Capitolo III
GESTIONE DEI RIFIUTI
3.1 LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI LIVORNESI.
La produzione dei rifiuti è costantemente in crescita e rappresenta sempre di più un costo in termini ambientali ed economici. L’obiettivo è da un lato il necessario disallineamento tra crescita economica e aumento degli scarti dovuti ai consumi e alle produzione e dall’altro l’ottimizzazione dei sistemi di gestione ai fini della massimizzazione del recupero di materiali dai residui prodotti. Tutto questo nel rispetto dell’ambiente e della salute umana.
Tale procedimento è necessario a seguito degli aumenti dei costi di gestione del ciclo ed in particolare della fase di smaltimento dei rifiuti. L’applicazione del decreto legislativo 36/038 di recepimento della direttiva europea 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, renderà un ricordo del passato la possibilità di smaltire in discarica un chilo di rifiuti a pochi centesimi di euro. Anche il decreto legislativo 133/059 di recepimento della direttiva europea 2000/76/CE sugli
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il presente decreto stabilisce requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti tesi a prevenire o a ridurre il più possibile la ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica.
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Il presente decreto si applica agli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti e stabilisce le misure e le procedure finalizzate a prevenire e ridurre per quanto possibile gli effetti negativi dell'incenerimento e del coincenerimento dei rifiuti sull'ambiente, in particolare l'inquinamento atmosferico, del suolo, delle acque superficiali e sotterranee, nonché i rischi per la salute umana che ne derivino.
inceneritori è destinato ad incidere, anche se in misura decisamente inferiore, sui costi di gestione per via di più stringenti requisiti di tutela ambientale riguardanti le emissioni degli impianti. Le nuove norme sulle discariche e sugli inceneritori risultano pertanto incentivanti per le politiche di gestione dei prodotti e dei servizi che minimizzano la produzione e la pericolosità dei rifiuti e massimizzano la gestione dei rifiuti e il loro recupero come materia. All’aumentare dei costi di smaltimento dei rifiuti, produttori e gestori dei rifiuti avranno sempre maggiore interesse economico a sviluppare politiche di prevenzione e minimizzazione.
3.2 LA SITUAZIONE GENERALE IN TOSCANA.
Il documento di pianificazione territoriale regionale definisce le linee guida da recepire nell’ambito della pianificazione provinciale che vengono sintetizzate in:
Potenziamento della raccolta differenziata e del riciclo, con il riciclo degli imballaggi;
Incremento delle raccolte del verde, della frazione organica prodotta dalle grandi utenze e esercizi di ristorazione;
Impianti di trattamento operanti sul rifiuto che non rientra nel ciclo di raccolta differenziata;
Valorizzazione energetica della frazione combustibile o trattamento termico, con recupero di energia dei rifiuti residui dalle operazioni di raccolta differenziata;
Trattamento della frazione umida a seguito delle operazioni di selezione; Recupero della frazione organica stabilizzata o del compost non
utilizzabili con finalità agronomiche in interventi di ripristino ambientale; Messa in discarica del materiale stabilizzato, frazioni inerti e dei residui
derivanti dalle operazioni di trattamento.
Dal 2000 al 2006 la regione Toscana ha registrato un incremento del 16% della raccolta differenziata, superando così la soglia del 33%, però nonostante questo la nostra regione si trova in difficoltà perché gli impianti non sono in grado di tenere il passo dell’aumento della raccolta differenziata perché c’è stata una
sottovalutazione del fenomeno. Tra il 2000 e il 2006 si è ridotta la percentuale di rifiuto conferito in discarica10, ma la percentuale di rifiuti che vi è arrivata complessivamente è ancora troppo elevato, attestandosi al 60%.
Un altro aspetto importante riguarda il recupero energetico, il quale risulta ancora essere troppo basso, solo il 10% dei rifiuti viene avviato alla termovalorizzazione, anche se è un settore che in tempi di aumento delle tariffe è riuscito a contenere l’incremento dei costi.
