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Asilo sostenibile per una società consapevole. Scuola dell'infanzia in Ticino per l'apprendimento autonomo. Progetto pilota per le sfide della società a 2000 W con l'uso innovativo di materiali bio-based

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Academic year: 2021

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L A B O R A T O R I O D I S I N T E S I F I N A L E POLITECNICO DI MILANO Polo territoriale di Lecco Corso di laurea in

INGEGNERIA EDILE - ARCHITETTURA Anno academico 2019-2020

Relatore : Prof. Ing. F. Pittau Co-relatore : Prof. Arch. P. Poggioli

Scuola dell'infanzia in Ticino per l'apprendimento autonomo. Progetto pilota per le sfide della Società a 2 000 W con l'uso innovativo di materiali bio-based.

A

S

S

C

A S I L O S O S T E N I B I L E P E R U N A S O C I E TÀ C O N S A P E V O L E

Marie CELESTIN 894753 Maud FOUQUERAND 897258 Léa GILBERT 897257

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SINOSSI

In un contesto di crisi ecologica e sociale, marcato dal cambiamento climatico, dall’esaurimento delle risorse e dalla rottura del legame sociale, questo progetto pilota propone nuove soluzioni per una scuola dell’infanzia che risponda alle problematiche di oggi. Situato nel Ticino, tra il lago di Lugano e quello di Como, in un paesaggio montagnoso, il progetto ASSC (Asilo Sostenibile per una Società Consapevole) favorisce l’apprendimento autonomo dei bambini, rafforza la consapevolezza della necessità di salvaguardare l’ambiente e utilizza in maniera razionale le risorse naturali e energetiche.

Pensata per stimolare i bambini, questa scuola dell’infanzia si basa sulle ricerche di pedagogie alternative. Immersa in un paesaggio eccezionale, l’asilo costituisce un piccolo villaggio inserito nel verde con blocchi ispirati dall’architettura vernacolare. È percorso da un cammino propizio alla scoperta, al confine tra interno ed esterno, che spinge i bambini all’esplorazione del loro ambiente. L’impatto globale sull’ambiente è ridotto grazie a una progettazione bioclimatica e all’uso innovativo di materiali bio-based. La struttura in legno micro-lamellare, i muri in terra cruda o paglia e le fondazioni in gabbioni sono tecnologie spesso dimenticate e implementate in quest’asilo per offrire un grande comfort interno senza sovraccaricare l’ambiente.

La regolazione del clima interno è stata modellata grazie a una simulazione dinamica che ha permesso di calcolare il bassissimo consumo energetico dell’edificio grazie a strategie di riscaldamento e rinfrescamento passivo, come un muro di Trombe in terra cruda. Inoltre, un’analisi globale del ciclo di vita, comprendendo l’energia incorporata nei materiali, il loro trasporto e il loro fine vita, ha mostrato che l’edificio aveva un bilancio totale ottimo, con un basso consumo di energia e poche emissioni di gas a effetto serra, e che rispettava quindi gli obiettivi della Società a 2 000 W, una proposta svizzera per rimanere sotto i 2°C di riscaldamento globale in 2100.

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ABSTRACT

We are living in a world on the brink of an ecological and social crisis, where global warming is threatening, natural resources are becoming scarcer, and social bonds have been weakened. These are the current issues to which this pilot project of a kindergarten proposes new solutions. Located in the canton of Ticino, between Lake Lugano and Lake Como, in a beautiful mountain scenery, our project entitled ASSC (Asilo Sostenibile per una Società Consapevole) fosters the development of individual learning pathways for each child, reinforces the public awareness about the protection of our environment, and makes a reasonable and sustainable use of natural resources and energy.

The school is being designed to stimulate the children, and is based on research about alternative pedagogical approaches. The kindergarten has a village-like organization: small houses inspired from local architecture are immersed in the surrounding natural landscape. This village is crossed by a special path designed for the children to discover and explore their environment, at the boundary between inside and outside. The overall impact on the environment has been minimized, thanks to bioclimatic design and an innovative use of bio-based materials. A structure in Laminated Veneer Lumber, walls made with straw bales or rammed earth and gabion foundations are constructive technologies that had been forgotten and are implemented in this school in order to guarantee great levels of indoor comfort without damaging the environment.

Indoor climate has been modelled thanks to a dynamic simulation and a computational fluid dynamics approach. The calculations show that passive and active strategies, including a Trombe wall with rammed earth, make the building extremely energy-efficient. Moreover, a life cycle analysis considering the embodied energy of materials, their transportation and their end of life has been carried out to assess the low energy needs and greenhouse gases emissions of the building during its entire life, making it possible to achieve the requirements of the 2 000 W Society, a Swiss program to stay below 2°C of global warming.

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INDICE

Sinossi ... 3 Abstract ... 5 Ringraziamenti ... 13

INTRODUZIONE

15

I N Q U A D R A M E N T O E O B I E T T I V I

A LA VALLE DI BREGGIA, TRA FIUME E MONTAGNA

21

Studio del contesto ricco di risorse naturali, favorevole alla progettazione di una scuola alternativa.

I. Contesto globale ...23

I.1. Una valle ai margini di una zona urbana frontaliera ... 23

I.2. Un paesaggio eccezionale ... 25

I.3. Condizioni meteorologiche ... 28

II. Il comune di Breggia ...31

II.1. Storia e organizzazione ... 31

II.2. Demografia ... 31

II.3. Scuole ... 32

III. Lattecaldo ...33

III.1. La scuola elementare esistente ... 33

III.2. Dintorni ... 33

IV. Analisi SWOT ...40

IV.1. Forze ... 40

IV.2. Debolezze ... 42

IV.3. Minacce ... 42

IV.4. Opportunità ... 43

B IL CONTINUO RINNOVO DEGLI ASILI

45

Analisi approfondita e scelta di temi progettuali per una scuola centrata sul bambino.

I. La genesi delle pedagogie ...47

I.1. Un contesto propizio alla nascita della scuola d’infanzia ... 47

I.2. Le prime scuole dell’infanzia ... 48

I.3. La prima generazione di pedagogie alternative ... 51

(8)

II. Diversi approcci di progettazione di scuole per l’infanzia ...60

II.1. Il lavoro sulla luce naturale ... 60

II.2. Un mondo pensato per il bambino ... 64

II.3. La scuola, una città alla scala dei bambini ... 69

II.4. Il rapporto interno-esterno nell’architettura scolastica ... 72

II.5. La progettazione dei playgrounds ... 77

III. La progettazione scolastica in Svizzera ...80

III.1. L’edilizia scolastica nel cantone Ticino ... 80

III.2. Studio funzionale delle scuole svizzere contemporanee ... 83

C SOLUZIONI PER UNA SOCIETÀ SOSTENIBILE

89

Strategie di progettazione per diminuire l’impatto ambientale dell’edificio. Presentazione del programma Società a 2 000 W.

I. Problematiche attuali ...91

I.1. Gli impatti causati dal settore delle costruzioni ... 91

I.2. Una ricerca continua di soluzioni ... 96

II. Strategie di progettazione ...98

II.1. La terra cruda ... 98

II.2. Muri di paglia ... 103

II.3. Il muro di Trombe ... 106

III. Il programma Società a 2 000 W ...109

III.1. Modello ... 109

III.2. Implicazioni per l’edilizia ... 110

P R O G E T T A Z I O N E A R C H I T E T T O N I C A

D UN’ARCHITETTURA INNOVATIVA

PER UN APPRENDIMENTO AUTONOMO

113

Sviluppo di un villaggio per i bambini inserito nel paesaggio e percorso da un cammino propizio alla scoperta.

I. Progettazione funzionale ...115

I.1. Il programma degli spazi ... 115

I.2. Lo schema funzionale ... 116

II. Concept ...118

(9)

IV. I diversi spazi della scuola ...132

IV.1. Il cammino della scoperta ... 132

IV.2. Le sezioni ... 138

IV.3. La ristorazione ... 141

IV.4. Il blocco amministrativo e l’aula movimento ... 143

IV.5. La zona gioco esterna ... 148

V. Verifiche normative ...152

V.1. Illuminotecnica ... 152

V.2. Antincendio ... 153

V.3. Accessibilità ... 155

I M P L E M E N T A Z I O N E D I M A T E R I A L I B I O - B A S E D

E IL LEGNO E LA PIETRA COME ELEMENTI STRUTTURALI

159

Calcolo della struttura diffusa in legno microlamellare. Progettazione di fondazioni in gabbioni, un’ alternativa alle fondazioni in calcestruzzo.

