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Sorgente della responsabilità: mancanza di diligenza del datore di lavoro, indipendentemente dall agire del datore di lavoro. Diligenza richiesta:

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(1)

Responsabilità causali – oggettive semplici (artt. 55 segg. CO) Art. 55 CO – Responsabilità del padrone d’azienda

Condizioni:

- Pregiudizio

- Atto illecito nell’esercizio delle proprie incombenze (≠ colpa soggettiva del lavoratore) o Atto illecito di risultato + manco di diligenza

o Perdita patrimoniale + manco di diligenza - Nesso causale naturale e adeguato

o fra il pregiudizio e l’atto illecito del lavoratore e

o fra il pregiudizio e il difetto di diligenza del datore di lavoro.

- La presenza di un lavoratore e di un datore di lavoro (rapporto di subordinazone!).

- L’assenza di prove liberatorie.

Sorgente della responsabilità: mancanza di diligenza del datore di lavoro, indipendentemente dall’agire del datore di lavoro. Diligenza richiesta:

1. Messa a disposizione degli strumenti e dei materiali appropriati

2. Organizzazione dell’impresa – razionale, propria ad evitare ogni possibile danno. Importante anche scegliere, istruire e sorvegliare i propri dipendenti.

è Prima di tutto non contravvenire alle disposizioni legali (es 716a/b CO – obblighi inalienabili del CA, regolamento d’organizzazione)

DTF 128 III 390 L’atto illecito dell’ausiliario può consistere sia in un’azione, sia in un’omissione.

Colpa oggettiva ingiustificata = È illecito ogni danno che una diligenza ragionevole avrebbe permesso di evitare. Una colpa soggettiva non è richiesta.

Il leso può essere dispensato dal provare tale condizione nel caso di lavoro in un’impresa o in un’organizzazione complessa.

DTF 110 II 456, JdT 1985 I 378 Deve essere commesso nell’esercizio delle proprie incombenze, non basta però provare che l’atto è stato effettuato durante l’orario di lavoro e nel luogo di lavoro. È indispensabile una relazione diretta e funzionale frsa l’ausiliare e l’atto pregiudizievole

DTF 85 II 267

Prova liberatoria. Il datore di lavoro deve provare di avere avuto la diligenza necessaria nel (cumulative!):

- Scegliere l’impiegato;

- Dare le istruzioni all’impiegato - Sorvegliare il lavoro.

- (in imprese complesse: organizzazione aziendale)

DTF 110 II 456; JdT 1985 I 378 La diligenza deve essere temperata al caso di specie. Lavoro pericoloso = > formazione del lavoratore ecc.

Praticamente impossibile da apportare in caso di produzione di beni suscettibili di mettere in pericolo la vita o l’integrità corporale.

DTF 4C.307/2005

(2)

In seno ad un gruppo di società. Di principio, un gruppo di società non assume alcuna responsabilità per le società del gruppo. Ma esistono alcune eccezioni:

- L’organo di fatto – una società holding può essere ritenuta responsabile se interviene nell’amministrazione delle società che controlla.

DTF 117 II 570; DTF 136 III 14, c. 2.4 in fine - La teoria del doppio organo – quando una persona fisica è organo sia della società filiale sia della

società madre, in quanto delegato dalla seconda in seno alla prima. Applicazione della rappresentazione ex 707 cpv. 3 CO.

- La responsabilità fondata sulla fiducia – decisione Swissair, responsabile nei confronti di una delle sue filiali che aggiungeva il logo sulle sue brochures.

- Teoria della società semplice – quando in certi casi una società holding costituisce una società semplice. In questo caso le società holding sarebbero legate, per via della solidarietà, agli atti delle società che le avrebbero rappresentato verso terzi.

PETER/BIRCHLER 2009 Diritto sociale

Art. 75 cpv. 2 LPGA – Limitazione del diritto di regresso relativo ad un infortunio professionale contro il datore di lavoro dell’assicurato, nonché contro i suoi familiari e salariati. Diritto di regresso solo se

l’incidente è stato provocato intenzionalmente o per negligenza grave. Il regresso torna possibile in caso di copertura RC.

In caso di lavoro interinale

Il datore di lavoro è colui che è responsabile dell’istruzione e della sorveglianza dell’impiegato, ossia secondo dottrina in principio la società per la quale lavora effettivamente. Tuttavia, quest’ultima ha diritto a rifarsi nei confronti dell’agenzia interinale nel caso in cui questa non abbia utilizzato la diligenza

necessaria nella scelta di un lavoratore non qualificato.

WERRO Qualità per agire nei confronti delle imprese

Principio: Il creditore vittima di un danno diretto può agire contro l’organo responsabile ognitempo per ottenere la riparazione del pregiudizio, che la società sia in fallimento oppure no.