Dobbiamo sottolineare la mancanza d’impianti, la debolezza di un sistema infrastrutturale che deve essere completato per poter garantire un maggior recupero energetico e permettere di abbassare i costi della filiera, poi destinati a ricadere sui cittadini in termini di tasse e tariffe. Dal 2009 non è più possibile conferire in discarica il rifiuto, cioè indifferenziato se prima non viene lavorato. La Toscana in questa situazione si potrebbe trovare costretta a dover esportare fuori dai confini regionali i propri rifiuti con un conseguente aumento delle tariffe per i cittadini. Inoltre la legge ha provveduto a realizzare un unico gestore per ogni macro-ATO (aree di ripartizioni della Toscana) e ciò comporta una riduzione dei gestori da 25 a 3. Tale accorpamento è una decisione strategica che può garantire una maggiore efficacia ed efficienza, riducendo i disservizi e i costi a carico dei cittadini. La regione sta continuando sulla strada intrapresa che prevede il nuovo termovalorizzatore e l’ampliamento di altri inceneritori esistenti.
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L’art.5 del d.lgs 36/2003 dispone che entro un anno dalla entrata in vigore del decreto stesso, ciascuna Regione elabori ed approvi un apposito programma per la riduzione dei rifiuti urbani da collocare in discarica ad integrazione del piano regionale di gestione dei rifiuti, allo scopo di raggiungere determinati obbiettivi a livello di ambito territoriale ottimale (ATO).
3.3 LA PRODUZIONE DEI RIFIUTI IN PROVINCIA DI LIVORNO.
La provincia di Livorno, come definito nell’art. 24 della L.R. 25/9811 e successive modifiche ed integrazioni, configura un Ambito Territoriale Ottimale ATO4, comprendente i seguenti comuni:
Livorno; Bibbona; Cecina; Collesalvetti; Rosignano Marittimo Campiglia Marittima; Castagneto Carducci; Piombino; San Vincenzo; Sassetta; Suvereto; Campo Elba; Capoliveri; Capraia Isola; Marciana; Marciana Marina; Portoazzurro; 11
La regione con la presente legge, in attuazione del DLgs 5 febbraio 1997, n.22, detta norme in materia di gestione dei rifiuti e per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati e sostiene, anche con risorse finanziarie, tutte le iniziative volte alla realizzazione di un sistema di gestione dei rifiuti che promuova la raccolta differenziata, la selezione, il recupero e la produzione di energia nonché interventi per la bonifica ed il conseguente ripristino ambientale dei siti inquinati.
Portoferraio; Rio nell'Elba; Rio Marina.
Alle dotazioni impiantistiche di trattamento e gestione dei rifiuti urbani (esistenti nell’ATO4), continuano a conferire anche 6 comuni, geograficamente appartenenti alla provincia di Pisa (ATO 3) che per ragioni di prossimità tra aree di produzione e gli impianti di recapito finale, conferiscono i propri RU presso gli impianti di smaltimento di Rosignano Marittimo (discarica di Scapigliato) e Piombino (Ischia di Crociano).
I comuni che conferiscono i propri rifiuti urbani indifferenziati alla sub area di Rosignano Marittimo sono:
Castellina Marittima; Lorenzana;
Orciano Pisano; Riparbella; S.Luce.
Mentre il comune di Monteverdi Marittimo conferisce i propri RU indifferenziati alla sub-area di Piombino.
La produzione annua complessiva di rifiuti urbani ed assimilati ammonta a circa 3.000 tonnellate.
Come previsto dalla L.R. 25/98 è stato siglato un’apposita convenzione tra la provincia di Livorno e quella di Pisa al fine di rispettare i flussi dei rifiuti che sono destinati agli impianti di smaltimento appartenenti all’organizzazione dell’ATO4.
La convenzione siglata in data 29 novembre 1999 e tutt’oggi ancora produttiva prevede:
Le provincie di Pisa e Livorno concordano nell’accettare, per quanto di loro competenza, le richieste dei comuni di Castellina Marittima, Lorenzana, Orciano Pisano, Riparbella e Santa Luce aventi ad oggetto l’invio di flussi di rifiuti urbani ed assimilati
prodotti nei territori di riferimento verso gli impianti di smaltimento finale siti in Località Lo scapigliato – Comune di Rosignano Marittimo e del comune di Monteverdi Marittimo relativamente al conferimento dei propri RU verso gli impianti Loc. Ischia di Crociano- Comune di Piombino.
