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Milano, Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi, Sala Verdi. 28 Ottobre 2019, ore 20

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Milano, Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi”, Sala Verdi 28 Ottobre 2019, ore 20

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L’Opera contemporanea

Ennio Morricone

Epitaffi sparsi

Testi di Sergio Miceli

Albino Taggeo

Le carte salvate

Sceneggiatura di Albino Taggeo

Pentarte Ensemble

Direttore e maestro del coro: Stefano Cucci Soprani: Tiziana Scandaletti, Marta Vulpi

Tenore: Anselmo Fabiani Baritono: Luca Bruno

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Ennio Morricone

Epitaffi sparsi (1991)

per soprano, clarinetto, viola, contrabbasso, percussioni, pianoforte e orchestra d’archi.

Duo Alterno

Soprano: Tiziana Scandaletti, pianoforte: Riccardo Piacentini

Albino Taggeo

Le carte salvate (1998)

per soprano, tenore, baritono, coro e orchestra.

Soprano: Marta Vulpi Tenore: Anselmo Fabiani

Baritono: Luca Bruno Coro Petrassi Pentarte Ensemble

Direttore e maestro del coro: Stefano Cucci

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Il Pentarte ensemble

Pentarte è un’Associazione Culturale che nasce nel 1990 su iniziativa del suo Presidente Albino Taggeo e di alcuni musicisti appartenenti alla Scuola romana. Dal 1992 il Pentarte Ensemble opera attivamente eseguendo musiche del Novecento storico e contemporanee. I suoi componenti sono giovani musicisti provenienti prevalentemente dal Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e il suo Direttore musicale è Stefano Cucci.

Nel corso degli ultimi vent’anni il Pentarte Ensemble ha svolto un’intensa attività concertistica su tutto il territorio nazionale. Tra gli eventi più significativi spiccano le partecipazioni al Festival di Taormina-Arte (2006, 2010), Festival di Ravello (2014), Teatro Bellini di Palermo (2007), Teatro Palladium di Roma (2019), Teatro Vittorio Emanuele di Messina (1999), Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma (2014), Museo di Arte contemporanea Magi di Bologna (2019), Accademia Filarmonica Romana (2016, 2017, 2018), Festival Internazionale di San Leo (2016, 2017, 2018), Palazzo Ducale di Genova (2017), Teatro Duni di Matera (2008), Teatro dei Filarmonici di Ascoli Piceno (2019), Museo Macro di Roma (2018), Aula Magna Istituto Saluzzo Plana di Alessandria (2019).

Alcuni dei compositori più importanti della vita musicale italiana, hanno partecipato alla realizzazione di alcuni concerti con delle loro opere, tra i quali: Ennio Morricone, Nicola Piovani, Franco Piersanti, Marco Betta, Giovanni Guaccero, Fabrizio De Rossi Re, Fausto Sebastiani, Enrico Marocchini, Ada Gentile, Lucio Gregoretti, Giovanni D’Aquila, Carlo Crivelli, Matteo D’Amico, Antonio Scarlato, Mauro Bortolotti e Riccardo Piacentini.

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Direttore e maestro del coro: Stefano Cucci

Flauto: Silvia La Rocca, Clarinetto: Fabio Sepe, Sax: Guglielmo Getto Tromba: Alessandro Rosi, Trombone: Aldo Maria Taggeo

Percussioni: Fabio Cuozzo, Domiziana Del Mastro Pianoforte: Riccardo Piacentini, Fabio Silvestro

Violini primi: Anna Chulkina, Damiano Barreto, Hinako Kawasaky, Melody Quinteros, Daniele Molino

Violini secondi: Michela Marchiana, Valentina Moriggi, Alexey Doulov, Radoslaw Srodon

Viole: Alessio Toro, Arianna Bloise, Roberta Rosato Violoncelli: Flavio Malatesta, Ilaria Calabrò

Contrabbassi: Massimiliano Favella, Gerardo Scaglione

Il Coro Petrassi:

Soprani: Antonella D’Avino, Cornelia Dupré, Ornella Scocca Tenori: Seiva Borzak, Renato Moro, Gennaro Panarello, Bassi: Marzio Montebello, Alessio Neri, David Ravignani

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La musica come valore inestimabile della nostra società

Le musiche di Ennio Morricone hanno accompagnato i momenti più belli della nostra vita dal 1946 sino ai nostri giorni, facendo sognare ed emozionare intere generazioni.

