Resoconti Parlamentari 2081 Assemblea Regionale Siciliana
Vili Ljsgislatuha 534" SEDUTA 21 Aprile 1981
534° S E D U T A
(Antimerìdiana)
m a r t e d ì 21 APRILE 1981
Presidenza del Presidente RUSSO indi
del Vice Presidente PINO indi
del Vice Presidente TBINCANATO
I N D I C E
Congedo
Pag.
2081
Disegno di legge:
«Provvidenze a favore delle aziende agricole, degli artigiani, com m ercianti, pescatori, p ic
cole industrie ed interventi per il ripristino di opere pubbliche nelle zone danneggiate dalle eccezionali avversità atm osferiche del
l'autunno 1980 e dei m esi di gennaio, febbraio c marzo 1981 » (997 - 1038/A) (Discussione) :
pr e sid e n t e . 2082, 2097, 2099, 2100, 2101, 2102, 2103, 2104
... ... 2082
AMMAVUTA . . - ... 2083, 2104 P A O L O N E ... 2089
" f ^ C A N A T O ... 2093
Pa v id a* * . ... 2095
Az z i n i... 2097
Es im a n o . 2098 ^ ^ 2 0 ... ... _ _ 2098 ^ E pp o, Assessore alVagricoltura ed alle /creste 2098 A-CQUISTO, P residente delia R egione . . 2104
^terrogazione:
( A n n u n z i o ) ... 208j
(^) Intervento corretto dall^oratore.
La seduta è aperta alle ore 10,50.
^CAPIt u mMINO, segretario ff., dà let- del processo verbale della seduta pre-
Resoconti, f. 281
cedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende approvato.
Congedo.
PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Saso ha chiesto due giorni di congedo a de
correre da oggi.
Non sorgendo osservazioni, il congedo si intende accordato.
Annunzio di interrogazione.
PRESIDENTE. Invito il deputato segre
tario a dare lettura dell’interrogazione pre
sentata.
CAPITUMMINO, segretario ff.:
« A ll’Assessore aH’industria — considerata la situazione di crisi dell’Isfa di Catania che rischia di comprometterne i livelli occu
pazionali e la battaglia sindacale dei lavo
ratori dello stabilimento per la difesa del po
sto di lavoro; tenuto conto che tale stato di cose è stato rassegnato dai dipendenti dell’
Isfa neU’incontro all’Assessorato dell’indu
stria del 30 marzo scorso e che allora ha assuntg dall’Assessore l’impegno di interve
nire presso il Monopolio di Stato al fine di aumentare la quota di produzione di fiammi
feri da assegnare all’Isfa per sapere qua
li iniziative il Governo regionale abbia in-
(500j
Resoconti Parlamentari — 2082 Assem blea Regionale Siciliana ì"’
V i l i Legislatura 534“ SEDUTA 21 Aprile 198i
trapreso o intende intraprendere per assi
curare airisfa di Catania commesse suffi
cienti a garantire l’occupazione dei lavora
tori dello stabilimento » (1387).
Ni c o l o s i.
PRESIDENTE. L’interrogazione ora an
nunziata sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta a suo turno.
Discussione del disegno di legge: « Provvi
denze a favore delle aziende agricole, degli artigiani, commercianti, pescatori, piccole industrie ed interventi per il ripristino di opere pubbliche nelle zone danneggiate dalle eccezionali avversità atmosferiche dell’au
tunno 1980 e dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 1981 » (997 - 1038/A).
PRESIDENTE. Si passa al punto secondo dell’ordine del giorno: Discussione del dise
gno di legge: « Provvidenze a favore delle aziende agricole, degli artigiani, commer
cianti, pescatori, piccole industrie ed inter
venti per il ripristino di opere pubbliche nelle zone daimeggiate dalle eccezionali av
versità atmosferiche dell’autunno 1980 e dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 1981 » (997-1038/A), posto al numero 1.
Invito i componenti la Commissione a prendere posto al banco alla medesima asse
gnato.
Dichiaro aperta la discussione generale.
In assenza del relatore, onorevole Fiorino, ha facoltà di svolgere la relazione l’onore
vole Ojeni.
OJENI. Signor Presidente, onorevoli col
leghi, il disegno di legge in discussione è diretto a sopperire alle più urgenti necessità delle popolazioni colpite dagli eventi calami
tosi che si sono verificati in questo primo scorcio dell’anno. Sono state cosi previste numerose provvidenze anche a titolo di anti
cipazione degli interventi previsti dalla legge 25 maggio 1970, numero 364, da destinare ai settori più duramente provati.
In questo quadro l’impegno più rilevante è stato profuso in agricoltura e cioè il com
parto produttivo più pesantemente segnato sia dalle avverse condizioni atmosferiche che si sono registrate nel gennaio, sia dalle co
late laviche, sia dai recentissimi venti sci
roccali.
In particolare, per tale settore sono state ' previste provvidenze per un intervento glo- baie di lire 66.000 milioni. Tali provvidenze, ! incanalate nella normativa espressa dallo - Stato con le leggi 21 luglio 1960, numero i 739, 14 febbraio 1964, numero 38, 21 otto- bre 1968, numero 1088, 25 maggio 1970, nu
mero 364 e 23 ottobre 1976, numero 750, mirano ad avviare tempestivamente ed a fa- : vorire il processo di ripresa deh’effìcienza ' produttiva delle aziende agricole danneg
giate. Esse, in aderenza a quanto previsto dalle precitate leggi, si articolano lungo due precise linee di intervento: agevolazioni con
tributive in conto capitale per i danni cau
sati alle strutture e agevolazioni creditizie per i danni causati alle produzioni.
Nell’ambito delle agevolazioni creditizie è di particolare rilievo quella introdotta dall’
articolo 7 che consente la proroga per una sola volta, e per non più di 12 mesi, della scadenza dei termini delle cambiali agrarie relative ai prestiti di conduzione scadenti nel corso della corrente annata agraria.
Le agevolazioni contributive in conto ca
pitale sono previste dagli articoli 3 e 4, quelle creditizie dagli articoli 5, 6, 7 e 8.
Gli articoli 11 e 12 prevedono interventi a totale carico della Regione per il ripri
stino di opere a carattere interaziendale non
ché per opere pubbliche in agricoltura.
In particolare, è prevista la concessione dei contributi per il ripristino delle strutture agrarie e fondiarie, di interesse aziendale -e per la ricostituzione delle scorte danneggiate 0 distrutte. Rientrano in questa fattispecie 1 lavori, le opere, gli acquisti, necessari al ripristino delTefficienza dei beni e dei mez
zi strumentali che sono alla base deH’eser- cizio aziendale.
Per le aziende agricole danneggiate l’iii"
tervento è rivolto anche alle produzioni at
tivate nelle serre; è stata poi prevista la concessione in favore di conduttori di azieH- de agricole, •coltivatori diretti, singoli ed as
sociati, di contributi per la ricostruzione da capitali di conduzione che non trovano rein
tegrazione o compenso per effetto della pei' dita del prodotto.