I. Principi progettuali ...161

I.1. Una struttura a telaio ... 161

I.2. I materiali utilizzati... 161

II. Azioni sulla costruzione ...163

II.1. I carichi permanenti ... 163

II.2. I carichi variabili ... 166

II.3. Azioni della neve ... 167

II.4. Azioni del vento ... 170

III. Predimensionamento degli archi del cammino della scoperta ...179

III.1. Definizione delle zone di calcolo ... 179

III.2. Metodologia ... 179

III.3. Studio di un arco ... 183

IV. Dimensionamento della sezione gialla ...189

IV.1. Descrizione dell’edificio ... 189

IV.2. Verifica della sezione gialla per sollecitazioni statiche ... 193

(10)

F USO DEI MATERIALI IN SINERGIA

215

Progettazione tecnologica con la paglia, la terra cruda e materiali a basso impatto ambientale.

I. Pacchetti tecnologici ...217

I.1. Elementi orizzontali... 217

I.2. Elementi verticali ... 219

I.3. Cammino della scoperta ... 224

II. Dettagli tecnologici ...228

II.1. Muro in paglia ... 228

II.2. Muro di trombe ... 231

II.3. Il cammino della scoperta ... 234

II.4. Altri dettagli rilevanti ... 238

G MESSA IN OPERA PRATICA

243

Prove sull’argilla e fasi di montaggio con la costruzione di un modello in scala 1:20.

I. Prove sull’argilla ...245

I.1. Principi e obiettivi ... 245

I.2. Protocollo sperimentale ... 245

I.3. Risultati... 246

I.4. Conclusioni ... 247

II. Costruzione di un modello a scala 1:20 ...248

II.1. Obbiettivi ... 248

II.2. Fasi di montaggio ... 248

R A G G I U N G I M E N T O D E G L I O B I E T T I V I A M B I E N T A L I

H UN EDIFICIO VERSO L’USO RAZIONALE

DELLE RISORSE ENERGETICHE

255

Strategie energetiche e analisi dinamiche. Valutazione dell’impatto del muro di Trombe.

III. Strategie di progettazione ...257

III.1. Strategie passive ... 258

III.2. Strategie attive ... 261

(11)

IV. Simulazione dinamica dell’edificio ...265

IV.1. Inquadramento dello studio ... 265

IV.2. Modellazione ... 266

IV.3. Risultati... 272

V. Studio dinamico del muro di Trombe ...284

V.1. Principi di modellazione ... 284

V.2. Input della modellazione ... 285

V.3. Output della modellazione ... 290

V.4. Conclusioni sul muro di Trombe ... 293

I

UN IMPATTO RIDOTTO DURANTE IL CICLO DI VITA

295

Valutazione con il metodo Life Cycle Assessment (LCA). Confronto con soluzioni classiche e con gli obiettivi della Società a 2 000 W.

I. Definizione e protocollo LCA ...297

I.1. Definizione ... 297

I.2. Indicatori ... 298

II. Determinazione dei dati ...300

II.1. Definizione di obiettivo e campo di applicazione ... 300

II.2. Analisi di Inventario: LCI ... 300

II.3. Valutazione degli impatti: LCIA ... 302

III. Interpretazione...304

III.1. I risultati ottenuti sull’edificio ... 304

III.2. Confronto con altre soluzioni ... 306

III.3. Confronto tra efficienza energetica e scelta dei materiali ... 308

J CONCLUSIONE

311

Conclusioni, Indice delle figure, Indice delle tabelle, Bibliografia.

I. Conclusione ...313

II. Elenco delle figure...316

III. Elenco delle tabelle ...324

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RINGRAZIAMENTI

Alla conclusione di questa tesi, che si compone di un periodo di dieci mesi di profondo apprendimento, vorremo ringraziare tutte le persone che ci hanno dedicato il loro tempo e hanno contribuito al livello raggiunto grazie ai loro preziosi aiuti. In particolare, esprimiamo gratitudine:

Al prof. Ing. Francesco Pittau, il nostro relatore, per il suo entusiasmo, la sua capacità di capire le nostre aspettative, la sua guida per indirizzarci verso un tema interessante, la sua assistenza per risolvere i problemi e dirigerci verso professori adeguati,

Al prof. Arch. Piero Poggioli, il nostro correlatore, e l’insieme dei professori di composizione 1, per la loro disponibilità, i loro consigli avvisi, la loro attitudine a ascoltare e darci i riferimenti appropriati al nostro progetto; e al dott. Ing. Jean Noël, per la sua reattività, l’averci offerto il suo software KoZiBu (precedemente CodyBat), il suo supporto tecnico ed il suo lavoro di verifica e di rilettura,

Al comune di Breggia per averci fornito i documenti del bando di concorso e a Attilio Bossi, custode della scuola elementare, per la sua gentilezza, il suo sorriso, per l’averci permesso di visitare il lotto e vedere i progetti professionisti del concorso,

Al prof. Ing. Giovanni Dotelli, per averci accolto nel suo laboratorio a Milano nonostante la sua piena agenda, i suoi consigli, per averci dato l’accesso al software Simapro, e aver verificato il nostro lavoro sull’analisi del ciclo di vita; al prof. Ing. Graziano Salvalai, per aver controllato l’analisi dinamica sul muro di Trombe; al prof. Ing. Marco Imperadori, per averci fatto capire di analizzare più approfonditamente il funzionamento del muro di Trombe; alla prof. Ing. Tiziana Poli, per averci consigliato nella scelta del software per modellizzare il muro di Trombe; al prof. Ing. Paolo Martinelli, per averci comunicato la legge italiana per calcolare gli effetti del vento; al prof. Ing. Matteo Ruta, per i suoi consigli di presentazione del lavoro fatto nella tesi; e al prof. Arch. Paolo Bossi, per la sua simpatia e il suo sguardo benevolo durante i brainstorming,

Al sig. Sergio Brambilla, e tutto il gruppo del supporto tecnico, per la loro reattività e disponibilità per fare le prove sull’argilla e stampare gli elementi necessari per il modellino,

A Daniela, Davide, Elisa, Fabiana, Francesca D., Francesca M., Giulia, Laura, Luca, Mariarosaria, Matteo, Nese, Paola, Pietro, Sara, Simone, per aver decifrato e corretto 500 pagine scritte da francesi,

A Matéo e al suo prof. Ing. Philippe Barthélémy, per averci permesso di iscriverci al concorso !mpact,

A Quentin, per il suo computer che ci ha permesso di ottenere i render; a Clara, per i suoi codici di accesso alle banche dati svizzere; a Cannelle, il coniglio di Clémence et Yoann, per averci ceduto un po’ del suo fieno; a Thomas, per il suo filo per tagliare il polistirolo; a Thibaut, per averci permesso di sporcare il suo appartamento durante la costruzione del modellino,

A Axel e Stephane per il loro supporto durante le numerose pause; alle cameriere della caffetteria PoliEATecnico; alla tesi SVEVAH; a Faupierol per i loro consigli sui diversi software e aver creato il concept di “semaine du futur”; ai nostri cari per averci sostenute e in particolare i genitori di Maud per averci accolte per due settimane per redigere una parte della relazione della tesi.

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La crisi ecologica che viviamo ci costringe a sconvolgere i nostri modi di produrre e consumare; il settore dell’edilizia, con il 36% del consumo energetico globale finale e il 39% delle emissione di CO2 legate all’energia (fonte: UNEP), non sfugge questa movenza. Diverse strade si tracciano oggi per raccogliere la sfida, in particolare quella della “frugalità”, che un numero crescente di architetti e ingegneri sta promuovendo, cosi come il gruppo del “Manifeste pour une frugalité heureuse et créative” in Francia (Manifesto per una frugalità felice e creativa). Frugalità nella scelta dei materiali, locali e economici in risorse (materiali bio-based o geo-based principalmente) ma anche nella tecnicità, in un ottica di tipo “low-tech”. Il concorso francese !mpact, al quale abbiamo partecipato a luglio, è un esempio dell’importanza di quest’approccio: ha lo scopo di premiare studenti per progetti in cui vengono utilizzati i materiali bio-based e geo-based. Il progetto ASSC (Asilo Sostenibile per una Società Consapevole) è stato scelto e esposto con i 12 migliori progetti alla Cité de

l’Architecture et du Patrimoine a Parigi lo scorso novembre.

