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Una prima ovvia constatazione può essere quella che la quantità di cibo disponibile influenzi le dimensioni di un organismo

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Academic year: 2021

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1 1. INTRODUZIONE.

1.1 Morfologia ed interazione con l'ambiente.

La morfologia esterna di un organismo può essere considerata il risultato dell’interazione fra l’organismo stesso e l’ambiente nel quale esso vive.

In particolare, nell’ambito di popolazioni diverse appartenenti ad una stessa specie, si possono riscontrare anche notevoli differenze morfologiche, spesso derivate proprio dall’interazione fra le varie popolazioni ed i rispettivi ambienti.

Quindi, a differenti caratteristiche ambientali possono far riscontro differenti caratteristiche morfologiche, differenze tra loro correlate.

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2 1.2 Morfologia e regime alimentare.

Nel presente lavoro si prende in esame la specifica correlazione tra differenze morfologiche e regimi alimentari, correlazione riscontrabile in molti organismi.

Una prima ovvia constatazione può essere quella che la quantità di cibo disponibile influenzi le dimensioni di un organismo; quindi, a una minore quantità di cibo disponibile corrisponderebbero dimensioni minori mentre, a una maggiore quantità di cibo disponibile, dimensioni maggiori.

Ovviamente, tale disponibilità alimentare varia da un ambiente all’altro, e una specie può riuscire a sopravvivere in ambienti con disponibilità alimentari diverse in base alle sue capacità adattative; dunque le dimensioni di popolazioni differenti potrebbero variare in base alla disponibilità alimentare degli ambienti nelle quali esse vivono.

Ciò appare evidente soprattutto negli animali omeotermi, le cui dimensioni appaiono fortemente influenzate dalla disponibilità alimentare.

Infatti, per rimanere in ambito locale, possiamo fare l’esempio delle popolazioni di alcuni mammiferi della Maremma (in particolare capriolo, tasso e volpe), nelle quali sono state rilevate dimensioni mediamente inferiori a quelle delle popolazioni delle stesse specie che vivono nelle aree circostanti.

Ciò sembra correlato alla scarsa piovosità di questa area, che determina la presenza di una minore quantità di piante succulente con conseguente impoverimento della dieta per gli erbivori, che tendono così ad essere più piccoli anche perché il loro organismo “contiene meno acqua”; tutto ciò, ovviamente, si rispecchia nei carnivori che si nutrono di questi erbivori, che così risultano anch’essi più piccoli del normale (Borger, 2002; Borger et al., 2006).

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3 Comunque, in generale, in ambienti di limitata estensione la disponibilità alimentare sarà di solito proporzionalmente limitata (boschi relittuali, isole);

quindi, ad esempio, la limitata disponibilità alimentare determinerebbe dimensioni ridotte nelle locali popolazioni animali (regola di Bergman; Bergman, 1873).

Sempre rimanendo nell’ambito dei mammiferi, ciò appare evidente nelle popolazioni di cervo e cinghiale sardo che presentano dimensioni inferiori rispetto a quelle continentali (Apollonio, 2004), probabilmente a causa della ridotta disponibilità alimentare per queste specie in Sardegna.

Si può quindi dire che almeno per le popolazioni insulari l’home range appare nettamente delimitato, con conseguente limite relativo per le dimensioni corporee di tali popolazioni.

La questione è però un po’ differente per le specie esoterme erbivore, dove si riscontra invece una tendenza all’aumento delle dimensioni per le popolazioni insulari.

Infatti, un tipico esempio (classico negli endemismi insulari) è quello delle iguane e delle testuggini delle Galapagos, specie erbivore che, evolvendosi a partire dalle analoghe specie continentali, hanno assunto dimensioni molto maggiori rispetto a quelle di queste ultime, soprattutto nel caso delle testuggini.

