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Pharmaceutical care:ruolo del farmacista

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Academic year: 2021

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Introduzione

La Farmacia italiana nel 2014 si trova ad un importante bivio e nel prossimo futuro la scelta sulla strada da seguire sarà cruciale per la sua sopravvivenza oppure per la sua dipartita. Viaggiando per l'Europa e gli Stati Uniti ci si può rendere conto che la Farmacia come noi la conosciamo nel nostro Paese non si ripresenta negli altri luoghi. In Gran Bretagna, per esempio, da più di dieci anni si è realizzata la liberalizzazione del settore che ha portato alla scomparsa delle vecchie farmacie ed all‟apertura di grandi drugstore in cui il farmaco è relegato in un apposito corner di modeste dimensioni.

Con la grave crisi economica in particolare di questi ultimi tre anni, anche il settore della Farmacia ha subito gravi perdite in parte poiché la politica ritiene che non sia più giustificata un‟onerosa remunerazione delle farmacie da parte dello Stato in base al servizio reso, cioè la dispensazione del farmaco. In alcune province italiane, soprattutto toscane, sono state aperte le cosiddette Case delle Salute in cui il farmaco è distribuito da altre figure diverse dal farmacista. Per queste ed altre ragioni, il farmacista nel tentativo di sopravvivere come figura professionale, può scegliere di cambiare rotta, non fornendo più prestazioni che potrebbero essere eseguite da personale non farmacista, come le prenotazioni CUP o l'assistenza integrativa e tornare ad occuparsi esclusivamente del farmaco e della sua assunzione da parte dei pazienti, collaborando con i medici che, come i farmacisti, adesso si trovano oberati di un lavoro burocratico che spesso li affatica e lascia poco tempo da dedicare ai propri pazienti.

La presa in carico del paziente, che è rappresentata dal concetto di Pharmaceutical care, è una pratica già applicata con successo negli Stati Uniti e anche in Paesi più vicini a noi come la Gran Bretagna e costituisce l'argomento della presente Tesi di laurea.

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Capitolo 1:

Evoluzione professionale del farmacista

1.1 Nuove prospettive per il ruolo del farmacista

Il settore della Farmacia nel nostro Paese sta vivendo una fase molto complessa ed è considerato un settore nel quale è possibile continuare ad apportare riduzioni alla spesa. In diversi Paesi europei da circa una decina di anni si sta portando avanti una riflessione sul ruolo e contributo delle farmacie all'interno dei Servizi Sanitari Nazionali (SSN). E' su questo aspetto, ovvero sul possibile sviluppo della professione del farmacista che si inserisce la presente Tesi di Laurea.

Nel mese di dicembre 2004 sulla rivista Pharmacy World and Science veniva riportata questa considerazione: "Il farmacista dovrebbe uscire da dietro il banco ed iniziare a servire il pubblico fornendo cure invece che solamente pillole. Non esiste futuro nel mero atto della dispensazione.

Quest‟ attività può e sarà eseguita grazie ad internet, macchine, e/o tecnici addestrati. Il fatto che il farmacista sia in possesso di una formazione accademica rappresenta un valore per lui e potrà essere utilizzata per servire meglio la comunità "1 .

Negli ultimi quarant'anni in alcuni paesi come gli Stati Uniti si è assistito ad una nuova tendenza nella pratica della farmacia: l'allontanamento dal suo originale “epicentro”, ossia la fornitura delle medicine, verso un obiettivo comprendente la salute del paziente. Il ruolo del farmacista si è evoluto da quello di distributore di medicinali verso quello di dispensatore di servizi e d‟informazioni. Sempre di più, il compito del farmacista è quello di garantire che la terapia del paziente sia quella più appropriata, la più

1 ”Pharmaceutical Care, European developments in conceps, implementation, and research: a review”; Pharmacy World and Science, 2004. Articolo inserito in seguito nella guida (handbook) sulla Pharmaceutical care edita nel 2006. Autori Karin Wiedenmayer, Rob S.Mackie, Andries G.S.Gous, Marthe Everard e con il contributo di Dick Tromp.

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3 efficace tra quelle disponibili, la più sicura, nonché la più conveniente per lui. Prendendosi la responsabilità dei pazienti, il farmacista può dare un contributo unico per il successo della terapia ed è la garanzia per una buona qualità di vita al paziente. Questo nuovo approccio prende il nome di

“Pharmaceutical Care”. La definizione più accettata è la seguente:

"Pharmaceutical Care è un approccio responsabile alla terapia con lo scopo di ottenere un esito sicuro, che migliori la qualità di vita del paziente"2.

Adottando questa definizione nel 1998 la Fédération internationale pharmacetique (FIP) 3ha aggiunto una modifica significativa: "ottenere un esito sicuro che migliori oppure mantenga la qualità di vita del paziente". Il mantenimento di un buono stato di salute deve essere un concetto cardine della professione del farmacista tanto quanto mirare alla guarigione dei pazienti. Sorge allora un quesito: “cos'è la Salute?”Si tratta di un concetto che racchiude un vasto range di significati come quello tecnico, etico e filosofico. E' forse la più importante risorsa umana, nonché un fattore economico fondamentale. La principale definizione di salute è stata data nel momento della costituzione nel 1946 della WHO4 ed è una definizione incentrata sul raggiungimento di uno stato generale di benessere: "la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non solamente l'assenza di malattie o infermità". Negli anni la WHO ha rivisto la definizione di salute come: "la salute è la meta cui tendono un individuo o un gruppo, da un lato per realizzare aspirazioni e soddisfare bisogni, e dall'altro cambiare o fronteggiare circostanze. La salute è pertanto vista come una risorsa nella vita di tutti i giorni e non lo scopo della vita; è un concetto positivo che enfatizza le risorse sociali e personali, come le

2 Hepler CD, Strand LM. Opportunities and responsibilities in pharmaceutical care. 1990;

47:533-43.

Department of Pharmacy Health Care Administration, College of Pharmacy, University of Florida,.

3 Intarnational Pharmaceutical Federation: Federazione Internazionale Farmaceutica, nata in Olanda nel 1912. Movimento federativo delle categorie professionali farmaceutiche.

4 World Health Organization: organizzazione mondiale della salute, costituita da 61 Paesi delle Nazioni Unite. Dalla sua istituzione il 22 luglio del 1946, il fine primario era rappresentato dalla eradicazione del Vaiolo, in seguito HIV, Malaria e Tubercolosi.