Il nostro poster esposto alla Cité de l’Architecture et du Patrimoine per la premiazione

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Infatti, il progetto sviluppato in questo lavoro di tesi aveva un ruolo accademico che si posiziona nelle sperimentazioni attuali sull’uso contemporaneo dei materiali bio-based. L’obiettivo iniziale della tesi come l’avevamo pensato nel mese di marzo era di ridurre al massimo il consumo energetico e l’impatto ambientale dell’edificio, sia nella fase d’uso che nella costruzione. In questo scopo si è imposto l’uso di risorse rinnovabili, locali, bio-based o di riciclo. Volevamo anche un’edificio importante dal punto di vista sociale, che potrebbe giocare un ruolo di manifesto per sensibilizzare le generazioni future. Una scuola era a questo punto una scelta che aveva senso. Inoltre, l’asilo ci ha permesso di sviluppare un edificio di dimensione ridotta: diventa cosi possibile studiare tutte le soluzioni tecniche con cura.

La scelta della Svizzera italiana fu motivata dalla vicinanza geografica, dall’importante sviluppo delle pedagogie alternative nell’educazione e dalle forte ambizioni ambientali nel paese. Abbiamo cercato un concorso aperto ai professionisti per studiare un caso reale, con tutta la sua complessità e i suoi vincoli. Il concorso scelto prevedeva la progettazione di una scuola dell’infanzia vicina a una scuola elementare esistente. Inoltre, il posto del concorso, nella valle di Breggia, ci è piaciuto per il contesto naturale eccezionale e il paesaggio montagnoso ispirante.

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Il progetto sviluppato ha delle ambizioni accademiche e di ricerca e si può interpretare come un modello di edificio resiliente che da una risposta alla crisi ecologica e un esempio di un nuovo modo di costruire, molto attento all’impatto ambientale e all’uso sostenibile delle risorse, senza tuttavia dimenticare la riflessione architettonica. Il progetto risponde ai suoi obiettivi iniziali: pensare un’ asilo adatto al pensiero delle pedagogie alternative, senza utilizzare calcestruzzo ne prodotti derivati dal petrolio per studiare le possibilità e limiti dei materiali alternativi.

Nel processo di progettazione, abbiamo prima definito gli obiettivi e effettuato delle ricerche sugli asili contemporanei e sulle tecniche costruttive ecologiche. Il progetto architettonico era quindi dall’inizio strettamente legato al progetto tecnologico, per poter ottenere un edificio coerente e che rispondesse a tutte le esigenze ambientali. Le tecnologie utilizzate sono sempre state valutate per poter verificare la loro efficienza e i loro limiti. Il progetto è andato fino a una messa in opera pratica, con delle prove sulla costruzione in terra cruda e la costruzione di un modello scala 1:20.

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INQUADRAMENTO E OBIETTIVI

LA VALLE DI BREGGIA,

TRA FIUME E MONTAGNA

Studio del contesto ricco di risorse naturali, favorevole alla

progettazione di una scuola alternativa.

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I. CONTESTO GLOBALE

In questa parte verrà esposta la situazione generale del lotto, tra cui la relazione con i suoi dintorni e la ricchezza del contesto paesaggistico, particolarmente importante.

I.1. UNA VALLE AI MARGINI DI UNA ZONA

URBANA FRONTALIERA

Il lotto di concorso è situato in prossimità della zona urbana tra i laghi di Como e Lugano, a cavallo tra la Svizzera e l’Italia. Le regioni interessate in questo caso sono il Ticino in Svizzera e la Lombardia in Italia, entrambe di lingua italiana. Le città principali nella zona sono Como e Cernobbio, nel lato italiano, e Mendrisio e Chiasso, nel lato svizzero.

La superficie urbana si estende nelle zone pianeggianti tra le montagne e lungo i laghi. È caratterizzata dal passaggio dell’autostrada A2 in svizzera e A9 in Italia, che collegano Milano alla Svizzera passando per Como. Le strade extraurbane completano la rete stradale principale, collegandosi a Varese, e seguendo i bordi del lago. La ferrovia a lunga percorrenza segue lo stesso tracciato, permettendo collegamenti tra l’Italia e la Svizzera grazie ad un’azienda italiano-svizzera (Tilo) che garantisce il trasporto tra Ticino e Lombardia.

La zona è marcata da un rilievo montagnoso. In tale contesto si inserisce la valle di Muggio, valle pittoresca che si inoltra all’ingresso delle Alpi, tra le montagne che circondano i laghi. La valle termina con il Monte Generoso, che culmina a 1701 m. Il carattere accidentato della valle ha permesso di mantenere un paesaggio ancora poco urbanizzato. Da 125 anni il trenino a cremagliera parte da Capolago sul lago di Lugano per raggiungere la vetta a 1704 m percorrendo per 9 km la cornice montana del parco naturale del Monte Generoso. Il treno a vapore del 1890, il più vecchio in circolazione in Svizzera, e i treni d’epoca del 1950, permettono di rivivere i tempi della Belle Époque.

Il lotto si trova nel comune di Breggia che ha sede a Morbio Superiore ed è il risultato dell’unione degli ex-comuni della sponda sinistra della Valle di Muggio, ora frazioni di Bruzella, Cabbio, Caneggio, Morbio Superiore, Muggio, Roncapiano, Sagno e Scudellate.

La valle è lontana dalle vie di comunicazione principali, ma è collegata da una rete di bus che la percorrono; tuttavia la frequenza di questi bus rimane bassa e l’automobile è dunque ancora indispensabile ed è il mezzo preferito nella regione.

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VERSO

LUGANO VERSO

BELLAGIO VERSO IL

NORD DEI LAGHI E LA VALTELLINA VERSO VARESE E MALPENSA VERSO MILANO Melano Maroggia Rovio Capolago Riva San Vitale Meride Tremona Besazio Novazzano Gaggiolo Bizzarone Uggiate Trevano Gaggino Mastreno Bernasca Cavallasca

San Fermo della Battaglia

Lazzago Vergosa Ravona Boscone Montano Valmorea Albiolo Somaino Cagno Arzo Saltrio Clivio Viggiù Rancate Ligornetto Genestrerio Stabio Coldrerio Castel San Pietro Sagnino Tavernola Gironico al Piano Breccia Morbio inferiore Erbone Occagno Argegno Casaco Intelvi Castiglione d’Intelvi Erno Valeso Zelbio Madrona Cernobbio Monte di Lenno Moltrasio Torno Carate Urio Laglio Brienno Nesso Sagno Morbio Superiore Lattecaldo Campora Monte Casima Caneggio Bruzella Cabbio Muggio Roncapiano Scudellate Vacallo Maslianico Chiasso Balerna COMO Brunate Civiglio Camnago Volta Tavernerio

Albese con Casano Montorfano Lipomo Lipomo Drezzo Parè Ronago Svizzera Sviz zera Italia Italia L a g o d i C o m o Breg gia L a g o d i L u g a n o MONTE GENEROSO 1701 m MENDRISIO 1500m 1000 500 0 Melano Maroggia Rovio Capolago Riva San Vitale Meride Tremona Besazio Novazzano Gaggiolo Bizzarone Uggiate Trevano Valmorea Arzo Saltrio Clivio Viggiù Rancate Ligornetto Genestrerio Stabio Coldrerio Castel San Pietro Sagnino Tavernola Morbio inferiore Erbone Occagno Argegno Casaco Intelvi Castiglione d’Intelvi Erno Valeso Zelbio Madrona Cernobbio Monte di Lenno Moltrasio Torno Carate Urio Laglio Brienno Nesso Sagno Morbio Superiore Lattecaldo Campora Monte Casima Caneggio Bruzella Cabbio Muggio Roncapiano Scudellate Vacallo Maslianico Chiasso Balerna Brunate Ronago Svizzera Sviz zera Italia L a g o d i C o m o Breg gia L a g o d i L u g a n o MONTE GENEROSO 1701 m MENDRISIO Fig. A.2

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Melano Maroggia Rovio Capolago Riva San Vitale Meride Tremona Besazio Novazzano Gaggiolo Bizzarone Uggiate Trevano Gaggino Mastreno Bernasca Cavallasca San Fermo della Battaglia

Lazzago Vergosa Ravona Boscone Montano Valmorea Albiolo Somaino Cagno Arzo Saltrio Clivio Viggiù Rancate Ligornetto Genestrerio Stabio Coldrerio Castel San Pietro Sagnino Tavernola Gironico al Piano Breccia Morbio inferiore Erbone Occagno Argegno Casaco Intelvi Castiglione d’Intelvi Erno Valeso Zelbio Madrona Cernobbio Monte di Lenno Moltrasio Torno Carate Urio Laglio Brienno Nesso Sagno Morbio Superiore Lattecaldo Campora Monte Casima Caneggio Bruzella Cabbio Muggio Roncapiano Scudellate Vacallo Maslianico Chiasso Balerna COMO Brunate Civiglio Camnago Volta Tavernerio

Albese con Casano Montorfano Lipomo Lipomo Drezzo Parè Ronago Svizzera Svizzera Italia Italia L a g o d i C o m o Breg gia L a g o d i L u g a n o MONTE GENEROSO 1701 m MENDRISIO 1500m 1000 500 0

I.2. UN PAESAGGIO ECCEZIONALE

1. Tra acqua e montagne

Il fiume Breggia

Il fiume Breggia nasce tra il Monte Generoso e il Monte d’Orimento in località Barco dei Montoni in Provincia di Como (Altitudine 1389m), scorre nella Val Breggia a cui dà il nome, entra in territorio svizzera nei pressi dell’abitato di Erbonne, attraversa tutta la Valle di Muggio fino a Vacallo/Chiasso per poi rientrare in Italia a Maslianico.