Morricone è un compositore, musicista, direttore d’orchestra e arrangiatore tra i più prestigiosi e celebrati in tutto il mondo.

Azimut ha voluto rendere omaggio a questo famoso italiano, che onora il nostro Paese, ospitando al Conservatorio di Milano l’opera più importante del maestro:

Epitaffi Sparse.

Azimut ha deciso di sposare un progetto musicale che si apre ai linguaggi della musica contemporanea, frutto di sperimentazione, creatività ed eccellenza.

La stessa eccellenza da tutti riconosciuta ad Azimut in campo economico e finanziario.

Il legame tra Azimut e la musica del maestro Morricone è dunque un investimento di prospettiva verso un pubblico sempre più attento alle dinamiche evolutive anche in campo economico e finanziario.

Gruppo Azimut

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10 Credits photo: Francesco Cappelletti

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La casa della musica contemporanea

Ospitare in Conservatorio un’opera di Ennio Morricone significa compiere un’operazione che riassume in sé la mission stessa di una “scuola” come la nostra.

Innanzitutto significa aprirsi ai linguaggi dell’oggi: la musica contemporanea, sia di Morricone che di Taggeo, altro autore in programma questa sera, è terreno di studio e sperimentazione, luogo della creatività, portatrice di novità, per quanto sempre calata nel presente e spesso attenta ai temi civili e sociali. Al riguardo la pagina di Taggeo, che racconta del ruolo della donna, ancora oggi troppo spesso oggetto di sopraffazione maschile, è quanto mai attuale.

Premesso questo, il Conservatorio di Milano, la cui scuola compositiva è conosciuta e non soltanto in Italia per la sua eccellenza e per il suo essere all’avanguardia, non poteva non sposare un progetto come quello proposto da Azimut.

Progetto che si copre di un ulteriore significato.

Il ruolo di Azimut nel mondo economico è riconosciuto a livello internazionale.

Che un rappresentante del mondo dell’economia e della finanza come Azimut leghi il proprio nome a una serata dedicata a due opere musicali contemporanee apre nuove prospettive: è la dimostrazione che un settore culturale “di nicchia”, come quello della musica di oggi, è meritevole di investimenti e può quindi muovere economie per la sua grande capacità di innovazione, non soltanto del linguaggio musicale ma anche della scena teatrale contemporanea. Ambito di interesse per un pubblico in costante crescita, giovane e dinamico.

Un pubblico su cui dobbiamo investire oggi, perché quel pubblico sarà l’investitore di domani.

Cristina Frosini Direttore del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano

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Epitaffi sparsi

Grazie all’amicizia e alla collaborazione con il mio grande amico, il poeta Sergio Miceli, recentemente scomparso e di cui conservo un ricordo indelebile, alcuni anni fa ho realizzato un’opera del tutto originale rispetto al repertorio lirico tradizionale.

La veste drammaturgica evidenzia in questa occasione un habitus ironico che pervade tutti gli Epitaffi sparsi rendendoli perfettamente rappresentabili per quanto riguarda la loro messa in scena.

Dall’aspetto tragico a quello grottesco e fortemente teatrale il passo è stato piacevole e costruttivo, utilizzando linguaggi appartenenti alla musica d’oggi con diverse soluzioni timbriche e ritmiche in sintonia con la musicalità espressa dai testi lirici.

