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Già utilizzato operativamente dall Esercito

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Academic year: 2022

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B E R E T T A A R X 1 0 0 C A L . . 2 2 3 R E M I N G T O N mondiale ma, contrariamente a quanto

credono gli sprovveduti, non si tratta di una “bengodi” senza leggi che regolamen- tino acquisto e detenzione di armi e muni- zioni. Non è questo il posto per affrontare un tema del quale si sente quasi sempre parlare a sproposito; si deve però sottoli- neare come le normative statunitensi abbiano anche una funzione pro-

G

ià utilizzato operativamente dall’E- sercito italiano e venduto all’estero, il Beretta Arx 160 è un fucile d’as- salto che ha destato notevole interesse e, per il quale, è da un paio di anni iniziata anche una carriera civile sotto le spoglie dello Arx 100 prodotto da Beretta Usa. Gli Stati Uniti costituiscono il più importante mercato civile per le armi da fuoco a livello

tezionistica e siano particolarmente severe in materia di armi di derivazione militare, con un divieto assoluto all’importazione per qualsiasi arma nata per il tiro automa- tico anche se opportunamente modificata.

La premessa fatta “spiega” perché in Be- retta abbiano deciso di far produrre lo Arx 100 da Beretta Usa e ci “dice” inoltre che questo fucile, pur molto simile allo Arx 160 e con moltissime parti in comune, è stato riprogettato come semiautomatico senza possibilità alcune di conversione full-auto pur disponendo in ipotesi della catena di scatto dello Arx 160. Non ho

idea di quali parti dello Arx 100 ven-

gano dall’Italia e di quali siano

Nato in Italia come fucile d’assalto, l’Arx 160 ha ora un’altra vita “civile” come Arx 100. Prodotto da Beretta Usa, conserva tutte le doti di tecnologica ed innovativa arma military and police, progettata guardando al futuro avendo ben presente la tradizione, l’esperienza e soprattutto i bisogni di chi la deve usare sul campo

di Vittorio Balzi

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A R M I L U N G H E made in Usa, la canna lo è di certo, come è

altrettanto certo che pur essendo destinato al mercato civile, lo Arx 100 non solo man- tiene totale comunanza di parti con lo Arx 160 (ad esclusione di quelle riprogettate ex novo), ma proprio con lo Arx 160 condivi- de i rigorosi standard di affidabilità, durata, sicurezza. Questo significa sicurezza asso- luta contro spari accidentali e collassi strut- turali, durata elevatissima (valori Arx 160:

90.000 colpi per la carcassa, 30.000 per la canna), affidabilità totale in qualsiasi condizione di uso e capacità di superare ampiamente gli enduran- ce test a norma Nato e i requisiti di accettazione dei tender militari. Può sembrare una constata- zione banale, ma quello che “si chiede” a un fucile d’assalto è ben diverso da quello che si richiede da

una carabina “civile”: al nostro ministero dell’Interno credono che un fucile sia

“cattivo” se assomiglia a un’arma militare, ma la verità è ben diversa e ci sono tante black guns che di marziale hanno solo il look, tanto che ad un concorso miltary and police verrebbero respinte senza appello proprio per quanto riguarda affidabilità, sicurezza, durata, interventi di manuten- zione e sostituzione di piccole parti.

Rapida sostituzione della canna L’Arx 160 è disponibile in varie lunghezze di canna e in differenti calibri (5,56x45, 5,45x39, 6,8 Spc e 7,62x39), può quindi essere facilmente e rapidamente convertito da una configurazione all’altra, anche gra- zie al fatto che la sostituzione della canna è un’operazione veloce e che si esegue senza attrezzi. L’Arx 100 mantiene l’impianto del fratello militare e quindi anche la rapida sostituzione della canna; negli Usa questa viene offerta in differenti lunghezze e

sono previsti o già disponibili kit di conversione, il primo dei quali al .300 Blackout, che dovrebbe consentire prestazioni sovrapponibili a quelle del 7,62x39 senza la necessità di sostitu- zione dei caricatori.

