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151 3.5 Gli elementi costitutivi nelle opere di architettura sostenibile In architettura, in particolare in quella sostenibile, si parla di involucro architettonico che, secondo R. Banham

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3.5 Gli elementi costitutivi nelle opere di architettura sostenibile

In architettura, in particolare in quella sostenibile, si parla di involucro architettonico che, secondo R. Banham129, si può dividere, a seconda delle prestazioni energetiche, in quattro modelli di controllo ambientale:

- involucro conservativo, un tipo di controllo ambientale che utilizza grandi masse murarie con poche aperture per ridurre le dispersioni termiche nelle varie stagioni dell’anno;

- involucro selettivo, che si caratterizza per un controllo ambientale basato su principi generali analoghi a quelli dell’involucro conservativo, ma con l’innovazione di utilizzare grandi pareti trasparenti per l’illuminazione e il riscaldamento passivo;

- involucro rigenerativo, che affida a sistemi impiantistici tutti i problemi del controllo ambientale e funge esclusivamente da barriera per diminuire l’interazione tra interno ed esterno;

- involucro ecoefficiente o bioclimatico avanzato, che propone un controllo basato sull’armonia tra edificio e ambiente esterno, con la possibilità di gestire i complessi flussi di energia attraverso le modifiche dell’intorno, la forma dell’edificio, l’organizzazione degli spazi interni e le configurazioni e azioni dell’involucro.

L’esperienza e i progressi tecnologici hanno permesso un quinto modello di controllo ambientale: l’involucro architettonico intelligente, adattivo e interattivo, progettato e realizzato per adattarsi come un vero e proprio essere vivente al variare delle condizioni ambientali esterne.

L’involucro, come pelle, svolge il ruolo determinante di sistema dinamico di filtro ambientale, capace non solo di regolare i flussi di

129 Peter Reyner Banham, critico d’arte e teorico dell’architettura britannico- tra i suoi scritti più importanti Theory and Design in the First Age Machine del 1960 e Los Angeles: The Architecture of Four Ecologies del 1971- nel suo The Architecture of Well-Tempered Environment del 1969 ha seguito le teorie di Giedion, considerando le tecnologie abitative (impianti elettrici, riscaldamento, condizionamento d’aria) più importanti delle strutture formali degli edifici.

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calore, radiazione, aria e vapore, ma anche di convertire la radiazione in energia (termica ed elettrica) utilizzabile per il metabolismo degli edifici e, in genere, di assolvere una serie di prestazioni chiave che ne fanno l’elemento cardine di un processo globale di interazione eco-efficiente con i fattori ambientali naturali. Analizzando le prestazioni energetiche dell’involucro si dovrebbero considerare anche la possibilità di produrre energia attraverso le sue componenti, nonché quella di conservare energia a favore dell’ambiente interno. L’intelligenza di un componente di facciata si può, quindi, misurare in relazione alle modalità secondo cui esso sfrutta le fonti energetiche rinnovabili per assicurare il mantenimento di condizioni confortevoli al suo interno in termini di riscaldamento, raffrescamento, ventilazione e illuminazione naturale.

L’involucro si svincola, dunque, dalla struttura portante dell’edificio e diviene elemento di chiusura, chiamato a regolare prevalentemente i flussi energetici legati al passaggio di calore, alla trasmissione della luce per un’adeguata illuminazione degli ambienti interni ed alla protezione dalla radiazione solare nei mesi con le temperature più elevate. Le soluzioni tecnologiche e la scelta dei materiali si orientano verso quei sistemi che riescono a governare tali scambi termici e luminosi, garantendo al contempo i requisiti estetici dettati dai nuovi linguaggi architettonici.

Parte dell’innovazione tecnologica legata alle prestazioni energetiche dell’involucro contemporaneo è dovuta alla realizzazione e adozione di nuovi materiali trasparenti, suddivisi per caratteristiche in: passivi, attivi e ad alte prestazioni.

