Registro di Settore n° _53_del 17/03/2022 __
IL DIRIGENTE DEL SETTORE
VISTO l’art. 19 del D. Lgs. 18.08.2000 n° 267 “Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali”;
VISTA la legge regionale del 06.08.1999 n° 14 e s.m. ed i., avente per oggetto “Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo”;
VISTO il decreto legislativo 03.04.2006, n° 152 avente per oggetto “Norme in materia ambientale”
ed in particolare la parte III
aavente per oggetto ”Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche”;
VISTO l’art.101 del D.Lgs. 152/06 che detta i criteri generali della disciplina degli scarichi stabilendo, al comma 1, che comunque gli scarichi devono rispettare i valori limite di emissione previsti nell’allegato 5 al decreto stesso, e al comma 2, che le regioni nell’esercizio della loro autonomia, definiscono i valori limite di emissione diversi da quelli dell’allegato 5, in funzione dei carichi massimi ammissibili per ogni corpo idrico e delle migliori tecnologie;
VISTO l’art. 124 del D.Lgs. 152/06 che stabilisce i criteri generali per il rilascio dell’autorizzazione allo scarico delle acque reflue;
VISTO il Piano di Tutela delle Acque Regionali approvato con D.C.R.L. 27 settembre 2007 n. 42 che all’art.24 delle Norme di Attuazione che disciplina gli scarichi e le autorizzazioni previste per le acque reflue prima pioggia, aggiornato con DCR Lazio n°18/2018;
VISTA la DGR Lazio del 13 maggio 2011 n°219 con la quale è stato approvato il documento tecnico “Caratteristiche tecniche degli impianti di fitodepurazione, degli impianti a servizio di installazioni, di insediamenti ed edifici isolati minori di 50 abitanti equivalenti e degli impianti di trattamento dei reflui di agglomerati minori di 2000 abitanti equivalenti”;
Prot. n.
del
OGGETTO: D.Lgs. 152/06, Parte Terza – Ditta: CONDOMINIO
CENTRO DIREZIONALE PROCOGEST, Via della Quaglia, n° 17,
Cisterna di Latina - Autorizzazione allo scarico delle “acque reflue
domestiche”.
VISTO l’art. 11 della Legge Regionale n.7 del 22/10/2018 avente ad oggetto disposizioni in materia di depurazione delle acque reflue;
VISTO l’atto dirigenziale prot. n° 15573 del 11/03/2014, con cui questa Provincia ha autorizzato per la durata di quattro anni, la Ditta PRO.CO.GEST. Srl, con sede legale in Cisterna di Latina, Via Rosselli, n. 2, a scaricare previa depurazione, le acque reflue domestiche originate dai servizi igienici dell’insediamento sito in Cisterna di Latina, Via della Quaglia, n. 17, adibito a “Centro Direzionale - Uffici”, nel corpo idrico superficiale confluente nel “Fosso Perazzo”, nei limiti previsti dalla Tabella 3 dell’allegato 5 alla parte III
adel D. Lgs. 152/06;
VISTA la domanda presentata con prot. n° 47810 del 24/10/2017, in cui la Sig. Riva Cristina, in qualità di amministratore del CONDOMINIO CENTRO DIREZIONALE PROCOGEST, con sede legale in Cisterna di Latina, Via della Quaglia, n. 17, ha chiesto il rilascio dell’autorizzazione allo scarico, previo trattamento, delle acque reflue domestiche originate dai servizi igienici della struttura, nella “scolina interpoderale confluente nel Fosso Perazzo”, ad esclusione degli scarichi prodotti dai locali di ristorazione ed asilo, annessi all’immobile in oggetto e ricompresi nel precedente provvedimento autorizzativo prot.n.15573 del 11/03/2014;
VISTA l’istruttoria prot. n. 10457 del 17/03/2022, con la quale il personale tecnico di questo Settore, ha relazionato in senso favorevole con prescrizioni, al rilascio dell’autorizzazione di che trattasi, in base a quanto dichiarato nella documentazione presentata da cui risulta il rispetto della normativa in materia di tutela delle acque dall'inquinamento di cui alla parte III del D.Lgs.152/06;
RILEVATO che l’impianto di cui trattasi ha una potenzialità pari a 95 Ab. eq.;
