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STUDI E RICERCHE
Nel 2020 35 capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili. Anche in tempo di pandemia l’emergenza smog non si arresta (Legambiente: Mal’aria di città 2021)…………...…......pag. 4
E’ stata iniziata la la diffusione dei risultati del censimento prevista con cadenza annuale, con alcuni dati per il 2018 e 2019 (ISTAT: Censimento permanente della popolazione)....pag. 5 Su qualità della vita, servizi digitali, sanità di base, spazi urbani, Bologna è la città più vivibile d’Italia, poi Bolzano e Trento (Il Sole 24 Ore: Qualità della vita 2020)………….…....pag.6
DALLE CATEGORIE E DALLE ASSOCIAZIONI L’Erp è l’ultimo baluardo delle politiche abitative: Cgil Toscana e Sunia Toscana.……….………...…....pag. 7
No a inutili divisioni, alloggi per tutti coloro che ne hanno bisogno: CGIL Piemente e Sunia Piemonte …………..…....pag. 8
DAI TERRITORI
Emilia Romagna: Patto per l’Energia e il Clima; Liguria:
prestazione energetica dei condomìni privati; Lombardia:
Progetto LombHe@t; Lombardia: fondi per rigenerazione urbana e borghi antichi………...…..…………...…….…..…...…....pag. 9/10
NOTIZIE...……...………...
Tutte le missioni del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza impattano sulle città, è tuttavia difficile valutare l’impatto di un ampio spettro di interventi le cui politiche di riferimento appaiono frammentate, mancando la definizione dei progetti e in alcuni casi una normativa nazionale di riferimento, come per la rigenerazione urbana o l’edilizia sociale.
CGIL, CISL, UIL hanno lanciato le proprie proposte nel corso dell’iniziativa
“Rigenerazione Urbana e Politiche Abitative nella Next Generation UE”………...pag. 1
Il 30 dicembre 2020 è stata pubblicata in G.U.
la legge di Bilancio 2021. Vengono prorogati i bonus edilizi, anche al 110% e l’opzione per la cessione o lo sconto, inserendo nuove tipologie di interventi e alcuni soggetti beneficiari. Si incrementano stanziamenti per edilizia scolastica e sanitaria. Vengono potenziati il Fondo per l’affitto e il Fondo per le morosità incolpevoli: le misure sono tuttavia ancora insufficienti a fronteggiare la condizione di difficoltà economica delle famiglie………...………....… pag. 2
Il Parlamento europeo chiede ai paesi UE di intervenire per risolvere l’emergenza abitativa, attraverso la realizzazione di alloggi adeguati, efficienti dal punto di vista energetico e salubri; combattendo il fenomeno dei senza dimora e lottando contro la discriminazione; con un approccio integrato all'edilizia sociale, pubblica e a prezzi accessibili; garantendo la sicurezza di occupazione e mercati immobiliari inclusivi;
investendo nell'edilizia abitativa sociale, pubblica, economica ed efficiente….......pag. 3
Periodico mensile a cura di Laura Mariani Area Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale
POLITICHE ABITATIVE
E PER LO SVILUPPO URBANO
Gennaio 2021 - Newsletter
1 Notizie
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
le misure per le città e l’iniziativa della CGIL
Tutte le missioni del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza impattano sulle città:
la grande quantità di progetti potrebbe limitare la possibilità di porre le innovazioni
che si rendono necessarie.
I campi di azione del PNRR raccolgono molte proposte della CGIL. E’ tuttavia diffi- cile valutare l’impatto di queste misure su un ampio spettro di interventi le cui politi- che di riferimento appaiono frammentate, rispetto ai quali manca la definizione dei progetti e in alcuni casi una normativa na- zionale di riferimento come per la rigene- razione urbana o l’edilizia sociale.
Per la rigenerazione, in particolare, la frammentazione degli interventi possibili sono decisamente in contrasto con le proposte di disegni di legge in materia at- tualmente in discussione, il cui approccio era quello di coordinare la materia.
Molti interventi sono collegati anche se appartenenti a missioni differenti, e si renderà necessario fare una sintesi a li- vello locale per orientare stanziamenti e
progetti verso obiettivi convergenti. Spes- so i fondi sono ridotti, stante la grande quantità di progetti, che pone dei limiti ri- spetto alla possibilità porre le innovazioni che si rendono necessarie.
Manca una politica urbana integrata ne- cessaria anche per superare una fram- mentazione di responsabilità istituzionali, che nel passato ha inficiato spesso il rag- giungimento di obiettivi credibili. Il tema delle città sostenibili, sotto l’aspetto eco- nomico, sociale e ambientale, deve di- ventare una componente chiara del PNRR, come luogo di sintesi della scelte, delle politiche e dei finanziamenti conver- genti a obiettivi integrati.
All’interno delle misure non viene affron- tano in maniera organica il disagio abitati- vo. Una proposta lanciata da tempo dalla
nostra organizzazione, è quella di rispon- dere ai bisogni abitativi, drammaticamen- te emersi come punta di un iceberg in questa fase pandemica, attraverso un piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica e sociale, con sovvenzioni stata- li, sia attraverso il recupero degli alloggi non utilizzati, sia attraverso nuove unità, da realizzare partendo dal patrimonio im- mobiliare pubblico esistente.
Del resto, nel corso della recente Setti- mana Europea delle Regioni e delle Città, tenutasi a ottobre a Bruxelles, è stato proposto un “Patto europeo per la casa“, attraverso investimenti pubblici per risol- vere la crisi abitativa. Questo, in relazione alla necessità di rigenerare il tessuto ur- bano, è a nostro parere fondamentale per la tutela e il potenziamento dei territori.
Rigenerazione Urbana e Politiche Abitative nella Next Generation UE:
le proposte e l’iniziativa di CGIL, CISL, UIL.
Pianificare un progetto complessivo che permetta di rivitalizzare città e contesti urbani, anche in risposta a nuovi bisogni e al crescente disagio abitativo; migliorare sia la qualità degli insediamenti che il benessere sociale delle comunità, identificando interventi che mirino anche a soddisfare le esigenze ambientali, di inclusione, di protezione e promozione della salute delle persone. Sono alcune delle proposte contenute nel documento CGIL, CISL e UIL lanciate nel corso dell’evento “Rigenerazione urbana e politiche abitative nella Next Generation EU” svolto il 27 gennaio, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, della Ministra On. Paola De Micheli, del Presidente della Conferenza Stato/Regioni Stefano Bonaccini e del Direttore dell’Agenzia della Coesione Territoriale Massimo Sabatini.