In molti edifici contemporanei l’involucro è realizzato con sistemi di facciata che permettono di accumulare l’energia solare incidente e di trasformarla in calore per aumentare il fabbisogno energetico invernale dell’edificio, in altri l’involucro diviene un vero e proprio elemento attivo di produzione di energia, grazie all’integrazione di

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sistemi tecnologici legati alle fonti energetiche rinnovabili (fotovoltaico e solare termico).

Le chiusure verticali opache e trasparenti sono sviluppate come componenti tecnologiche complesse, capaci di interagire con le condizioni ambientali a contorno, in grado di ridurre il fabbisogno energetico dell’edificio. Facciate ventilate (opache o a doppia pelle), sistemi di schermatura solare, sistemi solari attivi (collettori solari e celle fotovoltaiche) e sistemi solari passivi (serre solari) diventano elementi ricorrenti nella progettazione dell’involucro architettonico e si trasformano spesso in laboratori di ricerca progettuale rispetto ai quali sperimentare l’innovazione tecnologica, ad esempio nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione di un green building.

Particolare attenzione deve essere data alle prestazioni termiche dell’involucro edilizio in regime termico variabile nei mesi invernali (in quei periodi in cui il riscaldamento è saltuario, o intermittente, specie con attenuazioni notturne), ma soprattutto nei mesi estivi. Nel corso della stagione estiva, in particolare durante le successioni di giornate caratterizzate da valori elevati di temperatura e di intensità d’irraggiamento solare, gli involucri edilizi dovrebbero essere progettati e realizzati in modo tale da assicurare condizioni ambientali di sufficiente benessere termoigrometrico all’interno degli ambienti confinati, anche in assenza di impianti di condizionamento.

A tale scopo, assumono particolare importanza: il sistema di protezione dall’irraggiamento solare (schermi, aggetti, alberi ecc.) e l’inerzia termica delle pareti opache dell’edificio. Allo scopo di, ridurre i consumi energetici per la climatizzazione estiva risulta fondamentale attenuare i valori massimi di temperatura negli ambienti e ritardare l’immissione di energia termica negli stessi, spostandola verso le ore notturne quando la temperatura dell’aria esterna è ai valori minimi e il fenomeno del reirraggiamento raffredda rapidamente le superfici esterne.

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Le perdite di calore attraverso l’involucro possono essere ridotte attraverso le seguenti strategie:

- utilizzare la massa termica;

- prevenire la conduzione di calore, aggiungendo isolamento termico all’involucro per incrementarne la resistenza termica;

- progettare l’edificio in modo più compatto, per ridurre la superficie complessiva attraverso la quale il calore può essere trasmesso;

- aggiungere barriere al flusso di calore radiativo attraverso, per esempio, la posa di fogli in alluminio dietro i radiatori, usando vetri isolanti e a bassa emissività, isolando i cassonetti di finestre e porte laddove siano presenti avvolgibili esterne.

La presenza del verde intorno agli edifici non si limita ad espletare gli effetti positivi legati a reazioni psicologiche. Gli effetti della vegetazione sono molteplici: mediante la fotosintesi clorofilliana, assorbe di giorno l’anidride carbonica, liberando ossigeno; attraverso la traspirazione produce vapore; regola l’evaporazione dell’acqua piovana e della rugiada; funziona da filtro e abbatte le polveri; seleziona la radiazione solare; limita l’esposizione del suolo alla radiazione.

Una superficie erbosa o coperta di foglie diminuisce l’assorbimento della radiazione solare e, grazie agli effetti evaporativi, è in grado di abbassare la temperatura del suolo e, di conseguenza, del contiguo strato d’aria . La presenza di piante scherma il suolo dalla radiazione e crea un microclima caratteristico da un punto di vista termoigrometrico. La temperatura dell’aria tende ad essere più bassa, durante il giorno, nella zona con copertura vegetale rispetto alla zona scoperta o costruita. Boschetti di dimensioni consistenti possono innescare moti dell’aria con brezze fresche. Nella notte, limitando gli scambi radiativi verso il cielo, la copertura vegetale mantiene temperature più alte rispetto agli spazi aperti. Alberi e arbusti sono in grado di ombreggiare gli edifici: sono in questo caso preferibili le piante a foglia caduca, in modo che l’azione di schermatura sia

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prevalente nella stagione calda, nella stagione fredda non venga limitata la possibilità di utilizzare la radiazione solare come fonte di calore gratuito.