VISTA la deliberazione di Giunta Regionale 16 giugno 2016, n. 335 concernente “Ricognizione delle funzioni amministrative e delle attribuzioni in materia ambientale, di competenza rispettivamente della Regione Lazio e degli Enti di Area Vasta, a seguito del riordino intervenuto in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 e dell'art.7, comma 8 della Legge Regionale 31 dicembre 2015, n.17 - Legge di stabilità regionale 2016";
VISTA la legge 241/90 ed il regolamento provinciale sul procedimenti amministrativo approvato dal Consiglio Provinciale con deliberazione n. 22 del 20 aprile 2009;
VISTO il Decreto del Presidente n.50 del 03/09/2020 che assegna all’Ing. Antonio Nardone, l’incarico dirigenziale del Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina;
DICHIARATO che non sussistono situazioni di conflitto d’interessi relativamente al procedimento amministrativo in oggetto, ai sensi di quanto previsto dall’art.6-bis della Legge 7 agosto 1990, n.241;
VISTO l’art. 107 del D.Lgs. n° 267 del 18.08.2000;
AUTORIZZA
1a) ai sensi dell’art. 124 del D.Lgs. 152/06 per la durata di anni quattro, il CONDOMINIO CENTRO DIREZIONALE PROCOGEST, con sede legale in Cisterna di Latina, Via della Quaglia, n° 17, a scaricare, previa depurazione, le “acque reflue domestiche” originate dai servizi igienici dell’insediamento adibito a “Centro Direzionale - Uffici”, sito in Cisterna di Latina, Via della Quaglia, n° 17, nella “Scolina interpoderale confluente nel Fosso Perazzo” per un numero di abitanti equivalenti pari a 95, nei limiti previsti:
- Tabella 4 dell’allegato 5 alla terza parte del D.Lgs. 152/06, con l’esclusione dell’applicazione del divieto di cui al punto 2.1, allegato 5, parte terza del D.Lgs. 152/2006” per cui “trovano applicazione i limiti di cui alla tabella 3, allegato 5, parte terza del D.Lgs. 152/2006”;
- il limite del parametro “Escherichia Coli” non deve superare le 5000 UFC/100 ml;
1b) sono fatti salvi i pareri, i nulla osta, le concessioni, le autorizzazioni comprese quella ai fini idraulici di cui ai R.R. D.D. 368 – 523/1904 e quanto altro previsto dalle normative vigenti;
2) PRESCRIVE al titolare dell’autorizzazione di:
a) il presente provvedimento acquisirà efficacia, e pertanto abiliterà a scaricare le acque sopra indicate, a seguito dell’avvenuta trasmissione a questa Provincia della seguente documentazione:
dichiarazione di conformità dell’impianto al rispetto dei limiti riportati nel presente
dispositivo”, redatta e sottoscritta digitalmente da tecnico abilitato ai sensi dell'art.47 del DPR 445/00;
dichiarazione redatta da tecnico abilitato, di esecuzione conforme delle opere alla
documentazione tecnica presentata per l'ottenimento del presente titolo abilitativo, ai sensi dell'art.47 del DPR 445/00;
b) mantenere presso l’insediamento una copia cartacea di tutta la documentazione tecnica presentata;
c) eseguire le analisi chimico fisiche delle acque reflue domestiche, su almeno 6 campioni per il primo anno di validità dell’autorizzazione ed almeno 2 campioni per gli anni successivi, verificando il rispetto dei limiti indicati nel dispositivo. I referti analitici di tali campioni, dovranno essere trasmessi a questa Provincia in allegato alla richiesta di rinnovo della presente autorizzazione;
d) installare sul pozzetto di campionamento fiscale delle acque reflue un cartello identificativo;
e) predisporre un programma di autocontrollo delle acque di scarico e dell’impianto di trattamento delle acque reflue;
f) effettuare gli interventi di manutenzione e controllo secondo quanto previsto nei suddetti programmi;
g) i predetti programmi di controllo dovranno essere tenuti a disposizione presso l’insediamento a disposizione degli organi di controllo;
h) mantenere il pozzetto di prelievo dei campioni in buono stato di manutenzione e renderlo accessibile per il campionamento da parte dell’autorità competente per il controllo;