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4 capacità fisiche."5 Non esiste una sola definizione che unifichi le considerazioni sulla salute ma tutte concordano sul fatto che la salute sia un diritto umano e l'accesso alle cure, incluse le medicine essenziali, sia pure un diritto. Inoltre la salute è fondamentale per una economia sostenibile e lo sviluppo economico, infatti in molte parti del mondo l'HIV, per esempio, riduce il successo economico poichè causa la morte di centinaia di persone, anche nella popolazione più giovane, che sarebbero altrimenti disponibili per il lavoro; la salute pertanto è una risorsa preziosa in tutti i sensi.

La pratica della Pharmaceutical Care che per l'Italia rappresenta una novità propone al farmacista un nuovo approccio verso la sua professione rispetto a quanto ha svolto per anni. Per adempiere a questo nuovo impegno il farmacista deve essere capace di assumere molte e diverse funzioni: il concetto, che verrà esposto più avanti, di farmacista a sette stelle 6 ritrae il farmacista come comunicatore, decisionista, insegnante, apprendista, leader e manager e può essere aggiunto anche il ruolo di ricercatore. In alcune università statunitensi7 ed inglesi8 le conoscenze di base dei laureati in farmacia stanno cambiando dato che i farmacisti si apprestano a svolgere un lavoro che sta modificandosi e ciò naturalmente si riflette sulle conoscenze base che essi devono avere. Se anche qui in Italia i farmacisti dovranno dare il proprio contributo a tale nuova pratica farmaceutica, centrata sul paziente, essi dovranno avere l'opportunità di acquisire nuove e diverse conoscenze e competenze per questo nuovo ruolo.

1.2 Accessibilità al farmaco e canali distributivi

5 WHO 1994.

6 Introdotto da WHO, portato avanti da Fip nel 2000 in Good Pharmacy Education Practice

7 Esempi: Residency Program in Pharmacy, College of pharmacy, University of Arizona.

Temple University School of Pharmacy, Philadelphia College of Pharmacy, University of Minnesota

8 Robert Gordon, University Aberdeen

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5 Lo strumento principale del mestiere del farmacista in Italia fino ad ora è stato il farmaco, anche se da qualche anno esso non è più solo prerogativa delle farmacie, ma è distribuito anche attraverso altri canali. Ciò crea una grave crisi del settore e anche nella identità stessa della professione. Ultima in ordine di tempo è la sentenza n.187/2014 del Tar della Toscana, che è stata depositata il 20 gennaio 2014. In questa sentenza viene stabilito che i generici possano essere distribuiti dalla ASL. Nel mirino due delibere: la prima della Giunta Regionale Toscana n. 358 del 16 maggio 2011, in cui si prevedeva che le Aziende Sanitarie della Toscana potessero potenziare la distribuzione diretta agli assistiti dei farmaci off patent, di cui cioè fosse scaduto il brevetto, fino a raggiungere una quota percentuale non inferiore al 15% dei consumi di questi medicinali registrati in regime convenzionale nell'anno 2010; la seconda delibera, la n. 434 del direttore generale della ASL 7 di Siena (del 22 agosto 2012) in cui si prevedeva l'acquisto da parte della ASL di Siena attraverso l'Estav Sud Est9 dei farmaci generici necessari al trattamento delle patologie croniche da trasferire in base ad uno specifico accordo alle farmacie pubbliche per la loro distribuzione ai cittadini inseriti nel progetto Chronic Care Model (presa in carico dei pazienti portatori di patologie croniche). Accordo in seguito esteso anche ad alcune farmacie private che avevano chiesto di aderire all'iniziativa.

Entrambe le delibere sono state impugnate dai titolari di farmacie private della provincia di Siena che hanno presentato ricorso contro la Regione, la ASL 7 di Siena, l'Azienda speciale multiservizi di Colle Val d'Elsa, i Comuni di Poggibonsi, Montepulciano, San Gimignano e Estav Sud chiedendo l'annullamento delle deliberazioni per violazione e falsa applicazione delle norme della legge 405/2001, da cui trae spunto la delibera toscana; eccesso di potere per mancanza di presupposti, illogicità,

9 L'Ente per i Servizi Tecnico Amministrativi di Area Vasta Sud Est (ESTAV Sud Est) è Ente del Servizio Sanitario della Regione Toscana costituito con legge regionale n°40 del 24/02/2005 per l'esercizio delle funzioni tecniche, amministrative e di supporto alle Aziende Sanitarie USL 8 di Arezzo,USL 9 di Grosseto,USL 7 di Siena e Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

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6 contraddittorietà della motivazione, e natura anticoncorrenziale dell'accordo. Tutto ciò respinto dai giudici amministrativi che hanno anche condannato i ricorrenti a corrispondere 2mila euro più Iva sia alla Regione che alla ASL 7 di Siena a titolo di spese del giudizio. La correttezza delle scelte compiute dalla Regione Toscana secondo i giudici del Tar si fonda sulla norma della 405/2001 (articolo 4) che autorizza le regioni a emanare norme che prevedono misure idonee a contenere la spesa farmaceutica anche tramite l'adozione di interventi sui meccanismi di distribuzione dei farmaci, tra i quali rientra l'ampliamento dei casi di distribuzione diretta da parte delle strutture pubbliche.

Inoltre in alcuni Paesi esteri i farmaci possono essere acquistati in Supermercati e Drugstore, con un ordine on-line su internet, su siti stranieri poichè in Italia la vendita on-line di medicinali è severamente vietato per legge. Infine, nell‟ultimo periodo, al termine del ricovero in ospedale i pazienti vengono riforniti dei medicinali da assumere nell‟immmediata post-degenza, come per esempio gli antibiotici.

Ma a livello mondiale come stanno le cose? Il numero dei farmaci sul mercato è aumentato molto negli ultimi decenni, portando ad una reale innovazione ma anche a sfide considerevoli nel controllo di un uso razionale delle medicine. Sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo gli sforzi per garantire la salute stanno fronteggiando nuove battaglie che includono l'aumento dei costi, le limitate risorse finanziarie, una carenza di risorse umane nel settore medico, sistemi inefficienti, il pesante fardello di malattie ed inoltre i cambiamenti sociali, tecnologici, economici, e politici. Se da una parte la globalizzazione unisce i paesi nel commercio di prodotti e servizi, dall'altra parte ciò ha portato a nuove complessità a causa degli spostamenti e delle migrazioni. Basti pensare al ritorno della TBC negli ultimi mesi in Europa, continente in cui il bacillo di Koch era stato debellato da tempo. Sembra che il riacutizzarsi della malattia nel nostro paese sia dovuto all'arrivo di persone di origine asiatica e

