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Academic year: 2022

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- il manuale -

Sessione Tre

Copyright © 2019 Jon Kabat-Zinn.

Questa traduzione è pubblicata su licenza esclusiva di Sounds True, Inc.

e dell’agenzia di Agence Schweiger.

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Sessione Tre

Arricchire il terreno: l’intenzionalità e la disciplina come terreno di pratica

Coltivare il Non Giudizio, la Pazienza, lo Sforzo Saggio, la Fiducia, la Mente del Principiante, il non Cercare Risultati, il Lasciare Andare e la Generosità, come sup- porto per la tua pratica.

Questa settimana continuiamo ad approfondire la nostra pratica di meditazione, man- tenendo lo slancio che abbiamo sviluppato fin dall’inizio. A questo punto, probabilmen- te avrai già capito quanto sia difficile per noi umani mettere insieme anche solo due momenti di consapevolezza, o essere consapevoli di un solo respiro, o anche di una sola inspirazione o di una sola espirazione, figuriamoci poi nei momenti in cui siamo messi a dura prova dagli eventi.

Anche se può essere il lavoro più difficile del mondo, per noi umani, se ci fermiamo a pensarci un attimo, cos’altro c’è da fare? Se non coltiviamo la mindfulness, o consape- volezza, nella nostra vita, stiamo coltivando per default la “mindlessness”, l’assenza di consapevolezza, e questa forma di ignoranza porta con sé le sue conseguenze tossiche.

Tra le indagini e le esplorazioni che intraprenderemo nel laboratorio della tua vita que- sta settimana vedremo:

(1) come coltivare alcune attitudini di supporto alla tua pratica di meditazione;

(2) l’importanza di ritagliarsi del tempo per la pratica regolare della meditazione formale nella tua giornata;

(3) in particolare, come coltivare la dimensione non giudicante della pratica, sen- za cercare erroneamente di costringersi a non avere giudizi, soprattutto perché la mente ne è piena ed è incessantemente presa da simpatie e antipatie; volere e non volere; perseguire alcune cose o pensieri o emozioni e allontanarne altri.

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La cosa più importante è non giudicare il giudizio! Forse, possiamo semplice- mente lasciare che tutto sia come già è, proprio come qualsiasi altro “schema meteorologico” nella mente, riconoscerlo per quello che è, e non esserne più così coinvolti.

Quando siamo semplicemente consapevoli di ciò che sta sorgendo e notiamo ogni giudizio che potrebbe essere presente, allora diventa possibile riposare semplicemen- te nella consapevolezza di ciò che si sta svolgendo, sospendendo il giudizio nel mi- glior modo possibile, e addirittura non giudicando qualsiasi giudizio si presenti, cosa che accade spesso. Naturalmente, lo sviluppo di una consapevolezza non giudicante richiede una pratica continua, ma è al cuore della liberazione dall’incessante attacca- mento della mente al bisogno che le cose vadano in un certo modo, (“a modo mio”), per essere felici.

Inoltre, scopriremo il grande vantaggio di coltivare altre attitudini fondamentali, come la fiducia nella propria consapevolezza, momento per momento, e quello che Suzuki Roshi, il maestro Zen giapponese che arrivò negli Stati Uniti e che ha fondato il Centro Zen di San Francisco, ha chiamato “la mente del principiante”, cioè, essere d’accordo con il non sapere e l’essere aperti a nuove possibilità. La mente del principiante è uno degli atteggiamenti che visiteremo questa settimana, e che potrai coltivare intenzional- mente, arricchendo il terreno della tua crescente pratica di mindfulness.

(Vedi Vivere Momento per Momento, Capitolo 2, edizione 2013, per la descrizione di ulteriori attitudini fondamentali della pratica della meditazione mindfulness che non toccheremo esplicitamente in questo corso).

Addestrare la mente a conoscere sé stessa e a non essere più prigioniera dei propri au- tomatismi è, come abbiamo visto, la cosa più difficile da intraprendere, per noi esseri umani. Questo è particolarmente vero se siamo presi dal tentativo di raggiungere uno stato o un sentimento particolare, avendo idealizzato l’intera nozione di pratica della meditazione come un modo per ottenere stati d’animo particolarmente desiderabili. Se veniamo catturati nell’idealizzare il risultato della pratica della meditazione in questo modo, non c’è da stupirsi che la resistenza ad una pratica di meditazione regolare sorga quando non otteniamo ciò che ci prefiggiamo di raggiungere, specialmente se la nostra sofferenza non scompare istantaneamente. Forse l’avrai già sperimentato. È un enigma comune: di solito, nella vita, non ci impegniamo molto senza la prospettiva di un “ritor- no sul nostro investimento”, in termini di tempo e di energia.