“Le città ricoprono un ruolo centrale nello sviluppo economico del Paese e per la crescita della qualità della vita dei cittadini – hanno sottolineato la Vicesegretaria Generale Cgil Gianna Fracassi, e i Segretari Confederali di CISL e UIL, Giulio Romani e Ivana Veronese –. Proprio per questo crediamo che si debba dar vita ad un piano pluriennale per la Rigenerazione Urbana con finanziamenti ordinari ed europei, da attuarsi attraverso l’istituzione di un “Fondo per la rigenerazione urbana”, per consentire una programmazione continua nel tempo di interventi da parte degli Enti Territoriali, con una garanzia di organicità nel rispetto delle procedure. Il tema delle politiche abitative si colloca oggi nell’ambito di un processo di mutamento della società e di crisi del modello fondato sull’intervento pubblico il quale, seppure con molte distorsioni, ha dato risposte importanti, attraverso l’edilizia pubblica, al bisogno di casa delle fasce più deboli di popolazione. E’ imprescindibile un forte impegno centrale e un nuovo programma pluriennale volto a incrementare lo stock di edilizia pubblica, con sovvenzioni dedicate, stanziate con continuità e di consistenza adeguata per rispondere al fabbisogno, da perseguire utilizzando anche le risorse del PNRR, dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei 2021-2027, integrandole con quelle ordinarie nazionali e con i fondi di Cassa Depositi e prestiti.
Ora si dovrà aprire una fase di confronto anche a livello territoriale, sulle scelte che riguardano politiche abitative e di rigenerazione urbana, affinché non si perda l’occasione di rispondere alle sfide di città e territori”.
Il documento completo al link: Le proposte di CGIL, CISL, UIL su ‘Politiche Abitative e Rigenerazione Urbana nella Next Generation UE’
L’ in iz ia ti v a C G IL C IS L U IL
2 Notizie
Politiche abitative e urbane nella Legge di Bilancio
le misure per le città
Nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2020 è stata pubblicata la legge di Bilancio 2021 (legge n. 178
del 30 dicembre 2020).
Alcune misure per le città.
Nella versione definitiva permane la pro- roga (commi 58-60) per il 2021 delle de- trazioni per interventi di efficienza ener- getica, ristrutturazione edilizia acquisto di mobili di arredo e di grandi elettrodo- mestici a basso consumo energetico (si innalza il tetto a 16.000 euro), il cd. Bo- nus facciate e il bonus verde. La detra- zione al 110% (commi da 66 a 75) viene prorogata fino al 30 giugno 2022, per gli istituti autonomi case popolari fino al 31 dicembre 2022. Tali termini sono ulterior- mente prorogati per condomini e IACP, relativamente a fattispecie precise. Rien- trano nella disciplina agevolativa gli in- terventi per la coibentazione del tetto, senza limitare il concetto di superficie di- sperdente al solo locale sottotetto even- tualmente esistente, nonché quelli fina- lizzati alla eliminazione delle barriere ar- chitettoniche. Vengono inclusi alcuni soggetti beneficiari e prorogata l’opzione per la cessione o lo sconto. Tra i bonus, viene istituito il nuovo "Fondo per il ri- sparmio di risorse idriche" (20 milioni di euro per il 2021) finalizzato a riconosce- re un "bonus idrico" pari a 1.000 euro per beneficiario (commi 61-65).
I commi 146-152 prevedono la possibi- lità di definire piani di sviluppo per il fi- nanziamento degli interventi necessari alla rigenerazione, riqualificazione e in- frastrutturazione, al fine di favorire l'attrazione degli investimenti e la rea- lizzazione di progetti di sviluppo nelle aree dismesse o in disuso, delle infra- strutture e dei beni immobili in disuso appartenenti alle amministrazioni pub- bliche come definiti dall’art. 1, comma 2 del DL 165/2001 (compresi, quindi, anche scuole, istituzioni universitarie, Istituti autonomi case popolari, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, amministrazioni, aziende e enti i del Servizio sanitario nazionale, ecc). Per il finanziamento è istituito nello stato di previsione del MEF un apposito fondo, con dotazione di 36 milioni di euro per il 2021, 72 mi- lioni per il 2022, 147 milioni per il 2023.
Il compito di coordinare e supportare le pubbliche amministrazioni, centrali e locali, coinvolte nella predisposizione e nella definizione dei piani di sviluppo e di proporre la graduatoria dei piani ai fini dell’accesso al finanziamento è as-
segnato alla struttura di missione Investi- talia. Specifiche disposizioni sono finaliz- zate a favorire lo sviluppo di iniziative di partenariato pubblico-privato.
Il nuovo comma 153, riguarda la possibilità per regioni, comuni e altri enti pubblici territoriali di procedere all'acqui- sto diretto di unità immobiliari apparte- nenti al patrimonio immobiliare dello Sta- to, già normato dall’art. 164, comma 2- bis, del DL 34/2020 (Decreto Rilancio), dando notizia, sul sito istituzionale dell'ente, delle relative operazioni, con in- dicazione del soggetto pubblico alienante e del prezzo pattuito. La congruità del prezzo sarà attestata dall'Agenzia dell'Entrate.
Nell’ottica di diffondere le infrastrutture verdi urbane, si incrementa di 3 milioni di euro, per il 2021, lo stanziamento desti- nato dall’art. 4 del “decreto clima” (D.L.
111/2019) al programma sperimentale di messa a dimora di alberi e per la creazio- ne di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. Per tali finalità, è sta- ta inizialmente autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 (comma 570).
Viene potenziato il Fondo per il sostegno alla locazione:
di160 milioni nel 2021 e 180 nel 2022,
arrivando, rispettivamente, a 210 e 230 milioni.
Inoltre, con il comma 733 introdotto dalla Camera, viene incrementato di 50 milioni di euro per il 2021 il Fondo per le morosità incolpevoli già istituito presso il MIT e con i commi 526-527 viene istituito nello stato di previsione del MIUR un Fondo finalizzato a contributi per le spese di locazione abitativa degli studenti universitari fuori sede con ISEE inferiore a 20mila euro, 15 milioni di euro per il 2021.
I nuovi commi 381-384 attribuiscono un contributo a fondo perduto, per il 2021, al locatore di immobile adibito a uso abitativo (solo abitazione principale), in un comune ad alta tensione abitativa, in caso di riduzione del canone di locazione. Il contributo è pari al 50% della riduzione del canone entro il limite massimo annuo di 1.200 euro per singolo locatore. Per tale finalità è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2021. Si rinvia a un provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, l'individuazione delle modalità di attuazione anche ai fini del rispetto del limite di spesa.
