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Insegnare ed educare pre- e adolescenti oppositivi, aggressivi e iperattivi CENTRO PHOENIX

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Academic year: 2022

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(1)

Insegnare ed educare pre- e

adolescenti oppositivi, aggressivi e

iperattivi

(2)

Se si perde il loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola.

È un ospedale che cura i sani e respinge i malati.

Lorenzo Milani

(3)

Oggi in classe troviamo:

• Studenti a dir poco difficili

• Ostili verso l’adulto

• oppositivi alle consegne didattiche, persino provocatori

• Talvolta aggressivi al limite della violenza verbale, emotiva e addirittura fisica

• Sembrano immuni e resistenti agli interventi educativi di ogni sorta:

le punizioni, come l’uso del potere dell’autorità, sembrano acuire la loro ostilità mentre il permissivismo pare in ugual modo deleterio””

Stefano Rossi, 2016

(4)

Problematiche sociali:

• Problemi famigliari, educazione autoritaria o troppo permissiva

• Separazioni

• Trascuratezza

• Abbandoni

• Lutti

• Abusi di vario tipo

• Immigrazione e difficoltà di integrazione, frantumazione dei nuclei familiari e affettivi

• …

(5)

Insegnante competente?

• Sulla propria disciplina e

• sui processi educativi

(6)

Quali strade possibili?

• Resistenza

• Tentativo di contenimento

• Conflitto

• …

(7)

Quali emozioni nel docente?

• Rabbia

• Frustrazione

• Ansia

• Stress

• Paura delle reazioni imprevedibili di questi ragazzi

• impotenza

(8)

Quali emozioni nel ragazzo?

Dietro un muro apparentemente insormontabili ed esplosivo,

• Solitudine

• Storie dolorose

• Cuore ferito e martoriato proprio dagli adulti che avrebbero dovuto sostenerlo, supportarlo, amarlo

(9)

un bisogno comune a tutti ragazzi

“ trovare adulti significativi che credono in loro e siano per loro un riferimento educativo “

• Senza una relazione di fiducia non c’è spazio per l’insegnamento dell’apprendimento

• “ I ragazzi difficili non solo soffrono un codice autoritario o

permissivo, ma soffrono in modo terribile l’immobilismo della didattica esclusivamente frontale. Bilanciando meglio

spiegazione e attività cooperative potrete, invece incanalare la loro energia, creatività e anche la loro motivazione “

(10)

Quale pedagogia? repressiva, libertaria?...?

(11)

Differenze tra i 3 approcci

Approccio punitivo Non dialoga con i ragazzi ma sgrida e punisce senza motivarne la scelta

Approccio permissivo Non punisce, permette qualsiasi cosa, e non investe tempo nel ragionare con gli adolescenti

Approccio dialogico Utilizza il dialogo e l’empatia come strumento elettivo e dedica tempo all’analisi dell’errore insieme

all’adolescente, a partire dalle regole che diventano l’oggetto principale del

ragionamento: analizzate, discusse, spiegate e se necessario anche co- costruite con i ragazzi

(12)

Educare gli studenti difficili

il segreto per l’alleanza educativa

Pedagogia repressiva

Pedagogia

libertaria

(13)

Avere un approccio dialogico con gli studenti non significa assenza di limiti, regole o sanzioni

Ma

Prendersi del tempo è importante per dare senso alle regole, ai limiti e se necessario anche alle eventuali sanzioni

(14)

Pedagogia permissiva Pedagogia libertaria

“ non sono abbastanza forte per educarti

“ non mi interessa farti da educatore “ ovvero non mi interessi

Nel caso dei genitori: genera

disprezzo/manipolazione e figli insicuri che non si sentono protetti.