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Sembra che ci siano diversi modi in cui potresti trovare utile riconoscere e lavorare con questa resistenza, in modo che, piuttosto che diventare un impedimento, essa diventi un tuo alleato, prima di tutto per approfondire la tua pratica e la tua motivazione di fondo per impegnarti in essa. L’attaccamento a un risultato, per quanto desiderabile, è comunque un attaccamento. E questo attaccamento è di per sé alla radice della soffe- renza. Riesci a riconoscere questa catena causale attraverso la lente della tua esperienza, specialmente quando pratichi?

La cosa più importante ed efficace è trattare la tua pratica come una storia d’amore con la vita stessa, piuttosto che come un’altra faccenda nella tua giornata già troppo im- pegnativa. Riesci a riconoscere la preziosità e la fugacità dei tuoi momenti e della vita stessa? Riesci a tenere a mente questa realizzazione, specialmente nelle circostanze più impegnative, in modo che tutto, davvero tutto ciò che sorge nella vita possa essere visto come parte del “curriculum” della vita stessa? Puoi lavorare con essa, incorporandola nella tua pratica di meditazione come un ulteriore oggetto di attenzione?

Ci auguriamo che, a questo punto della nostra avventura, tu abbia scoperto che tutte le pratiche di meditazione formale e informale in cui ti sei impegnato/a, stanno rivelando sempre più opportunità di essere presente con la tua esperienza, qualunque essa sia, e di considerarla in un modo un po’ diverso, più invitante e più accogliente, e con più accettazione. La sessione di questa settimana ha lo scopo di fornirti una prospettiva più ampia sulla pratica della meditazione che continua a svilupparsi. La mia prospettiva è che, continuando a praticare di momento in momento e di giorno in giorno, ci stiamo impegnando ad arricchire continuamente il terreno per una vita di risveglio incarnato e di equilibrio emotivo.

Domande per la riflessione e Diario

Prenditi un momento per riflettere sui seguenti suggerimenti per il tuo diario.

Quando ti senti pronto, scegli il tuo metodo preferito - che sia carta e penna, un docu- mento in Word, o uno strumento online per registrare le tue risposte alle domande che ti verranno poste.

Prenditi un momento e rifletti sull’andamento della tua pratica quotidiana formale di meditazione seduta in cui ci siamo impegnati fino a questo punto. Cosa stai notando nel cercare di mantenere la disciplina quotidiana della tua pratica formale? Se ti trovi

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in difficoltà, benvenuto/a nel club! Mettere insieme anche solo due momenti di con- sapevolezza, per non parlare del mantenimento di una regolare pratica quotidiana, è praticamente il lavoro più difficile in cui noi esseri umani ci possiamo impegnare, per riuscire ad arrivare a incarnarla, nel tempo.

Trovare ogni giorno il tempo per la pratica formale è un enorme cambiamento di stile di vita da affrontare. Eppure, ogni momento (come adesso, per esempio) è un momento perfetto per impegnarsi di nuovo nella pratica. E ogni momento è davvero un nuovo ini- zio, un momento per ricominciare da capo - proprio come ogni respiro è un nuovo inizio.

Durante la tua meditazione formale o informale di questa settimana, ti sei tro- vato in qualche momento legato a un risultato, o stai cercando di raggiungere qualche obiettivo o ideale o stato, o di provare qualcosa di speciale che non senti veramente? Come hai lavorato con quei momenti? Cosa pensi adesso dei tuoi eventuali tentativi di sforzarti per un particolare risultato, o di aggrapparti a un’e- sperienza momentanea, soprattutto se è stata particolarmente piacevole? Puoi metterti in gioco, e permettere che qualsiasi cosa tu stia sperimentando - sia essa piacevole, spiacevole o neutra, desiderabile o indesiderabile - sia semplicemente così com’è, rendendoti conto che la tua capacità di occuparti di una qualsiasi di esse non è allo stesso tempo nulla di speciale e straordinariamente speciale? La tua capacità di vedere con gli occhi è forse speciale? O di sentire con le orecchie?