I laghi

Il lago di Como è un lago italiano naturale prealpino di origine fluvioglaciale ricadente nei territori appartenenti alle province di Como e di Lecco.

Il lago di Lugano è un lago prealpino ramificato lungo il confine italo-svizzero. La divisione amministrativa è piuttosto complessa, estendendosi tra il Cantone Ticino, la Provincia di Como e la Provincia di Varese.

Le montagne

Le montagne circostanti sono principalmente costituite da rocce calcaree, leggermente marmose, piuttosto comuni nelle alpi italiane (come nelle Dolomiti), ma diverse dagli gneiss di silicee del resto del Ticino. La valle è diventata per questa ragione un posto apprezzato per l’industria del cemento.

2. Una vegetazione principalmente boschiva

I boschi

Circa un terzo della superficie svizzera è coperto da boschi, ma nel cantone Ticino, questa proporzione raggiunge il 52,8% (Inventario forestale nazionale svizzero (IFN3, 2004/2006), WSL.). Con questa superficie, è il cantone il più densamente boscato a

Divisione territoriale Zona urbana Zona urbana Comune di Breggia Zona d’intervento Lattecaldo Frontiera Svizzera - Italia Accessibilità Autostrade Strade extraurbane Ferrovia principale Stazioni principali Ferrovia locale Linee di autotrasporto

nella Valle di Muggio

Elementi ambientali Rilievo Fiume Breggia Lago Agricoltura intensiva Agricoltura estensiva Ambienti secchi Pagina di sinistra :

Fig. A.2 - Mappa d’inquadramento e d’accessibilità

Fig. A.3 - Mappa di contesto paesaggistico e tutela ambientale

Foreste

Tutela ambientale

UNESCO siti naturali Zone Smeraldo Pro Natura: Riserve naturali

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6km 4 2 0Scala 1: 200,000 Stampato il 23.08.2019 10:04 CEST https://s.geo.admin.ch/83e8dc4b20

Fig. A.4 - La Breggia nel parco delle Gole della Breggia

Fig. A.5 - Mappa geologica del Ticino. In rosa/rosso sono le rocce di tipo Gneiss (silicee). Notiamo la macchia blu-verde a Sud, che corrisponde a rocce calcaree.

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livello federale. La presenza di latifoglie (58,3%) è superiore a quella delle conifere (41,7%). Le principali specie arboree presenti sono l’abete rosso (21,5%), il faggio (20,1%), il castagno (18,3%), il larice (13,9%), la betulla (5,8%) e l’abete bianco (4,8%). 78 000 mc di boschi ticinesi sono utilizzati, di cui il 75% per un uso energetico, e il resto per paleria o legname da costruzione (Fonte: Ufficio di statistiche, Ticino). Essendo questa quantità ancora ben al di sotto del potenziale di produzione legnosa sostenibile l’uso dei boschi è in aumento da più anni, e l’obiettivo del cantone è di raddoppiarne l’utilizzo.

Nella valle di Muggio, il castagno è particolarmente presente, anche per la sua presenza nella cultura locale. Infatti, i contadini locali portavano ogni anno le loro castagne alla graa (o metato), per essiccarle. Tre settimane dopo, tutti si ritrovano per festeggiare il giorno della battitura delle castagne. Questa tradizione è ancora viva e la castagna è divenuta un vero e proprio simbolo per gli abitanti della valle.

Il legno di castagno è anche molto interessante per l’edilizia, perché ha la particolarità di resistere all’esterno senza alcun trattamento grazie ai suoi tannini.

L’agricoltura

Le superfici agricole utili in Ticino non sono molto numerose, e la dimensione delle aziende agricole è più piccola che nel resto della Svizzera. Grande parte di questa superficie è occupata da prati naturali e pascoli; il resto è soprattutto legato alle colture vinicole (5% della superficie utile), e di cereali, principalmente frumento e mais. L’espansione urbana nelle zone di pianura impedisce in gran parte lo sviluppo agricolo, per i cereali e le patate in particolare.

3. Preservazione del territorio

Paesaggio svizzero dell’anno 2014

La valle di Muggio è stata eletta nel 2014 “paesaggio svizzero dell’anno” dalla fondazione svizzera per la protezione e la pianificazione del territorio. Non è molto conosciuta nel resto della Svizzera, nonostante presenti paesaggi variegati, principalmente boschi, villaggi vernacolari e piccole costruzione tipiche in pietra.

Questo titolo è stato soprattutto conferito per la buona gestione della pianificazione del territorio e la preservazione della cultura locale. Infatti, il museo etnografico della valle di Muggio, nella frazione di Cabbio, fu creato in 1980, e ha avuto da questo momento un ruolo decisivo. Oltre ad esporre collezioni sulla civiltà rurale o dedicate al territorio, partecipa attivamente alla protezione del patrimonio costruito della valle, come per esempio con il graa di Roncapiano (per l’essiccazione delle castagne), con il roccolo di Scudellate (per catturare gli uccelli di passo), con mulini o muri a secco.

Castagno Faggio

Larice Abete Rosso

Fig. A.6 - Tipi di alberi principali in Ticino

Fig. A.7 - La battitura delle castagne in 2018 a Cabbio (frazione di Breggia)

Fig. A.8 - Il mulino di Bruzella, ancora in attività, preservato grazie all’azione del museo etnografico della valle di Muggio

(27)

Tra l’altro, l’azione di quest’istituzione ha permesso di fermare progetti di estrazione del calcare o di insediamento turistico, e il vecchio sito dell’azienda del cemento Saceba è stato ristrutturato in modo esemplare (gli edifici dell’azienda sono stati recuperati per esposizioni ed eventi, e la vecchia cava integrata nel parco delle gole della Breggia in un “percorso del cemento” didattico dove si può passeggiare.

Rete Smeraldo

La rete Smeraldo è una rete ecologica al livello europeo, composta da zone di interesse speciale per la conservazione delle specie. La sua messa in opera fu lanciata dal Consiglio dell’Europa nell’ambito della convenzione di Berna. L’obiettivo principale è la sopravvivenza a lungo termine delle specie e habitat della convenzione di Berna che necessitano una protezione specifica.

La zona nel nostro contesto è la zona smeralda CH36 Monte Generoso, ed è caratterizzata dalla ricchezza delle specie presenti, tra cui alcune endemiche. La classificazione della zona permette di sorvegliare l’impatto negativo dell’alta attrattiva turistica del Monte Generoso, particolarmente visitato grazie alla linea ferroviaria che lo raggiunge.

Siti naturali Unesco

La regione è un testimone particolarmente interessante in termini geologici. Infatti, la zona è ricca di fossili, in particolare il Monte San Giorgio, a Sud del lago di Lugano, che è classificato come sito naturale dall’Unesco. La zona è considerata come il migliore testimone della vita marina del Triassico (245 a 230 milioni di anni fa). In questo periodo, la zona era una laguna tropicale. Il Monte San Giorgio contiene in particolare fossili di rettili, pesci, bivalvi, ammoniti, echinodermi e crostacei, ma anche numerosi e diversi vestigi della vita terrestre, di cui molti sono eccezionalmente

Fig. A.9 - Una vista sul percorso del cemento, sul bordo della Breggia. A sinistra, delle culture viticole.