Il genitore non merita né stima né affetto

Nel caso dei genitori: i figli percepiscono la mancanza di cura da parte dei genitori 2 conseguenze o ferite:

1. ferita nel cuore: “ è colpa mia se non mi amano di più “

2. ferita nell’autostima: “ non merito di essere amato, non sono il figlio che desideravano “

(15)

Una corretta pedagogia: relazione educativa basata sull’empatia

• l’Adolescente sente che l’adulto non è lì per sottometterlo suo potere

• “ io ho piacere di fare questo percorso con te, desidero conoscerti e aiutarti, e se ci saranno dei problemi voglio ascoltare il tuo punto di vista per trovare insieme una soluzione “

• tono emotivo: approccio caldo, relazionale e cooperativo

• Conseguenze: empatia, sensibilità, rispetto

(16)

Dare rispetto ed empatia anziché pretenderli a priori

• No a: “ tu mi devi rispettare perché sono tuo padre o il tuo

insegnante “ che ha come Conseguenza: non mi sento amato e considerato “ non ti rispetto e sfido apertamente la tua

autorità “

• Robert Cialdini: principio della reciprocità

Se tu mi rispetti

Io ti do rispetto= se tu

credi in me

Io ti seguirò ovunque

(17)

Scopo educativo: dalla gestione del problema all’apprendimento

• “Non solo gestire gli adolescenti (limitando i loro

comportamenti problematici), ma costruire percorsi di crescita e cambiamento ( facendoli apprendere dai loro errori)”

• Bisogna interessarsi dei SIGNIFICATI, e non solo reprimere i comportamenti, affinché si possa ottenere un

APPRENDIMENTO DURATURO

• L’intervento deve permettere al ragazzo e all’insegnante di poter apprendere la causa e la soluzione di quel

comportamento negativo

(18)

“ Un intervento che non contempli l’apprendimento della situazione problematica non può essere considerato un intervento pedagogico “ Rossi, 2016

(19)

Un approccio centrato sul dialogo e sull’empatia

(20)

Costruire un colloquio efficace con genitori e studente qualora il problema persista:

• Approccio punitivo comportamentale usato dall’insegnante si trasferisce nel rapporto tra genitori e figlio

• Si incrementa il ciclo della rabbia

• Si perde tempo (5 minuti per ogni richiamo da ora in poi)

• Peggiora il clima della classe e la qualità della relazione didattica educativa

• Crea scontro e oppositività, sfiducia

Insegnante arrabbiato

• L’insegnante è dispiaciuto per il problema comportamentale e offre al ragazzo la possibilità di esprimere il suo punto di vista così da trovare insieme una soluzione

• Colloquio individuale di 20 minuti

• Migliora la relazione con il ragazzo

• Migliore il clima in classe

• Previene e contiene sviluppi indesiderati con risparmio di tempo

• Crea ammirazione, esempio positivo di equilibrio emotivo, passione

Insegnante

deluso

(21)

Cosa vogliamo veramente?

quali delle 2 situazioni dimostrano

• Rispetto e disposizione all’aiuto

• Considera prima la persona poi lo studente

• Stimola lo studente a impegnarsi per migliorare le sue difficoltà

• Migliora la relazione educativa e la fiducia con l’adulto

• Offre una soluzione costruttiva, condivisa insieme e non subita

• Diminuisce il carico emotivo per tutto il sistema

(22)

I limiti dell’approccio punitivo

comportamentale e i vantaggi del dialogo

educativo

Approccio punitivo

comportamentale

Scarsamente efficiente nell’immediato: il ragazzo non ha appreso

dal problema

Non insegna nulla allo studente: nessuna

riflessione solo opposizione

Deteriora la relazione educativa con l’adulto

Approccio dialogico

Efficacia

nell’immediato come contenitore emotivo

del comportamento negativo

Efficacia a lungo termine: crescita emotiva e sociale

Costante miglioramento della

relazione educativa

(23)

La pedagogia permissiva e libertaria

• Gli adolescenti godono di grande autonomia rispetto ai propri errori e raramente vengono puniti o sgridati

• Manca un dialogo responsabilizzante sugli errori e i problemi causati

• Gli adulti libertari e permissivi fingono di non vedere o, se vedono, giustificano il ragazzo

(24)

Quali ragioni alla base della pedagogia permissiva?