Altra provvidenza è costituita d a l l a and' cipazione, fino all’importo di lire 20
della agevolazione creditizia dell’articolo
Resoconti Parlamentari — 2083 — Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura 534" S E D U T A 21 Aprile 1981
della legge 25 maggio 1970, numero 364 che, come è noto, prevede la concessione di prestiti di esercizio ad ammortamento quinquennale ed a tasso agevolato per esi
genze di conduzione e la estinzione di pas
sività derivanti da operazioni di credito agra
rio scadenti nell’anno in cui si sono verifi
cati gli eventi calamitosi.
Infine, nell’ambito dei prestiti di soccorso ad ammortamento quinquennale, si è de
mandato al fondo di rotazione dell’Ente di sviluppo agricolo il compito di intervenire a favore dei destinatari del fondo stesso per operazioni fino a lire 2 milioni; all’articolo 7 si dà risposta alla pressante istanza degli operatori agricoli danneggiati con la introdu
zione della proroga del pagamento delle cam
biali agrarie per cui, non potendo fare fron
te a causa di compromessi esiti produttivi aziendali e in analogia a quanto previsto daU’articolo 7, si interviene per le cambiali agrarie dei versatari del fondo di rotazione dell’Ente di sviluppo agricolo.
Per artigiani, commercianti, piccole e me
die industrie danneggiate dalle intemperie sono stati poi previsti, entro prestabiliti li
miti ed in via alternativa, contributi in conto interessi e contributi in conto capitale.
Per i pescatori, in particolare, sono stati previsti sussidi per forzata inattività, oltre contributi in percentuale per il riattamento di imbarcazióni ed attrezzature.
Interventi sono stati pure previsti per la riparazione ed il ripristino dei fabbricati di proprietà privata. Per tale finalità è stata destinata una somma pari a 500 milioni di lire che non appare sufficiente in relazione ri danni segnalati.
Anche gli interventi per il settore pub
blico non possono certo ritenersi adeguati ril’effettiva necessità e ciò appare di tutta evidenza, ove si pensi che per comune e provincia l’onere finanziario è stato conte
nuto in un miliardo e 500 milioni. Soprat- tutto insufficienti devono ritenersi i 4 mi- bardi previsti per le opere marittime, non certo adeguati agli effettivi danni che si sono 'Parificati; pur nell’ambito dei limiti eviden- riati, certamente tali interventi sono la testi
monianza di una doverosa presenza della Re
sone. Siamo cioè in presenza di un p ro w e - rittiento che, se anche non potrà rispondere appieno alle aspettative, è però in grado di
far fronte alle più immediate esigenze delle popolazioni colpite.
Si tratta quindi di un valido strumento per assicurare interventi qualitativamente ade
guati anche se quantitativamente contenuti entro margini di compatibilità con le risorse regionali disponibili.
Un altro appunto che si può pertanto avan
zare al disegno di legge in discussione è quello di aver previsto interventi che avreb
bero potuto essere meglio dimensionati per corrispondere alle effettive esigenze discen
denti dai danni che si sono verificati; su tali esigenze, comunque, vi è stata la più ampia convergenza delle forze politiche, che tutte hanno voluto il disegno di legge in discus
sione del quale si chiede oggi l ’approvazione.
Presidenza del Vice Presidente PINO
AMMAVUTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMMAVUTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, giunge all’esame deH’Aula un prov
vedimento molto atteso dagli operatori agri
coli siciliani e, insieme ad essi, da numerose aziende artigiane commerciali e industriali che nel corso dei mesi passati di gennaio, febbraio e marzo haimo dovuto subire i colpi durissimi che le eccezionali av\zersità atmo
sferiche hanno inferto alle strutture produt
tive di vaste zone del territorio agricolo si
ciliano, nonché, seppur più limitatamente, ad aziende industriali e commerciali, a strut
ture portuali e marittime e ad opere pub
bliche.
Se questo provvedimento è molto atteso bisogna anche pur dire che esso giunge con ritardo aU’esame dell’Aula, poiché i danni sofferti, in particolare dalle aziende agricole, avrebbero richiesto un intervento più tem
pestivo, tenuto conto che le procedure pre
viste dalla legge numero 364 non sono certa
mente le più acconce per garantire efficienza e rapidità nella spesa. Invero il tempo per
duto in questi mesi contribuisce a ritardare la efficacia stessa del provvedimento.
Nel sottolineare questo ritardo noi non vo
gliamo sottacere evidentemente i problemi di
Resoconti Parlamentari 2084 Assem blea Regionale Siciliana
V i l i Legislatura 534" S E D U T A 21 Aprile 1981
ordine finanziario che si sono posti e che si pongono per consentire che una serie di prow idenze venissero erogate in modo ade
guato ai soggetti beneficiari dei vari com
parti produttivi dell’agricoltura, dell’indu
stria, dell’artigianato, del commercio, della piccola pesca.
Siamo ben consapevoli del fatto — • d.a noi non sottovalutato — che oltre ai danni cosi vistosi, valutati dal Presidente della Regione (nel corso del dibattito svoltosi in quest’Aula qualche mese fa) nell’ordine di circa 300-400 miliardi (di cui oltre 200 miliardi nel set
tore dell’agricoltura) se ne sono verificati degli altri, alla fine di marzo, anch’essi con
sistenti e corposi, in quanto i fortissimi venti sciroccali, che hanno compresso gravemente la produzione di agrumi, hanno esteso i danni alle strutture serricele della provincia di Ragusa, della fascia centro meridionale di Licata e anche del Marsalese; pertanto i dan
ni preventivati nel corso del dibattito d’Aula sulle avversità atmosferiche che avevano colpito il territorio della nostra Regione sono fortemente aumentati.
A questo proposito, mi pare si debba ri
scontrare una prima contraddizione; di fron
te ad un incremento vistoso dei danni e delle stime che di questi sono state fatte, la di
mensione finanziaria del provvedimento legi
slativo oggi in discussione, anziché essere in
crementata proporzionalmente è stata drasti
camente ridotta in sede di Commissione Fi
nanza rispetto alle previsioni che pure il Go
verno stesso aveva fatto.
E’ chiaro che non si possono, attraverso provvedimenti legislativi, indennizzare in modo totale i danni che sono stati arrecati all’agricoltura e agli altri settori produttivi, nonché alle infrastrutture, riteniamo però che vi debba essere un rapporto tra en
tità dei danni e la consistenza dell’inter
vento pubblico, sia esso statale che regionale;
viceversa abbiamo assistito ad una forbice crescente; man a mano che sono cresciuti i danni sono diminuiti gli stanziamenti che originariamente pur erano stati previsti.
Vorrei fare qualche esemplificazione a que
sto riguardo. Il primo disegno di legge (nu
mero 997) sui danni generali in agricoltura e negli altri settori è stato presentato dal Gruppo parlamentare comunista il 5 mai'zo 1981; in esso proponevamo di assegnare al settore deH’agricoltura 110 miliardi e 76 m i
liardi e 100 milioni agli altri settori; arti
gianato, industria e commercio, intervento pubblico nelle infrastrutture per le piccole provvidenze ai pescatori; il totale, quindi, era di 186 miliardi. Ebbene, adesso ci troviamo di fronte ad un provvedimento (appunto quello in discussione) che presenta, invece, lina copertura finanziaria che allo stato at
tuale ammonta a circa 56 miliardi per l ’agri
coltura (compresi gli impegni di carattere po
liennale) e circa 14 miliardi per gli altri settori; un totale, quindi, di 70 miliardi circa.
