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84 Percentuale di polline

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Academic year: 2021

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Azienda Pacini – Rigoli (PI) 23,2 14,5 14,4 9,6 8 6,7 4,2 4,2 3,9 3,8 3,7 1,6 1,5 0,6 0 5 10 15 20 25 30 P e rc e n tu a le d i p o ll in e

Quercus robur gr. Quercus ilex gr. Prunus f. Actinidia

Compositae T Ranunculus repens gr. Compositae H (Bellis f.) Rubus f.

Brassica spp. Salix spp. Sambucus nigra Papaver f.

Altre essenze Compositae S (Carduus f.)

Fig. 35 - Percentuali di polline delle diverse specie vegetali rinvenute nelle celle pedotrofiche di Osmia rufa (L.) nell’Azienda Agricola Pacini di Rigoli (PI) nell’anno 2007.

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Azienda Agricola Pacini- Rigoli (PISA)

Nell’Azienda Pacini le specie vegetali che hanno interessato l’attività di raccolta dell’Osmia rufa, sono state 29. Di queste, pero solo 14 hanno interessato in modo indicativo, l’attività di foraggiamento dell’osmia. Il polline di Quercus robur è stato ritrovato in percentuale media più alta (23,4%) nelle massarelle stoccate dentro i nidi pedotrofici. Infatti, il polline di Quercus robur ha raggiunto una classe di frequenza B; seguono poi i pollini di Quercus ilex, Prunus f., Actinidia, Brassica f. e Ranunculus

repens la cui frequenza è stata pari alla classe C, mentre per le restanti essenze vegetali quali Rubus, Sambucus, Compositae T. e Papaver la classe di frequenza è stata pari a C. Per quanto riguarda, le restanti essenze vegetali, la classe di frequenza dei rispettivi pollini è stata molto bassa (Classe C).

Brassica

C

AZIENDA PACINI - RIGOLI (PI)

G F M A M G L A S O N D Mesi Rubus f. C Ranunculus repens gr. C Quercus ilex gr. C Papaver f. C Compositae T C Compositae H C Compositae S D Quercus robur gr. B Prunus f. C Actinidia C Sambucus nigra C Salix C F Pollini

Ilrettangolo verdeindica il periodo di volo per l’Osmia rufa L.

Periodo di fioritura delle piante bottinate da O. rufa F = Classi di frequenza:A = 45 – 100 %

B = 16 – 44,9 % C = 1 - 15 ,9 %

D = 0 - 0,9 %

Fig. 36 - Rappresentazione grafica dei periodi di fioritura delle specie botaniche visitate da O.

rufa, delle classi di frequenza dei pollini rinvenuti e del periodo di volo dell’Apoideo nell’Azienda Pacini di Rigoli (PI)

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La figura sottostante (fig. 37), mette a confronto le percentuali di pollini rinvenuti nelle celle pedotrofiche dei nidi presenti nelle sei aziende Veronesi, con quelli presenti nei nidi di Osmia rufa presenti nell’Azienda Pacini (PI).

Tipi pollinici nelle due zone indagate

27,5 0,7 9,3 0,2 7 8,2 4,4 4,3 23,3 10,8 3,2 0,3 0,5 9,6 3,9 4,2 0,6 8 1,6 14,4 14,5 23,2 6,7 4,2 3,8 3,5 1,5 0 5 10 15 20 25 30 Actinidia Acer pseudoplatanus Brassica f. Compositae H (Bellis f.) Compositae S (Carduus f.) Compositae T Corylus Juglans Papaver f. Parthenocissus Prunus f. Quercus ilex gr. Quercus robur gr. Ranunculus repens gr. Rubus f. Salix Sambucus nigra Tamarix f. Vitis Altre specie vegetali

percentuale di pollne

Aziende VR Azienda Rigoli (PI)

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Discussione

I campionamenti effettuati, benché condotti in areali molto diversi per altitudine e per caratteristiche vegetazionali, mostrano una costanza generale di foraggiamento da parte di Osmia rufa (L.), rivolta a particolari essenze vegetali come Actinidia, Papaver f., Prunus f., Quercus robur gr.,