Ragioni emotive Ragioni educative

EDUCATORI SPAVENTATI con scarsa autostima, stress e ansia, deleganti.

Gli adulti hanno paura: temono letteralmente le reazioni degli adolescenti

EDUCATORI CHE CREDONO CHE

LIBERTA’+AUTONOMIA=FELICITA’ E RISPETTO Spesso adulti che hanno avuto genitori

autoritari rigidi rispetto alla gestione dei limiti, delle regole e delle punizioni. Hanno sofferto durante l’infanzia e l’adolescenza la severità e la durezza delle figure genitoriali dunque ritengono di dover difendere i propri figli / alunni

L’approccio permissivo provoca disagi a livello psicologico perché tutte le emozioni negative vissute quotidianamente hanno un costo:

ansia, stress, nervosismo, rabbia, depressione, burnout

L’approccio libertario permissivo crea “ piccoli mostri “, adolescenti tirannici pronti a

esplodere da un momento all’altro non appena non ottengono ciò che vogliono. Nessuna

tolleranza alla frustrazione perché è assente la percezione del limite. Ragazzi tanto onnipotenti quanto insicuri

Scopo di un intervento sull’educatore: sviluppo della leadership dell’educatore, riappropriarsi

Scopo di un intervento sull’adolescente:

sviluppare la capacità emotiva e fisica di

(25)

Una terza via: l’approccio dialogico basato sull’empatia

3 specifici obiettivi fra loro interconnessi:

1. Costruire una alleanza educativa positiva con lo studente difficile

2. Gestire il comportamento problematico

3. Utilizzare il problema per stimolare un apprendimento utile per tutta la vita (su di sé, sugli altri o sulla propria visione del mondo)

(26)
(27)

Sviluppare empatia

(28)

Come riuscire ad essere empatici? Cambiamo la lettura del problema

Sto male, sto soffrendo Non c’è un attacco al mio SE’

personale o professionale: devo riconoscere il dolore sotto la loro

rabbia e oppositività

Lettura io- centrica

Approccio centrato sugli

studenti

(29)

Dalla psicologia post comportamentale, a partire da quella umanistica di Rogers, alla base dei comportamenti umani ci sono sempre dei bisogni

Comportamenti negativi «studenti

difficili»

Reazione o

interpretazione o ruolo:

rabbia e oppositività

Ferita (affettiva, familiare, sociale)

(30)

Il potere del colloquio educativo fuori dalla classe per evitare due errori: effetto platea e profezia che si auto avvera

Perché l’intervento in classe non è sufficiente?

« per gli adolescenti essere arrabbiati, e di conseguenza

oppositivi, provocatori e conflittuali, è molto più semplice che stare a contatto con il dolore « (S. Rossi)

(31)

Due pericoli legati al comportamento negativo in classe

• L’effetto platea: Pericoloso senso di auto efficacia e

competenza nel fare ridere la classe o disturbare la lezione ( triade di McClelland in negativo)

• L’effetto della profezia che si auto avvera (Merton): l’identità

psicologica complessiva del ragazzo va via via a coincidere con i rimproveri che riceve dagli adulti: « ti comporti sempre male «,

« sei un pessimo studente «, ecc.

(32)

È fondamentale offrire a questi ragazzi una profezia auto determinante diversa

(tramite colloqui individuali)

• Usare letture e parti di testi stimolanti, film, storie formative di persone che dalle rispettive macerie familiari si erano rialzate trovando la propria strada, ascolto, empatia, rispetto, paziente presenza

• È l’insegnante che deve essere la base sicura di questi ragazzi (BES)

(33)

Quattro fasi del colloquio educativo

(34)