Possiamo distinguere, fra gli schermi vegetali, le siepi e gli arbusti caratterizzati da una base della chioma vicina al suolo e da limitato sviluppo in altezza, e, tra gli alberi, quelli utilizzabili in generale come schermi di copertura e, meno frequentemente, come schermi a parete. Anche le piante rampicanti possono essere molto utili nel controllo solare in quanto forniscono ombra e raffrescano per evaporazione. Possono essere utilizzate sia direttamente sulla parete che a formare pergole. Nella scelta del tipo di pianta da mettere a dimora, deve essere considerato il tipo di clima e di suolo destinato ad accoglierla. Dovrebbero in generale essere preferite le essenze autoctone. Importante è valutare della pianta la forma della chioma e l’altezza in relazione alle stagioni e alla funzione che dovrà svolgere.

In inverno le barriere di piante sempreverdi sono in grado di offrire protezione dai venti freddi.

L’attenuazione o il potenziamento delle correnti d’aria da parte di una barriera vegetale, quale una siepe, un insieme di cespugli o di alberi, dipende dalla forma, dall’altezza e dalla porosità della barriera stessa. Il filare di alberi senza foglie è quello che riduce di meno la velocità del vento. La barriera più densa di fogliame è quella che riduce più drasticamente la velocità del vento, ma è anche quella il cui effetto si fa sentire meno alla distanza. La barriera di media densità è quella che riduce la velocità del vento in misura tanto più persistente quanto più ci si allontani dall’ostacolo.

Il cambiamento dell’involucro edilizio ha trasformato la percezione visiva degli elementi costitutivi.

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ELEMENTI DI CONTENIMENTO LATERALE ESTERNI OPACHI

MURI SOLARI

Un muro solare è un sistema, a guadagno solare indiretto, costituito da una parete in muratura o calcestruzzo che immagazzina il calore e lo trasferisce all’interno. I muri solari sono rivolti a sud, verniciati con colori scuri e presentano la superficie esterna protetta da una vetrata che ne riduce le dispersioni di calore.

Esistono due tipi di muri solari: il muro massivo e il muro di Trombe.

Muro massivo: è un muro solare privo di aperture.

Muro di Trombe: è un muro solare con aperture sulla parete esterna sia in alto che in basso che consentono la ventilazione naturale all’interno dell’ambiente riscaldato.

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I vantaggi di un muro solare sono numerosi: dalle ridotte variazioni di temperatura nello spazio abitato al ritardo tra l’assorbimento dell’energia solare ed il rilascio nell’ambiente. Rispetto a un sistema a guadagno solare diretto, questa soluzione consente maggiore privacy e semplicità di dimensionamento.

FACCIATA VENTILATA

I rivestimenti di facciata di tipo ventilato sono soluzioni costruttive multistrato che consentono l’installazione a secco degli elementi di rivestimento; il principio generale di funzionamento è la realizzazione di un’intercapedine in cui l’aria fluisce dal basso verso l’alto per effetto camino, generando una ventilazione naturale sulle pareti dell’edificio.

La composizione tipo della parete ventilata può essere così schematizzata:

1. Lastre per il rivestimento esterno

2. Struttura portante: supporto metallico con sistema di aggancio 3. Camino d’aria

4 Strato isolante 5. Superficie muraria

La superficie muraria è a cappotto, per evitare le dispersioni termiche in corrispondenza di travi e pilastri che rappresentano i principali

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ponti termici delle pareti tradizionali. Il risultato è una diminuzione notevole della dispersione termica dovuta all’eliminazione di questi punti di discontinuità nell’isolamento.

