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534 SED U T A (Antimerìdiana)

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Resoconti Parlamentari 2081 Assemblea Regionale Siciliana

Vili Ljsgislatuha 534" SEDUTA 21 Aprile 1981

534° S E D U T A

(Antimerìdiana)

m a r t e d ì 21 APRILE 1981

Presidenza del Presidente RUSSO indi

del Vice Presidente PINO indi

del Vice Presidente TBINCANATO

I N D I C E

Congedo

Pag.

2081

Disegno di legge:

«Provvidenze a favore delle aziende agricole, degli artigiani, com m ercianti, pescatori, p ic­

cole industrie ed interventi per il ripristino di opere pubbliche nelle zone danneggiate dalle eccezionali avversità atm osferiche del­

l'autunno 1980 e dei m esi di gennaio, febbraio c marzo 1981 » (997 - 1038/A) (Discussione) :

pr e sid e n t e . 2082, 2097, 2099, 2100, 2101, 2102, 2103, 2104

... ... 2082

AMMAVUTA . . - ... 2083, 2104 P A O L O N E ... 2089

" f ^ C A N A T O ... 2093

Pa v id a* * . ... 2095

Az z i n i... 2097

Es im a n o . 2098 ^ ^ 2 0 ... ... _ _ 2098 ^ E pp o, Assessore alVagricoltura ed alle /creste 2098 A-CQUISTO, P residente delia R egione . . 2104

^terrogazione:

( A n n u n z i o ) ... 208j

(^) Intervento corretto dall^oratore.

La seduta è aperta alle ore 10,50.

^CAPIt u mMINO, segretario ff., dà let- del processo verbale della seduta pre-

Resoconti, f. 281

cedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende approvato.

Congedo.

PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Saso ha chiesto due giorni di congedo a de­

correre da oggi.

Non sorgendo osservazioni, il congedo si intende accordato.

Annunzio di interrogazione.

PRESIDENTE. Invito il deputato segre­

tario a dare lettura dell’interrogazione pre­

sentata.

CAPITUMMINO, segretario ff.:

« A ll’Assessore aH’industria — considerata la situazione di crisi dell’Isfa di Catania che rischia di comprometterne i livelli occu­

pazionali e la battaglia sindacale dei lavo­

ratori dello stabilimento per la difesa del po­

sto di lavoro; tenuto conto che tale stato di cose è stato rassegnato dai dipendenti dell’

Isfa neU’incontro all’Assessorato dell’indu­

stria del 30 marzo scorso e che allora ha assuntg dall’Assessore l’impegno di interve­

nire presso il Monopolio di Stato al fine di aumentare la quota di produzione di fiammi­

feri da assegnare all’Isfa per sapere qua­

li iniziative il Governo regionale abbia in-

(500j

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Resoconti Parlamentari — 2082 Assem blea Regionale Siciliana ì"’

V i l i Legislatura 534“ SEDUTA 21 Aprile 198i

trapreso o intende intraprendere per assi­

curare airisfa di Catania commesse suffi­

cienti a garantire l’occupazione dei lavora­

tori dello stabilimento » (1387).

Ni c o l o s i.

PRESIDENTE. L’interrogazione ora an­

nunziata sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta a suo turno.

Discussione del disegno di legge: « Provvi­

denze a favore delle aziende agricole, degli artigiani, commercianti, pescatori, piccole industrie ed interventi per il ripristino di opere pubbliche nelle zone danneggiate dalle eccezionali avversità atmosferiche dell’au­

tunno 1980 e dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 1981 » (997 - 1038/A).

PRESIDENTE. Si passa al punto secondo dell’ordine del giorno: Discussione del dise­

gno di legge: « Provvidenze a favore delle aziende agricole, degli artigiani, commer­

cianti, pescatori, piccole industrie ed inter­

venti per il ripristino di opere pubbliche nelle zone daimeggiate dalle eccezionali av­

versità atmosferiche dell’autunno 1980 e dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 1981 » (997-1038/A), posto al numero 1.

Invito i componenti la Commissione a prendere posto al banco alla medesima asse­

gnato.

Dichiaro aperta la discussione generale.

In assenza del relatore, onorevole Fiorino, ha facoltà di svolgere la relazione l’onore­

vole Ojeni.

OJENI. Signor Presidente, onorevoli col­

leghi, il disegno di legge in discussione è diretto a sopperire alle più urgenti necessità delle popolazioni colpite dagli eventi calami­

tosi che si sono verificati in questo primo scorcio dell’anno. Sono state cosi previste numerose provvidenze anche a titolo di anti­

cipazione degli interventi previsti dalla legge 25 maggio 1970, numero 364, da destinare ai settori più duramente provati.

In questo quadro l’impegno più rilevante è stato profuso in agricoltura e cioè il com­

parto produttivo più pesantemente segnato sia dalle avverse condizioni atmosferiche che si sono registrate nel gennaio, sia dalle co­

late laviche, sia dai recentissimi venti sci­

roccali.

In particolare, per tale settore sono state ' previste provvidenze per un intervento glo- baie di lire 66.000 milioni. Tali provvidenze, ! incanalate nella normativa espressa dallo - Stato con le leggi 21 luglio 1960, numero i 739, 14 febbraio 1964, numero 38, 21 otto- bre 1968, numero 1088, 25 maggio 1970, nu­

mero 364 e 23 ottobre 1976, numero 750, mirano ad avviare tempestivamente ed a fa- : vorire il processo di ripresa deh’effìcienza ' produttiva delle aziende agricole danneg­

giate. Esse, in aderenza a quanto previsto dalle precitate leggi, si articolano lungo due precise linee di intervento: agevolazioni con­

tributive in conto capitale per i danni cau­

sati alle strutture e agevolazioni creditizie per i danni causati alle produzioni.

Nell’ambito delle agevolazioni creditizie è di particolare rilievo quella introdotta dall’

articolo 7 che consente la proroga per una sola volta, e per non più di 12 mesi, della scadenza dei termini delle cambiali agrarie relative ai prestiti di conduzione scadenti nel corso della corrente annata agraria.

Le agevolazioni contributive in conto ca­

pitale sono previste dagli articoli 3 e 4, quelle creditizie dagli articoli 5, 6, 7 e 8.

Gli articoli 11 e 12 prevedono interventi a totale carico della Regione per il ripri­

stino di opere a carattere interaziendale non­

ché per opere pubbliche in agricoltura.

In particolare, è prevista la concessione dei contributi per il ripristino delle strutture agrarie e fondiarie, di interesse aziendale -e per la ricostituzione delle scorte danneggiate 0 distrutte. Rientrano in questa fattispecie 1 lavori, le opere, gli acquisti, necessari al ripristino delTefficienza dei beni e dei mez­

zi strumentali che sono alla base deH’eser- cizio aziendale.

Per le aziende agricole danneggiate l’iii"

tervento è rivolto anche alle produzioni at­

tivate nelle serre; è stata poi prevista la concessione in favore di conduttori di azieH- de agricole, •coltivatori diretti, singoli ed as­

sociati, di contributi per la ricostruzione da capitali di conduzione che non trovano rein­

tegrazione o compenso per effetto della pei' dita del prodotto.