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7 nordafricana. Ben due casi accertati a Jesi, il 9 settembre 2013.10 L'altra questione rilevante è che l'accesso ai farmaci di assicurata qualità resta la maggiore preoccupazione al mondo; un terzo della popolazione globale non ha ancora accesso alle medicine più essenziali e per moltissime persone l'accessibilità ai farmaci resta una difficoltà insormontabile. I più colpiti sono i malati dei paesi in via di sviluppo o che vivono in economie in via di transizione, in cui il 50%-90% dei farmaci sono acquistati dai pazienti di tasca propria11; tale onere risulta molto pesante per le persone meno abbienti, che non sono protette nei propri paesi di origine. Inoltre gli aspetti logistici di distribuzione rappresentano un'altra sfida e in alcuni paesi dal 10% al 20% dei farmaci campione non superano i controlli di qualità. Un altro dei maggiori problemi è assicurarsi che le medicine vengano usate razionalmente; ciò richiede che i pazienti ricevano cure appropriate per le proprie necessità, in dosi che soddisfino i bisogni, per un adeguato periodo di tempo e con il costo più basso per loro e per la comunità12. Comunque il consumo razionale dei farmaci resta l'eccezione piuttosto che la regola infatti più della metà delle persone che assumono medicine sbagliano nell'assumerle. Inoltre sta aumentando la preoccupazione circa l'aumento della propagazione globale della resistenza antimicrobica. Un report di WHO13 ha rivelato una resistenza superiore al 90% agli antibiotici di prima linea come Amoxicillina e Cotrimossazolo per Shigella, più del 70% alla Penicillina per Pneudomonas e meningite batterica, resistenza maggiore al 98% alla Penicillina per gonorrea e più del 70% sia alle Penicilline che Cefalosporine per infezione da Staphyloccoccus aureus contratti in

10 “Allarme Tbc in Vallesina, 18 profughi in isolamento”, Jesi24ore.it. 9/9/2013

11 Karin Wiedenmayer, Rob S. Summers, Clare A. Mackie, Andries G.S. Gous, Marthe Everard, Dick Tromp; Developing pharmacy practice, a focus on patient care. Handbook-2006 edition.

Capitolo 1, pagina 3

12 “Rational use of drugs: Report of the Conference of Experts “(Uso razionale dei medicinali: un report della conferenza degli esperti) ,Nairobi, 1985. Citato su “WHO policy perspectives on medicines. Promoting rational use of medicines: core components”. Ginevra:WHO 2002, disponibile su http://www.who.int/medicines/

13 “WHO policy perspectives on medicines. Containing antimicrobial resistence”. Prospettiva sui medicinali, contenenti resistenza antimicrobica. Ginevra 2005. http://www.who.int/medicines/

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8 ospedale.

Dal 2000 il consiglio della FIP ha adottato una politica di controllo della resistenza agli antibiotici che fornisce una lista di precauzioni14 per governi ed autorità sanitarie circa le misure più appropriate necessarie per combattere la resistenza agli antibiotici.

Queste battaglie, cioè l'accesso a farmaci di garantita qualità ed il loro uso razionale, sottolineano l'urgenza per una riforma globale sanitaria e a fronte di profondi cambiamenti nei sistemi che promuovono la salute pubblica occorre un cambiamento di atteggiamento nella pratica farmaceutica.

Interventi sulla salute dei cittadini, la Pharmacautical Care, un uso razionale dei farmaci e una valida gestione di erogazione dei medicinali, sono componenti chiave di un sistema sanitario accessibile, equo e conveniente che assicuri l'efficacia, qualità e prudenza nell'uso dei farmaci.

E' chiaro che la farmacia gioca un importante ruolo nel processo di riforma del settore sanitario; per far questo però, il ruolo del farmacista dovrebbe essere ridefinito e riorientato. Il farmacista ha il potenziale per migliorare i risultati terapeutici e la qualità di vita del paziente e deve posizionarsi in prima linea nel Sistema Sanitario e lo sviluppo della Pharmaceutical care è un fattore cruciale di questo processo. Gli sforzi per comunicare una corretta informazione ai pazienti sono importanti tanto quanto la dispensazione dei farmaci: il farmacista da sempre fornisce un contributo essenziale per la salute del paziente con la gestione della terapia. Negli ultimi quarant'anni, in più parti del mondo, il ruolo del farmacista è passato da quello di dispensatore a quello di manager di terapie farmacologiche e ciò comporta responsabilità per garantire che medicinali siano forniti ed assunti nel modo corretto. Lo scopo della pratica farmaceutica adesso pone la salute del paziente al centro con tutte le funzioni di consigliare, fornire informazioni sul farmaco e monitorare la terapia come anche gli aspetti tecnici dei servizi farmaceutici.

14 Sito web FIP: http://www.fip.org/

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1.3 Utilità del tradizionale ruolo del farmacista nella società in evoluzione e sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale

La terapia con medicinali è il trattamento più usato in ogni pratica medica e l'uso del medicinale è aumentato enormemente a causa di diversi fattori: la popolazione sta invecchiando, sono aumentate nel numero le patologie croniche, sono emerse nuove malattie infettive ed inoltre si è ampliato il numero di medicinali registrati. Per approfondire questi aspetti più nel dettaglio sono utili i dati forniti dagli atti15 dell'ultimo congresso Asis16 tenutosi a Roma il 12 novembre 2013. A sei anni dall'inizio della crisi economica il quadro dell'invecchiamento demografico è il seguente: viene confermato che l'Europa è caratterizzata da bassa natalità ed un progressivo invecchiamento17 . Al primo gennaio 2012 la popolazione dell'UE-2718 è stata stimata 503,7 milioni di abitanti, in crescita del 6% rispetto al 1992;

inoltre la quota della popolazione anziana, cioè al di sopra dei 65 anni, è passata dal 14% al 18% sul totale. Altri dati rilevanti sono che circa una persona su sei presenta una disabilità da leggera a grave, circa 80 milioni di persone che non hanno la possibilità di partecipare pienamente alla vita sociale ed economica. Il tasso di povertà relativo alle persone con disabilità è superiore del 70% alla media, a causa dell'accesso limitato al lavoro, della mancanza di sistemi di protezione sociale, oggi più di ieri stressati dalle politiche di austerità e di contenimento della spesa pubblica, dalla scarsa e lenta crescita e da elevati livelli di disoccupazione. Oltre il 30% delle persone con più di 75 anni soffre di una disabilità parziale e più del 20% di

15 Dati della Dott.ssa Grazia Labate, ricercatore in Economia Sanitaria presso l'Università di York, Gran Bretagna

16 Associazione Studi sull'Industria della Salute. Associazione senza fini di lucro, riconosciuta dalla regione Toscana con il decreto 3833/09 nel luglio 2004. Il Professor Macchia Marco ne è il presidente.