Lo strato isolante è generalmente composto da un materiale che impedisce o rallenta il passaggio del calore (o del suono) da un ambiente all’altro. Si tratta di un isolante termico di spessore variabile a seconda del materiale impiegato e delle esigenze termiche di progetto, che viene applicato direttamente al supporto murario mediante tasselli meccanici.

L’intercapedine d’aria serve per:

- l’evacuazione del vapore acqueo proveniente dall’interno dell’edificio;

- la rimozione del calore per effetto del moto ascensionale d'aria in estate;

- un ulteriore strato isolante in inverno; - l’attenuazione del flusso termico.

Anche l’intercapedine d’aria posta tra l’isolante e il rivestimento esterno deve essere opportunamente dimensionata perché sia garantita una buona circolazione dell’aria.

Affinché possa innescarsi l’effetto camino, si devono prevedere aperture di ventilazione alla base e alla sommità della parete ventilata, protette da griglie. Tali aperture vanno chiuse d’inverno, in modo che lo strato d’aria, di uno spessore compreso tra i 30 e gli 80 mm, possa costituire un ulteriore strato resistente, che protegga l’edificio dal freddo.

La struttura portante è costituita da montanti, traversi, staffe e accessori di fissaggio in alluminio estruso.

Dal punto di vista strutturale, le pareti ventilate sono un vero e proprio sistema a sbalzo rispetto alle facciate tradizionali. Inoltre, a causa delle dilatazioni e dei ritiri dei vari materiali secondo movimenti lineari, i profili sono interrotti con un giunto di dilatazione ad ogni interpiano: ogni profilo montante è ancorato in maniera fissa alla

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staffa superiore, detta portante, mentre è ancorato in modo scorrevole, mediante asole, alle staffe intermedie, che hanno la funzione di scaricare le spinte orizzontali, consentendo i movimenti verticali dovuti alle dilatazioni termiche.

Il rivestimento esterno è in genere in lastre di cotto o gres porcellanato.

PANNELLI FOTOVOLTAICI

I pannelli fotovoltaici trasformano le radiazioni solari direttamente in energia elettrica e possono essere impiegati dagli stessi utenti al punto da renderli totalmente autonomi dalla rete.

I pannelli solari ad alto rendimento sono realizzati in silicio multicristallino. Il solare fotovoltaico, che rappresenta oggi una buona soluzione per richieste energetiche sia piccole (0-20 kW) sia medie (20 kW-1 MW), vanta una richiesta crescente in tutto il mondo e un’esperienza progettuale e industriale di oltre cinquant’anni.

Esistono già da anni costruzioni che combinano soluzioni architettoniche estetiche con soluzioni tecnologiche atte alla produzione di energia elettrica.

Un pannello fotovoltaico è costituito da un insieme di moduli fotovoltaici a loro volta costituiti da un insieme di celle. Un insieme di pannelli, collegati fra loro elettricamente in serie, costituiscono una stringa, e più stringhe collegate in parallelo formano un generatore o campo fotovoltaico.

I nuovi pannelli fotovoltaici a film sottile potranno ampiamente modificare la gamma di disponibilità e di applicazioni della produzione da fonti rinnovabili: realizzate con materiali organici, le nuove celle possono essere integrate nelle facciate degli edifici.

Il sistema fotovoltaico organico (OPV) è l’ideale per applicazioni su facciate, perché ultra leggero, ultra sottile, ultra efficiente, ed è in grado di raccogliere l’energia dalle radiazioni solari per un periodo di

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tempo maggiore rispetto ai tradizionali pannelli fotovoltaici, per i quali l’efficienza diminuisce all’aumentare della temperatura acquisita. Questi moduli possono essere disposti direttamente sul calcestruzzo, senza necessità di ventilazione degli stessi.