DTF 127 III 374, c. 3a, SJ 2002 I 24 Il danno è diretto quando risulta da una violazione, da parte dell’organo societario, di una norma del diritto della SA concepita esclusivamente per proteggere i creditori (es: art. 744 cpv. 2 CO) o se fondata su un atto illecito ex 41 CO oppure ancora in caso di culpa in contrahendo.

Il danno è indiretto se la norma violata ha quale obiettivo di proteggere sia i creditori, sia la società.

Concorso con 101 CO possibile se anche violazione contrattuale (es: culpa in contrahendo).

Art. 56 / 57 CO – Responsabilità per animali Condizioni:

- Pregiudizio

- Nesso causale naturale e adeguato

o fra il pregiudizio e l’atto dell’animale

o fra il pregiudizio e il difetto di diligenza del detentore.

- La presenza di un animale e del detentore dell’animale.

(3)

- Un comportamento spontaneo dell’animale.

- L’assenza di prove liberatorie.

Sanziona la violazione di un dovere di diligenza nella sorveglianza (dell’animale). Violazione oggettiva, indipendentemente da una mancanza personale del detentore d’animali. La violazione è presunta.

Ø Responsabilità solo nel caso in cui il detentore sia in misura di prendere le disposizioni volute per non incorrere nel danno.

Ø Il detentore risponde comunque a prescindere della sua situazione personale, come anche in caso di affidamento dell’animale a terzi.

Il detentore è colui che esercita un potere sull’animale al momento del pregiudizio, ossia colui che ha la facoltà di disporre dell’animale (per quale scopo e da chi deve essere utilizzato, come deve essere sorvegliato, trattato e detenuto).

DTF 4C-237/2011, c. 2b Spesso il detentore ne è proprietario, ma non sempre, la definizione di detentore riposa su di una

constatazione puramente fattuale.

Ø Detentore – ausiliario >> analisi dell’interesse e l’utilità dell’animale >> detentore è colui che ne trae profitto. Per esempio il veterinario ne è detentore durante le cure.

Ø Se più detentori, essi rispondono in solido.

L’animale considerato è solo quello che può essere effettivamente oggetto di detenzione, ossia gli animali domestici, in cattività oppure le api. Non è necessario che l’animale ubbidisca al detentore.

Ø Batteri in provetta non sono animali poiché non hanno più la possibilità di compiere atti d’istinto.

Ø Il detentore risponde anche per un danno indiretto causato da un atto istintivo dell’animale.

Ø Il comportamento, per essere istintivo, non deve essere conforme a quanto avrebbe dovuto essere. L’animale non deve quindi comportarsi normalmente, oltre che reagire istintivamente e spontaneamente. Anche se questa reazione è data da un fattore esterno (altro animale / terzo).

La prova liberatoria: presunzione della violazione di diligenza, a meno che:

1. Detenzione e sorveglianza da parte del detentore effettuata con tutta l’attenzione raccomandata dalle circostanze.

2. (La diligenza di cui al punto 1 non ha permesso di impedire l’atto pregiudizievole.)

DTF 131 III 115, JdT 2005 I 279 DTF 126 III 14

Art. 58 segg. CO – Responsabilità del proprietario di un’opera Condizioni:

- Pregiudizio

- Nesso causale naturale e adeguato fra il difetto dell’opera e il pregiudizio.

- Proprietario di un’opera.

- Immobile o altra opera.

- Difetto dell’opera all’origine del pregiudizio.

Violazione obiettiva di diligenza manifestata dall’esistenza di un difetto dell’opera. Non è necessario imputare una violazione al proprietario dell’opera, il quale risponde in ogni caso.

(4)

Il proprietario dell’opera deve esserlo al momento dell’evento pregiudizievole e deve esserlo secondo i criteri definiti dal CC (art. 667 CC), ossia non è contemplato colui che beneficia di diritti reali limitati sull’opera (ma sarà responsabile secondo 41 segg. CO).

DTF 91 II 281, JdT 1966 I 167 DTF 121 III 448, JdT 1997 I 2 DTF 123 III 306 In caso di proprietà comune (652 segg. CC) e di comproprietà ordinaria (646 segg. CC), sia i comunitari sia i comproprietari sono responsabili in solido. Secondo unanime dottrina questo vale anche per i

comproprietari per piani (712a segg. CC)

DTF 117 II 50 In caso di combinazione di opere, in principio è responsabile il proprietario la quale opera ricopre il ruolo principale al momento dell’evento pregiudizievole. Se invece è l’insieme ad avere un difetto, i proprietari rispondono in solido.