17 Eurostat marzo 2013

18 Dal 1 gennaio 2007 al 30 giugno 2013 l'Unione Europea era costituita da 25 stati più la Bulgaria e Romania

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10 una disabilità grave e tali cifre sono destinate a peggiorare a causa del progressivo invecchiamento demografico dell'Unione Europea. Nel 2060 la popolazione sarà poco più numerosa secondo le stime (517 milioni contro i 502 milioni del 2010) ma molto più anziana, infatti il 30% degli europei avrà almeno 65 anni. Il fatto che più persone vivano più a lungo rappresenta una grande conquista ma ciò pone gravi problemi alle economie e ai sistemi sanitari dei paesi europei, infatti la quota della popolazione fra 15 e 64 anni scenderà dal 67% al 56%. Ciò si traduce anche nel fatto che ci saranno solo due persone in età lavorativa per ogni pensionato invece di quattro, come è attualmente. Ci si può quindi aspettare che tali cambiamenti demografici avranno conseguenze per la finanze pubbliche dell'Unione Europea.

Attualmente viene previsto che la spesa pubblica direttamente legata all'età (pensioni, sanità ed assistenza a lungo termine) crescerà di 4,1 punti percentuali del prodotto interno lordo tra il 2010 ed il 2060, ossia dal 25%

al 29% circa del PIL europeo. Questi dati confermano che bisogna agire con determinazione avendo una visione a lungo termine. Ci sono molte analisi approfondite sui sistemi di welfare19 in Europa20 ed in Italia21 e tutte concordano sul fatto di rendere più efficienti e razionali gli attuali sistemi di protezione sociale come per esempio passare dai sussidi e aiuti monetari ad una logica che offra servizi domiciliari ai pazienti che ne hanno necessità.

La crisi economica ed i programmi di austerità hanno avuto un grave impatto sui bilanci della sanità; lo sviluppo sociale e la crescita sono realmente messi a rischio se i programmi di austerità continueranno ad essere un pericolo per i sistemi sanitari.

Un concetto del tutto nuovo per l'Italia è quello della “resilienza” che è

19 Sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili, quello del lavoro e degli affari sociali . Dal dizionario del Corriere della Sera.it 20 Commissione Dilnot in Gran Bretagna in preparazione della riforma dell'Health and Social

care Act in vigore dall'aprile 2013, che sarà portata a compimento nel 2017.

Report dell' IRDES in Francia sull'evoluzione dei sistemi di protezione sociale in rapporto all'invecchiamento della popolazione.

21 Ricerca CERGAS Bocconi (maggio 2013) sull'analisi comparativa dei sistemi di welfare di Francia, Inghilterra, Germania ed Italia.

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11 stato al centro delle discussioni del sedicesimo European Health Forum Gastein (EHFG) che si è tenuto dal 2 al 4 ottobre 2013 a Bad Hofgastein. In ingegneria la resilienza è la capacità di un materiale di resistere alle sollecitazioni e tale termine è stato introdotto nel linguaggio economico- sociale intendendo la capacità di far fronte in modo positivo agli eventi traumatici, superare gli eventi avversi e costruire opportunità positive. In questo momento storico segnato da una delle più profonde crisi economico- finanziarie un obiettivo ottimale sarebbe quello di diventare una società resiliente ossia una comunità che porta avanti delle azioni che possano rafforzare le capacità sia dei cittadini che delle istituzioni per determinare un cambiamento sociale ed economico. Secondo l'economista europeo Professor Uwe Reinhardt il superamento delll'inezia, della rigidità e dell'opposizione all'innovazione sono problemi centrali per i Sistemi Sanitari di molti Paesi europei, che non possono opporsi al cambiamento se vogliono rimanere universali ed accessibili per tutti i cittadini. Ciò può riguardare per esempio le innovazioni del finanziamento e della gestione della Sanità ma anche una maggiore prevenzione verso stili di vita corretti e diagnosi rapide che possono contribuire ad evitare patologie croniche e degenerative.

Per quanto riguarda la salute dal 2007 ad oggi 2014 a livello dell'Unione Europea secondo i reports dell'OMS si è verificato un aumento delle malattie legate all'abuso di alcool e cibi poco salubri, all'aumento di disturbi psichiatrici e depressivi con conseguente abuso di psicofarmaci, fino all'aumento dei suicidi a causa della perdita del lavoro. Ciò comporta quindi un aumento della spesa sanitaria, nonostante i tagli eseguiti dal Governo italiano.

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12 Figura 1: Confronto spesa sanitaria 2002-2012 22

Come dimostrato dalla figura la spesa per la salute cresce e una porzione sostanziosa viene pagata per la cosiddetta salute “privata”.

22 “Innovazione e sviluppo nelle politiche sanitarie”, Professor Fabrizio Gianfrate, Economia Sanitaria e Farmaceutica, Luiss Università e Business Scholl, Roma

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13 Figura 2: Spesa sanitaria OCSE23 2012

Nonostante la spesa sanitaria italiana cresca, resta comunque fra le più basse dell'OCSE e comunque fra le meno efficienti in Europa.

Esistono grandi differenze nell'assistenza sanitaria nei Paesi dell'Unione Europea: solo 10 hanno sistemi sanitari pubblici universalistici, basati come quello italiano sulla fiscalità. Fra questi ci sono Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda, Irlanda, Norvegia, Regno Unito, Italia, Grecia, Portogallo, mentre la Spagna non più dal 2012. Nonostante ciò uno dei più gravi problemi del nostro Paese risiede nell'alto tasso dell'evasione fiscale che secondo la Banca d'Italia sarebbe pari a 150 miliardi di euro;

contemporaneamente sussiste una elevata spesa privata per la salute, dall'inglese out of pocket, a carico dei cittadini-pazienti, pari a circa 30 miliardi di euro. Il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe avere un obiettivo ridistributivo, garantendo alle persone meno abbienti cure sanitarie in

23 Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri aventi in comune un sistema di governo democratico ed una economia di mercato. L'organizzazione svolge un ruolo di assemblea consultiva che consente il confronto di esperienze politiche per la risoluzione dei problemi comuni, l'identificazione di pratiche commerciali ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali dei paesi membri

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14 misura superiore, a compensare un più disagiato stile di vita. Ma il modello del nostro SSN genera molte diseguaglianze di accesso alle cure e alle prestazioni mediche, sfavorendo i gruppi sociali più deboli, basti pensare alle visite specialistiche: i tempi di attesa sono molto lunghi, per cui per le persone che possono permetterselo è possibile recarsi presso studi privati mentre per molti non esiste altra scelta se non quella di aspettare molti mesi per poter avere accesso alle prestazioni sanitarie.