i) provvedere allo smaltimento dei fanghi residui dal processo di depurazione nel rispetto della normativa vigente;
3) AVVERTE la ditta che il presente provvedimento non costituisce atto che autorizza la
realizzazione delle opere descritte nella documentazione tecnica presentata;
4) AVVISA la ditta che qualora la zona verrà servita da pubblica fognatura, dovrà convogliare le acque reflue nella stessa, secondo le norme e le prescrizioni regolamentari stabilite dall’ente che gestisce il pubblico servizio di fognatura;
5) si RISERVA di modificare l’autorizzazione, ove ritenuto necessario, per effetto dell’evoluzione della situazione ambientale e/o per effetto dell’emanazione dei regolamenti regionali di cui al decreto legislativo 152/06;
6) FA SALVI specifici e motivati interventi integrativi o restrittivi da parte dell’autorità sanitaria;
7) RAPPRESENTA alla ditta che dovrà:
a) presentare domanda di rinnovo della presente autorizzazione un anno prima della scadenza della stessa. Lo scarico può essere provvisoriamente mantenuto in funzione nel rispetto delle prescrizioni contenute nella presente autorizzazione, fino all'adozione di un nuovo provvedimento se la domanda di rinnovo è stata tempestivamente presentata;
b) presentare domanda di autorizzazione allo scarico delle acque reflue ai sensi del comma 12 art.
124 del D.Lgs. 152/06 qualora intervengano:
- modifiche della destinazione d’uso dell’insediamento;
- ampliamenti dell’insediamento;
- ristrutturazione;
e comunque per qualsiasi altra modificazione che dia origine ad uno scarico con caratteristiche qualitative e quantitative diverse da quelle autorizzate;
c) comunicare alla Provincia eventuali variazioni della titolarità dello scarico, anche in relazione ad eventuali variazioni dei soggetti utilizzatori dei locali;
d) comunicare alla Provincia di Latina, al Comune di Cisterna di Latina, al Servizio Igiene Pubblica ASL Latina competente per territorio, all’ARPA Lazio sede di Latina, al Corpo Forestale dello Stato, la cessazione dell’attività;
8) DA ATTO che per tutto quanto non previsto nella presente autorizzazione si intende richiamata la normativa vigente in materia di tutela delle acque dall’inquinamento;
Allegati lettera A) SCA_Relazione conformita SCA_Schema blocchi
AVVERSO al presente provvedimento amministrativo è possibile proporre ricorso giurisdizionale innanzi al competente Tribunale Amministrativo Regionale, entro sessanta giorni o ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro centoventi giorni a decorrere dalla comunicazione del provvedimento stesso.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Geom. Giorgio Tufano
IL RESPONSABILE DI PO
Dott. Enrico Sorabella
IL DIRIGENTE DEL SETTORE
F.to Ing. Antonio Nardone
Alla
PROVINCIA DI LATINA
COMUNE DI CISTERNA DI LATINA
Oggetto:
CONDOMINIO CENTRO DIREZIONALE
PROCOGEST
A.U.A. AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE - SEZIONE A - PER SCARICO DELLE ACQUE REFLUE
RELAZIONE CONFORMITA' STRUMENTI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE
Data:
13 Settembre 2017
Committente:
CONDOMINIO CENTRO DIREZIONALE PROCOGEST Via della Quaglia 17
04012 - Cisterna di Latina (LT)
Tecnico:
Ing. Simone Destro Via Caffi 1
04100 Latina
Mobile: 3473161749
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Sommario
PREMESSA: ... 3
1) PTAR ... 4
2) PRINCIPALI ARTICOLI DI RIFERIMENTO DELLE NORME DI ATTUAZIONE PTAR
(AGGIORNAMENTO PIANO) ... 4
3) ELEMENTI DI CONFORMITÀ ... 11
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Premessa:
Il CONDOMINIO CENTRO DIREZIONALE PROCOGEST sito in Via della Quaglia 17- 04012 - Cisterna di Latina (LT), ospita all'interno della struttura principalmente uffici svolgendo appunto la funzione di centro direzionale nell'area industriale di Cisterna di Latina. Oltre agli uffici sono presenti nella struttura un asilo ed un bar tavola calda.