Sugli “affitti brevi” (commi 595-597), si limita la cd. cedolare secca al 21% al caso di destinazione di non più di quattro appartamenti per periodo d'imposta, anche per soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o gestiscono portali telematici, Si prevede l’istituzione della banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazioni brevi presso il MiBACT.
L e m is u re p e r le lo c a z io n i
3 Notizie
Il Parlamento europeo sulla crisi degli alloggio
alloggi adeguati come diritto fondamentale
Il Parlamento europeo chiede ai paesi UE
di intervenire per risolvere l’emergenza abitativa, assicurando alloggi a prezzi ragionevoli e investendo di più in abitazioni dignitose.
La mancanza di abitazioni a prezzi ac- cessibili sta diventando un problema sempre più grave nell’UE, con l’aumento continuo negli ultimi anni dei prezzi delle case e degli affitti, che pesano sempre di più sui redditi di singoli e famiglie.
Il 21 gennaio 2021 il Parlamento euro- peo ha adottato una risoluzione chie- dendo agli stati membri di riconoscere gli alloggi adeguati come diritto umano fondamentale legalmente applicabile at- traverso la legislazione. Secondo il Par- lamento tutti dovrebbero avere pari ac- cesso ad abitazioni dignitose e salubri, con acqua potabile di qualità, con effi- cienza energetica, fognature e servizi igienici adeguati.
La situazione si è aggravata particolar- mente per i proprietari a basso reddito e gli affittuari privati ma anche le persone con un reddito medio sono gravate dai
costi di affitto e di manutenzione. Que- sto è vero specialmente per i genitori soli, per le famiglie numerose e per i gio- vani al loro primo impiego, con un reddi- to troppo basso per il mercato degli affitti e troppo alto per essere considerati ido- nei all’accesso per le case popolari.
La crisi del coronavirus ha dato nuova luce al problema degli alloggi, dal mo- mento che troppe persone sono costret- te a passare molto più tempo (a volte a trascorrere tutto il periodo di lockdown) in abitazioni non consone e dignitose.
Nel medio periodo si prevede che la crisi provocherà un ulteriore aumento dei senza fissa dimora.
Cosa significa “alloggio adeguato”? Il rapporto prezzo-reddito degli alloggi è il criterio più comune per misurarne l’accessibilità. Tra il 2010 e il 2018 circa il 10% della popolazione dei 27 paesi
UE ha speso più del 40% del proprio reddito disponibile nelle spese per l’alloggio: in Italia la percentuale nel 2018 era dell’8,2% secondo l’Eurostat.
Secondo l’Istat, la spesa media mensile nel 2019 per un’abitazione in affitto è stata 579 euro.
La trasformazione degli alloggi in inve- stimenti finanziari è una delle cause principali dell’aumento dei costi. Le per- sone comprano una seconda abitazione per ottenere un reddito supplementare e per integrare le loro pensioni. Gli investi- menti stranieri fanno salire i prezzi delle case e le piattaforme come Airbnb ridu- cono il numero delle abitazioni disponibi- li per i residenti, specialmente nel centro città. Oltre a questo ci sono differenze tra i vari stati membri quando si tratta di politiche sulle case popolari.
Testo tratto dal sito: www.europarl.europa.eu
L’UE può influenzare indirettamente il mercato e facilitare misure per l’emergenza abitativa
attraverso norme sugli aiuti statali, leggi per la concorrenza fiscale e l’adozione di linee guida e raccomandazioni.
Nella risoluzione, gli europarlamentari hanno ripetuto la richiesta dell’obiettivo a livello UE di porre fine al fenomeno dei senza fissa dimora entro il 2030 e chiesto alla Commissione e agli stati membri di dare priorità alla riduzione delle emissioni e all’efficienza energetica attraverso la ristrutturazione delle abitazioni, in linea con il Green Deal. Gli eurode- putati hanno incoraggiato gli stati membri a collaborare sugli investimenti per i finanziamenti sociali con i partner socia- li, la società civile e il settore privato e di affrontare la discriminazione dei gruppi vulnerabili sul mercato edilizio.
Il Parlamento ha inoltre richiesto alla Commissione di presentare delle proposte legislative entro la prima metà del 2021 per affrontare il trattamento delle abitazioni come beni negoziabili invece che come un diritto fondamentale. Alla Commissione e agli stati membri ha richiesto inoltre di investire maggiormente in abitazioni popolari, pubbliche, efficienti dal punto di vista energetico, adeguate e accessibili economicamente, invitando ad aumentare ulteriormente gli investimenti in tal senso, attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo per una transizione giusta, InvestEU, il FSE +, Orizzonte Europa e Next Generation EU, e in particolare attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, l'iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII) e l'iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus (CRII +); ha chiesto maggiori sinergie tra tali strumenti, accogliendo con favore il finanziamento di prestiti per alloggi sociali e a prezzi abbordabili tramite InvestEU e nel più vasto portafoglio delle BEI. Il Parlamento ha invitato la Commissione e gli Stati membri a integrare il progresso sociale tra le priorità di investimento, insieme alle transizioni verde e digitale, del dispositivo per la ripresa e la resilienza, al fine di tutelare le persone vulnerabili dall'impatto negativo della crisi attuale, e a includere piani per il progresso sociale nei piani per la ripresa e la resilienza, per delineare in che modo i principi del pilastro europeo dei diritti sociali saranno attuati e dove saranno indirizzati gli investimenti sociali, compresi gli investimenti nell'edilizia sociale.
L a R is o lu z io n e d e l 2 1 g e n n a io 2 0 2 1
4 Studi e ricerche
Legambiente: Mal’aria di città 2021
Nel 2020 35 capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili.
Anche in tempo di pandemia l’emergenza smog non si arresta.
È quanto emerge dal report annuale Mal’aria di città 2021 di Legambiente nel quale si stila la classifica sia delle città che hanno superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili (Pm10), che quella delle città che hanno superato il valore medio annuale per le polveri sottili (Pm10) suggerito dalle Linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).
Il quadro che emerge è preoccupante:
nel 2020 su 96 capoluoghi di provincia analizzati 35 hanno superato almeno con una centralina il limite previsto per le polveri sottili (Pm10), ossia la soglia dei 35 giorni nell’anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo.
LE CLASSIFICHE
A Torino spetta la maglia nera con 98 giorni di sforamenti, seguita da Venezia con 88, Padova 84, Rovigo 83 e Treviso 80, Milano 79, Avellino e Cremona 78, Frosinone 77, Modena e Vicenza 75.