In Italia lo Arx 100 è una new entry e non è ancora dato sapere quali saranno le scelte commerciali di Be- retta, scelte che ovviamente saranno condizionate dalle richieste del mer- cato. Per ora l’arma viene proposta con la canna da 16”, che è un buon compromesso tra maneggevolezza e prestazioni della .223 Remington: can- ne più corte fanno perdere veramente molta velocità a una cartuccia che proprio alla velocità deve il suo potere

invalidante; canne più lunghe farebbero guadagnare metri al secondo, ma influi- rebbero sugli ingombri e, sia pure in modo non drammatico, sulle doti dinamiche di un fucile che è stato pensato proprio per essere svelto, leggero e con poca inerzia quando si sposta la canna per seguire un bersaglio o per passare da un bersaglio all’altro. Lo Arx 160 è un fucile d’assalto la cui configurazione privilegia il Cqb, lo Arx 100 ricalca l’impianto del capostipite ed ha quindi nelle doti dinamiche uno dei suoi assi: ciò significa bilanciamento delle masse e leggerezza (peso scarico poco meno di 3,1 kg), ma significa anche stampella ribaltabile regolabile su cinque posizioni, alquanto corta e con calciolo che fa presa sugli abiti, ma è convesso per facilitare la rapidità di salita alla spalla. Ri- durre il tutto a bilanciamento, leggerezza e stampella sarebbe limitativo perché tutto lo studio ergonomico è stato guidato dalla volontà di privilegiare le doti dinamiche e nel contempo massimizzare il comfort dell’utente, rendendo l’uso del fucile quanto più naturale e facile possibile. Se mi si passa il paragone lo Arx è un po’ co- me un fucile per le cacciate di movimento a prede veloci e sfuggenti che appaiono e scompaiono volando con traiettorie non prevedibili. Visto che stiamo “parlando”

di armi a canna rigata, forse il paragone più calzante potrebbe essere con uno slug o una carabina da battuta per la caccia nel folto, che privilegia appunto la necessità di impegnare bersagli sfuggenti e in rapido movimento, ma che al bisogno può tran- quillamente essere utilizzato anche per i tiri lunghi. Un’arma del genere deve avere come necessario corollario la massima controllabilità e la possibilità di spa- L’Arx 100 con ottica Burris M-

tac 1-4x24 e un assortimento di parte delle cartucce con le quali il fucile è stato provato, sparando oltre 500 colpi sen- za il minimo inconveniente dx con stampella ribaltata L’Arx 100 conserva anche la calciatu- ra dell’Arx 160: una stampella ribaltabile e telescopica (rego- labile su cinque diverse posi- zioni) che, quando ripiegata sul fianco destro, consente la libera manovra della manetta di ar- mamento se la stampella è re- golata nella posizione più corta

L’Arx 100 conserva anche la calciatura dell’Arx 160: una stampella ribal- tabile e telescopica (regolabile su cinque diverse posizioni) che, quando ripiegata sul fianco destro, consente la libera manovra della manetta di armamento se la stampella è regolata nella posizione più corta

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B E R E T T A A R X 1 0 0 C A L . . 2 2 3 R E M I N G T O N tale da far assumere alla mano e al braccio

posizioni naturali ed istintive; quando il fucile esce dalla scatola la manetta d’arma- mento è sulla destra della carcassa e per manovrarla abbiamo due scelte: togliere la mano forte dall’impugnatura oppure ruotare verso sinistra il fucile di 90° e azio- nare la manetta con la mano debole. Per molti fucili sarebbe una scelta obbligata, non con lo Arx perché su questo fucile possiamo ruotare di 180° la manetta e portarla a sinistra. Fa parte del package per i mancini, ma la manetta “invertibile”