La struttura è dotata di due linee di scarico e trattamento separate: le acque nere dell'intera struttura e le acque grigie provenienti dai soli locali di ristorazione ed asilo. Il Condominio C.D. PROCOGEST già titolare di un'autorizzazione allo scarico che includeva entrambi gli scarichi, intende con questa nuova istanza separarne la titolarità e responsabilità, demandando ai titolari delle attività di bar tavola calda ed asilo l'onere di provvedere ad autorizzare e gestire il sistema di trattamento e scarico delle proprie attività.
Pertanto come sarà dettagliatamente specificato in seguito e negli elaborati allegati, oggetto dell'istanza saranno esclusivamente gli scarichi della acque nere originati dai servizi igienici della struttura. Quindi acque reflue di tipo domestico per un carico complessivo di circa 95 abitanti equivalenti.
Le aree esterne impermeabilizzate sono adibite esclusivamente a parcheggio e transito di autovetture.
Le acque trattate vengono scaricate nella scolina situata al confine per poi raggiungere il Fosso Perazzo Inferiore.
Questa relazione tecnica e l'elaborato grafico progettuale sono allegati alla Scheda A dell'A.U.A.
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1) PTAR
Premessa
L’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque e lo strumento di pianificazione con cui in base alla direttiva quadro 2000/60 CE e al D.lgs. 152/06, si procede ad una riqualificazione degli obbiettivi e del quadro delle misure di intervento allo scopo di orientare e aggiornare i programmi dediti alla tutela delle acque superficiali e sotterranee. Il Piano e il suo aggiornamento sono sviluppati in coerenza con i programmi di aggiornamento dei Piani di gestione sviluppati dalle diverse autorità di distretto.
1.1 La Direttiva quadro sulle acque
La direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque – DQA) costituisce il riferimento fondamentale per l’aggiornamento del PTAR. La direttiva istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque introducendo un nuovo approccio nella legislazione europea, sia dal punto di vista ambientale, che da quello amministrativo-gestionale della risorsa.
Gli obiettivi generali perseguiti sono i seguenti:
• Ampliare la protezione delle acque superficiali e sotterranee;
• Raggiungere lo stato di “buono” per tutte le acque entro il 2015;
• Gestire le risorse idriche sulla base di bacini idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative;
• Procedere attraverso un’azione che unisca limiti delle emissioni e standard di qualità;
• Riconoscere a tutti i servizi idrici il giusto prezzo che tenga conto del loro costo economico reale;
• Rendere partecipi i cittadini delle scelte adottate in materia.
2) Principali articoli di riferimento delle norme di attuazione PTAR (aggiornamento piano)
Art. 1 (Finalità del Piano)
1. Il Piano di Tutela delle Acque e redatto conformemente ai principi stabiliti dalla Parte Terza del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in Materia Ambientale” e ss.mm.ii..
2. Il presente Piano costituisce l’aggiornamento al Piano di Tutela delle Acque Regionali (PTAR) approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 27 settembre 2007, n.42.
3. L’aggiornamento del PTAR, secondo la Direttiva europea e le norme nazionali di recepimento, riguarda il periodo 2015-2021 e contiene le linee programmatiche relative al periodo 2021- 2027.
4. Il Piano e aggiornato ogni 6 anni.
5. Il presente Piano aggiornato, di seguito denominato Piano, sostituisce integralmente il PTAR approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 27 settembre 2007, n.42.
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Art. 15 (Misure per il raggiungimento degli standard di qualità per le sostanze pericolose)
1. Entro il 20 novembre 2021 deve essere raggiunto:
a. L’obiettivo di eliminare negli scarichi le sostanze pericolose prioritarie indicate come (PP) alla tabella 1/A della lettera A.2.6 dell'allegato 1 parte III del D.lgs. n. 152/2006, nei rilasci da fonte diffusa e nelle perdite;
b. L’obiettivo di ridurre gradualmente negli stessi le sostanze prioritarie individuate come (P) nella medesima tabella e le altre sostanze indicate come (E).