E’ evidente quindi la sproporzione, e non tanto rispetto a quanto proposto dal Gruppo parlamentare comunista, che pure cercava di dare delle risposte più congrue — anche se limitate — alle varie esigenze poste ai dan
ni verificatisi nei vari comparti e settori pro
duttivi, ma anche rispetto alle stesse stime finanziarie fatte dal Governo. Appare poi tanto più evidente questo divario tra coper
tura finanziaria data dal Governo in Com
missione « Finanze » ed esigenze che alla fine del mese di marzo i danni verificatisi con i venti sciroccali evidenziavano, in quanto si sarebbe dovuta porre la necessità di ritoc
care in aumento quelle stesse proposte che il Gruppo parlamentare comunista aveva fatto.
Ora, da questo punto di vista a noi sem
bra che il provvedimento presenti dei limiti molto seri e criticabili, poiché fondamen
talmente la copertura finanziaria, tram e che per un aspetto secondario, viene assicurata dall’intervento dello Stato, senza un congruo sostegno ed intervento diretto da parte della Regione (che in tutti i casi è certo estrema- mente limitato).
Noi non siamo stati mai —- né lo siamo tuttora — dell’opinione che in materia di danni in agricoltura (cosi come in altri set
tori) debba essere la Regione ad interve
nire direttamente; abbiamo invece propu
gnato che in occasione di pubbliche calamito debba essere lo Stato ad accollarsi l’onere dell’intervento. In questo senso il Gruppo parlamentare comunista presente alla Camera si è impegnato perché lo Stato facesse frou te con le sue risorse finanziarie ai bisog^
della Sicilia in materia di danni presentando un emendamento che proponeva di assegnar alla Sicilia, alla Calabria ed alla Sardegu^
200 miliardi da ripartire, considerato che aF punto queste tre regioni sono state fra le P'
Resoconti Parlamentari 2085 Assemblea Regionale Siciliana
V ili Legislatura 534“ SEDUTA 21 Aprile 1981
danneggiate dagli eventi atmosferici calami
tosi di questi ultimi mesi; ciò anche per con
sentire alla Regione siciliana di effettuare una manovra finanziaria tale da soddisfare in modo più congruo le esigenze poste dai danni verificatisi.
E’ avvenuto, purtroppo, che di fronte a questo impegno assunto dal Gruppo parla
mentare comunista (e per il quale impegno, in verità, si era trovato in una prima fase la collaborazione di altri parlamentari) in sede di discussione della legge finanziaria i depu
tati democristiani che avevano firmato 1’
emendamento, nonché i deputati socialisti, che lo avevano sottoscritto insieme ai comu
nisti, abbiamo ritirato la loro firma, per cui l’emendamento di 200 miliardi è stato boc
ciato dalla maggioranza. Pertanto la legge finanziaria prevede adesso una copertura, per ciò che riguarda i danni verificatisi in queste tre regioni, di 100 miliardi.
Per quanto dal Governo della Regione e dal suo Presidente siano stati assunti impe
gni in occasione del dibattito sui danni svol
tosi in quest’Aula, bisogna constatare come questi non siano stati adempiuti con la ne
cessaria incidenza ed efficacia sul piano na
zionale, talché le disponibilità finanziarie della Regione appaiono limitate.
Il Governo della Regione non può soste
nere due cose contemporaneamente; lasciar fare al Governo nazionale, il quale ha dra
sticamente tagliato la proposta finanziaria fatta dal Partito comunista italiano e poi in
vocare alla Commissione finanza la giustifi
cazione che, poiché lo stanziamento dello Stato nella legge finanziaria è limitato, si può intervenire soltanto per la parte che i finanziamenti statali consentono. Evidente- niente si tratta di un’argomentazione che non è accettabile in quanto una simile si- hiazione non consente di intervenire in modo congruo per soddisfare le esigenze delle aziende agricole colpite dagli eventi calami
tosi degli scorsi mesi, né di risolvere in modo positivo le questioni che si pongono tanto nel settore deH’agricoltura, quanto negli al
tri settori.
Il disegno di legge sui danni, in discussio
ne questa mattina (che prevede quanto ■ elen- cato nella relazione svolta dall’onorevole
*^jeni, a nome della Commissione) di fronte ad una dimensione finanziaria cosi limitata avidentemente cerca di contemperare le di
verse esigenze; bisogna però aver chiaro che vi sono alcuni settori di intervento per i quali gli stanziamenti previsti non solo ap
paiono limitati, ma — e si può affermarlo sin da adesso — addirittura insufficienti ri
spetto alla domanda che certamente vi sarà.
Si tratta di osservazioni, già fatte dai com
missari comunisti in commissione « Agricol
tura » che riguardano, ad esempio, le age
volazioni contributive per la perdita del pro
dotto. A ll’articolo 4 del disegno di legge esi
tato dalla Commissione è detto che le age
volazioni contributive previste dal secondo e quarto comma dell’articolo 5 della legge 25 maggio 1970, numero 364, in favore dei col
tivatori diretti, singoli od associati, possono essere concesse fino ad un importo massimo di lire 500 mila, nel rispetto dei criteri, mo
dalità e procedure previste dall’articolo 5 stesso e che per le finalità dello stesso ar
ticolo è previsto uno stanziamento di lire 2 mila milioni.
Si tratta di agevolazioni a carattere con
tributivo e forfettizzato in favore di quei col
tivatori diretti che hanno subito una perdita del prodotto — nel caso si tratti di col
ture pregiate — non inferiore al 60 per cento; questo limite, nel caso di aziende che abbiano in parte colture pregiate e in parte altre, può essere abbassato al 40 per cento.
Stante l’entità e la dimensione dei danni verificatisi, non soltanto nel mese di gennaio ma soprattutto alla fine di marzo, appare evi
dente l ’assoluta incongruità dello stanzia
mento, ove si consideri che dividendo 2.000 milioni per 500.000, potrebbero essere sod
disfatte appena 4.000 domande.
Se poi si tiene conto del fatto che è pronto per l’Aula di Montecitorio il disegno di legge di modifica della legge numero 364, con il quale provvedimento l’importo da 500.000 è portato a lire 2.000.000, è evidente che se questo dovesse essere approvato — come noi speriamo — con uno stanziamento di 2.000 milioni a malapena potrebbero essere soddi- , sfatte le domande di 1.000 coltivatori diretti siciliani. A questo punto si potrebbe porre soltanto un problema di « sorteggio » fra co
loro i quali aspirano ad attingere a questa provvidenza.
L’altra osservazione che i commissari ade
renti al gruppo comunista hanno fatto in Commissione « Agricoltura » riguarda lo stanziamento di cui aH’articolo 6, nel qùale
Resoconti Parlamentari 2086 Assem blea Regionale Siciliana.
V i l i Legislatura -534" SEDUTA 21 Aprile iggj
è previsto che i coltivatori diretti, i mez
zadri, coloni e compartecipanti singoli o as
sociati possano accedere ai prestiti di con
duzione all’ ammortamento quinquennale presso il fondo di rotazione dell’Ente di svi
luppo agricolo, fino ad un importo massimo di lire 2.000.000.