E' a causa di tutte queste nuove circostanze che è lecito chiedersi se esiste ancora la necessità del ruolo del farmacista, il cui fine, per essere utile, è quello di indirizzarsi alle necessità sia della società che del singolo paziente. In Italia tutt'ora il medico prescrive ed il farmacista dispensa il farmaco, ma è evidente che questo metodo tradizionale di prescrivere e dispensare non è sufficiente a garantire sicurezza, efficacia e aderenza alla terapia. Le conseguenze ad errori relativi alla terapia farmacologica sono alti costi dovuti alla ospedalizzazione, visite mediche, test di laboratorio ed una diversa terapia. Nei paesi più ricchi del mondo dal 4% al 10% delle ospedalizzazioni sono causate da reazioni avverse ai farmaci, soprattutto a causa di terapie concomitanti nei pazienti più anziani o affetti da patologie croniche. Negli USA la IV e VI causa di morte risulta appunto questa, con costi superiori ai 130 bilioni di dollari l'anno.24 Mentre una terapia farmacologica appropriata è più sicura e conveniente rispetto a trattamenti alternativi, non c'è dubbio che le conseguenze economiche di una inadeguata terapia con farmaci siano enormi. Uno studio del 2009, condotto dall‟ Università del Western Australia, ha scoperto che a causa degli effetti collaterali di molti farmaci gli anziani erano costretti a tornare ripetutamente in ospedale. Ciò comportava che fino al 10% dei costi di ricovero era causato da reazioni ai farmaci. Tale risultato è stato definito dopo 20 anni di studi su pazienti di oltre sessant'anni, in diversi ospedali

24 Nota 9. Capitolo 1, pagina 6.

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15 dello Stato. Più recentemente in Italia le reazioni avverse ai farmaci registrate dall'Azienda Ospedaliera Carlo Poma25 sono state 235, 100 delle quali ritenute gravi: 83 pazienti sono stati ospedalizzati, 11 sono risultati in pericolo di vita, 6 hanno riportato patologie clinicamente rilevanti.26 Tenendo in considerazione tali dati si può pensare che i farmacisti sono i più qualificati per assumersi l'onere della gestione della terapia, grazie al background universitario, al tradizionale ruolo di preparare e dispensare farmaci, nonché alla consuetudine di informare il paziente sul loro uso. La responsabilità che devono assumersi i farmacisti per le proprie decisioni è una questione cruciale. Nel tradizionale rapporto fra medico prescrivente e farmacista dispensatore, è il medico il responsabile dei risultati della terapia; questa situazione si sta modificando in molti sistemi sanitari dato che la pratica della Pharmaceutical care rende il farmacista responsabile dei pazienti sotto la propria tutela. La dispensazione è e rimane una prerogativa del farmacista, ma mentre sempre meno farmacisti sono assunti nelle farmacie e parafarmacie per dispensare e vendere a causa della gravissima crisi economica generale ed anche del settore farmaceutico, essi potrebbero essere impegnati in ruoli di responsabilità. E' vero che i cambiamenti generano potenziali minacce, ma d'altro canto possono aprire immense opportunità per la professione, che può scoprire altri obiettivi per il farmacista in un contesto sanitario che sta rapidamente modificandosi.

Già nel 2008 veniva pubblicato un libro27 che analizzava il ruolo della farmacia nella tutela della salute dei cittadini. Lo studio evidenzia come la farmacia rappresenti sempre più la prima struttura alla quale il paziente si rivolge e alla quale è richiesta una crescente e diversa collaborazione nei programmi di informazione, prevenzione ed erogazione di prestazioni in coordinamento con le aziende sanitarie locali.

25 Viale Pietro Albertoni, Mantova 26 Il Giorno di Mantova, 18 luglio 2013.

27 M. Castellini, E. Vagnoni,“La gestione della farmacia. Il ruolo del SSN e il modello di remunerazione”.Franco Angeli, Milano 2008.

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Capitolo 2:

Pharmaceutical care:ruolo del farmacista

2.1 Pharmaceutical care: cenni introduttivi

Con il termine Pharmaceutical care, emerso per la prima volta nel 1970, si introduce un aspetto innovativo della professione del farmacista. Essa prevede che tutti i professionisti debbano assumersi la responsabilità per l'esito della terapia nei pazienti. Comprende quindi una serie di servizi e funzioni (alcune nuove per il farmacista, altre tradizionali) che sono forniti dal farmacista che segue il paziente, con l‟esclusivo impegno etico di ottenere il benessere del paziente come individuo. La Pharmaceutical care può essere offerta sia a singoli individui che a tutta la popolazione. Quando si rivolge all‟intera popolazione, vengono utilizzati i dati demografici ed epidemiologici per definire liste di medicinali, per sviluppare e monitorare la terapia farmacologica, per preparare ed analizzare rapporti sull'uso e costo dei farmaci. Tuttavia, solo con l'attenzione diretta verso i singoli individui si rende possibile monitorare i disturbi legati all'uso dei farmaci.

Le reazioni avverse connesse all‟uso del medicinale vengono frequentemente evidenziate anche con farmaci che sono presenti da tempo in prontuari terapeutici o in liste specifiche. La comparsa di effetti avversi dipende dall‟elevato numero di confezioni prescritte, e talvolta dal loro uso inappropriato; quindi i pazienti hanno bisogno della consulenza del farmacista fin dal momento in cui ricevono la cura dal medico. Praticare la Pharmaceutical care include la scelta di decisioni diverse per ciascun paziente, la presenza di un accordo fra paziente e farmacista sull'esito che ci si aspetta di ottenere con la terapia e come debba essere raggiunto ed infine un monitoraggio costante del paziente. Per ogni cura individuale il farmacista sviluppa un piano terapeutico insieme al paziente che deve

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17 partecipare al successo della terapia, assumendosi parte della responsabilità e non delegare la responsabilità solamente al medico come accadeva nel passato.

La Pharmaceutical care non deve essere considerata isolata rispetto agli altri servizi sanitari bensì si sviluppa dalla collaborazione tra i pazienti, i medici, gli infermieri e tutti gli altri sanitari, anche se i farmacisti sono direttamente responsabili per i costi, la qualità ed i risultati. Per esempio se un dato paziente, nonostante l‟incontro mensile con il farmacista, avverte un disturbo provocato dai medicinali assunti e viene ricoverato in ospedale a causa di questo, la responsabilità di tale reazione avversa ricade sul farmacista che avrebbe dovuto tenere sotto controllo l‟andamento della terapia del paziente e nel caso di indisposizione da parte sua indirizzarlo dal medico curante per rivedere con lui la terapia.