Poco rassicurante anche il confronto con i parametri dettati dall’OMS, di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea, e che hanno come target esclusivamente la salute delle persone. Nel 2020 sono 60 le città italia- ne (il 62% del campione analizzato) che hanno fatto registrare una media annua- le superiore ai 20 microgrammi/metrocu- bo (µg/mc) di polveri sottili rispetto a quanto indicato dall’OMS. A guidare la classifica è sempre Torino, seguita da Milano, Padova e Rovigo, Venezia, Tre- viso, Cremona, Lodi, Vicenza, Modena e Verona. Oltre alle città del nord però, a superare il limite suggerito dall’OMS sono anche città come Avellino Frosino- ne, Terni, Napoli, Roma, etc.
LE PROPOSTE
Per Legambiente i dati di Mal’aria ci ricordano che il 2020, oltre ad essere stato segnato dalla pandemia ancora in corso, è stato anche contrassegnato dall’emergenza smog e dalla mancanza di misure specifiche per uscire dalla morsa dell’inquinamento. Lo dimostra la mancanza di ambizione dei Piani nazionali e regionali e degli Accordi di programma che negli ultimi anni si sono succeduti ma che, nella realtà dei fatti, sono stati puntualmente elusi e aggirati localmente pur di non dover prendere decisioni impopolari insieme al ricorso sistematico della deroga. E lo dimostrano anche le due procedure di infrazione comminate all’Italia per il mancato rispetto dei limiti normativi previsti della Direttiva europea per il Pm10 e gli ossidi di azoto, a cui si è aggiunta lo scorso novembre una nuova lettera di costituzione in mora da parte della Commissione europea in riferimento alle eccessive concentrazioni di particolato fine (Pm2,5) a cui ora l’Italia dovrà rispondere, essendo state giudicate “non sufficienti” le misure adottate dal nostro Paese per ridurre nel più breve tempo possibile tali criticità.
Per uscire dalla logica dell’emergenza e per ridurre l’inquinamento nelle nostre città e nei nostri paesi, dobbiamo dunque fare lo sforzo di incrociare due temi cruciali come la mobilità e l’uso dello spazio pubblico, della strada.
Ripartendo da questi due aspetti e facendoli diventare i pilastri delle città pulite che vogliamo per noi e per i nostri figli, riusciremo a mettere a fuoco le reali azioni e modifiche necessarie per cominciare a respirare un’aria pulita.
5 Studi e ricerche
ISTAT: Censimento permanente della popolazione
L’ISTAT ha diffuso alcuni dati definitivi per il 2018 e il 2019, iniziando la diffusione dei risultati del censimento
prevista con cadenza annuale.
La popolazione censita in Italia al 31 di- cembre 2019 ammonta a 59.641.488 re- sidenti (175mila in meno rispetto al 2018, -0,3%, stabile rispetto al 2011, 207.744 in più, +0,3%). I residenti dimi- nuiscono nell’Italia Meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), aumentano nell’Italia Centrale (+2%) e nelle riparti- zioni del Nord (+1,6% nell’Italia Nordo- rientale, +1,4% nell’Italia Nord-occiden- tale). Più del 50% è concentrato in cin- que regioni, una per ripartizione: Lom- bardia (16,8%), Veneto (8,2%), Lazio (9,7%), Campania (9,6%) e Sicilia (8,2%). Il lieve incremento è da attribuire esclusivamente alla componente stra- niera: nel periodo 2011-2019 la popola- zione di cittadinanza italiana è diminuita di circa 800mila unità (-1,5%) mentre i cittadini stranieri sono aumentati di circa 1 milione (+25,1%), senza considerare che sono più di 1 milione le acquisizioni di cittadinanza nel periodo 2012-2019 e che già al 2011 i cittadini italiani per ac- quisizione erano quasi 700mila. I cittadi- ni stranieri risultano in crescita in tutte le regioni, tranne la Valle d’Aosta, e sono solo in quattro aumenta anche la popo- lazione italiana: Lombardia, Lazio, Tren- tino-Alto Adige, Emilia-Romagna.
La popolazione residente diminuisce nei comuni con meno di 5mila abitanti (- 520.843 individui rispetto al 2011) e au- menta negli altri, principalmente per i cittadini stranieri, la cui presenza aumenta in tutte le classi di ampiezza.
La struttura per genere si caratterizza per una maggiore presenza di donne, 30.591.392 nel 2019, il 51,3% del totale.
L’INVECCHIAMENTO
Tutte le classi di età sotto i 44 anni diminuiscono il peso rispetto al 2011 mentre aumentano le persone oltre 45 anni, dal 48,2% al 53,5%. L’età media si è innalzata di due anni rispetto al 2011 (da 43 a 45 anni).
La Campania è la regione con la popola- zione più giovane, la Liguria quella con l’età media più elevata. La più giovane struttura per età della popolazione stra- niera rallenta il processo di invecchia- mento della popolazione residente. L’età media degli stranieri è più bassa di 11,5 anni rispetto a quella degli italiani (34,7 anni contro 46,2 nel 2019). A beneficiare della più giovane struttura per età degli stranieri sono soprattutto le due riparti- zioni del Nord, dove si registrano i più bassi valori dell’età media e dell’indice di vecchiaia.
L’ISTRUZIONE
I laureati e le persone che hanno conse- guito un diploma A.F.A.M. di I o II livello rappresentano il 13,9% della popolazio- ne di 9 anni e più. Il 35,6% dei residenti ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professio- nale; il 29,5% la licenza di scuola media;
il 16,0% quella di scuola elementare. La restante popolazione si distribuisce tra analfabeti e alfabeti senza titolo di studio (4,6%) e dottori di ricerca, 0,4% della popolazione. Rispetto al 2011, diminui- scono le persone che non hanno conclu- so con successo un corso di studi (dal 6% al 4,6%) e quelle con al massimo la licenza di scuola elementare (dal 20,7%
al 16,0%) e media (dal 30,7% al 29,5%).
LE FORZE DI LAVORO
Tra la popolazione residente di 15 anni e più, le forze di lavoro ammontano al 52,5%, dal 50,8% del 2011 e calano gli inattivi (47,5% da 49,2%). Gli occupati salgono al 45,6% dal 45,0% del 2011, i disoccupati dal 5,8% al 6,9%. Quote di occupati sopra la media (45,6%) si rilevano nelle regioni del Nord e del Centro, livelli più bassi nel Mezzogiorno, soprattutto in Campania (37,3%), Calabria (36,5%) e Sicilia (34,9%).
Anche se di poco, aumenta la quota di donne occupate, nel 2011 il 41,8% degli occupati (9.621.295), nel 2019 il 42,4%.