Si è trattato di una proposta — inserita nel disegno di legge da noi presentato, ed accolta nel testo della Commissione — che risponde all’esigenza di consentire anche agli strati più deboli dei contadini e dei coltiva
tori diretti di potere accedere ad un pre
stito, quale quello previsto analogicamente dall’articolo 7 della legge numero 364, che spesso e volentieri le banche negano appunto a queste categorie per la mancanza di ga
ranzie che costoro devono presentare in base alla legge sul credito agrario (la numero 1760 del 1928) che, praticamente, sancisce una di
scriminazione aU’interno dei contadini e dei coltivatori diretti.
Attraverso tale norma, quindi, si è cer
cato di ovviare al grave inconveniente segna
lato, tentando di incrementare il fondo di rotazione dell’Ente dì sviluppo agricolo, al fine di consentire questo tipo di prestito in favore dei piccoli contadini.
E’ da dire però che la copertura finan
ziaria all’articolo 6 del disegno di legge in esame è stata data attraverso lo stanzia
mento di lire 1.000 milioni. Pertanto, se si considera che a questo fondo dovrebbero ac
cedere migliaia e migliaia di contadini, per un massimo di lire due milioni per cia
scun prestito di esercizio, allo stato, sol
tanto 500 contadini potrebbero ottenerlo.
Inoltre occorre ricordare che dovendosi discutere nelle prossime ore il disegno di legge riguardante gli allevatori, secondo il quale anche tale categoria dovrebbe accedere a questo tipo di prestito, emerge con chia
rezza quanto sia limitata la disponibilità fi
nanziaria.
Era interesse del Gruppo parlamentare co
munista che questo disegno di legge fosse esitato il più rapidamente possibile dalle Commissioni per essere posto hi discussione in Aula e approvato prima della chiusura della legislatura. E’ da dire però che, rima
nendo ancora aperto il problema cui ho ac
cennato, il disegno di legge non può non af
frontare e correggere quegli aspetti macro
scopici relativi aU’inadeguatezza di alcune
provvidenze che, laddove dovessero rimanere cosi come esse sono previste nell’articolato, rappresenterebbero una beffa nei confronti di alcuni settori del mondo contadino sici
liano che pur attende con urgenza questa legge.
Noi abbiamo rappresentato queste esigenze al Governo e all’Assessore all’agricoltura, abbiamo segnalato l ’opportunità che si fa
cesse ricorso non soltanto alla disponibilità finanziaria proveniente dalla quota spettante alla Sicilia (cento miliardi stanziati dalla leg
ge finanziaria recentemente approvata) ma anche al fondo ordinario di solidarietà na
zionale della legge numero 364 che, in base anche alle notizie pervenute dalle Aule par
lamentari di Montecitorio, dovrebbe avere una dotazione finanziaria di 175 miliardi (per cui, in sede di ripartizione fra le Regioni, dovrebbero essere assegnati alla Sicilia circa 18 miliardi).
Noi abbiamo sollevato il problema nei con
fronti del Governo e abbiamo chiesto, già in occasione della discussione di questo disegno di legge, che una parte di questi fondi ve
nisse sin da adesso impegnata per impin
guare, tanto lo stanziamento previsto all’ar
ticolo 4 (in modo da portarlo dagli attuali 2.000 milioni ad almeno 5.000 milioni di lire) quanto quello previsto all’articolo 6 (cioè da 1 a 6 miliardi di lire).
Noi pensiamo che se questi aggiustamenti finanziari saranno fatti il disegno di legge, tutto sommato, apparirà più equilibrato, pur rimanendo evidentemente, per il futuro, pro
blemi di copertura.
Occorre comunque, per il presente, arri
vare al rapido varo del disegno di legge per
ché le procedure possano essere messe iu funzione e le prime provvidenze scattare; e non soltanto quelle...
SCIANGULA. Adesso chiedo il prelievo di altri disegni di legge! Parla già da 40 mi
nuti.
AMMAVUTA. Onorevole Sciangula, ma non interrompa!
PRESIDENTE. Continui, onorevole A r n m a -
vuta.
SCIANGULA. Adesso chiedo il prelievo di altre leggi!
Resoconti Parlamentari 2087 Assemblea Regionale Siciliana
V ili Legislatura 534“ SEDUTA 21 Aprile 1981
PAOLONE. E’ incredibile quello che sta succedendo!
Le leggi si devono discuterei
PRESIDENTE. Onorevole Sciangula e ono
revole Paolone, vi prego di lasciare parlare il collega.
AMMAVUTA. Considerato che il Gover
no ha manifestato un atteggiamento favore
vole circa le esigenze da noi poste, penso die la Commissione proporrà i necessari emendamenti per riequilibrare sul piano fi
nanziario il disegno di legge in discussione, almeno per ciò che riguarda il titolo I della legge concernente le provvidenze a favore delle aziende agricole.
SCIANGULA. Ma che modo di ragionare è questo? Non si può continuare cosi!
AMMAVUTA. Onorevole Sciangula, è inu
tile che lei cerchi di interrompere, perché tanto discuteremo...
PRESIDENTE. Onorevole Sciangula, fac
cia parlare il collega Ammavuta!
SCIANGULA. Io non sto interrompendo;
io sto rivendicando alla Presidenza dell’As
semblea di usare una certa discrezionalità.
AMMAVUTA. No! Lei non può rivendi
care niente. Io rivendico il mio diritto a par
lare; lei mi farà la cortesia di ascoltare, Se vuole, può anche uscire, non ci tengo davvero che lei ascolti!
SCIANGULA. Ma parla già da 40 minuti!
TRICOLI. L’unico che sta disturbando è proprio lei, onorevole Sciangula.
SCIANGULA. Oh! Mi dispiace che queste cose non si possono vedere nelle piazze:
'luesta difesa reciproca tra il Movimento so- ciale italiano e Partito comunista italiano P6r i lavoratori agricoli!
Pa o l o n e. Queste cose le diremo nelle piazze!
PRESIDENTE. Onorevole Sciangula, la vuole smettere? Sarò costretto a farle la
sciare l’Aula.
Onorevole Ammavuta, non risponda alle provocazioni e continui il suo intervento. Ne ha diritto.
AMMAVUTA. A noi sembra, quindi, che se verranno apportate queste modifiche, il disegno di legge, per la parte che riguarda il titolo I, potrà accrescere il suo segno po
sitivo di risposta verso l ’insieme delle cate
gorie e degli operatori agricoli i quali da mesi attendono ormai un tale provvedi
mento.
Vorrei qui ricordare che nel disegno di legge è stata inclusa una provvidenza che riprende una proposta contenuta nel nostro disegno di legge per ciò che riguarda la pro
roga, per dodici mesi, delle cambiali agrarie.
Noi pensiamo sia stata una giusta deci
sione quella adottata dalla Commissione le
gislativa « Agricoltura » di valutare positiva- mente questa proposta. Invero nella situa
zione in cui attualmente versa Tagricoltura, sia per i gravi danni sofferti, sia per lo stato di crisi che investe il settore vinicolo, il set
tore agrumicolo e (nel corso di queste ultime settimane) anche il settore cerealicolo la pro
roga di dodici mesi delle cambiali agrarie, assistite dal concorso negli interessi della Re
gione, credo costituisca una delle provvidenze di più immediata efficacia, idonea ad alleg
gerire la fase di pesantezza che attraversano molti operatori agricoli, dai coltivatori diretti agli imprenditori agricoli.