Sono lieto che nel bellissimo progetto, che comprende l’opera di Albino Taggeo, l’azienda Azimut abbia scelto di offrire ai propri ospiti un concerto-evento nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano che prevede composizioni di musica contemporanea.

Sono quindi grato ad Azimut di questo omaggio alla mia musica e auguro un meritato successo a questo progetto.

Ennio Morricone

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La cultura, l’arte e la finanza

Papa Martino V di ritorno da Costanza intorno al 1430 per “resuscitare” Roma dal letargo chiamò artisti del calibro di Gentile da Fabriano, Pisanello nei primi cantieri in Vaticano e in Laterano e presto la città divenne polo d’attrazione per artisti desiderosi di confrontarsi con la tradizione classica. Seguirono Brunelleschi, Donatello, Masaccio, Leon Battista Alberti e fu il Rinascimento!

Oggi dobbiamo fare in modo che quelle atmosfere si ricreino, la cultura dev’essere la chiave di volta del rilancio per riscoprire il gusto dell’italianità e patrimonialità economica della nostra cultura.

Gli economisti fanno fatica a vedere il ruolo economico della cultura perché questa viene dopo il soddisfacimento dei bisogni materiali, esisteva infatti un modello di sviluppo industriale ma non un modello di sviluppo culturale.

Ancora oggi pensiamo di dover dimostrare che la cultura produce valore. Il Mecenatismo stabilì un rapporto tra cultura ed economia e oggi dovremmo perseguire una Venture philantropy che dev’essere applicabile alla cultura. E’ importante sostenere settori al di là della loro profittabilità come laboratori e progetti creativi perché diventino spinta all’innovazione . Dobbiamo costruire un’economia della cultura come generatrice di valore, una cultura manageriale capace di autosostenersi.

È stata una bellissima esperienza costruire nel prestigioso Conservatorio di Milano con Azimut questo concerto-evento che valorizza grandi compositori italiani come Ennio Morricone e Albino Taggeo e la loro ricerca per un nuovo linguaggio della musica contemporanea che definiscono musica “assoluta “. Un grazie quindi speciale per aver potuto vivere insieme un’esperienza irripetibile!

Serena Baccaglini Ideatrice e Curatrice del Progetto

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Le Carte Salvate

L’idea poetica de Le Carte Salvate è da ricercarsi nell’eterna lotta che da sempre il genere femminile conduce contro i pregiudizi che lo rendono ancor oggi subalterno alla supremazia del potere maschile.

Un episodio delirante incastonato in un periodo storico, il Medioevo, costellato di strategie della tensione da parte della Chiesa, diventa attuale e balza ai disonori della cronaca nel momento in cui la donna, per demenza di alcuni uomini, continua ad essere oggetto di prepotenze e sopraffazioni.

Le carte, documenti salvati nel tempo per merito di monaci temerari che sfidarono l’Inquisizione, raccontano, in una sorta di piccolo melodramma per ensemble cameristico, la storia di una ragazza accusata di essere una strega, per poter giustificare l’ignoranza del potere da un punto di vista scientifico.

Immagini inquietanti, dal processo farsa alla sentenza scontata, con un finale grottesco e surreale dove tutti i personaggi vengono trascinati via dalle miserie terrene verso un “aldilà da venire”.

Albino Taggeo

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Contemporanea Mente

Gli Epitaffi sparsi di Ennio Morricone, insieme ad altri pièce de résistance della contemporaneità, sono diventati per noi un abito mentale. Li abbiamo eseguiti in una quarantina di Paesi del mondo e ovunque abbiamo gioito della sorpresa mista a genuina ilarità che hanno suscitato.

Che la musica contemporanea possa talvolta indurre a un catartico sorriso ci sembra ottimo auspicio per la Cultura vivente, una scelta di “maturità”, ci verrebbe da dire, di cui chi è troppo serio e non sa (anche) sorridere è sprovvisto.