Lo squilibrio di genere permane ed è confermato anche dai livelli dei tassi di occupazione (37,4% contro 54,4% per gli uomini), disoccupazione (15,1% contro 11,6%) e inattività (56,0% contro 38,5%).
6 Studi e ricerche
Il Sole 24 Ore: Qualità della vita 2020
La pandemia sta imponendo la necessità di reinventare
modelli di sviluppo, servizi e stili di vita anche sulla base di esigenze
e domande dei cittadini che puntano sempre di più
su qualità della vita, servizi digitali, sanità di base, spazi urbani.
Bologna è la città più vivibile d’Italia, seguita da Bolzano e Trento.
Permane il divario Nord-Sud.
Il Sole 24 Ore pubblica annualmente una classifica delle province italiane sul- la base della qualità della vita, che tiene conto di diversi parametri, tra cui consu- mi, lavoro, ambiente, salute, sicurezza, cultura, quest’anno integrati con alcuni nuovi per misurare l’impatto del Covid (contagi per abitanti, mortalità, capacità dei servizi sanitari di reagire). Il Pil pro capite non è stato misurato in valore as- soluto (come nelle 30 precedenti edizioni) ma come “variazione” rispetto al 2019.
LA CLASSIFICA
Quest’anno la provincia d’Italia in cui si vive meglio è risultata essere Bologna, davanti a Bolzano e Trento, rispettiva- mente seconda e terza, che mantengo- no la loro tradizione di province tra le più vivibili. Bologna è passata dalla 14esima posizione del 2019 alla prima attuale.
Bologna si è distinta per l’incremento della spesa sociale per necessità come l’assistenza domiciliare e il trasporto di anziani e disabili, con un aumento pro capite del 53,9%. Ci sono 5 province dell’Emilia-Romagna tra le prime 20 po- sizioni: oltre a Bologna, Parma ottava, Forlì-Cesena 14esima, Modena 15esi- ma e Reggio Emilia 17esima.
IL DIVARIO NORD-SUD
Non cambiano nella classifica le gerar- chie consolidate tra Nord e Sud: a parte l'eccezione di Cagliari al 9° posto, la pri- ma provincia meridionale successiva è Campobasso al 54° posto, seguita da Sassari e Nuoro al 62° e 63° posto.
LE CITTÀ TURISTICHE
In generale le città turistiche hanno per- so diverse posizioni, Venezia (33esima, in calo di 24 posizioni), Roma (32esima, -14), Firenze (27esima, -12), Napoli (92esima, -11). Penalizzate anche le lo- calità di mare: in Puglia e Sardegna (fat- ta eccezione per Cagliari e Foggia), Ri- mini (36esima, -19), Salerno, Siracusa e Ragusa. In controtendenza solo la Ligu- ria, in miglioramento, dove addirittura Genova (19esima) recupera 26 posizio- ni. A registrare “scatti di crescita”, piaz- zandosi tra le prime dieci, sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (quarta, +3 posizioni), Udine (se- sta, +10) e Cagliari (nona, +11).
L’IMPATTO DELLA PANDEMIA
L’impatto maggiore dell’emergenza sani- taria sulla vivibilità si vede soprattutto nelle province del Nord. Milano, che era prima nelle classifiche dei due anni pre- cedenti, è scesa in 12esima posizione per colpa di un abbassamento del Pil pro capite, ma anche per lo spazio abi- tativo medio a disposizione di ogni fami- glia (in media 51 metri quadri), un para- metro nuovo inserito quest’anno dai ri- cercatori del Sole che ha tenuto conto del molto tempo che gli italiani hanno dovuto passare in casa nel 2020.
Le prime 10 città
per qualità della vita in Italia
Bologna +13
Bolzano -
Trento -
Verona +3
Trieste -
Udine +10
Aosta -3
Parma +2
Cagliari +11
Pordenone +3
Le ultime 10 città
per qualità della vita in Italia
Agrigento +4
Ragusa -19
Foggia +5
Trapani -
Catanzaro -17
Enna +1
Vibo Valentia -1
Siracusa -15
Caltanissetta +1
Crotone -1
Mettere in cantiere
politiche abitative
in grado di
aumentare e risanare
il patrimonio di
edilizia sociale
,attraverso
risorse nazionali e regionali.
Piemonte. Comunicato unitario: No a inutili divisioni. Non si tratta di chi accede per primo alle case popolari ma che ci siano alloggi per tutti coloro che ne hanno bisogno.
CGIL , CISL , UIL Piemonte e SUNIA, SICET e UNIAT hanno posto l’accento sull’emergenza abitativa nella Regione, acuiti dalla crisi economica che si protrae da un decennio. La richiesta è quella di mettere in cantiere politiche abitative che siano in grado di aumentare e risanare il patrimonio di edilizia sociale, attraverso risorse nazionali e regionali;
rendere efficienti le ATC. È inoltre decisivo sostenere le famiglie in affitto nel settore privato per evitare che vengano sfrattate e facciano domanda di un alloggio popolare.
Di seguito le dichiarazioni di Gianni Esposito, CGIL Piemonte, Sergio Contini, Sunia, nel comunicato unitario firmato con CISL e UIL Piemonte, Sicet e Uniat.
In Piemonte aumentano i poveri, molti hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione e a marzo scadrà il blocco dei licenziamenti. La crisi economica che si protrae da oltre un decennio e le conseguenze sul comparto abitativo dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid – 19 hanno determinato un aumento degli sfratti per morosità incolpevole. Per garantire a chi ne ha maggiormente bisogno un bene primario come la casa non servono le uscite estemporanee. Sono invece necessari interventi strutturali che garantiscano a tutti affitti economicamente sostenibili e, per le fasce più deboli, l’accesso all’edilizia residenziale pubblica. L’Assessore sa bene che in Piemonte mancano le case popolari, l’edilizia pubblica, che rappresenta in Piemonte circa il 2,5% del patrimonio immobiliare complessivo, contro il circa 5% della media nazionale è largamente insufficiente a rispondere al fabbisogno delle famiglie piemontesi. Infatti negli ultimi anni le assegnazioni di alloggi Erp non sono arrivati a soddisfare il 15% delle domande, a Torino l’ultimo bando ha raccolto quasi 7.000 domande e le assegnazioni non arrivano a 500 all’anno. Per questo è fuorviante e inutile l’annuncio dell’Assessore Caucino, “prima la casa ai piemontesi.