Il fotovoltaico BIPV (Building Integrated PhotoVoltaics) può essere integrato nell’involucro dell’edificio:

- sostituendo il manto di copertura (es. tegole o coppi) con un rivestimento idoneo, cui si sovrappone il campo fotovoltaico, in modo da risultare affogato nel manto stesso (diventando, quindi, elemento di copertura);

- con l’impiego di tecnologie idonee all’integrazione, come i films sottili;

- con l’impiego di moduli fotovoltaici strutturali, che svolgono anche la funzione di infisso, con o senza vetrocamera (diventando quindi elemento di contenimento esterno trasparente).

ELEMENTI DI CONTENIMENTO LATERALE ESTERNI TRASPRENTI

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Lo spazio abitato che presenta una finestra solare viene direttamente riscaldato dalla luce del sole. Le finestre sono rivolte a sud e devono essere schermate di giorno in estate, per evitare il surriscaldamento, e di notte in inverno per contenere le dispersioni.

SERRA SOLARE

La serra solare è un sistema tecnologico che sfrutta la radiazione solare per equilibrare gli apporti energetici all’interno della casa. La serra solare è un ambiente chiuso, ma deve sempre permettere la ventilazione naturale grazie all’utilizzo di serramenti apribili.

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La serra deve essere orientata a Sud in modo da avere un giusto rapporto sole-ombra. Gli orientamenti Est Ovest sono sconsigliabili per il surriscaldamento difficile da eliminare. L’orientamento a Nord non presenta problemi di surriscaldamento, ma può avere problemi durante il periodo invernale poiché la radiazione solare che attraversa la serra è molto debole.

La serra solare è chiamata anche giardino d’inverno: è utile collocarvi piante d’appartamento in grado di regolare la temperatura interna e l’umidità presente nell’ambiente.

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Le schermature esterne della radiazione solare diretta sono comunemente le imposte di legno costituite da un telaio fisso e da uno schermo composto da uno o più battenti.

Possono cambiare posizione ruotando intorno a un asse orizzontale o verticale, oppure scorrendo su un binario in senso verticale o laterale. Quando sono chiuse, non permettono alla luce di filtrare.

SCHERMI FISSI E SCHERMI MOBILI

La schermatura più efficace per una finestra rivolta a sud è quella orizzontale, mentre per le finestre rivolte ad est oppure ad ovest si devono usare schermi verticali. I dispositivi più semplici sono gli aggetti ed i frangisole. Il difetto principale degli schermi fissi è che l’entità della schermatura è determinata dalle stagioni solari, piuttosto che da quelle climatiche e ciò produce effetti schermanti anche in periodi in cui è richiesto un riscaldamento passivo. Gli schermi fissi

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tagliano sempre una parte della radiazione diffusa e quindi riducono l’illuminazione naturale.

Gli schermi mobili dovrebbero essere progettati allo scopo di isolare anche di notte durante la stagione del riscaldamento. Gli schermi interni sono meno efficaci in quanto la luce solare entra comunque nell’edificio e non può essere efficacemente riflessa all’indietro.

FACCIATE VETRATE A DOPPIA PELLE

Le doppie facciate sono una soluzione costruttiva complessa dell’involucro architettonico, in cui tra due pareti, generalmente vetrate (a volte solo quella esterna, nel qual caso siamo di fronte a un elemento di contenimento laterale opaco), viene interposta un’intercapedine d’aria. Una delle due pareti costituisce l’elemento di chiusura isolante vero e proprio, l’altra, che costituisce l’intercapedine ventilata, può essere posizionata sia di fronte agli ambienti interni dell’edificio che verso l’ambiente esterno, in base al funzionamento energetico concepito per l’involucro architettonico.

Nello schema riportato si vedono all’esterno la parete vetrata, l’intercapedine ventilata, il dispositivo di protezione solare, la parete interna trasparente/opaca.

Si tratta di una soluzione adatta a chiusure verticali esposte a sud, ad est e ad ovest per clima temperato o boreale.

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Ne consegue che in estate si avrà un basso fattore solare e in inverno una bassa trasmissione termica.