sarà apprezzata anche da molti destrima- ni, mentre i mancini avranno l’opzione di poter invertire non solo la manetta, ma anche l’espulsione: basterà agire con la punta di una cartuccia sul selettore di e- spulsione che troviamo in prossimità della testata posteriore della carcassa. Si tratta di due fori, uno per parte, attraverso i quali

si agisce su una pia- stra scorrevole con un’asola al centro;

spostando la piastra verso destra, il co- dolo dell’estrattore di destra può arre- trare liberamente quando arretra il gruppo di ottu- razione; il codolo dell’estrattore di sinistra si arresterà invece contro alla piastra e l’estrattore avanzerà rispetto alla sua posizione di quiete comportan- dosi da espulsore.

rare molto rapidamente restando in mira e qui gli Arx segnano un altro grosso punto a favore, visto che possono vantare impennamento molto contenuto, grande stabilità e massima facilità nel doppiare il colpo o nell’esplodere serie lunghe alla massima velocità.

Adatto per l’utente

Non è l’utente che deve adattarsi al fucile, ma è il fucile che deve essere adatto per l’utente; solo in questo modo cresce il rendimento e diminuisce la “fatica” di chi quell’arma usa. Lo Arx è un fucile proget- tato pensando all’uomo e all’uso sul cam- po: ho già accennato al privilegio riguardo alle doti dinamiche, ma questo privilegio sarebbe privo di senso se l’arma non fosse adattabile e facile da usare per tutti. L’Arx ha impugnatura a pistola stile M16A2;

personalmente la trovo confortevole e

leggermente più corto. Gli Arx non sono fucili personalizzati, si tratta invece di armi utiliz- zate da persone della più varia complessione fisica e in situa- zioni altrettanto variabili. Per questo motivo sono dotati di una stampella ribaltabile e te- lescopica che può essere regolata su cinque diverse lunghezze tramite un comando fa- cile da azionare, ma col quale non si corre il rischio di trovarsi improvvidamente con un calcio che si accorcia senza la nostra volontà. Pare un’altra considerazione mol- to banale, ma chi ha sperimentato certe stampelle telescopiche che, sul più bello “si accorciano”, sa di cosa “parlo”. Spesso sono i dettagli a fare la differenza, nel caso della stampella Arx i dettagli sono costituiti anche dal calciolo convesso, ma grippante sugli abiti, e dalla manetta di armamento

“libera” anche con la stampella ribaltata. Il calciolo facilita la rapidità di imbracciata, ma il fucile resta “fermo” sulla spalla quan- do spariamo; la manetta “libera” consente di usare l’arma senza problemi anche con la stampella ribaltata. Qui corre l’obbligo di far notare che la stampella ribaltata riduce l’ingombro longitudinale, che è cosa ottima per trasporto e “stivaggio”, ma sparare con un fucile come se fosse una grossa pistola non è il massimo per quanto riguarda controllabilità e “direzione” dei colpi. Quando possibile un fucile dovrebbe essere usato dalla spalla ma, se la situazione tattica non ce lo consente e impone il tiro

“dall’anca”, è meglio ricordarsi della pre- senza del calcio e tenerlo bloccato contro il fianco col braccio. In questo modo si può operare “comodamente” anche in ambien- ti ristretti e rispetto all’utilizzo con stam- pella ribaltata avremo migliori gestibilità e controllabilità nonché una maggiore possibilità di ritenzione nel caso il “birbac- cione” cerchi di portarci via lo schioppo.