Nel 1998 una dichiarazione sugli standard professionali della Pharmaceutical care è stata messa a punto da FIP. Tale dichiarazione forniva regole per i farmacisti e le organizzazioni sanitarie nazionali in virtù del fatto che i farmacisti cominciavano ad adempiere ad un esteso numero di servizi nei propri paesi. FIP supporta il concetto di Pharmaceutical care pur riconoscendo le diverse necessità nei vari paesi.

2.2 Progetto paziente-centrico

In un complesso Sistema Sanitario come quello italiano sempre in continua evoluzione, è divenuto difficile confrontare l'efficacia di diversi trattamenti.

Gli interventi sanitari non dovrebbero più essere basati solo sull'opinione o esperienza individuale. L'evidenza scientifica costruita su ricerche qualificate, come quelle del progetto MUR (Medicine use review) dovrebbe essere usata come guida e adattata alle circostanze individuali di ciascun paziente. Andare incontro alle necessità del paziente infatti è un elemento cruciale: se il paziente è al centro della cura i primi problemi da affrontare sono identificare e considerare le sue necessità. Nella Pharmaceutical care i

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18 farmacisti devono garantire alle persone un facile accesso al medicinale ed alle consulenze mediche e, se possibile, nel modo, tempo e luogo migliore per loro. Nonostante i pazienti siano sottoposti ad un gran numero di informazioni date da diverse fonti quali materiale promozionale, media e perfino internet, conducono ad avere informazioni non sempre accurate e complete. Il farmacista può aiutare i pazienti ad essere scrupolosamente informati offrendo nozioni imparziali e basate su studi clinici indicando loro le fonti più attendibili. Inoltre il farmacista è il professionista in grado di dare consigli sulla prevenzione, su come modificare lo stile di vita, su come promuovere la salute pubblica fornendo consiglio sulle modalità di assunzione dei medicinali. Questo approccio ottimizza gli esiti terapeutici, riduce il numero di reazioni avverse ai farmaci e riduce gli sprechi spesso presenti nei bilanci alla voce prodotto medicinale. Nel 2000 una pubblicazione intitolata “Farmacia nel futuro”28 esponeva i requisiti per un supporto professionale strutturato, fornito da farmacisti che estendano il range di servizi resi disponibili per i pazienti, inclusa l'identificazione delle necessità terapeutiche individuali, sviluppo di collaborazioni e coordinazione nei processi di prescrizione e dispensazione.

2.3 Il farmacista e l'automedicazione in relazione alla Pharmaceutical care

La Pharmaceutical care prevede anche un ruolo ben preciso del farmacista nell'ambito dell‟automedicazione. La definizione che da Assosalute29 degli OTC30 è la seguente: “Il farmaco di automedicazione, contrassegnato da un bollino rosso che riporta la scritta “Farmaco senza obbligo di ricetta”, è un farmaco per l‟acquisto e l‟assunzione del quale non è necessaria la ricetta

28 “Pharmacy in the future- implementing the NHS Plan”; Programma per la Farmacia nel Servizio Sanitario Nazionale inglese 82000)

29 Associazione Nazionale farmaci di automedicazione. Associazione nazionale che rappresenta le Imprese Farmaceutiche produttrici di farmaci di automedicazione, da banco – OTC 30 “Over the counter”, farmaci di automedicazione

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19 medica. Si tratta di farmaci in una definizione generale, concepiti e destinati all‟utilizzo autonomo da parte del cittadino per curare lievi disturbi o sintomi passeggeri, come la tosse, un raffreddore, un episodio di stitichezza:

disturbi che conosciamo bene, che sappiamo non essere collegati a patologie serie, e che possiamo affrontare efficacemente anche senza l‟intervento del medico”. Nel 1996 un documento31 intitolato “Self-Care: Il ruolo professionale del farmacista” fu adottato da FIP per regolare le responsabilità dei farmacisti nel consigliare i farmaci da banco. Questo statuto fu poi seguito nel 1999 da una dichiarazione32 che fu firmata sia dal consiglio di FIP che da WSMI33 e che fornisce una guida ai farmacisti, ai pazienti e all'industria sulla sicurezza dei farmaci non prescritti dal medico.

Perché il farmacista ha un ruolo importante per l'automedicazione responsabile del paziente? Perché i farmacisti sono sempre stati considerati come una fonte affidabile di consigli, di cui aver fiducia. Molte farmacie sono aperte tutto il giorno, sono accessibili per tutti i pazienti che possano muoversi e non c'è bisogno di alcun appuntamento per consultare il farmacista. Tutto questo fa sì che le farmacie siano il primo avamposto cui rivolgersi per i malesseri più comuni. L'automedicazione dei disturbi meno gravi (mal di pancia, mal di testa, raffreddore, stitichezza etc..) è diventata sempre più popolare grazie, da una parte, alla maggiore sicurezza dei farmaci in commercio, e dall'altra perché non c'è bisogno della prescrizione del medico. L'automedicazione spesso previene l'insorgenza di disturbi più gravi e consente ai pazienti di ristabilirsi più velocemente.

31 “Statement of Principle”, FIP Council (1996)

32 “Declaration on Responsible Self-Medication” (1999)

33 World Self-medication Industry, industria mondiale dell'automedicazione. Ha sede in Francia, consta di oltre cinquanta membri associati.

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20

2.4 Concetto di qualità dei servizi erogati e “Sistema Donabedian”

Torniamo a parlare della Pharmaceutical care, in particolare focaliziamo l‟attenzione sulla qualità e sulla sicurezza legata a questo servizio. Infatti il concetto alla base delle attività sanitarie, incluse quelle fornite in farmacia, è essere certi della qualità dei servizi offerti ai pazienti. Il Dottor Donabedian34 nel 1980 pubblica un libro di 145 pagine ed articolato in 3 capitoli dal titolo The Definition of Quality and Approaches to Its Assessment , in cui definisce i tre elementi qualitativi:

Struttura Processo Esito35

Si tratta di uno dei più importanti lavori pioneristici che riguardano la misura della qualità delle prestazioni sanitarie e che prendono in considerazione i tre tipi di parametri o indicatori:

a) Struttura: con il termine "struttura" si intende le caratteristiche, relativamente stabili, degli amministratori e operatori sanitari, degli strumenti e delle risorse di cui dispongono e degli ambienti fisici e organizzativi in cui operano. Il concetto di struttura include le risorse umane, fisiche e finanziarie necessarie all'erogazione dell'assistenza sanitaria. (...) La struttura comprende l'organizzazione del personale ospedaliero, medico ed infermieristico.

b) Processo: comprende tutti gli aspetti delle attività di assistenza.

c) Esito: il termine "esito" indica un cambiamento nello stato di salute corrente e futuro del paziente che può essere attribuito a un precedente intervento di assistenza.