(28)

completi e ben conservati. La lunga storia di studio del sito e la gestione disciplinata delle risorse hanno creato una collezione di esemplari ben documentata e catalogata, di qualità eccezionale, che formano una ricca letteratura geologica.

Il sito è protetto, in Svizzera come in Italia (dove se ne trova una parte), da una legislazione che offre una tutela efficace alle sue risorse geologiche. La protezione del sito prevede anche la protezione del paesaggio e delle misure legislative appropriate sono in vigore, così come procedure di gestione realmente applicate al livello locale e garantite dal sostegno dei governi nazionali, regionali e provinciali.

Riserve naturali Pro Natura

Pro Natura è la più vecchia organizzazione di protezione della natura in Svizzera. Gestisce circa 700 riserve naturali e una dozzina di parchi naturali in tutta la Svizzera.

Hanno classificato la zona del Monte Generoso come riserva naturale, e fanno azioni per proteggere la vita animale in questa zona, come manifestazioni contro la caccia nella valle, ma hanno avuto anche un ruolo decisivo nell’abbandono dell’estrazione del biancone.

I.3. CONDIZIONI METEOROLOGICHE

Le due stazioni meteorologiche nelle vicinanze dell’area di progetto sono quelle di Stabio e del Monte Generoso.

Fig. A.10 - Dati climatici della stazione di Stabio

(29)

Stabio • Altitudine: 353m • Esposizione: Pianura • Date da 01/08/1981 Monte Generoso • Altitudine: 1600m • Esposizione: Cima • Date da 01/08/1992

I dati climatici della stazione di Stabio, più simili al clima della zona di progetto (600m d’altitudine), presentano un clima temperato piuttosto caldo. Essendo una zona montagnosa, è molto piovosa: anche durante i mesi più secchi c’è una quantità di pioggia significativa. La somma annuale di precipitazioni è di circa 1500mm.

La durata del soleggiamento è di 1880 ore/anno, ma si nota che i periodi autunnali e primaverili, in particolare novembre e aprile, marcano una riduzione del soleggiamento. Invece, il periodo invernale sembra piuttosto soleggiato, fattore interessante per la captazione degli apporti solari gratuiti.

La stazione del Monte Generoso presenta profili simili a quella di Stabio per il soleggiamento e le precipitazioni, e un profilo dello stesso tipo per la temperatura, ma di cinque gradi più basso. Si può quindi ipotizzare che i dati climatici della stazione di Stabio possano essere utilizzati con temperature abbassate di un grado.

Fig. A.11 - Grafici della durata del soleggiamento e delle temperature tra agosto 2018 e agosto 2019

(30)

Fig. A.14 Fig. A.15

(31)

II. IL COMUNE DI BREGGIA

II.1. STORIA E ORGANIZZAZIONE

Il comune di Breggia è stato creato nel 2009 dal raggruppamento di otto villaggi della valle (Bruzella, Cabbio, Caneggio, Morbio Superiore, Muggio, Roncapiano, Sagno e Scudellate.). Questi villaggi popolavano la valle da secoli, come per esempio il villaggio di Cabbio, già citato nel 1188. Erano villaggi in cui le principali fonti di sostentamento derivavano dalla pratica dell’agricoltura, dallo sfruttamento delle alpi e dei boschi e dall’emigrazione.

Sullo stemma comunale (Fig. A.12), ideato dal grafico Ivan Artucovich, sono proposti elementi importanti per la popolazione della valle intera, e che li unisce. Si notano in particolare le castagne, di cui è già stato parlato prima (pagina 25), che sono sei come le sei frazioni del comune, ma anche il fiume Breggia, che percorre tutto il comune e lo unisce.

Il comune è quindi organizzato in frazioni, che corrispondono ai vecchi villaggi. I villaggi sono situati lungo il fiume, e vi si accede dalla strada principale che li collega tutti.

II.2. DEMOGRAFIA

Dopo la seconda guerra mondiale, la valle ha conosciuto uno spopolamento importante dovuto al cambiamento del sistema socio-economico e all’abbandono progressivo dell’agricoltura. Dagli anni ‘90, si nota un aumento dei villaggi più prossimi alla zona urbana come Morbio superiore, Sagno e Caneggio.

Infatti, il comune di Breggia ha una popolazione che è aumentata del 3,5% dal 2010 (data da cui abbiamo i dati sulla popolazione del comune, siccome esiste solo da 2009). Quest’aumento è dovuto da nuove allestimenti nel comune piuttosto che dall’aumento naturale della popolazione. Gli scenari del cantone prevedono un aumento del 19% della popolazione del cantone Ticino nei 30 prossimi anni. Il comune di Breggia potrebbe vedere la sua popolazione aumentare leggermente, perché offre un ambiente piacevole e naturale, ma non molto lontano delle zone urbane e che offrono opportunità professionali.

Tuttavia, accoglie per il momento ancora una popolazione piuttosto anziana, come si vede sulla piramide delle età (Fig. A.13).

Fig. A.12 - Lo stemma comunale

20 23 37 55 83 89 122 179 160 120 97 24 24 62 62 62 97 127 189 130 140 131 250 200 150 100 50 0 50 100 150 200 0 - 2 anni 3 - 5 anni 6 - 11 anni 12 - 17 anni 18 - 24 anni 25 - 34 anni 35 - 44 anni 45 - 54 anni 55 - 64 anni 65 - 74 anni 75 e più Femmine Maschi

Fig. A.13 - Piramide dell’età. A sinistra le donne, a destra i uomini.

Pagina di sinistra : Fig. A.14 - Strada di Caneggio Fig. A.15 - Vista sulla valle Fig. A.16 - Formazione roccosa nelle

Gole della Breggia Fig. A.17 - Edificio in pietra calcarea

tipica della valle Fig. A.18 - Chiesa Santa Maria

Assunta a Caneggio Fig. A.19 - Vista su Morbio inferiore

(32)

II.3. SCUOLE

Attualmente, il comune comprende due scuole dell’infanzia, che accolgono ciascuna meno di 25 bambini. Una è situata a Caneggio, e l’altra a Morbio superiore. Un sistema di bus scolastici è già presente, e percorre la valle per accompagnare i bambini a scuola. La scuola primaria, che è stata realizzata nel 1974, aveva già lo scopo di creare un polo scolastico raggruppando anche la scuola dell’infanzia.

Infatti, il posizionamento del lotto a Lattecaldo è adatto per le attività didattiche esterne, perché sfrutta la sua ubicazione immersa nella natura, con una vista panoramica sulla valle. E’ anche una scelta razionale dal punto di vista della logistica, cioè per il trasporto in bus dei bambini dai loro centri abitati, essendo situato fra l’imbocco della Valle di Muggio, Morbio Superiore e Sagno. 600m 400 200 0 Lattecaldo Castel San Pietro Morbio inferiore Sagno Morbio Superiore Campora Monte Casima Caneggio Bruzella Cabbio Muggio Roncapiano Scudellate Vacallo Fiume Breggia

Frazioni del comune di Breggia

(area proporzionale al numero di abitanti) Bus pubblico

Sezioni attuali della scuola dell’infanzia Bus scolastico Futura scuola dell’infanzia che unirà le due sezioni

Fig. A.20 - Scuola dell’infanzia a Caneggio

Fig. A.21 - Scuola dell’infanzia a Morbio superiore

(33)

III. LATTECALDO

Come descritto prima, il lotto del concorso, la particella 455, si trova poco sopra Morbio Superiore, all’imbocco della Valle di Muggio, alla deviazione per Sagno in cima a un promontorio chiamato Lattecaldo, un tempo ad uso agricolo, oggi zona di interesse pubblico nel Piano Regolatore.

III.1. LA SCUOLA ELEMENTARE ESISTENTE

L’edificio scolastico esistente è stato progettato dell’architetto Finzi e realizzato nel 1974. È costituito da un corpo centrale con dei bracci e si adagia sul terreno adattandosi ai dislivelli. I corpi dell’edificio creano degli spazi esterni con gli elementi naturali che lo circondano, come pianori, scarpate, massi rocciosi e alberi, fondendosi con il paesaggio stesso. Si creano così delle visuali di pregio fruibili dalle vetrate delle aule e dei corridoi in particolare a Sud e a Nord dell’edificio.

A Nord dell’edificio, le vetrate del corpo centrale si affacciano su uno spazio esterno limitato da un anfiteatro ricavato da una scarpata (Fig. A.29), sovrastato dalla collinetta che si trova al centro del comparto. A Sud le aule si affacciano su un suggestivo e ampio spazio esterno, un prato limitato da un lato dalla palestra e dall’altro da un filare di alberi.