L’immobile o tutt’altra opera è definito come ogni oggetto o insieme di oggetti ancorati al suolo, anche se solo temporaneamente.

DTF 130 III 736, JdT 2006 I 178 Ø Se parte integrante, difetto dell’opera principale.

Ø Accessori opere a sé stanti solo se sono ancorati al suolo.

Inoltre l’opera deve essere il risultato di un lavoro umano. Questo esclude gli alberi e l’insieme degli elementi naturali, anche se posti su di un fondo privato, se questi non sono stati modellati / piantati dall’uomo.

Secondo giurisprudenza, l’opera deve essere compiuta oppure deve essere direttamente data la possibilità dal proprietario di utilizzarla (WERRO è contrario alla prima condizione).

DTF 94 II 151, JdT 1969 I 552 Il difetto dell’opera generalmente riguarda un vizio di costruzione (difetto iniziale) oppure una carente manutenzione (difetto susseguente). L’illecito consiste nell’assenza della sicurezza alla quale ci si attende tenuto conto dell’obiettivo al quale l’opera è destinata. Tale esigenza, oltre allo stato della tecnica, sono da valutarsi al momento dell’evento pregiudizievole. Inoltre il proprietario è in diritto di esigere dal terzo che utilizzi l’opera ragionevolmente e con un grado medio di attenzione.

La diligenza richiesta dal proprietario è da apprezzarsi obiettivamente.

Bisogna prestare attenzione alla presenza di una proporzione ragionevole fra i costi necessari alla

soppressione del pericolo / i lavori necessari alla messa in sicurezza e il bisogno di protezione tenuto conto dell’obiettivo d’utilizzo dell’opera.

(5)

Art. 333 CC – Responsabilità del capo di famiglia Condizioni:

- Pregiudizio

- Nesso causale naturale e adeguato

o (fra il pregiudizio e il difetto di sorveglianza del capofamiglia) o fra il pregiudizio e l’atto illecito della persona sotto sorveglianza.

- Un capofamiglia

- La persona sotto sorveglianza abbia agito in modo illecito

- Il capofamiglia non abbia adempiuto al suo dovere di sorveglianza.

Imposizione al capofamiglia di sorvegliare appropriatamente alcune persone che vivono nella comunione domestica, con l’obiettivo di proteggere dei terzi da danni pregiudizievoli. La responsabilità è fondata sulla violazione oggettiva di tale dovere di sorveglianza.

Se una persona citata nell’articolo crea un danno, la responsabilità del capofamiglia è presunta.

Il capofamiglia è colui che esercita l’autorità domestica nei confronti dell’economia domestica. Non è necessario che sia stabilito un nesso di parentela, come neppure che il capofamiglia eserciti l’AP sui membri dell’economia domestica.

Ø Necessità di vita comune di una certa durata.

Ø Se la persona da sorvegliare è posta al di fuori della propria famiglia, quali capofamiglia sono considerati la oppure le persone che esercitano effettivamente la sorveglianza.

Ø Può appartenere a più persone allo stesso tempo, in tale caso rispondono in solido.

Ø In caso di badanti/tate il capofamiglia non perde il dovere di sorveglianza (ausiliare!) Ø Possibile anche una persona morale, quale un ospedale/colonia/collegio/…

Il comportamento illecito della persona sorvegliata

Rapporto di solidarietà imperfetta fra l’ipotetica responsabilità del minore sotto 41 segg. CO e la responsabilità del padre di famiglia.

Cpv. 2 fonda la pretesa in rifusione del terzo che prende disposizioni necessarie a seguito del difetto del capofamiglia (WERRO).

La mancanza di diligenza nella sorveglianza Da apprezzarsi oggettivamente. Presunta!

Prova liberatoria – attenzione necessaria dalle circostanze. Criteri da tenere in conto:

- Circostanze oggettive del caso

- Personalità dell’individuo e attività esercitate - Età, carattere, precedenti, sviluppo fisico e mentale - Prevedibilità dell’incidente

- Istruzione

- Grado di sorveglianza “propriamente detta”

- Che una sorveglianza diligente non avrebbe comunque evitato il pregiudizio (<> causalità naturale) DTF 133 III 556, JdT 2008 I 247

(6)

LRDP Condizioni:

- Pregiudizio

- Nesso causale naturale e adeguato fra il difetto del prodotto e il pregiudizio - Produttore

- Prodotto - Difetto Il danno riparabile:

Ø torto morale (rimando all’art. 47 CO)

Ø danno corporale (art. 1 cpv. 1 LRDP). Poco importa che il prodotto sia utilizzato per fini privati o professionali, come non è importante se il leso era acquirente o solo utilizzatore del prodotto. Per il calcolo del danno, utilizzo del diritto comune (art. 45/46 CO). Il danno riparabile riguarda anche le misure preventive che sono sostenute con l’obiettivo di limitare / di evitare il pregiudizio.