Altra provvidenza è costituita d a l l a and' cipazione, fino all’importo di lire 20

della agevolazione creditizia dell’articolo

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Resoconti Parlamentari — 2083 — Assemblea Regionale Siciliana

Vili Legislatura 534" S E D U T A 21 Aprile 1981

della legge 25 maggio 1970, numero 364 che, come è noto, prevede la concessione di prestiti di esercizio ad ammortamento quinquennale ed a tasso agevolato per esi­

genze di conduzione e la estinzione di pas­

sività derivanti da operazioni di credito agra­

rio scadenti nell’anno in cui si sono verifi­

cati gli eventi calamitosi.

Infine, nell’ambito dei prestiti di soccorso ad ammortamento quinquennale, si è de­

mandato al fondo di rotazione dell’Ente di sviluppo agricolo il compito di intervenire a favore dei destinatari del fondo stesso per operazioni fino a lire 2 milioni; all’articolo 7 si dà risposta alla pressante istanza degli operatori agricoli danneggiati con la introdu­

zione della proroga del pagamento delle cam­

biali agrarie per cui, non potendo fare fron­

te a causa di compromessi esiti produttivi aziendali e in analogia a quanto previsto daU’articolo 7, si interviene per le cambiali agrarie dei versatari del fondo di rotazione dell’Ente di sviluppo agricolo.

Per artigiani, commercianti, piccole e me­

die industrie danneggiate dalle intemperie sono stati poi previsti, entro prestabiliti li­

miti ed in via alternativa, contributi in conto interessi e contributi in conto capitale.

Per i pescatori, in particolare, sono stati previsti sussidi per forzata inattività, oltre contributi in percentuale per il riattamento di imbarcazióni ed attrezzature.

Interventi sono stati pure previsti per la riparazione ed il ripristino dei fabbricati di proprietà privata. Per tale finalità è stata destinata una somma pari a 500 milioni di lire che non appare sufficiente in relazione ri danni segnalati.

Anche gli interventi per il settore pub­

blico non possono certo ritenersi adeguati ril’effettiva necessità e ciò appare di tutta evidenza, ove si pensi che per comune e provincia l’onere finanziario è stato conte­

nuto in un miliardo e 500 milioni. Soprat- tutto insufficienti devono ritenersi i 4 mi- bardi previsti per le opere marittime, non certo adeguati agli effettivi danni che si sono 'Parificati; pur nell’ambito dei limiti eviden- riati, certamente tali interventi sono la testi­

monianza di una doverosa presenza della Re­

sone. Siamo cioè in presenza di un p ro w e - rittiento che, se anche non potrà rispondere appieno alle aspettative, è però in grado di

far fronte alle più immediate esigenze delle popolazioni colpite.

Si tratta quindi di un valido strumento per assicurare interventi qualitativamente ade­

guati anche se quantitativamente contenuti entro margini di compatibilità con le risorse regionali disponibili.

Un altro appunto che si può pertanto avan­

zare al disegno di legge in discussione è quello di aver previsto interventi che avreb­

bero potuto essere meglio dimensionati per corrispondere alle effettive esigenze discen­

denti dai danni che si sono verificati; su tali esigenze, comunque, vi è stata la più ampia convergenza delle forze politiche, che tutte hanno voluto il disegno di legge in discus­

sione del quale si chiede oggi l ’approvazione.

Presidenza del Vice Presidente PINO

AMMAVUTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMMAVUTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, giunge all’esame deH’Aula un prov­

vedimento molto atteso dagli operatori agri­

coli siciliani e, insieme ad essi, da numerose aziende artigiane commerciali e industriali che nel corso dei mesi passati di gennaio, febbraio e marzo haimo dovuto subire i colpi durissimi che le eccezionali av\zersità atmo­

sferiche hanno inferto alle strutture produt­

tive di vaste zone del territorio agricolo si­

ciliano, nonché, seppur più limitatamente, ad aziende industriali e commerciali, a strut­

ture portuali e marittime e ad opere pub­

bliche.

Se questo provvedimento è molto atteso bisogna anche pur dire che esso giunge con ritardo aU’esame dell’Aula, poiché i danni sofferti, in particolare dalle aziende agricole, avrebbero richiesto un intervento più tem­

pestivo, tenuto conto che le procedure pre­

viste dalla legge numero 364 non sono certa­

mente le più acconce per garantire efficienza e rapidità nella spesa. Invero il tempo per­

duto in questi mesi contribuisce a ritardare la efficacia stessa del provvedimento.

Nel sottolineare questo ritardo noi non vo­

gliamo sottacere evidentemente i problemi di

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Resoconti Parlamentari 2084 Assem blea Regionale Siciliana

V i l i Legislatura 534" S E D U T A 21 Aprile 1981

ordine finanziario che si sono posti e che si pongono per consentire che una serie di prow idenze venissero erogate in modo ade­

guato ai soggetti beneficiari dei vari com­

parti produttivi dell’agricoltura, dell’indu­

stria, dell’artigianato, del commercio, della piccola pesca.

Siamo ben consapevoli del fatto — • d.a noi non sottovalutato — che oltre ai danni cosi vistosi, valutati dal Presidente della Regione (nel corso del dibattito svoltosi in quest’Aula qualche mese fa) nell’ordine di circa 300-400 miliardi (di cui oltre 200 miliardi nel set­

tore dell’agricoltura) se ne sono verificati degli altri, alla fine di marzo, anch’essi con­

sistenti e corposi, in quanto i fortissimi venti sciroccali, che hanno compresso gravemente la produzione di agrumi, hanno esteso i danni alle strutture serricele della provincia di Ragusa, della fascia centro meridionale di Licata e anche del Marsalese; pertanto i dan­

ni preventivati nel corso del dibattito d’Aula sulle avversità atmosferiche che avevano colpito il territorio della nostra Regione sono fortemente aumentati.

A questo proposito, mi pare si debba ri­

scontrare una prima contraddizione; di fron­

te ad un incremento vistoso dei danni e delle stime che di questi sono state fatte, la di­

mensione finanziaria del provvedimento legi­

slativo oggi in discussione, anziché essere in­

crementata proporzionalmente è stata drasti­

camente ridotta in sede di Commissione Fi­

nanza rispetto alle previsioni che pure il Go­

verno stesso aveva fatto.

E’ chiaro che non si possono, attraverso provvedimenti legislativi, indennizzare in modo totale i danni che sono stati arrecati all’agricoltura e agli altri settori produttivi, nonché alle infrastrutture, riteniamo però che vi debba essere un rapporto tra en­

tità dei danni e la consistenza dell’inter­

vento pubblico, sia esso statale che regionale;

viceversa abbiamo assistito ad una forbice crescente; man a mano che sono cresciuti i danni sono diminuiti gli stanziamenti che originariamente pur erano stati previsti.

Vorrei fare qualche esemplificazione a que­

sto riguardo. Il primo disegno di legge (nu­

mero 997) sui danni generali in agricoltura e negli altri settori è stato presentato dal Gruppo parlamentare comunista il 5 mai'zo 1981; in esso proponevamo di assegnare al settore deH’agricoltura 110 miliardi e 76 m i­

liardi e 100 milioni agli altri settori; arti­

gianato, industria e commercio, intervento pubblico nelle infrastrutture per le piccole provvidenze ai pescatori; il totale, quindi, era di 186 miliardi. Ebbene, adesso ci troviamo di fronte ad un provvedimento (appunto quello in discussione) che presenta, invece, lina copertura finanziaria che allo stato at­

tuale ammonta a circa 56 miliardi per l ’agri­

coltura (compresi gli impegni di carattere po­

liennale) e circa 14 miliardi per gli altri settori; un totale, quindi, di 70 miliardi circa.

