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IPSIA “F. ENRIQUES” PORTICI

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Academic year: 2021

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La patria d’origine dell’albicocco non si sa con precisione, certamente la Campania e’ la sua seconda patria viste le condizioni favorevoli al suo sviluppo.

La maggiore produzione di albicocche italiane si realizza in terra campana con il 53% di quella complessiva nazionale. E ‘ la provincia di Napoli, e piu’ precisamente la zona vesuviana che vanta la piu’ antica coltivazione di questa specie.

Nel 1853 lo scienziato napoletano Della Porta cita in una sua opera questi frutti dividendoli in due gruppi:

 le bericocche, dalla forma rotonda e dalla polpa bianca e molle, con nocciolo contenente una mandorla amara;

 le chisomele (da cui deriverebbe il termine crisommole con cui i napoletani chiamano le albicocche), molto piu’ pregiate e saporite, di diverse grandezze e molto colorite.

Grazie alle favorevoli condizioni ambientali, l’’area vesuviana offre una vasta gamma di ecotipi adatti

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all’ ambiente , di ottime qualita’ e dai nomi piu’

fantasiosi : Abate, Acqua di Serino, Boccuccia, Cafona, Monaco, Bello, Pellecchiella, Prete, Nennella, Palummella, e via dicendo.

o La boccuccia liscia ha la forma appiattita e allungata, di dimensioni medie e sapore agrodolce,

o la boccuccia spinosa ha la pelle non perfettamente liscia e dimensioni leggermente superiori, e’ piu’ dolce e maturano entrambe verso fine giugno.

o La baracca matura piu’ tardivamente ed ha un sapore asciutto,

o la vitillo e’ grossa e tonda con caratteristico sapore amarognolo,

o la carpone e’ rotonda e piccola dal sapore poco zuccherino,

o la pollastrella e’ grossa e dolce, ovale e matura a luglio,

o la pellecchiellae’ la migliore in assoluto per il sapore dolce e lo straordinario profumo, anch’essa matura in luglio.

Tra i caratteri comuni all’albicocca vesuviana troviamo la polpa gialla, ,“spiccagnola”, zuccherina, e l’aspetto dei frutti molto attraente, solare.

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Le ciliegie sono uno dei prodotti tipici vesuviani, coltivate in particolare alle falde del Monte Somma.

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Tipica e’ la ciliegia malizia dal colore rosso rubino scuro e dalla polpa rossa, consistente, succosa, aromatica che si raccoglie in maggio.

La ciliegia di montagna o durona del monte e’

piu’ tardiva ed e’ considerata la migliore fra le ciliegie da tavola campane: i frutti sono grossi, di colore giallo rosato da un lato e rosso piu’

scuro dall’altro, con punteggiatura gialla; la polpa e’ chiara, succosa e profumata, soda

sino ad essere croccante, con un gradevole retrogusto acidulo.

In tutta l’area vesuviana si coltivano, e si conservano per tutto l’anno come collane

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di corallo alle pareti o ai soffitti nei caratteristici” piennoli”, i famosi pomodorini da serbo con i quali la cucina napoletana riesce ad esaltare in ogni stagione i propri piatti con i colori, i profumi ed i sapori dell’estate. Sono bacche dalla piccola dimensione rotonda, la buccia carnosa ed il caratteristico apice a punta “o pizzo” che crescono in collina su terreni piuttosto aridi, con il caratteristico gusto dolce/acidulo.

Raccolti a grappolo “schiocche” ancora acerbi in estate e conservati per mezzo di uno spago legato a cerchio, i pomodorini maturano poi lentamente, fino ad appassirsi esteriormente ma rimanendo molto succulenti all’interno; acquistano cosi un colore rosso intenso e migliorano ulteriormente la loro qualita’ nel tempo, consentendo di recuperare i caratteristici sapori estivi persino nel periodo natalizio quando accompagnano i tradizionali piatti di pesce della vigilia.

Caratteristica e’ la modalita’ d’uso: appena staccati dal piennolo vengono sciacquati e schiacciati uno alla volta fra il pollice, l’indice e l’anulare di modo che il succo

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aromatizzi la preparazione in corso e la buccia impreziosisca con sapide e carnose pennellate rosso fuoco.

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All’inizio di luglio maturano le susine , e quelle di Somma Vesuviana sono rinomate per il loro sapore.

Sono gialle con sfumature rossastre, hanno il colore del sole, profumatissime, dalla polpa consistente e la buccia sottile. Hanno forma ovale, di pezzatura grossa ma leggermente asimmetrica.

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Una citazione particolare merita l’’uva catalanesca che si produce soprattutto nell’area di Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, Ottaviano e Pollena Trocchia dove in ottobre si tiene una sagra destinata a questo prodotto ed al particolare vino che se ne ricava.

E’ un’uva che si raccoglie tra ottobre e novembre che e’ in grada di conservarsi sulla pianta fino alla fine dell’anno: un tempo vi era la consuetudine di lasciare sulla pianta i grappoli piu’ belli, eliminando via via gli acini guasti, cosi’ da favorirne il mantenimento fino al periodo natalizio.