E’ da dire ancora che noi avevamo avan
zato nel nostro disegno di legge un’altra pro
posta riguardante lo sgravio dei contributi consortili iscritti a ruolo per il 1981. L’aver voluto cassare questa provvidenza, che pure in altre occasioni similari (come è avvenuto con la legge numero 74 del 1977) era stata adottata, evidentemente non consente di dare una risposta che sarebbe stata daw ero im
portante soprattutto per quegli agricoltori e contadini dei consorzi che gestiscono com
prensori irrigui e che vedranno affibbiarsi (a partire da questo mese, e poi nel succes
sivo mese di giugno) delle cartelle piuttosto salate. Si è voluto rinunciare ad una prov
videnza; con ciò probabilmente si aggraverà la situazione nella quale si trovano parec
chie categorie di coltivatori delle aree irrl-
Resoconti Parlamentari 2088 — Assemblea Regionale Siciliana
V ili Legislatura 534" SEDUTA 21 Aprile iggj
gue del catenese, nonché della fascia centro
meridionale e dell'agrigentino in particolare, dove le cartelle consegnate ai coltivatori di
retti sono particolarmente pesanti.
Il giudizio complessivo che esprimono i commissari comunisti sul titolo I della legge
— malgrado i limiti, le contraddizioni e le inadeguatezze che ho qui cercato di segna
lare e che in parte bisognerà superare con i necessari emendamenti ai quali prima accen
navo — è positivo. Vogliamo soltanto espri
mere l’auspicio che, una volta approvato il disegno di legge, il Governo della Regione e i suoi uffici si adopereranno perché le nor
me possano agire con la massima tempesti
vità possibile.
Qualche osservazione vorrei fare, per ciò che riguarda il titolo II del disegno di legge concernente gli interventi a favore degli ar
tigiani, dei commercianti e delle piccole e medie industrie.
In particolare vorrei far rilevare che il testo (del tutto incomprensibile) dell’articolo 14 del titolo II di questo disegno di legge (se ne parlerà non appena arriveremo alla discussione dell’articolato) non può attagliarsi agli artigiani, ai commercianti, alle piccole e medie industrie. Invero l’articolo 14 richiama le norme della legge 25 maggio 1970, nu
mero 364 (riguardante provvedimenti in fa
vore dell’agricoltura) le quali, a nostro av
viso, non possono essere riprese analogica
mente nel caso degli artigiani, dei commer
cianti e delle piccole e medie industrie, an
che perché, laddove approvate da parte dell’
Assemblea regionale siciliana, rimarrebbero in ogni caso, inefficaci; pertanto si dovrebbe prevedere la cassazione di questo articolo.
Per ciò che riguarda, poi, l’articolo 16, è previsto, in alternativa ai prestiti decennali in favore delle imprese artigianali, commer
ciali e delle piccole e medie industrie dan
neggiate dagli eventi calamitosi, un contri
buto non superiore al 50 per cento del danno subito e sino ad un massimo di lire 50 milioni.
Evidentemente può essere anche giusto prevedere, in relazione all’entità dei danni, un tetto piuttosto consistente, è da dire però che i soggetti beneficiari, che possono acce
dere a questo tetto massimo di 50 milioni, hanno una struttura economica diversa. Per cui, mentre può essere comprensibile che questo tetto fino, ad un massimo di 50 mi
lioni venga utilizzato dalla piccola e media industria, altrettanto non si può dire per gli altri tipi di aziende, cioè per quelle artigia
nali e commerciali. Converrà forse riflettere sulla necessità di dare una migliore articola
zione di questa disposizione, proposta al pri
mo comma dell’articolo 16, prevedendo delle fasce che arrivino sino a 50 milioni per la piccola e media industria ed un tetto meno elevato per gli altri tipi di aziende.
A ll’articolo 17 è detto che: « A favore dei pescatori che risiedano nelle zone colpite dalle avversità atmosferiche di cui al prece
dente articolo 14 è concesso un sussidio in ragione di lire 20 mila per ogni giornata di forzata inattività lavorativa sino ad un mas
simo di lire 500 mila ».
E’ da dire che il richiamo all’articolo 14 non è congruo in quanto esso delimita le zone agricole danneggiate, per cui sarebbe necessario richiamare altri tipi di disposi
zioni (peraltro nel titolo II non sono indi
cate le zone danneggiate per ciò che con
cerne le opere marittime, i natanti dei pe
scatori e cosi via). Si ha insomma una con
fusione che evidentemente bisognerà elimi
nare dal disegno di legge, se si vuole che una normativa abbia efficacia e possa fun
zionare.
Noi all’articolo 18 avevamo proposto che ai pescatori che in conseguenza degli eventi calamitosi avessero subito danni alle imbar- | cazioni da pesca e alle attrezzature relative ! fosse concesso un contributo fino al 70 per ^ cento del danno accertato tramite la Capita- : neria di porto o la delegazione di spiaggia; | prevedevamo a questo fine uno stanziamento di lire 2.000 milioni. Ora da una parte 1’ s articolo 17, cosi come esso è formulato, pre- ; vede una estensione non si sa quanto limi- j tata dei soggetti che dovrebbero poter per- t cepire il contributo di lire 500 mila, dall’altra è
prevede una riduzione dello stanziamento da ■; noi proposto (lire 2.000 milioni) a 700 mi- | lioni, per un totale di 1.400 pescatori. i
Orbene, se lo stanziamento è appunto ^ i lire 700 milioni, è evidente che occorrerà ; almeno delimitare in modo preciso i sog' ^ getti che possono accedere a questo tipo di provvidenza e i centri costieri interessati.
Invero non si possono elaborare delle norme , estensive, imprecise, e poi prevedere stanzia' « menti che vengono invece ridotti risp^'*^^® ii alle maggiori esigenze e aspettative che de'
Resoconti Parlamentari
— 2089 — Assemblea Regionale Siciliana
\illl Legislatura 534“ S E D U T A
21 Aprile 1981
terminano certe formulazioni che si fanno neH’articolato, come appunto nell’articolo 17.
Si tratta invece a nostro avviso, e non sol
tanto per le provvidenze da erogare ai pe
scatori, ma anche per le provvidenze da ero
gare alle altre categorie economiche (piccola e media industria, artigianato, commercio), di arrivare ad una delimitazione delle aree e dei centri urbani dove si sono verificati i danni. Poiché, mentre per il titolo I le prov
videnze sono assistite da una norma di ca
rattere generale che intanto prevede la de
limitazione delle zone danneggiate, per ciò che riguarda il titolo II le provvidenze non sono assistite da uno strumento che dovreb
be consentire di individuare preliminar
mente, cioè prima che entrino in funzione, quali sono i comuni nei quali questi sog
getti beneficiari possano richiedere e otte
nerle. Noi pensiamo che questo sia indispen
sabile.