Per quanto di competenza le provincie di Pisa e Livorno ritengono che i flussi di cui si tratta, pari per l’anno 1999 a circa 3.000 t./anno non creano squilibri nelle capacità impiantistiche di recapito finale afferenti l’organizzazione della gestione ATO4 e che la prosecuzione di tali conferimenti attua sostanzialmente principi di razionalità, economicità, efficacia ed efficienza ai quali deve ispirarsi l’organizzazione della gestione dei rifiuti;
La comunità di ambito dell’ATO3 e dell’ATO4 provvederanno, per competenza dopo il loro insediamento, alla stipula delle Convenzioni tra i suddetti Comuni interessati, in coerenza con le indicazioni dei Piani provinciali.
Il documento di aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti urbani, prende atto della prosecuzione dei flussi dei rifiuti urbani prodotti nei territori dei comuni di Castellina Marittima, Lorenzana, Orciano Pisano, Riparbella e Santa Luce a conferimento finale presso gli impianti in località Lo Scapigliato nel comune di Rosignano Marittimo, nonché del flusso dei rifiuti urbani prodotti dal comune di Monteverdi Marittimo verso gli impianti di Ischia di Crociano.
3.4 BACINI DI UTENZA DEI SERVIZI DI GESTIONE DEI RIFIUTI PROVINCIALI.
L’aggregazione territoriale di base per l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani è individuata nell’ambito provinciale in 4 aree:
1. Livorno; 2. Rosignano; 3. Val di Cornia;
4. Isola d’Elba.
Tali aree rappresentano porzioni di territorio aggregati, ricomprendenti più Comuni, in cui un unico soggetto gestore predispone e realizza soluzioni comuni e unitarie dei conferimenti separati dalla raccolta dei flussi residui indifferenziati, nonché realizza e gestisce le attrezzature di supporto alla raccolta differenziata. In tali aree i comuni adottano strumenti amministrativi omogenei e coerenti. Tali regolamenti dovranno definire le modalità organizzative dei servizi e gli obblighi di conferimento differenziato per i servizi attivi sul territorio.
Il risultato della riorganizzazione “tecnico-amministrativa” dovrà essere la gestione unitaria dei servizi di raccolta rifiuti, compresa la raccolta differenziata, nonché la gestione delle fasi di recupero/riciclaggio e smaltimento dei rifiuti residui. Infatti il crescente peso nel sistema organizzativo della raccolta dei rifiuti indifferenziati e tendenti a ridurre il peso delle raccolte differenziate aggiuntive, presuppone una forte integrazione tra i servizi.
ATO 4 ABITANTI SUPERFICIE KMQ DENSITà Ab/Kmq LI Capraia Isola 351 19,3 18,19 LI Livorno 160.594 104,84 1.531,80
TOTALE AREA LIVORNO 160.945 124,14 1.296,48
LI Bibbona 3.116 65,55 47,54 LI Cecina 26.695 45 593,22 LI Collesalvetti 16.038 108 148,50 LI Rosignano Marittimo 30.818 120,8 255,12 TOTALE AREA ROSIGNANO 76.667 339,35 225,92 LI Campiglia Marittima 12.535 83,28 150,52 LI Castagneto Carducci 8.309 142,29 58,39 LI Piombino 34.246 130,13 263,17
LI San Vincenzo 6.811 33,14 205,52
LI Sassetta 534 27,59 19,35
LI Suvereto 2.903 92,17 31,50
TOTALE AREA PIOMBINO 65.338 508,6 128,47
LI Campo Elba 4.160 55,66 74,74 LI Capoliveri 3.208 39,51 81,19 LI Marciana 2.269 45,18 50,22 LI Marciana Marina 1.809 5,75 314,61 LI Portoazzurro 3.433 13,36 256,96 LI Portoferraio (2000) 11.999 47,78 251,13 LI Rio nell’Elba 1.387 16,78 82,66 LI Rio Marina 2.282 19,54 116,79
TOTALE AREA ISOLA D’ELBA
30.547 243,56 125,42
Tabella 1 sono riportati i dati relativi alla popolazione, alla superficie e alla densità abitativa dell’ATO4.
Riportiamo adesso nella seguente tabella i dati relativi alla popolazione fluttuante, ossia rappresentata dalla presenze turistiche su scala provinciale estratti dalle statistiche ufficiali della stessa Regione Toscana.