ELEMENTI DI COPERTURA

COPERTURA VENTILATA

Questa tecnica costruttiva permette di creare una copertura staccata dallo strato isolante, formando un’intercapedine che consente una ventilazione naturale sotto il rivestimento delle tegole. Il passaggio dell’aria permette di ridurre l’umidità, di aumentare la salubrità della copertura e di ridurre i costi di manutenzione ordinaria.

In estate, con le alte temperature, l’aria nell’intercapedine sottrae il calore accumulato nel sottotetto e, fuoriuscendo, rende gli ambienti più confortevoli.

In inverno la ventilazione permette, al contrario, che il tetto rimanga asciutto con il conseguente venir meno dei fenomeni di condensa, e di

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evitare, quindi, problematiche formazioni di muffa, umidità e gocciolamenti, garantendo una maggior durata della struttura.

Il tetto ventilato favorisce anche il non formarsi di ghiaccio sulle gronde, facilitando lo scioglimento uniforme della neve accumulata sul tetto.

Il tetto ventilato può essere realizzato tanto su una struttura in legno che su una struttura in cemento, ma sono in commercio anche intercapedini create in un particolare materiale sintetico, traspirante, che va steso sul manto di copertura, su cui verranno poi impostate le tegole. I vantaggi del tetto ventilato sono, però, particolarmente evidenti quando la copertura venga realizzata su una struttura portante in legno, materiale traspirante naturale, che contribuisce, perciò, a ridurre il tasso di umidità interno.

COPERTURE VETRATE

Per copertura in vetro si intende quella la cui struttura portante è realizzata in acciaio, legno, elementi prefabbricati, il cui tamponamento, ossia la pelle che riveste la struttura e la isola dall’esterno, è di vetro, comunque composto, cioè temperato, stratificato, a camera, in funzione delle esigenze del caso.

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Per copertura di vetro si intende quella la cui struttura portante, o gran parte di questa, è realizzata in vetro, vetro utilizzato indistintamente come trave e/o come pilastro, rimanendo invariata la natura del tamponamento, che, ovviamente, è di vetro. Questa copertura può essere definita di vetro, perché ogni elemento che la costituisce, sia esso sostegno o tamponamento, è costituito esclusivamente di vetro, ovviamente impiegato nelle opportune tipologie a seconda della funzione.

Le problematiche da affrontare per la scelta ottimale di una copertura vetrata sono varie, ma le principali sono relative all’illuminazione naturale, all’isolamento termico, all’irraggiamento solare, al fonoisolamento e alla sicurezza.

L’irraggiamento solare sulle coperture vetrate può essere oggi controllato mediante l’uso di vari prodotti vetrari, come vetri assorbenti, vetri riflettenti, vetri selettivi. I vetri assorbenti sono vetri

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colorati in pasta, che assorbono molta energia, disperdendone gran parte nell’ambiente esterno; i vetri riflettenti hanno la funzione di riflettere la luce solare, e quindi limitarne l’ingresso (ne esistono varie tipologie che permettono sempre una scelta ottimale); i vetri selettivi bloccano la parte di luce solare che genera calore e permettono l’ingresso dell’energia visibile, cioè della luce.

CAMINI DI VENTILAZIONE

L’ effetto camino è un fenomeno noto nell’architettura bioclimatica, connesso alla ventilazione naturale di un edificio. Molto spesso gli edifici si comportano come giganteschi camini, al cui interno l’aria circola in funzione delle differenze di pressione. Tali differenze sono responsabili della ventilazione naturale dell’edificio, fondamentale per il ricambio d’aria degli ambienti e il benessere termo-igrometrico degli occupanti.

In una casa a più piani, ai livelli alti salirà l’aria più leggera, cioè quella più calda, creando una pressione superiore a quella atmosferica, diversamente da quanto accadrà ai piani inferiori, dove la pressione sarà leggermente minore di quella atmosferica. Ne consegue che nei locali interrati si possa verificare un’indesiderata aspirazione dal terreno circostante di aria e gas nocivi, come il radon (presente nel tufo), e che dagli infissi mal sigillati ai piani più bassi di un edificio si possa avvertire più che altrove l’ingresso di spifferi d’aria fredda dall’esterno.