Lo Arx 100 è classificato sportivo e avrà di sicuro un posto tra le armi per gare action con armi lunghe, ma oltre a questo e al stare attenzione al manuale di istruzione (in in-

glese, ma ci sono le foto). La canna può essere separata dall’arma rapidamente e senza field stripping; la si può così pulire senza l’obbligo di dover smontare tutto il fucile, un vantaggio anche perché lo Arx 100 necessita di poca manutenzione

Il pistone che funge anche da camera di espansione è uno dei punti forti del fucile:

non fa entrare “porcheria” nella meccani- ca, ha un’azione graduale e non violenta, richiede solo la pulizia esterna del “tubo”

(spazzolatura), che nella foto è “sporco”

perché il fucile ha tirati più di 500 colpi

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A R M I L U N G H E tiro di divertimento potrebbe essere anche

un’ottima arma per difesa abitativa. Po- trebbe essere ottimo anche per dotazioni di guardi giurate, ma la classifica sportiva e le norme per l’armamento delle Gpg pre- cludono questo genere di utilizzo.

Totalmente ambidestro

L’impugnatura dello Arx richiama quella dello M16A2, lo stesso si può dire per la collocazione della sicura e quella del pulsante di sgancio caricatore, con la non trascurabile differenza del fatto che sullo Arx sia la sicura che il pulsante di sgancio sono duplicati, ovvero li troviamo sia sulla destra che sulla sinistra. Gli altri

“comandi” sono completamente diversi e direi anche alquanto originali come concezione, ma prima di soffermarci su questi non trascurabili “particolari” è bene spendere due parole sulla sicura. Ha posizione ben definite, non si disimpe- gna accidentalmente, ma la disattivazione volontaria è rapida e comoda per quasi tutte le mani, dalla taglia medio-piccola a quella grande. Non altrettanto si può dire

per l’inserimento della sicura, alquanto duro anche a causa della ridotta lunghez- za della leva, tanto che per facilitare e velocizzare l’operazione dobbiamo mo- dificare la presa sull’impugnatura oppu- re usare il comando dal lato della mano debole. I due pulsanti laterali di sgancio caricatore non costituiscono l’unico modo col quale si può separare l’astuccio dall’arma. Alla radice antero-inferiore della guardia paragrilletto troviamo un pulsante di forma rettangolare, solcato per migliorare la presa e protetto da alette, che funge da terzo sgancio caricatore: basta premere col pollice sulla porzione anteriore del pulsante e il caricatore esce dalla sua sede. In un certo senso ricorda la leva di ritegno caricatore stile Ak o, per rimanere in casa nostra, stile Pm 12, e sicu- ramente piacerà a molti, ma il caricatore Arx esce liberamente dalla sua sede per gravità e utiliz-

zando i comandi laterali sarà possibile una sostituzione più rapida che non col pulsante “centrale”, che peraltro svolge anche la funzione di inserimento del bolt stop nel caso lo si voglia fare senza cari- catore vuoto nel bocchettone. Oltre che dal pulsante “centrale”, il bolt stop viene ovviamente attivato pure dalla suola elevatrice del caricatore quando non ci sono più colpi nell’astuccio. Inserito un caricatore pieno oppure per chiudere l’otturatore con fucile scarico e senza caricatore, per mandare l’otturatore in chiusura abbiamo due opzioni: arretra- re la manetta e poi lasciare libero l’ot- turatore, agire sui pulsanti scorrevoli (naturalmente uno per parte, l’Arx è totalmente ambidestro) alla radice anteriore della guardia paragrilletto:

basta farli scorrere verso il basso e il gioco è fatto; qui tornerebbero como- de dita un po’ più lunghe ma, oltre ad agire direttamente sull’otturatore tramite la manetta abbiamo sempre l’opzione di usare il pulsante dalla parte della mano debole.

Una delle doti caratteristiche dello Arx 100 è costituita dalla facilità con la quale si possono doppiare i colpi;

merito della grande controllabilità e gestibilità dell’arma che, pur essen- do leggera e maneggevole, gode di un impennamento minimo e si “a- datta” bene per la grande maggio- ranza degli utenti grazie a un attento studio ergonomico e funzionale

Al pari dell’Arx 160, anche l’Arx 100 ha u- na doppia finestra di espulsione perché il fucile può essere regolato (rapidamente e senza attrezzi) per espulsione a destra o a sinistra, manetta a destra o a sinistra;

tutti gli altri comandi sono duplicati. No- tare nella foto l’ampiezza della finestra di espulsione e la presenza di deflet- tori (uno per lato) per i bossoli espulsi

