e d’Arzino, resistendo alle continue incursioni nemiche e mantenendo libere quelle valli fino al 10/12 dicembre 1944.

Nel corso dei violenti scontri che contrassegnarono l’offensiva tedesca caddero circa trecento partigiani. Fra questi alcuni prestigiosi comandanti come Eugenio Candon “Sergio” e Giannino Bosi “Battisti”, Danijl Avdeev “Daniel”, Jole De Cillia

“Paola”, Giuseppe Gozzer “Franco”. Durante l’inverno, poi, caddero Andrea Pellizzari “Grifo”, Augusto Nassivera “Nembo” e Pietro Rojatti “Gracco”.

La Carnia e l’Alto Friuli ricaddero sotto l’oppressione tedesca, aggravata questa volta dalla presenza massiccia e devastante delle truppe cosacche.

LA FINE DELLA REPUBBLICA PARTIGIANA

Il Governo della Zona Libera decretò l’istituzione di un Tribunale del Popolo formato

da un Presidente, da rappresentanti di ciascuna delle organizzazioni di massa (Gruppi di difesa delle donne, Fronte della gioventù, operai, contadini), da un rappresentante delle formazioni partigiane e da un segretario. Il Tribunale del Popolo doveva giudicare tutti i reati comuni non aventi carattere politico. Per i reati comuni venne abolita immediatamente la pena di morte.

L’amministrazione della giustizia era completamente gratuita.

L’ORGANIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA

Cartina tratta da Atlante storico della lotta di Liberazione italiana in Friuli Venezia Giulia. Una resistenza di confine a cura di Alberto Buvoli, Franco Cecotti e Luciano Patat,

Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione, Trieste, 2005 Testi di Alberto Buvoli, Flavio Fabbroni,

Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione

Villa Santina

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