2. I titolari di attivita produttive nelle quali si svolgono lavorazioni che comportano la produzione, la trasformazione o l’utilizzazione delle sostanze di cui alle tabelle 1/A e 1/B dell’Allegato 1 parte III del D.lgs. n. 152/2006, devono eseguire, nei tempi e nei modi stabiliti nell’atto di autorizzazione allo scarico, l’autocontrollo dei propri scarichi in acque superficiali. Le modalita di esecuzione degli autocontrolli dovranno essere analoghe a quelle indicate nell’Allegato 5 parte III del D.lgs. n. 152/2006 per gli scarichi indicati nella tabella 3/A del suddetto allegato.
3. I risultati analitici degli autocontrolli di cui al comma 3 sono trasmessi informatizzati all’Autorita competente al rilascio dell’autorizzazione che provvedera ad inviarli alla Regione e ad Arpa Lazio, nei tempi indicati al comma 6 dell’art. 32. Qualora le analisi confermino la presenza delle sostanze di cui alle tabelle 1/A e 1/B dell’Allegato 1 parte III del D.lgs. n.
152/2006, la Giunta Regionale individua, con apposito atto, le eventuali misure supplementari volte a conseguire il raggiungimento degli obiettivi ambientali.
Art. 17 (Misure per la tutela delle aree sensibili)
1. Sono aree sensibili i laghi ed i rispettivi bacini drenanti individuati con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 317 del 11 aprile 2003 nonche l’area del Golfo di Gaeta e relativi bacini drenanti individuati con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 116 del 19 febbraio 2010.
2. In tali aree, per il contenimento dell’apporto dei nutrienti derivanti dalle acque reflue urbane, gli impianti di depurazione, in base alla potenzialita, devono essere adeguati con un trattamento piu spinto al fine di rispettare i limiti previsti nell’art. 26 del presente piano; tale trattamento non e richiesto se viene dimostrato che l’abbattimento del carico complessivo in ingresso a tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e pari almeno al 75% del carico complessivo dei nutrienti.
Art. 26 (Misure per la depurazione degli effluenti urbani)
1. Nelle aree sensibili e relativi bacini drenanti, di cui all’art. 17, e nei bacini con corpi idrici in stato di qualita inferiore a “sufficiente” di cui all’ allegato 1, gli impianti di depurazione devono garantire l’efficienza depurativa di cui ai successivi commi 2 e 3.
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ALLEGATO 1
Bacini idrografici di riferimento di cui all’art. 26 Tav. 8.2 Aggiornamento PTAR
Bacino Idrografico Aniene (basso corso) Arrone Sud
Astura / Astura Moscarello Badino
Incastri
Liri / Liri Gari (bacino del fiume Liri) Loricina
Marta (alto bacino) Mignone Arrone Sud Moscarello
Rio Martino Sacco
Tevere Basso Corso
Tevere-Foce / Arrone Collettore Tevere-Incastri
Treja
Art. 27
(Misure per la depurazione degli effluenti industriali)
1. Entro il 2021, gli scarichi industriali ricadenti nei territori di cui al comma 1 dell’art.25, con portata superiore a 500 metri3/giorno, fatti salvi i limiti di cui alla tabella 3 dell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006, devono avere un’efficienza depurativa rispetto al BOD5 di almeno l’85%. Se il carico in ingresso all’impianto di trattamento e inferiore a 15 mg/l di BOD5, l’autorita competente, nell’autorizzare lo scarico, puo derogare al rispetto di detta riduzione, stabilendo un limite di emissione, per il succitato parametro, idoneo al rispetto degli obiettivi di qualita del corpo idrico. Per il parametro COD viene fissato il limite di emissione di 125 mg/l.
2. Entro il 2021 gli scarichi industriali ricadenti nei territori di cui al comma 1 dell’art.25, con portata superiore a 500 metri3/giorno, in relazione al contenuto di azoto totale e fosforo totale, devono rispettare i limiti previsti per gli scarichi industriali di cui alla nota 2 della tabella 3 del D.lgs. 152/2006.
Art. 28
(Misure per gli scarichi di piccoli insediamenti, case sparse, edifici isolati e di agglomerati urbani inferiori a 2.000 A.E.)