Il gruppo di scatto dell’Arx non richiede altra manu- tenzione che una saltuaria pulizia. Il peso di scatto è quello tipico di un’arma militare, ma lo scatto è ben prevedibile, ha una corsa di ritorno del gril- letto veloce e sicura, non squilibra il fucile quando il cane va a colpire la testa del percussore

A R M I L U N G H E nto

ghez- e mo- ppu- ano ncio o

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un ato

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Il gruppo di scatto dell’Arx non richiede altra manu- tenzione che una saltuaria pulizia. Il peso di scatto è quello tipico di un’arma militare, ma lo scatto è ben prevedibile, ha una corsa di ritorno del gril- letto veloce e sicura, non squilibra il fucile quando il rr cane va a colpire la testa del percussore

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gli americani definirebbero back-up sight, visto che ormai anche i fucili militari e quelli civili da essi derivati sono per lo più corredati di ottiche o di collimatori. Al riguardo, l’Arx è dotato di una lunga rail dorsale (più altre tre, due delle quali distali per l’installazione di accessori) sulla quale sono installate le mire di prima dotazione.

Queste non sono per niente male quanto a precisione e velocità della collimazione, inoltre possono essere rimosse e reinstal- late senza apprezzabili variazioni della loro regolazione; hanno però un limite costituito dal fatto che la mira posteriore chiude completamente la visuale del tira- tore e, se questo è un bene perché così si è costretti a concentrare l’attenzione sul foro della diottra, riduce però il campo ridotta (soprattutto in alto) per non

squilibrare l’arma quando colpisce il percussore. Per le lunghe sedute di tiro di precisione risulta impegnativo e richiede concentrazione ma, no- nostante non sia leggero, ha il pregio della prevedibilità. Complice l’ottima stabilità dell’arma e il ridotto impenna- mento, consente brucianti coppiole senza grande dispersione del tiro e, se spariamo più colpi in rapida successione, è difficile impuntarsi anche se i colpi sono parecchi.

Questo sia nel tiro cadenzato restando in mira, sia cercando la massima velocità di tiro, senza preoccuparsi della mira, ma puntando solo alla velocità.

Ottica specifica per l’uso tattico Il fucile viene consegnato con delle mire polimeriche abbattibili e caricate elasti- camente costituite da mirino a palo e da diottra a cinque posizioni predeterminate (100, 200, 300, 400 e 600 metri), col miri- no che può essere regolato in altezza grazie all’attrezzino multifunzionale fornito a corredo del fucile. Si tratta di quelle che

visivo dell’utente, che davanti all’occhio ha il “muro” della mira. D’altro canto si tratta di back-up sight perché sia sull’arma militare che su quella sportiva la primary sight sarà un’ottica o un collimatore. Sullo Arx 100 è stata infatti montata un’ottica compatta Burris Mtac 1-4x24 specifica per l’uso tattico (Cqb) e utilizzata per le gare 3-Gun nonché come ottica da media. La percussione è centrata,

a dimostrazione di uno head space contenuto le capsule hanno i bordi arrotondati e i fondelli non sono mai

“acciaccati”. I bossoli dell’Atx 100 saranno apprezzati da chi ricarica

Le mire polimeriche dello Arx 100 sono di ti- po flip-up (abbattibili) e devono essere con- siderate come mire di back-up perché il fu- cile è dotato di una lunga picatinny rail sulla quale installare ottiche o collimatori tattici Il fucile viene consegnato con una borsa di trasporto in cordura all’interno della qua-

le troviamo anche secondo caricatore da 29 colpi, cinghia di trasporto, istruzioni e ga- ranzia con attrezzo multifunzionale che serve anche per la regolazione del mirino

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A R M I L U N G H E L a c h i u s u ra

L’Arx è un fucile con chiusura stabile ad otturatore rotante e svincolo a sottrazione di gas.