La nostra “contemporanea mente” esige apertura, flessibilità, capacità di conquistare l’abbondanza di cui la realtà è zeppa nonostante le nostre insistite semplificazioni, e la “musica assoluta” che con tanta forza invoca Morricone, per distinguerla dall’altra sua produzione, ne è un esempio meraviglioso di cui il Duo Alterno è fiero di poter essere tra gli interpreti.

il Duo Alterno

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Riflessioni sulla musica oggi

Il Novecento ha visto progressivamente assottigliarsi il filo che legava da sempre la musica alla meditazione sulla sua essenza.

La musica è in grado, nella nostra contemporaneità, di assicurarsi un valore estetico nella sfera metastorica e metasociale dello spirito?

Se la consideriamo soltanto come “attività che soddisfa un certo insieme di funzioni antropologiche e sociali”, quale può essere il suo destino?

Per uno strano capovolgimento dei parametri di valutazione, sembra quasi che, oggi, la musica colta abbia perso oltre alla sua innata funzione paideutica anche la forza veicolante ideologie e contenuti.

Le avanguardie che si affacciavano al ‘900 non si facevano scrupolo di rompere le convenzioni sociali con un linguaggio ardito che non era solo un nuovo modo di organizzare la materia sonora, ma anche, e soprattutto, un tentativo di schiaffeggiare la sonnolente mediocrità borghese con le tinte fauve della musica di Stravinskij o con le spigolose atmosfere della Scuola di Vienna.

Gli sviluppi recenti della musica di consumo, il trionfo del pop, del rock, della disco- music hanno confinato il compositore in una sorta di torre d’avorio in cui lui stesso, forse, si compiace di rimanere.

Il movimento che agita le classi sociali in modo trasversale non si riconosce quasi mai nelle avanguardie musicali e tanto meno nel trascorso ‘900 storico che risuona ancora ostico all’orecchio di quanti, con disinvoltura, apprezzano l’astrattismo più estremo in pittura ma non riescono a concepire come naturale la dissonanza in musica.

È fuor di dubbio che l’opera d’arte nasca, comunque, da un bisogno incontenibile di determinare il proprio essere interiore ed oggettivarlo attraverso un prodotto del pensiero e della sensibilità. Un atto originariamente egoistico, il tentativo di liberare la nostra coscienza dal timore del vano operare e conquistare uno spazio nell’immortalità.

Talvolta l’artista può sentirsi investito di un potere messianico: la sua arte potrà rivelare al mondo gli equilibri di sfere che nessun altro è in grado di rendere manifeste.

La promessa di consolare i nostri affanni, la seduzione di un rimedio al disordine dei nostri pensieri, la magia di un momentaneo estraniamento che stravolge la quotidiana

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lettura dei nostri accadimenti e, vibrando in simpatia con un’armonia illusoria che non ci appartiene, inganna i sensi e blandisce la ragione.

La musica è la più lusinghiera delle sirene perché entra dentro di noi con la facilità di un virus e scardina le barriere poste dalla ragione per impedire il dominio delle emozioni. Con la musica cambia la nostra percezione della realtà e guardiamo le cose con una predisposizione maggiore a ricercare l’armonia con quanto è esterno a noi.

Pensiamo a come sia evidente questa facoltà nella musica applicata che oggi rappresenta la maggior parte della produzione dei compositori, impegnati spesso in eguale misura sul fronte della sperimentazione.

Non posso non citare Ennio Morricone che ha speso grandi energie nel circuito, a volte autoreferenziale, delle avanguardie romane dagli anni cinquanta ad oggi, ma che ha creato un modo nuovo ed inconfondibile di scrittura per il cinema.

La sua musica è paradigmatica: è perfettamente simbiotica con l’immagine e si serve di processi costruttivi che, con l’utilizzo di rimandi ad atmosfere sedimentate nell’immaginario collettivo e di melodie affascinanti, contribuisce al senso dell’immagine stessa.