La qualità dei servizi forniti dalla Pharmaceutical care contribuisce a

34 (7.1.1919 Beirut- 9.11.2000 USA) Medico e fondatore dello studio sulla qualità dell'assistenza sanitaria.

35 “The Model Donabedian”

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21 migliorare il risultato per il paziente e la sua definizione dovrebbe tener conto sia degli standard tecnici che delle aspettative dei pazienti. Anche se non esiste una definizione univoca di qualità in ambito sanitario, potrebbe essere definita come: “la qualità è l'insieme delle attività che tenute sotto controllo migliorano le prestazioni fornite in modo che la cura sia la più efficace e sicura”36. La qualità può essere anche definita come “tutte le attività che contribuiscono a definire, progettare, valutare, monitorare e migliorare la qualità del servizio”.

Il Centro di Scienze Umane di Bethesda, nel Maryland (USA) elenca quattro principi base per ottenere una migliore qualità nelle cure37:

focalizzazione sul cliente/paziente;

focalizzazione sui sistemi e processi;

focalizzazione sulle misurazioni;

focalizzazione sul lavoro di squadra.

La pratica delle cure farmacologiche può essere migliorata con il monitoraggio della terapia e quindi è possibile ottenere una maggiore qualità del servizio senza per questo incorrere in un aumento delle spese, in quanto le remunerazione dei sanitari altamente specializzati non determinerà un aumento delle spese per il Sistema Sanitario Nazionale grazie al risparmio che verrà ottenuto con la presa in carico dei pazienti.

2.5 Il farmacista statunitense: partecipazione ad un team in ospedale

Negli USA la professione del farmacista si è indirizzata anche verso la

“farmacia clinica”: termine che indica quei farmacisti che esercitano la propria professione in ospedale svolgendo le funzioni di collaboratore all'interno di una squadra, parlando con i pazienti valutando ciascun caso,

36 Quality Assurance Project (QAP). Center for Human Services, Bethesda, USA 1993. Web site:

http://www.qaproject.org

37 The Quality Assurance Project of the Center for Human Science in Bethesda, USA

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22 monitorando le risposte e fornendo le informazioni richieste. In alcuni paesi del mondo la pratica del farmacista si è modificata a tal punto che il farmacista clinico non è più un‟eccezione ma la regola. La pratica della farmacia clinica si svolge esclusivamente in ospedale dove sono accessibili tutti i dati del paziente per il team che lo ha in cura e richiede una vasta conoscenza delle malattie e delle terapie disponibili in commercio. Inoltre viene richiesta una grande capacità comunicativa per rivolgersi di volta in volta a diversi interlocutori (medici, infermieri e pazienti), una solida conoscenza delle terminologia medica e infine capacità di interpretazione dei risultati di laboratorio. L'importanza della farmacia clinica è stata documentata sia durante le degenze che per il dato sulla minore affluenza negli ambulatori medici una volta terminata la degenza in ospedale. Negli USA molte facoltà di farmacia presentano corsi di farmacia clinica che si sono trasformati in veri e propri dottorati. In Italia esistono farmacie ospedaliere, interne agli ospedali, in cui il farmacista specializzato svolge molte funzioni ma non quella di seguire i pazienti. Per esempio i farmacisti si occupano di predisporre la documentazione tecnica per acquisto di medicinali e loro approvvigionamento; della distribuzione delle specialità medicinali e dei diagnostici; della vigilanza e controllo sulla gestione dei farmaci nei reparti; della distribuzione dei materiali sterili e non sterili, di medicazione, delle siringhe e dei presidi sanitari ed anche dell'allestimento di preparazioni galeniche magistrali. I farmacisti ospedalieri si occupano di molte altre questioni fra cui le rilevazioni periodiche dei consumi di medicinali, ma non hanno come interlocutori i degenti.

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23

2.6 Farmacovigilanza e contributo della Farmacia nella segnalazione di ADRs38

La sicurezza nell'uso dei medicinali è un argomento cruciale e di primario interesse, nella Pharmaceutical care, dato che alcuni effetti collaterali possono non essere ancora stati identificati nel momento in cui il farmaco entra in commercio e quindi prima che sia accessibile ad un enorme numero di pazienti. La definizione che da l'AIFA39 di Farmacovigilanza è la seguente: “Complesso di attività finalizzate a valutare in maniera continuativa tutte le informazioni relative alla sicurezza dei farmaci e ad assicurare, per tutti i medicinali in commercio, un rapporto beneficio/rischio favorevole per la popolazione”. E‟ stato stimato40 che il 5% di tutti gli accessi in ospedale sono dovuti a reazioni avverse (ADRs), che il 5% di tutti i pazienti già ricoverati in ospedale presenta una ADR, che le ADRs sono al quinto posto tra le cause di morte in ospedale. A causa di ciò è stato necessario intervenire sulle normative in vigore per promuovere e proteggere la salute pubblica riducendo il numero e la gravità delle ADRs e migliorando l‟uso dei medicinali attraverso diversi tipi di intervento. La normativa europea è stata modificata con l‟adozione nel 2010, del Regolamento UE 1235/2010 la cui applicazione è operativa dal 2 luglio 2012 e della Direttiva 2010/84/UE, attualmente in fase di recepimento. I cambiamenti introdotti hanno voluto aumentare l‟efficacia, la rapidità e la trasparenza degli interventi di Farmacovigilanza, attraverso la definizione di regole volte a rafforzare i sistemi fra ruoli e responsabilità tra tutte le parti;

razionalizzare le attività tra gli Stati Membri ad esempio attraverso una ripartizione delle stesse attività concondivisione del lavoro svolto evitando duplicazioni; incrementando la partecipazione dei pazienti e degli operatori sanitari; migliorando i sistemi di comunicazione delle decisioni prese

38 Adverse Drug Reactions 39 Agenzia Italiana del Farmaco

40 Commission Staff Working Document datato 10 December 2008. Link:

http://ec.europa.eu/atoz_en.htm

(24)

24 fornendo adeguata motivazione ed infine aumentando la trasparenza.

Vediamo alcuni dati sull'andamento delle segnalazioni di sospette reazioni avverse in Italia dal 2001 al 201241. Nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (NRF) nel periodo 1/1/2001-31/12/2012 sono state registrate in totale 148.340 segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini. Nel 2012 il numero delle segnalazioni inserite nella RNF è stato pari a 29.036, equivalente ad un tasso di segnalazione di 479 segnalazioni per milione di abitanti, che ha superato il tasso dei paesi con una grande tradizione di Farmacovigilanza. Quindi la segnalazione italiana ha superato il valore di 300 segnalazioni per milione di abitanti, che per l'OMS42 rappresenta il gold standard per un efficiente sistema di Farmacovigilanza, in grado di generare tempestivamente segnali di allarme.