Detta così potrebbe essere la

“foto” di tanti fucili gas ope- rated con otturatore rotante, ma sarebbe un grosso sbaglio perché l’eccellente “cuore” di 100 e 160 brilla per originalità concettuale. Una descrizione puntuale sarebbe inutilmen- te complessa e fastidiosa, meglio rimandare alle foto e soffermarci invece sui risultati conseguiti con l’innovativa e per molti versi geniale conge- gnazione made in Beretta. Il pistone a corsa breve è cavo internamente, scorre su un tu- bo connesso con la presa gas

e funge anche da camera di espansione; entra in contatto con l’appendice antero supe- riore del portaotturatore dopo pochi millimetri di corsa: as- sicura un funzionamento gra- duale e non violento (più spinta che urto), impedisce che gas e fecce entrino nell’arma, non richiede altra manutenzione che non sia la “spazzolatura”

delle superfici esterne del tubo, consente di realizzare canne di differente lunghezza (minimo 9”) senza problemi di affidabilità. Il portaotturatore di forma complessa è concepi- to in modo che parte della sua massa si trovi sopra e davanti alla testa dell’otturatore, con

ciò assicurando più ridotte escursioni del centro di gravità allo sparo e la generazione di una coppia di forze che contrasta l’impennamento. La molla di recupero in acciaio inossidabile è captive, il porta- molla termina posteriormente con un tampone polimerico che ammortizza il fine corsa del portaotturatore; troviamo inoltre un carter polimerico (le cui pareti laterali scorrono sul portaotturatore) che “si- gilla” l’interno della carcassa precludendo l’ingresso di minuti corpi estranei e allo sparo contribuisce a tenere allineato il portamolla col portaotturatore. Nella parte inferiore del portaotturatore troviamo una culla che ospita il lungo otturatore e nel cui cielo è macchinata una pista a camme che, interagendo con la camma sul dorso dell’ot- turatore, provoca la rotazione dello stesso. L’otturatore ha una testa dotata di sette alette e due estrattori, ciascuno dei

quali dotato di un lungo co- dolo sul quale è investita una molla a spirale. Tutti e due gli estrattori possono agire sia da estrattore sia da espulsore;

dipende dalla posizione del selettore di espulsione allog- giato nella testata posteriore della scatola di otturazione su piastra polimerica artico- lata sulla scatola di scatto, per la quale funge da ritegno posteriore all’interno della scatola di otturazione. Nella parte anteriore della culla del portaotturatore ha sede la manetta di armamento, fulcrata nel portaotturatore e capace di ruotare di 180° così da poter essere utilizzata sulla destra o sulla sinistra della carcassa. Secondo il manuale di istruzione, oltre alla norma- le pulizia (anche del percus- sore, facilmente smontabile) si devono lubrificare con una goccia di olio solo i codoli degli estrattori/espulsori e la pista a camme nel cielo della culla sul portaotturatore.

Sopra: la chiusura è assicurata dalla testa dell’otturatore che con le sue 7 alette impegna direttamente le sedi nella canna. La testa ottu- ratrice è cava e alloggia il fondello del bossolo che, allo sparo è com- pletamente chiuso entro robuste pareti. L’otturatore rotante dello ARX realizza con la culatta della canna un’elevata superficie di contrasto e come tutti gli otturatori rotanti ha la resistenza in asse con la for- za che tende a fare arretrare l’otturatore. Lo sblocco della chiusura è ritardato dal moto di rotazione e questo oltre ad assicurare un fun- zionamento più “morbido” garantisce che le pressioni siano sem- pre scese a livello di sicurezza prima dello svincolo delle chiusure