E’ evidente quindi la sproporzione, e non tanto rispetto a quanto proposto dal Gruppo parlamentare comunista, che pure cercava di dare delle risposte più congrue — anche se limitate — alle varie esigenze poste ai dan­

ni verificatisi nei vari comparti e settori pro­

duttivi, ma anche rispetto alle stesse stime finanziarie fatte dal Governo. Appare poi tanto più evidente questo divario tra coper­

tura finanziaria data dal Governo in Com­

missione « Finanze » ed esigenze che alla fine del mese di marzo i danni verificatisi con i venti sciroccali evidenziavano, in quanto si sarebbe dovuta porre la necessità di ritoc­

care in aumento quelle stesse proposte che il Gruppo parlamentare comunista aveva fatto.

Ora, da questo punto di vista a noi sem­

bra che il provvedimento presenti dei limiti molto seri e criticabili, poiché fondamen­

talmente la copertura finanziaria, tram e che per un aspetto secondario, viene assicurata dall’intervento dello Stato, senza un congruo sostegno ed intervento diretto da parte della Regione (che in tutti i casi è certo estrema- mente limitato).

Noi non siamo stati mai —- né lo siamo tuttora — dell’opinione che in materia di danni in agricoltura (cosi come in altri set­

tori) debba essere la Regione ad interve­

nire direttamente; abbiamo invece propu­

gnato che in occasione di pubbliche calamito debba essere lo Stato ad accollarsi l’onere dell’intervento. In questo senso il Gruppo parlamentare comunista presente alla Camera si è impegnato perché lo Stato facesse frou te con le sue risorse finanziarie ai bisog^

della Sicilia in materia di danni presentando un emendamento che proponeva di assegnar alla Sicilia, alla Calabria ed alla Sardegu^

200 miliardi da ripartire, considerato che aF punto queste tre regioni sono state fra le P'

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Resoconti Parlamentari 2085 Assemblea Regionale Siciliana

V ili Legislatura 534“ SEDUTA 21 Aprile 1981

danneggiate dagli eventi atmosferici calami­

tosi di questi ultimi mesi; ciò anche per con­

sentire alla Regione siciliana di effettuare una manovra finanziaria tale da soddisfare in modo più congruo le esigenze poste dai danni verificatisi.

E’ avvenuto, purtroppo, che di fronte a questo impegno assunto dal Gruppo parla­

mentare comunista (e per il quale impegno, in verità, si era trovato in una prima fase la collaborazione di altri parlamentari) in sede di discussione della legge finanziaria i depu­

tati democristiani che avevano firmato 1’

emendamento, nonché i deputati socialisti, che lo avevano sottoscritto insieme ai comu­

nisti, abbiamo ritirato la loro firma, per cui l’emendamento di 200 miliardi è stato boc­

ciato dalla maggioranza. Pertanto la legge finanziaria prevede adesso una copertura, per ciò che riguarda i danni verificatisi in queste tre regioni, di 100 miliardi.

Per quanto dal Governo della Regione e dal suo Presidente siano stati assunti impe­

gni in occasione del dibattito sui danni svol­

tosi in quest’Aula, bisogna constatare come questi non siano stati adempiuti con la ne­

cessaria incidenza ed efficacia sul piano na­

zionale, talché le disponibilità finanziarie della Regione appaiono limitate.

Il Governo della Regione non può soste­

nere due cose contemporaneamente; lasciar fare al Governo nazionale, il quale ha dra­

sticamente tagliato la proposta finanziaria fatta dal Partito comunista italiano e poi in­

vocare alla Commissione finanza la giustifi­

cazione che, poiché lo stanziamento dello Stato nella legge finanziaria è limitato, si può intervenire soltanto per la parte che i finanziamenti statali consentono. Evidente- niente si tratta di un’argomentazione che non è accettabile in quanto una simile si- hiazione non consente di intervenire in modo congruo per soddisfare le esigenze delle aziende agricole colpite dagli eventi calami­

tosi degli scorsi mesi, né di risolvere in modo positivo le questioni che si pongono tanto nel settore deH’agricoltura, quanto negli al­

tri settori.

Il disegno di legge sui danni, in discussio­

ne questa mattina (che prevede quanto ■ elen- cato nella relazione svolta dall’onorevole

*^jeni, a nome della Commissione) di fronte ad una dimensione finanziaria cosi limitata avidentemente cerca di contemperare le di­

verse esigenze; bisogna però aver chiaro che vi sono alcuni settori di intervento per i quali gli stanziamenti previsti non solo ap­

paiono limitati, ma — e si può affermarlo sin da adesso — addirittura insufficienti ri­

spetto alla domanda che certamente vi sarà.

Si tratta di osservazioni, già fatte dai com­

missari comunisti in commissione « Agricol­

tura » che riguardano, ad esempio, le age­

volazioni contributive per la perdita del pro­

dotto. A ll’articolo 4 del disegno di legge esi­

tato dalla Commissione è detto che le age­

volazioni contributive previste dal secondo e quarto comma dell’articolo 5 della legge 25 maggio 1970, numero 364, in favore dei col­

tivatori diretti, singoli od associati, possono essere concesse fino ad un importo massimo di lire 500 mila, nel rispetto dei criteri, mo­

dalità e procedure previste dall’articolo 5 stesso e che per le finalità dello stesso ar­

ticolo è previsto uno stanziamento di lire 2 mila milioni.

Si tratta di agevolazioni a carattere con­

tributivo e forfettizzato in favore di quei col­

tivatori diretti che hanno subito una perdita del prodotto — nel caso si tratti di col­

ture pregiate — non inferiore al 60 per cento; questo limite, nel caso di aziende che abbiano in parte colture pregiate e in parte altre, può essere abbassato al 40 per cento.

Stante l’entità e la dimensione dei danni verificatisi, non soltanto nel mese di gennaio ma soprattutto alla fine di marzo, appare evi­

dente l ’assoluta incongruità dello stanzia­

mento, ove si consideri che dividendo 2.000 milioni per 500.000, potrebbero essere sod­

disfatte appena 4.000 domande.

Se poi si tiene conto del fatto che è pronto per l’Aula di Montecitorio il disegno di legge di modifica della legge numero 364, con il quale provvedimento l’importo da 500.000 è portato a lire 2.000.000, è evidente che se questo dovesse essere approvato — come noi speriamo — con uno stanziamento di 2.000 milioni a malapena potrebbero essere soddi- , sfatte le domande di 1.000 coltivatori diretti siciliani. A questo punto si potrebbe porre soltanto un problema di « sorteggio » fra co­

loro i quali aspirano ad attingere a questa provvidenza.

L’altra osservazione che i commissari ade­

renti al gruppo comunista hanno fatto in Commissione « Agricoltura » riguarda lo stanziamento di cui aH’articolo 6, nel qùale

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Resoconti Parlamentari 2086 Assem blea Regionale Siciliana.

V i l i Legislatura -534" SEDUTA 21 Aprile iggj

è previsto che i coltivatori diretti, i mez­

zadri, coloni e compartecipanti singoli o as­

sociati possano accedere ai prestiti di con­

duzione all’ ammortamento quinquennale presso il fondo di rotazione dell’Ente di svi­

luppo agricolo, fino ad un importo massimo di lire 2.000.000.