Lo stesso accade nella sua musica assoluta dove, con linguaggi diversi, l’obiettivo della comunicazione rimane principale ed ogni cosa si giustifica tenendo conto di questa precisa direzione.

Anche Taggeo, appartenente ad una generazione più giovane ma altrettanto ardimentosa di compositori, sperimenta, nel teatro musicale, stilemi che catturino, in modo originale, l’attenzione del pubblico.

Per concludere, non posso che affermare quanto la musica sia in grado di cambiare la nostra percezione delle cose semplicemente perché ci predispone a guardarle non con gli occhi ma con le orecchie della mente.

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Epitaffi sparsi

Testi di Sergio Miceli

Epitaffio degli EpitaffiI.

Me ne sbatto di Spoon River Quello dei morti è un libero mercato

dove ciascuno antologizza come può

D’Altro Canto i cretini soltanto (soltanto i cretini) vedendo un’orchestra provare

pensano subito al Cinefellini

IpertesoII.

Ipercritico Iperattivo Qui non giace Attende semmai il Giudizio Finale per trovarsi faccia a faccia

con l’angelico custode - cherubino o serafino -

che lo fregò da bambino

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Tu che passando osserviIII.

rispetta

quest’infelicità di due nature Amò per entrambe ma non fu mai del tutto

l’una o l’altra Per un refuso divino doveva esser donna ma nacque un bambino

Saccente saggistaIV.

perito senz’aver stabilito

se scrivere Mito dell’Analisisul sull’Analisi del Mitoo

UnV.

tipografo tacequi giaciturno (e non fiù pu)

Bastò la presenzaVI.

d’un siffatto Cretino - seppur modesto - per fermar l’operato d’una catena d’individui

intelligenti Ma tu che leggi

- pensa, rifletti -

Dove si trovan più quelle catene?

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Si disseVII.

“Musicologo”

giace quima chi visse di musica

pensata parlata

citata (passante non turbarti) Freddo, scontroso, schivo

la testa sotto terra aveva già da vivo

VIII.

Si dette Si dava S’è data

Beata non si daràMa

(talvolta coniugare è filosofeggiare)

Distratto LettoreIX.

Frettoloso in Vita or che n’avrebbe tutto il tempo

non può Bastino per punirlo

versi scarni senza rimae

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MassimalistaX.

d’indole e d’ideali visse - per così dire -

m i n i m a l i s t i c a m e n t e (ipnotica potenza dell’avverbio!)

EbbeXI.

in prestito libri, danari e

tutto trattenne

Di patti oscuri e d’amicizie corte a stento l’anima

rese alla morte

Non degnò d’attenzioneXII.

se non fantasme altere asessuate vestali

di talami malati saputello

di ségaté gli parve indegno

il bere il fumare Tra queste zolle cresceranno inermi generazioni nobilissime

di vermi

XIII.

un simpatizzante comunistaEra Morì simpatizzante

Punto e basta

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Per anni studiò da PianistaXIV.

a fatica divenne poi Fortista da morte còlto

prim’ancora d’essere divenuto

Mezzofortista

Piccolo poetaXV.

Lubrico codardo non potendo

agognati accoppiamenti illeciti in tal guisa ammucchiò

Parole

Qui giaceXVI.

un musicista sottotono Era così calante che la terra già stenta

a sostenerlo mite, bonario, indifesoFu calante, calando, calavama

Agl’Inferi è sceso

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Le carte salvate

da un’idea di Rosanna Festa sceneggiatura di Albino Taggeo

Abate: Noi, Abate Bruno Solari, della congregazione benedettina di Cassino, inqui- sitore delegato contro la eretica perversità…

Frate: … perversità, eretica…

Abate: … avendo inteso che in questa città di Matera…

Frate: …città di Matera…

Abate: …ed in altri siti vicini, vi siano molte donne della profana setta delle streghe…

Frate: …della profana setta…

Abate: …molte donne, siamo venuti…

Frate: …personalmente…

Abate: …personalmente per cercare la verità...