Sopra: col gruppo di otturazione in chiusura il pistone è a pochi mil- limetri dall’aggetto anteriore del portaotturatore che funge da asta di trasmissione. L’insieme è molto robusto e non si corre il rischio di flessioni che possono creare criticità di funzionamento, inoltre, pur con un lavoro più che adeguato compiuto dal pistone sul portaotturatore, si ha un funzionamento più “morbido” nel quale la spinta prevale sull’urto

Sopra: il gruppo di otturazione è dotato di un lungo portamolla con molla in acciaio inossidabile, tampone elastico di fine corsa e carte polimerico che preclude l’accesso di corpi estranei

Sotto: il lungo otturatore è alloggiato in una culla del portaotturatore nel cui cielo è ricavata la pista a camme che fa ruotare l’otturatore. De- gna di nota, sul fondo dell’otturatore, la tiratura a specchio (riduzione attrito) della superficie che scorre sopra alle cartucce nel caricatore

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B E R E T T A A R X 1 0 0 C A L . . 2 2 3 R E M I N G T O N battuta e per la caccia ad animali

pericolosi. Destinata quindi ad impiego in ambiente ostile e che ne mette alla prova la robustezza, quest’ottica military and police con tubo integrale da 30 mm è dotata di reticolo illuminato Ballistic Cqtm che con- sente ingaggi rapidissimi alle brevi distan- ze, ma nello stesso tempo non penalizza la precisione a quelle maggiori. Ciò grazie alla configurazione del reticolo, ma anche l’illuminazione è graduabile (10 scatti) e il reticolo consente la correzione di traiet- toria fino a 600 yards per cartucce 5,56 e 7,62. Utilizzabile in tutte le condizioni di illuminazione, lo Mtac ha un campo visivo a 100 yards pari a 100 piedi al minimo ingrandimento e a 32 piedi coll’ingrandi- mento 4x; è compatto e leggero nonché

resistente agli urti e impermeabile; le lenti sono trattate antiriflesso e l’ottica è riem- pita con azoto. Ottimo per uso tattico, di gara e per caccia in battuta, lo Mtac ha solo 4 ingrandimenti e questo non lo rende di certo ottimale per le rosate strette dal banco, d’altro canto montare una vera ottica da tiro sullo Arx 100 sarebbe stato possibile, ma avrebbe snaturato l’arma e tutto sommato sarebbe stata fuori posto tanto quanto lo sarebbero gomme da alta velocità su un vero fuori strada.

Mettiamolo alla prova

Con uno scatto non certo da match e soli 4 ingrandimenti, lo Arx 100 ha fatto regi- strare rosate da 5 colpi sui cento metri che stanno di frequente intorno ai 2,5 Moa,

con le migliori che stringono fino a 1,4 Moa e le peggiori che allargano fino a 3,5 Moa. Si tratta di una prestazione in linea con quelle della maggioranza dei black rifle ma, almeno sull’esemplare provato, a erogare le rosate più strette sono state car- tucce con proiettile da 55 grani ( Federal Premium V-Shok media 1,4 Moa – Nor- ma Jsp media 1,5 Moa) mentre le medie peggiori sono state registrate con cartucce come le Federal American Eagle da 62 gra- ni e ricariche con proiettile Sierra Bthp da 69 grani. Il fucile provato ha sparato oltre 500 colpi tra ricariche e cartucce di fab- brica, dimostrando sempre, almeno per i caricamenti utilizzati, una predilezione per il peso di 55 grani, con le rosate più larghe attribuibili ai caricamenti con proiettili da Sotto: la meccanica e la configurazione dello Arx po-

trebbero apparire tradizionali, ma della tradizione hanno soltanto il buono, per il resto sono fortemente

innovative e pensate in funzione dei benefici per l’utente. La

forma segue la funzione e l’Arx è un fucile di impianto apparentemente tradiziona-

le, ma con forme decisamente originali perché derivano dal “contenuto” (meccanico e tecnologico) e da un attento studio ergonomico ed “operativo” con al centro chi quel fucile deve usare sul campo