Si è trattato di una proposta — inserita nel disegno di legge da noi presentato, ed accolta nel testo della Commissione — che risponde all’esigenza di consentire anche agli strati più deboli dei contadini e dei coltiva­

tori diretti di potere accedere ad un pre­

stito, quale quello previsto analogicamente dall’articolo 7 della legge numero 364, che spesso e volentieri le banche negano appunto a queste categorie per la mancanza di ga­

ranzie che costoro devono presentare in base alla legge sul credito agrario (la numero 1760 del 1928) che, praticamente, sancisce una di­

scriminazione aU’interno dei contadini e dei coltivatori diretti.

Attraverso tale norma, quindi, si è cer­

cato di ovviare al grave inconveniente segna­

lato, tentando di incrementare il fondo di rotazione dell’Ente dì sviluppo agricolo, al fine di consentire questo tipo di prestito in favore dei piccoli contadini.

E’ da dire però che la copertura finan­

ziaria all’articolo 6 del disegno di legge in esame è stata data attraverso lo stanzia­

mento di lire 1.000 milioni. Pertanto, se si considera che a questo fondo dovrebbero ac­

cedere migliaia e migliaia di contadini, per un massimo di lire due milioni per cia­

scun prestito di esercizio, allo stato, sol­

tanto 500 contadini potrebbero ottenerlo.

Inoltre occorre ricordare che dovendosi discutere nelle prossime ore il disegno di legge riguardante gli allevatori, secondo il quale anche tale categoria dovrebbe accedere a questo tipo di prestito, emerge con chia­

rezza quanto sia limitata la disponibilità fi­

nanziaria.

Era interesse del Gruppo parlamentare co­

munista che questo disegno di legge fosse esitato il più rapidamente possibile dalle Commissioni per essere posto hi discussione in Aula e approvato prima della chiusura della legislatura. E’ da dire però che, rima­

nendo ancora aperto il problema cui ho ac­

cennato, il disegno di legge non può non af­

frontare e correggere quegli aspetti macro­

scopici relativi aU’inadeguatezza di alcune

provvidenze che, laddove dovessero rimanere cosi come esse sono previste nell’articolato, rappresenterebbero una beffa nei confronti di alcuni settori del mondo contadino sici­

liano che pur attende con urgenza questa legge.

Noi abbiamo rappresentato queste esigenze al Governo e all’Assessore all’agricoltura, abbiamo segnalato l ’opportunità che si fa­

cesse ricorso non soltanto alla disponibilità finanziaria proveniente dalla quota spettante alla Sicilia (cento miliardi stanziati dalla leg­

ge finanziaria recentemente approvata) ma anche al fondo ordinario di solidarietà na­

zionale della legge numero 364 che, in base anche alle notizie pervenute dalle Aule par­

lamentari di Montecitorio, dovrebbe avere una dotazione finanziaria di 175 miliardi (per cui, in sede di ripartizione fra le Regioni, dovrebbero essere assegnati alla Sicilia circa 18 miliardi).

Noi abbiamo sollevato il problema nei con­

fronti del Governo e abbiamo chiesto, già in occasione della discussione di questo disegno di legge, che una parte di questi fondi ve­

nisse sin da adesso impegnata per impin­

guare, tanto lo stanziamento previsto all’ar­

ticolo 4 (in modo da portarlo dagli attuali 2.000 milioni ad almeno 5.000 milioni di lire) quanto quello previsto all’articolo 6 (cioè da 1 a 6 miliardi di lire).

Noi pensiamo che se questi aggiustamenti finanziari saranno fatti il disegno di legge, tutto sommato, apparirà più equilibrato, pur rimanendo evidentemente, per il futuro, pro­

blemi di copertura.

Occorre comunque, per il presente, arri­

vare al rapido varo del disegno di legge per­

ché le procedure possano essere messe iu funzione e le prime provvidenze scattare; e non soltanto quelle...

SCIANGULA. Adesso chiedo il prelievo di altri disegni di legge! Parla già da 40 mi­

nuti.

AMMAVUTA. Onorevole Sciangula, ma non interrompa!

PRESIDENTE. Continui, onorevole A r n m a -

vuta.

SCIANGULA. Adesso chiedo il prelievo di altre leggi!

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Resoconti Parlamentari 2087 Assemblea Regionale Siciliana

V ili Legislatura 534“ SEDUTA 21 Aprile 1981

PAOLONE. E’ incredibile quello che sta succedendo!

Le leggi si devono discuterei

PRESIDENTE. Onorevole Sciangula e ono­

revole Paolone, vi prego di lasciare parlare il collega.

AMMAVUTA. Considerato che il Gover­

no ha manifestato un atteggiamento favore­

vole circa le esigenze da noi poste, penso die la Commissione proporrà i necessari emendamenti per riequilibrare sul piano fi­

nanziario il disegno di legge in discussione, almeno per ciò che riguarda il titolo I della legge concernente le provvidenze a favore delle aziende agricole.

SCIANGULA. Ma che modo di ragionare è questo? Non si può continuare cosi!

AMMAVUTA. Onorevole Sciangula, è inu­

tile che lei cerchi di interrompere, perché tanto discuteremo...

PRESIDENTE. Onorevole Sciangula, fac­

cia parlare il collega Ammavuta!

SCIANGULA. Io non sto interrompendo;

io sto rivendicando alla Presidenza dell’As­

semblea di usare una certa discrezionalità.

AMMAVUTA. No! Lei non può rivendi­

care niente. Io rivendico il mio diritto a par­

lare; lei mi farà la cortesia di ascoltare, Se vuole, può anche uscire, non ci tengo davvero che lei ascolti!

SCIANGULA. Ma parla già da 40 minuti!

TRICOLI. L’unico che sta disturbando è proprio lei, onorevole Sciangula.

SCIANGULA. Oh! Mi dispiace che queste cose non si possono vedere nelle piazze:

'luesta difesa reciproca tra il Movimento so- ciale italiano e Partito comunista italiano P6r i lavoratori agricoli!

Pa o l o n e. Queste cose le diremo nelle piazze!

PRESIDENTE. Onorevole Sciangula, la vuole smettere? Sarò costretto a farle la­

sciare l’Aula.

Onorevole Ammavuta, non risponda alle provocazioni e continui il suo intervento. Ne ha diritto.

AMMAVUTA. A noi sembra, quindi, che se verranno apportate queste modifiche, il disegno di legge, per la parte che riguarda il titolo I, potrà accrescere il suo segno po­

sitivo di risposta verso l ’insieme delle cate­

gorie e degli operatori agricoli i quali da mesi attendono ormai un tale provvedi­

mento.

Vorrei qui ricordare che nel disegno di legge è stata inclusa una provvidenza che riprende una proposta contenuta nel nostro disegno di legge per ciò che riguarda la pro­

roga, per dodici mesi, delle cambiali agrarie.

Noi pensiamo sia stata una giusta deci­

sione quella adottata dalla Commissione le­

gislativa « Agricoltura » di valutare positiva- mente questa proposta. Invero nella situa­

zione in cui attualmente versa Tagricoltura, sia per i gravi danni sofferti, sia per lo stato di crisi che investe il settore vinicolo, il set­

tore agrumicolo e (nel corso di queste ultime settimane) anche il settore cerealicolo la pro­

roga di dodici mesi delle cambiali agrarie, assistite dal concorso negli interessi della Re­

gione, credo costituisca una delle provvidenze di più immediata efficacia, idonea ad alleg­

gerire la fase di pesantezza che attraversano molti operatori agricoli, dai coltivatori diretti agli imprenditori agricoli.