Ranunculus repens gr. e Salix. Preferenze dietetiche riguardanti Quercus spp. e Salix spp. sono state già testimoniate in letteratura (Felicioli et al., 1998). Le osmie, infatti, preferiscono quei fiori caratterizzati dalla produzione di grandi quantità di polline nell’unità di tempo e da una struttura fiorale aperta, in cui le antere sono facilmente raggiungibili dall’insetto, dato che le osmie sono gastrolegidi. I risultati delle analisi entomopalinologiche della scorta pollinica stoccata all’interno dei nidi pedotrofici, delle diverse aziende oggetto di questo studio, confermano il comportamento polilettico della specie Osmia rufa. Nonostante i pollini rinvenuti siano in linea di massima gli stessi nelle due località, molto diverso è apparso il comportamento di foraggiamento da parte dell’Osmia sulle diverse essenze botaniche.Osservando le figure 29, 30, 31, 32, 33, 34 e 36, che analizzano singolarmente gli ecosistemi, si riscontra un’appetibilità comune nelle due zone da parte dell’O. rufa verso i pollini di alcune essenze vegetali, quali Actinidia, Ranunculus repens gr.,

Quercus robur gr., Papaver f., Prunus f. e Quercus ilex, in percentuali che variano in funzione dell’areale indagato e della suscettività delle osmie verso alcuni pollini. Nell’azienda agricola di Pisa le specie vegetali visitate dall’Osmia rufa sono risultate 29. Di queste, i pollini di Quercus robur,

Quercus ilex e Prunus f. sono stati rinvenuti nella scorta pollinica in percentuali medie considerevoli (rispettivamente del 23,2%, del 14,5% e 14,4%), pari ad una classe di frequenza B (16 - 44,9%), mentre i pollini di

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Ranunculus repens,Salix e quelli di Actinidia sono stati ritrovati in percentuali medie comprese tra il 3,9 e il 9,8 %. In questo caso si vede che la presenza di altre specie particolarmente appetite all’ osmia, ha fatto abbassare di molto la percentuale di polline di kiwi foraggiato dall’insetto. Questo dimostra che la dove c’è abbondanza di polline di specie come

Quercus spp., Prunus f e Salix, le osmie tendono a ridurre le visite sui fiori di kiwi. Per quanto riguarda i pollini delle altre essenze vegetali visitate dall’Osmia rufa nell’azienda agricola pisana, questi sono stati ritrovati nella scorta pollinica in percentuali medie comprese tra 1% e 4,2%, fatto che conferma la dieta polilettica dell’Osmia rufa.

Totalmente diversa è apparsa invece la situazione nelle sei aziende della provincia di Verona. Infatti, in detti areali le osmie hanno avuto un’attività di raccolta variabile sui fiori di kiwi. Nell’azienda n. 1 le osmie sono state molto attive sui fiori di kiwi facendo registrare percentuali di polline raccolto pari al 97%. Per quanto riguarda le altre aziende, l’attività delle osmie sul kiwi è andata progressivamente decrescendo. Nelle aziende 2 e 4 le percentuali di polline di kiwi si sono mantenute a livelli, tutto sommato, accettabili (26% per l’azienda 2 e 20% per l’azienda 4), mentre nelle aziende 3 e 5 le percentuali di polline si sono notevolmente abbassate (12% nell’azienda 5 e 10% nell’azienda 3), per annullarsi completamente nell’azienda 6, il cui risultato è imputabile probabilmente al ridotto numero di nidi raccolti; in proposito c’è da dire che il numero limitato dei nidi-canna raccolti non esclude l’eventuale presenza di polline di kiwi in altri nidi presenti nella stessa azienda n. 6. Proseguendo nell’analisi dei dati raccolti e confrontando i grafici n. 28, 29, 30, 31, 32, e 33 relativi alle aziende veronesi, con il grafico n. 36 che si riferisce all’azienda Pacini di Pisa, si riscontra che:

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1) Le osmie ha manifestato un’attività di raccolta su kiwi nell’azienda n 1 di Verona superiore a quella osservata nell’azienda di Pisa (azienda 1 classe di frequenza A, azienda di Pisa classe di frequenza C). Per le aziende n. 2 e 4 di Verona l’attività di raccolta è sovrapponibile a quella riscontrata nell’azienda di Pisa (classe di frequenza B in tutti e tre i casi). Nelle aziende n. 3 e 5 di Verona l’attività è stata inferiore a quella dell’azienda di Pisa (aziende 3 e 5 classe di frequenza C, azienda di Pisa classe di frequenza B).

2) Per la specie botanica Castanea, l’attività di raccolta dei pollini da parte dell’Osmia rufa ha fatto ha registrare percentuali di polline corrispondenti a una classe di frequenza D sia nelle aziende n. 1 e 3 di Verona che nell’azienda di Pisa.

3) Per la specie botanica Papaver, la percentuale di polline più alta raccolta dalle Osmie è stata registrata nell’azienda n. 2 di Verona (frequenza B), seguono in ordine decrescente l’azienda di Pisa (frequenza C) e l’azienda n. 1 di Verona (frequenza D).