Nella scuola esistente, il legno è usato estensivamente, nelle coperture, all’esterno come all’interno, in particolare nella palestra, interamente di legno all’interno (Fig. A.30).

Oltre ai dislivelli dei solai, la scuola presenta dei dislivelli nei tetti, che danno carattere alle aule. Infatti, le parti distributive hanno una copertura piatta e piuttosto bassa, mentre le aule hanno dei tetti inclinati a falda unica, che danno anche un’immagine particolare all’edificio. Le differenze di altezze tra corridoi e aule danno un effetto di spazio ampio e accogliente quando si entra nelle aule. Permettono anche di aprire le finestre nella parte alta delle pareti, vicino al tetto, e dare una luce particolare alle aule (Fig. A.26). Queste aperture alte si ritrovano anche nella parte amministrativa dove le porte sono sormontate da finestre che danno luce al disimpegno (Fig. A.27).

III.2. DINTORNI

1. Contesto naturale

Come visto a scala territoriale, il contesto naturale è il primo protagonista del posto. Essendo Lattecaldo su una collinetta,

Fig. A.23 - La scuola elementare a vista d’uccello

(34)

+0.00 +1.00 +2.50 +2.50 +3.96 +2.50 +0.44 PALLACANESTRO 14/26 AULA AULA DI CANTO CONFERENZE AULA lavori manuali DISIMPEGNO -GUARDAROBA guardaroba ATRIO -CENTRALE DIR. DOCENTI BIBLIOTECA CUST. T. PUL. WC WC PALESTRA 12.00 X 24.00 SPOGLIATOIO WC-DOCCE SPOGLIATOIO ATTREZZI PORTICO WC MONITORE ATRIO PALESTRA

AULA AULA AULA AULA AULA

lavori manuali

5m 10m

Fig. A.24 - Pianta del piano terra della scuola elementare - Scala 1:500

Pagina a destra : Fig. A.25 - Vista dal prato a Nord-est Fig. A.26 - Nelle aule la luce è garantita dalle finestre a sud e da un lucernario a nord Fig. A.27 - Nella parte amministrativa, la luce arriva fino al corridoio grazie a finestre alte sopra le porte Fig. A.28 - Il portico d’ingresso Fig. A.29 - Vista retrostante dall’anfiteatro Fig. A.30 - La palestra

(35)

Fig. A.25 Fig. A.27 Fig. A.26 Fig. A.28 +0.00 +1.00 +2.50 +2.50 +3.96 +2.50 +0.44 PALLACANESTRO 14/26 AULA AULA DI CANTO CONFERENZE AULA lavori manuali DISIMPEGNO -GUARDAROBA guardaroba ATRIO -CENTRALE DIR. DOCENTI BIBLIOTECA CUST. T. PUL. WC WC PALESTRA 12.00 X 24.00 SPOGLIATOIO WC-DOCCE SPOGLIATOIO ATTREZZI PORTICO WC MONITORE ATRIO PALESTRA

AULA AULA AULA AULA AULA

lavori manuali

(36)

il lotto offre delle viste panoramiche sulla valle e i dintorni. Infatti, la vista è libera ad ovest, ma soprattutto a Nord (Fig. A.34), dietro la scuola esistente, dove si vede molto bene il villaggio di Caneggio, e in particolare la chiesa di Santa Maria Assunta (Fig. A.18, pagina 31). Si vede anche l’ingresso della valle. Questo punto di vista molto piacevole ma anche interessante dal punto di vista geografico può essere sfruttato dal fatto che il terreno è molto ampio verso Nord, ed è in discesa. Ad ovest, la vista è più ostacolata prima dalla scuola elementare, ma anche dal rilievo e dagli edifici circostanti.

A Sud e ad Est, il rilievo va in salita, offrendo un bel paesaggio boschivo, che cambia con le stagioni (Fig. A.35). Sulla cima del monte a Sud si trova l’oratorio San Martino, raggiungibile dalla scuola a piedi attraverso dei sentieri escursionistici. Ad est sale la montagna che fa da frontiera con l’Italia.

CANEGGIO LATTECALDO SCUOLA ELEMENTARE VIVAIO CANTONALE ORATORIO DI

SAN MARTINO SANTA MARIACHIESA DI

ASSUNTA

CHIESA DI SAN PIETRO (CHIESA ROSSA) AZIENDA FORESTALE REGIONALE SCUOLA ELEMENTARE CASTEL SAN PIETRO MORBIO SUPERIORE LATTECALDO

Fig. A.31 - Vista dall’oratorio di San Martino

Fig. A.32 - Sezione ambientale Nord -Sud

(37)

Fig. A.34 - Vista a Nord in luglio ed in marzo

Fig. A.35 - Vista a Sud in luglio ed in marzo

Fig. A.36 - Pianta schematica della zona

600 500 400 500 600 700 150m 100 50 0 Breggi a

S A G N O

M O R B I O

S U P E R I O R E

M O R B I O I N F E R I O R E

L AT T E C A L D O

Campo sportivo Vivaio cantonale

Casa dei bambini Edifici per riunioni

e attività sociali

Casa e chiesa San Giovanni

Oratorio di Sant’Anna e oratorio di San Martino Azienda forestale RVM

Poligono di tiro regionale

Punt da Canaa

Roccolo del Suà

Parco delle Gole della Breggia

Percorso del cemento

Zona d’intervento - Lattecaldo Zone verde di proprietà pubblica o parapubblica

Edifici di interesse pubblico Linea 514: Sagno - Morbio inferiore, ogni ora

Linea 515: Muggio - Morbio inferiore, ogni ora

600 500 400 500 600 700 150m 100 50 0 Breggi a

S A G N O

M O R B I O

S U P E R I O R E

M O R B I O I N F E R I O R E

L AT T E C A L D O

Campo sportivo Vivaio cantonale

Casa dei bambini Edifici per riunioni

e attività sociali

Casa e chiesa San Giovanni

Oratorio di Sant’Anna e oratorio di San Martino Azienda forestale RVM

Poligono di tiro regionale

Roccolo del Suà

37

INQUADRAMENTO E OBIETTIVI A. LA VALLE DI BREGGIA, TRA FIUME E MONTAGNA

(38)

2. Gli edifici circostanti

Essendo ancora una zona rurale, gli edifici circostanti sono pochi. Inoltre l’idea del comune, vista la presenza di abitazioni, è quella di mantenere il luogo lontano del trambusto urbano e collegato al suo territorio.

L’azienda forestale regionale (AFOR)

L’Azienda Forestale Regionale si occupa di attività agrosilvopastorali, con lo scopo di gestire i boschi della Regione e di formare apprendisti nel settore.

L’AFOR è attiva in tutto il distretto ed anche in altre parti del cantone per privati, comuni ed enti pubblici sia per lavori tipicamente forestali, ma anche per parchi e giardini.

Potrà dunque fornire un sostegno nella scelta dei legni, con la finalità di utilizzare le essenze locali, ma essere anche una risorsa pedagogica per la scuola, per esempio organizzando workshop pedagogici per far avvicinare i bambini alla conoscenza dell’ambiente fin dai primi anni di età.

Il vivaio cantonale

Il vivaio forestale cantonale (Fig. A.38) è un’azienda cantonale nata nel 1960 che produce piante forestali di provenienza autoctona impiegati per interventi forestali, rinaturazioni ed interventi di ingegneria naturalistica sia nell’ambito pubblico che quello privato.

Il vivaio forestale nacque dopo la comparsa in Ticino della malattia del cancro corticale del castagno (Chryphonectria parasitica) intorno al 1948, che mise in allarme autorità e tecnici. All’epoca sembrò necessaria l’eliminazione di intere selve castanili, allora cominciarono i progetti di risanamento pedemontano, che consistevano nel taglio di intere zone coltivate a castagneto da frutto per rimpiazzarli con altre specie forestali, per buona parte autoctone. Nel 1960 il Cantone decise di dotarsi di un proprio vivaio per la produzione delle piantine destinate alle nuove piantagioni di cui sono ancora evidenti i primi progetti di risanamento in Valle di Muggio e nella zona del Monte Ceneri.