D’altra parte, nel disegno di legge pre
sentato dal gruppo parlamentare comunista questa esigenza era indicata all’artioolo 19 attraverso una disposizione secondo la quale con decreto del Presidente della Regione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, si dovevano delimitare le zone col
pite dagli eventi calamitosi relative ai sog
getti di cui al Titolo IL Ciò significa che per quanto riguarda le provvidenze in favore- dei pescatori debbono essere individuati i centri costieri dove sono state gravemente danneg
giate le infrastrutture portuali e marittime e dove contemporaneamente hanno subito dan
ni i natanti per cui si è determinata la for
zata inattività lavorativa da parte dei pesca- j®i, in modo da delimitare con precisione le zone ed i soggetti ai quali è consentito ac
cedere alle provvidenze. Tanto più si rende necessaria questa delimitazione non soltanto
^1 fini di una ordinata gestione della legge, ttia anche in relazione ai fondi estremamente nnitati che presenta il titolo II; (si tratta di 4 miliardi, ivi compresi gli stanziamenti per
‘c infrastrutture).
Presidenza del Presidente RUSSO
In definitiva se le provvidenze, pur esi- previste dai titoli II e III del disegno di saranno assistite da norme ben più
Resoconti, f. 282
puntuali e determinate — e soprattutto da disposizioni che consentano di individuare in modo più preciso cornimi e aree colpite e quindi delimitare e limitare l’accesso dei soggetti beneficiari soltanto a coloro che ef
fettivamente lianno ricevuto danni alle strut
ture produttive o all’attività lavorativa del
la propria azienda o delle proprie presta
zioni credo che sia pur nella limitazione dello stanziamento complessivo sarà possi
bile dare alcune risposte. Viceversa, se le norme dovessero rimanere cosi come sono attualmente nei titoli II e III, nel giro di qualche mese ci si troverebbe nella impos
sibilità di governare una simile legge, che richiederebbe per essere applicata non si sa bene quante altre decine di miliardi, senza essere certi per questo di riuscire a raggiun
gere tutti gli effettivi soggetti beneficiari le cui aziende sono state colpite dagli eventi calamitosi di questi mesi.
PAOLONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLONE. Signor Presidente, onorevoli oolleghi, il disegno di legge in discussione al quale ne faranno seguito altri, più o meno di sostegno ai comparti dell’agricoltura, del commercio, dell’artigianato e della pesca, non può non essere oggetto di una osser
vazione di fondo da parte dei parlamentari dell opposizione; al di là degli aspetti certa
mente limitati del provvedimento in que
stione, specialmente per la parte relativa alla dotazione finanziaria, non si possono non esa
minare le responsabilità che si debbono ri
scontrare tutte le volte che fenomeni di mag
giore portata, meteorica e d’intemperie, de
terminano nell’ambito del territorio della no
stra Isola. E le responsabilità non sono dei fatti estranei a questo Parlamento, sono dei fatti che devono trovare un riferimento per il quale ci si potrà poi rendere conto del perché di un disegno di legge presentato in questo modo, in questi tempi, in questi ter
mini e con queste dotazioni finanziarie.
Evidentemente la situazione della nostra Sicilia è disastrosa per quel che attiene al territorio; ciò si ha per la mancanza di un organico intervento di politica del territorio che porrebbe la nostra isola in una condizione '
[500j
Resoconti Parlamentari 2090- • Assemblea Regionale Siciliana
V i l i Legislatura 534” SEDUTA 21 Aprile iggj !
di maggiore difesa e di maggior tenuta di fronte alle calamità e alle intemperie.
■ Sta di fatto che tutte le volte che si veri
fica im evento meteorologico particolarmente violento i danni sono sistematicamente nell’
ordine di centinaia e centinaia di miliardi;
si tratta però di un inventario incompleto, considerato che il danno è potenziale. In
fatti, più il fenomeno si ripete nel tempo e più le conseguenze sono disastrose negli anni a seguire. Invero, la mancanza di una se
ria ed efficace politica del territorio lascia la nostra Isola in uno stato di costante degrado e la rende sempre più fragile e debole.
Adesso noi stiamo esaminando l ’aspetto del contingente, in maniera parziale, in ma
niera certamente limitativa, ma per un solo momento proviamo a pensare quali saran
no i danni che si ripercuoteranno nei pros
simi anni per effetto della distruzione di strutture e di impianti, per effetto della crisi che questo evento calamitoso (come i precedenti) produce nelle singole aziende o in tutti coloro i quali operano aU’interno dei comparti interessati dal provvedimento.
Allora noi ci renderemo conto che c’è que
sta responsabilità di fondo, che deve qui. es
sere richiamata e registrata perché suoni con
danna nei riguardi della classe politica che cosi male governa l ’Isola e che evidentemen
te anche in queste ultime ore dimostra uno stato di nervosismo (certamente non incom
prensibile a chi segue i lavori e conosce le ragioni che lo determinano) dettato da colpe passate e presenti; colpe che si vor
rebbero lasciar passare come dei meriti, quando si sa che i rappresentanti della mag
gioranza (coloro i quali sono toccati appunto dal nervosismo) non solo non hanno fatto bene il loro dovere sostenendo una compa
gine che cosi male governa l’isola, ma non vorrebbero neanche essere giudicati, igno
rando magari leggi importanti che andreb
bero esaminate con maggiore attenzione, in più tempo, attraverso un confronto sui sin
goli articoli, si da migliorarne ogni parte.
Secondo loro bisognerebbe invece discutere e approvare disegni di legge che in questo momento appartengono certamente più alla sfera della demagogia e della clientela che all’interesse autentico del popolo siciliano che tali provvedimenti ha atteso molto.
Onorevoli colleghi, il popolo siciliano, dopo le pioggie, le bufere di vento e le siccità de
gli anni passati, riteneva che la classe diri
gente si sarebbe resa conto degli incalcola
bili damai (presenti, ma anche futuri) subiti e che la capacità di intervento dei dirigenti sarebbe stata trasfusa aU’interno di un di
segno ragionato relativo alle cose da fare nel nostro territorio e per le genti che vi operano. Ma questo, regolarmente, non è av
venuto! Non è avvenuto perché l ’andazzo è un’altro: intervenire a pioggia, senza una visione seria e complessiva dei problemi.
Questa nuova calamità non è solo della Sicilia, colleghi del Parlamento, è anche della Nazione, perché il problema siciliano è un problema che pesa: man mano che la Sici
lia degrada, il meridione degrada, si inde- bolise l’economia nazionale; la conseguenza di una crisi nazionale, poi, si risente mag
giormente sui territori più deboli. E il no
stro è un territorio debolissimo, reso ancor più debole dalla vostra presenza, che qui è più minacciosa che altrove, perché da sem
pre avete usato il metro della demagogia e della clientela, anche quando la gravità de
gli eventi avrebbe dovuto indurvi a una ri
flessione, a un momento di ripensamento; in
fatti, considerato che il dramma veniva a sommarsi a drammi precedenti, la sofferenza della gente non doveva lasciarvi totalmente indifferenti.
Ma anche in questa occasione, signor Pre
sidente della Regione onorevoli colleghi del
la maggioranza, non siete stati né provvidi né tempestivi. Le calamità, infatti, sono del gennaio, ed è solo a distanza di tre mesi che si interviene. A giustificazione dei ri
tardi si è affermato che la Regione non do-, veva intervenire in via diretta ma, al mas
simo, in via sussidiaria (essendo la materia di competenza del Governo centrale) per cui non era opportuno sottrarre risorse fi' nanziarie della Regione per provvedimenti a carico dello Stato; risorse che sarebbe sta
to più proficuo utilizzare per altri provve
dimenti.