Frate: …per cercare la verità.

Abate: Procederemo contro Fanella Candeloro di Matera, qui presente e sospetta di stregoneria…

Frate: …di stregoneria…

Abate: …di stregoneria. Più volte interrogata e messa alla corda, Fanella Candeloro ha sempre…

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Abate: Ascolteremo Frate Callisto…

Frate: …il Frate…

Abate: …Dominici, conoscitore della comunità lucana e confessore delle anime ti- morate e nobili...

Frate: …timorate e nobili. La vostra ostinazione vi impedisce di ritornare ora alla vera penitenza ed alla Santa Madre Chiesa...

Abate: …ostinazione, vi impedisce, penitenza, Santa Madre Chiesa, una donna...

Frate: …vi accusa di averla trafitta con spilli, un’altra di fissare lo sguardo sull’Uomo nero...

Abate: … vi accusa, trafitta, spilli, sguardo, Uomo nero. E’ forse qui l’Uomo nero?

Frate: Lo vedete? Vi sta parlando?

Frate: È forse qui l’Uomo nero?

Abate: Lo vedete? Vi sta parlando?

Fanella (fissando lo sguardo sul Frate): Io non ho visto nessun altro, no, nessun’altro Uomo nero all’infuori di lui.

Coro di donne: Satanno, Satanno.

Coro di guardie: Satanno, Satanno.

Coro di monaci: Satanno, Satanno.

Abate: Siete capace…

Frate: …siete capace…

Abate: …di posare gli occhi su costui senza farlo cadere?

Frate: …senza farmi cadere?

Fanella: Se io lo guarderò (se io) lui fingerà (se io).

Abate : Ma non può fingere. Vedete? Voi lo guardate ed egli cade.

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Fanella: È tutto falso, egli è un mentitore.

Abate: Conoscete il nome dell’Uomo nero?

Frate: …dell’Uomo nero?

Coro di donne: Satanno, Satanno.

Coro di guardie: Satanno, Satanno.

Coro di monaci: Satanno, Satanno.

Abate: Di che colore ha il copricapo?

Fanella: Bianco.

Abate: Lui è ancora qui?

Frate: Ora?

Fanella (guardando il Frate): Io non ho visto nessun altro Uomo nero con copricapo…

Frate: …bianco…

Abate: …all’infuori di lui.

Frate: Stregoneria! Mi si accusa! Stregoneria! Mi si accusa, mi si accusa di essere il Diavolo. Che follia! Di essere il Diavolo io? Stregoneria! Io? Che il Diavolo vi porti tutti via!

Abate: Stregoneria! Ti si accusa, ti si accusa di essere il Diavolo. Che follia! Di esse- re il Diavolo. Sì, stregoneria!

Abate: Siete mai stata in prigione?

Frate: Siete voi mai stata in prigione?

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Abate: Attenta a quel che dici!

Fanella: ... mi tenevano molto cara. Mangiavo a tavola con loro, sì coi frati ed io li ricambiavo.

Frate: Attenta a come parli!

Fanella: Sì, io facevo tutto quel che volevano loro.

Fanella: Quando sono andata via mi hanno costretta...

Coro di donne: Satanno, Satanno.

Coro di guardie: Satanno, Satanno.

Coro di monaci: Satanno, Satanno.

Fanella: ... a fingere la mia prigionia, perché non si sapesse che una donna era stata in un convento.

Abate: …convento.

Frate: Stregoneria, sì, stregoneria! Lei ci accusa di azioni contro la nostra regola, per difendere l’alleanza, la sua alleanza col demonio, sì, alleanza, demonio, stre- goneria!

Abate: Stregoneria! Stregoneria! Lei ci accusa, sì, per difendere la sua alleanza col demonio, sì, stregoneria, stregoneria!

Fanella: Io non ho visto nessun altro, no, nessun altro, Uomo nero all’infuori di lui.