Il vivaio cantonale, come lo conosciamo oggi, si estende su una superficie di circa 5 ettari suddivisi in 17 campi e una piazza di compostaggio in grado di lavorare 500 ton/anno di scarti vegetali. Anch’esso potrà essere una risorsa importante per conoscere le piante della regione e progettare le zone a verde della scuola, oltre ad essere una risorsa pedagogica.

Il ristorante

La scuola è adiacente a un ristorante, che promuove una cucina di stagione, di cultura ticinese, usando ingredienti locali comprati direttamente dal produttore.

Il club di calcio

Un terreno di calcio è presente a Lattecaldo, e accoglie il club di calcio di Morbio superiore.

Fig. A.37 - L’azienda forestale

(39)

3. Il lotto

Il lotto di concorso contiene la scuola primaria, e un ampio spazio verde intorno. Le problematiche principali di questo terreno sono i dislivelli e l’accesso alla strada. Infatti, il grande spazio verde a disposizione è molto isolato dalla strada, e con un rilievo difficile da gestire.

La strada arriva su una parte verde piuttosto piana (verde chiaro), dove si trova l’ingresso della scuola primaria. Questa parte continua davanti alla scuola in una zona pavimentata (verde scuro) leggermente più bassa, accessibile con una rampa. Questa zona accoglie un campo da pallacanestro.

Successivamente una parte del terreno (blu) scende per raggiungere la zona piana (rosso) sulla quale si affacciano le aule sotto la palestra. Questa zona è oggi usata dalla scuola primaria per fare sport o attività variegate. Il dislivello tra le zone rossa e verde scuro è piuttosto importante dato che è di un piano. La zona rossa essendo l’unica uscita verso l’esterno delle aule sotto la palestra, non può essere rialzata.

La zona gialla nello schema rappresenta le zone con più pendenza, che sono veramente difficili da gestire. In più, la grande zona a Nord diventa molto lontana (da 100 a 250m dalla strada) per essere facilmente raggiungibile da bambini piccoli.

La zona rosa è soprattutto usata dalla scuola primaria, dato che è alla stessa quota delle aule, e comprende una piccola collinetta sulla quale giocano i bambini.

Limite del concorso

(40)

IV. ANALISI SWOT

IV.1. FORZE

1. Una posizione privilegiata nel comune

La posizione del lotto è ideale per accogliere la nuova scuola dell’infanzia, che attualmente è separata tra due piccoli asili con un’unica sezione. Essendo necessario l’utilizzo dell’auto, a causa della geografia del comune, il municipio ha preferito, per migliorare l’efficacia e la durabilità dei trasporti, di puntare sulla messa a disposizione di un servizio di bus per trasportare i bambini a scuola. Posizionare la scuola dell’infanzia vicino alla scuola elementare è un modo per mettere in comune questo servizio di bus.

La collocazione del lotto è resa interessante anche dal fatto di essere vicina ai tre villaggi più popolati del comune, anche se è isolata dalle zone più urbane.

2. Un ambiente privilegiato

La forza principale del terreno risiede nel grande valore paesaggistico del posto. La località di Lattecaldo è in effetti molto

Grande scala:

Linea di bus attuale Zona Smeralda Lotto:

Valore architettonico

della scuola primaria Scuola primaria Grande spazio verde a disposizione Calma 600 150m 100 50 0 Vivaio cantonale Azienda forestale RVM

Fig. A.40 - Mappa SWOT, scala del lotto

Pagina di destra:

Fig. A.41 - Mappa SWOT, grande scala

(41)

13 km - 30’ 12 km - 25’ 7 km - 13’ 6 km - 11’ 3,8 km - 7’ Sagno MORBIO SUPERIORE Lattecaldo Caneggio Bruzella Cabbio Muggio Roncapiano Scudellate Melano Rovio Riva San Vitale Rancate Genestrerio Castel San Pietro Morbio inferiore Erbone Cernobbio Campora Monte Casima Chiasso Balerna Breg gia Breggia L a g o d i L u g a n o MONTE GENEROSO 1701 m

MENDRISIO

1500m 1000 500 0

(42)

legata alla natura, perché è isolata dalle zone più urbane, e perché permette di usufruire di una vista panoramica sul paesaggio circostante.

In più, è collocata in una zona naturale particolarmente protetta a livello europeo. La calma e i grandi spazi verdi a disposizione offrono numerose possibilità per sviluppare una didattica legata all’ambiente.

La scuola primaria esistente ha un certo valore architettonico. Una buona gestione della relazione architettonica con il nuovo edificio sarà una forza per il nuovo polo scolastico.

IV.2. DEBOLEZZE

1. Un certo isolamento

L’isolamento dalle zone urbane è anche una debolezza nel senso che limita le possibilità di uscire dalla scuola o di creare partenariati. Limita anche l’accesso più generalmente, ai genitori, o a persone esterne.

2. Il posizionamento della nuova scuola sul lotto

vincolato

Il posizionamento della nuova scuola è vincolato. Prima dai dislivelli del lotto, che limitano fortemente le possibilità, e creano delle problematiche di accessibilità.

L’interazione con la scuola esistente è anche una sfida per la progettazione. L’architettura della scuola deve sì essere presa in considerazione, ma è necessario anche che le due scuole non si disturbino: la gestione degli spazi esterni e la relazione tra i due edifici diventano punti chiavi del nuovo progetto.

L’accesso stradale è ristretto su un’ unico lato del lotto, e non è allo stesso piano di gran parte del resto del terreno.

IV.3. MINACCE

Il fatto di essere collocato nel cuore di una zona naturale protetta può anche essere limitante. Infatti le regole legate a queste zone sono spesso molto restrittive e dovranno essere studiate per la progettazione.

A scala più larga, si dovrà fare attenzione all’inquinamento potenziale degli spostamenti. In effetti, essendo i villaggi molto lontani gli uni dagli altri, i tragitti casa-scuola possono risultare molto lunghi per i villaggi più lontani.

Grande scala:

Regole della riserva Inquinamento 700 Grande scala: Zone urbane Lotto: Dislivelli Interazione con la scuola primaria Accesso stradale

(43)

IV.4. OPPORTUNITÀ

1. Un paesaggio eccezionale e protetto

Come già spiegato, la valle di Muggio è una zona particolarmente interessante dal punto di vista della ricchezza naturale. Offre non solo viste piacevoli e calma assoluta, ma anche l’opportunità di imparare a contatto con la natura.

Diverse attività sono collocate nelle vicinanze di Lattecaldo. Prima di tutto il vivaio cantonale e l’azienda forestale, specialisti nel campo della flora e dei boschi della regione, ma anche il parco delle Gole della Breggia, che si trova a Sud della zona ed è un luogo eccezionale in termini geologici, ma anche per le misure di pianificazione per la protezione della natura (rinaturazione del

Percorso del cemento).

La valle ha un’identità molto forte, legata al suo paesaggio e alla sua cultura. I villaggi tipici in pietra e legno sono testimoni di quest’identità che marca fortemente i suoi abitanti, dandogli un forte sentimento di appartenenza.

2. Le risorse natural

i

a disposizione

Il lotto risulta molto interessante per la finalità di produrre un’architettura rispettosa dell’ambiente; nelle vicinanze sono infatti a disposizione molte risorse naturali. Prima di tutto il terreno, di tipo argilloso, è molto adattato all’implementazione in muri di terra cruda. Il terreno stesso della scuola si trova su una collinetta con uno grande spessore di depositi sciolti, composto da argilla, silts e sabbia. La montagna è anche ricca di pietre calcaree, usate già nelle case dei villaggi circostanti, anche se la tendenza attuale tende a ridurre le sue estrazione per preservare il paesaggio.

Il Ticino è una delle parti più boscose della Svizzera, e presenta quindi una risorsa molto interessante per l’edilizia. I boschi sono gestiti in modo sostenibile, e le essenze presenti sono adatte alle costruzioni, in particolare il castagno per la sua resistenza all’esterno senza trattamento.

L’agricoltura, benché non tanto sviluppata sui grandi campi come nel resto della Svizzera, è sufficiente per fornire risorse interessanti come paglia o fieno. La maggior parte delle superfici agricole è rappresentata da prati e pascoli estensivi nelle montagne.

3. Un polo scolastico

La nuova scuola dell’infanzia completerà la scuola primaria, creando un polo scolastico. Questa vicinanza potrà creare una cooperazione tra le due come attività in comune, ma anche più praticamente mettendo in comune delle infrastrutture, come la palestra o la mensa.