4. Per gli scarichi di piccoli insediamenti, case sparse, insediamenti isolati e agglomerati urbani inferiori a 2.000 A.E. recapitanti in acque superficiali, sul suolo o negli strati superficiali del suolo, sono definite le seguenti misure:
a. gli scarichi, nuovi o esistenti, di acque reflue domestiche originate da case sparse, da insediamenti residenziali e da insediamenti isolati inferiori a 50 a.e., se non allacciabili a reti fognarie, devono recapitare sul suolo o negli strati superficiali del suolo; tali scarichi
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devono essere depurati attraverso sistemi in grado di garantire le condizioni igienico sanitarie ed una riduzione del carico inquinante adeguata, definita in sede di autorizzazione allo scarico. I sistemi devono essere semplici e richiedere manutenzione minima come la vasca Imhoff con successiva subirrigazione oppure sistemi di evapotraspirazione fitoassistita;
b. gli scarichi, nuovi o esistenti, di reflui domestici originati da insediamenti isolati maggiori di 50 A.E. e inferiori a 300 A.E., se non allacciabili a reti fognarie, possono recapitare in acque superficiali. In tal caso devono essere trattati con idonei sistemi di depurazione che conseguano un abbattimento non inferiore al 70% del carico inquinante in entrata, in riferimento all’ammoniaca e ai parametri indicati nella tabella 1 dell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006. Nell’Allegato 2 alle Norme di Attuazione del presente Piano sono riportati i limiti di emissione previsti per la suddetta tipologia di scarichi. I limiti di emissione possono essere raggiunti attraverso sistemi di trattamento naturale dei reflui (fitodepurazione), preceduti da sistemi di trattamento primario (Imhoff o simili);
c. gli scarichi, nuovi o esistenti, originati da agglomerati urbani inferiori a 2.000 A.E., recapitanti in acque superficiali, devono essere trattati con sistemi di depurazione tali da consentire emissioni conformi alla tabella 1 dell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006, e un abbattimento non inferiore al 40% del carico in entrata dei parametri in tabella 2 dell’allegato 5 del suddetto decreto. Come indicato nel precedente punto b la percentuale di abbattimento e riconducibile ad una concentrazione definita di inquinanti allo scarico.
Nell’Allegato 2 alle Norme di Attuazione del presente Piano sono riportati i limiti di emissione previsti per la suddetta tipologia di scarichi. I limiti di emissione dei suddetti scarichi possono essere raggiunti attraverso sistemi di depurazione di tipo biologico associati a trattamenti di nitrificazione e denitrificazione, o attraverso il trattamento naturale dei reflui (fitodepurazione), preceduto da sistemi di trattamento primario (Imhoff o simili);
d. le vasche settiche a tenuta dovranno essere eliminate e sostituite con sistemi depurativi conformi alle disposizioni sopra indicate. Qualora sia dimostrata l’impossibilita tecnica di poter realizzare gli impianti previsti al comma 1, lettera a. del presente articolo, le vasche settiche potranno essere conservate; in tal caso l’autorita competente prescrive la periodicita dello svuotamento delle fosse settiche, dei controlli e delle prove di tenuta; la documentazione dell’avvenuto svuotamento dovra essere conservata per almeno 5 anni.
L’autorita competente sottoscrive convenzioni con il Gestore del Servizio Idrico Integrato per il conferimento di detti reflui; nelle suddette convenzioni devono essere indicati i depuratori deputati al conferimento dei reflui;
e. gli scarichi esistenti di acque reflue domestiche originate da case sparse, da insediamenti residenziali e da insediamenti isolati inferiori a 50 A.E. che scaricano in acque superficiali devono essere eliminati entro l’anno 2021. Il Comune, in accordo con il Gestore del S.I.I., nel caso in cui detti scarichi siano originati da agglomerati residenziali che hanno perso le caratteristiche di case sparse, mette in atto azioni affinche, per detti agglomerati, siano realizzati sistemi fognari e di collettamento, dei reflui prodotti presso un unico impianto;
in alternativa il Comune promuove la realizzazione di un consorzio tra i residenti per il collettamento dei reflui ad un impianto di depurazione che risponda ai requisiti descritti nei commi precedenti del presente articolo.
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2. Gli scarichi, nuovi o esistenti, di acque reflue domestiche originate da case sparse, da insediamenti residenziali e da edifici isolati inferiori a 2000 A.E., recapitanti in acque marino- costiere, devono essere sottoposti ad un trattamento che consegua l’abbattimento del carico inquinante in entrata non inferiore al 35% dei parametri indicati nella tabella 1 dell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006, fatta eccezione per il parametro “solidi sospesi” per il quale l’abbattimento non dovra essere inferiore al 50% del valore in entrata. Nell’Allegato 2 alle Norme di Attuazione del presente Piano sono riportati i limiti di emissione previsti per questa tipologia di scarichi.