L’uva catalanesca ha un grappolo di grandezza media, acini di forma lievemente allungata ed una buccia di colore verdastro, che vira al giallo dorato quando raggiunge la completa maturazione. La polpa e’ bianca e carnosa e viene molto apprezzata per il suo sapore dolce, l’elevato tasso zuccherino la rende adatta alla vinificazione, eseguita solo localmente ed esclusivamente a livello familiare.

Il vitigno deve il suo nome al fatto di essere stato importato dalla Catalogna da Alfonso I d’Aragona intorno al 1450, per essere messo a dimora sulle pendici del Monte Somma, fra Somma Vesuviana e Terzigno. Esso attecchi’ subito su questi fertili terreni vulcanici e fu presto vinificato dai contadini vesuviani negli imponenti cellai delle masserie, dove ancora oggi e’ possibile trovare torchi che risalgono al ‘600, chiamati cercole e ter , mentre solo il prodotto eccedente veniva utilizzato come uva da tavola.

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L’area vesuviana e’ terra di grandi vini, rinomati da migliaia di anni, tanto che Marziale scriveva: “ Bacco amò queste colline più di quelle native” , negli scavi di Pompei e’ la vite la pianta piu’ rappresentata nelle pitture.

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Il Vesuvio Rosso o Rosato D:O:C. e’ prodotto nei comuni compresi nel Parco Nazionale del Vesuvio:

San Sebastiano al Vesuvio, Boscotrecase, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Ercolano, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana Terzigno, Boscoreale, Torre del Greco e Torre Annunziata.

E’ un vino di colore rosso rubino o rosato dal sapore secco ed armonico che e’ ideale, il rosso per accompagnare i piatti di carni arrostite e il rosato per le minestre e i primi piatti locali conditi con pomodoro o anche con frutti di mare.

La vera star del Vesuvio e’ pero’ il Lacryma Christi del Vesuvio D.O.C. , un vino ottenuto dalle uve coltivate alle falde del vulcano nei caratteristici vigneti in declivio, esposti a mezzogiorno, che ricevono un contributo rilevante dal clima temperato.

Le leggende sulla sua inconsueta denominazione sono le piu’ disparate. La piu’ nota vorrebbe che Lucifero, scacciato dal Paradiso, ne avesse portato un lembo a Terra a formare il golfo di Napoli , incurante del dolore causato a Gesu’; sarebbero state quindi le lacrime del Signore, cadute sul vesuvio, a far nascere queste sacre viti.

Il Lacryma Christi Rosso e’ di color rubino carico con riflessi violacei, sapore morbido,asciutto e armonico. Viene servito a temperatura ambiente sui piatti tradizionali della cucina regionale campana,.

Il Lacryma Christi Rosato e’ un vino vermiglio che, grazie al mdelicato,profumo di ciliegia marasca, unisce i pregi del bianco e del rosso. Esso trova l’accoppiamento ideale su zuppe di pesce, carni bianche, latticini e formaggi freschi.

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Il Lacryma Christi Bianco e’ un vino dal colore giallo paglierino chiaro e brillante, dal sapore secco vellutato, da bere giovane. Servito intorno ai 10C, accompagna antipasti di mare, minestre e piatti di pesce.

Il garofano e’ una pianta tipica della produzione floro – vivaistica vesuviana che viene riprodotta da talee radicate in circa 300 specie diverse di tutti i colori e le sfumature possibili.

Essa e’ coltivata in serre trasparenti riscaldate nel periodo invernale ed in pieno

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campo in estate nella zona di Ercolano, Torre del greco e Boscoreale.

Localmente il garofano rosso e’ venduto soprattutto in occasione della festivita’ di San Ciro, patrono di Portici. Numerosi ristoranti sul litorale di Torre del Greco usano servire frittelle preparate con i suoi

petali.

L’orchidea e’ tra i fiori piu’ antichi che si conoscano, risalente addirittura a 65 milioni di anni fa. E’ una pianta che richiede moltissima luce ed un costante grado di umidita’; la particolare esposizione alla luce rende il prodotto napoletano particolarmente apprezzato, in Italia e all’estero, tanto che oggi e’ in fase di realizzazione una specifica collezione Vesuvio, creata con ibridi originali di questa area geografica

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L’orchidea e’ anche presente sul complesso vulcanico Monte Somma - Vesuvio con ben 23 specie selvatiche.

IPSIA “F. ENRIQUES” PORTICI

Progetto Vesuvio

Realizzazione a cura della Prof.ssa Pina Russo

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Si ringrazia per la preziosa collaborazione il Dott. Stanislao Scognamiglio.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Autore Titolo Editore

S. Tonzig Elementi di botanica Casa editrice

Ambrosiano Milano

AA. VV. Prodotti agroalimentari

della Campania

Agrisempre

Associazione regionale giornalisti agricoli della Campania

AA. VV. La Campania

Le radici del vino

Se. S.I.R.C.A.

Regione Campania Assessorato Agricoltura Camera di Commercio di

Napoli

Luoghi natura colori sapori di Napoli e della sua provincia

Consorzio Napoli Ricerche

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Prodotti agricoli E Floro

vivaistici

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