Grande scala:

Rilievo montano Parco delle Gole della Breggia Villaggi tipici Terreno argilloso Zone agricole (estensive e intensive) Boschi Lotto: Vivaio cantonale e azienda forestale Interazione con la scuola esistente

(44)
(45)

B

INQUADRAMENTO E OBIETTIVI

IL CONTINUO RINNOVO

DEGLI ASILI

Analisi approfondita e scelta di temi progettuali per una scuola

(46)
(47)

I. LA GENESI DELLE

PEDAGOGIE

“Se ogni bambino fosse sola una creatura ancora incompleta, l’educazione sarebbe una semplice funzione della vita.” H.Arendt.

La nascita psicologica del bambino non coincide con la nascita biologica, ma è un processo di evoluzione che è influenzato fortemente dalle prime esperienze di vita in cui è necessario infondere benessere, sicurezza e fiducia. La scuola dell’infanzia diventa il primo segmento dell’istruzione del bambino che permette di accompagnarlo nel suo progetto di vita. Di conseguenza, delle teorie sulla pedagogia furono sviluppate dal ‘700 ad oggi.

I.1. UN CONTESTO PROPIZIO ALLA

NASCITA DELLA SCUOLA D’INFANZIA

1. Contesto storico

Il Settecento fu un secolo caratterizzato da tre rivoluzioni: la Rivoluzione Americana, la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Industriale, le quali portarono notevoli mutamenti nel corso della Storia.

La rivoluzione industriale portò un progressivo aumento delle industrie e più in generale un totale mutamento della vita sociale. Tutto ciò portò ad un profondo mutamento della famiglia. Infatti, il contesto politico-sociale spinse le donne a lavorare e contribuire economicamente al mantenimento della propria famiglia. Le madri non potevano occuparsi dei propri figli e dovevano abbandonarle a casa per l’intera giornata. Di conseguenza si ebbe una notevole crescita di casi di abbandono o del tasso di mortalità infantile.

2. Contesto ideologico

Nel XVII secolo venne a delinearsi un movimento culturale, dello ‘Illuminismo”. Jean-Jacques Rousseau era un protagonista dell’età dei lumi che offrì la prima visione filosofica sull’educazione nel L’Emile ou de l’éducation (Emilio o dell’educazione)

Seguendo il principio della bontà originaria dell’uomo, Rousseau introdusse nella pedagogia il sentimento, gli affetti, la Natura. L’educazione naturale significava “sviluppo spontaneo”. Il Bambino diventava il centro del processo educativo. La conoscenza acquista in maniera spontanea era valorizzata. Il precettore diventava un sostegno esterno agevolando il ragionamento e il processo conoscitivo.

(48)

I.2. LE PRIME SCUOLE DELL’INFANZIA

1. Jean-Fréderic Oberlin e Les salles d’asiles in

Francia

Di fronte all’abbandono educativo e morale dei bambini della mano d’opera delle filande dei Vosgi, il pastore Jean-Fréderic Oberlin (1740 – 1826) aprì nella sua parrocchia di Ban-de-la-Roche dei “petites écoles à tricoter” (piccole scuole da fare la maglia), o “poêles à tricoter” (stufe da fare la maglia) per i bambini da 4 a 7 anni, animate da campagnole giovane formate per il pastore. Trattava di occupare i bambini rimasti senza sorveglianza e istruirli. La giornata iniziava e finiva con una preghiera. I bambini avevano 3 a 4 ore di apprendistato di lavoro a maglia, di lettura, d’alfabeto, di calligrafia, di canto e recitazione, di calcolo mentale, di riconoscimento di tavole colorate, di storia naturale, e di storia biblica.

Oberlin sviluppava delle attività pedagogiche intorno al giardino. I bambini costituivano delle praterie e imparavano così i rudimenti della storia naturale.

Alla fine, Oberlin fondò delle scuole in quattro villaggi di Alsazia nella sua parrocchia tra il 1771 e 1779.

Queste scuole introdussero le prime “Salles d’asile” (sale d’asilo) in Francia, sviluppate da 1820 a 1880.

All’inizio, le salles d’asile accoglievano dei bambini da 2 a 6 o 7 anni che i genitori poveri, assorbiti con il loro lavoro, non potevano sorvegliare. Erano miste. I bambini erano seduti su dei gradini. La sorveglianza e l’istruzione in lezioni magistrali erano fatte da donne con l’uso di lavagna, di immagini e pallottolieri.

2. Johann Heinrich Pestalozzi e il primo

kindergarten in Svizzerra

Per Pestalozzi (1746 – 1827) l’istruzione era vera e educativa solo quando proveniva dall’attività stessa dei fanciulli. L’educazione era un processo autonomo, ma il suo punto di partenza era l’individuo nella pienezza dei suoi rapporti familiari e sociali. Il centro dell’educazione naturale era la famiglia a cui la scuola doveva conformarsi. Pestalozzi aprì il suo primo kindergarten a Keilhau.

3. Robert Owen e le Infant School

Le Dame school erano le prime scuole in Inghilterra. Erano aperte grazie a delle donne anziane o degli uomini invalidi che non potevano trovare altro lavoro al loro ritorno delle guerre napoleoniche. L’istruzione era minimale, quasi inesistente. Nel 1831 c’erano 3000 dame schools. Le dame schools fornivano una soluzione economica ai problemi di sorveglianza delle operaie.

Fig. B.2 - Jean-Fréderic Oberlin

Fig. B.3 - Johann Heinrich Pestalozzi

(49)

Queste scuole erano insalubri e sordide ma avevano il supporto della classe operaia perché i orari erano flessibili e l’assenteismo era tollerato. Anche durante l’apogeo delle infant school, dei genitori, che avevano paura del metodo d’insegnamento originale, preferiscano le dame school che si sforzavano di insegnare le base di lettura e a volte delle nozioni di calcolo.

Il movimento inglese delle infant schools fu un fenomeno breve ma affascinante. La sua filosofia si contrapponeva fortemente agli approcci utilitari di André Bell e di Joseph Lancester, fondatori della

Church of England’s National Society (1811) e della Nonconformist British and Foreign School Society. Le scuole de queste società,

animate da istruttori, accoglievano un grande numero di bambini. Si caratterizzavano da approcci pedagogici impersonali.

Le infant school erano meno formali e più centrate sul bambino. La loro storia iniziava in 1816 quando Robert Owen (1771 – 1858), fabbricante e filantropico, aprì il suo Institution for the Formation

of Character a New Lanark, vicino a Glasgow. Owen creò la prima

scuola infantile razionale che fosse mai stata immaginata da nessuno in nessun paese secondo lui. Owen fu influenzato dalle scritte del filosofo francese Helvétius (1715 – 1771).

Delle grandi lettere dell’alfabeto e delle immagine erano appese ai muri della sua classe, in New Lanark, che conteneva anche una serie di oggetti destinati a svegliare la curiosità e l’immaginazione dei bambini. Fuori, i bambini disponevano di una grande area gioco e di un palo infiocchettato. I maestri non dovevano mai colpire i bambini, minacciarli con parole o gesti, o utilizzare dei termini offensivi, ma dovevano parlare con calma, con toni e modi gentili. Dovevano anche dire ai bambini di fare il meglio possibile per il benessere dei loro compagni, e ai bambini di 4 a 6 anni di occuparsi dei più piccoli e contribuire a loro educazione per il benessere di tutti. Non si usavano i libri. Tuttavia, le conoscenze si imparavano con la conversazione, la natura e l’uso degli oggetti che erano intorno, sfruttando il momento in cui i bambini manifestavano curiosità; tutto ciò allo scopo di incitarli a fare delle domande a proposito di questi oggetti.

4. Ferrante Aporti e gli asili infantili

Ferrante Aporti (1791 – 1858) fu il fondatore di asili in Italia, soprannominato “il padre dell’Infanzia”.

Aporti scriveva che i bambini restavano abbandonati a se stessi o per eccesso di miseria, o per difetto di salute, o per mancanza di tempo e di attitudini dei loro genitori in Italia nel‘ 800. Esistevano delle sale di custodia dei bambini, che erano “governate e

dirette da donnicciole ignoranti, che limitavano la cura alla semplice custodia di quei pargoli, reputando buona educazione fisica il tenerli in tutte le ora seduti (o piuttosto rinserrati) sopra seggiole perforate, con un vaso sottoposto che ne raccogliesse gli escrementi, i quali con le evaporazioni danneggiano il fisico dei bambini; utile rudimento intellettuale l’insegnar loro più

Fig. B.5 - Robert Owen

Fig. B.6 - Lezione di danza in New Lanark

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