Figura 3: Distribuzione annuale del numero e del tasso di segnalazione per milione di abitanti (2001-2012)43

41 Andamento segnalazioni ADR-Anno 2012, AIFA in collaborazione con i Centri Regionali di Farmacovigilanza

42 Organizzazione Mondiale di Sanità, sinonimo di WHO, nota 4

43 Figure 3,4,5,6 da Andamento segnalazioni ADR-Anno 2012; AIFA in collaborazione con i Centri Regionali di Farmacovigilanza

(25)

25 Come è possibile capire dalla figura il numero delle segnalazioni è cresciuto esponenzialmente in dieci anni, attestandosi ad oltre il doppio nel 2012 rispetto al numero di segnalazioni del 2001.

L'aumento delle segnalazioni è stato osservato sia per le segnalazioni da farmaci e sia per quelle da vaccini anche se è maggiore per i farmaci cioè +41% rispetto al +7%.

Comunque le due situazioni sono molto diverse: per i farmaci l'incremento delle segnalazioni è continuo mentre per i vaccini si è registrato un picco nel 2009 correlato alla pandemia e una nuova forte risalita nel 2011.

Figura 4: Andamento segnalazioni vaccini vs altri farmaci (periodo 2001-2012)

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26 Figura 5: Variazione percentuale dell'andamento segnalazioni vaccini vs

altri farmaci (Periodo 2011-2012)

La crescita della Farmacovigilanza ha interessato tutte le Regioni italiane ma la Toscana e Lombardia hanno un numero di segnalazioni nettamente più alto delle altre regioni, infatti hanno raggiunto nel 2012 1200 segnalazioni per milione di abitanti. Nel 2012 il 55% delle segnalazioni proviene da queste due regioni. Il gold standard del tasso di segnalazioni è superato da ben otto regioni: Toscana (1212), Lombardia (1200), Piemonte (482), Emilia Romagna (457), Puglia (325), Basilicata (322), Campania (319), Provincia Autonoma di Trento (316). Solo in quattro regioni italiane si è registrato un calo delle segnalazioni.

(27)

27 Figura 6: Distribuzione regionale del tasso di segnalazione per milioni di

abitanti

Si è inoltre registrato che negli ultimi quattro anni il 30% delle segnalazioni è grave, dato che è stato provocato o allungato il ricovero in ospedale.

Se si escludono le segnalazioni da vaccino, la percentuale di segnalazioni gravi sale al 33% nel totale di quattro anni (31% nel 2012).

Nella Tabella 1 si può vedere di come in tre anni, dal 2009 al 2012, il numero delle segnalazioni gravi sia addirittura raddoppiato, così come la necessità di ospedalizzazione, ed anche fortunatamente il numero di segnalazioni non gravi.

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28 Tabella 144: Gravità delle segnalazioni negli ultimi quattro anni

La maggior parte delle segnalazioni sono state fornite dai medici ospedalieri (con il 57% delle segnalazioni solo nel 2012; Tabella 2). Negli anni inoltre è stato osservato un crescente aumento delle segnalazioni di sospette reazioni avverse da parte di farmacisti; ciò è positivo ma bisogna comunque precisare che la maggior parte delle segnalazioni deriva dai farmacisti ospedalieri, che sono coinvolti in progetti di monitoraggio attivo.

Sono ancora basse le segnalazioni da parte di medici di medicina generale.

Sempre nella Tabella 2 si può notare che ben 159 segnalazioni nel 2012 sono derivate dal personale impiegato nei centri antiveleno, grazie alla nuova definizione di reazione avversa in cui sono inclusi i sovradosaggi, l'abuso ed il misuso.

44 Tabelle1,2,3,4 da AIFA in collaborazione con i Centri Regionali di Farmacovigilanza di Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Sicilia, Toscana, Veneto, Umbria (2012)

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29 Tabella 2: Provenienza delle segnalazioni negli ultimi quattro anni

Il maggior numero di segnalazioni del 2012 è a carico di farmaci appartenenti alla classe ATC degli antineoplastici, antibiotici, antimicrobici, del sistema nervoso centrale, del sangue, del cardiocircolo, e del sistema muscolo scheletrico.

Ad eccezione dei medicinali della categoria degli organi di senso si è registrato per tutti un aumento del numero di segnalazioni, come si può vedere nella tabella 3.

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30 Tabella 3: Distribuzione per categoria ATC

L'aumento maggiore è stato registrato per i farmaci del sangue, + 73%, ed i farmaci più segnalati sono quelli di largo consumo come l'Amoxicillina ed il Warfarin.

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31

. Tabella 4: Farmaci più segnalati nel 2012

Nella classifica per rango (Tabella 4) i primi tre farmaci nella medesima posizione dal 2011, per segnalazioni sono sempre gli stessi, mentre sono più variabili le posizioni per gli altri farmaci.

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32 Per quanto riguarda l'anno 2012, si è verificato un aumento complessivo del 38% di segnalazioni di ADRs.

Quindi la Farmacovigilanza è un processo strutturato ed i problemi relativi all'uso di un medicinale devono essere valutati e poi comunicati alle autorità per mezzo di una scheda che può compilare il sanitario ma anche un cittadino, scaricandola dal sito dell'AIFA e provocando in ultima analisi il ritiro del farmaco dal commercio.

2.7 Farmacista a “sette stelle”

Uno studio australiano45 sull'impatto economico dei servizi resi da un farmacista ben istruito e remunerato, ha rilevato che è stato realizzato un risparmio fino a sei volte maggiore su cure, medicine e costi delle prestazioni farmaceutiche rispetto a servizi forniti da gruppi di controllo non adeguatamente preparati e retribuiti. Si è stimato che i farmacisti preparati e pagati possano far risparmiare al sistema sanitario 15 milioni di dollari australiani in un anno, e lo stesso risultato è stato riportato per gli Stati Uniti46. Tale risultato è reso possibile grazie ad un‟attenta classificazione delle attività pratiche farmaceutiche47, la cui istituzione è servita per regolare l'accesso ai dati sull‟attività dei farmacisti, in quanto esisteva una mancanza di sistemi di classificazione per questa categoria, mentre era già in uso per altre professioni sanitarie come medici ed infermieri. Questa classificazione delle attività svolte ha comportato dei benefici quali:

riconoscimento che la Pharmaceutical care è un componente chiave nella pratica farmaceutica;

45 Shumock GT, Butler MG, Meek PD, Vermeulen LC, Arondekar BV, Bauman JL.

46 Evidence of the economic benefit of clinical pharmacy services 1996-2000

47 PPAC: Pharmacy Practice Activity Classification. Sviluppata dall'associazione dei farmacisti statunitensi (APhA)

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