Però, — guarda caso! ^— quando è s ta to
sostenuto questo orientamento, è stato detto che i fondi erano esauriti e che b i s o g n a v a
in sede di Commissione muoversi all’mter' no di una disponibilità finanziaria circosent- ta dai conti elaborati in Commissione « r nanze ». A d esempio, anche in occasione dei recenti provvedimenti riguardanti le misur®
anticongiunturali si è detto che non c’eran
Resoconti Parlamentari — 2091 Assem blea Regionale Siciliana
Vili Legislatura 534" S E D U T A 21 Aprile 1981
più soldi a disposizione. Allora si è rite
nuto di dovere affrontare il problema attra
verso gli interventi poliennali. La questione comunque non cambia.
Se bisogna però intervenire su altri com
parti dove la clientela e la demagogia impe
rano, allora — stranamente — questi soldi si trovano. In ordine a tale problema in que- st’Aula si è svolto un ampio e tempestivo dibattito. Ricordo che il Presidente D ’Acqui
sto in occasione dei fenomeni eruttivi dell’
Etna si precipitò in Aula, mentre si svolge
vano altre discussioni. Chiese allora la pa
rola e forni una serie di dati e di elementi che richiamavano il pronto intervento, anzi il prontissimo intervento, da parte di auto
rità e uffici pubblici della Sicilia che, coor
dinati dalla Presidenza della Regione, dove
vano portare sollievo, per la parte che era loro possibile, alle popolazioni colpite da que
gli eventi. Ricordo ancora che precedente- mente, in occasione di perturbazioni meteo
rologiche particolarmente gravi abbattutesi sulla nostra isola, il Presidente della Regione non si azzardò a fare un inventario dei dan
ni, perché sarebbe stato avventato; e fece certamente bene. Diede però assicurazione che questo inventario lo si sarebbe fatto in tempi brevi perché attraverso le provvi
denze previste dalla legge numero 364 del maggio del 1970 fosse possibile ricevere una risposta da parte del Governo ed avere il dato di integrazione che la Regione metteva a disposizione per questo disegno di legge.
Tutto ciò però non è stato sufficiente ai de
putati del Parlamento e in particolare ai parlamentari dell’opposizione, i quali han
no presentato degli strumenti ispettivi per incalzare in questo senso il Governo. Suc
cessivamente, infatti, si è svolto un ulteriore dibattito nel corso del quale il Presidente della Regione ha potuto fornire i primi dati che valutavano i danni neU’ordine di circa 400 miliardi; certamente si trattava di una Qfra non rispondente al danno complessivo che si è registrato in questa occasione.
Onorevole D’Acquisto, lei è il Presidente di questo Governo, rappresenta l’esecutivo.
Oosa si può pensare quando im Governo di
‘Conte a fatti di tale portata è incapace di avere un potere di contrattazione (a parte Tuelle famose paginone che dedicano i gior
nali dell’Isola per inteirventi presso il Go-
"'^erno centrale in difesa degli interessi dell’
Isola); quando un Presidente della Regione partorisce meno che un topolino, e per dan
ni di oltre 400 miliardi riesce ad ottenere pochissime decine di miliardi dal Governo centrale! Purtroppo la Sicilia appare essere una delle ultime Regioni d’Italia (certo sul piano topografico la più meridionale) con pro
blemi antichi irrisolti, anche se essa, in virtù dell’autonomia derivante dallo Statuto, può esercitare una potestà primaria su tantissime materie. Questo Statuto è costato tanto sa
crificio a coloro i quali ritennero di non dovere soggiacere alla prevaricazione e alla prepotenza del potere centrale nei riguardi dei siciliani; adesso, dopo tanti sforzi, que
sto Governo manifesta la sua capacità con
trattuale nei riguardi del Governo di Roma riuscendo ad ottenere una dotazione di al
cune decine di miliardi.
Signor Presidente della Regione mia tale questione, fuori dalla polemica, suona disdoro e disonore per il suo Governo! In questo caso non si può fare richiamo ai tagli operati alla spesa pubblica; non è possibile cercare scuse. La verità è che questo Governo e questa Regione non contano niente rispetto al Parlamento nazionale!
L’intervento finanziario dello Stato, per ciò che concerne il disegno di legge in esame, è davvero irrisorio. E ciò è vergognoso! Bi
sogna infatti considerare che vaste zone dell’
Isola, nonché le isole minori, hanno subito notevoli danni; e lo stesso dicasi per i set
tori dell’agricoltura e della pesca.
Signor Presidente della Regione, il primo elemento che emerge è dato dalla colpevo
lezza e dalla incapacità dimostrata dal Go
verno in ordine alla quantificazione dei dan
ni e ai tempi di intervento. Noi ci troviamo di fronte a xm disegno di legge che per strut
ture agrarie e fondiarie di interesse azien
dale e per la ricostituzione delle scorte vive e morte prevede la concessione di agevola
zioni del 50, del 65 e dell’80 per cento, a seconda della dimensione delle aziende; ciò su una dotazione di 20 miliardi, dì cui 10 miliardi per il 1981. Orbene, in questo cam
po bisogna intervenire tempestivamente e con provvidenze considerevoli, in modo che le aziende possano superare non solo la dram
maticità del momento ma anche la fase a
questo successiva. '
Resoconti Parlcmientari 2092 — Assem blea Regionale Sicili■ana
V i l i Legislatura 534* SEDUTA 21 Aprile iggj
Presidenza del Vice Presidente TRINCAJSTATO
Ci si dovrebbe augurare che sìmili cala
mità non accadessero più, senonché ne avre
mo sempre di peggiori perché le perturba
zioni atmosferiche vengono ad incidere su una struttura e su un tessuto che diven
tano ancora più fragili ogni giorno che pas
sa; per cui, a meno di un intervento orga
nico, è facile che sul nostro territorio agenti meteorologici di ordine normale possano pro
durre danni con ripercussioni certamente in
calcolabili.
A ll’articolo 4 del disegno di legge sì pre
vede un intervento di 500 mila lire in fa
vore dei coltivatori diretti singoli e associati per un importo massimo di due miliardi. Ma si ha idea di quanti agricoltori sono stati in
teressati da queste calamità? In occasione dei danni causati dalle bufere di vento ab
battutesi soprattutto nella fascia orientale dell’isola, dove la incidenza delle colture agrumicole è notevolissima, ci permettemmo di richiamare il pericolo che una simile si
tuazione aveva prodotto alle aziende e a co
loro i quali vi operavano; chiedemmo persino che si provvedesse con urgenza ad aprire l ’Aula, ma non c’è stato alcun intervento.
Infatti non si è voluto ricorrere né all’indu
stria dì trasformazione, né all’Aima, per cui il prodotto (anche quello che non si era de
teriorato) non ha potuto essere collocato.
Signor Presidente della Regione, questo non è un ragionare a vuoto; il mio è un ragionamento politico che, essendo alla chiu
sura della legislatura, tende a registrare le colpe e le responsabilità di questo Governo.
La gente che ha subito tutti questi darmi vuole sapere con chiarezza quali provvedi
menti si intendono adottare per venire in
contro alle loro drammatiche esigenze. Tut
to il resto non conta.