Frate: Extra Ecclesia, extra Ecclesia, nulla salus est.

Abate: Nulla salus est.

Coro di donne: Misericordia, misericordia!

Coro di guardie: Umiliazione!

Coro di monaci: Espiazione!

Abate: Noi, Abate Bruno Solari, della Congregazione benedettina, inquisitore dele- gato, contro la eretica perversità…

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Frate: …perversità, eretica…

Abate: …localizzata in questa città di Matera, Frate: …visti tutti gli atti…

Abate: …del processo, visti tutti gli atti…

Frate: …del processo

Abate: …processo condotto…

Frate: …processo guidato…

Abate: …secondo la forma del diritto di Santa Madre…

Frate: …Madre Chiesa…

Abate: …noi condanniamo…

Frate: …noi condanniamo…

Abate: …secondo la Madre Chiesa…

Frate: …secondo la Madre Chiesa…

Abate: …noi condanniamo Fanella Candeloro di Matera, qui presente e sospetta di stregoneria…

Frate: …di stregoneria…

Abate: …di stregoneria, ad essere gettata nel fuoco e bruciata, Fanella Candeloro gettata…

Frate: …Fanella Candeloro bruciata.

Abate: Così che la sua anima…

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Frate: …ed il corpo ritorni in cenere, ritorni, si separi dal corpo, in cenere…

Frate: …in cenere, ritorni, si separi.

Abate: Noi condanniamo…

Frate: …Fanella Candeloro…

Abate: …noi condanniamo.Fanella: Vili, pazzi, mostri, serpi, folli.

Frate: Ritorni in cenere e si separi dal corpo.Abate: Si separi dal corpo e ritorni in, ritorni in cenere.

Fanella: Satanno, Satanno.

Frate: Satanno, Satanno.

Abate: Satanno, Satanno.

Coro di donne: Satanno, Satanno.

Coro di guardie: Satanno, Satanno.

Coro di monaci: Satanno, Satanno.

Fanella e coro di donne: Disperata Frate e coro di guardie: Condannata Abate e coro di monaci: Sia bruciata

Frate: Sono salito sul carro del potere, la religione è potere, il denaro è potere, la bellezza è potere…

Frate e coro di guardie: …e Satana è il sovrano.

Abate: Tu sei salito, tu sei salito…

Abate e coro di monaci: …è potere, e Satana?

Fanella: Tu sei salito…

Fanella e coro di donne: …è potere, è potere.

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Frate: Il pedaggio è un sacrificio umano: questa donna è il mio sacrificio.

Abate: Il pedaggio è un sacrificio umano: questa donna è un sacrificio.

Fanella: Maledetto, oh, maledetto, oh, maledetto, figlio, figlio di Satana, un mostro di creta, sì, il tuo potere è un mostro di creta. Verrà il giorno, sì, il giorno del giudizio di Dio, il giorno della resa dei conti verrà e della Storia, sì il giudizio di Dio, e la tua potenza sarà soltanto vile polvere. Per te sarà viltà, per me sarà virtù. Vile polvere sarà la tua potenza, oh maledetto!

Abate: Infelice la terra che ha bisogno delle streghe, infelice!

Coro di monaci: Infelice la terra…

Abate e coro di monaci: …che ha bisogno delle streghe.

Frate: Satanno.

Coro di guardie: Satanno.

Frate e coro di guardie: Satanno.

Fanella: a…

Coro di donne: a…

Fanella e coro di donne: a…

Frate: Satanno, Satanno.

Coro di guardie: Satanno.

Frate e coro di guardie: Satanno.

Abate: Infelice, infelice.

Coro di monaci: Infelice.

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Frate: …sarà…

Abate: …la tua…

Frate: …potenza, oh…

Abate e frate: …maledetta!

Fanella: Vili, pazzi, mostri, serpi, folli.

Fanella: Figli di Satana.

Frate: Figlia di Satana.

Abate: Figlia di Satana.

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