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Porte e finestre giocano un ruolo importante nella regolazione della ventilazione naturale e si devono, quindi, progettare in modo da determinare la posizione del punto neutro dell’abitazione, ovvero il punto (variabile in funzione degli infissi aperti) in cui la pressione interna è pari a quella esterna.

L’effetto camino è alla base del funzionamento delle pareti ventilate, dove l’eventuale condensa, cioè il vapore acqueo che si potrebbe formare sulla superficie esterna della parete, viene eliminata dal moto convettivo di aria che si crea nell’intercapedine. In estate, inoltre, il flusso d’aria nell’intercapedine fa sì che il calore accumulato dalla superficie esterna della parete non venga trasmesso all’interno, bensì dissipato.

TORRI DEL VENTO

Le torri del vento sono elementi autonomi integrati nell’edificio con la funzione di generare un movimento d’aria al loro interno e costituiscono un’indicazione efficace per il raffreddamento degli edifici in climi caldi aridi.

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La torre, generalmente suddivisa in più condotti interni, funziona alternativamente come elemento di captazione o di estrazione dell’aria, in relazione al periodo e alla presenza, o meno, di vento. Di notte la torre si raffredda poiché la massa muraria cede calore all’aria in essa contenuta, che si riscalda.

Si genera quindi, un moto ascensionale dell’aria che, richiamata da aperture poste alla base dell’edificio, favorisce il raffreddamento dell’edificio stesso e, soprattutto, della torre, che funge da accumulo di freddo.

Di giorno l’aria calda esterna, venendo a contatto con la massa muraria della torre, si raffredda e, aumentando di conseguenza la sua densità, scende verso il basso, entrando nell'edificio e provocandone il raffreddamento.

La torre è in genere collegata ai locali da raffrescare attraverso un canale sotterraneo che raffredda ulteriormente l’aria.

TETTO GIARDINO

L’utilizzo negli edifici di tetti giardino e tetti verdi, in sostituzione delle componenti convenzionali dell’involucro, ne migliora le prestazioni energetiche ed ambientali .

Questa soluzione contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e a migliorare l’aspetto delle città. Tra le principali caratteristiche di valenza ambientale dei sistemi costruttivi a verde vi sono l’assorbimento acustico e l’ottimizzazione idrica.

Il tetto verde o tetto giardino alleggerisce il carico sulla rete di canalizzazione delle acque bianche, rendendo percorribile la strada del riutilizzo delle acque piovane, previo recupero e filtrazione. La scelta delle specie vegetali da utilizzare deve tenere in considerazione ogni aspetto climatico che possa compromettere non solo la crescita ridotta o sbagliata della vegetazione, ma soprattutto il funzionamento sia della copertura che della parete: temperatura media giornaliera

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dell’aria, escursione termica giornaliera, umidità, precipitazioni, vento, sono solo alcuni dei parametri da considerare.

Il tetto giardino è costituito da un manto verde (prato, arbusti, vegetazione intensiva o estensiva); da uno strato di terriccio; da uno strato di separazione e di ancoraggio delle radici costituito da un filtro geotessile realizzato con fibre di poliestere e polipropilene; da uno strato di immagazzinamento dell’acqua, costituito da casseri in plastica con la funzione di stoccare l’acqua per renderla disponibile in caso di siccità al manto verde; da un filtro separatore o impermeabilizzazione.

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Bibliografia

L. Siragusa, L’energia del sole e dell’aria come generatrice di forme architettoniche, CLEUP Ed., Padova, 2009

Siti web www.architetturaecosostenibile.it_ www.fengshuitrainer.com_bioarchitettura www.iuav.it www.riqualificazioneenergetica.tv www.scuolaedile.com www.unifi. digilander.libero.it www.bioarchitettura-materiali.it www.casapassiva.com www.passive-on.org/it www2.isaac.supsi.ch www.enea.it/it/Ricerca_sviluppo www.archivetro.it www.casa33.com www.bioarchitetturafengshui.it www.mantidolci.it

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