Ø alcuni danni materiali (art. 1 cpv. 1 LRDP): cosa destinata al consumo privato e utilizzata per fini privati. Franchigia di fr. 900.- al di sotto del quale importo il consumatore deve azionare secondo 55 CO (art. 6 LRDP) (WERRO + giurisprudenza CJUE).

Copertura dei danni rilevanti dal difetto, ma non i danni causati al prodotto difettoso (art. 1 cpv. 2 LRDP). Per questi danni entra in gioco la garanzia della vendita e/o 41 segg. CO.

Il produttore è il produttore reale, ossia colui che fabbrica il prodotto finito / una materia prima oppure un componente. Assimilazione dell’importatore professionista al produttore.

Il prodotto è inteso come ogni cosa mobile (cf. art. 713 CC).

Il difetto deve essere dimostrato dalla vittima (art. 8 CC), senza però che sia necessaria la dimostrazione di un difetto di diligenza. Il produttore non ha a disposizione le prove liberatorie proprie al padrone d’azienda ex 55 CO. Definizione di prodotto difettoso ad art. 4 LRDP, che si riduce all’assenza della sicurezza

ragionevolmente richiesta dalle circostanze. Nozione normativa del difetto, concreta ma non soggettiva. In definitiva, è metro di giudizio la sicurezza alla quale il pubblico in contatto con il prodotto può

legittimatamene attendersi. A tale riguardo importa solo il risultato, ossia il prodotto difettoso, non il comportamento del produttore.

Ø Difetto di fabbricazione – il prodotto si scosta da quello che avrebbe dovuto essere per via di una fabbricazione difettosa di un prodotto in sé concepito correttamente.

Ø Difetto di progettazione – riguarda tutti gli esemplari fabbricati dell’oggetto difettoso.

Ø Difetto di presentazione –erronea informazione, la quale può essere inadeguata/insufficiente o assente.

Prove liberatorie

1. Lista dell’art. 5 LRDP

2. Comportamento della vittima – piò esonerare dalla responsabilità oppure ridurre l’indennità (più frequente).

Le convenzioni che limitano o escludono la responsabilità civile risultante dalla LRDP sono nulle (art. 8 LRDP).

(7)

Responsabilità del detentore del veicolo automobile Art. 58 Responsabilità civile del detentore del veicolo a motore

1. Se, con un veicolo a motore che è in esercizio, è cagionata la morte o la lesione corporale di una persona oppure un danno materiale, il detentore è civilmente responsabile dei danni.

2. Se un infortunio della circolazione è cagionato da un veicolo a motore che non è in esercizio, il detentore è civilmente responsabile se la parte lesa prova che egli o persone per le quali è responsabile hanno commesso una colpa o che un difetto del veicolo ha contribuito a cagionare l'infortunio.

3. Il detentore è civilmente responsabile, secondo l'apprezzamento del giudice, anche dei danni conseguenti all'assistenza prestata per infortuni in cui il suo veicolo a motore è coinvolto, per quanto egli sia civilmente responsabile dell'infortunio o l'assistenza sia stata prestata a lui stesso o ai passeggeri del suo veicolo.

4. Il detentore è civilmente responsabile, come se si trattasse di colpa propria, per la colpa del conducente e delle persone che coadiuvano all'uso del veicolo a motore.

Condizioni:

- Pregiudizio - Atto illecito

- Nesso causale naturale e adeguato fra la sorgente di responsabilità del detentore (atto illecito) ed il pregiudizio.

- Produttore - Prodotto - Difetto Il pregiudizio

Ø Per il torto morale si rinvia all’art. 47 CO.

Nella responsabilità d’impresa il sistema giuridico, mediante una serie di disposizioni speciali, ha creato delle responsabilità oggettive aggravate (ossia stabilite sul solo rischio e senza prova liberatoria), fra le quali si denotano:

- Art. 58 della Legge federale sulla circolazione stradale (LCStr) - Art. 40-40f della Legge federale sulle ferrovie (Lferr)

- Art. 42 della Legge federale sul trasporto di viaggiatori

- Art. 14 della Legge federale sugli impianti di accumulazione (LlmA)

- Art. 33 della Legge federale sugli impianti di trasporto in condotta di combustibili e carburanti liquidi o gassosi (LITC)

- Art. 3 della Legge sulla responsabilità civile in materia nucleare (LRCN) - Art. 30 seg. sulla Legge sull’ingegneria genetica nel settore non umano (LIG)

Non c’è (ancora) nulla in ambito bancario / finanziario (cf. art. 38 e 39 LB), la quale riprende 55 CO.

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