E’ da dire ancora che noi avevamo avan­

zato nel nostro disegno di legge un’altra pro­

posta riguardante lo sgravio dei contributi consortili iscritti a ruolo per il 1981. L’aver voluto cassare questa provvidenza, che pure in altre occasioni similari (come è avvenuto con la legge numero 74 del 1977) era stata adottata, evidentemente non consente di dare una risposta che sarebbe stata daw ero im­

portante soprattutto per quegli agricoltori e contadini dei consorzi che gestiscono com­

prensori irrigui e che vedranno affibbiarsi (a partire da questo mese, e poi nel succes­

sivo mese di giugno) delle cartelle piuttosto salate. Si è voluto rinunciare ad una prov­

videnza; con ciò probabilmente si aggraverà la situazione nella quale si trovano parec­

chie categorie di coltivatori delle aree irrl-

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Resoconti Parlamentari 2088 — Assemblea Regionale Siciliana

V ili Legislatura 534" SEDUTA 21 Aprile iggj

gue del catenese, nonché della fascia centro­

meridionale e dell'agrigentino in particolare, dove le cartelle consegnate ai coltivatori di­

retti sono particolarmente pesanti.

Il giudizio complessivo che esprimono i commissari comunisti sul titolo I della legge

— malgrado i limiti, le contraddizioni e le inadeguatezze che ho qui cercato di segna­

lare e che in parte bisognerà superare con i necessari emendamenti ai quali prima accen­

navo — è positivo. Vogliamo soltanto espri­

mere l’auspicio che, una volta approvato il disegno di legge, il Governo della Regione e i suoi uffici si adopereranno perché le nor­

me possano agire con la massima tempesti­

vità possibile.

Qualche osservazione vorrei fare, per ciò che riguarda il titolo II del disegno di legge concernente gli interventi a favore degli ar­

tigiani, dei commercianti e delle piccole e medie industrie.

In particolare vorrei far rilevare che il testo (del tutto incomprensibile) dell’articolo 14 del titolo II di questo disegno di legge (se ne parlerà non appena arriveremo alla discussione dell’articolato) non può attagliarsi agli artigiani, ai commercianti, alle piccole e medie industrie. Invero l’articolo 14 richiama le norme della legge 25 maggio 1970, nu­

mero 364 (riguardante provvedimenti in fa­

vore dell’agricoltura) le quali, a nostro av­

viso, non possono essere riprese analogica­

mente nel caso degli artigiani, dei commer­

cianti e delle piccole e medie industrie, an­

che perché, laddove approvate da parte dell’

Assemblea regionale siciliana, rimarrebbero in ogni caso, inefficaci; pertanto si dovrebbe prevedere la cassazione di questo articolo.

Per ciò che riguarda, poi, l’articolo 16, è previsto, in alternativa ai prestiti decennali in favore delle imprese artigianali, commer­

ciali e delle piccole e medie industrie dan­

neggiate dagli eventi calamitosi, un contri­

buto non superiore al 50 per cento del danno subito e sino ad un massimo di lire 50 milioni.

Evidentemente può essere anche giusto prevedere, in relazione all’entità dei danni, un tetto piuttosto consistente, è da dire però che i soggetti beneficiari, che possono acce­

dere a questo tetto massimo di 50 milioni, hanno una struttura economica diversa. Per cui, mentre può essere comprensibile che questo tetto fino, ad un massimo di 50 mi­

lioni venga utilizzato dalla piccola e media industria, altrettanto non si può dire per gli altri tipi di aziende, cioè per quelle artigia­

nali e commerciali. Converrà forse riflettere sulla necessità di dare una migliore articola­

zione di questa disposizione, proposta al pri­

mo comma dell’articolo 16, prevedendo delle fasce che arrivino sino a 50 milioni per la piccola e media industria ed un tetto meno elevato per gli altri tipi di aziende.

A ll’articolo 17 è detto che: « A favore dei pescatori che risiedano nelle zone colpite dalle avversità atmosferiche di cui al prece­

dente articolo 14 è concesso un sussidio in ragione di lire 20 mila per ogni giornata di forzata inattività lavorativa sino ad un mas­

simo di lire 500 mila ».

E’ da dire che il richiamo all’articolo 14 non è congruo in quanto esso delimita le zone agricole danneggiate, per cui sarebbe necessario richiamare altri tipi di disposi­

zioni (peraltro nel titolo II non sono indi­

cate le zone danneggiate per ciò che con­

cerne le opere marittime, i natanti dei pe­

scatori e cosi via). Si ha insomma una con­

fusione che evidentemente bisognerà elimi­

nare dal disegno di legge, se si vuole che una normativa abbia efficacia e possa fun­

zionare.

Noi all’articolo 18 avevamo proposto che ai pescatori che in conseguenza degli eventi calamitosi avessero subito danni alle imbar- | cazioni da pesca e alle attrezzature relative ! fosse concesso un contributo fino al 70 per ^ cento del danno accertato tramite la Capita- : neria di porto o la delegazione di spiaggia; | prevedevamo a questo fine uno stanziamento di lire 2.000 milioni. Ora da una parte 1’ s articolo 17, cosi come esso è formulato, pre- ; vede una estensione non si sa quanto limi- j tata dei soggetti che dovrebbero poter per- t cepire il contributo di lire 500 mila, dall’altra è

prevede una riduzione dello stanziamento da ■; noi proposto (lire 2.000 milioni) a 700 mi- | lioni, per un totale di 1.400 pescatori. i

Orbene, se lo stanziamento è appunto ^ i lire 700 milioni, è evidente che occorrerà ; almeno delimitare in modo preciso i sog' ^ getti che possono accedere a questo tipo di provvidenza e i centri costieri interessati.

Invero non si possono elaborare delle norme , estensive, imprecise, e poi prevedere stanzia' « menti che vengono invece ridotti risp^'*^^® ii alle maggiori esigenze e aspettative che de'

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Resoconti Parlamentari

2089 — Assemblea Regionale Siciliana

\illl Legislatura 534“ S E D U T A

21 Aprile 1981

terminano certe formulazioni che si fanno neH’articolato, come appunto nell’articolo 17.

Si tratta invece a nostro avviso, e non sol­

tanto per le provvidenze da erogare ai pe­

scatori, ma anche per le provvidenze da ero­

gare alle altre categorie economiche (piccola e media industria, artigianato, commercio), di arrivare ad una delimitazione delle aree e dei centri urbani dove si sono verificati i danni. Poiché, mentre per il titolo I le prov­

videnze sono assistite da una norma di ca­

rattere generale che intanto prevede la de­

limitazione delle zone danneggiate, per ciò che riguarda il titolo II le provvidenze non sono assistite da uno strumento che dovreb­

be consentire di individuare preliminar­

mente, cioè prima che entrino in funzione, quali sono i comuni nei quali questi sog­

getti beneficiari possano richiedere e otte­

nerle. Noi pensiamo che questo sia indispen­

sabile.