In questo contesto è assolutamente decisivo mettere in cantiere politiche abitative che siano in grado di aumentare e risanare il patrimonio di edilizia sociale. Per farlo è necessario utilizzare tutte le risorse nazionali, aggiungendo risorse regionali; rendere efficienti le ATC completando le piante organiche e dirigenziali in modo che siano in grado di amministrare al meglio il patrimonio, riducendo i tempi delle manutenzioni e delle assegnazioni, (troppi alloggi rimangono vuoti e inutilizzati per troppo tempo).
È inoltre decisivo sostenere le famiglie in affitto nel settore privato per evitare che vengano sfrattate e facciano domanda di un alloggio popolare. La nostra regione è in forte ritardo perché nonostante gli oltre 12 milioni di euro stanziati dal Governo per il fondo sostegno affitti 2020 nessuno sa quando la regione emetterà il bando.
Chi ha responsabilità istituzionali deve cercare, e non sfuggire come fino ad oggi avvenuto, il confronto con le parti sociali ed economiche. Solo in questo modo sarà possibile individuare le soluzioni migliori per uscire dalla tremenda crisi che attanaglia il Piemonte e l’Italia. Sono mesi che CGIL-CISL-UIL e SUNIA- SICET-UNIAT chiedono di essere convocati dall’Assessore Chiara Caucino per un confronto su questi temi, inutilmente. Ci permettiamo di insistere chiedendo nuovamente di essere convocati a breve.
Per l'emergenza abitativa la Città di Torino potrà usufruire, nel 2021, di circa 9 milioni di euro provenienti dal Fondo Nazionale di Sostegno alla Locazione,
recentemente rifinanziato dallo Stato e dalla Regione Piemonte:
gli stessi, hanno fatto sapere dagli uffici comunali,
verranno impiegati per soddisfare alcune tra le 20mila domande di supporto arrivate nel 2019 e nel 2020.
La vice-sindaca e assessora al welfare Sonia Schellino, ha dichiarato che le risorse riusciranno a coprire il 15,82%
del fabbisogno totale per il primo anno (circa 1 milione e 400mila euro su 8) e il 58% per il secondo (circa 8 milioni su 16): “I 4 milioni messi a bilancio rappresentano l'unica grossa variazione rispetto al 2020: sono stati previsti, inol - tre, 370mila euro in più per il ricovero di persone in emergenza abitativa in alberghi, housing e strutture temporanee e 300mila in meno per i rimborsi delle morosità ATC; le stesse cifre potranno essere allocate diversamente in base alle esigenze. Stiamo cercando, inoltre, di utilizzare al meglio il centro servizi Lo.C.A.Re e i vari fondi salvasfratti, nonché di perfezionare un protocollo di collaborazione con i sindacati dei proprietari e degli inquilini che possa di - ventare prassi condivisa”.
N o ti z ie d a ll e c a te g o ri e e d a ll e a s s o c ia z io n i
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L’Erp è l’ultimo baluardo
delle politiche abitative, uno strumento essenziale per l’emancipazione sociale
per le famiglie di lavoratori , per
radicare la residenza
in contrapposizione a
città del turismo e della rendita.
La Regione Toscana ha presentato il Nono rapporto nulla condizione abitativa redatto dall’Osservatorio Sociale regionale in collaborazione con ANCI Toscana e il Settore Politiche Abitative della Regione.
Di seguito le dichiarazioni di Maurizio Brotini e Simone Porzio (Cgil Toscana), Laura Grandi (Sunia Toscana).
“I dati riportati oggi nel corso della presentazione di ‘Abitare in Toscana 2020’, IX Rapporto sulla Condizione Abitativa, indicano chiaramente quali debbano essere le strategie conseguenti che la politica regionale e i Sindaci dovrebbero adottare per la risoluzione dell’emergenza abitativa. 14.875 sono i cittadini in attesa di una casa popolare, 3300 gli sfratti emessi; 6553 quelli con la forza pubblica già programmata una volta che sarà terminato il periodo di blocco dovuto alla pandemia. 14525 sono le richieste di contributo straordinario Covid, 18576 richieste di contributo affitto per Covid. Mancano poi all’appello tutte quelle famiglie di lavoratori che pagano un affitto da capogiro e che sono state costrette a comprare casa accendendo a mutui quasi sempre dalla durata trentennale. Potremmo dire che, tenuto conto di quanto detto sopra, la precarietà abitativa nella nostra Regione, investe oltre 80 mila famiglie.
Per assicurare risposte adeguate e strutturali che vadano oltre i sostegni emergenziali a queste famiglie toscane strozzate dal caro affitti, dalla precarietà lavorativa e da un futuro pieno di incertezze, Cgil e Sunia della Toscana ribadiscono la necessità di inserire il bene casa in maniera stabile nel welfare sociale, nei diritti di cittadinanza e non riducendolo a un sistema di elargizioni caritatevoli. Per questo Cgil e Sunia della Toscana ritengono che l’Edilizia Residenziale Pubblica (Erp) costituisca la migliore risposta alla risoluzione del disagio abitativo che attanaglia cosi’
tante famiglie toscane con affitti proporzionati alla capacità di reddito familiare.
Non è oltremodo ammissibile constatare anche dai dati forniti oggi che solo il 7% degli aventi diritto otterrà una casa popolare e che allo stesso tempo vi siano 3.500 case popolari sfitte da anni perché i Comuni non le assegnano o non le ristrutturano in tempi rapidi, anche in presenza di disponibilità di risorse. L’Erp è l’ultimo baluardo delle politiche abitative, uno strumento essenziale per l’emancipazione sociale per le famiglie di lavoratori , un ottimo antidoto per radicare la residenza in contrapposizione alle città del turismo e della rendita. Non esiste un sistema alternativo: non lo è di certo il social housing, che deve ancora dimostrare, con le sue performance, di quello di cui è capace, soprattutto a partire dai canoni di locazione applicati. La Toscana ha da 30 anni delle buone leggi ed efficaci regole delle case popolari: dobbiamo fare sistema e migliorarlo con investimenti pubblici costanti e consistenti per permettere a migliaia di famiglie un futuro migliore”.
Il Rapporto presenta le evidenze relative all’anno precedente alla fase emergenziale, i prossimi mesi i numeri restituiranno un quadro reso più complesso
dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia,
che ha colpito in particolare le categorie più fragili e allargato la base dei bisogni.
La fotografia riguarda un patrimonio residenziale di oltre 2 milioni di immobili che nel 2019 è rimasto pressoché stabile, mentre sono aumentate le compravendite, +1,5, e sono scesi i prezzi, -0,8; sono rimasti pressoché stabili i costi degli affitti e diminuiti gli sfratti, -12,6% quelli eseguiti. Sono e saranno necessari strumenti articolati: trovare una risposta a chi ancora è in attesa di un alloggio ERP e individuare soluzioni di affitto calmierato attraverso interventi di edilizia sociale, per un sostegno mirato a una fascia media impoverita dalla crisi, anche in relazione a piani innovativi di rigenerazione urbana, di sostenibilità ambientale ed energetica, di qualità del vivere e dell’abitare.