4) Per la specie Ranunculus repens, la frequenza più alta è stata riscontra nelle aziende veronesi n. 5 e 6 (frequenza A), seguono l’azienda n. 4 di Verona e l’azienda di Pisa (entrambe con frequenza B).

5) Per la specie Quercus robur, l’azienda n. 6 di Verona ha la più alta classe di frequenza (B), mentre nell’azienda n. 3 di Verona e nell’azienda di Pisa la classe di frequenza è pari a C.

6) Il Parthenocissus, ha fatto registrare la frequenza più alta (classe di frequenza A), nell’azienda n. 3 di Verona, dove la classe di frequenza del polline di Actinidia ha fatto registrare un valore basso pari ad una classe C. Al contrario nell’azienda n. 2 di Verona, dove il polline di kiwi ha raggiunto una classe (B), la percentuale di polline di Parthenocissus, si è mantenuta su valori molto bassi pari ad una classe (D).

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7) L’assenza di specie botaniche pollinifere quali Quercus robur,

Ranunculus repens e Salix, fa si che la percentuale di polline foraggiata su

Actinidia da Osmia rufa sia quasi del 100%.

Confrontando, la figura 36 relativa all’azienda pisana con le figure 28 e 30 relative rispettivamente all’aziende 1 e 3 della provincia di Verona, si evince che in queste tre aziende l’Osmia rufa, non solo ha foraggiato su fioriture comuni alle tre aziende, ma si è rivolta ad una più ampia gamma di specie vegetali più che nelle altre aziende. Tra queste, però i pollini comuni ritrovati in percentuale più alta, sono stati quelli di Actinidia; questo testimonierebbe la fedeltà di questo pronubo verso il polline di kiwi. Osservando invece la figura 29, si vede che le osmie oltre ad aver visitato i fiori di kiwi (classe di frequenza B), hanno manifestato un foraggiamento assiduo anche sui fiori di Papaver f., specie insolita nella dieta dell’ Osmia mai annoverata nei lavori sulla dieta pollinica dell’Apoideo.

Questo fatto potrebbe indicare la mancanza, o la lontananza o comunque una totale inadeguatezza, delle risorse polliniche più appetite.

A questo punto ci si potrebbe chiedere per quale motivo l’utilizzo dell’Osmia rufa, come insetto impollinatore, è da preferirsi all’Apis

mellifera o all’O. cornuta. I motivi sono molteplici e riguardano sia le esigenze alimentari sia la tecnica di raccolta del polline sia le temperature a cui detti Apoidei operano.

Sicuramente, le api mellifiche sono da ritenersi gli insetti pronubi più utilizzati nella pratica del Servizio d’Impollinazione. Detta considerazione però è valida tenendo presente le fioriture offerte dal territorio e quanto l’insetto riceve dal fiore visitato.

A tal proposito sappiamo (Free, 1977) che la società delle api è complessa e risponde ad istinti acquisiti nella sua evoluzione. In una forte colonia di api sono presenti circa 50.000 insetti. Di questi circa il 20% (10.000) sono

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le cosiddette bottinatrici, quelle api che hanno maturato lo stadio di raccoglitrici ed escono dall’alveare per colonizzare l’ambiente circostante. Di queste, circa l’80% preleva nettare, solo l’8% raccoglie polline (Free, 1977; Pinzauti, 2003; Pinzauti et al., 2007). Questo comportamento è imputabile al tipo di dieta delle larve che, nei primi tre giorni di vita ricevono dalla gelatina reale circa il 90% del proprio fabbisogno proteico (Pinzauti e Marroni, 2003) .

I fiori del kiwi non producono nettare e quindi sono, per le motivazioni sopra riportate, poco appetibili alle api mellifiche. Analoga considerazione biologica è estendibile anche per altre specie botaniche (vedi: olivo, pomodoro, ecc.).

Anche nel caso dei bombi (Bombus terrestris) e in questo caso solo per quelli presenti naturalmente nell’ambiente, valgono, tutto sommato, le stesse motivazioni comunicazionali espresse per le api mellifiche, anche se le larve di bombo ricevono polline per le proprie necessità proteiche e i bombi sono stati osservati numerosi, in particolare di prima mattina, sui fiori di kiwi (Pomeroy e Fisher, 2002). Per i bombi commercializzati dalle biofabbriche europee, invece, il discorso è diverso ed è possibile utilizzarli positivamente anche per il servizio d’impollinazione del Kiwi. Infatti, così come avviene per il servizio di impollinazione del pomodoro, le arniette commercializzate contengono nell’interno un nutritore (con sciroppo altamente zuccherino) che obbliga, di fatto, i bombi a frequentare quasi esclusivamente i fiori di kiwi per la raccolta del polline. Nel caso delle osmie invece il problema della raccolta del nettare ha poca valenza; una volta riempito il serbatoio di benzina (nettare), magari su un fiore spontaneo, raccoglieranno poi solo polline per ore e ore. Inoltre la raccolta del polline da parte dell’Osmia rufa rispetto all’ape e ai bombi, avviene “spazzolando” il fiore con le setole ventrali dell’addome, dove si accumula