D’altra parte, nel disegno di legge pre­

sentato dal gruppo parlamentare comunista questa esigenza era indicata all’artioolo 19 attraverso una disposizione secondo la quale con decreto del Presidente della Regione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, si dovevano delimitare le zone col­

pite dagli eventi calamitosi relative ai sog­

getti di cui al Titolo IL Ciò significa che per quanto riguarda le provvidenze in favore- dei pescatori debbono essere individuati i centri costieri dove sono state gravemente danneg­

giate le infrastrutture portuali e marittime e dove contemporaneamente hanno subito dan­

ni i natanti per cui si è determinata la for­

zata inattività lavorativa da parte dei pesca- j®i, in modo da delimitare con precisione le zone ed i soggetti ai quali è consentito ac­

cedere alle provvidenze. Tanto più si rende necessaria questa delimitazione non soltanto

^1 fini di una ordinata gestione della legge, ttia anche in relazione ai fondi estremamente nnitati che presenta il titolo II; (si tratta di 4 miliardi, ivi compresi gli stanziamenti per

‘c infrastrutture).

Presidenza del Presidente RUSSO

In definitiva se le provvidenze, pur esi- previste dai titoli II e III del disegno di saranno assistite da norme ben più

Resoconti, f. 282

puntuali e determinate — e soprattutto da disposizioni che consentano di individuare in modo più preciso cornimi e aree colpite e quindi delimitare e limitare l’accesso dei soggetti beneficiari soltanto a coloro che ef­

fettivamente lianno ricevuto danni alle strut­

ture produttive o all’attività lavorativa del­

la propria azienda o delle proprie presta­

zioni credo che sia pur nella limitazione dello stanziamento complessivo sarà possi­

bile dare alcune risposte. Viceversa, se le norme dovessero rimanere cosi come sono attualmente nei titoli II e III, nel giro di qualche mese ci si troverebbe nella impos­

sibilità di governare una simile legge, che richiederebbe per essere applicata non si sa bene quante altre decine di miliardi, senza essere certi per questo di riuscire a raggiun­

gere tutti gli effettivi soggetti beneficiari le cui aziende sono state colpite dagli eventi calamitosi di questi mesi.

PAOLONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLONE. Signor Presidente, onorevoli oolleghi, il disegno di legge in discussione al quale ne faranno seguito altri, più o meno di sostegno ai comparti dell’agricoltura, del commercio, dell’artigianato e della pesca, non può non essere oggetto di una osser­

vazione di fondo da parte dei parlamentari dell opposizione; al di là degli aspetti certa­

mente limitati del provvedimento in que­

stione, specialmente per la parte relativa alla dotazione finanziaria, non si possono non esa­

minare le responsabilità che si debbono ri­

scontrare tutte le volte che fenomeni di mag­

giore portata, meteorica e d’intemperie, de­

terminano nell’ambito del territorio della no­

stra Isola. E le responsabilità non sono dei fatti estranei a questo Parlamento, sono dei fatti che devono trovare un riferimento per il quale ci si potrà poi rendere conto del perché di un disegno di legge presentato in questo modo, in questi tempi, in questi ter­

mini e con queste dotazioni finanziarie.

Evidentemente la situazione della nostra Sicilia è disastrosa per quel che attiene al territorio; ciò si ha per la mancanza di un organico intervento di politica del territorio che porrebbe la nostra isola in una condizione '

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Resoconti Parlamentari 2090- • Assemblea Regionale Siciliana

V i l i Legislatura 534” SEDUTA 21 Aprile iggj !

di maggiore difesa e di maggior tenuta di fronte alle calamità e alle intemperie.

■ Sta di fatto che tutte le volte che si veri­

fica im evento meteorologico particolarmente violento i danni sono sistematicamente nell’

ordine di centinaia e centinaia di miliardi;

si tratta però di un inventario incompleto, considerato che il danno è potenziale. In­

fatti, più il fenomeno si ripete nel tempo e più le conseguenze sono disastrose negli anni a seguire. Invero, la mancanza di una se­

ria ed efficace politica del territorio lascia la nostra Isola in uno stato di costante degrado e la rende sempre più fragile e debole.

Adesso noi stiamo esaminando l ’aspetto del contingente, in maniera parziale, in ma­

niera certamente limitativa, ma per un solo momento proviamo a pensare quali saran­

no i danni che si ripercuoteranno nei pros­

simi anni per effetto della distruzione di strutture e di impianti, per effetto della crisi che questo evento calamitoso (come i precedenti) produce nelle singole aziende o in tutti coloro i quali operano aU’interno dei comparti interessati dal provvedimento.

Allora noi ci renderemo conto che c’è que­

sta responsabilità di fondo, che deve qui. es­

sere richiamata e registrata perché suoni con­

danna nei riguardi della classe politica che cosi male governa l ’Isola e che evidentemen­

te anche in queste ultime ore dimostra uno stato di nervosismo (certamente non incom­

prensibile a chi segue i lavori e conosce le ragioni che lo determinano) dettato da colpe passate e presenti; colpe che si vor­

rebbero lasciar passare come dei meriti, quando si sa che i rappresentanti della mag­

gioranza (coloro i quali sono toccati appunto dal nervosismo) non solo non hanno fatto bene il loro dovere sostenendo una compa­

gine che cosi male governa l’isola, ma non vorrebbero neanche essere giudicati, igno­

rando magari leggi importanti che andreb­

bero esaminate con maggiore attenzione, in più tempo, attraverso un confronto sui sin­

goli articoli, si da migliorarne ogni parte.

Secondo loro bisognerebbe invece discutere e approvare disegni di legge che in questo momento appartengono certamente più alla sfera della demagogia e della clientela che all’interesse autentico del popolo siciliano che tali provvedimenti ha atteso molto.

Onorevoli colleghi, il popolo siciliano, dopo le pioggie, le bufere di vento e le siccità de­

gli anni passati, riteneva che la classe diri­

gente si sarebbe resa conto degli incalcola­

bili damai (presenti, ma anche futuri) subiti e che la capacità di intervento dei dirigenti sarebbe stata trasfusa aU’interno di un di­

segno ragionato relativo alle cose da fare nel nostro territorio e per le genti che vi operano. Ma questo, regolarmente, non è av­

venuto! Non è avvenuto perché l ’andazzo è un’altro: intervenire a pioggia, senza una visione seria e complessiva dei problemi.

Questa nuova calamità non è solo della Sicilia, colleghi del Parlamento, è anche della Nazione, perché il problema siciliano è un problema che pesa: man mano che la Sici­

lia degrada, il meridione degrada, si inde- bolise l’economia nazionale; la conseguenza di una crisi nazionale, poi, si risente mag­

giormente sui territori più deboli. E il no­

stro è un territorio debolissimo, reso ancor più debole dalla vostra presenza, che qui è più minacciosa che altrove, perché da sem­

pre avete usato il metro della demagogia e della clientela, anche quando la gravità de­

gli eventi avrebbe dovuto indurvi a una ri­

flessione, a un momento di ripensamento; in­

fatti, considerato che il dramma veniva a sommarsi a drammi precedenti, la sofferenza della gente non doveva lasciarvi totalmente indifferenti.

Ma anche in questa occasione, signor Pre­

sidente della Regione onorevoli colleghi del­

la maggioranza, non siete stati né provvidi né tempestivi. Le calamità, infatti, sono del gennaio, ed è solo a distanza di tre mesi che si interviene. A giustificazione dei ri­

tardi si è affermato che la Regione non do-, veva intervenire in via diretta ma, al mas­

simo, in via sussidiaria (essendo la materia di competenza del Governo centrale) per cui non era opportuno sottrarre risorse fi' nanziarie della Regione per provvedimenti a carico dello Stato; risorse che sarebbe sta­

to più proficuo utilizzare per altri provve­

dimenti.