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A R M I L U N G H E Ringraziamo per la collaborazione

l’armeria Bm di Viareggio – www.bmarmi.it 50, 62, 69 e 77 grani. A parte i proiettili da

50 grani, un bel puzzle se si considera che la canna americana ha passo di 9” e quindi dovrebbe privilegiare i caricamenti con i proiettili più pesanti. Questa apparente predilezione (mica sono state vagliate tutte le possibili combinazioni) in Italia non costituisce di certo un problema perché i caricamenti più diffusi sono ancora quelli con proiettile da 55 grani, la quasi totalità per quanto riguarda quelli più economi- ci… e con un fucile come lo Arx 100 pote- te stare sicuri che sparerete molto. Al pari dello Arx 160, anche lo Arx 100 ha sulla presa gas una valvola a due posizioni: S (standard) per le .223 ad alta velocità ed N (normal) per le .223 a velocità medio-bas- sa; il fucile viene consegnato con la valvola

regolata su S e con questa regolazione sono state sparate tutte le cartucce della prova, anche ricariche che spingevano un 55 grani Fmjbt a soli 2.500 piedi, mentre per le cartucce di fabbrica con lo stesso peso di proiettile le velocità si attestavano, a se- conda del tipo di cartuccia su 2.830-2.900 piedi al secondo di velocità media. Velocis- sime le Sako Fmj da 50 grani che hanno e- rogata una velocità media di 3.120 piedi al secondo, più lenti i proiettili pesanti delle Federal Match (2.550 piedi al secondo per i 69 grani e 2.450 fps per i 77 grani). Il fuci- le ha sparato diversi altri tipi di cartucce di fabbrica o ricaricate, con 55 grani a 2.950 fps e 69 grani da un minimo di 2.400 a un massimo di 2.800 fps; nonostante questo e a dispetto di tutti i diversi tipi di proiettile,

lo Arx 100 non ha mai fatto una piega digerendo tutto con monotona regolarità con la valvola regolata sempre su S. E sì che di impegno per cercare di far inceppare quella macchina mangiacartucce ne è stato messo molto: assetti strani, tiro con fucile lasciato libero di rinculare, munizioni me- scolate casualmente nei caricatori, arma arroventata con 126 colpi (4x29) sparati più rapidamente possibile; mancava solo di tuffare il fucile nel fango e nella sabbia, di surriscaldarlo e di congelarlo per 24 ore, ma questo lo hanno già fatto i militari… e con ottimi risultati.

B e re t t a A r x 1 0 0 c a l . . 2 2 3 R e m i n g t o n

Produttore: Beretta Usa, distribuita da Fabbrica d’Armi P. Beretta spa, tel. 030 83411, www.beretta.com Tipo: carabina semiautomatica a sottrazione di gas con chiusura geometrica ad otturatore rotante

Calibro: .223 Remington Caricatore: bifilare da 29 colpi Canna: 16”, passo 1:9, internamente cromata Mire: back up sight polimeriche rimovibili; rail integrale per montaggio ottiche

Scatto: 2.750 g

Peso: 3,080 kg ad arma scarica

Dimensioni: lunghezza totale 902 mm con stampella alla massima estensione, 675 mm con stampella ripiegata Confezione: borsa cordura, secondo caricatore,

manuale d’uso, attrezzo per la regolazione delle mire, cinghia di trasporto Note: comandi duplicati sui due fianchi, manetta di armamento invertibile, espulsione invertibile Classifica sportiva: sì

¤

PREZZO 2.790 euro

Sopra: il Burris Mtac 1-4x24 è un cannocchiale studiato per i rigori del Cqb, ha un reticolo illuminato con 10 differenti intensità di illuminazione che concilia al massimo grado possibile rapidità di acquisizione contro bersagli a breve distanza e precisione del tiro alle distanze maggiori, per le quali è possibile regolare l’ottica in modo da compen- sare il calo di traiettoria dei proiettili 5,56 e di quelli 7,62 A destra: dettaglio con i co-

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