Dal braccio di ferro alla condivisione: il colloquio educativo

• Dopo aver provato rabbia, ansia, stress, frustrazione, paura per le reazioni violente,… Rimane soltanto il colloquio sui

comportamenti-problema centrato sul sedersi accanto a lui (da soli e dallo stesso lato del tavolo) offrendogli ascolto, empatia, desiderio di comprendere non tanto il problema

comportamentale quanto lui stesso. Affrontando insieme sia i successi che le difficoltà

(35)

Fasi del colloquio

(S. Rossi, 2017)

Fase uno La sospensione del giudizio Non si parla del problema del comportamento ne’ si punisce o rimprovera perché ciò porta

esclusivamente alla

chiusura dell’adolescente esplicita (contro attacco) o implicita(fuga

momentanea)

Fase due La narrazione del punto di

vista dell’adolescente

Fase tre I bisogni Far emergere il bisogno al

di sotto del

comportamento

problematico, la ferita, il disagio specifico

(36)

Fase uno: la sospensione del giudizio

(37)

Quali Emozioni prova in realtà l’adolescente all’inizio del colloquio?

• Rabbia per l’adulto che intervenendo lo vorrà guidare e orientare

• Paura per le punizioni e le conseguenze della conversazione

• Ansia per il problema se muove diverse emozioni di difficile gestione

• Dolore legato al problema

• Colpa rispetto ad alcune dinamiche in atto nella situazione

(38)

Cosa fare? Sospendere il giudizio

• Per non far sentire attaccato subito l’adolescente

• Per non arrivare subito a delle veloci conclusioni Conseguenza? Gratitudine verso l’adulto e reciprocità ________________

No alle prediche, su ciò che è giusto fare, pensare, sentire.

Al massimo portano ad adeguamento forzato alla situazione e attacca l’autostima e l’identità ovvero:

• Attiva le difese per la minaccia al proprio sé e alla propria autostima

• Blocca la comunicazione sul problema: tu non mi capisci, vuoi sapere tutto tu

• Spacca la relazione educativa che mi fai capire che ho meno valore di te

(39)

L’errore come preziosa occasione di crescita

L’educatore che vede l’errore come un problema: ansia,

preoccupazione, rabbia.

Ecc.

L’educatore che vede l’errore come una risorsa per apprendere

e maturare

(40)

Sviluppare il pensiero riflessivo

Il lavoro con le famiglie

(41)

• OMS ha stabilito a seguito di numerose ricerche sul campo che gli approcci informativi (dico cosa è bene e cosa è male)sono scarsamente efficaci con preadolescenti e adolescenti. Ben più efficace un approccio legato allo sviluppo di competenze

emotive e sociali che fungeranno da fattori protettivi per la crescita dei ragazzi: la co-costruzione delle possibili soluzioni

(42)

Competenze di vita

• L’OMS segnala come fondamentali per la prevenzione dei

comportamenti a rischio dei ragazzi le stesse competenze emotive che si possono sviluppare con un colloquio educativo addestrato di tipo riflessivo:

• Autostima

• Empatia

• Intelligenza emotiva

• Intelligenza sociale

• Problem solving e decision making

• Senso critico

(43)

L’alleanza educativa con i genitori degli studenti difficili

1. Riconoscere il cambiamento culturale: codice permissivo, no alleanza con genitori, maternage iperprotettivo

2. L’alleanza educativa come obiettivo: non diamo per scontato una alleanza educativa genitori-insegnanti, va costruita come obiettivo di lavoro, nulla di personale

3. L’empatia con i genitori di studenti difficili: il genitore

IPERTUTELANTE attacca l’insegnante perché lo vede e vive come una minaccia per il benessere emotivo del figlio. Esplicitare ai genitori che l’obiettivo è costruire un’alleanza formativa che

valorizzi le risorse del ragazzo migliorando anche i comportamenti negativi. Sono ipersensibili alle critiche, hanno meccanismi di

resistenza alla collaborazione: va esplicitato che non li avete

chiamati per accusati o per accusare il figlio: non siamo alla ricerca di un colpevole ma alla ricerca di soluzioni