Non dobbiamo dimenticare che l ’agricoltura costituisce uno dei settori trainanti della no
stra economia, per cui non basta fare delle promesse; bisogna mantenerle. Il provvedi
mento in questione, invero, per via della limitatissima dotazione finanziaria, non può far fronte ai darmi subiti dai comuni, dalle coste, dalle strade provinciali, dal settore della pesca e dal settore dell’agricoltura. Va da sé che il provvedimento nel suo comples
so si rivela insufficiente.
Vorrei a questo proposito soffermarmi su alcune norme del disegno di legge in esame.
L ’articolo 17 recita: « A favore dei pesca
tori che risiedono nelle zone colpite dalle avversità atmosferiche di cui al precedente articolo 14 è concesso un sussidio di lire venti mila per ogni giornata di forzata inat
tività lavorativa sino ad un massimo di lire ^ 500 mila ». Si introduce quindi un elemento che tende a riconoscere che per effetto della calamità sono state paralizzate le attività di alcuni lavoratori (in questo caso del settore della pesca) per cui si è ritenuto di dovere intervenire in loro favore. Mi chiedo però se si ritiene che una simile valutazione pos- : sa essere valida anche per altri comparti, ; Nel corso dei lavori di quest’Aula vedremo, quindi, se quello cui ho accermato è un ra
gionamento che verrà seguito anche per al- ; tri settori, senza creare perciò stesso discri
minazioni.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi;
seguiremo articolo per articolo la discus
sione di questo disegno di legge per vedere;
come è possibile migliorarlo. In tutti i casi, al termine della discussione generale ci ; aspetteremmo una risposta del Governo. Ma- ; gari il Governo ci dirà tutto quello che non;
ha fatto perché non ha potuto, anche se avrebbe voluto, (perché bisognava distribuire;
come meglio si poteva dappertutto le dota
zioni finanziarie della Regione). Dirà che in effetti sì è battuto; che ha tirato fuori la spada della rappresentatività delle antiche;
sofferenze e rivendicazioni dei siciliani; che;
è andato a Roma per avanzare delle richie
ste al Governo centrale, ma che purtroppo non è stato possibile ottenere più di quel;
che si è avuto; che la Regione siciliana sta facendo un grande sforzo. Queste risposte le ho sentite sempre...
D ’ACQUISTO, Presidente della Regione':
Io le risponderò in un modo che n e m m e n o
si immagina!
PAOLONE*. Sarei contento se la risposta, avesse carattere di originalità; ciò mi po^'i metterebbe di essere, a mia volta, origma^j invece di finire per essere cosi monotono stancare persino me stesso. , i
Ed allora, signor Presidente della vorremmo che questa originalità ci nisse. Fra qualche ora noi chiuderemo qu
ìlesoconti Parlavientari — 2093 Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura 534* SEDUTA
21 Aprile 1981
legislatura, faremo ritorno nelle nostre ri
spettive province, e là dovremo dare delle risposte alla gente. Invero succede, onore
vole D ’Acquisto, che un deputato di questa Assemblea sia considerato dal popolo siciliano un bandito, un inadempiente, responsabile per non avere ottemperato ai tanti bisogni della gente. Nella migliore delle ipotesi ci viene detto: « La colpa è vostra; siete voi i colpevoli! Che cosa state facendo mentre noi qui stiamo agonizzando? ». Purtroppo sia
mo coinvolti tutti; il che a me ha dato sem
pre enorme fastidio.
Quando tornerò da quella gente, che non mi ha fatto parlare d’altro se non dei pro
blemi relativi a questa recente tragedia, che cosa dovrò rispondere? Potrò solo rispon
dere che ho fatto ■— insieme a tutti gli espo
nenti del Movimento sociale italiano — il mio dovere, che ho incalzato la maggioranza ed il Governo, che ho detto che quei « fi
chi secchi » non erano sufficienti per fare
« nozze » appena appena decenti.
Presidenza del Vice Presidente PINO
Dirò che spetta al Governo intervenire e fare scelte oculate senza dilapidare il patri
monio dei siciliani o i fondi che proven
gono alla Sicilia dagli organi centrali, (fon
di comunque che si hanno attraverso la tassazione e che quindi sono frutto della fa
tica della gente). Non si può dunque non af
fermare che è colpa del Governo se le prov
videnze finanziarie sono insufficienti per ri
spondere alle aspettative legittime di coloro che si trovano nelle condizioni previste dalla Mrmativa in questione, nonché tardive. Vor
rei fare un’altra considerazione: per il ri
pristino delle strade provinciali danneggiate dal maltempo si prevede uno stanziamento di circa un miliardo. Ma chi è informato sui costi vigenti in questo settore, sa che son una tale somma non si riparano nem-
®eno quattro buche! Da ciò si può evincere 1 incidenza che possono avere quelle poche provvidenze predisposte per gli agricoltori,
® artigiani, i commercianti, i pescatori, le piccole industrie, le coste, le strade, gli abi- 3ti. Alla fine tireremo le somme diremo che orse anche noi siamo responsabili perché orse non riusciamo a dare a tutti voi la
“uniagine esatta di questo Governo in modo
che voi possiate abbandonare queste forze politiche che da sempre vi portano al de
grado del territorio e delle attività che vi SI svolgono e che, quindi, portano ad imo stato di costante insicurezza di tragedia non appena la minima calamità colpisce la no
stra Isola. E’ vero che pioggia, vento e mareggiate (per non dire dei terremoti e delle eiuzioni) sono fenomeni naturali, però è altrettanto vero che gli effetti che ne de
rivano si moltiplicano per mancanza dell’
intervento dell’uomo; in questo caso per man
canza dell’intervento di coloro che hanno il Governo nelle mani, di coloro che predeter
minano le scelte, e nella direzione che più ritengono conveniente. E se le scelte produ
cono quei risultati che sono sotto gli occhi di tutti per quel che riguarda la difesa del territorio, per quel che riguarda le prov
videnze ordinarie nei vari settori produttivi, per quel che riguarda le provvidenze straor
dinarie, per quel che riguarda le dotazioni finanziarie ai siciliani, per evitare che con
tinui questo andazzo — • costante causa di guai — non resta che fare delle opportune valutazioni su tutto l ’operato della classe politica.
Ecco perché, al di là delle procedure (an
che valide) seguite nei vari disegni di legge, non possiamo manifestare la nostra soddi
sfazione in ordine alla tempestività e alle dotazioni finanziarie, sia per quel che ri
guarda gli interventi dello Stato, sia per quel che riguarda gli interventi sussidiari e integrativi della Regione, che peraltro do
vrebbero essere sernpre limitati nel caso in cui sia lo Stato a dover rispondere.
TRINCANATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRINCANATO. Signor Presidente, inter
vengo sulla base delle considerazioni che hanno svolto qui i colleghi Ammavuta e Paolone. In riferimento a questo disegno di legge prendo la parola per dire che in realtà provvedimenti come quello in questione han
no bisogno di approfondimenti e di ampie discussione nelle sedi delle commissioni; per
tanto quando su di essi si è già raggiunto un determinato accordo (era appunto questo il caso), in sede di Aula generalmente non si incontrano difficoltà.
Però mi sembra che questa volta la que- '