3. Nelle autorizzazioni allo scarico, di cui ai commi 1 e 2, dovra essere previsto un limite per il parametro “Escherichia coli” il cui valore si dovra fissare tenendo conto di quanto indicato nell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006.
Art. 29 (Criteri per l’assimilazione delle acque reflue industriali alle acque reflue domestiche)
1. Il D.lgs. 152/2006 ai sensi dell’articolo 101, comma 7, lettera e) e la D.G.R. 219/2011, riportano i criteri per l’assimilazione delle acque reflue industriali alle acque reflue domestiche.
2. I valori limite da rispettare per l’assimilazione alle acque reflue domestiche sono da riferirsi alle acque reflue prima di qualsiasi trattamento depurativo e sono indicati in tabella 1.
Parametri Valori limite ph 6.5 – 8.5
solidi sospesi ≤ 100 mg/l BOD5 ≤ 250 mg/l
COD ≤ 500 mg/l
ammoniaca (NH4) ≤ 20 mg/l azoto totale (N) ≤ 50 mg/l tensioattivi ≤ 10 mg/l fosforo (P) ≤ 15 mg/l
grassi animali e vegetali ≤ 30 mg/l BOD/COD > 0.5
Tab.1 valori limite per assimilazione acque reflue industriali a domestiche
3. Gli altri inquinanti non devono superare i limiti della tabella 3 dell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006.
Art. 30
(Acque di prima pioggia e di lavaggio di aree esterne)
1. Ai sensi del comma 3 dell’articolo 113 del D.lgs. 152/2006 e della D.G.R. 219/2011, le acque di lavaggio e di prima pioggia dei piazzali e aree esterne industriali dove avvengano lavorazioni, lavaggi di materiali o semilavorati, di attrezzature o automezzi o vi siano depositi di materiali, materie prime, prodotti, ecc., devono essere convogliate e opportunamente trattate, prima dello scarico nel corpo ricettore, con sistemi di depurazione chimici, fisici, biologici o combinati, a seconda della tipologia delle sostanze presenti.
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2. Detti scarichi devono essere autorizzati dall’autorita competente e le emissioni devono rispettare i limiti previsti dalle tabelle 3 e 4 dell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006.
3. Le lavorazioni o il deposito di materiali o semilavorati, di attrezzature o automezzi o depositi di materiali, materie prime, prodotti, ecc. devono avvenire in piazzali impermeabili e dotati di sistemi di raccolta delle acque.
4. Le lavorazioni o depositi di materiali inerti o di materiali gia presenti in condizioni naturali quali ad esempio: vetro non contaminato, minerali e materiali da cava, terre, argille, ghiaie, sabbie, limi, materiali da costruzione, mattonelle, ceramiche, manufatti di cemento, calce e gesso, legname di vario genere, possono essere stoccati su aree non impermeabilizzate e sono esclusi da quanto previsto nei commi precedenti.
5. L’esenzione all’autorizzazione allo scarico e all’opportuno trattamento dei reflui, per la suddetta tipologia di materiali, decade nel caso in cui l’impresa abbia realizzato comunque una pavimentazione impermeabile del piazzale e quindi convogliato i reflui.
6. In detti scarichi devono essere assenti le sostanze pericolose elencate nelle tabelle 1/A e 1/B del D.lgs. 152/2006.
7. Sono considerate acque di prima pioggia quelle corrispondenti per ogni evento meteorico ad una precipitazione di 5 mm uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante servita dalla rete di drenaggio. I coefficienti di afflusso alla rete si assumono pari ad 1 per le superfici coperte, lastricate od impermeabilizzate e a 0,3 per quelle semi-permeabili di qualsiasi tipo, escludendo dal computo le superfici a verde.
8. Gli apporti meteorici successivi alle portate di prima pioggia potranno essere scaricati direttamente nel corpo idrico ricettore.