(44)

L’alleanza educativa con i genitori degli studenti difficili

1. Intervenire insieme sulle difficoltà: apprendimento dall’errore, no danni, se necessario introdurre conseguenze riparative che permettano al

ragazzo di rimediare a quanto fatto

2. proporre una presa in carico:negazione del problema come meccanismo difensivo del genitore. Meglio gestire il colloquio con un atteggiamento simpatico, rispettoso e comprensivo. Proporre UNA PRESA IN CARICO

SOLO dopo che si sia creato un vero rapporto di reciproca fiducia dunque non primo incontro.

NO alla ricerca di un colpevole

SI alla ricerca di soluzioni che aiutino il ragazzo a esprimere al meglio il proprio potenziale

(45)

Modelli di famiglia (Nardone 2001): es. ragazzo che arriva a dar fuoco alla scuola

MODELLO DI GENITORE REAZIONE CORRETTIVO POSTO

DALL’INSEGNANTE? MAI

UTILIZZATE LO STESSO MODELLO IPER PROTETTIVO Sapete, in fondo è un buon ragazzo, ha fatto

solo una bravata

Bravata=reato carabinieri servizi sociali

PERMISSIVO DEMOCRATICO Io parlo tanto con lui, siamo d’accordo su tante cose, siamo amici, e in questo caso si è trattato solo di un gioco che gli è sfuggito di mano, ma sicuramente non era nei suoi intenti arrivare a tanto

Hai il paese contro (perbenismo, perbuonismo)

DELEGANTE Si sente incapace e chiede un aiuto del tipo:

io non so cosa fare, fai tu

Deresponsabilizzazione, delega.

Storia del ragazzo, cosa avete fatto finora voi

SACRIFICANTE Si sacrifica in toto per il figlio, magari offrendosi di pagare le sue colpe

Deve farlo crescere il figlio

INTERMITTENTE Talvolta iper protettivo, altre volte permissivo, per poi divenire delegante, fino ad arrivare a sacrificarsi, provando, ma spesso senza successo, anche illudersi di riuscire qualche

Le ho provate tutte

(46)

La gestione della rabbia

(47)

Studenti irascibili ed esplosivi: approcci educativi sulla gestione della rabbia

Due opposte pedagogie naturali:

• L’approccio punitivo: la rabbia è un sentimento sbagliato che non va solo agito ma neanche provato

• L’approccio permissivo libertario: tutte le emozioni sono sane, la rabbia va comunque sempre espressa sorvolando sulle

correlate conseguenze comportamentali

(48)

Terza via: umanistica. Distingue tra emozioni e comportamenti

• Tutte le emozioni sono legittime ma i comportamenti possono essere costruttivi o distruttivi

(49)

Tre approcci educativi sulla gestione della rabbia

• Sentimento sbagliato:

• non va provato

• Non va agito Approccio punitivo rispetto

alla rabbia:

alla lunga effetti autodistruttivi

• Tutto è permesso:

• Si può provarlo

• Si può agirlo Approccio permissivo rispetto

alla rabbia:

alla lunga effetti etero distruttivi

• Distingue in:

• Emozione= legittima

• Comportamento= violenza non è accettabile Approccio umanistico rispetto

alla rabbia

(50)

La limitazione del comportamento

• L’approccio educativo permissivo è inefficace

• Necessario utilizzare un contenimento educativo che dia delle limitazioni con un atteggiamento fermo ma gentile

• Dialogo empatico e costruttivo affinché il cervello superiore regoli la reattività e impulsività del cervello inferiore

(51)

Il percorso educativo dell’iceberg (Stefano Rossi)

1. Fase uno: spiegare il funzionamento della rabbia con l’iceberg 2. Fase due : iceberg nel comprendere e gestire la propria rabbia 3. Fase tre :Per comprendere e gestire La rabbia altrui

4. Fase quattro: l’iceberg in classe per imparare a gestire le emergenze

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