Liceo Scientifico “G. Galilei” - Perugia Verifica di Latino - Classi quarte Alunno/a:_______________________________
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OBIETTIVI MINIMI DA RAGGIUNGERE PER IL PASSAGGIO ALLA CLASSE QUINTA
sa riconoscere le strutture morfosintattiche di base;
sa individuare gli elementi essenziali, stilistici e retorici, di un testo;
sa cogliere le tematiche degli autori studiati, mettendoli in relazione con il contesto storico-culturale;
sa individuare gli elementi di un testo d’autore e comprendere il senso generale di un brano;
sa analizzare in modo corretto un testo letterario studiato, a livello formale;
sa individuare la caratteristiche essenziali dello stile e della poetica di un autore studiato;
sa riconoscere il messaggio di un autore classico mettendolo in relazione con la modernità;
sa identificare le strutture linguistiche e il relativo registro;
sa riformulare il testo in italiano procedendo ad una scelta lessicale adeguata.
LA VIOLENZA DI TARQUINIO, Livio, Ab urbe condita (1) Paucis interiectis diebus Sextus
Tarquinius inscio Collatino cum comite uno Collatiam venit. (2) Ubi exceptus benigne ab ignaris consilii cum post cenam in hospitale cubiculum deductus esset, amore ardens, postquam satis tuta circa sopitique omnes videbantur, stricto gladio ad dormientem Lucretiam venit sinistraque manu mulieris pectore oppresso inquit: "Tace, Lucretia: Sextus Tarquinius sum;
ferrum in manu est; moriere, si emiseris vocem." (3) Cum pavida ex somno mulier nullam opem, prope mortem imminentem videret, tum Tarquinius fateri amorem, orare,
miscere precibus minas, versare in omnes partes muliebrem animum.
(4) Ubi obstinatam videbat et ne
mortis quidem metu inclinari, addit
ad metum dedecus: cum ea mortua
iugulatum servum nudum positurum
ait, ut in sordido adulterio necata
dicatur. (5) Quo terrore cum vicisset
obstinatam pudicitiam velut vi
victrix libido, profectusque inde
Tarquinius ferox expugnato decore
muliebri esset, Lucretia maesta
tanto malo nuntium Romam eundem
ad patrem Ardeamque ad virum
mittit, ut cum singulis fidelibus
amicis veniant; ita facto
maturatoque opus esse; rem
atrocem incidisse.
Trascorsi pochi giorni, Sesto Tarquinio, all'insaputa di Collatino, andò a Collazia con un solo compagno. Qui, accolto benevolmente da coloro che erano all'oscuro delle sue intenzioni, essendo stato acco dopo cena, nella camera degli ospiti, ardente d'amore, quando gli parve che attorno fosse "Taci, Lucrezia: sono Sesto Tarquinio; ho una spada in mano; se dirai una sola parola, morirai". Mentre la donna, svegliatasi in preda al terrore, non vedeva nessuna possibilità di aiuto e sentiva ormai la morte incombere su di sé, Tarquinio intanto le confessava il suo amore, la pregava, univa alle preghiere le minacce, tentava in ogni modo l'animo della donna. Quando però vide che era irremovibile e che non si lasciava
piegare neppure dal timore della morte, aggiunse alla paura il disonore: disse che avrebbe messo con lei, una volta morta, uno schiavo nudo sgozzato, perché si dicesse che era stata uccisa nel corso di un ignobile adulterio. Dopo che la libidine trionfatrice ebbe sconfitto con questa spaventosa minaccia, come con la violenza, l'indomabile pudore, e dopo che Tarquinio, tutto fiero di avere espugnato l'onore della donna, se ne fu andato, Lucrezia, afflitta da una così grave disgrazia, mandò uno stesso messaggero a Roma da suo padre e ad Ardea da suo marito, pregandoli di venire ciascuno con un amico fidato;
bisognava fare così, e sùbito; era accaduta una cosa tremenda.