ALLEGATO 2
Limiti e modalità di campionamento per gli impianti di depurazione di acque reflue domestiche/urbane provenienti da insediamenti e da agglomerati inferiori a 2.000 a.e.
Fermo restando quanto indicato al punto 7.5 del documento tecnico allegato alla D.G.R.
219/2011, sulla base di considerazioni tecniche ed economiche ivi indicate, e confermato per questa tipologia di impianti la non applicabilita di due campionatori (in entrata ed in uscita) al depuratore, ai fini della valutazione del rispetto della percentuale di abbattimento prevista nelle norme. La percentuale di abbattimento indicata nel Piano fornisce il livello di efficienza depurativa che ci si deve attendere da questi impianti per il rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici; tale percentuale di norma e riconducibile ad una concentrazione definita di inquinanti allo scarico. Quanto sopra vale anche per il controllo dei limiti della tabella 1, dell’allegato 5 parte III del D.lgs. 152/2006, per gli scarichi di agglomerati urbani inferiori a 2.000 A.E. per i quali si dovrebbero prevedere uno o due campionatori, a seconda che l’autorizzazione prescriva il rispetto della concentrazione allo scarico oppure la riduzione percentuale del carico in ingresso. Per analogia ed in conformita a quanto indicato al comma 2 dell’art. 105 e al punto 3, dell’allegato 5, parte III del D.lgs 152/2006, anche questi scarichi devono rispettare valori limite, per il BOD5, COD e solidi sospesi, riportati nelle sottostanti tabelle:
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art. 28, comma 1 lettera b.
Parametri PTAR Limiti BOD5 ≤ 40
COD ≤160
Solidi sospesi ≤ 70
Azoto ammoniacale (come NH4) ≤ 18 art.28, comma 1 lettera c.
Parametri PTAR Limiti BOD5 ≤ 40
COD ≤160
Solidi sospesi ≤ 70 P totale ≤ 10 N totale* ≤ 36 art.28, comma 2 lettera a.
Parametri PTAR Limiti BOD5 ≤ 40
COD ≤160
Solidi sospesi ≤ 70
* Il valore limite “azoto totale”, deve essere calcolato come somma di azoto ammoniacale, nitroso e nitrico, ed il valore limite da rispettare e di 36 mg/l; e necessario, comunque, verificare che l’azoto ammoniacale (come NH4) non superi il valore di 18 mg/l e l’azoto nitroso non sia superiore al valore limite indicato nella tabella 3, dell’allegato 5, parte III del D.lgs. 152/2006, maggiorato del 20%. Per i parametri previsti nelle tre tabelle sopra riportate, il controllo dello scarico e effettuato attraverso il campionamento istantaneo. Resta fermo che, nel caso in cui la rete fognaria convogli anche scarichi di acque reflue industriali, devono essere rispettati i valori limite della tabella 3 dell’allegato V parte III del D.lgs. 152/2006.
Per il parametro Escherichia coli si rimanda a quanto prescritto nella tabella 3, allegato 5, parte III del D.lgs.152/06.
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3) Elementi di conformità
Gli scarichi delle acque reflue domestiche originate dai servizi igienici della struttura vengono convogliate in un impianto di trattamento primario, con idoneo sistema di grigliatura grossolana e chiarificazione in vasca Imhoff, passano poi mediante equalizzazione del carico, in un impianto di depurazione biologica a fanghi attivi del tipo a percolatore aerato, con capacità di abbattimento degli inquinanti ben superiore al 90%, successivamente tali acque depurate vengono scaricate.
Tutto ciò risulta conforme agli obiettivi generali del piano PTAR, rispettando le indicazioni generali presenti all'art.28.
Latina: 13.09.2017
IL RICHIEDENTE IL TECNICO
Provincia di Latina
CONDOMINIO CENTRO DIREZIONALE PROCOGEST
Via della Quaglia n.17 Cisterna di Latina (LT)
Committente
Insediamento sito in:
Via della Quaglia n.17 - 04012 Cisterna di Latina (LT)
Tav.
Unica
Scala:
1:10000
Data:
Settembre 2017
Ing. Simone Destro
Latina
Via Caf i 1 - 04100 Mobile: 3473161749 [email protected]
A.U.A. allegato Scheda A per acque re lue domestiche:
Schema a blocchi del processo acque re lue domestiche
Alla