O la capacità di dare voce ai propri sentimenti? Speciale o non speciale? Ordina- rio o straordinario? Immagino che tu capisca dove sto andando a parare. Come abbiamo già visto, ogni momento è straordinariamente speciale, se si è disposti a mantenerlo nella consapevolezza, così com’è.

E quando sarà il momento di agire, con la consapevolezza delle circostanze, allora agi- rai con maggiore saggezza e integrità, e anche questa azione farà parte della tua pratica della mindfulness. Il tuo “fare”, a quel punto, uscirà allora dal tuo “essere”.

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Andare in profondità nel “Non Fare”

— Semplicemente ascoltare/

Semplicemente Sentire

L’intimità con il nostro essere umani.

Stare seduti come una montagna.

È piuttosto strano parlare di «non fare» nella nostra cultura - di rallentare e di calarsi semplicemente nell›essere. Fino a poco tempo fa, la nostra cultura non valorizzava affat- to questo tipo di abilità, e non ne ha incoraggiato la diffusione. Tuttavia, fortunatamente, la cosa sta cambiando, poiché la mindfulness sta penetrando sempre di più nella nostra società, persino nel sistema scolastico, dalla scuola materna alla scuola secondaria.

La meditazione mindfulness è un gesto radicale di “non-fare” e, allo stesso tempo, un meraviglioso strumento per affinare l’accesso a questa dimensione della vita. È da qui che provengono l’immaginazione e la creatività umana.

La vera creatività nasce dalla quiete. Quando riusciamo a trovare l’immobilità all’inter- no di un’attività, tocchiamo momenti di freschezza, di intuizione e di consapevolezza penetrativa che ci permettono di vedere ciò che ci sta davanti, in modi completamente nuovi, quando la mente si spinge fuori dalla sua strada. Coltivando il non-fare, costru- iamo anche l’equanimità, la nostra capacità di affrontare le sfide e gli ostacoli con aper- tura, discernimento, non attaccamento e un solido equilibrio tra mente e cuore.

In questa sezione audio esploreremo il non-fare, la coltivazione del non-fare è la col- tivazione dell’equilibrio della mente e dell’equanimità in una serie di modi diversi, da diverse angolazioni. La calma, la stabilità della mente, l’intuizione, la chiarezza e l’equa- nimità diventano sempre più disponibili, man mano che continuiamo a praticare.

E attingere a queste qualità del cuore e della mente sta diventando sempre più importan- te, a fronte delle nostre vite sempre più frenetiche, perennemente distratte e complesse.

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“Finché non ci si impegna, c’è sempre la titubanza, la possibilità di ritirarsi, sem- pre l’inefficacia. . . Qualunque cosa tu possa fare, o sognare, iniziala. L’audacia ha in sé genio, potere e magia”.

—WH Murray

Domande di riflessione e Diario

Prenditi un momento per riflettere sui seguenti suggerimenti per il tuo diario.

Quando ti senti pronto, scegli il tuo metodo preferito - che sia carta e penna, un docu- mento in Word, o uno strumento online per registrare le tue risposte alle domande che ti verranno poste.

Quali sono gli ambiti della tua vita che ritieni possano trarre beneficio dall’ado- zione di un atteggiamento e di una pratica del “non-fare”?

Cosa stai scoprendo - se hai scoperto qualcosa - mentre tenti di abitare il domi- nio del “non-fare”, di tanto in tanto, lasciando poi che il tuo “fare” esca dal tuo

“essere”?

In questa settimana, in che modo hai notato di aver nutrito e liberato le tue ener- gie creative, anche se soltanto in maniera accennata?

Hai provato a porti la domanda: “Chi sono io?” e poi ad ascoltare, fuori dal tempo?

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L’autore

JON KABAT-ZINN, PHD, è professore emerito di medicina presso la University of Massachusetts Medical School, dove nel 1979 ha fondato la Clinica per la Ri- duzione dello Stress Basata sulla Consa- pevolezza (MBSR), nota in tutto il mon- do. I programmi MBSR si sono oramai diffusi a livello internazionale in ospedali, cliniche, scuole e altre istituzioni. Jon ha anche fondato il Center for Mindfulness in Medicine, Health Care, and Society nel 1995. È autore di 14 libri tradotti in oltre quaranta lingue, tra cui Vivere Momen- to per Momento; Ovunque tu vada, ci sei già; Mindfulness per Principianti; e la nuova serie in quattro volumi dell’edizio-

ne riveduta di Riprendere i Sensi. © Jaume Cosialls

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