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anche il polline già raccolto, il che implica il contatto stretto tra il carico pollinico e gli organi fiorali ottimizzando così l’attività di impollinazione. L’Osmia rufa presenta caratteristiche simili all’Osmia cornuta nella morfologia, nell’etologia, e nelle modalità di rifornimento trofico (Felicioli, 2000). Però, rispetto all’O. cornuta, che è precoce ed già presente a metà febbraio (temperatura ottimale per attività di volo tra 8 e 15 °C), l’O. rufa, essendo mediana (fine marzo temperatura ottimale: 15- 25 °C), riesce a coprire tutto il periodo di fioritura del kiwi, che dura circa un mese. Ancora più efficace è da ritenere l’O. coerulescens che è la più tardiva tra le tre specie (si presenta a metà aprile con temperature ottimali di 20 – 30 °C). A tale proposito, si ricorda che la vita di ogni singola osmia dura 30-45 giorni, in relazione alle condizioni meteorologiche presenti nell’ambiente nel quale operano detti insetti. Quindi nel caso della gestione delle osmie nel servizio di impollinazione appare importante considerare la naturale predisposizione degli insetti alle temperature esistenti. Impiegando le osmie nel servizio di impollinazione dell’ Actinidia, è risultato più efficace utilizzare l’O. rufa, che è già presente in natura durante il periodo di fioritura di questa pianta, riuscendo a garantirne per tutto il periodo la completa impollinazione. Quanto detto, non è ovviamente assimilabile alla biologia dell’Osmia cornuta. Infatti, impiegando l’Osmia cornuta per il servizio di impollinazione del kiwi non si ottiene nessun valido beneficio (Pinzauti, ed altri, 2007): gli insetti lavorano generalmente per pochi giorni, talora su fioriture spontanee competitive, per poi morire durante la prima settimana di nidificazione.

Da uno studio precedente (Felicioli, Sabatini e Pinzauti, 1998) è anche emerso che Osmia rufa e Osmia cornuta, se liberate contemporaneamente nei diversi ambienti, non competono troppo tra di loro per la risorsa trofica. Infatti, le femmine di O. cornuta si orientano prevalentemente su talune

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fioriture (Maccagnani et al., 2003; Maccagnani et al., 2007) e quelle di O.

rufa su altre (Pinzauti et al., 2007).

Infatti, non è insolito negli Apoidei trovare forme di ripartizione trofica. Molto interessante a riguardo è il lavoro di Pyke (1982) sulle specializzazioni dietetiche da parte di Apoidei. Lo studio ha preso in esame i comportamenti alimentari di alcune specie di Bombus. L’indagine ha evidenziato l’esistenza di una ripartizione trofica e soprattutto si è notato che le preferenze alimentari tra i bombi si annullano quando le risorse sono insufficienti al fabbisogno delle popolazioni.

L’ipotesi della ripartizione è rafforzata da un ulteriore studio (Inouye, 1978) su specie Bombus. Si è visto che di norma B. appositus e B.

flavifrons convivono e si indirizzano su polline e nettare di piante diverse. Nel caso in cui, invece, nell’ambiente viene a mancare l’una o l’altra delle due specie, la specie rimasta aumenta rapidamente la propria utilizzazione dei fiori, anche di quelli meno preferiti, precedentemente sfruttati dalla specie concorrente. Questi studi portano pertanto a concludere che in un ecosistema con abbondanza di risorse, le specie conviventi tendono a indirizzarsi verso fioriture precise e preferenziali e la competizione si risolve in una pacifica spartizione. Nel caso in cui, però, siano insufficienti le risorse, o ci sia sovrabbondanza di una popolazione rispetto all’altra, la ripartizione si attenua e si innesca il processo di concorrenza.

Figura

Fig. 35 - Percentuali di polline delle diverse specie vegetali rinvenute nelle celle pedotrofiche di Osmia rufa (L.) nell’Azienda Agricola Pacini di  Rigoli (PI) nell’anno 2007.
Fig. 36 -  Rappresentazione grafica dei periodi di fioritura delle specie botaniche visitate da O
Fig. 37 – Confronto dell’attività pronuba di Osmia rufa (L.)  nei due areali indagati

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