Con l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e le ripetute chiusure restare in casa è stata una condizione abituale che ha ancora più reso evidente la condizione di disagio abitativo in cui versano migliaia di famiglie anche in Toscana, in un anno che ha visto ampliarsi la forbice delle disuguaglianze interne alle nostre comunità. Gli effetti di questa situazione potrebbero amplificarsi nel 2021 se cesserà l’utilizzo di alcuni ammortizzatori sociali e non verranno confermate alcune misure ad hoc: nel caso della casa, potrebbe risultare fortemente critico il termine del blocco degli sfratti. Saremo chiamati ad intervenire, oltre per chi si troverà immediatamente in situazione di difficoltà, anche per che vi si potrebbe trovare, cercando di prevenire quelle situazioni di estremo disagio economico che impediscono di far fronte alle spese dell’abitare, affitti, mutui, spese di condominio, spese per bollette e manutenzione degli alloggi, e per le quali si sono già create situazioni di indebitamento.
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Emilia Romagna: Patto per l’Energia e il Clima
CGIL, CISL e UIL hanno sottoscritto con la Regione l'intesa per rilancio e sviluppo fondati sulla sostenibilità ambien - tale, economica e sociale. Di seguito il comunicato stampa unitario:
“Come CGIL CISL e UIL dell’Emilia-Romagna abbiamo lavorato sin dal primo giorno alla stesura di questo accordo e, figurando tra i 56 firmatari, in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati di questa regione, possiamo con soddisfazione evidenziare le nostre rivendicazioni confluite nel documento. Proprio come avvenuto nel 2015, ma con uno scenario totalmente diverso. Giusto un anno fa, in piena campagna elettora - le, proponemmo le priorità del sindacato confederale per il rilancio del sistema sociale ed economico regionale, pre - senti ora in questo nuovo Patto assieme agli importanti obiettivi da raggiungere sul fronte climatico, che prevedono una forte spinta verso le energie rinnovabili entro il 2035 e la decarbonizzazione prima del 2050.
Nel frattempo, ha fatto irruzione la pandemia sanitaria e la conseguente crisi economica, che ha imposto soluzioni urgenti a vecchi e nuovi problemi che si sono drammaticamente presentati in questi mesi. Il Patto per il Lavoro e per il Clima è dunque la prima vera e immediata risposta alla crisi che stiamo vivendo, e lo fa avanzando un’innova - tiva proposta di sviluppo sostenibile delineando quattro sfide: quella demografica, dell’emergenza climatica, della trasformazione digitale e per ridurre le disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali.
Il lavoro è il collante di tutto, e se cinque anni fa l’obiettivo principale era garantire una piena occupazione, oggi la sfida è aggiungere a questo traguardo un’occupazione di qualità, stabile, adeguatamente remunerata e tutelata. Il nuovo Patto e i successivi accordi saranno lo strumento per definire questi obiettivi verso cui orientare le risorse di - sponibili e per condividere gli interventi urgenti e quelli strutturali per rimettere in moto economia e società. Per que - sto come CGIL CISL e UIL dell’Emilia-Romagna abbiamo chiesto e ottenuto che il nuovo Patto si faccia garante per la salvaguardia dei posti di lavoro, assicurando l’uso degli ammortizzatori sociali e la tutela dei livelli occupazionali escludendo procedure unilaterali di licenziamento collettivo, incentivando una contrattazione collettiva che avvii sperimentazioni per la salvaguardia ed il rilancio dell'occupazione anche attraverso la riduzione dell'orario di lavoro.
Il nuovo Patto, come da noi proposto e auspicato, si impegna anche a promuovere l’applicazione dei contratti collet - tivi di lavoro, individuando soluzioni per garantire la continuità dell’occupazione nei cambi di appalto. Ma non può esserci un’occupazione così caratterizzata senza un investimento prioritario in educazione, istruzione, formazione, ricerca e cultura che oggi, grazie a questo accordo, diventano elementi strategici per il futuro dell’Emilia-Romagna.
La pandemia ha pure mostrato i tanti limiti e problemi del nostro Paese, e anche la nostra regione non può ritenersi estranea. Per questo il nuovo Patto è l’opportunità per rendere prioritario il diritto alla sicurezza sul lavoro, preve - nendo i contagi da COVID e riducendo drasticamente infortuni e incidenti, contrastando forme di lavoro e di impre - sa che violano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, a partire dal lavoro irregolare e dal lavoro nero, con un’atten - zione particolare ai fenomeni del caporalato e dello sfruttamento. Ma c’è anche il diritto alla salute che va ulterior - mente garantito, e non a caso il Patto intende rafforzare il nostro sistema sanitario, e già da ora definisce il ruolo di governance e di gestione pubblica come architrave, per garantire a tutte le persone il diritto alla salute a prescinde - re dalle condizioni economiche e sociali.
Il nuovo Patto mette nero su bianco l’aumento del fondo per la non autosufficienza, rende strutturale il Fondo regio - nale per l'affitto e potenzia l’Edilizia Residenziale Sociale e Pubblica (ERS e ERP), nell’ottica di una integrazione tra politiche abitative e processi di rigenerazione urbana, ambientale e sociale. Riguardo al trasporto pubblico locale, c’è l’impegno a incentivare e rafforzare le reti (con particolare riferimento alle aree montane ed interne), a valorizza - re la capacità produttiva regionale (sostituendo i mezzi delle aziende TPL con veicoli più ecologici) e a garantire ul - teriori forme di tariffazioni agevolate (oltre a promuovere l’uso della bicicletta anche attraverso la realizzazione di 1000 km di nuove piste ciclabili).
Infine, ma non ultimo, il tema della legalità. Per noi sindacati confederali è prioritario, tanto che in questi ultimi cin- que anni siamo stati in prima linea nella lotta contro le infiltrazioni della criminalità organizzata in regione, e lo testi - monia la nostra costituzione come parte civile nei numerosi processi in corso in Emilia-Romagna.