ANNO 2000 ANNO 2001 VAR. %
2001/2000
PROVINCE ARRIVI PRESENZE ARRIVI PRESENZE ARRIVI PRESENZE
AREZZO 329.798 900.676 335.300 893.275 1,67 -0,82 FIRENZE 3.753.720 9.915.374 3.516.180 10.006.274 -6,33 0,92 GROSSETO 793.018 4.383.964 874.935 4.653.546 10,33 6,15 LIVORNO 1.192.228 7.075.459 1.175.647 7.611.781 -1.39 7.58 LUCCA 832.224 3.326.953 863.697 3.364.857 3,78 1,14 MASSA-C 274.760 1.747.043 283.570 1.726.686 3,21 -1,17
PISA 668.559 2.522.703 731.564 2.606.774 9,42 3,33
PRATO 158.684 407.390 159.806 422.479 0,71 3,70
PISTOIA 829.525 2.578.270 825.165 2.598.599 -0,53 0,79
SIENA 1.197.357 4.356.287 1.276.796 4.269.520 6,63 -1,99
TOTALE 10.029.873 37.214.119 10.042.660 38.153.791 0,13 2,53
Tabella 2 dati relativi alle presenze turistiche su scala provinciale
3.5 COMPOSIZIONE MERCEOLOGICA DEI RIFIUTI.
Uno degli aspetti importanti per la progettazione del sistema integrato di recupero dei rifiuti dell’ATO è la conoscenza della reale composizione merceologica dei rifiuti, sia con lo scopo di dimensionare in maniera razionale e puntuale l’organizzazione dei servizi di raccolta differenziata e trasporto e sia sotto il profilo della ottimale organizzazione dell’offerta territoriale di recupero e smaltimento finale dei rifiuti residui.
Per fare ciò la provincia di Livorno nel 1996-97 in collaborazione con A.R.R.R. e con le aziende gestrici del servizio, AAMPS per Livorno, R.E.A. S.p.a. per l’area di Rosignano, ASIU per l’area di Piombino e AMNUP per l’Elba, realizzò una campagna di rilevamento delle caratteristiche merceologiche dello scarto nelle 4 aree in esame.
Tale indagine riguardò le seguenti categorie: Categorie Merceologiche:
- Sottovaglio12
- Residui organici alimentari - Verde da manutenzione - Carta - Cartone - Poliaccoppiati 12
Frazione fine <20 mm ottenuto dopo la vagliatura della frazione grossolana del rifiuto.
- Plastica rigida - Altre plastiche - Film plastici - Lattine alluminio
- Contenitori in banda stagnante - Metalli ferrosi
- Metalli non ferrosi - Vetro verde
- Vetro rosso - Vetro bianco - Frazione tessile - Legno
- Ceramica e materiali litoidi - Pile
- Farmaci
- Contenitori T e/o F
- Altri RUP (neon, lampade alogene, toner, residui di vernice ecc…)
- Altri rifiuti non identificabili.
Tali dati testimoniano un forte incremento delle presenze turistiche in provincia di Livorno che in termini assoluti si colloca per gli anni 2000 e 2001 al secondo posto in regione dopo la provincia di Firenze.
Anche in termini relativi la provincia di Livorno ha registrato un forte aumento delle affluenze turistiche su base annua. Infatti i dati riportati nella tabella precedente riferiti alle presenze turistiche per il 2000 e 2001, se paragonati con gli analoghi dati rilevanti in occasione del Piano di gestione dei rifiuti del 1999, forniscono la dimensione quantitativa di un forte fenomeno di incremento.
Nel 1996-1997 la stessa CCIAA stimava infatti circa il 5,3-5,7 milioni di presenze annue. In virtù dei dati più recenti possiamo stimare un’equivalenza, in termini di popolazione residente pari ad un incremento superiore del 6% su tutto l’arco dell’anno. In realtà considerando i fenomeni di concentrazione temporale e
spaziale il fenomeno assume proporzioni locali molto maggiori e si ripercuote in maniera significativa anche sull’organizzazione dei servizi di raccolta e smaltimento.