Un caso analogo è stato riscontrato nella popolazione di Testudo hermanni hermanni dell’Asinara che, rispetto alle popolazioni continentali (tra le quali può

essere compresa anche la popolazione sarda), è caratterizzata da un maggior numero di individui di grandi dimensioni, sebbene le dimensioni massime siano più o meno le stesse o addirittura inferiori; questo fenomeno, limitato nell’estensione, ma evidente, è tanto più stupefacente se consideriamo che la

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4 popolazione dell’Asinara è rimasta separata da quella sarda solo da poche migliaia di anni (dalla fine dell’ultima glaciazione). (Corti et al., 2003).

Per quanto riguarda le popolazioni insulari di esotermi carnivori, invece, si nota la stessa tendenza dei mammiferi ad assumere dimensioni più ridotte del normale, caratteristica probabilmente dipendente dal fatto che le prede disponibili sono meno numerose, più piccole e/o meno energetiche.

A proposito delle prede c’è anche da considerare il fatto che in un ambiente insulare di solito ci sarà minore varietà di specie attere, terrestri o, comunque, poco mobili, e queste tenderanno a essere di minori dimensioni.

Osservazioni compiute su vari predatori dimostrano che essi tendono a catturare le prede che garantiscono il maggior apporto nutritivo senza richiedere un eccessivo dispendio di energie per la cattura, mentre un predatore che vive in un ambiente insulare e ha a disposizione soprattutto prede di piccole dimensioni, avrà di conseguenza un maggior dispendio di energia per predare la stessa biomassa.

Sono stati studiati diversi casi di predatori che selezionano le prede in base alle dimensioni più convenienti di queste ultime, ma anche in base alla loro disponibilità; infatti, sebbene solo le prede di dimensioni medie garantiscono un apporto energetico vantaggioso senza eccessivo dispendio di energie, la ricerca specifica di queste prede potrebbe richiedere un eccessivo dispendio di tempo e quindi di energie.

Dunque, in una situazione in cui le prede di dimensioni ideali scarseggino, il predatore tenderà ad essere scarsamente selettivo, viceversa il predatore tenderà ad essere tanto più selettivo quanto più le prede di dimensioni ideali abbondino (Krebs e Davies, 1987).

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5 Questo tipo di comportamento è stato osservato, per esempio, nel caso dei granchi di spiaggia che, quando si nutrono di mitili, preferibilmente scelgono quelli di dimensioni medie, relativamente facili da aprire, ma che garantiscono un buon approvvigionamento di cibo; infatti, si osserva che, nel caso i mitili di dimensioni medie siano molto abbondanti, i granchi tendono a specializzarsi nella raccolta di questi ignorando quelli di dimensioni diverse.

Lo stesso tipo di comportamento si riscontra anche in molti altri organismi, quali ad esempio gli uccelli; è stato effettuato un esperimento con le cinciallegre alle quali venivano offerti dei vermi di dimensioni differenti, ma che richiedevano lo stesso sforzo per la cattura indipendentemente dalle loro dimensioni.

Si è allora osservato che finché i vermi di grandi dimensioni erano pochi le cinciallegre erano scarsamente selettive ma, via via che veniva aumentato il numero di vermi grossi, le cinciallegre divenivano sempre più selettive nei confronti di questi ultimi, fino ad arrivare al punto che sceglievano esclusivamente questi, sebbene i vermi piccoli fossero comunque abbondanti (Krebs e Davies, 1987).

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6 1.3 Morfologia e dieta nel Biacco maggiore.

Lo scopo del presente lavoro è stato cercare la possibile correlazione tra la morfologia (dimensioni corporee) e la disponibilità alimentare (qualitativa e quantitativa) nelle varie popolazioni di Biacco maggiore (Hierophis viridiflavus), continentali e insulari, in particolare della Toscana.

Le differenze morfologiche, ma anche comportamentali, tra popolazioni continentali e insulari di biacco possono essere indicative dei rispettivi regimi alimentari (Zuffi, 2001; Zuffi et al., 2010).

Bisognava quindi stabilire quali fossero le diete delle varie popolazioni di biacco e come variassero in base alle rispettive disponibilità alimentari, considerando anche il fatto che si tratta di una specie molto opportunistica che si nutre di una grande varietà di prede, varietà che spazia dagli artropodi (insetti e aracnidi) ai vertebrati (anfibi, rettili, uccelli e mammiferi).

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