Tutti questi elementi, così definiti dal Patto, saranno protagonisti di una nuova stagione di partecipazione sia nel si - stema economico-produttivo sia nella società, precondizione per rendere più solida una democrazia attraverso il contributo determinante delle parti sociali. In questo senso sarà decisivo il nostro ruolo, quelle delle nostre organiz - zazioni sindacali, per condividere linee strategiche, obiettivi e impegni del documento con le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati dell’Emilia-Romagna”
Liguria: prestazione energetica dei condomìni privati
Dal 18 febbraio al 30 luglio 2021 possono essere presentate le domande di ammissione ad agevolazione relative al bando da oltre 1,1 milioni di euro della Regione Liguria destinato al miglioramento della prestazione energetica dei condomìni privati, per contributi a fondo perduto a copertura di una soglia massima di spesa pari al 65% dell’investi- mento. Sono ammissibili le spese di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con nuovi impianti dotati di livelli di efficienza maggiori quali la sostituzione (integrale o parziale) di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione o con impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza, la sostituzio- ne di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.
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Lombardia: Progetto LombHe@t
Regione Lombardia lancia il progetto LombHe@t che risponde all'esigenza di decarbonizzazione del tessuto urbano e al bisogno del cittadino di avere riscaldamento a basso impatto ambientale, intelligente ed efficiente. L’obiettivo è quello di ridurre l’inquinamento, migliorare la qualità dell’aria, mitigare gli effetti del riscaldamento globale, attraverso attività di R&S coordinata tra grandi imprese, università e PMI di un ecosistema termico ad alta efficienza. Il bisogno specifico del cittadino sarà intercettato attraverso tre principali tecnologie: Sistema di teleriscaldamento (TLR) intelligente, Pompa di calore elettrica (EHP), Pompa di calore a gas (GAHP).
Il progetto è articolato di sviluppo di un set di soluzioni per la decarbonizzazione del settore civile; in particolare di messa a punto di soluzioni low-carbon per il settore del riscaldamento degli edifici. I risultati di ricerche sugli scenari energetici a livello comunitario e nazionale individuano in un mix di tecnologie di generazione efficiente, accumulo, gestione, regolazione smart e coinvolgimento degli utenti finali, la soluzione in grado di soddisfare gli obbiettivi ambiziosi di decarbonizzazione del sistema energetico stabiliti dall’UE.
Quest’ultima indica un cammino verso la decarbonizzazione dell’economia indicato nel PNEC, che vede forti riduzioni delle emissioni climalteranti del settore civile, attraverso l’uso, insieme all’aumento del tasso di riqualificazione degli edifici, di HP e TLR di 4° generazione. Questo progetto centra su queste categorie tecnologiche i suoi sforzi con l’obiettivo di portarle più vicino al mercato e all’applicazione per i cittadini lombardi. Gli obiettivi di ricerca e sviluppo del progetto sono:
- Individuare scenari energetici più favorevoli (secondo criteri Economici ed ambientali) per Regione Lombardia, (con eventuali estensioni al dominio nazionale): individuazione delle tecnologie (e taglie) maggiormente impattanti in termini commerciali e di decarbonizzazione per EHP e GAHP; valutazione degli investimenti ottimali nelle reti di TLR, ed eventualmente delle espansioni della stessa, su un orizzonte temporale pluriennale;
- Sviluppare e testare su un caso pilota rilevante (rete A2A) modelli di regolazione finalizzati ad analizzare e a risolvere problemi rilevanti per la gestione efficiente delle reti di TLR di 4° generazione (ad alta penetrazione di calore di recupero o rinnovabile), al fine di identificare il benchmark per A2A;
- Sviluppare e provare, su dati reali, le prestazioni in condizioni operative per pompe di calore domestiche (EHP e GAHP): ottimizzando la prestazione in termini energetici ambientali e di impatto acustico, date le condizioni al contorno economiche del contesto di mercato;
- Sviluppare e testare, su dati reali, modelli previsionali per la gestione efficiente del riscaldamento ambiente a livello di singola unità abitativa. Il gruppo AristonThermo ha molto investito nella nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative con riguardo alle pompe di calore GAHP e EHP. È stato creato ex-novo il centro di ricerca ATIT (Agrate Brianza) per lo sviluppo di tecnologie fortemente innovative quali EHP e GAHP;
- Recuperare, grazie alla rete di Teleriscaldamento, cascami termici disponibili sul territorio che altrimenti andrebbero dissipati. Tutto ciò si inserisce anche nelle prescrizioni individuate dal Direttiva Europea 2018/2001 (rifusione) sulla Promozione dell'Uso dell'Energia da Fonti Rinnovabili che assimila il recupero del calore di scarto da processi industriali ad una fonte rinnovabile di energia.
Lombardia: 130 milioni per rigenerazione urbana e borghi antichi
I due Bandi, che saranno pubblicati mercoledì 20 gennaio sul Bollettino ufficiale di Regione Lombardia, si apriranno il 1° febbraio e si chiuderanno il 12 marzo. Comuni ed enti locali interessati potranno presentare la domanda tramite la piattaforma 'Bandi Online'
Rigenerazione urbana - Il bando sulla rigenerazione urbana riguarda interventi di recupero su edifici comunali e spazi di interesse pubblico. Il finanziamento è previsto nella forma del contributo a fondo perduto, fino al 100%.
L'investimento minimo previsto per ciascuna istanza di contributo è di 100.000 euro. Il contributo massimo concedibile per beneficiario singolo o in forma associata è di 500.000 euro. Tra i criteri di valutazione delle domande ci sono l'impatto del progetto in termini di capacità di favorire l'avvio di processi di rigenerazione urbana, la qualità e la chiarezza della strategia e dei contenuti degli interventi. Sono compresi inoltre la congruità dei costi, la sostenibilità finanziaria degli interventi e la sinergia con progetti e iniziative in corso di realizzazione o avviate nel territorio di riferimento e/o a livello regionale.
Centro storici e borghi antichi - Il bando per i centri storici e i borghi antichi è da 30 milioni di euro. Prevede, tra l'altro, un investimento minimo 100.000 euro per ciascuna domanda di contributo che, per beneficiario singolo o in forma associata, potrà raggiungere il milione di euro come massimo concedibile. Il finanziamento è previsto nella forma del contributo a fondo perduto, fino al 100% delle spese ammissibili. È inoltre cumulabile con eventuali altri finanziamenti pubblici concessi per le stesse opere o interventi, a qualsiasi titolo, da provvedimenti nazionali e dell'Ue ove non sia prescritto il divieto di cumulo. Non è invece compatibile con eventuali altri finanziamenti regionali.
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Fonti e utilizzate per questo numero:
Adnkronos, AGI, ANCI, ANSA, Comunità europea, Legambiente, Il Sole 24, ISTAT.
Siti internet:
casa e clima, edilizia e urbanistica, edilizia e territorio, Governo, Regioni.
Contributi di: CGIL Piemonte, CGIL Toscana, SUNIA.