Valga per tutti il caso dell’Isola d’Elba che con i suoi 30.000 abitanti residenti ospita nei 45 giorni di stagione estiva, circa 2,5 milioni di presenze pari all’equivalente di quasi 60.000 presenze giornaliere aggiuntive (consideriamo che questo dato è sottostimato perché nella statistica non figurano le presenze turistiche dovute alle seconde case e i flussi di permanenza che sfuggono ai sistemi di contabilità).
3.6 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI NELL’ATO 4.
Il piano di gestione dei rifiuti urbani della provincia di Livorno è stato approvato con delibera n. 158 del 31 luglio 2000 e successivamente modificato dalla deliberazione del consiglio Provinciale n. 168 del 14 settembre 2000, tale piano è stato ulteriormente aggiornato nel maggio del 2003.
L’articolazione del piano è strutturata in 3 parti:
Quadro conoscitivo della produzione dei rifiuti nella Provincia di Livorno. Analisi attuale e tendenziale dell’offerta di smaltimento
Scenari di pianificazione per la gestione dei rifiuti.
La capacità offerta dai servizi di gestione dei rifiuti dell’area Livornese è rappresentata dalle seguenti strutture:
L’inceneritore di Livorno ubicato in località Picchianti.
La discarica di Vallin dell’Acquila destinata alla messa a dimora definitiva delle polveri e ceneri inertizzate e delle scorie dell’incenerimento derivanti dall’impianto di termovalorizzazione in località Picchianti. La discarica di Scapigliato destinata ad accogliere i sovvalli derivanti
dall’impianto di selezione RU di Livorno.
L’impianto di selezione RU e speciali non pericolosi di Livorno
L’impianto di trattamento della frazione organica preselezionata in località Biscottino.
Vengono individuati 3 scenari per dimensionare gli interventi:
Incremento della produzione dei RU pari a quello della regione con riferimento al periodo 1977 – 1999;
Produzione, al 2001, con riduzione del 25% della crescita attesa della produzione dei rifiuti rilevata nel periodo 1997 – 1999 e previsione al 2003 di una riduzione della produzione di RU pari al 40%.
Per quanto riguarda la localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero, il piano indica tutti gli impianti previsti i quali sono esistenti o localizzati in aree con destinazione urbanistica a servizi e conforme P.T.C. In ogni caso sono da considerare zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, ai sensi dell’art.11 comma 1 della L.R. n. 25/1998, le aree del territorio provinciale con esclusione di quelle classificate con rilevante funzione ambientale nel vigente P.T.C.
L’aspetto fondamentale del sistema è rappresentato dall’intenzione di organizzare un sistema basato sulla concentrazione dello smaltimento in poli dedicati rappresentati da discariche controllate ed inceneritori, integrando le modalità di gestione al fine di sfruttare al massimo le potenzialità di risorse in termini di materia e di energia. Tale attività, per l’aree di raccolta Livornese, è svolta da A.AM.P.S. e il completamento impiantistico oggetto di studio di impatto ambientale si integra in un quadro complessivo di impianti rispondenti a tale logica.
Il piano vieta la gestione di nuovi impianti di trattamento termico di rifiuti se il processo non è accompagnato da recupero energetico.
3.7 PROGRAMMAZIONE DI A.A.M.P.S.
Con deliberazione del Consiglio di Amministrazione di A.AM.P.S. del 12 ottobre 2001 è stata approvata la soluzione realizzativa che prevede l’inserimento di una terza linea posta in adiacenza alle strutture esistenti con l’integrazione delle stesse, già sottoposte a revamping, per rendere l’impiantistica di termovalorizzazione idonea alla combustione di CDR e, o frazione secca con
potenzialità nominale complessiva di 400.000 Kg/giorno, nel pieno rispetto del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti approvato dalla Regione Toscana nel dicembre 2000.
L’analisi economica finanziaria di A.AM.P.S. ha messo in evidenza la validità economica dell’investimento, il tempo di ritorno del quale è circa 8 anni, senza considerare gli apporti derivanti da forme di co-finanziamento.
Dal 1998 l’azienda ha iniziato il percorso per l’ottenimento della certificazione ambientale conformemente alla norma UNI EN ISO 12001, certificazione rilasciata dall’ente DNV il 17 luglio 2001.