Però, — guarda caso! ^— quando è s ta to

sostenuto questo orientamento, è stato detto che i fondi erano esauriti e che b i s o g n a v a

in sede di Commissione muoversi all’mter' no di una disponibilità finanziaria circosent- ta dai conti elaborati in Commissione « r nanze ». A d esempio, anche in occasione dei recenti provvedimenti riguardanti le misur®

anticongiunturali si è detto che non c’eran

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Resoconti Parlamentari — 2091 Assem blea Regionale Siciliana

Vili Legislatura 534" S E D U T A 21 Aprile 1981

più soldi a disposizione. Allora si è rite­

nuto di dovere affrontare il problema attra­

verso gli interventi poliennali. La questione comunque non cambia.

Se bisogna però intervenire su altri com­

parti dove la clientela e la demagogia impe­

rano, allora — stranamente — questi soldi si trovano. In ordine a tale problema in que- st’Aula si è svolto un ampio e tempestivo dibattito. Ricordo che il Presidente D ’Acqui­

sto in occasione dei fenomeni eruttivi dell’

Etna si precipitò in Aula, mentre si svolge­

vano altre discussioni. Chiese allora la pa­

rola e forni una serie di dati e di elementi che richiamavano il pronto intervento, anzi il prontissimo intervento, da parte di auto­

rità e uffici pubblici della Sicilia che, coor­

dinati dalla Presidenza della Regione, dove­

vano portare sollievo, per la parte che era loro possibile, alle popolazioni colpite da que­

gli eventi. Ricordo ancora che precedente- mente, in occasione di perturbazioni meteo­

rologiche particolarmente gravi abbattutesi sulla nostra isola, il Presidente della Regione non si azzardò a fare un inventario dei dan­

ni, perché sarebbe stato avventato; e fece certamente bene. Diede però assicurazione che questo inventario lo si sarebbe fatto in tempi brevi perché attraverso le provvi­

denze previste dalla legge numero 364 del maggio del 1970 fosse possibile ricevere una risposta da parte del Governo ed avere il dato di integrazione che la Regione metteva a disposizione per questo disegno di legge.

Tutto ciò però non è stato sufficiente ai de­

putati del Parlamento e in particolare ai parlamentari dell’opposizione, i quali han­

no presentato degli strumenti ispettivi per incalzare in questo senso il Governo. Suc­

cessivamente, infatti, si è svolto un ulteriore dibattito nel corso del quale il Presidente della Regione ha potuto fornire i primi dati che valutavano i danni neU’ordine di circa 400 miliardi; certamente si trattava di una Qfra non rispondente al danno complessivo che si è registrato in questa occasione.

Onorevole D’Acquisto, lei è il Presidente di questo Governo, rappresenta l’esecutivo.

Oosa si può pensare quando im Governo di

‘Conte a fatti di tale portata è incapace di avere un potere di contrattazione (a parte Tuelle famose paginone che dedicano i gior­

nali dell’Isola per inteirventi presso il Go-

"'^erno centrale in difesa degli interessi dell’

Isola); quando un Presidente della Regione partorisce meno che un topolino, e per dan­

ni di oltre 400 miliardi riesce ad ottenere pochissime decine di miliardi dal Governo centrale! Purtroppo la Sicilia appare essere una delle ultime Regioni d’Italia (certo sul piano topografico la più meridionale) con pro­

blemi antichi irrisolti, anche se essa, in virtù dell’autonomia derivante dallo Statuto, può esercitare una potestà primaria su tantissime materie. Questo Statuto è costato tanto sa­

crificio a coloro i quali ritennero di non dovere soggiacere alla prevaricazione e alla prepotenza del potere centrale nei riguardi dei siciliani; adesso, dopo tanti sforzi, que­

sto Governo manifesta la sua capacità con­

trattuale nei riguardi del Governo di Roma riuscendo ad ottenere una dotazione di al­

cune decine di miliardi.

Signor Presidente della Regione mia tale questione, fuori dalla polemica, suona disdoro e disonore per il suo Governo! In questo caso non si può fare richiamo ai tagli operati alla spesa pubblica; non è possibile cercare scuse. La verità è che questo Governo e questa Regione non contano niente rispetto al Parlamento nazionale!

L’intervento finanziario dello Stato, per ciò che concerne il disegno di legge in esame, è davvero irrisorio. E ciò è vergognoso! Bi­

sogna infatti considerare che vaste zone dell’

Isola, nonché le isole minori, hanno subito notevoli danni; e lo stesso dicasi per i set­

tori dell’agricoltura e della pesca.

Signor Presidente della Regione, il primo elemento che emerge è dato dalla colpevo­

lezza e dalla incapacità dimostrata dal Go­

verno in ordine alla quantificazione dei dan­

ni e ai tempi di intervento. Noi ci troviamo di fronte a xm disegno di legge che per strut­

ture agrarie e fondiarie di interesse azien­

dale e per la ricostituzione delle scorte vive e morte prevede la concessione di agevola­

zioni del 50, del 65 e dell’80 per cento, a seconda della dimensione delle aziende; ciò su una dotazione di 20 miliardi, dì cui 10 miliardi per il 1981. Orbene, in questo cam­

po bisogna intervenire tempestivamente e con provvidenze considerevoli, in modo che le aziende possano superare non solo la dram­

maticità del momento ma anche la fase a

questo successiva. '

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Resoconti Parlcmientari 2092 — Assem blea Regionale Sicili■ana

V i l i Legislatura 534* SEDUTA 21 Aprile iggj

Presidenza del Vice Presidente TRINCAJSTATO

Ci si dovrebbe augurare che sìmili cala­

mità non accadessero più, senonché ne avre­

mo sempre di peggiori perché le perturba­

zioni atmosferiche vengono ad incidere su una struttura e su un tessuto che diven­

tano ancora più fragili ogni giorno che pas­

sa; per cui, a meno di un intervento orga­

nico, è facile che sul nostro territorio agenti meteorologici di ordine normale possano pro­

durre danni con ripercussioni certamente in­

calcolabili.

A ll’articolo 4 del disegno di legge sì pre­

vede un intervento di 500 mila lire in fa­

vore dei coltivatori diretti singoli e associati per un importo massimo di due miliardi. Ma si ha idea di quanti agricoltori sono stati in­

teressati da queste calamità? In occasione dei danni causati dalle bufere di vento ab­

battutesi soprattutto nella fascia orientale dell’isola, dove la incidenza delle colture agrumicole è notevolissima, ci permettemmo di richiamare il pericolo che una simile si­

tuazione aveva prodotto alle aziende e a co­

loro i quali vi operavano; chiedemmo persino che si provvedesse con urgenza ad aprire l ’Aula, ma non c’è stato alcun intervento.

Infatti non si è voluto ricorrere né all’indu­

stria dì trasformazione, né all’Aima, per cui il prodotto (anche quello che non si era de­

teriorato) non ha potuto essere collocato.

Signor Presidente della Regione, questo non è un ragionare a vuoto; il mio è un ragionamento politico che, essendo alla chiu­

sura della legislatura, tende a registrare le colpe e le responsabilità di questo Governo.

La gente che ha subito tutti questi darmi vuole sapere con chiarezza quali provvedi­

menti si intendono adottare per venire in­

contro alle loro drammatiche esigenze. Tut­

to il resto non conta.

Non dobbiamo dimenticare che l ’agricoltura costituisce uno dei settori trainanti della no­

stra economia, per cui non basta fare delle promesse; bisogna mantenerle. Il provvedi­

mento in questione, invero, per via della limitatissima dotazione finanziaria, non può far fronte ai darmi subiti dai comuni, dalle coste, dalle strade provinciali, dal settore della pesca e dal settore dell’agricoltura. Va da sé che il provvedimento nel suo comples­

so si rivela insufficiente.

Vorrei a questo proposito soffermarmi su alcune norme del disegno di legge in esame.

L ’articolo 17 recita: « A favore dei pesca­

tori che risiedono nelle zone colpite dalle avversità atmosferiche di cui al precedente articolo 14 è concesso un sussidio di lire venti mila per ogni giornata di forzata inat­

tività lavorativa sino ad un massimo di lire ^ 500 mila ». Si introduce quindi un elemento che tende a riconoscere che per effetto della calamità sono state paralizzate le attività di alcuni lavoratori (in questo caso del settore della pesca) per cui si è ritenuto di dovere intervenire in loro favore. Mi chiedo però se si ritiene che una simile valutazione pos- : sa essere valida anche per altri comparti, ; Nel corso dei lavori di quest’Aula vedremo, quindi, se quello cui ho accermato è un ra­

gionamento che verrà seguito anche per al- ; tri settori, senza creare perciò stesso discri­

minazioni.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi;

seguiremo articolo per articolo la discus­

sione di questo disegno di legge per vedere;

come è possibile migliorarlo. In tutti i casi, al termine della discussione generale ci ; aspetteremmo una risposta del Governo. Ma- ; gari il Governo ci dirà tutto quello che non;

ha fatto perché non ha potuto, anche se avrebbe voluto, (perché bisognava distribuire;

come meglio si poteva dappertutto le dota­

zioni finanziarie della Regione). Dirà che in effetti sì è battuto; che ha tirato fuori la spada della rappresentatività delle antiche;

sofferenze e rivendicazioni dei siciliani; che;

è andato a Roma per avanzare delle richie­

ste al Governo centrale, ma che purtroppo non è stato possibile ottenere più di quel;

che si è avuto; che la Regione siciliana sta facendo un grande sforzo. Queste risposte le ho sentite sempre...

D ’ACQUISTO, Presidente della Regione':

Io le risponderò in un modo che n e m m e n o

si immagina!

PAOLONE*. Sarei contento se la risposta, avesse carattere di originalità; ciò mi po^'i metterebbe di essere, a mia volta, origma^j invece di finire per essere cosi monotono stancare persino me stesso. , i

Ed allora, signor Presidente della vorremmo che questa originalità ci nisse. Fra qualche ora noi chiuderemo qu

(13)

ìlesoconti Parlavientari 2093 Assemblea Regionale Siciliana

Vili Legislatura 534* SEDUTA

21 Aprile 1981

legislatura, faremo ritorno nelle nostre ri­

spettive province, e là dovremo dare delle risposte alla gente. Invero succede, onore­

vole D ’Acquisto, che un deputato di questa Assemblea sia considerato dal popolo siciliano un bandito, un inadempiente, responsabile per non avere ottemperato ai tanti bisogni della gente. Nella migliore delle ipotesi ci viene detto: « La colpa è vostra; siete voi i colpevoli! Che cosa state facendo mentre noi qui stiamo agonizzando? ». Purtroppo sia­

mo coinvolti tutti; il che a me ha dato sem­

pre enorme fastidio.

Quando tornerò da quella gente, che non mi ha fatto parlare d’altro se non dei pro­

blemi relativi a questa recente tragedia, che cosa dovrò rispondere? Potrò solo rispon­

dere che ho fatto ■— insieme a tutti gli espo­

nenti del Movimento sociale italiano — il mio dovere, che ho incalzato la maggioranza ed il Governo, che ho detto che quei « fi­

chi secchi » non erano sufficienti per fare

« nozze » appena appena decenti.

Presidenza del Vice Presidente PINO

Dirò che spetta al Governo intervenire e fare scelte oculate senza dilapidare il patri­

monio dei siciliani o i fondi che proven­

gono alla Sicilia dagli organi centrali, (fon­

di comunque che si hanno attraverso la tassazione e che quindi sono frutto della fa­

tica della gente). Non si può dunque non af­

fermare che è colpa del Governo se le prov­

videnze finanziarie sono insufficienti per ri­

spondere alle aspettative legittime di coloro che si trovano nelle condizioni previste dalla Mrmativa in questione, nonché tardive. Vor­

rei fare un’altra considerazione: per il ri­

pristino delle strade provinciali danneggiate dal maltempo si prevede uno stanziamento di circa un miliardo. Ma chi è informato sui costi vigenti in questo settore, sa che son una tale somma non si riparano nem-

®eno quattro buche! Da ciò si può evincere 1 incidenza che possono avere quelle poche provvidenze predisposte per gli agricoltori,

® artigiani, i commercianti, i pescatori, le piccole industrie, le coste, le strade, gli abi- 3ti. Alla fine tireremo le somme diremo che orse anche noi siamo responsabili perché orse non riusciamo a dare a tutti voi la

“uniagine esatta di questo Governo in modo

che voi possiate abbandonare queste forze politiche che da sempre vi portano al de­

grado del territorio e delle attività che vi SI svolgono e che, quindi, portano ad imo stato di costante insicurezza di tragedia non appena la minima calamità colpisce la no­

stra Isola. E’ vero che pioggia, vento e mareggiate (per non dire dei terremoti e delle eiuzioni) sono fenomeni naturali, però è altrettanto vero che gli effetti che ne de­

rivano si moltiplicano per mancanza dell’

intervento dell’uomo; in questo caso per man­

canza dell’intervento di coloro che hanno il Governo nelle mani, di coloro che predeter­

minano le scelte, e nella direzione che più ritengono conveniente. E se le scelte produ­

cono quei risultati che sono sotto gli occhi di tutti per quel che riguarda la difesa del territorio, per quel che riguarda le prov­

videnze ordinarie nei vari settori produttivi, per quel che riguarda le provvidenze straor­

dinarie, per quel che riguarda le dotazioni finanziarie ai siciliani, per evitare che con­

tinui questo andazzo — • costante causa di guai — non resta che fare delle opportune valutazioni su tutto l ’operato della classe politica.

Ecco perché, al di là delle procedure (an­

che valide) seguite nei vari disegni di legge, non possiamo manifestare la nostra soddi­

sfazione in ordine alla tempestività e alle dotazioni finanziarie, sia per quel che ri­

guarda gli interventi dello Stato, sia per quel che riguarda gli interventi sussidiari e integrativi della Regione, che peraltro do­

vrebbero essere sernpre limitati nel caso in cui sia lo Stato a dover rispondere.

TRINCANATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TRINCANATO. Signor Presidente, inter­

vengo sulla base delle considerazioni che hanno svolto qui i colleghi Ammavuta e Paolone. In riferimento a questo disegno di legge prendo la parola per dire che in realtà provvedimenti come quello in questione han­

no bisogno di approfondimenti e di ampie discussione nelle sedi delle commissioni; per­

tanto quando su di essi si è già raggiunto un determinato accordo (era appunto questo il caso), in sede di Aula generalmente non si incontrano difficoltà.

Però mi sembra che questa volta la que- '

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